Tolmezzo | ||
Stemma e Bandiera | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Friuli-Venezia Giulia | |
Territorio | Carnia | |
Altitudine | 323 m s.l.m. | |
Superficie | 64,62 km² | |
Abitanti | 10.291 (2016) | |
Nome abitanti | Tolmezzini | |
Prefisso tel | +39 0433 | |
CAP | 33028 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Martino di Tours (11 novembre) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Tolmezzo (Tumieç in friulano, Tolmein in tedesco, Tolmeč in sloveno, Schunvelt in timavese) è una città del Friuli-Venezia Giulia.
Da sapere
[modifica]È il centro più importante della Carnia e ne è quindi considerato il capoluogo. L'11 novembre 2016 alla città di Tolmezzo viene riconosciuto il titolo di Città alpina dell'anno 2017.
Cenni geografici
[modifica]Tolmezzo si trova ai piedi del monte Strabut a 323 m di, tra il Tagliamento e il torrente But, alla confluenza delle sette valli carniche, circondata dalle Alpi Tolmezzine Orientali. La posizione in cui sorge Tolmezzo è, ed era soprattutto in passato, molto favorevole: la valle è infatti attraversata dalla strada, già esistente in epoca romana (nota come via Iulia Augusta), che attraverso il Passo di Monte Croce Carnico porta in Austria. Il simbolo di Tolmezzo è l'Amariana (1906 m), splendido monte che con la sua forma piramidale si erge sopra la città.
Quando andare
[modifica]Tolmezzo ha un clima prealpino-continentale con inverni freddi e a volte molto nevosi ed estati calde con frequenti temporali, abbondanti precipitazioni annue soprattutto nelle mezze stagioni.
Cenni storici
[modifica]Le prime notizie storiche di Tolmezzo si hanno verso la fine del primo millennio: in un documento compare col nome Tulmentium ed è inclusa tra i feudi del Patriarcato di Aquileia. Molto probabilmente però la città è più antica, si pensa abbia avuto origine da un piccolo borgo risalente all'epoca preromana. Sotto il Patriarcato di Aquileia tra il 1077 ed il 1420 Tolmezzo visse anni prosperi all'insegna dello sviluppo non solo economico ma anche sociale. I Patriarchi fecero costruire un castello (di cui ancora oggi si possono ammirare alcuni resti) che dominava la valle; da qui si controllavano i traffici commerciali e si dava protezione agli abitanti. Sempre nel periodo patriarcale la città fu dotata di un mercato (intorno al 1200) che contribuì all'aumento della popolazione migliorandone le condizioni di vita e fu concesso lo status di Terra che prevedeva una certa autonomia amministrativa.
Nel 1356 Tolmezzo divenne la capitale della Carnia ad opera del Patriarca Nicolò di Lussemburgo che suddivise il territorio in quattro quartieri amministrativi: Gorto, Socchieve, Tolmezzo e San Pietro.
Nel medioevo, intorno al 1400, Tolmezzo è un'attiva cittadina fortificata, le alte mura che la circondano sono dotate di 18 torri più altre torri esterne tra cui l'arroccata torre Picotta e la torre del Corpo di Guardia. Le porte della città erano quattro: le principali chiamate Porta di Sopra (in direzione nord-ovest) e Porta di Sotto (a sud-est), e le secondarie poste una in prossimità della fontana di Cascina (lato nord-est) e l'altra presso il Romitorio (lato sud-ovest). Intorno alla cinta muraria scorreva un fossato, e dominante sul territorio stava l'imponente castello patriarcale. Il florido periodo feudale termina nel 1420 quando Tolmezzo, come tutto il Friuli, è annessa alla Repubblica di Venezia, mantenendo però gli ordinamenti ed i privilegi patriarcali senza importanti ripercussioni sull'economia e sulla società.
L'assetto economico di Tolmezzo iniziò a cambiare nel '700 con lo sviluppo industriale. Jacopo Linussio era il maggiore imprenditore della zona e operava in ambito tessile, dando lavoro sia nelle fabbriche che nel settore commerciale a centinaia di abitanti non solo di Tolmezzo ma anche delle valli limitrofe. Il 1797 segnò la caduta della Repubblica di Venezia ad opera di Napoleone; con il trattato di Campoformio il Friuli e la Carnia passarono all'Impero Austriaco.
