San Giovanni in Croce | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Lombardia | |
Territorio | Oglio Po | |
Altitudine | 28 m s.l.m. | |
Superficie | 16,14 km² | |
Abitanti | 1.905 (2016) | |
Prefisso tel | +39 0375 | |
CAP | 26037 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Giovanni Battista | |
Posizione
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Sito istituzionale |
San Giovanni in Croce è un Comune della Lombardia.
Da sapere
[modifica]Cenni geografici
[modifica]È situato nella parte sud orientale della provincia di Cremona, che prende il nome di Casalasco. Dista 32 km da Cremona, capoluogo della provincia; 12 km. da Casalmaggiore, capoluogo del casalasco.
Cenni storici
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Fu nel 1407 che Cabrino Fondulo fece costruire il Castello di San Giovanni in Croce, crocevia sulle direttrici verso Parma, Mantova, Brescia e Cremona, a pianta quadrilatera con quattro torri ghibelline e fossato. Alla sua morte le terre vennero in possesso del Duca di Mantova, poi della Repubblica di Venezia.
Nel 1441 gli abitanti si diedero a Filippo Maria Visconti. Dopo l'ascesa degli Sforza a Duchi di Milano il castello di San Giovanni in Croce fu assegnato da Giovanni Galeazzo Sforza al condottiero Giampietro Carminati Bergamino, che ebbe il titolo di Conte. Il discendente Conte Lodovico Carminati Bergamino sposò Cecilia Gallerani per volere del Duca di Milano Lodovico il Moro.
A Cecilia pare si debba l'inizio dell'opera di ingentilimento della Rocca che porterà nei secoli successivi alla trasformazione del castello da baluardo di difesa ed offesa militare a residenza signorile. La sua corte fu di elevato livello culturale ed il feudo visse in quel momento il suo periodo d'oro. La fama della Gallerani è però legata indissolubilmente, più che alle sue vicende di castellana, al ritratto che ne fece il grande Leonardo da Vinci: La Dama con l'ermellino.
Il feudo di San Giovanni in Croce comprendeva anche i paesi di Gussola e Martignana di Po. Questi tre centri nel 1623 vennero separati; San Giovanni in Croce passò a Cesare Vidoni; Gussola e Martignana costituirono un altro feudo che venne venduto a Giacomo Antonio Annoni.
Come orientarsi
[modifica]Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]- Aeroporto Verdi di Parma
- Aeroporto Catullo di Verona
- Aeroporto D'Annunzio di Montichiari (BS)
- Aeroporto Caravaggio di Orio al Serio (BG)
In auto
[modifica]Casello di Parma sulla autostrada del Sole
- ex strada statale 343 Asolana (Brescia-Parma)
- 87 Giuseppina (Casalmaggiore-Cremona);
Si trova all'intersezione fra la ex Statale Asolana Parma - Casalmaggiore - Asola - Brescia e la Provinciale Giuseppina Cremona - Casalmaggiore
Si trova all'intersezione fra la ex Statale Asolana Parma - Casalmaggiore - Asola - Brescia e la Provinciale Giuseppina Cremona - Casalmaggiore
In treno
[modifica]Ha stazione propria sulla linea Parma - Brescia
In autobus
[modifica]- Linea di pullman Casalmaggiore - Asola
Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]- 1 Villa Medici del Vascello, ☎ +39 370 3379804. Adulti: € 8,50, fino a 18 anni: gratuito, oltre i 65 anni: € 7,00. ogni domenica dalle ore 14.00 alle 18.00; ultimo ingresso alle 16.30. Posta in fregio alla ex statale Asolana, nel centro di San Giovanni in Croce, la villa fa bella mostra di sé, attorniata da un vasto parco, a chi transita per la statale o per la via che conduce a Solarolo Rainerio e a Cremona. Eretta nel 1407 come castello e roccaforte per difesa militare al crocevia di importanti strade che conducevano e conducono tuttora a Cremona, Mantova, Brescia e Parma, la sua fisionomia si è nei secoli trasformata, perdendo gradualmente l'antico carattere militare per divenire elegante residenza extraurbana dei nobili proprietari.
