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Alessandria
Monumento ad Urbano Rattazzi nella centrale Piazza della Libertà ad Alessandria; sullo sfondo Palazzo Ghilini, ora sede della Prefettura e della Provincia
Stemma e Bandiera
Alessandria - Stemma
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Alessandria - Bandiera
Alessandria - Bandiera
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Alessandria
Sito istituzionale

Alessandria è una città del Piemonte.

Da sapere[modifica]

Terza città del Piemonte per numero di abitanti, perpetua nel nome il ricordo del papa Alessandro III. La leggenda narra che, durante l'assedio della città da parte di Federico Barbarossa nel 1174, Gagliaudo Auleri, un povero pastore, decise di dar da mangiare alla propria vacca tutto il grano che possedeva, per poi uscire a farla pascolare. Le truppe del Barbarossa lo catturarono immediatamente e macellarono la mucca. Con loro grande stupore scoprirono che il ventre della bestia era pieno di frumento. Ne dedussero che nella città il cibo abbondava ancora e non si sarebbe arresa in tempi brevi, così desistettero e Alessandria fu liberata.

Cenni geografici[modifica]

Alessandria è una città che sorge nella pianura alluvionale formata dai fiumi Tanaro e Bormida, in prossimità del loro punto di confluenza; a nord confina con le colline del Monferrato, ricche di vigneti e a sud le prime propaggini degli appennini liguri. Dista 36 km da Asti, 21 da Tortona, 39 da Voghera, 32 da Casale Monferrato.

Quando andare[modifica]

Alessandria è caratterizzata da un clima tipicamente padano, con inverni freddi e nebbiosi ed estati calde ed afose. Le piogge non sono molto abbondanti (circa 600 mm), e cadono prevalentemente in autunno ed in primavera. Ha un clima più continentale rispetto al resto del Piemonte. Gli inverni, a causa del maggior numero di giorni nebbiosi, tendono ed essere più rigidi (media di +0,4 gradi a gennaio), mentre le estati sono afose ma molto più soleggiate e secche: il mese più caldo, luglio, ha una temperatura media di +24 gradi ed è anche il più siccitoso, con 32 mm di pioggia spesso concentrati in uno o due temporali (al culmine dell'estate le perturbazioni atlantiche tendono a scorrere molto più a nord).

Cenni storici[modifica]

La città nacque nella seconda metà del XII secolo con il toponimo di Civitas Nova su un nucleo urbano già esistente costituito dall'antico borgo di Rovereto. La città fu fondata ufficialmente nel 1168 e in quell'anno assunse il nome attuale in onore di Papa Alessandro III, che promulgò in quel periodo le azioni contro il Sacro Romano Impero e che aveva scomunicato Federico Barbarossa.

Il 29 ottobre 1174 Alessandria subì un attacco delle forze imperiali che avevano già espugnato nei mesi precedenti Susa ed Asti e che però rimasero bloccate di fronte al fossato che circondava la città: cominciò così un lungo assedio che terminò il 12 aprile 1175, Venerdì santo, con la resa degli uomini del Barbarossa. Nel 1183 dopo la Pace di Costanza e su ordine dell'Impero, la città assunse il nome di Cesarea, mantenendolo però per un breve periodo. Nel 1198 divenne Libero comune.

Nel Medioevo Alessandria per oltre due secoli mantenne la condizione di libero comune entrando in conflitto con le vicine Casale, che era ancora parte del Marchesato del Monferrato, con Asti e con Pavia, le quali temevano una sua possibile espansione. La città, conosciuta allora con il nome di Alessandria della palude, passò in seguito sotto la protezione dei Visconti e successivamente sotto il Ducato di Milano. Fu probabilmente sul principio del XIII secolo che in città si stabilì una comunità ebraica che vi fondò successivamente una sinagoga.

