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La civiltà Maya fu una delle grandi civiltà mesoamericane e precolombiane. I Maya erano rinomati per avere il sistema di scrittura più sofisticato e sviluppato dell'emisfero occidentale, nonché per i loro risultati monumentali nell'arte, nell'architettura e nell'astronomia. Al suo apice, l'area culturale Maya si estendeva sulla penisola dello Yucatan e sugli altopiani del Chiapas e Campeche in Messico, tutto il Guatemala e il Belize e parti dell'Honduras occidentale e di El Salvador.

Panoramica

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Massima estensione della civiltà maya

Contrariamente alla credenza popolare, anche se i Conquistadores spagnoli rovesciarono gli stati Maya e posero fine a questa civiltà, il popolo Maya e il suo patrimonio culturale non morirono mai veramente. Ci sono milioni di persone che si identificano come Maya e parlano le lingue maya e, nonostante i disordini creati dalla conquista spagnola, molti di loro hanno portato avanti tradizioni che esistono da oltre mille anni. A differenza degli Aztechi e degli Inca, la sfera culturale Maya non si è mai fusa in un unico impero. In tutti i periodi della sua storia, i Maya furono organizzati politicamente come città-stato e domini in competizione e interazione tra loro.

Storia

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Solitamente la storia della civiltà maya viene divisa in tre periodi principali quali preclassico, classico e postclassico. Gli studiosi moderni considerano questi periodi come divisioni arbitrarie della loro cronistoria, piuttosto che indicativi dell'evoluzione culturale o della decadenza. Le date di inizio o di fine di un dato periodo, possono variare anche di un secolo a seconda dell'autore o del testo di riferimento. Il periodo preclassico si estende circa tra il 2000 a.C. e il 250 d.C. a cui segue il periodo classico, circa dal 250 d.C. al 950 d.C. e il postclassico dal 950 d.C. alla metà del XVI secolo. Ogni periodo è così ulteriormente suddiviso:

Cronologia maya
Periodo Divisione Data
Preclassico Primo preclassico 2000 – 1000 a.C.
Medio preclassico Primo medio preclassico 1000 – 600 a.C.
Tardo medio preclassico 600 – 350 a.C.
Tardo preclassico Primo tardo preclassico 350 – 1 a.C.
Tardo tardo preclassico 1 a.C. – 159 d.C.
Ultimo preclassico 159 – 250 d.C.
Classico Primo classico 250 – 550 d.C.
Tardo classico 550 – 830 d.C.
Ultimo classico 830 – 950 d.C.
Postclassico Primo postclassico 950 – 1200 d.C.
Ultimo postclassico 1200 – 1539 d.C.
Periodo di contatto 1511 – 1697 d.C.

Periodo preclassico

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Edifici costruiti a Takalik Abaj durante il periodo medio preclassico

Tradizionalmente si intende per preclassico il periodo storico in cui iniziò lo sviluppo della civiltà maya. Tra gli studiosi vi è un costante dibattito circa la data di inizio di questa era. Grazie agli esami con il carbonio-14 è stato possibile datare alcuni dei reperti scoperti a Cuello, nel Belize, intorno al 2600 a.C. Studi sugli insediamenti databili intorno al 1800 a.C. della regione Soconusco della costa del Pacifico hanno rivelato che i Maya già coltivavano gli alimenti alla base della loro dieta, tra cui: mais, fagioli, zucche e peperoncino. Questo periodo, noto come il primo preclassico, fu caratterizzato da comunità sedentarie e dall'introduzione della ceramica e piccole sculture in argilla.

Durante il periodo medio preclassico i piccoli villaggi cominciarono a crescere, andando a costituire le prime città. Nel 500 a.C. esse già possedevano grandi strutture templari, decorate con maschere di stucco raffiguranti divinità. Nakbe, del Dipartimento di Petén in Guatemala, è il primo esempio ben documentato di città maya edificata in pianura, le cui grandi strutture sono state datate intorno al 750 a.C. Anche le pianure del nord dello Yucatán furono intensamente abitate a partire da questo periodo. Circa nel 400 a.C., verso la fine del periodo medio preclassico, i primi sovrani maya alzarono stele per celebrare i propri risultati e validare il proprio diritto a governare.

Pitture murali, ritrovate nel 2005, hanno permesso di collocare di diversi secoli indietro rispetto a quanto ritenuto l'origine della scrittura maya, dimostrando che vi fu già una certa capacità a San Bartolo nel Petén a partire dal III secolo a.C. ed è ormai assodato che furono fondamentali per il più ampio sviluppo successivo della scrittura mesoamericana. Nel tardo periodo preclassico la grande città di El Mirador crebbe fino ad arrivare a coprire un'area di circa 16 km2. Essa vantava viali pavimentati, enormi complessi piramidali (databili intorno al 150 a.C.), numerose steli e altari eretti nelle sue piazze. El Mirador è considerata una delle prime capitali della civiltà maya e le paludi del bacino del Mirador sembrano essere state un fonte di grande attrazione per i primi abitanti della zona, come lo dimostrano i numerosi insediamenti sorti intorno ad esso. Nel 350 d.C. circa la città di Tikal, destinata a diventare in seguito una delle più importanti del periodo classico maya, rivestiva già il ruolo di grande centro urbano anche se inferiore a El Mirador. La fioritura culturale dell'era tardo preclassica crollò nel I secolo d.C. e molte delle grandi città dell'epoca furono abbandonate dagli abitanti; il motivo di ciò a oggi è ancora sconosciuto.

Kaminaljuyu, sugli altopiani e El Mirador, in pianura, erano entrambe importanti città del tardo preclassico

Kaminaljuyu, sugli altopiani e El Mirador, in pianura, erano entrambe importanti città del tardo preclassico

Negli altopiani Kaminaljuyu emerse come importante centro urbano del tardo periodo preclassico, fungendo da collegamento per le rotte commerciali della costiera del Pacifico e il Río Motagua. La città si trovava ad un bivio che le permise di controllare i commerci verso ovest fino alla costa del Golfo, a nord verso gli altopiani e lungo la pianura costiera del Pacifico per l'istmo di Tehuantepec e El Salvador; ciò gli conferì il dominio sulla distribuzione di beni importanti, come la giada, l'ossidiana e il cinabro. Il primo stile scultoreo maya si diffuse lungo tutta questa la rete commerciale. Durante il periodo tardo preclassico Takalik Abaj e Chocolá erano due delle più importanti città della pianura costiera del Pacifico e Komchen crebbe fino a diventare un centro fondamentale dello Yucatán settentrionale.

Periodo classico

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Stele, rinvenuta a Quiriguá, che rappresenta il re K'ak' Tiliw Chan Yopaat

Il periodo classico (circa 250 d.C.-900 d.C.) è in gran parte correlato al periodo durante il quale i Maya edificarono i monumenti che vennero datati utilizzando il calendario del Lungo Computo, costituendo il picco della fioritura delle grandi costruzioni e dell'urbanistica. Le iscrizioni monumentali comportarono un significativo sviluppo intellettuale e artistico, in particolare nelle regioni della pianura del sud. I Maya svilupparono una civiltà cittadina centrata sull'agricoltura intensiva costituita da numerose città-stato indipendenti, anche se alcune erano soggiogate ad altre. Il panorama politico, in questo periodo, è stato paragonato a quello dell'Italia rinascimentale o della Grecia classica, con la presenza di più città-stato impegnate in una complessa rete di alleanze e inimicizie. La popolazione della civiltà maya è stimata fino a 10 000 000 di abitanti.

Durante il periodo classico la civiltà maya raggiunse il suo massimo splendore e le città di tutta la regione furono influenzate dalla grande metropoli messicana di Teotihuacan. Nel 378 d.C. Teotihuacan fu protagonista di un decisivo intervento presso Tikal e altre città vicine, deponendo il loro sovrano e instaurando una nuova dinastia a loro asservita. Nei secoli successivi l'influenza di Teotihuacan si riscontra in tutti gli aspetti della cultura maya: dall'architettura alla pittura, alla ceramica, alle armi ecc. Nel VI secolo, però, Teotihuacan si disimpegnò dall'area e Tikal si ritrovò da sola ad affrontare le opposizioni. La decadenza di Tikal è testimoniata dall'assenza di nuove costruzioni o di stele commemorative per tutto il periodo fra il 560 e il 690. In questo secolo infatti primeggiò una diversa dinastia, quella dei Kaanul (=serpenti), proveniente dal Nord dello Yucatán, che stabilì la propria capitale a Calakmul, un'altra potente città del bacino di Petén e il cui re adottò il titolo di kaloomte (=re dei re).

