Cembra | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Trentino-Alto Adige | |
Territorio | Trentino | |
Altitudine | 666 m s.l.m. | |
Superficie | 16.96 km² | |
Abitanti | 2.364 (dopo l'unione con Lisignago (2015) | |
Nome abitanti | Cembrani | |
Prefisso tel | +39 0461 | |
CAP | 38034 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Rocco (16 agosto) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Cembra è un centro del Trentino-Alto Adige.
Da sapere
[modifica]Comune autonomo fino al 1º gennaio 2016, in tale data si è fuso con Lisignago per formare il nuovo comune di Cembra Lisignago, di cui è sede comunale.
Cenni geografici
[modifica]Situato nella Val di Cembra, a cui dà il nome, fa parte del comprensorio della Valle dell'Adige. Dista 31 km da Cavalese, 22 da Trento.
Cenni storici
[modifica]Insediamenti umani nella Val di Cembra sono documentati dal Mesolitico, periodo a cui risale un utensile di selce ritrovato presso il vicino Lago Santo; il reperto più famoso legato a Cembra è una situla bronzea, risalente al IV secolo a.C. e conservata al castello del Buonconsiglio, rinvenuta sul Doss Caslir, che riporta anche scritte in alfabeto reto-etrusco.
L'area venne invasa dai Franchi nell'Alto Medioevo, i quali, come riporta Paolo Diacono, distrussero il "castello di Cimbra" (la prima attestazione storica del nome). Successivamente il paese entrò a far parte di un feudo appartenente al principato vescovile di Trento, e amministrato dai signori di Salorno, gli Appiano; tale giurisdizione includeva anche gli abitati di Lisignago (sede giurisdizionale), Faver, Valda e Grauno (ma non Grumes, che era giurisdizione a sé stante).
Quando le guerre napoleoniche interessarono la valle Cembra fu coinvolta direttamente; il paese venne subì danni materiali agli edifici e ai prati e requisizioni di legname e di cibarie, e si ebbero inoltre diversi decessi per tifo esantematico. Il 20 marzo del 1797, mentre 2500 soldati croati dell'impero austro-ungarico erano ivi stanziati, le forze francesi attaccarono Cembra e gli altri insediamenti della sponda destra dalla sponda sinistra dell'Avisio , causando ingenti danni (la vicina Faver, ad esempio, fu completamente distrutta). Sortite francesi continuarono anche gli anni seguenti, fino almeno al 1801.
In seguito seguì le sorti del Trentino fino all'Unità.
Come orientarsi
[modifica]Quartieri
[modifica]Dopo la costituzione (per fusione) del nuovo comune di Cembra Lisignago, Cembra è rimasta sede comunale del nuovo ente, che abbraccia territorialmente anche i paesi di Lisignago e Lago Santo sulle rive dell'omonimo lago.
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]- 1 Aeroporto di Bolzano-Dolomiti (IATA: BZO) (6 km dal centro di Bolzano), ☎ +39 0471 255 255, fax: +39 0471 255 202. apertura al pubblico: 05:30–23:00; apertura biglietteria: 06:00-19:00; il check-in per voli da Bolzano è possibile solo da 1 ora ad un massimo di 20 minuti prima della partenza. Piccolo scalo regionale con voli di linea da e per Lugano e Roma con Etihad Regional (by Darwin Air). In alcuni periodi dell'anno, la compagnia Lauda Air collega la città con Vienna una volta a settimana. Più numerosi invece i voli charter.
- 2 Aeroporto di Verona (Catullo), Caselle di Sommacampagna, ☎ +39 045 8095666, contatti@aeroportoverona.it.
- 3 Aeroporto di Brescia (D'Annunzio), Via Aeroporto 34, Montichiari (I collegamenti con l'aeroporto di Brescia sono garantiti dai trasporti pubblici tramite il bus/navetta. La fermata a Brescia città è situata alla stazione dei pullman (numero 23), mentre quella dell'aeroporto è al fronte terminale. Sono inoltre previsti collegamenti per la città di Verona attraverso la linea bus/navetta 1), ☎ +39 045 8095666, contatti@aeroportoverona.it. Solo Charter
In auto
[modifica]In autobus
[modifica]Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]- 1 Chiesa di San Pietro. In stile tardo gotico, è la chiesa più antica di tutta la Val di Cembra. Le prime attestazioni documentali dell'esistenza di questa chiesa risalgono al 1224, tuttavia la struttura è di gran lunga più antica, costruita anche prima della pieve di Cembra (la chiesa di Santa Maria Assunta, che risale al 942); scavi effettuati nel 2000 per inserire un impianto di riscaldamento a pavimento, infatti, hanno riportato alla luce i resti di una precedente struttura più volte riadattata, le cui parti più vecchie risalgono al V-VI secolo.
