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Acropoli
(Atene)
Stato
Regione

Acropoli di Atene, costituisce, insieme ai suoi immediati dintorni, la principale attrattiva situata al centro della capitale greca e anche una delle maggiori a livello mondiale, riconosciuta patrimonio mondiale dell'umanità dal'UNESCO nel 1987.

Da sapere[modifica]

L'acropoli di Atene vista dalla collina della Pnyx

In questo articolo vengono descritti i quartieri sul versante sud dell'Acropoli e sull'Acropoli stessa.

Cenni storici[modifica]

Le testimonianze archeologiche presenti nell'acropoli (che era anche conosciuta come Cecropia in onore del leggendario uomo-serpente Cecrope, il primo re ateniese) sono risalenti all'epoca arcaica e quindi si attesta che delle costruzioni imponenti si elevavano sull'acropoli alla fine del VII secolo a.C., epoca in cui le mura risalenti all'età micenea (XVI-XII secolo a.C.) persero la loro importanza difensiva. Nella prima metà del VI secolo a.C., dopo l'espulsione dei Pisistratidi, l'acropoli cessò di essere una fortezza.

Le antiche fortificazioni, le costruzioni, gli edifici templari e le statue furono distrutti durante l'occupazione persiana del 480 a.C. I primi sforzi di ricostruzione degli ateniesi si concentrarono sulle opere di maggiore utilità. Le mura e i bastioni furono ricostruiti sotto il governo di Temistocle e di Cimone. Durante l'epoca di Pericle per celebrare la vittoria sui Persiani e il primato politico, economico e culturale di Atene fu realizzata la ricostruzione dell'acropoli, con la costruzione del Partenone - all'interno del quale fu eretta una statua colossale di Atena Parthenos, realizzata dallo scultore Fidia e oggi perduta -, dei Propilei ed in seguito dell'Eretteo e del Tempio di Atena Nike.

L'assedio veneziano del 1687

Nel tardo impero romano il Partenone fu trasformato in chiesa dedicata alla Vergine Maria. Nel Medioevo l'acropoli fu trasformata in fortezza militare prima dai Franchi e poi dai Turchi. Nel 1687 i veneziani bombardarono l'Acropoli, causando ingenti danni al Partenone, che, poiché conteneva dei depositi di polvere da sparo, saltò in aria.

Durante la dominazione ottomana, l'Acropoli e in particolare il Partenone vennero spogliati di gran parte dei marmi che ornavano i frontoni e delle metope da Lord Elgin, che li portò in Inghilterra. Nell'Ottocento iniziarono i primi scavi e restauri dei templi, che condussero a clamorose scoperte, come le famose statue arcaiche di fanciulle, le Kore. La maggior parte dei ritrovamenti è esposta nel Museo dell'Acropoli.

Il governo greco ha intrapreso negli ultimi decenni un'opera sistematica di restauro dei monumenti, con l'integrazione di molte parti mancanti a partire dai frammenti.

Come orientarsi[modifica]

Quartieri[modifica]

  • 37.971923.71391 Petralona è un quartiere popolare, poco oltre il Thisio ma senza il fascino di questo. Viene menzionato solo in quanto a ridosso dei binari della metro si trovano alcune taverne molto apprezzate dagli Ateniesi e dai prezzi modici. Sono rari i visitatori stranieri che vi si avventurano per quanto sia facilmente raggiungibile in metro.
  • 37.968623.72642 Makrygianni o anche Acropoli è il quartiere residenziale sull'altro lato del viale "Dionisyou Areopagitou" ove si trova il nuovo museo dell'Acropoli. In corrispondenza della fermata della metro e del tram Phix si trova 37.9649823.726521 Drakou una strada pedonale piena di locali, bar e ristoranti molto frequentata da giovani.
  • 37.963723.72233 Koukaki è il quartiere un po' più a sud, delimitato dal viale Andrea Singroù. Ha il vantaggio di essere in posizione sopraelevata rispetto al centro e di conservare case neoclassiche trasformate in bar, ristoranti e piacevoli B&B.
  • 37.955323.72684 Neos Kosmos è un quartiere senza particolare interesse ma con molti alberghi di lusso e numerosi locali notturni. È servito dalla linea 2 della metro.


