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Farfa
Farfa - il complesso dell'Abbazia
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Farfa
Sito istituzionale

Farfa è un centro del Lazio.

Da sapere[modifica]

Piccolo paese, frazione del comune di Fara in Sabina, si è formato intorno alla famosa Abbazia di Farfa (abbazia di Santa Maria di Farfa). L'abitato prende il nome dall'omonimo fiume (il Farfarus di Ovidio) che scorre poco lontano e che ha dato il nome anche all'abbazia.

Cenni geografici[modifica]

Nel Lazio orientale, al confine fra la Sabina e il territorio della città metropolitana di Roma, dista 4 km dal suo capoluogo comunale Fara in Sabina, 47 km dalla Capitale, 41 da Rieti, 47 da Tivoli.

Cenni storici[modifica]

L'abbazia crebbe in importanza e considerazione e ricevette elargizioni, privilegi, esenzioni, da parte di imperatori e papi diventando così una vera potenza interposta fra il patrimonio di Pietro ed il Ducato di Spoleto. Farfa era un'abbazia imperiale, svincolata dal controllo pontificio, ma vicinissima alla Santa Sede, tant'è vero che il suo abate era a capo di una diocesi suburbicaria; quella attualmente confluita nella sede suburbicaria di Sabina-Poggio Mirteto ne è solo una parte, visto che in origine essa seguiva l'orografia appenninica fino a lambire i territori del primo nucleo territoriale pontificio, che Liutprando ricavò dal "corridoio bizantino" con la donazione di Sutri. Nel momento più alto della sua potenza l'abbazia controllava 600 tra chiese e monasteri, 132 castelli o piazzeforti e 6 città fortificate, per un totale di più di 300 villaggi: si diceva che l'abate facesse ombra alla potenza del papa, ma in realtà il suo potere era quello di un vero e proprio legatario imperiale incaricato della difesa del Lazio e della rappresentanza degli interessi imperiali presso la Santa Sede.

Uomini colti, degni e devoti, si succedettero alla direzione dell'abbazia, come ad esempio l'abate Sicardo, parente di Carlo Magno. Durante il regno di Carlo Magno l'abbazia ebbe il massimo sviluppo edilizio, che ne modificò così tanto la struttura originale che solo di recente è stato possibile ricostruirla. In pochi decenni divenne uno dei centri più conosciuti e prestigiosi dell'Europa medievale; Carlo Magno stesso, poche settimane prima di essere incoronato in san Pietro il 25 dicembre 800, visitò l'abbazia e vi sostò. Per comprendere l'importanza economica di Farfa basti pensare che nel terzo decennio del IX secolo, sotto l'abate Ingoaldo, essa possedeva una nave commerciale esentata dai dazi dei porti dell'impero carolingio.

La penetrazione dei Saraceni - dopo sette anni di resistenza delle milizie agli ordini del capitolo del monastero - indusse l'abate Pietro I ad abbandonare Farfa; l'abbazia fu presa e incendiata. Uno dei tre gruppi di monaci fuggiaschi, trovò riparo a Roma. Restò traccia della presenza dei monaci nell'insula francese di Roma: nei pressi della chiesa di San Luigi dei Francesi e nei luoghi che avevano ospitato le Terme di Nerone furono ritrovate - durante i lavori di restauro dei sotterranei di palazzo Madama, ad opera dell'amministrazione del Senato alla fine degli anni ottanta del XX secolo - tracce di un cimitero appartenente al capitolo degli abati di Farfa.

Passato il pericolo il capitolo tornò a Farfa sotto la guida di Ratfredo che, divenuto Abate, nel 913 completò la chiesa. I monaci di Farfa avevano proprietà di 683 chiese o comunità monastiche; due città (Civitavecchia e Alatri); 132 castelli; 16 fortezze; 7 porti; 8 miniere; 14 villaggi; 82 mulini; 315 borghi. Tutto questo patrimonio è stato un ostacolo alla vita religiosa ancora una volta tra il 1119 e il 1125. Farfa fu turbata dalle rivalità tra l'abate Guido, e il monaco Berard che miravano ad essere abate. Durante la lotta per le investiture, Farfa era sul lato ghibellino. I monaci emisero un orthodoxa Defensio imperialis a sostegno del partito ghibellino. La collezione di testi canonici contenuti nel Regesto sembra omettere volutamente qualsiasi menzione dei testi canonici dei papi riformatori dell'undicesimo secolo, ma nel 1268 la vittoria dei papi su Corradino di Svevia fece porre fine alla regola germanica in Italia.

