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Derovere
Municipio di Derovere
Stato
Regione
Territorio
Superficie
Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
Mappa dell'Italia
Derovere
Sito istituzionale

Derovere è un centro della Lombardia.

Da sapere[modifica]

Cenni geografici[modifica]

Antica casa

Nella ubertosa pianura padana della bassa Lombardia, ai margini del territorio cremonese là dove confina con l'area casalasca del Comprensorio Oglio Po. Dista 20 chilometri da Cremona e 25 da Casalmaggiore.

Cenni storici[modifica]

Di incerta etimologia, secondo alcuni studiosi il toponimo deriverebbe da una famiglia De Rovere, nome con il quale era indicato ancora nell' Ottocento; secondo altri dalla presenza di piante di rovere. Comunque sia, il paese non ha riempito di sé le cronache di storia.

Subì, come tutti i centri della zona, le scorrerie delle milizie in lotta fra le opposte potenze milanesi, mantovane, veneziane. Il resto della sua esistenza è trascorso scandito dal lavoro nei campi e dal trascorrere delle stagioni. Il suo territorio vide il succedersi di varie famiglie nobili che qui avevano vasti possedimenti terrieri e che lasciarono a loro ricordo il proprio nome in aggiunta al toponimo della localita': Casalorzo Geroldi, Casalorzo Boldori, Ca' de' Bonavogli, Ca' de' Novelli, Ca' de' Corti, Ca' de' Cervi, Ca' de' Stavoli....., con un proliferare di villaggi denominati Ca' che è tipico di quest'area padana.

L'edilizia della zona è caratterizzata dalle grandi isolate cascine cremonesi a quadrilatero, con la massiccia casa padronale che domina la vasta aia, sovente circondata da un'alta muraglia che racchiude, quasi a fortificazione, le case dei contadini, le stalle, i barchessali, e con un grande portale di accesso, unica via di ingresso, quasi il corrispondente del ponte levatoio nei castelli. Non è raro trovare, nelle cascine di più grandi dimensioni, la presenza di una chiesetta o un oratorio, simbolo della potenza economica raggiunta dal proprietario del fondo, ma anche indice del gran numero di dipendenti che vivevano con le loro famiglie in questo microcosmo il più delle volte totalmente autosufficiente. Con la meccanizzazione del lavoro agricolo le cascine, che pure in questa zona non sono completamente abbandonate come in altre parti, si sono svuotate di lavoratori e di abitanti, e continuano silenti la loro esistenza lontano dagli sviluppi dei centri urbani.


Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Derovere


Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

In auto[modifica]

  • A21 Casello autostradale di Cremona sulla A21 Torino - Piacenza - Brescia
  • E situato fra le strade provinciali Postumia e Giuseppina, su una strada che le collega.

In treno[modifica]


Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

Santuario di Santa Maria Madre della Parola Divina - interno
Ca' de' Cervi - Santuario
Affresco dell'altare
Interno
  • 45.12341410.2324611 Santuario di Ca' de' Cervi (a Ca' de' Cervi). La strada provinciale Postumia ricalca in questa zona, con il suo lungo rettilineo, l'antica via Postumia dei Romani, e procede parallela per un lungo tratto con il Dugale Delmona. Su un argine del canale, nel territorio di Derovere in località Ca' de' Cervi, sorge il piccolo Santuario dedicato a Maria Madre della Parola Divina. Nei secoli la sua intitolazione variò da San Giuseppe a Beata Vergine di Caravaggio, a Beata Vergine dell' Apparizione, a Beata Vergine di Ca' de' Cervi.
    Il motivo della sua esistenza è invece legato ad un unico fatto miracoloso, che la tradizione colloca nel 1650. Una bambina sordomuta di nove anni, che si chiamava Monica, stava portando come ogni giorno il pranzo al padre che lavorava nei campi, quando incontrò la Vergine che le ridiede l'udito e la parola, e le chiese l'edificazione di una cappella in suo onore. La notizia dell'avvenimento indusse la popolazione del luogo ad erigere la chiesetta che ancora si vede, con facciata di stile settecentesco, su un argine del canale, in un terreno che fu donato dal nobile Francesco Grasselli. Il Santuario fu terminato nel 1712, e dipende dalla parrocchia di Derovere.
    L'interno, di linee classiche semplici ed eleganti, è ad una sola navata con volti a crociera. L'altare, sovraelevato di alcuni gradini rispetto all'aula, con una piccola ancona, mostra sul fondo dell'abside un affresco della Madonna che calpesta con il piede il serpente, simbolo del demonio. Ai lati dell'affresco due finestre rendono luminosa l'abside, che è adornata lungo il suo perimetro da un coro ligneo.
    Esternamente la facciata è movimentata da due colonne con capitelli ionici per parte; da un marcapiano sporgente che delimita il timpano elaborato con cinque pinnacoli, uno per lato e tre alla sommità; da un timpano triangolare sulla porta di ingresso e da una finestra fra l'ingresso ed il timpano che assieme alle due finestre dell'abside rende l'interno molto luminoso.
    Alla fiancata sud rivolta al corso del dugale Delmona è addossata esternamente una edicola dedicata alla Beata Vergine di Caravaggio, che contiene un affresco raffigurante la Vergine che parla con la piccola Monica protagonista dell'apparizione; sullo sfondo è riprodotto il canale Delmona con il Santuario.
    Le celebrazioni a ricordo del fatto miracoloso si tengono ogni anno nella seconda domenica del mese di luglio.
San Giorgio
San Giorgio - Interno
  • 45.11045810.2482532 Chiesa parrocchiale di San Giorgio, Piazza San Giorgio. Un documento del 1057 testimonia la conferma di beni concessi dall'Imperatore Enrico IV al Vescovo Ubaldo; in tale documento si cita l'esistenza in Derovere di una antica Pieve.
    La chiesa parrocchiale attuale, dedicata a San Giorgio, non ha aspetto così antico; le sue caratteristiche riportano infatti a canoni e gusti architettonici settecenteschi. La facciata con timpano ingentilito da tre pinnacoli, e l'alto campanile danno all'insieme un notevole slancio, L'edificio è inoltre valorizzato dall'ampio spiazzo che lo precede, così che la volumetria della chiesa è messa in risalto e ne viene notevolmente valorizzata.


Eventi e feste[modifica]

  • Festa patronale di San Giorgio. 23 aprile.
  • Festa in Piazza. a fine luglio. Banchetti e rappresentazioni dialettali


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]

Prezzi modici[modifica]

  • 45.1100610.248241 Da Lidia, via Interna 10 (in paese), +39 0372 624986.
  • 45.09991210.2464462 Trattoria Anselmi, via Monte Santo 4 (Casalorzo Geroldi), +39 0372 624988.


Dove alloggiare[modifica]


Sicurezza[modifica]


Come restare in contatto[modifica]

Poste[modifica]

  • 45.1104310.2479986 Poste italiane, piazza San Giorgio 2, +39 0372 67834.


Nei dintorni[modifica]

  • Torre de' Picenardi — La villa Sommi Picenardi si è sviluppata da un preesistente nucleo castellano; a partire dal Cinquecento fu trasformata nei secoli successivi fino all'aspetto attuale. Un corpo della villa, di gusto neoclassico, prospetta sulla piazza del paese. Una seconda fabbrica si sviluppa all'interno e si raccorda all'antico corpo del primitivo castello. Un vasto giardino circonda il complesso della villa, attorniato da un ampio fossato con acqua.
  • San Lorenzo de' Picenardi — Il suo Castello , sorto nel Quattrocento fu ampliato nel tempo per approdare poi alla forma attuale, maestosa e decisamente castellana, nell’Ottocento, opera dell’architetto Luigi Voghera. La vasta costruzione, in perfette condizioni, mostra numerose torri merlate che le conferiscono il caratteristico aspetto medievale mitigato però dal carattere elegante di residenza nobiliare castellana. E circondato da un vasto parco.
  • Cicognolo — Cotto a vista e marmo rendono pregevole e vario l'aspetto dell’imponente castello Manfredi,, scenografico nel verde del prato che ne abbellisce il terreno davanti alla facciata principale, con retrostante giardino di gusto romantico e con fossato.
  • Cremona — Ha un centro storico monumentale - Duomo, Battistero, Palazzo comunale - fra i più insigni della Lombardia. Fu città romana. Fu potente all'epoca dei Comuni e rivaleggiò con Milano, che infine la sottomise. I suoi violini (Stradivari e Amati), il suo Torrazzo e ancor più il suo torrone, sono noti ovunque.


Informazioni utili[modifica]


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