Come arrivare[modifica]

La zona è servits da due stazioni della metro:

  • 37.96897323.7295192 La fermata Acropoli linea M2 non si trova esattamente all'ingresso dell'Acropoli e per raggiungerlo bisognerà camminare un po'. Questa linea proviene dalla stazione ferroviaria di Larissis e proseguendo effettua fermate a Omonia, Panepistimio, piazza Syntagma, mentre quelle successive sono "Fix/Syngroù" dal nome dello stabilimento di birra non più in funzione sul viale Andrea Syngrù e Neos Kosmos.
  • 37.97673723.7206863 La fermata di Thissio linea M1 è invece sulla vecchia linea che va da Kifisià a Il Pireo. La fermata successiva è quella di Petralona. Da notare che questa linea prevede fermate intermedie allo stadio Olimpico di Atene (Stazione Irini)

Il modo più facile per arrivare al distretto dell'Acropoli dall'aeroporto è quello di prendere un treno della linea M3 fino a Syntagma e quindi cambiare con un treno della linea M2 scendendo alla fermata successiva.

Come spostarsi[modifica]

All'interno dell'acropoli chiaramente ci si sposta a piedi, mentre per quanto riguarda il distretto è ampiamente servito dai mezzi pubblici.

Cosa vedere[modifica]

Sull'Acropoli[modifica]

Pianta dell'acropoli di AtenePartenoneAntico tempio di Atena PoliàsEretteoStatua di Atena PromachosPropileiTempio di Atena NikeSantuario di Artemide BrauroniaCalcotecaPandroseionArrephorionAltare di AtenaSantuario di Zeus PolieusSantuario di PandionOdeo di Erode AtticoStoà di EumeneSantuario di AsclepioTeatro di DionisoOdeo di PericleSantuario di DionisoFonte micenea

L'ingresso dell'Acropoli di Atene è situato nel lato occidentale. Dopo una breve ma ripida salita della collina a piedi, si accede alla spianata passando attraverso i Propilei, risalendone la scalinata. La pianta sottostante riporta i principali resti archeologici (descritti di seguito) e il percorso detto Peripatos, l'antica via situata ai piedi dell'Acropoli che collegava i numerosi santuari che sorgevano alle pendici della rocca, compiendo un percorso circolare, oggi ripristinato a scopo turistico.

Dopo avere visitato la sommità della rocca con i resti dei principali monumenti ed essere quindi ridiscesi, è possibile percorrere il Peripatos, in particolare per la parte a sud dell'acropoli. Infine è consigliabile la visita al nuovo Museo dell'Acropoli, situato a poche centinaia di metri a sud-est, nel quartiere di Makrigianni.

Biglietto speciale

Se si prevede la possibilità di visitare diversi monumenti antichi si può prendere il biglietto speciale o Special ticket package a 30€ (15€ ridotto) che prevede l'ingresso per 5 giorni nei seguenti monumenti: l'acropoli, l'antica agorà e il museo, il Museo di Kerameikos e l’area archeologica, l'area archeologica di Lykeion, la biblioteca di Adriano, il pendio nord e sud dell'acropoli, l'Olympeion e l'agorà romana.

Le aree e i monumenti interessati da questa promozione sono indicati con un *

L'ingresso all'acropoli è 20€ biglietto intero, ridotto 10€. Ulteriori informazioni possono essere reperite presso il sito ufficiale greco.

È possibile acquistare un pacchetto speciale a 30€ prezzo intero e 15€, ulteriori informazioni nel riquadro a fianco.

Ingresso libero nei giorni:

  • 6 marzo
  • 18 aprile
  • 18 maggio
  • Ultimo weekend di settembre
  • 28 ottobre
  • Tutte le prime domeniche dal primo novembre al 31 marzo.

Ingressi alle aree archeologiche:

  • 37.97136323.7234634 Ingresso acropoli ovest Lun-Dom 08:00-17:00.
  • 37.96961323.7290035 Ingresso acropoli sud Lun-Dom 08:00-15:00 (1 nov-31 mar), Mar-Dom 08:00-19:30, Lun 11:00-19:30 (31 mar-31 ott)