Nel 1707 fu conquistata dai Savoia e nel 1802, dopo la battaglia di Marengo fu annessa alla Francia assieme a tutta la regione. Conquistata nel 1814 dagli austriaci dopo i trattati di Parigi fu restituita ai Savoia. Durante il Risorgimento, Alessandria fu un importante centro liberale. La nascita delle Ferrovie e l'incremento dei commerci nel Nord-Italia, alla fine dell'Ottocento trasformarono Alessandria in uno dei punti nevralgici per il mercato italiano. Per la sua posizione, al centro dei collegamenti tra Torino, Milano e Genova, in questo periodo la città conobbe un grande incremento demografico. Sotto il Fascismo Alessandria mantenne la sua importanza; negli anni trenta furono eretti importanti edifici pubblici e opere architettoniche, come il Dispensario Antiturbercolare, progettato da Ignazio Gardella e il Palazzo delle Poste e dei Telegrafi, progettato dall'architetto Franco Petrucci e decorato dai mosaici di Gino Severini.

Nel corso della seconda guerra mondiale, la città subì ripetuti e pesanti bombardamenti aerei e la sua Sinagoga fu saccheggiata e parzialmente distrutta. Nel dopoguerra Alessandria seguì le sorti del Nord-Italia, conoscendo inizialmente quello sviluppo e quella forma di benessere che si diffuse nel Settentrione nel corso degli anni sessanta con il boom economico, conoscendo anche l'immigrazione della gente proveniente dalle regioni del Sud e arrivando a superare i 100.000 abitanti nel 1970.

Successivamente, quando gli effetti del boom economico rientrarono, Alessandria conobbe un calo demografico. Nel 1998 diventò sede, assieme a Novara e Vercelli, dell'Università degli studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro".

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Alessandria

Il suo centro storico è racchiuso fra i viali che hanno sostituito le antiche fortificazioni; ancora oggi si chiamano non viali come in tante altre città, ma spalti. Piazza della Libertà è il cuore cittadino che raccoglie i principali Palazzi dell'amministrazione a livello comunale e sovracomunale, e dei servizi; nelle vicinanze il nucleo della città religiosa, con la cattedrale. L'aspetto architettonico diAlessandria è permeato del signorile ed austero stile sabaudo che le deriva dagli importanti interventi urbanistici di fine Ottocento e la accomuna a tante altre città piemontesi.

Quartieri[modifica]

Il suo esteso territorio comunale, il più grande della regione, comprende oltre alla città i paesi di Astuti, Cabanette, Cantalupo, Casalbagliano, Cascinagrossa, Castelceriolo, Gerlotti, Litta Parodi, Lobbi, Mandrogne, San Giuliano Nuovo, San Giuliano Vecchio, San Michele, Spinetta Marengo, Valmadonna, Valle San Bartolomeo e Villa del Foro.

Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

Gli aeroporti più vicini e comodi da raggiungere sono Torino, Linate e Milano Malpensa (passando per la Gravellona), entrambi in poco più di un'ora.

In auto[modifica]

Ha caselli autostradali:

  • Autostrada A21 sulla autostrada A21 Torino - Brescia: Alessandria est e Alessandria ovest; questa autostrada incrocia a poca distanza dalla città l'autostrada A7 Autostrada A7 Milano - Genova;
  • Autostrada A26 sulla autostrada A26 Genova - Gravellona Toce: Alessandria sud

In treno[modifica]

  • 44.908818.607551 Stazione ferroviaria, Piazzale Curiel, 8. Orari, prenotazioni e vendite biglietti sul sito Trenitalia.

Milano, Genova e Torino sono tutte distanti circa un'ora di treno.

In autobus[modifica]


Come spostarsi[modifica]

Il centro lo si può girare comodamente a piedi o in bici.

Con mezzi pubblici[modifica]

Per tutte le informazioni relative alle linee urbane di trasporto pubblico si può consultare il sito ATM [1].

