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Tramonti di Sotto
Il lago di Redona, fra Tramonti di Sopra e Tramonti di sotto
Stato
Regione
Territorio
Altitudine
Superficie
Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
Mappa dell'Italia
Tramonti di Sotto
Sito istituzionale

Tramonti di Sotto è un centro del Friuli-Venezia Giulia.

Da sapere[modifica]

Cenni storici[modifica]

Nel 1976 il comune fu devastato dal terremoto del Friuli, che provocò enormi crolli e danni.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Tramonti di Sotto

Il suo territorio comunale annovera numerose frazioni o località abitate: Beloz, Barnazai, Brandolin, Campone centro, Chiarchià, Chiarandin, Chiasars, Cleva, Clevata, Comèsta, Cotel, Faidona, Ferrara, Gai, Grisa, I Piani, Martin, Matan, Miâr, Moschiasinis, Muinta, Ombrena, Pagnac, Pala, Palcoda, Pecol di Selva, Pra di Leva, Prapitol, Sacchiaz, San Vincenzo, Sclaf, Selva, Sgualdin, Sghittosa, Sialin, Sottoriva, Stalla del Cont, Tamar, Tamarat, Tramonti di Mezzo, Tridis, Valent, Vuâr, Zanon e Zulian-

Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

In auto[modifica]

  • da Pordenone in direzione Maniago (SS 251), proseguire per Meduno fino a Tramonti di Sotto (SS 552).
  • da Pordenone via Fiume Veneto (SS 13), immettersi nella superstrada Cimpello/Sequals, uscita di Sequals, proseguire per Meduno fino a Tramonti di Sotto (SS 552).
  • da Udine in direzione Dignano (SS 464), fino a Spilimbergo, proseguire per Sequals, in direzione Meduno fino a Tramonti di Sotto (SS 552).
  • da Tolmezzo in direzione Villa Santina (SS 52), proseguire per Socchieve, percorrere il Passo di Monte Rest (SS 552), e la Val Tramontina fino a Tramonti di Sotto.

In treno[modifica]

  • 46.17022912.7143234 Stazione ferroviaria (a Maniago). La stazione più vicina è quella di Maniago sulla linea ferroviaria Sacile - Pinzano. Dal 6 luglio 2012 al 9 dicembre 2017, il servizio ferroviario è stato sostituito da autocorse a causa dello sviamento di un treno dovuto a una frana sulla sede ferroviaria in prossimità della stazione di Meduno.
    Con la parziale riapertura della linea, dal 10 dicembre 2017 la stazione è nuovamente servita dai treni Regionali in servizio tra Sacile e Maniago. Oltre a servire la città in cui è inserita, la stazione svolge un importante ruolo di hub per le vallate circostanti.

In autobus[modifica]


Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

Ruderi della chiesa di Palcoda prima del suo recupero.
San Giacomo prima del restauro
  • 46.28836912.8466831 Palcoda (Borgo fantasma). Palcoda fu frazione del comune di Tramonti di Sotto. Ora è una suggestiva città fantasma, poiché il paese è da lungo tempo abbandonato.
    Situato nell'alta valle del torrente Chiarzò, è raggiungibile solamente attraverso dei sentieri che partono da Tramonti di Sotto e da Campone.
    Frequentata già nel Quattrocento da pastori di passaggio, Palcoda fu abitata stabilmente solo a partire dal XVII secolo, grazie soprattutto all'operato delle famiglie Moruzzi e Masutti; quest'ultima si distinse sempre come la più influente e ricca del centro. Nel XVIII secolo Pàlcoda divenne un vero e proprio borgo: alle tradizionali attività primarie (agricoltura e allevamento, soprattutto delle capre), si affiancarono anche altre forme di economia quale il commercio dei cappelli di paglia, venduti perfino nei mercati del Nord Europa; vi si trovavano inoltre due fornaci, di cui una particolarmente potente, e un mulino.
    Nel 1780 Giacomo Masutti eresse pure una chiesa intitolata al suo santo patrono. Il numero degli abitanti (detti, secondo il dialetto locale, Palcodans) oscillava attorno alle cento unità, con punte massime di centocinquanta.
    Nel 1914 Pàlcoda contava ancora 126 residenti, ma la crisi che seguì alla grande guerra toccò particolarmente la montagna friulana, accentuando il fenomeno dell'emigrazione. Il paese risultò del tutto abbandonato quando, nel 1923, partirono gli ultimi dei Masutti.
    Durante la seconda guerra mondiale divenne rifugio di partigiani, che ne sfruttarono la difficile accessibilità.
  • 46.28851912.8464662 Chiesa di San Giacomo, nel borgo fantasma di Palcoda. La chiesa, eretta nel 1780 da Giacomo Masutti, conservava diversi oggetti d'arte quali tre statue di santi, oggi poste nella pieve di Tramonti di Sotto. Ridotta a rudere dopo l'abbandono del paese, è stata in epoca recente recuperata. Il 14 maggio 2011 è stata inaugurata la chiesa, completamente restaurata tra il 2010 ed il 2011 ad opera di Antonio Masutti.
  • Lago di Redona (Lago di Tramonti). È un lago artificiale situato in val Tramontina tra i comuni di Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto formatosi a seguito della costruzione nel 1952 di una diga in località Ponte Racli. Il coronamento è accessibile, ed è parte della rotabile di accesso fra la strada statale 552 del Passo Rest,(oggi regionale), le frazioni Chievolis, Inglagna, Posplata e gli altri due impianti idroelettrici poco distanti che sfruttano l'asta fluviale del Meduna: il lago di Cà Selva e il lago di Cà Zul.
    Lo sbarramento del Meduna comportò l'abbandono del vecchio borgo di Movada, i cui resti ancora emergono quando il lago è in secca.


