Terra del Sole | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Emilia-Romagna | |
Territorio | Appennino romagnolo | |
Nome abitanti | Terrasolani | |
Prefisso tel | +39 0543 | |
CAP | 47011 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | Santa Reparata | |
Posizione
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Terra del Sole è una città dell'Emilia-Romagna.
Da sapere
[modifica]Amministrativamente frazione del comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole, fu in passato capoluogo della provincia della Romagna toscana, possesso dei Medici di Firenze e aggregata alla Toscana fino al 1923, quando fu incorporata nella provincia romagnola di Forlì.
Cenni storici
[modifica]Terra del Sole fu voluta da Cosimo I de' Medici, primo Granduca di Toscana (1519-1574). Fu lo stesso Granduca, recatosi in questi estremi confini del suo Stato, a "designare" il luogo della nuova città fortezza e ad assegnarle il nome. La decisione di costruire ex novo una città fortificata nell'enclave romagnola rientrava in una precisa politica di difesa dei confini del Granducato di Toscana.
Terra del Sole, secondo le intenzioni di Cosimo I sarebbe dovuta diventare la nuova sede prestigiosa degli “uffizi” medicei nella Romagna Toscana, una struttura urbana che doveva assolvere a funzioni amministrative, giudiziarie, militari, religiose e commerciali.
Cosimo I de' Medici nell'ideare la costruzione del nuovo insediamento romagnolo si avvalse della sua esperienza di soldato e di principe; conosceva la storia dell'ingegneria militare, sapeva del castrum romano ed apprezzava i modelli di fortezza bastionata, distingueva le strutture belliche studiate per le balestre e l'arma bianca da quelle dove la difesa e l'offesa si fondavano sull'artiglieria. Per questo, Baldassarre Lanci, Giovanni Camerini, Bernardo Buontalenti e Simone Genga, artisti e architetti di fiducia della Corte di Cosimo I, eseguirono gli ordini del Principe.
"Terra del Sole può essere considerata con Palmanova e Sabbioneta come la più compiuta espressione della nuova modellistica urbana che si impone in Italia nel cinquecento, per diretta influenza delle teorizzazioni e delle concrete esperienze degli ingegneri militari".
A Terra del Sole le fortificazioni furono adeguate ai tempi e alle nuove tecniche militari. Così come per le altre fortezze (San Piero a Sieve, Empoli, Cortona, Montecarlo ai confini della Repubblica di Lucca; Portoferraio nell'Isola d'Elba e Sasso di Simone nel Montefeltro) volute da Cosimo I de' Medici, invece di lunghe cortine e torri, negli angoli si costruirono quattro bastioni muniti di orecchioni per proteggere, con le bocche da fuoco poste nelle cannoniere, le scarpe delle cortine costruite in terra battuta armata con palificate e rivestite di laterizio. Le porte di Terra del Sole, quella «fiorentina» e quella «romana», furono fortificate in maniera analoga a quanto era stato realizzato nelle «terre nuove» del XIV secolo.
Nel mese di giugno del 1579, benché restassero da compiere non pochi lavori di rifinitura, la città era quasi terminata nelle sue parti principali: nelle mura munite dei quattro baluardi, nei Castelli sopra le due porte, nel Palazzo del Provveditore e nel Palazzo dei Commissari con il suo imponente e differenziato insieme di carceri e segrete.
Nel 1579 la nuova «terra» di Cosimo I fu eletta capitale della Provincia della Romagna Fiorentina e il primo Commissario di Terra del Sole, Antonio Dazzi, fece trasferire il Bargello, il Giudice e la Corte civile e criminale, il Cancelliere e il maestro di scuola dalla vicina Castrocaro.
Terra del Sole diventerà sede di mercato per esercitare una vera e propria forma di controllo sulla copiosa produzione agricola del territorio romagnolo. Oltre all'approvvigionamento di grano il mercato di Terra del Sole avrebbe garantito anche quello del sale che proveniva dalla vicina Cervia.
Il Granduca, sempre preoccupato per l'incombente spettro della carestia, per ovviare alle carenze di grano della Toscana, ne avrebbe fatto incetta nella fertile Romagna: l'alimento che in tempo di carestia poteva essere assimilato ad un vero e proprio bene prezioso, non avrebbe trovato custodia più sicura che all'interno delle mura di un deposito fortificato quale la città di Terra del Sole, trasformata all'occorrenza in un enorme granaio dello Stato mediceo.
Fra il 1772 e il 1783 Pietro Leopoldo di Toscana attuò una serie di riforme di riorganizzazione statale che si risolsero con operazioni di fusione di entità amministrative minori di origine medioevale e di raggruppamento alle comunità più grandi, che corrispondono ai comuni odierni.