L'edificio primitivo subì diversi interventi, una volta sicuramente prima del 1406, quando avvenne la consacrazione dell'altare maggiore, dedicato a san Pietro; i due altari laterali, dedicati uno a santo Stefano e l'altro a san Michele, vennero consacrati rispettivamente nel 1421 e nel 1436.
L'aspetto attuale della chiesa risale al periodo fra il 1506 e il 1510, quando venne ricostruita da Michele di Gardena, un mastro muratore che operò in diverse chiese della valle (come l'Immacolata di Piazzo e San Biagio di Albiano); la successiva ri-consacrazione degli altari avvenne quindi nel 1525.
Per via delle riforme giuseppiniste la chiesa venne chiusa al culto nel 1787, ma venne riaperta nel 1799 grazie alle richieste della popolazione; i due altari laterali vennero rimossi perché inutilizzati e in cattivo stato.
Nel corso dell'Ottocento e del Novecento la chiesa venne sottoposta a diversi restauri; nel 1851-53, nel 1888 (con la modifica della facciata su progetto dell'architetto Enrico Nordio), nel 1912-13, nel 1956 (entrambi restauri degli affreschi), nel 1966 e nel 1977 (quando venne rifatto il tetto e ripristinate alcune caratteristiche alterate nei restauri precedenti).
La facciata della chiesa è racchiusa fra due contrafforti scalari e, oltre che dal portale archiacuto e da due basse finestre quadrangolari, è bucata solo da un oculo circolare strombato. Le fiancate laterali sono segmentate da contrafforti simili a quelli del fronte (tre nella fiancata destra, uno solo nella sinistra). Delle finestre monofore si aprono sulla parete destra del presbiterio, nelle pareti oblique dell'abside e una nella terza campata della fiancata destra.
Il campanile, eretto nel XIV secolo, si appoggia contro la fiancata sinistra: la cima è composta da una doppia cella campanaria, bucata a trifora sotto e a quadrifora sopra, sormontata da una cuspide piramidale in muratura.
L'interno, costituito da un'unica navata, è quasi completamente affrescato: la volta è percorsa da un fitto reticolato di nervature, e affrescata con un motivo floreale intramezzato da occasionali figure di vario genere; la parete destra è dipinta con ventiquattro scene da Biblia pauperum, opera di un'anonima bottega friulana seguace di Gianfrancesco da Tolmezzo. Dello stesso autore anche gli affreschi che ricoprono tutto il presbiterio, raffigurante Dio benedicente attorniato da una folta schiera di Dottori della Chiesa e figure bibliche (Agostino, Girolamo, Ambrogio, Gregorio, i quattro evangelisti, Davide, Isaia, Ezechiele, Daniele, Giacobbe, Mosè e Noè) e, più in basso, Cristo benedicente con i dodici apostoli e un vescovo, probabilmente san Vigilio; la parete di fondo del presbiterio riporta la crocifissione di Gesù, quella di sinistra la raccolta della manna; inoltre, vari santi sono affrescati nelle finestre (Apollonia, Lucia, Caterina, Barbara, Giuliana, Margherita, Dorotea, Orsola, Stefano, Lorenzo, Agata e Agnese) e ai lati del presbiterio (Rocco e Sebastiano). Tutti questi affreschi furono probabilmente terminati nel 1549, o poco prima.
La parete sinistra è occupata da un Giudizio universale di Valentino Rovisi, una delle sue opere più importanti, risalente al 1759; sull'interno della facciata, infine, si staglia una Madonna della Misericordia di fine 1600, purtroppo molto rovinata.
Nella chiesa vi sono anche svariate statue: una Madonna di Loreto risalente probabilmente alla fine del XVII secolo, situata in una nicchia in fondo alla navata; e le statue lignee superstiti dell'antico altare a trittico tardogotico, databile intorno al 1515-1520 e di autore incerto, andato perduto: san Pietro, san Paolo e due gruppi di apostoli.