Sotto la direzione del cardinale Alessandro Farnese, il monastero è entrato nella Congregazione Cassinese nel 1547. Nel corso dei due secoli successivi, nonostante alcuni restauri e nuove costruzioni, Farfa ha perso ogni importanza. Nel 1861 parte dei beni sono stati venduti a privati cittadini. Il conte Giuseppe Volpi ha donato proprietà e alcuni terreni al monastero. Nel 1920 un gruppo di monaci inviati da Alfredo Ildefonso Schuster, poi abate dell'Abbazia di San Paolo Fuori le Mura a Roma (attaccato alla Basilica di San Paolo Fuori le Mura), ha dato un nuova vita all'Abbazia di Farfa. Nel 1928 Farfa è stata dichiarata monumento nazionale.

Come orientarsi[modifica]

La via principale del borgo sviluppatosi vicino all'abbazia
Mappa a tutto schermo Farfa

Intorno all'abbazia sorge il suggestivo Borgo di Farfa, abitato da poche decine di persone. Nel borgo sono presenti caratteristici negozi per lo più artigianali e con prodotti tipici.

Possono lasciare l'auto nell'abitato solo i resident; gli altri devono servirsi di un 42.22185812.7156421 ampio parcheggio appena fuori paese.


Come arrivare[modifica]

In auto[modifica]

  • Autostrada del Sole uscita a Soratte. Da qui si prosegue per circa 20 km in direzione Poggio Mirteto prima e Fara in Sabina poi sulla SP42. Si prende la SP41 e dopo circa 2 km si arriva all'abitato di Farfa. A Farfa paese possono parcheggiare solo i residenti, ma appena fuori si trova un ampio parcheggio dove lasciare l'auto.


Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

Abbazia di Farfa
Abbazia di Farfa - interno
  • 42.2208112.7188141 Abbazia di Santa Maria di Farfa. Fondata nel VI secolo, fra l'XI ed il XIII secolo divenne uno dei centri monastici più potenti dell'Italia centrale. L'inizio della sua prosperità si ebbe nel 775, quando Carlo Magno concesse il privilegio dell'autonomia da ogni potere religioso e civile. L'abbazia conserva tuttora alcune testimonianze di architettura carolingia uniche in Italia che si possono distinguere nella base dell'unico campanile a noi giunto e nel muro perimetrale alla base dello stesso, dove sono perfettamente conservate le caratteristiche lesene. Il resto del campanile con le trifore è opera di un periodo successivo. Nella struttura sono state ritrovate tracce che testimoniano la presenza del westwerk.
    La chiesa abbaziale è situata al centro del complesso: è di tipo basilicale con pianta a croce latina e tre navate. La facciata è a salienti e presenta al centro un portale con cornice marmorea e sormontato da una lunetta dipinta ad affresco raffigurante la Madonna col Bambino che viene incoronata da due angeli tra i santi Benedetto e Scolastica. Nella facciata, che termina in alto con un semplice frontone triangolare, si aprono tre rosoni, uno in corrispondenza di ciascuna navata interna, dei quali il centrale è più grande. :L'interno della chiesa, pur mantenendo la struttura originaria, è in stile barocco, con le navate divise da due file di archi a tutto sesto poggianti su colonne marmoree ioniche. La controfacciata è interamente dipinta con il Giudizio Universale di Dirck Barendsz (1561).
    Oltre la crociera, in asse con la navata centrale, vi è la profonda abside poligonale con gli stalli lignei barocchi del coro dei monaci. :L'altare maggiore è sormontato dal pregevole ciborio che presenta, sulla cuspide, il bassorilievo dell' Assunzione di Maria. L'organo a canne della chiesa, situato dietro la trifora della parete fondale dell'abside, con consolle mobile indipendente nel presbiterio, è stato costruito dalla ditta organaria Pedrini nel 1947. A trasmissione elettro-pneumatica, ha dodici registri suddivisi tra le due tastiere, di 58 note ciascuna, e la pedaliera concavo-radiale di 30.
  • 42.22144612.7184172 Monastero. All'interno del monastero, che si articola attorno al chiostro, sono esposti molti pezzi di struttura medievale; fra questi una lapide relativa all'Abate Sicardo (IX secolo), ritrovata nel 1959 nella chiesa dove all'epoca era stata riutilizzata. Alla base della torre abbaziale sono stati rinvenuti degli affreschi medievali.