Al suo apice, coincidente con il tardo classico, Tikal contava una popolazione di oltre 100 000 abitanti. Tikal e Calakmul, la sua grande rivale, svilupparono estesi sistemi di alleanze e vassallaggi: le città minori che entrarono a farne parte guadagnavano prestigio e rapporti pacifici con gli altri membri dell'alleanza. Talvolta, le due città contendenti, impegnavano tutte le città a loro collegate per combattere tra di loro con risultati alterni che segnarono i rispettivi periodi di fioritura e di declino.

Copán fu la città più importante del sud-est, mentre Palenque e Yaxchilán primeggiarono nella regione Usumacinta. Negli altopiani, Kaminaljuyu, posta nella valle del Guatemala, fu un grande insediamento umano già dal 300 a.C. Nel nord, Coba era il capitale più influente. Le città più importanti comandavano sui piccoli centri pretendendo tributi sotto forma di lavoro o merci, come il cacao, tessuti e piume.

Calakmul fu una delle più importanti città del periodo classico

La base sociale della civiltà classica maya era costituita da una rete politica ed economica estesa che raggiunse tutta l'area e parte della grande regione mesoamericana. Le città predominanti del periodo classico erano situate nelle pianure centrali; durante questo periodo, gli altopiani del sud e le pianure del nord, possono essere considerate culturalmente, economicamente e politicamente periferiche rispetto a questa zona centrale.

I monumenti più importanti, a testimonianza di questo periodo storico, sono le piramidi mesoamericane e i palazzi che furono edificati nel centro delle grandi città. In questi anni l'uso della scrittura geroglifica sui monumenti si diffuse, lasciando una grande quantità di informazioni, comprese le registrazioni delle dinastie, delle alleanze e degli altri importanti avvenimenti politici del tempo. La scultura sulle steli di pietra si diffuse in tutta l'area e l'abbinamento di stele scolpite e di altari circolari sono considerati un segno distintivo della civiltà classica maya. Durante il periodo classico quasi ogni regno delle pianure meridionali sollevò steli nel suo centro cerimoniale. L'epigrafista David Stuart dapprima propose che i Maya considerassero le loro steli come "alberi di pietra", anche se poi rivide la sua interpretazione in "manifesti di pietra". Il principale obiettivo di una stele era quello di glorificare il proprio re.

I Maya intrapresero attività commerciali su lunga distanza: importanti vie correvano dal Rio Motagua al Mar dei Caraibi, poi a nord fino alla costa dello Yucatán. Un altro itinerario percorso si estendeva dal Verapaz lungo il Río de la Pasión verso il porto commerciale di Cancún; da lì, alcune rotte portavano all'est dell'attuale Belize, a nord del centro-settentrionale di Petén e poi verso il Golfo del Messico e la costa occidentale della penisola dello Yucatán. I prodotti elitari più frequentemente commerciati furono la giada, le ceramiche pregiate e le piume di quetzal, mentre quelli più semplici furono l'ossidiana, il sale e il cacao.

Fine del periodo classico

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Chichén Itzá fu la città più importante della regione settentrionale maya

Nel corso del IX secolo d.C., i Maya della regione centrale andarono incontro ad un grave collasso politico, segnato dall'abbandono delle città, dalla fine delle dinastie e da uno spostamento verso nord delle proprie attività. Questo declino fu accompagnato da una cessazione delle iscrizioni sui monumenti e delle grandi costruzioni. Non vi è nessuna teoria universalmente accettata che spieghi tutto ciò, ma si suppone che sia il risultato di una combinazione di cause, tra cui le frequenti guerre civili, la sovrappopolazione con il grave degrado ambientale conseguente e la siccità. Tuttavia, le città situate più a nord, come Chichén Itzá e Uxmal, mostrarono una maggiore vitalità e i principali insediamenti settentrionali continuarono ad essere abitati a lungo, anche dopo che le città delle pianure del sud andarono incontro al declino.

Vi sono prove che la popolazione Maya abbia superato la capacità dell'ambiente a supportarne fabbisogni; i fattori che contribuirono a ciò furono, tra gli altri, l'esaurimento del potenziale agricolo, la deforestazione e la caccia eccessiva. Sembra che i cambiamenti climatici abbiano portato ad un periodo di siccità della durata di ben 200 anni. L'organizzazione sociale dei Maya di questo periodo era basata sull'autorità del sovrano sui riti religiosi, piuttosto che sul controllo del commercio e della distribuzione alimentare. Questo modello di sovranità appare mal strutturato per rispondere ai cambiamenti, con il potere del re limitato agli adempimenti tradizionali. I governanti reagirono alla crisi intensificando attività come l'edilizia, i rituali e la guerra; azioni controproducenti che ebbero come unico risultato quello di esacerbare i problemi esistenti.

Nei secoli IX e X si verificò il collasso del sistema di dominio, basata soprattutto sulla potenza divina del re. Nel nord dello Yucatán, il singolo potere regio fu sostituito da un consiglio di governo formato da appartenenti all'élite. Nel sud dello Yucatán e nel Petén centrale, i regni andarono incontro a una diminuzione e si assistette a un rapido e profondo spopolamento delle città. Nel giro di un paio di generazioni, ampie fasce della zona centrale furono totalmente abbandonate. Il collasso influenzò una porzione relativamente ampia della zona sud, che comprendeva la penisola meridionale dello Yucatán, il nord del Chiapas e del Guatemala e la zona intorno Copán in Honduras. Le più grandi città avevano popolazioni che contavano dai 50 000 ai 120 000 abitanti. Entrambe le capitali e i loro annessi centri secondari furono abbandonati in un periodo lungo tra i 50 e i 100 anni.

Alla fine dell'VIII secolo, le continue guerre avevano messo a ferro e fuoco la regione Petexbatún di Petén, con un conseguente spopolamento di Dos Pilas e Aguateca. Una dopo l'altra, molte città scomparvero: gli ultimi monumenti edificati a Palenque, Piedras Negras e Yaxchilán sono stati datati tra il 795 e l'810; nel corso dei decenni successivi: Calakmul, Naranjo, Copán, Caracol e Tikal caddero nell'oblio. L'ultima data del Lungo Computo fu iscritta a Toniná nel 909. Le stele, elemento che caratterizzarono quest'epoca, non furono più sollevate e vagabondi si insediarono nei palazzi reali oramai abbandonati. Le rotte commerciali mesoamericane si spostarono, trascurando il Petén.

Periodo postclassico

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Zaculeu fu una capitale maya del periodo postclassico

Le grandi città che dominarono il Petén, caddero in rovina intorno al X secolo d.C. con l'inizio del crollo del periodo classico maya. Tuttavia, anche se ridotta di molto, una significativa presenza maya vi rimase anche negli anni successivi dopo l'abbandono delle principali città; la popolazione si concentrò particolarmente in prossimità delle fonti d'acqua permanenti e, a differenza di quello che avveniva precedentemente, nel periodo postclassico le terre abbandonate non venivano rapidamente occupate. Le attività si spostarono verso le pianure del nord e negli altopiani, probabilmente in seguito a un'immigrazione dalle pianure del sud. La città di Chichén Itzá, a partire dall'VIII secolo d.C., iniziò a crescere di prestigio, diventando quella che probabilmente fu la più grande, la più potente e la più cosmopolita di tutte le città maya. Durante l'XI secolo, Chichen Itza e i suoi vicini insediamenti andarono incontro ad un rapido declino. A questo punto, la regione dei Maya non possedeva più un'entità dominante e ciò si protrasse fino alla nascita della città di Mayapan nel XII secolo. Nuove città sorsero in prossimità delle coste del mare dei Caraibi e del Golfo e vennero a crearsi nuove reti commerciali.

