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San Felice sul Panaro
Sede storica della Banca Popolare
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Posizione
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San Felice sul Panaro
Sito istituzionale

San Felice sul Panaro è una città dell'Emilia-Romagna.

Da sapere[modifica]

Nonostante l'appellativo, in realtà il territorio comunale non è di fatto attraversato dal fiume Panaro, che bagna invece i comuni limitrofi di Camposanto e Finale Emilia.

Cenni storici[modifica]

I primi insediamenti nella zona, che anticamente fu paludosa e boscosa, risalgono alla cultura delle terramare. In epoca romana, iniziarono i primi lavori di bonifica e di trasformazione del territorio, proseguiti poi successivamente ed in particolare nell'VIII secolo in modo sistematico ad opera dei monaci dell'Abbazia di Nonantola. Un documento dell'anno 927 cita il villaggio fortificato di San Felice ("Castellum Sancti Felicis"): questa viene ad essere la prima menzione del toponimo, che solo dopo l'Unità d'Italia ha assunto l'appellativo di "sul Panaro" per essere distinto da altri omonimi comuni italiani.

Con le invasioni barbariche fu eretto a scopo difensivo un fortilizio, che con il passare del tempo venne in seguito trasformato in un vero e proprio castello, dotato di una cinta muraria e di un fossato. Tale castello divenne poi feudo di Matilde di Canossa durante la lotta per le investiture ed in seguito le sorti del borgo furono per molto tempo legate in maniera alterna al dominio degli Este ed a quello dei Pio, signori di Carpi.

La cittadina, divenuta poi caposaldo di frontiera del Ducato di Modena, fu devastata durante il Rinascimento da invasori spagnoli e francesi. In quei secoli si sviluppò il "Sanfeliciano", che fa parte del dialetto mirandolese e che è tuttora parlato dalla maggioranza dei Sanfeliciani (anche se l'italiano lo sta sostituendo negli ultimi decenni, specialmente tra i giovani).

Con l'Unità d'Italia San Felice registrò una notevole crescita come centro commerciale ed agricolo della "Bassa" modenese.

Il comune è stato danneggiato dai terremoti dell'Emilia del 2012, che vi hanno causato tre vittime e gravissimi danni, fra cui la chiesa arcipretale andata quasi completamente distrutta, la Rocca Estense gravemente danneggiata e la torre dell'orologio crollata.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo San Felice sul Panaro
  • 44.83789211.143741 Parcheggio via Bergamini

Il suo territorio comunale comprende, oltre al capoluogo, anche le frazioni di Confine, Dogaro, Pavignane, Rivara e San Biagio.

Chiesa del mulino, crollata dopo le scosse di terremoto del 20 maggio 2012


Come arrivare[modifica]

  • Da Verona prendere l'autostrada del Brennero A22, uscire al casello di Reggiolo - Rolo, continuare sulla SP 43 in direzione di Mirandola - Moglia, superare Moglia, Novi di Modena, Concordia sulla Secchia, Mirandola, continuare sulla SS 12 fino all'altezza di Medolla, seguire indicazioni fino a San Felice sul Panaro.
  • Da Ancona percorrere l'autostrada Adriatica A14 in direzione di Bologna, uscire a Bologna - San Lazzaro, prendere la tangenziale di Bologna, uscire in direzione Borgo Panigale, continuare sulla SP 568 "Persicetana" in direzione di San Giovanni in Persiceto, poi continuare fino a San Felice sul Panaro sulla Statale 468.
  • Da Bologna prendere la Tangenziale di Bologna, uscire in direzione Borgo Panigale, continuare sulla SP 568 "Persicetana" in direzione di San Giovanni in Persiceto, poi continuare sulla Statale 468 fino a San Felice sul Panaro.
  • Da Modena prendere la Statale 12 direzione Verona - Mirandola, proseguire sulla SP 568, poi continuare sulla Statale 468 fino a San Felice sul Panaro.