Presso l'altare, sotto una lastra di vetro, sono visibili i resti della prima struttura, in particolare di una cella memoriae che era probabilmente la collocazione originaria del reliquiario in pietra ritrovato all'interno del sacrario dell'altare maggiore, contenente a sua volta una capsella d'argento.
- 2 Chiesa di San Rocco. È situata al di fuori del centro abitato, in un'altura pianeggiante che si protende verso il centro della valle. L'edificio nasce come ex voto durante gli anni della peste: la prima piccola struttura venne costruita nel 1519 e consisteva in poco più di quello che oggi è l'abside della chiesa. L'edificio venne notevolmente ampliato all'epoca dell'epidemia di peste del 1630, incluso il campanile che venne eretto fra il 1617 e il 1632. Sulla facciata troneggiano due statue di san Francesco d'Assisi e sant'Antonio da Padova, e sopra il portale d'ingresso un'iscrizione fa riferimento ad un altro ex voto, questo per il colera del 1836.
L'interno della chiesa è spoglio; mentre in documenti relativi ad una visita pastorale del 1580 si citano tre altari, oggi rimane solo quello maggiore, contenente una statua raffigurante san Rocco. Nel fastigio si trova un dipinto di autore veneto seicentesco, raffigurante sant'Antonio Abate, e una pala dello stesso periodo, raffigurante Maria Regina e i santi Giovanni apostolo, Giovanni Battista e Francesco, è appesa alla parete del presbiterio.
La chiesa custodiva anche una pala seicentesca raffigurante sant'Orsola, e due statue cinquecentesche di san Leonardo e san Nicola, tutte trafugate.
- 3 Chiesa di Santa Maria Assunta. In stile tardo gotico situata, è la chiesa parrocchiale di Cembra, e ha svolto fin dall'antichità la funzione di pieve per gran parte della Val di Cembra.
La data di fondazione della chiesa è ignota; secondo uno storico locale, il padre francescano Giangrisostomo Tovazzi (1731-1806), un'iscrizione nel presbiterio della prima struttura, non più esistente, testimoniava l'esistenza di questa chiesa già nel 942.
Fatta eccezione per un documento del 6 dicembre 1212 (in cui la menzione di un "Odolricus, Plebanus de Zimbria implica indirettamente l'esistenza della pieve), la chiesa è citata per la prima volta in un testamento redatto il 19 dicembre 1224.
Questa prima struttura era edificata in stile romanico, ma nella seconda metà del XV secolo l'edificio venne completamente ricostruito in stile gotico, a tre navate coperte da volte a costoloni; con un successivo ampliamento nel XVII secolo venne aggiunta una quarta navata a nord.
Quando a fine 1700 le guerre napoleoniche raggiunsero la Val di Cembra nella chiesa di stanziarono per lungo tempo le truppe austriache che bruciarono il mobilio e rovinarono la stessa con il fumo. Nel 1800 la chiesa era in cattive condizioni, quindi nel 1833-35 venne sottoposta a importanti lavori di ampliamento: contro la facciata venne costruito il nuovo presbiterio neogotico, mentre la vecchia abside venne aperta e riconvertita in atrio, cosicché l'orientamento della chiesa risultò capovolto (rivolto ad ovest). Nel 1866 venne aggiunta una quinta navata, a sud.
L'edificio si apre con una facciata a salienti, divisa in tre parti da quattro pilastri sormontati da altrettante statue (Giovanni Battista, Giovanni evangelista, Giovanni Nepomuceno e Filippo Neri, le prime due proveniente dal vecchio altare maggiore, le seconde due acquistate dalla parrocchia di Dro); dalla porzione centrale sporge un atrio poligonale (che era l'abside della vecchia chiesa), dentro il quale si trova il portale maggiore.
L'interno dell'atrio, bucato da due finestre monofore archiacute, è per la maggior parte affrescato con pitture risalenti a fine 1400. La volta è divisa in sei vele delimitate da costoloni, che si dipartono da una chiave di volta circolare con un rilievo di Dio padre benedicente; nella vela sopra all'ingresso è affrescato Cristo benedicente, con ai piedi Maria e Giovanni Battista in preghiera; le altre vele, in senso orario, riportano: Gesù crocifisso tra Maria e Giovanni, e due medaglioni con dentro gli evangelisti Luca e Marco; i santi Ambrogio e Girolamo; la Madonna con il bambino e due angeli; i santi Gregorio Magno e Agostino; Cristo risorto e due medaglioni con dentro gli evangelisti Giovanni e Matteo.