Il periodo postclassico fu caratterizzato da una serie di cambiamenti che contraddistinsero le nuove città da quelle del precedente periodo classico. Esse furono edificate in zone più facilmente difendibili, come località collinari circondate da profondi burroni, con mura e fossi artificiali che completavano la protezione offerta dal terreno naturale. Difese murate sono state identificate in un certo numero di siti nel nord, tra cui: Chacchob, Chichén Itzá, Cuca, Ek Balam, Mayapan, Muna, Tulum, Uxmal e Yaxuná. Q'umarkaj, conosciuta anche come Utatlán, la capitale dell'aggressivo regno k'iche', fu una delle città che crebbe più rapidamente in questo periodo. Il potere dei Maya si affermò dallo Yucatán agli altopiani del Guatemala e fu organizzato da un consiglio comune. Tuttavia, in pratica uno dei membri del consiglio fungeva da capo supremo, con gli altri membri che si limitavano al ruolo di consulenti.

Mayapan fu un'importante città dell'epoca postclassica nella penisola nord dello Yucatán

Mayapan fu abbandonata intorno al 1448, dopo un periodo forti turbolenze politiche, sociali e ambientali che per molti aspetti ricordarono il crollo del periodo classico avvenuto nella regione meridionale. L'abbandono delle città fu seguito, nella penisola dello Yucatán, da un lungo periodo di guerra, che si concluse solo poco prima dell'arrivo degli spagnoli nel 1511. Anche se non vi fu una capitale regionale dominante, i primi esploratori spagnoli descrissero le città costiere come ricche e con fiorenti mercati.

Durante il tardo postclassico, la penisola dello Yucatán risultava suddivisa in una serie di province autonome caratterizzate da una cultura comune, ma che variavano nella loro organizzazione sociopolitica interna. Due delle province più importanti erano Mani e Sotuta, reciprocamente ostili. All'arrivo degli spagnoli, i regni della penisola dello Yucatán settentrionale più importanti comprendevano: Mani, Cehpech, Chakan, Ah Kin Chel, Cupul, Chikinchel, Ecab, Uaymil, Chetumal, Cochuah, Tases, Hocaba, Sotuta, Chanputun e Acalan. Vi erano anche un certo numero di regni che occupavano la parte meridionale della penisola e che, tra gli altri, comprendevano: Kejache, Itza, Ko'woj, Yalain, Chinamita, Icaiche, Manche Ch'ol e Mopan. Cholan Maya, di lingua Lakandon (da non confondere con i moderni abitanti del Chiapas), controllavano il territorio che si estendeva lungo gli affluenti del fiume Usumacinta nel Chiapas orientale e nel Petén sud-occidentale.

Alla vigilia della conquista spagnola, gli altopiani del Guatemala vantavano la presenza di diversi potenti stati maya. Nei secoli precedenti all'arrivo dei colonizzatori, K'iche' possedeva un piccolo impero che copriva gran parte delle alture occidentali e la vicina pianura costiera del Pacifico. Tuttavia, alla fine del XV secolo Kaqchikel si ribellò contro i loro ex alleati di K'iche' fondando un nuovo regno a sud-est con Iximche come capitale.

Periodo di Contatto e conquista spagnola

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Pagina tratta dal Lienzo de Tlaxcala che mostra la conquista spagnola di Iximche

Nel 1511, una caravella spagnola naufragò nei Caraibi e circa una dozzina di sopravvissuti approdarono sulla costa dello Yucatán, dove vennero fatti prigionieri da un signore maya; quasi tutti i prigionieri furono sacrificati, ma due furono risparmiati e uno di questi, nove anni più tardi, diventò l'interprete di Hernán Cortés. Dal 1517 al 1519 tre spedizioni spagnole separate esplorarono la costa dello Yucatán, impegnandosi in una serie di battaglie con gli abitanti autoctoni. Dopo che la capitale azteca Tenochtitlán cadde in mano degli spagnoli nel 1521, Hernán Cortés inviò Pedro de Alvarado dal Messico centrale in Guatemala, con: 180 cavalli, 300 fanti, 4 cannoni e migliaia di guerrieri alleati. La capitale del k'iche', Q'umarkaj, si arrese a Alvarado nel 1524. Poco dopo, gli spagnoli furono inviati a Iximche, la capitale del Kaqchikel. Le buone relazioni non durarono e la città fu abbandonata dopo pochi mesi. A ciò seguì, nel 1525, la caduta di Zaculeu e la capitale Mam Maya. A partire dal 1527 Francisco de Montejo e suo figlio, Francisco de Montejo il Giovane, intrapresero una lunga serie di campagne contro i regni della Penisola dello Yucatán e ne completarono la conquista della parte settentrionale nel 1546. Nel 1697, Martín de Ursúa lanciò un assalto contro la capitale Itza Tayasal, l'ultima rimanente città indipendente maya, che capitolò ben presto.

Persistenza della cultura maya

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A seguito della conquista spagnola, la maggior parte delle caratteristiche della civiltà maya andò scomparendo. Tuttavia, molti insediamenti rimasero distanti dalle autorità coloniali spagnole e alcuni poterono continuare a vivere autonomamente, così che le comunità e i nuclei familiari maya hanno potuto mantenere la loro vita tradizionale quotidiana. La dieta mesoamericana a base di mais e fagioli è continuata, anche se la produzione agricola è andata incontro ad un miglioramento grazie all'introduzione di utensili in acciaio. I mestieri tradizionali come la tessitura, la ceramica e la lavorazione dei vimini, continuarono ad essere intrapresi e anche le attività commerciali perdurarono a lungo dopo la conquista. A volte, l'amministrazione coloniale incoraggiò l'economia tradizionale al fine di ricavare tributi sotto forma di ceramiche o tessuti di cotone, pretendendo tuttavia che si adattassero al gusto europeo. Le credenze dei Maya e il loro linguaggio si sono dimostrati resistenti al cambiamento, nonostante gli sforzi vigorosi dei missionari cattolici. Il calendario rituale Tzolkin di 360 giorni continua ad essere in uso nelle moderne comunità maya negli altopiani del Guatemala e del Chiapas e milioni di parlanti la lingua maya abitano il territorio in cui i loro antenati svilupparono la loro civiltà.

Studi sulla civiltà maya

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Disegno di Frederick Catherwood delle rovine di Uxmal

I missionari cattolici scrissero resoconti dettagliati dei Maya, a sostegno dei loro sforzi di evangelizzazione e dell'assorbimento di questa popolazione nell'impero spagnolo, lasciando dettagliate descrizioni delle rovine che trovarono nello Yucatán e in America Centrale. Nel 1839 il viaggiatore e scrittore statunitense John Lloyd Stephens, visitò un certo numero di siti maya con l'architetto e disegnatore inglese Frederick Catherwood. I loro racconti illustrati delle rovine suscitarono un forte interesse popolare che portò la civiltà maya all'attenzione del mondo. Durante il XIX secolo si è vista la catalogazione e il recupero dei reperti etnostorici e i primi studi per decifrare i geroglifici.

Fotografia del 1892 del Castillo a Chichen Itza di Teoberto Maler

Negli ultimi due decenni del XIX secolo, nella regione maya, furono utilizzate le tecniche della moderna archeologia scientifica grazie al meticoloso lavoro di Alfred Maudslay e Teoberto Maler. All'inizio del XX secolo, il Museo Peabody di archeologia ed etnologia sponsorizzò gli scavi di Copán e quelli della penisola dello Yucatán. Nei primi due decenni del XX secolo vennero svolti notevoli progressi nella decifrazione del calendario maya e nell'identificazione delle divinità, delle date e dei concetti legati alla religione. Dal 1930 in poi, il ritmo dell'esplorazione archeologica aumentò fortemente, con scavi effettuati su larga scala in tutta la regione dei Maya.

Nel 1960, lo studioso John Eric Sidney Thompson promosse la teoria che vedeva le città maya come centri cerimoniali essenzialmente vuoti che servivano una popolazione dispersa nella foresta e una civiltà governata da pacifici sacerdoti-astronomi. Queste idee iniziarono ad essere confutate in seguito ai maggiori progressi della decifrazione della scrittura, realizzati grazie a Heinrich Berlin, Tat'jana Proskurjakova e Jurij Knorozov. Tali testi rivelarono le attività bellicose dei re maya del periodo classico e la visione di essi come una civiltà pacifica non poté più essere sostenuta. Alcuni ulteriori studi dettagliati sull'urbanistica cittadina, rivelarono testimonianze della presenza di grandi popolazioni, ponendo fine al modello che sosteneva un centro cerimoniale vuoto.