In taxi[modifica]

In auto[modifica]

Per tutte le informazioni relative ai parcheggi si può consultare il sito ATM [2]

Cosa vedere[modifica]

  • Palatium Vetus. Il palazzo, nella centrale piazza della Libertà, venne costruito intorno al 1170. Ha avuto funzione di Broletto, nei secoli XIII e XIV, quindi centro della vita politica, amministrativa e giudiziaria del comune medioevale. Dopo molte vicissitudini nel 1856 il Comune di Alessandria lo cede allo Stato che ci sistema il corpo di guardia del Comando di Divisione. Fino al 1995 l'edificio ha ospitato il Presidio e il Distretto Militare e, dal 2012, è sede della Fondazione cassa di risparmio di Alessandria che ne ha completamente finanziato il restauro.
Palazzo del Municipio
  • Palazzo del Municipio (Palazzo Rosso (dal colore della facciata)). Eretto nel XVIII secolo è dotato di un particolare orologio a tre quadranti (da notare sulla sommità il galletto sottratto dagli alessandrini ai casalesi nel 1225); distrutto dai bombardamenti di guerra nel 1944 l'edificio che si presenta attualmente è il risultato di un successivo intervento di ricostruzione.
  • Palazzo Ghilini. Eretto da Tommaso Ottaviano Antonio Ghilini marchese dell'omonima famiglia, è oggi sede dell'Amministrazione Provinciale e della Prefettura. Progettato da Benedetto Alfieri nel 1733, di pregevoli forme barocche, è considerato il più bello e monumentale della città.
  • Palazzo Guasco, Via Guasco. Situato nell'omonima via Guasco la sua storia risale ai primi secoli dalla fondazione della città. L'attuale conformazione è del secolo XVIII. L'ala destra del palazzo è, oggi, sede di alcune sezioni dell'Amministrazione Provinciale. In attesa di restauro di alcuni saloni del palazzo che conservano la struttura architettonica settecentesca. L'ala sinistra del palazzo, invece, è tuttora proprietà privata. Degno di nota il piccolo teatro, non aperto al pubblico, presente all'interno dell'ala privata.
  • Palazzo dal Pozzo, Piazzetta Santa Lucia. Risalente al XVIII secolo il suo stile è prettamente barocco. Il palazzo apparteneva ai marchesi dal Pozzo una tra le famiglie più importanti di Alessandria. Ai marchesi dal Pozzo appartenevano inoltre tutti gli isolati intorno a via Maestra (l'attuale via Milano), a partire da piazzetta san Giovanni delle Rane (oggi piazzetta Santa Lucia) fino alla piazzetta di Monserrato.
    Venne costruito nella seconda metà del Settecento, da architetto sconosciuto nello stile tipico del barocco piemontese, su due piani fuori terra come voleva l'uso del luogo e secondo le necessità militari. La facciata è resa più ricca da poggioli bombés in ferro battuto molto belli e le finestre alternano nei loro timpani elementi angolari e curvilinei creando un ottimo rapporto di vuoti e pieni. Da alcuni elementi architettonici che si riscontrano al piano terreno, si ipotizza che il palazzo dovesse avere un cortile-giardino interno.
    Lo scalone, che è ricco di stucchi, è costruito con motivi che simulano delle volte pensili ed è apprezzabile per i rapporti e le proporzioni. Al piano nobile, nello stile tipico delle case settecentesche, si trovano le camere adibite alla servitù allineate l'una all'altra sul fronte interno ed esterno. Secondo lo storico alessandrino Fausto Bima "Le caratteristiche dell'edificio sono due: quella di ambienti tutti ben proporzionati fra loro, senza il consueto contrasto di altezza e di dimensioni fra saloni e salotti e quella di una serie di decorazioni alle pareti ed ai soffitti che rappresentano la media di quello che si usava in una casa patrizia piemontese della seconda metà del '700. Nulla di modesto e neppure nulla di ostentatamente sfarzoso: il giusto mezzo".
    Il palazzo ospitò dal 1862 al 1868 la Società del Casino e per alcuni decenni l'Archivio Notarile e dal 1962 al 1982 nuovamente la Società del Casino.
  • Arco di trionfo, via Dante. Fu eretto nel 1768 a ricordo della visita di Vittorio Amedeo III e di Maria Antonia di Spagna. È un raro esempio di arco settecentesco.
