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Gemona del Friuli
Il Duomo di Gemona
Stemma
Gemona del Friuli - Stemma
Gemona del Friuli - Stemma
Stato
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Gemona del Friuli
Sito del turismo
Sito istituzionale

Gemona del Friuli (Glemone in friulano, Humin in sloveno, Klemaun in tedesco) è una città del Friuli-Venezia Giulia.

Da sapere[modifica]

È la città principale di quest'area di territorio pedemontano e montano a cui dà appunto il nome di Gemonese.

Cenni geografici[modifica]

Alle pendici delle Prealpi Giulie, il suo territorio comunale comprende zone geograficamente molto diverse: dalla pianura delle borgate di Campo Lessi, Taboga e Campagnola, a quelle più collinari di Ospedaletto e Stalis, per poi raggiungere una vasta area delle Prealpi Giulie. In quest'area infatti il territorio diventa montagnoso e il clima caratteristico delle zone di montagna. All'interno del comune scorre il torrente Vegliato che, percorsa la base del monte Cjampon, giunge fino alla zona pianeggiante della città per poi essere incanalato prima in un alveo artificiale e quindi diventare la cosiddetta "roggia dei molini" da cui prendono il nome anche alcune zone come "Borgo Molino".

Quando andare[modifica]

Ha un clima sub-continentale con inverni piuttosto freddi, ma relativamente miti per la latitudine, a gennaio 3,1 gradi e molto vento; estati moderatamente calde, a luglio 21,6 gradi (dati 1961-90, negli ultimi anni medie più elevate specialmente in estate), e forte piovosità (2000 ml annui); nevicate molto variabili da un anno all'altro: da pochi centimetri in alcuni a parecchi decimetri in altri, soprattutto nelle borgate più alte. Tuttavia il manto nevoso è di breve durata.

Cenni storici[modifica]

L'esistenza di Gemona viene menzionata da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum, dove riferisce che nel 611 era considerata un castello inespugnabile. Fin dall'epoca preistorica Gemona era uno dei punti di passaggio obbligati e più importanti della strada che dall'Adriatico si dirigeva verso i valichi alpini nord-orientali. La pianura dove oggi sono sviluppati gran parte degli insediamenti urbani una volta era dominata dalle paludi del fiume Tagliamento e il percorso più sicuro e obbligato era quello che prevedeva il passaggio per l'odierno centro storico per poi proseguire verso l'alto Friuli.

I primi insediamenti celtici possono essere collocati attorno al 500 a.C. nell'attuale borgata che oggi prende il nome di Godo. È proprio lì che tutt'oggi è ancora presente la fontana Silans che conferma ancor di più che anche in epoca romanica la via Julia Augusta attraversava questi territori, tesi avvalorata inoltre dai numerosi reperti archeologici che sono stati rinvenuti in quell'area.

Nella seconda metà del XII secolo fu libero comune con propri statuti, mentre nel XIII e XIV secolo fu importante centro di traffici commerciali sotto il Patriarcato di Aquileia: con l'istituto del Niederlech ("scarico"), si imponeva infatti ai mercanti in transito di depositare le merci e pagarvi un dazio e di trascorrere la notte in città. La prosperità ne fece anche un centro di primaria importanza, arricchito da chiese e dimore signorili, con cinta muraria protetta da un castello. Dopo la diminuzione dei traffici a seguito della conquista da parte della Repubblica di Venezia nel 1420 la città ebbe un lungo periodo di declino, fino alla ripresa nella seconda metà del XX secolo. Nel 1935 il comune assunse la denominazione di Gemona del Friuli.

Il terremoto[modifica]

Nel 1976 fu devastata dai terremoti del 6 maggio (quasi 400 morti) e del 15 settembre, che provocarono il crollo di una parte del duomo, punto di riferimento per l'intera città, e del castello, attualmente in ricostruzione. Molti crolli furono favoriti dall'età avanzata degli edifici, che erano stati risparmiati dalle devastazioni delle guerre mondiali. Dopo il terremoto venne riedificata completamente con criteri antisismici.

Il 3 maggio 1992 papa Giovanni Paolo II ha visitato la città.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Gemona del Friuli

Quartieri[modifica]

Nel suo territorio comunale sono compresi anche i centri abitati di Campagnola, Campolessi, Godo, Gois, Maniaglia, Piovega, Ospedaletto, Stalis, Taboga, Taviele e San Pietro.

Come arrivare[modifica]

In auto[modifica]

  • Casello autostradale Gemona - Osoppo dell'autostrada A23 con cui si raggiungono Palmanova e il confine con l'Austria.
  • Per Gemona passa anche la strada statale 13 Pontebbana.

