Novi di Modena | ||
Stemma | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Emilia-Romagna | |
Territorio | Modenese | |
Altitudine | 21 m s.l.m. | |
Superficie | 51,82 km² | |
Abitanti | 10.067 (2019) | |
Nome abitanti | Novesi | |
Prefisso tel | +39 059 | |
CAP | 41016 | |
Patrono | san Michele Arcangelo (29 settembre) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Novi di Modena è una città dell'Emilia-Romagna.
Da sapere
[modifica]Cenni geografici
[modifica]Sorge nella Pianura padana emiliana in territorio modenese a 33 km da Modena.
Cenni storici
[modifica]Sostanzialmente due le tesi più accreditate sull’origine del toponimo: una che sostiene la derivazione dal numero latino novem (l'abitato si trova a circa nove miglia romane dalla vicina Carpi), e di ciò lo stemma comunale suddiviso in nove fasce potrebbe esserne la prova, l’altra che lo riconduce al latino novum, ovvero nuovo. Comunque sia, entrambe le ipotesi, insieme a numerosi ritrovamenti archeologici nella zona, confermerebbero l’esistenza di un abitato in epoca romana.
Periodo storico privo di testimonianze relative al paese è invece l’Alto Medioevo, epoca in cui, comunque, non è difficile supporre che tutto il territorio versasse in condizioni di miseria e abbandono.
Bisognerà attendere l’arrivo dei Longobardi in queste terre, e in particolar modo la diffusione del monachesimo benedettino, per assistere ad una prima fase di ripresa.
Del 979 la prima fonte storica che riporta la citazione di Castrum Nove. Si tratta di un contratto firmato dal vescovo di Reggio Emilia, sotto la cui diocesi Novi si trovava. Il centro abitato si sviluppava probabilmente intorno alla chiesa plebana di S. Michele (realizzata fuori dall'abitato attuale ed in posizione rilevata, probabilmente per via della presenza di ampie aree paludose) ed era protetto da un sistema di fortificazioni.
Nel XIII secolo il castello assunse l’aspetto di una vera e propria fortezza, necessità insorta soprattutto dalla sua particolare posizione di confine fra i territori degli Estensi, dei Pico, dei Gonzaga e dei Pio. Castrum Nove divenne così, in breve tempo, oggetto delle mire espansionistiche di queste potenti famiglie, dovendone, pertanto, subire anche gli attacchi: nel 1249 da parte di Simone di Bonifacio Manfredi, nel 1307 fu incendiato da Azzo d’Este. Ancora sotto la diocesi di Reggio Emilia, Novi venne affidato a nobili casate che proseguirono l’opera di ripresa economica e culturale del luogo.
Nel 1530, dopo un periodo di particolare prosperità sotto il dominio dei Pio, Novi passò sotto la signoria degli Estensi. Ciononostante la rocca non cedette subito ai nuovi padroni, cosicché nel 1537 venne rasa al suolo per ordine di Ercole I d’Este. Il dominio estense durò fino alla fine del XVIII secolo, interrotto dalla campagna napoleonica. Nell’Ottocento il paese fu teatro di una battaglia risorgimentale tra le truppe austro-estensi di Francesco IV e le truppe di Antonio Morandi.
La storia economica e sociale del territorio novese deve menzionare l'introduzione, nel Settecento, della coltivazione del riso, che favori un largo impiego di braccianti.
I lavoratori novesi presero parte attivamente alle lotte sociali innescate dalla crisi agraria dell'ultimo Ottocento e nei primi anni del nostro secolo diedero vita a numerose cooperative ed organizzazioni sindacali e mutualistiche.
Con l'Unità d'Italia venne assegnato al circondario di Mirandola della provincia di Modena, passando nel 1895 al circondario di Modena.
Novi di Modena è stato colpito dai terremoti dell'Emilia del 2012, in particolare dal sisma del 29 maggio 2012 che nel comune hanno causato una vittima, vari danni alle strutture industriali ed agricole, e lesionato tutti gli edifici del centro storico. Il giorno 29 maggio, all'interno del territorio comunale è avvenuto un terremoto di magnitudo 5.2, successiva alla scossa principale della giornata, di 5.8, mentre nel giorno 3 giugno, sempre a Novi, è stato registrato l'epicentro del terremoto delle 21.20 con magnitudo 5.1.
Come orientarsi
[modifica]Il suo territorio comunale comprende anche le frazioni di Rovereto sulla Secchia e Sant'Antonio in Mercadello.
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]- 1 Aeroporto di Bologna, Via Triumvirato 84, ☎ +39 051 6479615.
- 2 Aeroporto di Parma (G. Verdi), Via Emilia - località Golese, ☎ +39 0521 951511.
- 3 Aeroporto di Verona (Catullo), Caselle di Sommacampagna, ☎ +39 045 8095666, contatti@aeroportoverona.it.
In auto
[modifica]- Autostrada del Brennero A22 direzione Modena, uscire a Reggiolo/Rolo, continuare sulla SP 43 in direzione di Reggiolo, continuare seguendo indicazioni per Novi.
- Autostrada del Sole A1 in direzione Bologna, seguire la direzione Brennero, continuare sull'autostrada A22, uscire al casello di Reggiolo - Rolo, continuare sulla SP 43 in direzione di Reggiolo, continuare seguendo indicazioni per Novi.
- Autostrada Adriatica A14 in direzione di Bologna, in prossimità di Bologna continuare sull'autostrada del Sole A1, seguire la direzione Brennero, prendere l'autostrada A22, uscire al casello di Reggiolo - Rolo, proseguire sulla SP 43 in direzione di Reggiolo, continuare seguendo indicazioni per Novi.
- SS 9 "Via Emilia" in direzione Modena, proseguire in direzione di Castelfranco Emilia, Carpi, Novi di Modena.