Nel 1805, in seguito alla vittoria di Napoleone ad Austerlitz, la Carnia fu annessa al regno Italico sotto il dominio francese: Tolmezzo ne era ancora la capitale. In seguito alla sconfitta definitiva di Napoleone la Carnia fu annessa al Regno Lombardo Veneto. Nel 1866, dopo la terza guerra di indipendenza, la Carnia ed una parte del Friuli entrarono a far parte del Regno d'Italia e Tolmezzo dette il suo contributo alla storia e alla nascita del nuovo Stato. Durante la prima guerra mondiale sul fronte carnico gli alpini furono impegnati contro gli austriaci. La seconda guerra mondiale vide impegnati i carnici contro i cosacchi e l'occupazione tedesca. Sulle montagne che circondano Tolmezzo e in tutte le Alpi carniche, che segnano in gran parte il confine con l'Austria, si scorgono ancora i resti e le rovine di trincee e fortini.
Il terremoto
[modifica]Nel 1976 fu devastato dai terremoti del 6 maggio e del 15 settembre, che provocarono enormi crolli e danni. Molti crolli furono favoriti dall'età avanzata degli edifici, che erano stati risparmiati dalle devastazioni delle guerre mondiali. Dopo il terremoto venne riedificato completamente con criteri antisismici.
Come orientarsi
[modifica]Quartieri
[modifica]Il suo territorio comunale comprende anche i paesi di Betania, Cadunea, Caneva, Casanova, Cazzaso, Fusea, Illegio, Imponzo, Lorenzaso e Terzo.
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]- 1 Aeroporto Friuli-Venezia Giulia, via Aquileia 60 (a Ronchi dei Legionari), ☎ +39 0481 773224.
- 2 Aeroporto Marco Polo di Venezia, viale Galilei (a Tessera), ☎ +39 041 2609260.
- 3 Aeroporto di Verona (Catullo), Caselle di Sommacampagna, ☎ +39 045 8095666, contatti@aeroportoverona.it.
In auto
[modifica]In treno
[modifica]In autobus
[modifica]- L'azienda SAF gestisce corse extraurbane indirizzate a Tolmezzo e a Udine.
Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]- 1 Duomo di San Martino, piazza XX Settembre. L'attuale edificio risale al 1764 e sorge sul sito dell'antica chiesa di San Martino demolita per far posto alla nuova chiesa progettata dal tolmezzino Domenico Schiavi. La facciata è stata completata solo nel 1931. Il campanile è coronato da un angelo anemometro.
All'interno, costituito da un'unica grande navata, si trovano:
- nell'altare maggiore la pala raffigurante la Vergine con il Bambino tra i santi Martino e Carlo Borromeo, lavoro di Francesco Fontebasso del 1763;
- nelle cappelle di sinistra le pale: Madonna con Bambino e Santi opera di Gaspare Diziani del 1780 e Decollazione di sant'Ilario di Pietro Antonio Novelli del 1790;
- nelle cappelle di destra pale e lavori di Filippo Giuseppini, di Pietro Antonio Novelli e di Gerolamo da Ponte, detto il Bassano (Redentore con la Vergine e due santi francescani); pala con i Dodici Apostoli, quella con la Vergine e quella con il Salvatore, opere del pittore carnico Nicolò Grassi e realizzati grazie alla generosità di Jacopo Linussio, a cui il pittore dedicò un ritratto, ora conservato nel locale museo.
Interessanti anche la grande acquasantiera di Carlo da Carona (1516), il ciborio attribuito a Bernardino da Bissone, un crocifisso in legno probabilmente del Cinquecento ed un mobile di sagrestia dell'intagliatore cividalese Matteo Deganutti del XVIII secolo. - Chiesa di Santa Caterina. Di origine quattrocentesca, ma interamente ricostruita nel '700, possiede una pregevole pala raffigurante lo Sposalizio di Santa Caterina del pittore pordenonese Pomponio Amalteo risalente al 1537.