In treno[modifica]

  • Ha stazione propria lungo la ferrovia Pontebbana che collega Udine a Tarvisio. È pure stazione di testa della linea per Sacile, oltre ad essere punto di fermata del collegamento MICOTRA che unisce le città di Udine e Villaco.

In autobus[modifica]

  • L'azienda SAF gestisce corse extraurbane indirizzate a Tolmezzo e a Udine.


Come spostarsi[modifica]

Con mezzi pubblici[modifica]

  • Nel comune sono attive due linee di autobus urbani gestite dalla SAF: la prima collega l'ospedale alla stazione passando per piazza Garibaldi, l'altra si muove dal centro verso la periferia sud terminando a Maniaglia.


Cosa vedere[modifica]

Benché gravemente danneggiata dal terremoto, Gemona conserva ancora molti monumenti insigni. Tra questi, il primato spetta indubbiamente al Duomo, dedicato a Santa Maria Assunta.

Facciata del Duomo
Interno del Duomo
Anonimo - Crocifissione
  • Attrazione principale 46.275813.1421 Duomo. Dedicato a Santa Maria Assunta, fu costruito sull'area di una precedente chiesa tra il 1290 ed il 1337; un'epigrafe murata in facciata tramanda il nome dell'artefice, Maestro Giovanni, che oltre ad architetto fu anche scultore: a lui si attribuiscono il portale e varie sculture che ornano la facciata. Un altro Giovanni, detto Griglio da Gemona, è autore delle due più interessanti opere di scultura in pietra del Friuli del ‘300. La prima è l'enorme statua di san Cristoforo, alta 7 metri, intagliata in 6 blocchi di pietra e realizzata tra il 1331 ed il 1332. La seconda è la galleria dell'Epifania, costituita da 9 statue che rappresentano, in un continuum narrativo: l'arrivo del corteo dei magi, l'adorazione ed il sogno dei magi. Alcuni storici dell'arte, per l'insieme delle opere realizzate nella prima metà del ‘300 nell'ambito dei cantieri dei duomi di Gemona e di Venzone, parlano di Scuola di Gemona. La facciata è ornata anche da tre rosoni, di cui quello centrale fu realizzato a Venezia tra il 1334 ed il 1336 dallo scultore Maestro Buzeta. Il portale rinascimentale è opera di Bernardino da Bissone. Da notare infine che l'aspetto odierno della facciata risale ad una drastica riforma ottocentesca risalente agli anni 1825-1826.
    Il duomo è separato dal monte Glemine da una robusta muraglia, che ha il duplice scopo di proteggerlo dalle frane e di costituire una parte del sistema difensivo della città.
    Tra le opere conservate all'interno si possono ricordare l'ancona lignea, con 33 episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento, realizzata dal veneziano Andrea Moranzone nel 1391, in cattivo stato di conservazione a seguito dei danni subiti in un incendio, ed un Vesperbild del XV secolo, tema di derivazione austriaca, abbastanza diffuso nel Friuli dell'epoca.
    Il Duomo fu gravemente danneggiato dal sisma che colpì il Friuli il 6 maggio 1976.
    Duomo di Gemona del Friuli su Wikipedia duomo di Gemona del Friuli (Q3716350) su Wikidata
  • 46.27612413.1418262 Torre campanaria. A sinistra del duomo è posto il campanile iniziato nel 1341, come riportato da una lapide posta sopra la porta, e terminato nel 1369. È opera di Nicolò e Domenico, figli di Giovanni Griglio.
    La struttura è costruita con pietre squadrate e culmina con una cuspide in cotto; è alta circa 50 m e la cella campanaria è aperta su ogni lato da una trifora.
    Anche il campanile fu completamente distrutto dal terremoto e fu totalmente ricostruito.
  • 46.27613313.1415563 Museo della pieve e tesoro del Duomo, via Bini (Canonica Recalcatis). Aperto al pubblico il 28 ottobre 2006, vi è conservato ed esposto, su tre piani e in dieci stanze, il ricco tesoro del Duomo. L'idea di istituire questo museo nacque nel 1974, e fu deciso di destinare a sede museale la vecchia canonica di Gemona, un edificio sito nella storica via Bini e risalente al 1360. I lavori erano praticamente conclusi quando, alle ore 16.00 del 6 maggio 1976, il cappellano del Duomo saldava il conto all'imbianchino. Poche ore dopo, il terremoto: la canonica veniva seriamente lesionata e molte delle opere sepolte sotto le macerie, per essere successivamente recuperate e custodite in casseforti e armadi. L'opera più importante esposta nel Museo è l'ostensorio dell'orafo Nicolò Lionello, del 1434. Vanno poi ricordati i 5 antifonari e i 2 graduali miniati, esposti in una stanza a loro dedicata, che furono acquistati a Padova nella prima metà del Trecento, di scuola padovano-bolognese. Infine, nel Museo è conservato il più antico registro battesimale del mondo del 1379 (il primo battesimo registrato è del 3 marzo 1379), una testimonianza eccezionale per la storia della città. Museo della pieve e tesoro del Duomo su Wikipedia Museo della pieve e tesoro del Duomo (Q3868105) su Wikidata
  • 46.27581313.1396834 Castello, Via Giuseppe Bini. Situato su un colle, è parzialmente distrutto. La sua posizione elevata offre un bel panorama fin oltre il Tagliamento. Costruito intorno al Mille, ha subito nel tempo molti rimaneggiamenti e da ultimo è stato gravemente danneggiato dal terremoto. Intorno alla costruzione sono stati ritrovati reperti che testimoniano la vita del castello che venne edificato sul sito di preesistenti costruzioni longobarde e romane. Fino a parte del Novecento le sue prigioni sono rimaste in uso.