Gli affreschi della volta, del 1460-70, sono opera di un artista ignoto attivo anche altrove nelle valli dell'Avisio, mentre quelli alle pareti sono di un altro pittore e di poco successivi, forse del 1480-90: questi ultimi sono ritratti di vari santi, piuttosto degradati e quindi di difficile identificazione (si riconosco probabilmente alcuni apostoli e i santi Gottardo e Maria Maddalena).
Sopra la parte occidentale del tetto sorgono due piccoli campanili gemelli, risalenti a fine 1800.
L'interno è suddiviso in cinque navate da quattro campate ciascuna: le tre più interne sono le più antiche e sono coperte da una volta reticolata, mentre le due esterne sono state aggiunte a posteriori, nel XVII secolo quella settentrionale e nel 1865-1866 quella meridionale.
A fianco dell'ingresso, sulla parete destra, è affrescato un Battesimo di Cristo datato al 1462, probabilmente opera di pittori tedeschi. Affrescate sono anche le campate della navata centrale: le due più vicine all'altare maggiore sono di metà 1500 e riportano motivi vegetali simili a quelli della vicina chiesa di San Pietro; nella terza campata i santi Giuda Taddeo e Matteo intorno al monogramma di Cristo; nella quarta i santi Mattia, Bartolomeo, Filippo e Giacomo il Minore; nella quinta e sesta l'Assunta e gli Evangelisti, questi risalenti all'inizio del XVIII secolo.
Gli affreschi del presbiterio sono risalenti invece al 1942; diversi dipinti, cinque-, sei- e settecenteschi, sono inoltre collocati nella sagrestia. In fondo alla navata meridionale è infine appesa una pala di Martino Teofilo Polacco, databile intorno al 1608, raffigurante la Madonna del Rosario affiancata dai santi Domenico, Caterina e da altri devoti.
L'altare maggiore è il più recente, risalente al 1936, e sostituisce un precedente altare del 1842; dietro di esso è stato collocato l'organo, prima situato su una cantoria sopraelevata ora non più esistente, e dietro ancora una grande pala del 1858, raffigurante l' Assunzione di Maria. :L'altare verso il popolo custodisce, nell'antipendio, un olio su tavola del 1590 circa, opera di Paolo Naurizio, raffigurante l'adorazione dei pastori, prima collocato sull'altare maggiore della chiesa di San Pietro.
Vi sono poi quattro altari minori; a metà della navata di destra si trova un altare risalente probabilmente al 1734, con una statua ligneea di sant'Antonio da Padova scolpita sul finire del 1800; specularmente ad esso, a metà della navata sinistra, un altro altare settecentesco ospita una statua del Sacro Cuore di Gesù del 1920, opera del gardenese Siegfried Demetz.
Gli altri due altari, gemelli in stile neogotico, realizzati da Leopoldo Koch nel 1872, sono collocati alle due estremità dell'arco santo; quello di destra ospita una statua di san Giuseppe, sempre di Koch, quello di sinistra una statua dell'Addolorata risalente al 1889.
Siti di interesse ambientale
[modifica]Il territorio dell'ex comune è ricoperto in gran parte da prati e boschi. Nell'area vi sono anche zone umide e biotopi.
- 4 Lago Santo. Si tratta di un lago di origine glaciale situato fra il monte Pincaldo e il monte di Cembra, la cui esistenza è sostanzialmente dovuta allo sbarramento dei circostanti depositi morenici.
Dista circa cinque chilometri dal paese di Cembra; la superficie d'inverno gela, rendendolo adatto per il curling. È meta di turismo famosa in tutta la valle.
Il nome del lago deriva da una leggenda locale secondo la quale al suo posto vi sarebbe stato un tempo un terreno conteso tra più eredi; uno di essi, esasperato dalle continue liti, pregò che al posto del terreno sorgesse un lago e così avvenne, ma l'acqua che continuava a salire rischiava di mettere in pericolo il paese di Cembra. Il parroco allora vi gettò dentro l'anello che ornava una statua della Madonna, fermando il salire delle acque e salvando il paese.