- 2 Palazzo Linussio, Via Pio Paschini, 21. Jacopo Linussio, industriale carnico del XVIII secolo, scelse di costruire un grandioso complesso architettonico che fungesse al tempo stesso da industria tessile e da residenza per la sua famiglia. Il complesso della fabbrica, ultimato nel 1741 su progetto dell'architetto tolmezzino Domenico Schiavi, risponde a un disegno essenziale nella sua funzionalità: i volumi si articolano da un corpo centrale affiancato da due barchesse; sul retro due ampie ali racchiudono una corte di vaste dimensioni. La facciata reca al centro un elegante bassorilievo con il tema dell'annunciazione e una lapide con il marchio di fabbrica dei Linussio. All'interno della residenza, che nella modulazione degli ambienti, ripropone il modello veneziano dell'epoca, è visibile il salone centrale; il suo ruolo, dimostrativo per eccellenza, è sottolineato dagli affreschi delle pareti che riflettono il gusto del tempo. Accanto al palazzo sorge la coeva Cappella gentilizia dedicata a Maria Annunziata.
- 3 Palazzo Campeis. Il palazzo Campeis ospita il Museo carnico delle arti popolari "Michele Gortani" facente parte del Sistema museale della Carnia. L'importante raccolta, che è la maggiore della regione, fu istituita nel 1921 da Michele Gortani; documenta diffusamente ed esaurientemente la vita, il costume, l'agricoltura, l'industria della Carnia attraverso i tempi, con notevoli raccolte di utensili, attrezzi, abiti, e con la ricostruzione di ambienti tipici (cucine, camere da letto e da soggiorno, antiche botteghe). Vi si conservano inoltre sculture, quadri, strumenti musicali, gli affreschi di Francesco Chiarottini staccati dal Palazzo Garzolini, alcuni dipinti, tra cui il Ritratto di Jacopo Linussio eseguito da Nicolò Grassi intorno al 1732, una serie di ritratti carnici del XVIII-XIX secolo, tre tele di Antonio Schiavi con scene bibliche e varie miniature. Il palazzo nella sua architettura richiama le dimore signorili venete sia nella partizione degli spazi interni, caratterizzati da stanze passanti, sia nella disposizione planimetrica costituita da un blocco centrale con barchesse ad uso residenziale e corpo minore porticato ad uso della servitù. Nella facciata principale emergono il portone d'ingresso e le sovrastanti bifore in pietra bocciardata.
- Palazzo Frisacco. Il palazzo fu la dimora della famiglia Frisacco, notai e pubblici incaricati della città carnica. Il palazzo richiama nelle sue forme l'architettura veneto-friulana caratterizzata da un ampio portale d'ingresso in bugnato gigante con sovrastante apertura tripartita affacciante su un balcone in pietra sorretto da doppie mensole in pietra. Le aperture incorniciate con grigio carnico, il marcapiano e l'intera geometria a base quadrata declinano il palazzo in una impostazione Ottocentesca. Gli interni sono caratterizzati da solai con fitta travatura in legno ed ampi spazi al piano nobile. La parte retrostante, composta da corsello ed un corpo a due piani con aperture assiali al corpo principale e bifore, era originariamente adibita a spazi di servizio e lavanderia; fu demolita e modificata in seguito agli interventi di restauro negli anni '60. Il palazzo è oggi sede di esposizioni museali di pittura e convegni su temi artistici.
- Porta di sotto. Faceva parte dell'antica cinta muraria (XII-XIV secolo), oramai quasi del tutto scomparsa, che circondava e proteggeva la città in epoca medioevale.
- Torre Picotta. Eretta nel 1477 per far fronte alle invasioni dei Turchi, venne distrutta durante il secondo conflitto mondiale (1944) dai tedeschi, ed è stata in seguito ricostruita grazie agli studi fatti su vecchi documenti e fotografie. Posta su una altura, una volta raggiunta a piedi attraverso un sentiero, vi si può ammirare tutto il paesaggio circostante e la città stessa.