Passato da Cabrino Fondulo ai Carminati Bergamino, poi alla Corte di Spagna, quindi al generale di cavalleria dello stato di Milano Alfonso Pimentel, giunge successivamente in possesso dei marchesi Vidoni, infine dei marchesi Soresina-Vidoni
Questi ultimi, divenuti Principi per concessione di Francesco I d'Austria, sono gli artefici della realizzazione del vasto parco giardino retrostante la Villa: una estensione di circa 500.000 metri quadri. Al centro del parco si trova un laghetto, attorniato da costruzioni varie: un tempio indiano, un tempietto dorico, rovine gotiche, una capanna olandese. Va collocata nel periodo di possesso dei Vidoni l'apertura della loggia manieristica, sul fronte meridionale del castello. In questo modo viene ruotata la facciata principale della costruzione, che antecedentemente aveva due entrate sull'asse est-ovest, mentre ora l'asse principale è di direzione nord - sud. L'altra radicale trasformazione, la pianta della Villa che da quadrata diventa ad U, è sempre un apporto dei Vidoni.
Con l'estinzione della famiglia Soresina-Vidoni la villa passa in proprietà della famiglia Mocenigo-Soranzo di Venezia. Alla morte dell'ultima erede, la marchesa Carla Medici del Vascello, la villa cade in stato di abbandono e di grave degrado.
È dei nostri giorni l'acquisizione da parte del Comune (2005) e l'inizio dei lavori di recupero e di restauro di un bene che rappresenta, nel territorio casalasco, una delle espressioni storico artistiche di maggior interesse.
Attualmente (2016) l'ampio parco viene usato per manifestazioni e avvenimenti culturali e ricreativi. I lavori di restauro sono giunti ad un livello più che soddisfacente, tanto che il palazzo è sempre più spesso utilizzato per manifestazioni, mostre e visite guidate. Sono in progetto ulteriori interventi per il parco e i tempietti che vi si trovano. - 2 Oratorio della Santissima Trinità. A poca distanza dalla Villa Medici del Vascello, in fregio alla ex Statale Asolana, sorge l'Oratorio della Santissima Trinità, già Confraternita dei Disciplini della Beata Vergine Maria delle Grazie. Iniziata nel 1586, la sua costruzione fu terminata nei primi decenni del Seicento.
Nel 1789 la Confraternita fu soppressa, al pari delle altre associazioni simili. La chiesa rimase. - Villa Grasselli.
A San Zavedro
- 3 Chiesa di San Zavedro. Poco lontano dal centro di San Giovanni, in un antico nucleo abitato che fu forse l'antico paese, c'è la chiesa di San Zavedro, dedicata a un Santo... che non c'e'!. Zavedro è infatti la trasformazione di San Zàn Veterus, dove Zàn o Zuàn deriva da influenze venete, ricordo della presenza della Serenissima, in alcuni periodi, in queste terre; dunque la chiesa è dedicata a San Giovanni, divenuta San Giovanni Vecchio quando la parrocchiale fu stabilita a San Giovanni in Croce.
Scavi recenti hanno evidenziato all'interno della chiesa le fondazioni perimetrali di un tempio assai più antico, più piccolo, i cui muri a settentrione coincidono con la costruzione attuale. La chiesa primitiva risaliva al VII secolo, ad una sola navata e con tre absidi semicircolari.
Della chiesa attuale non si conosce con esattezza la datazione, ma si propende a collocarla in epoca tardo gotica.
La navata centrale è illuminata dal rosone della facciata oltre che da finestre laterali. Pilastri cilindrici sorreggono i costoloni delle volte a crociera.
Interessanti affreschi, altari, tele e arredi di San Zavedro si trovano ora nella chiesa parrocchiale di San Giovanni. Vari rifacimenti in epoche successive hanno guastato la bellezza originaria della chiesa, che in epoca recente ha fortunatamente avuto opere di restauro che hanno riportato l'attenzione sulla grande importanza culturale di questo monumento. L'abside poligonale svela tracce dell' antica decorazione quattrocentesca. L'altare della Madonna del Consorzio conserva un affresco che conferma la probabile datazione della chiesa attuale al periodo tardogotico.
Intorno al 1500 si instaurò l'uso di seppellire prelati e componenti di famiglie nobili all'interno della chiesa.
La tradizione, non suffragata da riscontri certi, vuole che in San Zavedro abbia avuto la propria sepoltura anche Cecilia Gallerani, Signora di San Giovanni, la Dama con l'ermellino.
La leggenda
Si narra che San Zavedro sia stato edificato per volere di Teodolinda, Regina dei Longobardi. - Villa Pigozza.
Eventi e feste
[modifica]- Festa patronale di San Giovanni Battista. il 24 giugno.
- Fiera. la quarta domenica di settembre.
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- Trattoria Dal Mago, via Matteotti 40 (in direzione di Casalmaggiore), ☎ +39 0375 91096.
- Locanda Ca' Rossa, via Giuseppina 20 (in direzione di Cremona), ☎ +39 0375 311076, +39 0375 311086.