  • Palazzo Prati di Rovagnasco. Costruito verso la metà del Settecento per volontà del marchese Carlo Giacinto Prati, l'edificio attuale è stato ristrutturato e in parte alterato dopo la Seconda Guerra Mondiale ed è distribuito su tre piani che si snodano con una pianta ad U intorno a un cortile centrale: un corpo principale che si affaccia su via XXIV maggio e da due ali laterali lungo le vie Giuseppe Verdi e San Giacomo della Vittoria. I tipici elementi decorativi dello stile barocco sono ridotti secondo un gusto ormai orientato come in edifici coevi verso forme di austerità classicheggiante, tanto che il palazzo può essere considerato la più severa fra le dimore signorili del Settecento alessandrino.
  • Villa Guerci.
  • Dispensario antitubercolare e Laboratorio provinciale di igiene e profilassi. Opere di Ignazio Gardella, realizzate tra il 1934 e il 1939, sono considerate capolavori dell'architettura del Razionalismo italiano.
  • Palazzo delle Poste. Edificato tra il 1939 e il 1941 di stile schiettamente razionalista è decorato con un mosaico lungo 38 metri di Gino Severini sulla facciata. Il caratteristico mosaico racconta la storia dei servizi telegrafici e postali.
  • Casa Borsalino. Opera dell'architetto Ignazio Gardella progettata tra il 1949 e il 1951 e realizzata nel 1952.
Cattedrale di Alessandria
  • 44.9128.61821 Cattedrale, Piazza Giovanni XXIII. Quasi adiacente a piazza della Libertà è la piccola ed elegante piazza del Duomo, con la nuova cattedrale neoclassica del (1810-1849) che conserva al suo interno la statua lignea della Madonna della Salve; sul lato sinistro della facciata spicca Gagliaudo che regge una formaggetta lodigiana, scultura romanica raffigurante l'eroe alessandrino che secondo la leggenda si distinse nel corso dell'assedio del Barbarossa. Da notare sul fianco destro della Cattedrale l'altissimo e imponente campanile di gusto eclettico, costruito a più riprese fra l'ultimo decennio dell'Ottocento e il 1922; con i suoi 106 metri di altezza è il terzo più alto d'Italia dopo il Campanile di Mortegliano e il Torrazzo di Cremona. Il campanile contiene un concerto di 5 campane in do3 maggiore.
  • 44.917968.615262 Santa Maria di Castello, Piazza Santa Maria di Castello. Costruita sopra una precedente chiesa nel quattordicesimo secolo, i cui resti si trovano ancora sotto il pavimento. La chiesa più antica della città, situata presso l'antico borgo Rovereto, fonde nella sua struttura stili di epoche diverse, come quello tardo-romanico della costruzione con il portale rinascimentale e, al suo interno, diverse opere di epoche successive (il crocefisso, l'altare, il fonte battesimale, la sacrestia). Inoltre nei sotterranei si possono osservare i resti di due precedenti chiese. All'inizio del XII secolo era retta dai Canonici secolari; passò nel 1268 ai Monaci si Santa Croce di Mortara, poi nel XV secolo ai Canonici lateranensi fino alla soppressione dell'ordine nel 1798.
    Affidata dopo il periodo napoleonico ai Padri Somaschi e poi alle Suore di Carità, fu utilizzata per usi civili e ospedalieri con l'annesso convento durante le guerre del Risorgimento e la prima guerra mondiale. Dopo il 1918 le suore Salesiane vi aprirono una scuola.
  • Chiesa di San Gaudenzio martire. Chiesa cattolica di Rito greco-bizantino costruita nel 1994 per le comunità romena, moldava, serba, montenegrina, greca, bulgara e per la minoranza serba della Croazia.
  • 44.91488.61933 Chiesa di Nostra Signora di Loreto, Via Plana. Fatta erigere dai Domenicani fra il 1828 e il 1833, divenne proprietà comunale nel 1855; il convento annesso ospitò il Liceo Ginnasio. Tornata la chiesa ai Domenicati nel Npvecento, vi costruirono un nuovo convento; quello precedente rimase adibito a scuola.
  • 44.914638.616044 Chiesa di Santa Maria del Carmine, Via Guasco. Intorno alla metà del trecento fu edificata dai Carmelitani secondo i dettami del gotico, poi ampliata dal 1466 fino a tutto il Cinquecento. Usata come ospedale militare durante la guerra di successione austriaca nel Settecento, dal 1865 fu oggetto di recupero con lavori che durarono fino al 1954.
  • 44.913648.619585 Chiesa dei Santi Sebastiano e Dalmazzo, Via San Dalmazzo. Fu ricostruita dai Benedettini sul sito di una precedente chiesa nel 1741. Sconsacrata a fine Ottocento, tornò poi al culto e nel 1955 fu ceduta alle Suore apostole del Sacro Cuore.