Eventi e feste[modifica]

  • Fiera di San Martino - Capodanno agricolo. in novembre. Stands fieristici di prodotti agricoli tipici, castagne, funghi, olio, vino novello, con possibilità di degustazioni. Artigianato, animali domestici. Mostre e laboratori didattici
  • Melodie di Natale. in dicembre. Concerti strumentali e/o vocali delle scuole all'interno della basilica.
  • Farfa in fiore. Mostra mercato di piante e fiori insoliti e rari.
  • Liberi sulla Carta - Fiera dell’Editoria Indipendente. festival letterario


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]

  • 42.22334412.7158121 La Badiola, Località S. Giovanni, +39 0765 277218.
  • 42.21956212.7071862 Ristorante La Torre, Via Degli Inglesi, 97, +39 333 2230551.
  • 42.22109112.7183633 Ristorante Lupi, Via Di Porta Montopoli 8, +39 0765 277307.
  • 42.22089212.7187214 Le Specialità del Borgo, Via Di Porta Montopoli, 25, +39 0765 277096. Pasticceria.


Dove alloggiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]

  • 42.22088412.7188351 Foresteria dell'Abbazia, +39 0765 277152, . Nel monastero è possibile il soggiorno nell'area interna, per chi desidera dedicarsi ad attività spirituali (ospitalità riservata ai soli uomini), sia a gruppi. È indispensabile prendere preventivamente accordi. con la struttura. Sono in allestimento altri due plessi che renderanno possibile l'accoglienza di gruppi più numerosi ed anche di famiglie.
  • 42.22099512.7191722 Foresteria della Comunità delle Suore dell'Ordine del SS.Salvatore di Santa Brigida, +39 0765 277087, . Le suore Brigidine gestiscono una casa di accoglienza di fianco all'Abbazia.


Sicurezza[modifica]

Farmacie

  • Farmacia Comunale, Via Borgo Nuovo, snc (località Borgo Quinzio), +39 0765 398002.
  • Farmacia Farense, Via Farense, 99 (località Coltodino).
  • Farmacia Passo Corese, via Enrico Fermi, 13 (località Passo Corese), +39 0765486507.


Come restare in contatto[modifica]

Poste[modifica]

  • 42.21007912.7286282 Poste italiane, Via Vittorio Veneto, 15 (nwl capoluogo Fara in Sabina), +39 0765 277231.


Nei dintorni[modifica]

  • Rieti — Ritenuta dagli autori dell'età classica il centro geografico d'Italia (Umbilicus Italiae) fu fondata all'inizio dell'età del ferro e divenne un'importante città dei Sabini; ancora oggi il suo territorio viene identificato come "Sabina".
  • Tivoli — Alle porte della città si trovano due siti patrimonio dell'umanità UNESCO: la romana Villa Adriana e la rinascimentale Villa d'Este.

Itinerari[modifica]

  • Santuari francescani nella Piana reatina — Un percorso di natura, fede ed arte nella Sabina attraversata da San Francesco, per visitare i quattro Santuari della Valle Santa: Greccio, Poggio Bustone, La Foresta, Fonte Colombo.


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