La fortezza fu disarmata nel 1772 e, nel 1848, con l'istituzione del circondario di Rocca San Casciano, convalidato anche dopo l'unificazione, i "vecchi" poteri amministrativi persero di efficacia giuridica e Terra del Sole venne privata delle sue funzioni originarie di città fortificata e di capoluogo territoriale. Assieme agli altri Comuni della Romagna toscana, rimase sotto l'amministrazione provinciale di Firenze fino al 1923, quando con Regio Decreto venne aggregata alla provincia di Forlì.
Terra del Sole rimase capoluogo di Comunità fino al 1925. quando con Decreto Reale vennero "autorizzati il trasferimento della Sede municipale del Comune di Terra del Sole e Castrocaro (denominazione in atto dall'anno 1872) dall'attuale capoluogo alla frazione di Castrocaro ed il cambiamento della denominazione del Comune in quella di Castrocaro e Terra del Sole". Per dare maggiore risalto all'attività economica preminente del territorio, in data 31 marzo 1962 il Comune assunse il nome di Castrocaro Terme e Terra del Sole.
Nel quadro delle fortificazioni cosimiane Terra del Sole ha tratti fortemente specifici. Fu pensata non solo come fortezza ma anche come minuscola “città”: simbolo, fin a partire dal nome, così evidentemente legato al mito solare ricorrente nell'ideologia del Principato e luogo concreto della sovranità ducale, eretto là dove questa aveva termine, nella pianura pontificia dominata da un centro cittadino ben più antico e più reale, quello di Forlì, e sintesi del granducato di Toscana in terra romagnola.
Terra del Sole è stata dichiarata centro storico di “notevole interesse pubblico” da un Decreto Ministeriale del 1965, tutelandone la conservazione con un vincolo ambientale. Ma negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento l'impianto urbanistico originario, fino ad allora integro, è stato fortemente alterato con la costruzione di nuove case in stile moderno e l'apertura di un'ampia strada che taglia in due parti distinte l'intera cittadella fortificata.
Come orientarsi
[modifica]Entro il perimetro delle mura (2 km e 87 m) si sviluppa l'insediamento simmetrico comprendente quattro isolati. Due Borghi, Romano e Fiorentino, l'attraversano da Porta a Porta, secondo il decumano, affiancati da quattro Borghi minori. Due similari angolati Castelli fanno da pittoresco sfondo. Il tutto è raccordato dalla vasta Piazza d'Armi, dove si affacciano edifici monumentali: la chiesa di Santa Reparata, il palazzo dei Commissari o Pretorio, quello dei Provveditori, quello della Provincia (Cancelleria) ed altri palazzi padronali, tra cui il Palazzo Paganelli (affrescato anche da Giovanni Marchini ed il Palazzo Giulianini.
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]In auto
[modifica]- Dall'autostrada Adriatica A14 direzione Ancona, uscire al casello di Faenza, proseguire in direzione di Faenza, prendere la SS 9 Via Emilia e continuare seguendo le indicazioni per Castrocaro Terme (SS 67).
- Dall'autostrada Adriatica A14 direzione Bologna, uscire al casello di Forlì e proseguire in direzione di Forlì, continuare sulla SS 67 in direzione di Castrocaro Terme.
- Da Forlì percorrere la SS 67 in direzione di Castrocaro Terme.
- Da Ravenna prendere la SS 67 in direzione di Forlì, proseguire in direzione di Castrocaro Terme.
In treno
[modifica]- Da Forlì, il collegamento con Castrocaro Terme è garantito dal servizio autobus di linea "ATR" (frequenza ogni 30 minuti nei giorni feriali e ogni ora nei giorni festivi).
In autobus
[modifica]- Autolinee ATR (Azienda Trasporti Romagnoli). È la principale azienda di trasporto pubblico che opera nella Provincia di Forlì-Cesena.
- Autolinee Sulga. Da Roma. Collegamenti con il capoluogo (Forlì in Piazza della Vittoria), Linea Ravenna-Forlì-Cesena-Perugia-Roma.
Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]- Cinta muraria. Le mura, alte circa 13 metri, cingono la cittadella sviluppandosi su pianta rettangolare per 2 chilometri e 87 metri: ai quattro angoli i bastioni di Sant'Andrea, S. Martino, Santa Reparata, Santa Maria, formano un rettangolo con quattro bastioni ai vertici muniti di fianchi ritirati per il tiro radente incrociato di difesa delle cortine. Sui due lati brevi si aprono le porte della città: una verso Forlì e l'altra in direzione di Castrocaro, solo da quest'ultima era consentito l'accesso alla fortezza attraverso un complesso sistema che superava un ampio fossato con un ponte ad arcatelle, al quinto arco vi era un ponte levatoio di legno dotato di un meccanismo di sollevamento ed un cancello di ferro permetteva la chiusura notturna della Porta.