  • 44.91368.618886 Chiesa di Santa Maria "Domus Magnae", Via Ghilini. Il nome le deriva dall'essere stata costruita presso una grande casa che giungeva fino a via Dante. Documentata già nel 1486, fu dei Minori osservanti. Nel Settecento venne riedificata. Nella seconda metà del Novecento fu usata dalla Questura. Ora è proprietà comunale.
  • 44.915658.616557 Chiesa della Beata Vergine Assunta, Via Guasco/via Canefri. Anticamente dedicata a San Rocco, sorge all'incrocio di più strade e probabilmente venne edificata in occasione di una pestilenza. Documentata per la prima volta nel 1618, la chiesetta fu ricostruita nel 1788 e dedicata alla Beata Vergine. È patrocinio di alcune famiglie.
  • 44.917258.61928 Chiesa della Beata Vergine delle Grazie, Via Mondovì. Il primo edificio del Quattrocento fu rifatto nel 1663; ulteriori trasformazioni hanno portato all'aspetto attuale la piccola chiesa che ospita l'antico simulacro della Vergine che la tradizione popolare chiama la Madonnina.
  • Chiesa della Beata Vergine di Monserrato, Piazzetta Monserrato. La sua edificazione risale ai primi decenni del Seicento; la chiesetta è l'unico edificio pubblico rimasto fra quelli costruiti nel periodo durante il quale la città fu dominata dagli Spagnoli, particolarmente devoti appunto alla Vergine di Monserrato.
  • 44.915938.612719 Ex Collegio dei Gesuiti, Piazza Santo Stefano. Fu la Compagnia del Gesù ad edificare lo stabile nella prima metà del Settecento. Occupava in origine un'area di seimila metri quadrati. Con la soppressione della Compagnia nel 1773 il grande complesso fu adibito a caserma, distretto militare, ricovero per i senza tetto della guerra. Ora ospita abitazioni.
  • 44.915628.6123910 Chiesa dei Santi Stefano e Martino, Piazza Santo Stefano. I Serviti la costruirono nel Settecento; con la soppressione dell'ordine divenne un magazzino. Tornò sede di parrocchia nel primo Ottocento, aggiungendo alla titolazione San Martino; il piccolo convento annesso all'edificio divenne la canonica.
  • 44.9151318.61403611 Chiesa dei Santi Lucia e Paolo, Piazzetta Santa Lucia. Fu edificata sul precedente tempio dedicato a San Giovanni delle rane, documentata nel Quattrocento, che divenne fra Sei e Settecento sede di quattro Confraternite. L'antica chiesa fu demolita nel 1751; quella nuova venne consacrata nel 1759. In occasione della ricorrenza di Santa Lucia il 13 dicembre la piazzetta diventa luogo di festeggiamenti sacri e profani, con bancarelle che offrono il tradizionale Lecabon.
La Sinagoga
  • 44.914188.6139812 Sinagoga, Via Milano. Sorge nell'area del vecchio ghetto, imposto dai Savoia dal 1723 al 1848. È un esempio monumentale di sinagoga ottocentesca italiana. Il tempio ha una facciata in stile neogotico con tre ordini di finestre con lesene e sagomature bianche. Una lapide ricorda oggi i deportati dell'Olocausto. All'interno si accede al tempietto invernale, oggi normalmente usato per le funzioni, e attraverso un lungo corridoio alla scala che conduce all'ampia sala al primo piano, illuminata da grandi finestre a vetri policromi. L'arca originale è andata distrutta durante i saccheggi della seconda guerra mondiale ed è stata sostituita da quella della sinagoga di Nizza Monferrato, oggi smantellata. Il matroneo è a loggiato sulla parete d'ingresso, a due ordini sovrapposti.
Panoramica della piazza d'armi della Cittadella
  • 44.92158.604613 Cittadella militare. Sorge sulla sponda sinistra del fiume Tanaro. È un'imponente costruzione militare innalzata su progetto di Ignazio Bertola, una delle principali al mondo per importanza. La costruzione, voluta da Vittorio Amedeo II di Savoia nel XVIII secolo, comportò l'evacuazione e la demolizione dell'intero quartiere di Borgoglio. Di proprietà dell'Agenzia del Demanio, è oggi visitabile grazie alle guide preparate dal FAI: è a pianta stellare, con sei bastioni attorniati da fossati. Di notevole interesse architettonico-militare i quartieri militari con gli edifici settecenteschi e ottocenteschi.