Religione e mitologia

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Il quetzal
Quetzal in Costa Rica

Il quetzal (Phromachrus mocinno) è un piccolo uccello che vive nell'America centrale e nel Messico meridionale e vive nelle foreste tropicali. Le scintillanti penne della sua coda verde simboleggiano il germoglio della pianta primaverile, ed erano venerate dagli Aztechi e dai Maya. I Maya in particolare consideravano il quetzal come rappresentante della libertà e della ricchezza a causa della leggenda secondo cui morivano se messi in cattività. I governanti mesoamericani e alcuni nobili di alto rango indossavano diademi creati con piume di quetzal, collegandoli simbolicamente alla divinità Quetzalcoatl, il serpente piumato. Nell'antica cultura Maya, le piume di quetzal erano considerate così preziose da essere utilizzate addirittura come mezzo di scambio. Per questa ragione nella Piramide di Kukulcan e in molte altre piramidi dei Maya, viene riprodotto il canto al battere delle mani.

In comune con le altre popolazioni del Mesoamerica, i Maya credevano in un regno soprannaturale abitato da una serie di potenti divinità, le quali dovevano essere placate con offerte cerimoniali e pratiche rituali. C'erano stati parecchi mondi: ognuno era perito in un diluvio e si attendeva un altro diluvio. L'universo maya, come quello manicheo, era travagliato dalla perenne lotta fra le potenze del male e del bene. Il bene portava la pioggia, la fertilità e l'abbondanza; il male portava la siccità, gli uragani e le guerre. Al centro della pratica religiosa maya vi fu il culto degli antenati defunti, ovvero coloro che avrebbero agito da intermediari tra i loro discendenti viventi con gli abitanti del regno sovrannaturale. I primi intermediari tra l'uomo e il regno soprannaturale, erano comunque gli sciamani. Quando la civiltà maya si sviluppò, la classe élitaria codificò i concetti generali della religione, assunse il ruolo di intermediario principale verso il regno degli dei e creò i presupposti divini che giustificavano il suo diritto a governare. Nel periodo tardo preclassico, l'apice di questo processo fu rappresentato dalla combinazione del massimo potere politico e religioso concentrati nel re divino: Ajaw k'uhul. Anche se è difficile ricostruire l'insieme delle credenze attraverso l'archeologia, alcune pratiche rituali hanno lasciato tracce fisiche. Tra di esse vi sono i depositi degli ornamenti rituali, i santuari e le sepolture con il loro corredo di offerte funerarie. Inoltre, l'arte maya, l'architettura e gli scritti hanno permesso di aiutare gli studiosi nella ricostruzione di queste antiche credenze; tutti questi elementi possono essere combinati con le fonti etnografiche, comprese le registrazioni delle pratiche religiose del popolo maya fatte dagli spagnoli durante la conquista.

I Maya possedevano una visione del cosmo come una realtà altamente strutturata; vi erano tredici livelli nei cieli e nove livelli negli inferi; il mondo mortale occupava una posizione tra il cielo e l'inferno. Ogni livello possedeva quattro punti cardinali associati con un colore diverso. Le principali divinità erano caratterizzate da aspetti associati a queste direzioni e colori; a nord vi era il bianco, ad est il rosso, a sud il giallo e ad ovest vi era nero.

Credenze sulle forze soprannaturali influenzavano ogni aspetto della vita dei Maya, dalle più semplici attività giornaliere, come la preparazione dei cibi, alle attività commerciali, alla politica e alle attività dedicate all'élite. Le divinità maya disciplinavano tutti gli aspetti del mondo, visibili e invisibili. I sacerdoti appartenevano ad un gruppo chiuso che attingeva i suoi membri ad un'élite stabilita; all'inizio del periodo classico essi si occupavano di trascrivere nei loro libri geroglifici rituali sempre più complessi, osservazioni astronomiche, cicli calendariali, appunti di storia e racconti di mitologia. I sacerdoti celebravano cerimonie pubbliche che comprendevano: feste, salassi, incenso, musica, danze rituali e, in certe occasioni, il sacrificio umano. Durante il periodo classico, il sovrano maya era considerato il sommo sacerdote e quindi il contatto diretto tra i mortali e gli dei. È molto probabile che, tra la gente comune, lo sciamanesimo continuasse parallelamente alla religione ufficiale di stato. Nel periodo postclassico, l'enfasi religiosa era cambiata; vi fu un aumento nel culto delle immagini delle divinità e un ricorso più frequente alla pratica del sacrificio umano.

Il sacrificio umano

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Il sangue era considerato come una potente fonte di nutrimento per le divinità Maya e un fatto necessario affinché si mantenesse l'equilibrio del cosmo, pertanto il sacrificio di una creatura vivente era un'importante offerta di sangue. Per estensione, il sacrificio di una vita umana poteva essere l'offerta definitiva di sangue agli dei e così i più importanti riti maya culminavano nel sacrificio umano. Solitamente venivano sacrificati solo prigionieri di guerra di alto rango sociale, mentre i prigionieri di più basso lignaggio erano destinati al lavoro come schiavi.

Talvolta, i Maya ricorrevano anche all'auto sacrificio, da cui non era esente nemmeno la classe elitaria. Sovente i re ferivano il proprio pene in una sorta di circoncisione, tramite punte di pietra, come sacrificio di sangue. Il gesto non era certamente simbolico, affinché il sacrificio fosse valido era necessario lo spargimento di elevate quantità di sangue.

Alcuni importanti rituali, come l'inizio di grandi progetti edili o l'incoronazione di un nuovo sovrano, richiedevano un'offerta umana. Il sacrificio di un re nemico era l'offerta più pregiata e un tale sacrificio si esplicitava con la decapitazione del sovrano prigioniero in una sorta di rievocazione rituale della decapitazione del dio maya del granoturco da parte degli dei della morte. Nell'anno 738 d.C., il re vassallo K'ak' Tiliw Chan Yopaat di Quiriguá catturò il suo signore, Uaxaclajuun Ub'aah K'awiil di Copán e pochi giorni dopo lo fece decapitare secondo il rito. Il sacrificio per decapitazione è raffigurato in alcune opere d'arte del periodo classico maya e talvolta avveniva dopo una lunga tortura. Il mito degli Eroi Gemelli, raccolta nel Popol Vuh, racconta come una coppia di gemelli fosse stata decapitata dai loro avversari, i signori di Xibalba al gioco della palla.

Nel corso del periodo postclassico, la forma più comune di sacrificio umano consisteva nell'estrazione del cuore, pratica che ebbe sicuramente influenza dal metodo usato dagli Aztechi nella Valle del Messico. Tale rituale solitamente aveva luogo nel cortile di un tempio o sulla cima di una piramide. A seconda dell'esatto tipo di rituale, il cadavere poteva essere scuoiato dagli assistenti dei sacerdoti, fatta eccezione per le mani e i piedi. Il sacerdote officiante avrebbe quindi rimosso il suo abbigliamento rituale per vestirsi della pelle della vittima sacrificale prima di eseguire una danza rituale che simboleggiava la rinascita della vita.

Divinità

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L'albero sacro dei maya
La ceiba

La ceiba è un albero delle regioni tropicali che può raggiungere dimensioni ragguardevoli, a volte anche più di 70 metri. Questo albero era considerato sacro dai maya. Esso simboleggiava l'axis mundi che collega i piani degli Inferi e il cielo con quello del regno terrestre. Proprio per l'importanza che questo albero rivestiva, veniva piantato nelle piazze delle città.

