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Cerro al Volturno
Veduta di Cerro al Volturno con il suo castello.
Stato
Regione
Territorio
Altitudine
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Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
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Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
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Cerro al Volturno
Sito istituzionale

Cerro al Volturno è un centro del Molise.

Da sapere[modifica]

Cenni geografici[modifica]

Sull'Appennino molisano, in territorio Isernino, Cerro dista 18 km da Castel di Sangro, 24 da Isernia, 29 da Venafro, 53 da Agnone.

Cenni storici[modifica]

Il paese fu di fondazione dei Sanniti (III secolo a.C), di cui rimangono fortificazioni presso il monte Santa Croce. Nell'epoca medievale il colle del borgo attuale fu colonizzato da dei contadini (IX secolo), dato che il feudo dipendeva dalla vicina Abbazia di San Vincenzo al Volturno. Fu costruito il castello Normanno, che poi verrà ampliato nel XV secolo dalla famiglia Pandone. Nei secoli successivi il feudo fu di varie famiglie, inclusi i Carafa.

Nel 1811 il borgo passò al territorio di Benevento e solo nel 1861 fu compreso di nuovo nel Molise, prima legato al territorio di Piedimonte Matese, e poi alla zona di Castellone Volturno, ossia Castel San Vincenzo.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Cerro al Volturno

Quartieri[modifica]

Il suo territorio comunale comprende anche le frazioni di Foci, San Vittorino, Cerreta, Cupone, San Giovanni, Mancini, Piano d'Ischia, Case, Foresta, Petrara, Santilli, Valloni e Rione Rossi.

Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

In auto[modifica]

  • Dall'autostrada A1 uscite di San Vittore o di Caianello: proseguire in direzione Venafro, poi a Roccaravindola proseguire in direzione Roccaraso lungo la SS158 fino all'uscita per Cerro al Volturno.
  • Dall'autostrada A14:
  • uscita Vasto sud - San Salvo ed innesto sulla Trignina (SS650): proseguire in direzione Isernia fino all'uscita Isernia sud e procedere in direzione Colli a Volturno lungo la SS627.
  • uscita Termoli ed innesto sulla Bifernina (SS647): proseguire in direzione Bojano - Campobasso, poi Isernia fino all'uscita Isernia sud e procedere ancora una volta in direzione Fornelli.
  • uscita Foggia: proseguire per Lucera sulla SS17, poi prendere la SS645 in direzione Campobasso, riprendere la SS17 e seguire le indicazioni per Isernia fino all'uscita Isernia sud e procedere poi sempre in direzione Fornelli.
  • Dall'autostrada A16, uscita Benevento: proseguire prima sulla SS88, poi SS87 sempre in direzione Campobasso, poi in direzione Isernia fino all'uscita Isernia sud e continuare in direzione Colli a Volturno lungo la SS627 e infine svoltare a destra immettendosi sulla SS158 fino a Cerro al Volturno.
  • Dall'autostrada A26, uscita Pratola Peligna - Sulmona: proseguire sulla SS17 per Roccaraso e poi Castel di Sangro, continuare in direzione Isernia sulla SS652 fino all'uscita per Cerro al Volturno.


In treno[modifica]

  • Stazione ferroviaria di Isernia (distante 26 km circa):

In autobus[modifica]

  • Le principali aziende di trasporto pubblico che operano nel territorio molisano sono le seguenti
  • Autolinee Lariviera [1]
  • Autolinee SATI [2]
  • Autolinee Molise Trasporti [3]
  • Autoservizi F.lli Cerella: Per collegamenti da Roma e da Napoli con Isernia.


Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

  • 41.65649314.1022871 Castello Pandone. Nel territorio comunale sorge un castello denominato Pandone. Nasce intorno all'anno 1000 come un recinto per conservare prodotti alimentari, situato in cima ad una montagna che controlla la valle. Intorno al 1400 Federico Pandone decise di costruirvi sopra un castello, dandogli il proprio nome e la forma che conserva tutt'oggi. Nel corso dei secoli venne venduto ad altre famiglie che apportarono varie migliorie. Dal 1828 esso appartiene alla famiglia Lombardi.
    Il 22 settembre 1980 Poste italiane gli ha dedicato un francobollo.
  • 41.65583514.1033712 Chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Sì trova alla base del paese. Fu costruita nel XII secolo e modellata nuovamente in epoca barocca. La facciata tuttavia conserva la matrice medievale romanica.
  • Chiesa di Santa Maria Assunta. Si trova nella parte alta dell'abitato, vicino al castello, ed è per questo che è chiamata anche chiesa di Santa Maria al castello. La sua prima edificazione risale agli anni attorno al 1000; nel Cinquecento divenne chiesa parrocchiale.
    Conserva tre pale del XVII secolo e due cippi funerari di epoca romana (III-IV sec. d.C.). Il campanile a vela è del XVII secolo.
Abbazia di San Vincenzo al Volturno
Teoria di Sante, particolare della decorazione ad affresco della cripta di Epifanio, secondo quarto del IX secolo
  • 41.65002414.0876793 Abbazia di San Vincenzo a Volturno. La chiesa si trova nella valle al confine con Castel San Vincenzo.
    È una storica abbazia benedettina posta nel territorio dei comuni di Castel San Vincenzo e di Rocchetta a Volturno.
    L'area su cui nacque l'abbazia aveva ospitato un insediamento di epoca tardoromana. Tra il V e il VI secolo, tra gli edifici oramai in disuso, furono realizzate una chiesa e un'area funeraria.
    Secondo il Chronicon Vulturnense il cenobio nacque grazie a tre nobili di Benevento, tali Paldo, Tato e Taso nel 731, che vi impiegarono tutto il loro ricco patrimonio. Costoro, per intraprendere vita ascetica, raggiunsero l'abbazia di Farfa, abbazia benedettina in Sabina. L'abate Tommaso di Moriana suggerì loro di fondare un'abbazia presso il fiume Volturno, dove vi era già un oratorio dedicato a san Vincenzo. La fondazione di tale oratorio viene attribuita a Costantino I il Grande. Il sottolineare l'origine beneventana dei tre fondatori da parte del Chronicon fa supporre che l'istituzione sia stata favorita cercando nuovo prestigio dal longobardo Gisulfo II, duca di Benevento dal 743 al 749.
    Con l'arrivo dei Franchi dal nord l'abbazia si trovò in una zona di confine tra Franchi e Longobardi. :Nel 774 era abate il franco Ambrogio Autperto. Nel 782 divenne abate il longobardo Potone: fu deposto per aver lasciato il coro durante una lode cantata a Carlo Magno; solo giurando fedeltà al re dei Franchi riuscì a tornare ai suoi incarichi. Il 27 marzo 787 lo stesso re dei Franchi concesse privilegi fiscali e giurisdizionali tali da equiparare l'abbazia alle maggiori europee. Nel IX secolo, con gli abati Giosuè, Talarico ed Epifanio l'abbazia si espanse divenendo una piccola città, con 350 confratelli e vasti possedimenti terrieri.
    Nell'848 l'abbazia fu danneggiata da un terremoto. Dodici anni dopo fu ricattata da Sawdān, emiro di Bari, a cui fu versato un ingente tributo per non subire un saccheggio. Nell'881 alcuni Saraceni al soldo del duca Atanasio II di Napoli, grazie al tradimento della servitù dei monaci, depredarono e bruciarono il cenobio. I superstiti fuggirono a Capua; ritornarono a costruire l'abbazia nel 914, riuscendovi solo alla fine del secolo grazie all'appoggio diretto degli imperatori Ottone II e Ottone III. I monaci tentarono di costruire nell'Alta Valle del Volturno una podestà attraverso l'amministrazione della giustizia e la riscossione dei tributi.
    Sul finire dell'XI secolo i monaci, per difendersi da un eventuale attacco normanno, si trasferirono in una posizione più difendibile; nell'anno 1115 papa Pasquale II consacrò la nuova chiesa abbaziale. Nel XII secolo avvenne la conquista normanna degli Abruzzi, che portò progressivamente nei secoli successivi al disgregamento della signoria monastica. Nel 1349 un nuovo sisma distrusse San Vincenzo al Volturno, lasciando spazio all'espansione politica di Montecassino. Occupato da un numero sempre minore di confratelli, dal XV secolo l'abbazia iniziò ad essere gestita, a livello sia spirituale sia economico, dall'esterno. Nel 1669 tutti i territori dell'abbazia volturnense vennero assegnati ai monaci cassinensi che lo amministrano in tutto e per tutto, fatto che sancì definitivamente la fine della sua autonomia.
    A causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale alcune parti dei ruderi dell'abbazia e una piccola chiesa successiva subirono pesanti danni. Angelo Pantoni, monaco di Montecassino si è occupato per anni dell'impianto di un nuovo monastero. Grazie a lui dal 1989 San Vincenzo al Volturno ospita nuovamente una comunità: le benedettine giunte dal cenobio del Connecticut Regina Laudis.