I Propilei
  • 37.97172223.7251391 Propilei. Costituiscono l'ingresso monumentale dell'Acropoli di Atene. La loro costruzione ebbe inizio nel 437 a.C., ma non furono mai completati. Per estensione sono stati chiamati "propilei" anche altri monumenti basati sulla stessa tipologia; la struttura dei Propilei in particolare è servita da modello in età neoclassica (XIX secolo).
    Il monumentale accesso all'area sacra dell'Acropoli di Atene fu eretto su progetto dell'architetto Mnesicle tra il 437 a.C. ed il 432 a.C. L'anno successivo tuttavia, allo scoppio della Guerra del Peloponneso, i lavori furono interrotti e mai portati a termine. Il monumento, in marmo pentelico bianco e pietra grigia di Eleusi, rientra nei grandi lavori di rifacimento dell'Acropoli promossi da Pericle.
    I propilei nel 2018

    La struttura consiste di un corpo centrale con due ali laterali, una verso nord (detta Pinacoteca) e una verso sud (un semplice portico). La facciata del corpo centrale è ornata di sei colonne doriche simili in proporzione, ma non nelle dimensioni, a quelle del Partenone; la coppia centrale di colonne è più distanziata per lasciare più spazio al carro della solenne processione delle Panatenee, in onore della dea Atena Poliàs, protettrice della città.
    All'esterno la struttura si presenta inequivocabilmente di stile dorico mentre all'interno vi sono colonne ed elementi di stile ionico. L'armonizzazione di questi due stili in un solo edificio necessitò di grande abilità.
    Il progetto dovette superare notevoli difficoltà tecniche, dovute soprattutto al forte dislivello del passaggio. Il corpo centrale costituiva il vero e proprio ingresso, chiuso fra due facciate doriche con sei colonne. Dei quattro ambienti che dovevano occupare le due ali venne realizzato solo quello di nord-ovest, la Pinacoteca, dove erano raccolti quadri di soggetto mitologico.
    I Propilei furono parzialmente distrutti nel 1656 da un'esplosione delle munizioni turche che vi erano depositate.
    Propilei su Wikipedia Propilei (Q3407649) su Wikidata
Facciata del Partenone
  • Attrazione principale37.97152723.7266012 Partenone. Questo tempio, octastilo, periptero (con otto colonne in facciata, circondato da un colonnato) di ordine dorico, era dedicato alla dea Atena ed è il più famoso reperto dell'antica Grecia; è stato lodato come la migliore realizzazione dell'architettura greca classica e le sue decorazioni sono considerate alcuni dei più grandi elementi dell'arte greca. Il Partenone è un simbolo duraturo dell'antica Grecia e della democrazia ateniese e rappresenta senz'altro uno dei più grandi monumenti culturali del mondo.
    Il nome del Partenone derivava dalla monumentale statua di culto crisoelefantina (rivestita in oro e avorio) realizzata da Fidia, che raffigurava la dea Atena Parthénos, che era ospitata nella stanza orientale della costruzione ed era alta circa 12 m.
    Il Partenone fu costruito nel V secolo a.C., per iniziativa del generale ateniene Pericle, dall'architetto Ictino, a prosecuzione di un progetto già avviato con Callicrate sotto Cimone. La costruzione avvenne sotto la stretta supervisione dello scultore Fidia. Il Partenone sostituiva il più antico tempio di Atena Poliàs, che era stato distrutto dai Persiani nel 480 a.C., al tempo di Serse, e di cui esistono ancora le fondazioni.
    Il lato meridionale del Partenone

    L'edificazione del Partenone cominciò nel 447 a.C. ed era sostanzialmente conclusa attorno al 438 a.C., ma il lavoro sulle decorazioni continuò almeno fino al 432 a.C. Sappiamo che la spesa maggiore fu il trasporto della pietra dal Monte Pentelico, circa 16 chilometri da Atene, fino all'Acropoli. I fondi furono in parte ricavati dal tesoro della lega di Delo, che fu spostato dal santuario panellenico di Delo all'Acropoli nel 454 a.C. Come la maggior parte dei templi greci, il Partenone fu utilizzato infatti come tesoreria e, per l'appunto, servì come tesoreria della lega di Delo, la quale diventò successivamente l'Impero ateniese.
    Nel VI secolo il tempio venne convertito in una chiesa cristiana dedicata alla Vergine Maria; dopo la conquista turca fu convertito in moschea. Nel 1687, durante l'assedio di Atene da parte della Repubblica di Venezia, il Partenone fu colpito da una cannonata che fece scoppiare la polvere da sparo lì depositata; l'esplosione danneggiò seriamente il tempio e le sue sculture.
    Nel XIX secolo il britannico lord Elgin asportò alcune delle sculture rimanenti e le portò in Inghilterra; conosciute oggi come marmi di Elgin, sono in mostra al British Museum: il governo greco e parte della comunità internazionale ne richiedono da molti anni il rientro in patria.
    Il Partenone, insieme agli altri edifici sull'Acropoli, è oggi uno dei siti archeologici più visitati in Grecia. Il Ministero greco della cultura grazie ai finanziamenti per i Giochi Olimpici del 2004 e ai finanziamenti giunti dall'UNESCO, ha inaugurato un imponente progetto di restauro, tuttora in corso.
    Fregi del Partenone al British Museum