- 4 San Floriano (a Illegio). Costruita nel IX secolo forse sui ruderi di un precedente edificio sacro del III-IV secolo, fu inizialmente dedicata a S. Vito. La posizione è su un colle che domina la Valle del But da una parte e dall'altra la conca di Illegio. La sua giurisdizione si estendeva sulle parrocchie di Illegio, Imponzo, Salino, Dierico e Paularo. La festa patronale è fissata per il 4 maggio, giorno dedicato al santo titolare della pieve.
- 5 Santa Maria Oltrebut (a Caneva di Tolmezzo). Sorse nel VI secolo su un colle tra gli abitati di Caneva e Casanova al di sopra del torrente But, a controllo dell'antica strada Julia Augusta verso Julium Carnicum e il Norico (Austria). Il presbitero titolare della chiesa gode dei titoli di parroco di Tolmezzo, arcidiacono della Carnia e Protonotario apostolico soprannumerario. Oltre che sulla città di Tolmezzo la sua giurisdizione si estendeva sulle parrocchie di Caneva, Terzo e Lorenzaso, Cazzaso, Fusea e Betania. La festa patronale viene celebrata il 15 agosto (Assunzione di Maria); altre feste importanti sono quella di San Lorenzo (10 agosto) e di San Marco (25 aprile).
Eventi e feste
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Trattoria Da Geppetto, via Redeulis (a Caneva), ☎ +39 0433 40569.
- 2 Ristorante Spaghetteria Pizzeria Antica Osteria, Via Marchi Giuseppe, 15, ☎ +39 0433 468750.
- 3 Trattoria Al Borgat, Piazza Mazzini, 7/B, ☎ +39 0433 40372.
- 4 Ristorante Carnia, Via della Vittoria, 6, ☎ +39 0433 2542.
- 5 Corte dei Sapori, Via Cavour, 10, ☎ +39 0433 481020.
- 6 Pizzeria Vesuvio, Via Roma, 25, ☎ +39 0433 2789.
Dove alloggiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Albergo Al Benvenuto, Via Grialba, 9, ☎ +39 0433 2990.
- 2 Albergo Belvedere, Via Dal Salet 1, ☎ +39 0433 44282.
- 3 Pergola Rooms, Via Marchi, 2, ☎ +39 0433 41417.
- 4 Albergo Roma, Piazza XX Settembre, 14, ☎ +39 0433 468031.
- Albergo Diffuso Tolmezzo, Piazza XX Settembre, 7, ☎ +39 0433 41613.
Sicurezza
[modifica]- 4 Chiussi, Via Matteotti, 8/A, ☎ +39 0433 2062.
- 5 Tosoni, Piazza Giuseppe Garibaldi, 20, ☎ +36 0433 2128.
Come restare in contatto
[modifica]Poste
[modifica]- 6 Poste italiane, Via Carnia Libera 1944, 39, ☎ +39 0433 484232.
Nei dintorni
[modifica]- Ampezzo — Centro di villeggiatura nell'alta valle del Tagliamento, conserva begli esempi di case in architettura carnica con i balconi di legno.
- Venzone — Grande notorietà hanno le Mummie di Venzone, appartenenti ad un'epoca compresa tra il XIV ed il XIX secolo, attualmente conservate in un edificio vicino al Duomo. Il processo di mummificazione non è dovuto all'intervento dell'uomo, ma a cause naturali (temperatura ed umidità adatte, alta presenza di solfato di calcio nel terreno).
- Gemona del Friuli — La ricostruzione della città dopo il terribile terremoto del 1976 che la mise in ginocchio è un esempio ineguagliato del valore della sua gente che oltre alle abitazioni ha ricostruito, pietra per pietra, il suo bel Duomo così com'era.
- Pontebba — Località di soggiorno estivo, fu a lungo terra di confine prima fra la Serenissima, poi tra Italia ed Impero austroungarico.
Itinerari
[modifica]- Pievi della Carnia — Dieci antiche pievi che furono un tempo, oltre che centri di culto, sedi di potere civile.
Altri progetti
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