Eventi e feste[modifica]


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]

La Pitina ha marchio IGP

In Val Tramontina sono tipici alcuni piatti locali.

La Pitina[modifica]

È una polpetta di carne affumicata originaria di questa valle che ha ottenuto il marchio IGP. In base alla disciplinare IGP può essere prodotta nei territori comunali di Andreis, Barcis, Cavasso Nuovo, Cimolais, Claut, Erto e Casso, Frisanco, Maniago, Meduno, Montereale Valcellina, Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto.

In passato quando nelle valli montane si abbatteva un camoscio o un capriolo, se si feriva o ammalava una pecora o una capra (troppo preziose per essere seppellite), era d'obbligo trovare un metodo di conservazione di lungo periodo. Proprio dall'esigenza di conservazione delle carni nacque la pitina e le sue varianti. L'animale veniva disossato e la carne triturata finemente nella pestadora (un ceppo di legno incavato). Alla carne si aggiungevano sale, aglio, pepe nero spezzettato. Con la carne macinata si formavano piccole polpette, si passavano nella farina di mais e si facevano affumicare sulla mensola del focolare bruciando soprattutto legno di pino mugo. Una volta affumicata la pitina poteva resistere per molti mesi e diventava quindi un riferimento nella dieta dei tramontini.

Sembra che già nella prima metà del 1800 fosse in uso fra le genti che abitavano le borgate di Frassaneit, località sita nel comune di Tramonti di Sopra.

Originalmente la pitina era composta esclusivamente da carni ovine o caprine o da selvaggina ungulata d'alta montagna (camoscio o capriolo). La forma di polpetta è dovuta al fatto che in zone montane non c'erano possibilità di reperire budella per insaccare la carne e quindi conservarla, per cui si era sfruttato questo espediente per sopperire a tale carenza. La preparazione non richiedeva particolari attrezzature quindi era possibile prepararle ovunque anche in malghe lontane da centri abitati. Questo succedeva normalmente senza un preciso programma, per cui una capra che si spezzava una zampa, un malessere da parto o l'abbattimento di un camoscio, erano l'occasionale condizione per l'immediata preparazione delle Pitine.

Il Pistum[modifica]

il Pistum

Prodotto tipico della Val Tramontina, è una crema che si realizza con le foglie di rapa e la farina di polenta.

All'inizio dell'autunno si raccoglievano le foglie di rapa e si sbollentavano nel paiolo della polenta. Dopo averle scolate le foglie venivano sovrapposte in un contenitore che veniva chiuso con un coperto di legno, sul quale si metteva un peso. Il contenitore con le foglie pressate veniva, quindi, portato all'aperto perché le foglie si ghiacciassero. Più la temperatura scendeva durante l'inverno e più, secondo la credenza popolare, il pistum sarebbe risultato gustoso. A partire più o meno dal periodo di Natale il pistum veniva tolto dal contenitore nelle quantità necessarie. Le foglie venivano tagliate a listarelle e poi messe dentro il paiolo con il brodo di polenta per farle cuocere. Si aggiungevano poi sale, pepe, un po' di lardo e, volendo, anche un po' d'aglio.

Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]

  • 46.28469912.7955951 Ristorante bar Antica Corte, Piazza S. Croce, 5. +39 0427 869020.


Dove alloggiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]


Sicurezza[modifica]


Come restare in contatto[modifica]

Poste[modifica]


Nei dintorni[modifica]


Altri progetti

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