Attorno alle mura fu lasciato un fossato, a spianata, di circa quaranta metri di profondità con un accenno di controscarpa, tuttora leggibile tra le coltivazioni che hanno gradualmente occupato l'invaso, ma le opere esterne di completamento al sistema difensivo del fronte bastionato, non furono mai eseguite nella forma e nella successione che la elaboratissima tecnica del tempo suggeriva. - Bastioni difensivi. I Bastioni a monte denominati di Santa Maria, in direzione di Faenza, e di Santa Reparata, in direzione dell'antica Pieve omonima a sud-ovest, costituiscono i blocchi di difesa più complessi dell'intera fortezza con un doppio sistema di casematte per fianco di cui la superiore è parzialmente scoperta per lo smaltimento dei fumi delle artiglierie. Gallerie e rampe voltate a botte, mettono in comunicazione le casematte e le piazze basse, a due, a due tra loro e queste con l'esterno.
Nel Bastione di Santa Reparata si conservano le due casematte inferiori mentre le piazze basse superiori, dopo la smilitarizzazione della fortezza avvenuta nel 1772, private del terrapieno a causa delle continue arature, sarebbero crollate per collasso strutturale.
I Bastioni di San Martino, a nord-est, e di Sant'Andrea, a sud-est, differiscono dai precedenti per la forma degli orecchioni di lato al corso del fiume Montone, che non sono come gli omologhi, rettilinei e con protezione lineare del fianco, bensì stondati per consentire di battere la faccia esterna del Bastione opposto fino al suo saliente. In questi due Bastioni il sistema di difesa per fianchi ritirati è al livello superiore, di tipo "semplificato", abbiamo, infatti, delle troniere a cui si accede liberamente dal terrapieno, mentre al livello inferiore, sono visibili esternamente delle feritoie, in parte interrate, che presuppongono la presenza di casematte di cui è scomparso l'accesso.
Sui vertici esterni degli orecchioni, sui quattro salienti dei Bastioni, a metà delle cortine sul loro lato lungo e sul cavaliere di Porta Fiorentina sono distribuite delle garitte utilizzate come posti protetti di guardia e di osservazione. Quelle di vertice, più grandi e poligonali, poggiano su beccatelli di pietra mentre quelle laterali sviluppano su belle mensole in muratura a scalare. - Castello del Capitano delle Artiglierie e del Governatore.
- Palazzo del Provveditore. Situato all'inizio del Borgo Romano, fu sede del Ministro delle Finanze della Romagna Toscana.
- Chiesa parrocchiale di Santa Reparata. La prima citazione di una chiesa in zona dedicata a santa Reparata risale all'anno 970; questa pieve, inizialmente dipendente dal monastero di Santa Maria Foris Portam di Faenza, fu dismessa sul finire nel XVI secolo quando venne fondato il nuovo borgo di Terra del Sole.
I lavori preparatori per la costruzione della nuova parrocchiale ebbero inizio nel 1586, mentre la prima pietra venne posta nel 1594; la chiesa, che secondo i piani originari di Cosimo I de' Medici avrebbe dovuto essere una cattedrale e sede vescovile, fu disegnata da Raffaello di Zanobi ispirandosi ai disegni di Bartolomeo Lanci e consacrata nel 1609.
Nel 1823 il primitivo campaniletto a vela fu demolito e venne edificata la nuova torre campanaria, terminata nel 1825. La struttura fu poi interessata da alcuni interventi nel 1927.
La facciata della chiesa, che è in stile rinascimentale, è suddivisa da una cornice marcapiano, abbellita da metope e triglifi, in due registri, entrambi tripartiti da lesene doriche; quello inferiore presenta al centro il portale d'ingresso sovrastato da una lunetta e incorniciato degli stipiti dentellati, e ai lati due nicchie, mentre quello superiore è caratterizzato da una finestra ovale e coronato dal timpano triangolare, affiancato da due volute.
L'interno dell'edificio si compone di un'unica navata, coperta dal tetto sorretto dalle capriate; le pareti dell'aula, abbellite da lesene ioniche a sostegno del cornicione aggettante, presentano una serie di arcate a tutto sesto attraverso le quali si affacciano i modesti sfondati ospitanti i confessionali e gli altari laterali.