In treno[modifica]

  • 44.83453811.1404572 Stazione FFSS, Piazza Dante. La stazione è servita dalla linea ferroviaria Bologna - Verona - Brennero




Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

Rocca Estense, prima del terremoto del 20 maggio 2012
  • 44.8387611.1411211 Rocca Estense, viale G.Campi. È il principale monumento di San Felice. Caratterizzata dalla tipica pianta quadrilatera e da quattro torri angolari, fu costruita tra il 1332 ed il 1340 su ordine del marchese Obizzo III d'Este. Nel secolo successivo, fu restaurata e ulteriormente fortificata su ordine del marchese Niccolò III d'Este, che incaricò dei lavori il famoso architetto militare Bartolino da Novara. La Rocca è stata gravemente danneggiata dal terremoto del 20 maggio 2012 che ha provocato il crollo delle coperture delle torri e gravi lesioni al maschio ulteriormente aggravate dal successivo sisma del 29 maggio 2012.
  • Teatro comunale. Fu costruito in stile liberty nel 1907 e successivamente completamente trasformato nel 1924: oggetto di importanti restauri, ha ripreso la propria funzione di teatro e sala cinematografica. Il teatro ha subito seri danni in seguito ai due terremoti del 20 e del 29 maggio 2012, che lo hanno reso gravemente inagibile provocando crolli nella parte posteriore e profonde crepe ai muri portanti.
  • Chiesa arcipretale. Eretta in epoca medievale e successivamente ricostruita nel 1700 in seguito ad un incendio, accoglie al suo interno numerose opere pittoriche e scultoree, fra le quali spicca un pregevole trittico cinquecentesco, opera di Bernardino Loschi, che raffigura l'Incoronazione della Vergine, San Geminiano, San Felice e, nella lunetta, la Deposizione. La chiesa è stata quasi completamente distrutta dal terremoto del 20 maggio 2012, che ha provocato anche il crollo del campanile e che ha seriamente danneggiato o distrutto anche le altre chiese più piccole del paese.
  • Torre dell'Orologio. Fu costruita nel 1594 e da allora è sempre stata il principale riferimento orario per tutti i Sanfeliciani, specialmente quelli poveri che non avevano altra indicazione oraria nel Seicento e Settecento. La Torre è stata seriamente danneggiata durante il terremoto del 20 maggio 2012 e completamente distrutta dal successivo sisma del 29 maggio 2012.
  • Bosco della Saliceta. Vasta area verde che comprende diversi comuni. In passato di proprietà dell'abbazia di Nonantola, poi di diverse famiglie nobili, divenne di proprietà del duca di Modena per la caccia. Con L'unità passò al Demanio.
    Il bosco comprendeva un vasto territorio arrivando fino a Finale Emilia. Sito importante da valorizzare e riqualificare.
  • 44.83795811.1429552 Villa Ferri. Edificio cinquecentesco rifatto nel XIX secolo in fogge neoclassiche, appartenuto agli Estensi e utilizzato quale dimora per le bandite di caccia nel Bosco della Saliceta.
  • 44.83941811.1434373 Palazzo dell'ex Monte di Pietà. Edificio settecentesco con una meridiana realizzata da Antonio Costa e un affresco del 1777 raffigurante la Deposizione del pittore veneziano Giacomo Moretti.


Eventi e feste[modifica]

  • Fiera di settembre. fine agosto/inizi settembre. Fiera pluricentenaria
  • Biennale d'Arte Roncaglia. Nata come "Premio Roncaglia" è diventata "Biennale".


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]


Dove alloggiare[modifica]


Sicurezza[modifica]

  • 44.8402211.1441233 Farmacia Fregni, via Milano 33.


Come restare in contatto[modifica]

Poste[modifica]

  • 44.83939511.1410244 Poste italiane, Via Giuseppe Mazzini, 9, +39 0535 85182.


Nei dintorni[modifica]

  • Carpi
  • Mirandola
  • Cento
  • Modena — Città ducale degli Estensi, conserva tutta l'eleganza architettonica ed urbanistica che le hanno lasciato secoli di storia. La fama dei suoi monumenti, primo fra tutti il capolavoro romanico del Duomo, è pari alla sua tradizione gastronomica (famosissimo lo zampone) e alle eccellenze automobilistiche della Ferrari.
  • Ferrara — Il suo centro storico ha l'impronta degli Estensi, che ne fecero una città ricca di monumenti e ben organizzata urbanisticamente; l'addizione erculea ne aumentò il periodo urbano arricchendola di pregevoli palazzi e di ampie contrade inframmezzate da spazi verdi, con una concezione quasi moderna degli spazi urbani. Le campagne intorno alla città si arricchirono delle Delizie Estensi, per le quali Ferrara ha ricevuto il secondo riconoscimento UNESCO.

Itinerari[modifica]

  • Via Carolingia — Itinerario europeo che attraversa i luoghi percorsi dalla corte di Carlo Magno tra l'VIII e il IX secolo per recarsi da Aquisgrana a Roma, dove papa Leone III incoronò il sovrano carolingio imperatore del Sacro Romano Impero nella notte di Natale dell'800.


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