I Maya credevano in una grande varietà di divinità, entità soprannaturali e forze sacre. Essi usavano interpretare estensivamente ciò che ritenevano sacro e identificavano gli dei con specifici eventi, vi erano anche divinità con una speciale giurisdizione sui periodi cronologici in cui era diviso il tempo, altre ancora erano riservate a ciascun giorno separatamente e ogni numerale aveva il suo dio. L'interpretazione delle divinità maya era intrinsecamente legata al calendario, all'astronomia e alla loro visione del mondo. L'importanza di una divinità, le sue caratteristiche e le sue associazioni, variavano in base al movimento dei corpi celesti. L'interpretazione sacerdotale delle osservazioni astronomiche e dei libri era dunque un aspetto cruciale, dal momento che era compito del sacerdote indicare a quale divinità dedicare il rito propiziatorio, quando dovevano essere eseguite le corrette cerimonie e quale sarebbe stata un'offerta adeguata. Ogni dio possedeva quattro manifestazioni, associate alle direzioni cardinali, ognuna identificata con un colore diverso. I Maya erano caratterizzati anche da un radicato dualismo di giorno-notte/vita-morte.

Itzamnà in una rappresentazione del periodo classico Maya

Itzamnà era il dio creatore, ma egli incarnava anche il cosmo ed era allo stesso tempo il dio del sole, è rappresentato come un sereno vegliardo dal prominente naso. K'inich Ahau, giorno di sole, era uno dei suoi aspetti. I re maya spesso si identificavano con K'inich Ahau. Itzamnà possedeva anche un aspetto notturno, il giaguaro notturno, che rappresenta il sole nel suo viaggio attraverso gli inferi.

I quattro Pawatuns sostenuto agli angoli del regno mortale nei cieli, Bakabs eseguiva la stessa funzione. Bakabs vantava decine di altre forme, oltre alle solite quattro, che tuttavia non sono state ben comprese.

Urna di terracotta (un bruciatore di incenso) di Chaac, XII-XIV secolo

I quattro Chaacs erano dèi della tempesta, i quali controllavano i tuoni, i fulmini e le piogge. I nove signori della notte governavano ognuno uno dei regni degli inferi. Altre divinità importanti includevano la dea della luna, il dio del mais e i Eroi Gemelli. Il dio Chaac (o Chac) è una variante del dio drago e presenta: un naso cascante, pupille a forma di spirale, zanne ricurve e serpentine ed impugna un'ascia o una torcia (da lui dipende la pioggia o la siccità). Nello Yucatán lo troviamo sotto forma di mascherone geometrico.

Il Popol Vuh è stato scritto in caratteri latini durante i primi tempi coloniali e fu probabilmente la trascrizione di un libro geroglifico composto da un ignoto nobile K'iche'. Si tratta di una delle opere più importanti della letteratura indigena delle Americhe. Il Popol Vuh racconta il mito della creazione del mondo, la leggenda degli Eroi Gemelli e la storia del regno postclassico k'iche'. Le divinità descritte nel Popol Vuh includono Hun-Hunahpu, K'iche', il dio del mais e una triade di divinità che includevano Huracan, la dea della luna Auilix e il dio della montagna Jacawitz.

Kukulkan

In comune con le altre culture mesoamericane, i Maya adoravano la divinità del serpente piumato. Tale culto era raro durante il periodo classico, ma a partire dal postclassico si diffuse sia nella penisola dello Yucatán che negli altopiani del Guatemala. Nello Yucatán, il serpente piumato era la divinità Kukulkán, secondo la leggenda K'iche' era Gukumatz. Kukulkán traeva le sue origini dal serpente della guerra del periodo classico, Waxaklahun Ubah Kan, ciò nonostante esso era stato fortemente influenzato dal culto di Quetzalcoatl del Messico centrale. Allo stesso modo, Q'uq'umatz aveva un'origine varia, che univa le caratteristiche del messicano Quetzalcoatl con gli aspetti di Itzamná del periodo classico.

Il calendario maya

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Il Calendario maya veniva utilizzato dai Maya e da altri popoli dell'America Centrale (Aztechi e Toltechi). Si tratta di un calendario basato su più cicli di durata diversa:

  • il ciclo Tzolkin aveva una durata di 260 giorni;
  • il ciclo Haab aveva una durata di 360 giorni, più i "cinque giorni fuori dal tempo";
  • il Lungo computo indicava il numero di giorni dall'inizio dell'era maya.

Il cicloTzolkin

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Il cicloTzolkin, lungo 260 giorni, era un calendario religioso basato su due cicli più brevi, uno di 13 giorni e un altro di 20. La combinazione di questi due cicli formava un ciclo di 260 giorni (13×20 = 260), il ciclo Tzolkin appunto. Ogni giorno entrambi i cicli avanzavano di uno. Il primo ciclo seguendo una sequenza numerata da 1 a 13, mentre il secondo seguendo una sequenza di nomi: Ahau, Imix, Ik, Akbal, Kan, Chicchan, Cimi, Manik, Lamat, Muluc, Oc, Chuen, Eb, Ben, Ix, Men, Cib, Caban, Etznab, Caunac. La sequenza risultante era quindi: 1 Ahau, 2 Imix, 3 Ik, 4 acbalas, .... Arrivati a 13 Eb, si riprendeva a contare da 1, ma la successione dei nomi continuava: 1 Ben, 2 Ix, 3 Men, ecc... . Allo stesso modo, terminata la serie dei nomi con il 7 Caunac, si ripartiva da Ahau senza azzerare la numerazione: 8 Ahau, 9 Imix, 10 Ik, e così via. Quindi i giorni con lo stesso nome non si succedevano con una numerazione progressiva, come accade nei calendari in cui i giorni sono raggruppati per mese, ma secondo la posizione che occupa di 13 giorni, la sequenza quindi era: 1, 8, 2, 9, 3, 10, 4, 11, 5, 12, 6, 13, 7. I giorni con lo stesso nome e lo stesso numero si ripresentavano quindi dopo un intero ciclo Tzolkin, cioè ogni 260 giorni (essendo 260 il minimo comune multiplo tra 13 e 20).

Il ciclo Haab'

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Il ciclo Haab', lungo 360 giorni, era un calendario civile legato al ciclo delle stagioni. Era composto da 18 "mesi" di 20 giorni. I mesi avevano i seguenti nomi: Pop, Uo, Zip, Zotz, Tzec, Xul, Yaxkin, Mol, Chen, Yax, Zac, Ceh, Mac, Kankin, Muan, Pax, Kayab, Cumku. A questi si aggiungevano 5 giorni chiamati Uayeb, con i quali si raggiungeva la durata di 365 giorni. Questi 5 giorni erano considerati particolarmente sfortunati.

I giorni del mese erano numerati da 0 a 19; i maya infatti conoscevano l'uso dello zero, prima che venisse utilizzato indipendentemente in India.

Le date del ciclo Haab e quelle del ciclo Tzolkin ritornavano a corrispondere tra loro ogni 52 cicli Haab, pari a 73 cicli Tzolkin, pari a 18.980 giorni; 18.980 (52 anni) è infatti il minimo comune multiplo tra 365 e 260. Il giorno iniziale di questo periodo era il 4 Ahau (Tzolkin) 8 Cumku (Haab).

Il Lungo computo

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Non si usava numerare gli "anni" né del ciclo Tzolkin, né del ciclo Haab. Invece si utilizzava il Lungo computo: una numerazione progressiva dei giorni in un sistema di numerazione posizionale misto in base 13, 18 e 20. Precisamente si trattava di un numero di cinque "cifre": la prima (quella delle "unità") in base 20, la seconda (le "decine") in base 18, la terza e la quarta di nuovo in base 20, la quinta in base 13. Queste "cifre" si scrivono da sinistra a destra, come per i numeri arabi; nella notazione moderna, si scrivono i numeri corrispondenti separati da punti, ad esempio 12.19.13.7.18 (corrispondente al 4 luglio 2006).

Il ciclo completo del Lungo computo era quindi di 20×18×20×20×13 = 1 872 000 giorni (circa 5125 anni), ed era multiplo del ciclo Tzolkin di 260 giorni. Le prime quattro cifre si contavano a partire da 0 (quindi la seconda andava da 0 a 17, le altre da 0 a 19), la quinta invece andava da 1 a 13, con il 13 avente la funzione di zero. Il primo giorno del lungo computo era il 13.0.0.0.0, data che è ripetuta il 21 dicembre 2012.

L'unità più piccola del Lungo computo era il giorno, detto K'in.