Monumenti naturalistici

  • Platano di Napoleone. Lungo la ex statale n. 10 che collega Alessandria a Spinetta Marengo svetta il cosiddetto Platano di Napoleone, uno dei più grandi alberi monumentali d'Italia. La leggenda vuole che sia stato messo a dimora nel 1800 a seguito della vittoria sugli austriaci alla battaglia di Marengo. Il Platano, della specie Platanus occidentalis, è alto quaranta metri e ha una circonferenza alla base del tronco di quasi otto metri. Sembra che fino agli inizi del XX secolo fossero rimasti ancora cinque esemplari superstiti di un viale completo che dalle porte di Alessandria giungeva sino a Marengo. Coordinate del platano: +44° 54' 28.17", +8° 38' 23.70".


Eventi e feste[modifica]


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]

Locali notturni[modifica]

L'alessandrino, essendo vicino a Monferrato e Langhe, dispone di ottimi vini. Per la birra esistono diversi pub in città che offrono dalle semplici birre alla spina a quelle artigianali più ricercate. In quanto a cocktail, si trovano un po' ovunque anche se è difficile che vengano preparati come si deve.

  • John's Pub, Via Mondovì, 12 (Vicino a piazza Garibaldi). Servono un'onestissima Gordon Gold alla spina a meno di 5 euro.
  • Britannia (In zona stadio). Fino a tarda notte.
  • Gasthaus (In zona stadio). Fino a tarda notte.
  • Caffè degli Artisti, Via Vochieri, 11 (Vicino alla piazzetta della Lega). Ottimo posto per i cocktail.

La zona del centro offre diversi locali che, soprattutto durante il fine settimana, si riempiono di clienti in base alle mode dell'anno. In tarda serata però la situazione langue, spostandosi in quei pochi posti che rimangono aperti fino a tardi senza offrire molto e spesso chiedendo prezzi troppo elevati. Nei dintorni di Alessandria ci sono varie discoteche, su tutte la Luna Rossa e pochi locali per la musica dal vivo.

Dove mangiare[modifica]

Numerose le pasticcerie alcune molto famose per le loro paste e torte. Per quanto riguarda i piatti tradizionali alessandrini, molti provengono dalla cucina povera dei contadini, oggi piatti ricercatissimi tra cui agnolotti, bagna caoda, risotto al barolo, rabaton verdi, bollito misto, pollo alla marengo, bagnetto verde, bonet.

Anche i vini sono eccezionalmente buoni in quanto provengono dalle vicine colline del Monferrato e dalle Langhe. Alcuni notevoli esempi sono: Barbera, Barolo, Grignolino, Freisa, Ruche, Malvasia di Casorzo e molti altri.

Prezzi medi[modifica]


Dove alloggiare[modifica]

Numerosi sono gli agriturismi e le terme.


Sicurezza[modifica]

Farmacie di Turno[modifica]

Per farmacie di turno consulta il sito ufficiale qui


Come restare in contatto[modifica]

Poste[modifica]

Piazza della Libertà è la sede delle Poste anche se ci sono filiali in tutti i quartieri.



Nei dintorni[modifica]


Altri progetti

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