    Il nuovo Museo dell'Acropoli (aperto nel 2009 ai piedi della rocca) raccoglie tutti i frammenti del fregio in possesso del governo greco, in uno spazio architettonico che ricostruisce le esatte dimensioni e l'orientamento del Partenone.
    L'intero fregio fu concepito per essere letto a partire dall'angolo sud-ovest: lo spettatore a partire da questo angolo poteva scegliere se dirigersi verso nord, oppure dirigersi direttamente verso est. Dall'angolo sud-ovest del fregio prendono il via dunque due processioni che girano attorno alla cella per confluire poi sul lato est (quello dell'ingresso al tempio), al cui centro è rappresentato il gesto della consegna del Peplo alla dea Atena. Al gesto della consegna assiste la schiera degli dei e degli eroi.
    Tutte le figure del fregio furono rappresentate da Fidia in modo idealizzato, come se tutti i personaggi fossero abitanti di una dimensione trascendente di eterna festa e allegria. Questo effetto complessivo di aura divina è dato dalla scelta di soggetti giovani, dalle espressioni dei quali non traspare fatica, nonostante molti siano impegnati in qualche azione (come trasportare anfore o cavalcare), bensì solenne allegria.
    Ricostruzione del fregio del Partenone
    Partenone su Wikipedia Partenone (Q10288) su Wikidata
  • 37.97209623.7264723 Eretteo. Tempio ionico del V secolo a.C., era un santuario dedicato alla dea Atena Poliàs o Poliade (protettrice della città), legato a culti arcaici e alle più antiche memorie della storia leggendaria di Atene, costituendo il vero nucleo sacro dell'Acropoli e dell'intera città.
    La loggia con le Cariatidi

    L'Eretteo venne costruito in sostituzione del tempio arcaico (VI secolo a.C.) avente la stessa funzione votiva di cui restano le fondamenta tra l'edificio più recente e il Partenone; in epoca romana il nuovo edificio prese il nome di "Eretteo". Costruito in marmo pentelico, l'Eretteo è opera dell'architetto Filocle. La sua costruzione fu iniziata da Alcibiade nel 421 a.C. in un momento di relativa pace, per essere interrotta durante la spedizione in Sicilia (Guerra del Peloponneso) e ripresa negli anni 409-407 a.C.
    Il tempio si compone di un corpo rettangolare anfiprostilo (ovvero con colonne nella parte anteriore e posteriore del tempio), con sei colonne ioniche sulla fronte a est; a ovest gli intercolumni (spazi tra le colonne) sono chiusi da setti murari dotati di ampie finestre e le colonne si presentano all'esterno come semicolonne sopraelevate sul muro di 3 metri costruito per superare il dislivello del terreno. L'interno era suddiviso in due celle a livello diverso e non comunicanti tra loro: quella orientale, più alta, alla quale si accedeva dal pronao esastilo, che ospitava il Palladio, e quella occidentale più in basso, suddivisa in tre vani: un vestibolo comune dava accesso a due vani gemelli che ospitavano i culti di Poseidone e del mitico re Eretteo.
    L'intero edificio dell'eretteo