Presso il lago passò a fine 1400 Albrecht Dürer, durante il suo viaggio verso Venezia, che lo dipinse in alcuni acquerelli.
- Val di Cembra (Zimmerstal). Situata sulla sinistra idrografica del fiume Adige è attraversata dal torrente Avisio; è raggiungibile dalla Valle dell'Adige, imboccando a Lavis la strada statale 612 che risale la valle dell'Avisio fino a giungere in Val di Fiemme, oppureall'altezza di San Michele all'Adige la SP 131 Strada del vino/San Michele-Giovo; è raggiungibile anche dalla Valsugana imboccando all'altezza di Civezzano la SP 71 Fersina-Avisio.
La valle è formata da una serie di piccoli centri abitati, adagiati su pendii e spesso caratterizzati da una particolare tipologia abitativa ed architettonica: alcuni paesi cembrani presentano infatti abitazioni raccolte e addossate una accanto all'altra.
Dal punto di vista orografico la valle si trova all'interno delle Dolomiti di Fiemme e divide le Dolomiti Settentrionali di Fiemme dalle Dolomiti Meridionali di Fiemme.
Nel comune di Segonzano sono presenti dei particolari pinnacoli di terra dalle forme molto suggestive, noti come Piramidi o Omeni di Segonzano, risultato della disgregazione delle montagne e dell'azione dell'acqua.
Una delle risorse più importanti della valle è l'agricoltura e in particolare la viticoltura, seguita dalla frutticoltura (soprattutto frutti di piccole dimensioni come fragole, lamponi, more, ecc.). Il paesaggio della valle è segnato dalla presenza di numerosi vigneti, sostenuti da ampi terrazzamenti. La caratteristica costruzione di vigneti terrazzati a secco non ha però inciso negativamente sul territorio, bensì mantenuto un paesaggio tipico delle colline avisiane. La produzione vinicola è di alta qualità e in ambito trentino quantitativamente molto rilevante; particolarmente famosa è la varietà Müller Thurgau.
Un'altra risorsa economica molto importante per la valle è rappresentata dall'estrazione e dalla lavorazione del porfido. Questa attività ha pesantemente modificato l'aspetto dell'intera vallata per la presenza sia delle enormi cave a cielo aperto sia delle discariche di inerti residui dell'estrazione del porfido. - Torbiera del Lagabrun. Un biotopo che funge da habitat per alcuni rari invertebrati, come l'Agabus lagabrunensis, una specie di coleottero della famiglia Dytiscidae
Eventi e feste
[modifica]Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Bar Pizzeria Saint Rock, Viale IV Novembre, 51, ☎ +39 0461 683030.
Dove alloggiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Hotel Al Caminetto, Via C. Battisti, 7, ☎ +39 0461 683007.
- 2 Hotel Europa, Via San Carlo 19, ☎ +39 0461 683032.
- 3 [link non funzionante] Agritur Maso Val Fraja, Via Valfraja, ☎ +39 0461 680096.
- 4 Agriturismo Nardon, Localita' Valfraia 1, ☎ +39 0461 680096.
Sicurezza
[modifica]- 4 Martini, Via IV Novembre, 44, ☎ +39 0461 683021.
Come restare in contatto
[modifica]Poste
[modifica]- 5 Poste italiane, Viale IV Novembre 58, ☎ +39 0461 682287.
Nei dintorni
[modifica]- Egna — La sua caratteristica principale è data dai portici che creano una atmosfera suggestiva soprattutto nella via principale. Fa parte dei Borghi più belli d'Italia.
- Trento — Capoluogo della regione, il suo simbolo è il Castello del Buonconsiglio, il più vasto e rilevante complesso monumentale del Trentino-Alto Adige. Ha ospitato, dal secolo XIII fino a tutto il XVIII, i principi vescovi di Trento.
- Salorno — La stupefacente posizione del suo castello, arroccato come un nido d'aquila su uno spuntone roccioso, la sua cascata, la ricchezza della flora e della fauna del suo territorio ne fanno sicuramente una buona meta.
Itinerari
[modifica]- Passi dolomitici — L'itinerario percorre i passi più scenografici delle Dolomiti, dove la roccia e la natura sono protagoniste.
Altri progetti
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