I periodi dopo i quali si ripeteva ciascuna cifra avevano i seguenti nomi:

  • 20 giorni (prima cifra): uinal;
  • 360 giorni (seconda cifra, 18 × 20 = 360): tun;
  • 7 200 giorni (terza cifra, 20 × 360 = 7 200): k'atun;
  • 144 000 giorni (quarta cifra, 20 × 7 200 = 144 000): b'ak'tun;
  • la quinta cifra si ripete dopo il ciclo completo di 1 872 000 giorni (13 × 144 000 = 1 872 000).

Secondo i Maya, ciascun ciclo del Lungo computo corrisponde ad un'era del mondo; il passaggio da un'era all'altra è segnata dunque da un cambiamento positivo preceduto da eventi più o meno significativi. Il quarto ciclo è iniziato l'11 agosto 3114 a.C. e si è concluso il 21 dicembre 2012, data di inizio del nuovo ciclo.

Il Lungo computo dei calendari mesoamericani è alla base di una credenza New Age, che un cataclisma sarebbe dovuto avvenire il giorno 21 dicembre 2012 o in vicinanza ad esso, una previsione considerata sbagliata dalla corrente principale degli studiosi degli antichi Maya.

Architettura

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Le città Maya mostrano spesso elementi di stili architettonici distintivi che corrispondono alle differenze regionali in diversi momenti nel tempo. Gli stili architettonici includono:

  1. Sud-Est: con una grande quantità e qualità di monumenti scolpiti e iscrizioni geroglifiche. Gli edifici hanno muri molto larghi, stanze strette con falsi archi maya a gradoni e facciate in parte ricoperte da sculture in pietra e stucco. Esempio: Copán in Honduras; Tazumal e San Andrés in El Salvador.
  2. Petén centrale: piramidi molto inclinate, templi con creste alte e cave sopra le stanze posteriori, palazzi a due piani con pareti larghe, stanze strette e falsi archi maya bassi. Esempio: Tikal in Guatemala, Xunantunich, Uaxactun, El Mirador
  3. Usumacinta: edifici tipo tempio su elevazioni naturali (non piattaforme piramidali) con pareti larghe, stanze strette, alti falsi archi Maya e creste a doppia parete con nicchie. Esempio: Yaxchilán in Messico.
  4. Nordovest: Edifici con eleganti sculture in stucco e pietra scolpita. Piccoli edifici con grandi stanze e alti falsi archi Maya. Le aperture (spazi vuoti nelle pareti) sono ampie, conferendo agli interni luce e ventilazione. Esempio: Palenque e Comalcalco in Messico.
  5. Río Bec: Edifici con torri parallele, angoli arrotondati e scale simboliche (le scale sono quasi verticali e impossibili da salire. Il tempio ha una semplice fessura come porta). La decorazione comprende maschere a forma di animali e disegni geometrici. Esempi: Becán , Xpuhil e Chicanná in Messico.
  6. Chenes: Elementi simili si trovano qui negli stili Río Bec e Puuc. I suoi edifici hanno la facciata in tre parti e le decorazioni formano maschere di animali sulle porte. Usavano anche pietre sporgenti sulle modanature per posizionare statue, stemmi murali e maschere Chaac. Esempi: Dzibilnocac, Hochob, Edzná, Chicanna e El Tabasqueño in Messico.
  7. Stile Puuc
    Porta della Piramide dell'indovino a Uxmal. Un esempio elaborato di stile Puuc
    : Il primo stile presenta molteplici porte formate da colonne, aperture strette e finiture grezze. Esempi: Kabáh, Messico. Nello stile tardo le finiture sono migliori e molto raffinate, la decorazione nella parte superiore dell'edificio comprende disegni geometrici, maschere Chaac negli angoli e nelle porte. Ma anche per la presenza del cosiddetto arco maya, tipico di questo stile e ben visibile in alcuni edifici di Uxmal. Si caratterizza per preferire la costruzione di edifici lunghi a quelli alti e per la costruzione di palazzi di molte stanze. Esempi: Sayil, Kabah e Labna in Messico.
  8. Pianure nordoccidentali:
    Il serpente piumato alla base della scalinata della piramide di Kukulkan a Chichén Itzá
    Con due stili architettonici: lo stile Maya di Chichén mostra somiglianze con il tardo stile Puuc. I Maya Toltechi comprendono piramidi di templi, cortili con colonne, cortili di gallerie e piattaforme di Venere. La decorazione utilizza serpenti, aquile, Chac Mool, giaguari e disegni floreali. Esempio: Chichén Itzá in Messico.
  9. Costa orientale: Mostra piccoli siti archeologici, figure del dio discendente, nicchie e profili umani tra le cornici angolari. Gli angoli degli edifici presentano pareti inclinate verso l'esterno. Esempio: Tulum in Messico.

Tipologia di architetture

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Le Piattaforme cerimoniali erano comunemente piattaforme calcaree, alte meno di quattro metri, dove venivano eseguite cerimonie pubbliche e riti religiosi. Costruite alla maniera di una tipica piattaforma di fondazione, erano spesso dotate di figure scolpite, altari e forse tzompantli, un palo usato per mostrare le teste delle vittime o degli avversari sconfitti del gioco della palla mesoamericana.

Resti del palazzo di Sayil, Yucatán

Grandi e spesso riccamente decorati, i palazzi di solito si trovavano vicino al centro di una città e ospitavano l'élite della popolazione. Ogni palazzo reale estremamente grande, o costituito da molte camere su diversi livelli, poteva essere definito un'acropoli. Tuttavia, spesso questi erano a un solo piano e consistevano in piccole stanze e in genere almeno un cortile interno; queste strutture sembravano tenere conto della necessaria funzionalità richiesta ad una residenza, nonché della decorazione richiesta per la statura dei suoi abitanti. Gli archeologi sembrano concordare sul fatto che molti palazzi ospitano diverse tombe.

Gruppo E è una classificazione data dai Maya a certi complessi di strutture presenti in un certo numero di siti ubicati nelle pianure Maya centrali e meridionali (ad esempio, la regione di Petén). I complessi di questo tipo sono costituiti da una struttura principale piramidale a gradoni, situata sul lato occidentale di una piazza o piattaforma quadrilatera. Lungo il lato orientale della piazza, con andamento nord-sud, compare una struttura rialzata ma piuttosto allungata; una variante ha tre tumuli del tempio più piccoli in cima o in sostituzione di questa piattaforma, al centro di queste sottostrutture poste direttamente di fronte alla struttura principale. Spesso, altre due strutture sussidiarie compaiono rispettivamente sui lati nord e sud della piazza. La struttura principale occidentale è tipicamente terrazzata (cioè ha più livelli), con scale incassate su ciascuno dei suoi quattro lati, con solo la scala orientale, che conduce dalla piazza, che fornisce accesso alla sommità. Le scale hanno grandi balaustre che sporgono dalla piramide, decorate con grandi mascheroni in stucco e pannelli artistici. In altri esempi, ritenuti di epoca successiva, manca questa configurazione a scalinata quadripartita.

I Gruppi triadici sono costituiti da una piattaforma sopraelevata (un'ampia acropoli o una ripida piramide) con una scala monumentale, con un edificio centrale di fronte alle scale e due strutture laterali che si fronteggiano su entrambi i lati della piattaforma. Questo complesso formale è stato attribuito alla ricreazione terrena del "Focolare Celeste" (l'odierna costellazione di Orione), o palcoscenico per i rituali di intronizzazione. Più recentemente i gruppi triadici sono stati interpretati come santuari che commemoravano la resurrezione del dio del mais sulla montagna fiorita. Tali complessi comparvero durante il tardo preclassico e diminuirono gradualmente di numero fino alla loro scomparsa nel primo postclassico.

Tikal, piramide del tempio con cresta prominente sul tetto

Spesso i santuari più importanti si trovavano in cima a imponenti piramidi, alcune di oltre 60 metri, come quella di El Mirador. Il santuario in cima era comunemente sovrastato da una cresta o da un pettine del tetto. Mentre recenti scoperte indicano l'uso estensivo delle piramidi come tombe, i templi stessi sembrano contenere raramente, se non mai, sepolture.