Dove alloggiare
[modifica]Sicurezza
[modifica]- Franzini, Via Giacomo Matteotti, 89, ☎ +39 0375 91014.
Come restare in contatto
[modifica]Poste
[modifica]- 1 Poste italiane, piazza Dante Alighieri, ☎ +39 0375 310245.
Tenersi informati
[modifica]- Oglio Po news. Quotidiano informatico dell'Oglio Po.
- [link non funzionante] L'Inviato. Quotidiano on-line della provincia - Cronaca di Casalmaggiore.
- La Provincia, Via Pozzi, 15, ☎ +39 0375 200493, fax: +39 0375 201466. Giornale quotidiano - Redazione di Casalmaggiore.
Nei dintorni
[modifica]- Parma — Città d'arte fra le maggiori dell'Emilia, mantiene con grande evidenza aspetto, signorilità e modi di vita da Capitale, come lo fu per secoli. La reggia Farnese della Pilotta, la Cattedrale romanica, la chiesa della Steccata sono alcune delle emergenze monumentali che caratterizzano la città; di gran fama il suo Teatro, la sua tradizione musicale (Giuseppe Verdi), la sua scuola di pittura (Correggio, Parmigianino), il suo amore per la buona tavola (prosciutto crudo di Parma, salumi, parmigiano reggiano, lambrusco).
- Mantova — Capitale dei Gonzaga, emana ancora il suo sottile fascino di grande città d'arte per la quale la nomina a Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO è stata non tanto un riconoscimento, quanto una doverosa presa d'atto. Ineguagliabili le sue atmosfere antiche, i profili dei palazzi e delle cupole che si stagliano nella foschia padana avvolti dallo specchio dei suoi laghi, la sua sterminata reggia gonzaghesca che ingloba numerosi edifici nel centro città.
- Sabbioneta — Città di fondazione, Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO, mantiene la cerchia muraria entro la quale è rimasta intatta la magia dell'urbanistica ideale realizzata da Vespasiano Gonzaga; il Teatro all'Antica, il Palazzo Ducale, la Galleria, la chiesa dell'Incoronata sono alcuni dei suoi monumenti che spiccano in un contesto che si è mirabilmente conservato.
- Pomponesco — Città di fondazione, deve a Giulio Cesare Gonzaga la sua struttura urbanistica cinquecentesca in cui spicca la scenografica piazza porticata, che si collega con una scalinata all'argine del Po, sulla quale prospettano su due lati la chiesa arcipretale ed il palazzo civico; sul quarto lato rimangono purtroppo solo poche tracce del castello.
- Colorno — La sua Reggia fu dei Sanseverino, poi dei Farnese, di Maria Luigia d'Austria, dei Borbone; è il monumento di gran lunga più importante di questa piccola Versailles parmense, che offre anche un centro storico piccolo ma bello, a ridosso del torrente Lorno che gli dà il nome e del Parma, poco lontano dal Po.
- Casteldidone — Villa Mina della Scala è un’ affascinante costruzione castellana che racchiude in sé l’imponenza del castello e l’eleganza della villa. Costruito nel Cinquecento, rimaneggiato nel Seicento e poi nel Settecento, il Castello divenuto Palazzo e Villa si presenta ancora maestoso e affascinante nella campagna di Casteldidone.
- Castelponzone — Il paese dei cordai, a cui è dedicato il locale museo, ha mantenuto la propria fisionomia di vecchio centro padano porticato; nella sua urbanistica si intuisce il disegno delle fortificazioni che ebbe un tempo, quando fu feudo e Castello dei Ponzone. Fa parte dei Borghi più belli d’Italia.
- Casalmaggiore — Capoluogo del Casalasco, protetta da poderosi argini, la città si sviluppa parallelamente al letto del Po. L'ampio respiro della piazza principale, l'innegabile maestosità del Palazzo municipale e del Duomo rivelano il suo carattere di importante centro della Bassa. Il Santuario della Madonna della Fontana, la chiesa di Santa Chiara, la chiesa dell'Ospedale sono fra i suoi monumenti di spicco.
Itinerari
[modifica]- Nelle terre dei Gonzaga — Un itinerario attraverso i centri, grandi e piccoli, che furono capitali dei rami Gonzaga cadetti: principati, marchesati, ducati che, all'interno della compagine statale mantovana, godevano di una vera e propria indipendenza, spesso battevano moneta e tenevano corti raffinate che rivaleggiavano con quella mantovana, abbellivano i propri centri urbani dotandoli di eleganti architetture – chiese, piazze, palazzi, mura, torri - e di caratteristici scorci urbani come i tipici portici gonzagheschi.
Altri progetti
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