    Il Chronicon Vulturnense
    Le prime vicende storiche relative all'antica abbazia sono raccolte nel Chronicon Vulturnense, un codice miniato. Il monaco Giovanni redasse tale testo in scrittura beneventana nel 1130 circa, attingendo a fonti dell'VIII, IX e inizio X secolo, ma spesso manomettendo delle informazioni a scopo agiografico. Tuttavia, il Chronicon riordinò le memorie del cenobio, in un momento in cui l'Italia centrale era minacciata dall'espansione normanna. Oggi il codice è conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, BAV Barb. lat. 2724.
    L'esterno dell'abbazia è segnato dai confini tracciati dall'insediamento romano prima della sua costruzione. Rimangono tracce di mura e un colonnato con arcate a sesto acuto esattamente dinanzi al giardino dell'edificio.
    Il complesso monastico è composto dalla chiesa e da un edificio per i monaci, ricostruito fedelmente dopo la Seconda guerra mondiale, posto a destra rispetto alla facciata della chiesa. Il corpo della chiesa è a pianta basilicale rettangolare con facciata a capanna. Decorazioni importanti sono il rosone e il portico. Sul fianco di sinistra troneggia un imponente campanile con doppi archi campanari per ciascun lato.
    Il Palazzetto dei monaci è composto da una casa realizzata in pietra grezza rettangolare e da una chiesetta attaccata a questo. A fianco si trova un ulteriore edificio con una sala adibita a museo.
    L'interno è a tre navate con varie cappelle poste a fianco l'abside. I resti degli affreschi ancora oggi visibili in situ, mostrano le scene principali del Vangelo, ma anche di eventi importanti storici per l'abbazia come le intercessione da parte di Giustiniano e Carlo Magno.
    Gli Affreschi sono un esempio del movimento pittorico longobardo beneventano, opera di artisti anonimi legati alla Scuola di miniatura beneventana, realizzati nel secondo quarto del IX secolo.
    Martirio dei Santi Lorenzo e Stefano
    La scena è divisa in due episodi. Nel primo San Lorenzo è immobilizzato su una graticola sopra una fornace, e nel secondo Santo Stefano è bloccato su un muro mentre la folla lo raggiunge con delle pietre in mano. Lorenzo è disteso a pancia in terra mentre le guardie lo tormentano con dei forconi.
    Santo Stefano invece è diversamente interpretato perché il dipinto è mutilo. Egli è il protagonista della scena, posto al centro, mentre agita le braccia e sorride, segno che è felice di morire per Gesù. :Da destra e sinistra i nemici lanciano pietre che sono di vari colori.
    Gruppo di affreschi della cripta del vescovo Epifanio
    La cripta è la parte più decorata: sono mostrate scene della conversione del santo con il battesimo; la Crocifissione all'altare maggiore; Cristo assiso al trono con il Vangelo; il miracolo dell'arcangelo Raffaele; sempre Raffaele che si libra in cielo inquadrato in.un cerchio rosso porpora; un ritratto di Maria come Regina del Cielo che possiede il Vangelo; degli Angeli in.preghiera, che servono da elemento di cornice. Questi sono rappresentati da ali di varie colorature: dal rosso al giallo e dal verde al blu.
    Altri affreschi mostrano un vecchio assiso che benedice (forse Pietro apostolo), due sante delle illustri famiglie romane, e scene più importanti della Vita di Gesù, tratte dai Vangeli. Tra queste spicca la Natività che mostra la Madonna con il Bambino attorniata da due pastori nell'atto di coprire e offrire doni a Gesù. Sono inoltre presenti scene di vita del vescovo Epifanio.
  • Mura sannitiche. Misurano quasi un km di lunghezza i resti delle mura ciclopiche del periodo saanitico venute alla luce sul monte Santa Croce, a mille metri di altitudine. L'altezza delle fortificazioni in alcuni punti raggiunge i tre metri. Si ritiene che siano state costruite prima delle guerre sannitiche, ossia nel periodo in cui si facevano più pressanti le mire espansionistiche romane.


Eventi e feste[modifica]

  • Palio delle contrade. in agosto.


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]

  • 41.65394314.103261 Better Pub, Via Aldo Moro, 12, +39 0865 953031. Pub, pizzeria e ristorante.
  • Palazzo de' Farrocco, Piazza S. Anna, 1, Località Piano d'Ischia, +39 0865 953602. Ristorante.


Dove alloggiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]

  • 41.65649314.1022871 B&B Castello Pandone de' Lombardi, via Castello. Situato in parte del castello.


Sicurezza[modifica]

Farmacia


Come restare in contatto[modifica]

Poste[modifica]


Nei dintorni[modifica]

  • Isernia — Tra i primi insediamenti paleolitici documentati d'Europa, fu poi fiorente città sannita, capitale della Lega Italica, in seguito Municipium romano. Il suo millenario passato le ha lasciato un importante patrimonio monumentale che si estende fino all'epoca preromana, oltre ad importantissimi reperti della preistoria.
  • Castel di Sangro — Fu città romana, poi feudo dei Borrello; i ruderi del castello medievale e le vicine mura megalitiche testimoniano la passata grandezza della porta d'Abruzzo.

Itinerari[modifica]


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