El Caracol, l'Osservatorio, Chichen Itza, Messico

I Maya erano acuti astronomi e avevano mappato le fasi degli oggetti celesti, in particolare il Sole, Venere e la Luna. Molti templi hanno porte e altre caratteristiche che si allineano agli eventi celesti. I templi rotondi, spesso dedicati a Kukulkán, sono forse quelli descritti più spesso come "osservatori" dalle moderne guide turistiche. È ormai noto, tuttavia, che molti edifici di diverso tipo e uso erano orientati su basi astronomiche, per lo più verso albe e tramonti in date specifiche. Le date registrate sono concentrate in quattro stagioni agrarie significative e tendono ad essere separate da multipli di periodi elementari del sistema calendariale (13 e 20 giorni), suggerendo che gli orientamenti consentivano l'uso di calendari osservativi destinati a facilitare una corretta programmazione delle attività agricole e attività cerimoniali associate. Sebbene la maggior parte dei più importanti edifici Maya fossero orientati sulla base di criteri astronomici, le loro funzioni primarie erano religiose, residenziali o amministrative; l'etichetta "osservatorio" applicata a qualsiasi tipo strutturale è quindi difficilmente giustificabile.

Grande campo del gioco della palla a Chichen Itza
Dettaglio di un affresco di Tepantitla mostrante una gara su un campo da gioco aperto alle estremità, il campo è rappresentato dalle linee orizzontali parallele.

Come aspetto integrante dello stile di vita mesoamericano, i campi per il gioco rituale della palla (pelota) venivano costruiti in tutto il regno Maya, spesso su larga scala. I campi di gioco erano delimitati da due lunghi muri. I campi costruiti in precedenza nella storia Maya (come a Cobá) avevano i lati inclinati, mentre quelli costruiti più tardi (come a Chichén Itzá) li avevano verticali. Frequentemente, le estremità erano racchiuse in modo da creare una corte a forma di I se vista dall'alto. Quando i Maya giocavano nei campi, la palla era realizzata in gomma piena e a volte aveva un diametro di 30 centimetri. Veniva passata tra squadre schierate alle estremità opposte del campo. I giocatori potevano colpirla solo con le ginocchia o i fianchi, proprio come il calcio di oggi. I punti venivano segnati quando gli avversari non riuscivano a restituire la palla correttamente. Nel Messico centrale, e in epoca tarda nello Yucatán, c'erano degli anelli di pietra collocati in alto nelle pareti laterali del campo di gioco. Era considerato un trionfo particolare, per un giocatore, far passare la palla attraverso l'anello.

Ci sono anche siti rupestri importanti riconducibili ai Maya. I siti delle grotte Maya includono la Grotta di Jolja, il sito della grotta di Naj Tunich, le Grotte di Candelaria e la Grotta della Strega. Ci sono anche miti sulla creazione di caverne tra i Maya. Alcuni siti rupestri sono ancora utilizzati dai moderni Maya negli altopiani del Chiapas in Messico. Alcune di queste grotte erano completamente o parzialmente artificiali.

Siti archeologici

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Messico

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  • 16.703889-91.0651 Bonampak — Immerso nella giungla del Chiapas, Bonampak è sfuggito all'interesse europeo per secoli. È meglio conosciuto per i suoi murali colorati che descrivono la storia della città e l'interazione con le altre città-stato Maya.
  • 18.517-89.4662 Becan (Xpujil) — Città fortificata con mura e fossato, nota per la costruzione compatta e l'architettura del Rio Bec.
  • 18.105-89.8105563 Calakmul — Una delle due superpotenze Maya insieme a Tikal durante il periodo classico. La rivalità con Tikal fu intensa, con entrambe le città-stato e i loro vassalli impegnati in vere e proprie guerre per molti secoli.
La piramide di Chichen Itza
  • 20.683056-88.5686114 Chichén Itzá — Probabilmente il sito archeologico Maya più popolare tra i turisti. Era una delle più grandi città Maya e incorporava una vasta gamma di stili architettonici.
  • 20.492691-87.72635 Cobá — Grandi rovine di città a circa 30 km nell'entroterra di Tulum, note per la sua vasta rete di sacbeob, un sistema di sentieri lastricati rialzati che funzionava come un sistema autostradale interstatale tra le città-stato Maya. Il sito risale al 300 a.C. circa.
  • 18.280669-93.2073896 Comalcalco — Sito interessante il cui stile architettonico è simile a Palenque. Probabilmente raggiunse il suo apice intorno al 900 d.C.
  • 19.59677-90.2290837 Edzna — Un sito impressionante nello stato di Campeche, con un lungo periodo di occupazione che spazia dal periodo preclassico a quello postclassico.
  • 20.89249-88.135968 Ek' Balam — Ampio sito archeologico maya che fu la sede del re Ukit Kan Lek Tokʼ. La sua tomba ben conservata nella piramide più grande del sito è la caratteristica più nota del sito.
  • 20.931389-89.0177789 Izamal — Città sacra e luogo di pellegrinaggio tra i fedeli Maya. Due grandi templi, uno dedicato al dio del sole Kinich Kak Moo e un altro al creatore Itzamatul, sono ancora in piedi e visibili da grande distanza.
  • 14.93-92.1810 Izapa — Il più antico dei principali siti Maya del Messico, risalente al 1500 a.C., ma in gran parte in rovina con poco da vedere. Vicino al confine con il Guatemala.
  • 20.24922-89.6471111 Kabah — Sito più piccolo noto per la Codz Poop, uno straordinario muro di maschere dal muso lungo che si pensa venisse utilizzato per l'illuminazione.
  • 20.63031-89.4605812 Mayapan — Dopo la caduta di Chichén Itzá nel XIII secolo, un gruppo di Maya Itza cercò una nuova casa finché non si stabilirono a Mayapan. Un gran numero di Itza seguirono tra il 1263 e il 1283, trasformando Mayapan nella città più potente dello Yucatan settentrionale (per un po').
  • 17.483978-92.04632813 Palenque — Palenque era una città di medie dimensioni che conteneva alcune delle più belle opere d'arte e architettura Maya. È uno dei siti archeologici più studiati.
  • 16.901219-92.00967514 Toniná — Una città-stato aggressiva e guerrafondaia nella regione Maya occidentale che è stata rivale di Palenque per gran parte della sua storia.
  • 20.214722-87.42888915 Tulum — Uno dei siti costieri meglio conservati e una delle ultime città ad essere costruita. Serviva come il porto principale di Coba. Giada, rame, oro, ossidiana, sale e tessuti venivano tutti commerciati sulle rive di Tulum.
Arco maya di Uxmal
  • 20.359444-89.77138916 Uxmal — Considerato lo stile architettonico più caratteristico dello Yucatan, Uxmal prosperò tra il VII e il X secolo.
  • 20.578056-87.11916717 Xcaret — Un attivo porto di navigazione e commercio sulla costa orientale della penisola dello Yucatan. Alcune delle strutture originali sono state avvolte in un parco ecoturistico.
  • 16.9-90.96666718 Yaxchilan — Grande città-stato immersa nella giungla sul fiume Usamacinta, lungo il confine con il Guatemala. Sito remoto e ben conservato con diversi templi importanti.
Un vaso per scimmie proveniente dalla grotta di Actun Tunichil Muknal.
  • 17.189878-88.4976519 Actun Tunichil Muknal. La grotta contiene resti di scheletri, alcuni dei quali erano vittime di sacrifici, e ceramiche elaborate del periodo preclassico (700-900). Actun Tunichil Muknal su Wikipedia Actun Tunichil Muknal (Q344570) su Wikidata
  • 17.75-88.33333320 Altun Ha — Il manufatto più famoso scoperto ad Altun Ha è stato il "gioiello della corona del Belize", la testa di giada del dio del sole Maya Kinich Ahau. Uno dei più grandi tesori nazionali del paese, la testa di giada appare su quasi tutte le banconote del Belize.
  • 16.763928-89.11759221 Caracol — Inizialmente uno stato cliente di Tikal, Caracol divenne famoso a partire dall'inizio del VII secolo. Durante il suo periodo d'oro, Caracol ospitava una popolazione più del doppio di quella di Belize City, la città più grande del moderno Belize, e copriva un'area molto più ampia.
  • 17.752567-88.65446922 Lamanai — Famoso per un trio di templi: il Tempio del Giaguaro, il Tempio della Maschera e il Tempio Alto. Sono tutti abbastanza ben conservati, anche se devono affrontare la continua battaglia per essere coperti dalla fitta vegetazione della giungla.
  • 16.281111-88.96523 Lubaantun — Emerso durante il tardo periodo classico. Ciò che distingue Lubaantun dagli altri siti è la sua architettura insolita, con l'ardesia nera come materiale principale utilizzato al posto della pietra calcarea, e la sua vasta collezione di piccole figurine in ceramica.
  • 17.083889-89.13388924 Xunantunich — La struttura più conosciuta del sito è "El Castillo", la seconda piramide più alta del Belize. Xunantunich prosperò per circa un secolo in più rispetto ai siti vicini.
Tempio Tikal I, noto anche come Tempio del Grande Giaguaro.
  • 16.411944-90.18833325 Aguateca — Paragonata a Pompei per la straordinaria conservazione del modo in cui vivevano le persone comuni in epoca Maya.
  • 16.0156-90.024526 Cancuén — Sito del palazzo più grande del mondo Maya, una struttura a 3 piani che comprende 23.000 piedi quadrati con 170 stanze e 11 cortili. Abbandonato intorno all'800 d.C.
  • 17.75505-89.92043127 El Mirador — Un vasto sito Maya preclassico che fu abbandonato alla fine del IX secolo e non fu mai più abitato. Sepolto nel profondo della giungla, la lontananza di El Mirador gli ha impedito di diventare un popolare sito turistico.
  • 14.7358-90.996228 Iximche (Tecpan Guatemala) — La capitale postclassica dell'altopiano Kaqchikel Maya e il fulcro del primo insediamento coloniale spagnolo di breve durata.
  • 14.871667-90.66416729 Mixco Viejo (Jilotepeque Viejo) — La capitale postclassica dell'altopiano Maya Chajoma (o Kaqchikel orientale), che per molti anni fu confusa con la capitale dei Maya Pocomam. Ben restaurato.
  • 17.6775-89.86855630 Nakbe — Un importante sito del Medio Preclassico che fu importante in tutta la sfera Maya a causa delle sue estese cave di calcare, un materiale chiave utilizzato per costruire molti dei grandi templi.
  • 17.166667-91.262531 Piedras Negras — Rispetto ad altri siti, Piedras Negras è nota per la sua ricchezza scultorea.
  • 15.023528-91.17198932 Q'umarkaj — La più nota città Maya del tardo postclassico che aveva sede negli altopiani. Qʼumarkaj fu una città fiorente fino alla conquista spagnola. Rimangono molte strutture nel sito, ma gli archeologi non hanno svolto molti lavori di restauro su alcune rovine. Il nucleo della città contiene una piazza centrale, molti templi, palazzi ridotti in macerie e un campo da gioco mesoamericano.
  • 15.269444-89.04027833 Quirigua — Un piccolo sito del periodo classico che fu coinvolto nelle maggiori manovre politiche del suo tempo e si ribellò drammaticamente contro Copan (Honduras), il suo signore supremo. Il sito ha un impressionante corpo di stele scolpite in uno stile simile a quello di Copan.
  • 14.645833-91.73611134 Takalik Abaj (Kooja) — Un'importante città Maya preclassica e classica che aveva importanti legami con gli Olmechi e Teotihuacan e una grande quantità di interessanti sculture in mostra.
  • 17.222094-89.62361435 Tikal (Yax Mutal) — La principale città Maya dei periodi classici e delle pianure. Tikal era una superpotenza politica e culturale ai suoi tempi, estendendo la sua influenza ben oltre.
  • 15.333794-91.49274436 Zaculeu (Saqulew) — La capitale classica e postclassica dei Mam Maya, caduta in mano agli spagnoli dopo un sanguinoso assedio nel 1525.
  • 14.833333-89.1537 Copán Ruinas — Fu la capitale di un regno durante il periodo classico per quattro secoli. Sulla frontiera sud-orientale mesoamericana, la città era quasi completamente circondata da popolazioni non Maya. Famosa per le sue stele elaborate.
  • 15.110278-88.79216738 El Puente
  • 13.800617-89.38914439 San Andrés (Campana San Andrés) — Ai margini meridionali della sfera culturale Maya, San Andrés fu la capitale di un importante capoluogo regionale durante il periodo classico.
  • 13.979444-89.67416740 Tazumal — Ai margini meridionali della sfera culturale Maya, Tazumal fu una delle città più importanti dal periodo preclassico fino al tardo periodo postclassico. Contiene alcuni dei manufatti metallici più antichi del Mesoamerica.