In treno
[modifica]In autobus
[modifica]- Autolinee SETA (Società Emiliana Trasporti Autofiloviari): E' la principale azienda che gestisce il trasporto pubblico a Modena e provincia. Linea extraurbana 510 (a/r): Carpi - Novi - Moglia
Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]- Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo. È tra gli edifici più antichi e rilevanti quasi isolato dal centro abitato. La struttura risale alla metà del 1600. Con l'alta torre campanaria (40 m) è il risultato di un rifacimento dell'antica pieve di Santa Maria Maddalena (che risale al 980). A testimonianza della primitiva pieve sono conservati e visitabili i resti absidali poligonali della fondazione preromanica e di quelli semicircolari romanici, trovati nel corso di scavi archeologici nel 1993. Della pieve romanica si conserva la grande lastra col bassorilievo del Cristo in gloria, ritenuta un'opera di scultura campionese del XII secolo. Dopo restauri l’intera decorazione pittorica è divenuta maggiormente fruibile. Importanti sono le cappelle di fine 800 e le navate del 1923. Nel presbiterio l'altare maggiore è in stile barocco, ed è opera di scagliolisti del 700. Davanti alla nuova mensa vi sono pregiati marmi policromi.
I due paliotti del 1600 sono attribuiti al Barzelli. L'altare del Cristo morto è pregevole con marmi pregiati del 700 e l'ancona della Madonna del Rosario di fine 800 è opera dell'ultimo scagliolista carpigiano, Stefano Diacci. Tra i dipinti San Michele Arcangelo del 700, martirio di San Sebastiano, San Francesco, di scuola guercinesca, Sant'Antonio Abate, forse di Daniele Crespi e San Luigi Gonzaga di incerta attribuzione.
- Oratorio di San Gaetano, corso Marconi. Sino al 1500 era denominato Oratorio del borgo. Conserva interessanti dipinti, tra questi una tavola settecentesca con la Madonna della Ghiara (venerata a Reggio Emilia). La diffusione del suo culto è probabilmente legata alla lunga appartenenza di Novi alla diocesi di Reggio. L'oratorio era certamente presente quando ancora vi era il castello.
- Palazzo Comunale. Fu edificato nel 1840 all'inizio del borgo come stazione di posta per il cambio dei cavalli e come sede del capoposta, con ampio porticato. In origine possedeva un abbeveratoio per i cavalli. Varie volte ristrutturato, in stile classicheggiante, si presenta con la facciata rivolta a sud.
- Torre dell’Orologio, piazza Primo Maggio. Risalente alla prima metà del 1700, fu costruita all'ingresso sud dell'abitato, con una doppia cella campanaria. La torre era in origine priva di merli e presentava due soli quadranti. Verso la fine degli anni Venti fu ristrutturata e fu dotata dei caratteristici quattro quadranti. Al suo interno era conservata una campana donata alla comunità di Novi da Alberto Pio nel 1523. La torre dell'orologio è stata gravemente danneggiata con le scosse del 29 maggio 2012, ed è crollata il 3 giugno 2012 con la scossa di magnitudo 4.8 delle 21.20. L'immagine della torre danneggiata è diventata una delle immagini simbolo del terremoto dell'Emilia.
- 1 Teatro Sociale. Fu costruito negli anni 1923-1929. Per lungo tempo di proprietà privata, il teatro venne attrezzato aNche per le proiezioni cinematografiche. :Dalla fine degli anni 1980 il teatro non è più stato utilizzato, cadendo nel degrado. L'amministrazione comunale acquistò il palazzo nel 1995, approntando anche un progetto di recupero, mai avviato però per mancanza di risorse finanziarie.
Grandemente danneggiato dal terremoto dell'Emilia del 2012, il teatro ancora inagibile è in attesa di interventi per recuperare le sue grandi potenzialità.
Il progetto dell'architetto Pietro Pivi tentò, sull'onda della passione lirica e delle operette della popolazione locale, di imitare lo schema di celebri teatri cittadini, con una sala a ferro di cavallo circondata da tre ordini di palchi, colonne sottili, grande palcoscenico e profusione di decorazioni liberty, specialmente nel grande soffitto circolare e nelle balaustre. - Villa delle Rose. Si presenta come una delle residenze più eleganti e aristocratiche del modenese. Fu edificata per volere del conte Carlo Testi a iniziare dal 1815, su progetto di un architetto inglese. Occupa una vasta area e possiede strutture di servizio come cantine, scuderia, torre colombaia e vari ambienti per il personale di servizio. C'è anche un grande parco giardino. Un loggiato con colonnato di ordine dorico porta al grande salone da ricevimento in stile neoclassico. Il soffitto affrescato è ben conservato.
- Villa Facci (vicino a ponte Garbese). Fu edificata dalla famiglia Facci ad iniziare dal 1805 su progetto dell'architetto parmense Rasori. Di aspetto severo e strutturalmente compatto, conserva alcune sale riccamente affrescate.
Eventi e feste
[modifica]Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Dove alloggiare
[modifica]Sicurezza
[modifica]- 4 Carabinieri, Via Don Minzoni, ☎ +39 059 670109.
- 5 Farmacia Casari, Viale Raffaello Sanzio, 24, ☎ +39 059 677656.
Come restare in contatto
[modifica]Nei dintorni
[modifica]- Mirandola
- Carpi
- Modena — Città ducale degli Estensi, conserva tutta l'eleganza architettonica ed urbanistica che le hanno lasciato secoli di storia. La fama dei suoi monumenti, primo fra tutti il capolavoro romanico del Duomo, è pari alla sua tradizione gastronomica (famosissimo lo zampone) e alle eccellenze automobilistiche della Ferrari.
Altri progetti
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