Opere di pregio qui conservate sono l'organo, costruito nel 1734 dal camerinese Feliciano Fedeli, il Crocifisso di scuola fiorentina, risalente al XVI secolo, la pala raffigurante la Madonna del Carmine assieme alle Sante Martiri Reparata e Caterina, eseguita da Pier Paolo Menzocchi nel 1575, la tela ritraente la Madonna del Rosario con i Santi Domenico e Caterina da Siena, dipinta da Francesco Longhi nel 1610, la rappresentazione seicentesca della Crocifissione, di un'anonima bottega romagnola, e il cinquecentesco candelabro pasquale.
- Palazzo pretorio (Palazzo dei Commissari Granducali). Rappresenta un classico esempio di architettura rinascimentale, a pianta quadrata, con all'interno il cortile delimitato da un triportico a due ordini. Era sede del Tribunale di prima istanza per tutta la Romagna toscana a cui ci si doveva appellare per tutte le cause civili escusse nei vari capitanati della Provincia. Fu realizzato su progetto di Baldassarre Lanci.
Al piano terra, alla sinistra dell'ingresso era il vestibolo e la sala della "Prima Udienza", cioè del Tribunale Civile, con annesso il quartiere del "Notaro civile", dallo stesso lato, sul fianco destro dello scalone, erano le carceri "pubbliche" o "comuni" di cui l'ultima riservata alle donne.
Alla destra del voltone d'ingresso si accedeva al "Banco del Cancelliere" ed alla Sala della "Seconda Udienza" cioè del Tribunale Criminale; sempre sulla fiancata destra del palazzo erano le "carceri segrete" o criminali sopra le quali si trovavano i quartieri del Bargello e del Giudice. Il Commissario che presiedeva le udienze risiedeva al piano superiore sull'angolo destro in affaccio sulla piazza, mentre il Salone del Commissario occupava la parte centrale in corrispondenza delle tre grandi finestre di facciata. Sul retro, al piano terra, due ampi vani con volta a botte ai lati dell'uscita erano destinati a stalle ed a ricovero dei mezzi del Bargello. I militari di stanza a Terra del Sole, invece erano mandati a scontare le loro pene in una prigione posta vicino al corpo di guardia del castello del Capitano.
Il Palazzo Pretorio attualmente è sede del Museo dell'Uomo e dell'ambiente e dell'associazione Pro Loco di Terra del Sole.
Le segrete
Le sette carceri "segrete" si trovano al piano terra e nell'ammezzato dell'ala destra del palazzo, le due pubbliche sull'ala sinistra a lato dello scalone sotto il portico.
Le tre segrete poste al piano terra venivano chiamate:- "secreta terrena" detta "la chiocciola" o detta anche "secreta a capo di scale"; entrambi i nomi derivano dal fatto che è situata ai piedi della scala a chiocciola a doppia elicoide;
- "secreta da basso" detta "il cannone";
- "secreta detta "la piana".
- segreta detta "l'inferno" che era il carcere di rigore, priva di finestre verso l'esterno;
- segreta della "camorcina" che pare avesse in origine funzione di cappella (fino a che nel 1622 venne costruita la cappella al piano nobile del palazzo);
- "secreta grande" detta anche "il secretone"
Le pubbliche a loro volta erano chiamate:- cameraccia pubblica" o "prigione pubblica";
- carceri pubbliche delle donne".
Le finestre delle "secrete" sono a strombo e a bocca di lupo, munite di doppia inferriata a doppio snodo e fissate a piombo.
Eventi e feste
[modifica]- Palio di Santa Reparata. Prima domenica di settembre.
- Terra a vapore. gratuito. 10-11 giugno. Festival di cosplay e steampunk.
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Arsenale, Via Prato Giordano Bruno, 4, ☎ +39 0543 769659.
- 2 Osteria del Castello, Via Felice Cavallotti, 2/a, ☎ +39 0543 769308.
- 3 Ristorante pizzeria del Viale, Via Guglielmo Marconi, 143, ☎ +39 0543 767030.
Dove alloggiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Castello del Capitano delle Artiglierie, via Felice Cavallotti 4, ☎ +39 338 1962298.
Sicurezza
[modifica]Come restare in contatto
[modifica]Nei dintorni
[modifica]- Forlì — L'abbazia di San Mercuriale, il Duomo, il complesso museale di San Domenico caratterizzano il centro storico di questa antica città che fu la Forum Livii romana.
- Castrocaro Terme — Il suo nome è noto ai più per il suo festival di voci nuove, ma la città è soprattutto una importante stazione termale fra le più frequentate del nord Italia.
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