Musei

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Messico

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Gran Museo del Mondo Maya
  • 21.03465-89.6283111 Gran Museo del Mondo Maya (Gran Museo del Mundo Maya) (Merida). Ampia collezione permanente di manufatti Maya e numerose mostre interattive. Gran Museo del Mundo Maya (Q5884390) su Wikidata
  • 21.074026-86.7772692 Museo Maya di Cancún, Boulevard Kulkulcan km 16,5 (Cancún). Grande museo che ospita migliaia di reperti provenienti dai siti archeologici Maya di Quintana Roo, oltre a pezzi selezionati che rappresentano importanti siti altrove (tra cui Palenque, Chichén Itzá e Comalcalco). Il museo è costruito nel sito archeologico di San Miguelito e potete vedere quattro gruppi di strutture restaurate dell'originale insediamento Maya. Museo Maya di Cancún (Q14825940) su Wikidata
  • 18.504161-88.2954453 Museo della Cultura Maya (Chetumal). Piccolo museo incentrato sulla cultura Maya. Molte opere d'arte Maya insieme a riproduzioni in scala di templi e monumenti significativi.

Guatemala

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  • 14.608104-90.5054464 Museo Popol Vuh (Città del Guatemala). Affascinante e moderno museo gestito dall'Universidad Francisco Marroquin. Presenta una visione storica e culturale della civiltà Maya e comprende alcune mostre sorprendentemente innovative, come una galleria incentrata sul ruolo delle donne nelle società Maya.
  • Museo Ixchel del Traje Indígena (Città del Guatemala). Museo incentrato sul modo in cui si vestivano gli indigeni Maya. Include esposizioni che mostrano metodi di tessitura e un'ampia collezione di abiti di tutti i giorni come scialli, vestiti e camicie, nonché abiti cerimoniali formali che sarebbero stati di competenza di sacerdoti o reali. Il museo si trova accanto al Museo Popol Vuh.

Cibo

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Gli alimenti base della dieta Maya erano il mais, la zucca, i fagioli e il peperoncino. Il mais veniva sempre nixtamilizzato (imbevuto di acqua di calce o liscivia), che aggiungeva vitamine al mais e lo rendeva una proteina completa. Molti tipi di pasti erano preparati con mais, comprese tortillas, tamales e pappe di varia consistenza. La manioca era anche una coltura ampiamente coltivata, il tubero, ricco di energia e sostanze nutritive, svolgeva la sua parte nel sostenere una popolazione densa per l'epoca. La carne veniva ottenuta principalmente dalla caccia, anche se cani e tacchini potrebbero essere stati addomesticati. La fonte più comune di selvaggina era il cervo dalla coda bianca. Nelle zone costiere e nelle città più grandi dell’entroterra dove le reti di trasporto erano ben sviluppate, i frutti di mare facevano parte della dieta Maya.

I Maya furono il primo popolo a coltivare la pianta del cacao e a bere un'antica forma di cioccolato. Gli avocado erano un frutto comunemente consumato e utilizzato in una varietà di piatti.

L’apicoltura era (ed è tuttora) ampiamente praticata dai Maya. La pratica Maya risale al 300 a.C. circa. Le specie di api americane sono più piccole delle api mellifere europee e non hanno pungiglioni. I Maya preferivano una specie conosciuta oggi come Melipona beecheii, un'ape più piccola che vive nei tronchi scavati. Si dice che il miele sia più dolce del miele delle api europee e abbia un caratteristico sapore di agrumi. I Maya usavano il miele come dolcificante e lo facevano fermentare per produrre un idromele che chiamavano balche. Oggi si produce ancora l'idromele dal miele delle api autoctone senza pungiglione. Cercate bottiglie di Xtabentún (aromatizzato all'anice).

Itinerari

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Vedi anche

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TematicaUsabile: l'articolo rispetta le caratteristiche di una bozza ma la maggior parte delle sezioni ha contenuti. Nel complesso ha almeno una buona panoramica dell'argomento.