Eventi e feste[modifica]

  • Messa del Tallero. per l'Epifania. Fra le manifestazioni legate all'Epifania particolare rilevanza riveste a Gemona la celebrazione della Messa del Tallero; un corteo in costume percorre processionalmente la strada fra il Municipio e il Duomo, attraverso la via Bini. Qui giunti, il Sindaco consegna al celebrante una moneta, un tallero, a simboleggiare la collaborazione fra potere politico e potere spirituale al fine di conseguire il benessere della popolazione della città.
  • Sagra del patrono Sant'Antonio. prime due settimane di giugno. La celebrazione del patrono si dipana lungo due settimane; sono previste celebrazioni religiose, ma anche manifestazioni popolari e mercati agroalimentari con sponsorizzazione di prodotti tipici. La sagra si conclude tradizionalmente con i fuochi artificiali.
  • Castel Animato. in agosto. Appuntamenti culturali di musica, letteratura, cinema, teatro.
  • Agosto medievale. in agosto. Manifestazioni e rievocazioni storiche in costume, con ricostruzione di ambienti (taverne, negozi ecc.)


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]

  • Il vitigno di Cjanorie produce un'uva amabile e conferisce al vino prodotto localmente un profumo fruttato e un gusto caldo e vinoso.
  • La coltivazione dell'ulivo è una caratteristica recente dell'agro gemonese e proprio a Gemona del Friuli opera un frantoio che produce in regime biologico un olio di elevata qualità.


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]

La cucina locale annovera il pan di sorc e il formaggio di latteria turnaria entrambi Presidi Slow Food. Piatti tradizionali sono il frico (friabile e morbido) elaborati sciogliendo in padella diverse stagionature di formaggio; la brovada (rape acidificate in vinaccia) che si accompagna cotta con cotechino e polenta oppure cruda come contorno al bollito. Piatti di tradizione sono anche gli gnocchi di patate ai quali si aggiunge, secondo la stagione, erbette, frutta, zucca, castagne e il lidum una specie di soffritto d'erbe di campo. Tra i dolci, oltre al pan di sorc, si annoverano la gubana (originaria delle Valli del Natisone) ma proposta anche nella cucina gemonese, la focaccia pasquale con l'aggiunta di zucca nell'impasto e lo strudel nella variante con sole mele e cannella.

Prezzi modici[modifica]

Prezzi medi[modifica]


Dove alloggiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]

Bed & Breakfast[modifica]

Campeggio[modifica]


Sicurezza[modifica]

Farmacie


Come restare in contatto[modifica]

Poste[modifica]

  • 46.27875413.1392556 Poste italiane, Via Carlo Caneva, 13, +39 0432 973411.


Nei dintorni[modifica]

  • Venzone — Grande notorietà hanno le Mummie di Venzone, appartenenti ad un'epoca compresa tra il XIV ed il XIX secolo, attualmente conservate in un edificio vicino al Duomo. Il processo di mummificazione non è dovuto all'intervento dell'uomo, ma a cause naturali (temperatura ed umidità adatte, alta presenza di solfato di calcio nel terreno).
  • Udine
  • Tolmezzo — In un'ampia vallata nell'Arco alpino friulano, la città è il centro più importante della Carnia e ne è quindi considerato di fatto il capoluogo.

Informazioni utili[modifica]


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