    Al corpo centrale si addossano la loggia con le Cariatidi a sud, che custodisce la tomba del re Cecrope, e un portico a nord, più sporgente del corpo centrale verso ovest, costruito per proteggere la polla di acqua salata fatta sgorgare da Poseidone. Il portico è costituito da quattro colonne in fronte e due di lato; da qui si accede sia alla cella per il culto di Poseidone e di Eretteo, sia ad una zona a cielo aperto davanti al basamento pieno che sorregge le semicolonne della fronte occidentale, dove si trovavano l'ulivo di Atena e la tomba di Pandroso (Pandroseion).
    Le colonne si presentano particolarmente snelle ed eleganti e il tempio era ornato da una raffinata decorazione: le basi delle colonne, la fascia decorativa che sormonta e corre lungo le pareti del corpo centrale con un motivo di fiori di loto e palmette; il fregio continuo lungo l’esterno della costruzione, in pietra scura di Eleusi, sulla quale erano applicate figure scolpite in marmo bianco. Particolarmente ricche le decorazioni del portico a nord, negli intrecci sulle colonne e nel fregio ornamentale della porta d’ingresso. Bronzi dorati, dorature, perle vitree in quattro colori sottolineavano la ricchezza dell’alzato.
    Le statue delle Cariatidi, forse opera dello scultore Alcamene, sono attualmente sostituite da copie, mentre gli originali sono conservati al riparo nel Museo dell'Acropoli. Una delle cariatidi angolari, rimossa da lord Elgin, si trova al British Museum di Londra.
    Eretteo su Wikipedia Eretteo (Q242741) su Wikidata
Il Tempio di Atena Nike nel 2016
  • 37.971523.72494 Tempio di Atena Nike. Si trova sul lato ovest dell'acropoli, presso i Propilei, a pochi metri dall'orlo delle rocce a strapiombo che caratterizzano l'Acropoli. Costruito probabilmente intorno al 425 a.C. in ordine ionico, è un tempietto anfiprostilo tetrastilo (con quattro colonne libere sulla fronte e sul retro) ornato nei fregi di preziosi bassorilievi che narrano vicende di una battaglia fra greci e una fra greci e persiani (probabilmente Maratona).
    Battaglia tra greci e orientali, blocco dal fregio meridionale del tempio, ca. 425 a.C.

    Questo magnifico esempio di architettura dell'epoca classica, probabile opera dell'architetto Callicrate, co-autore del Partenone, è il primo (e unico) edificio in stile completamente ionico dell'Acropoli (tutti gli altri edifici presentano originali fusioni di stile ionico e dorico). Intorno al 410 a.C. fu circondato da una balaustra scolpita con motivi di nike colte in varie attività (celebre quella che si riallaccia un sandalo) che assolveva inoltre allo scopo di evitare che i visitatori del tempio cadessero nel precipizio; i rilievi sono ora conservati al museo dell'Acropoli.
    Sotto la dominazione turca il tempio fu smantellato e le pietre riutilizzate nel 1687 per costruire un bastione difensivo; quest'ultimo rimase sul sito dell'antico tempio fino all'indipendenza della Grecia, quando nel 1831 fu decisa la ricostruzione - altamente simbolica - del sacello; il tempio è stato smontato ancora due volte (nel 1930 e 1998) per permettere il restauro delle pietre e l'integrazione di altri pezzi ritrovati in successivi scavi; ancora nel 2010 sono state integrate numerose parti originali della costruzione.
    Tempio di Atena Nike su Wikipedia Tempio di Atena Nike (Q384813) su Wikidata


Templi non più esistenti[modifica]

Tracce delle fondamenta del tempio di Atena Poliàs (in primo piano) di fronte l'Eretteo
  • 37.97194423.7263895 Antico tempio di Atena Poliàs. A fianco del Partenone, davanti all'Eretteo, giacciono le fondazioni dell'antico tempio di Atena Poliàs, un tempio arcaico distrutto dai Persiani nel 480 a.C., che era il santuario di Atena Poliàs (o Poliade), la divinità protettrice della città di Atene, venendo quindi sostituito dal Partenone. Il tempio conteneva l'antico xoanon o statua lignea di Atena, che si ritiene fosse caduta dal cielo.
    L'edificio era collocato proprio al centro del pianoro dell'Acropoli, probabilmente sui resti di un palazzo miceneo. Il complesso (talvolta descritto come "fondazioni Dörpfeld" dal nome dell'archeologo che per primo lo studiò) era anche soprannominato ekatónpedon, ovvero «tempio di 100 piedi». Misurava 21,3 per 43,15 metri, con un orientamento est-ovest, ed era circondato da una peristasi di 6 per 12 colonne. Le sculture dei frontoni raffiguravano una gigantomachia nella parte orientale (di cui si sono conservate alcune figure) e una scena di leoni che uccidono un toro ad occidente.
    Antico tempio di Atena Poliàs su Wikipedia Antico tempio di Atena Poliàs (Q683988) su Wikidata
Ricostruzione della statua di Atena Promachos
  • 37.971823.72576 Statua di Atena Promachos. Era una statua colossale di Atena creata dal famoso scultore Fidia, oggi scomparsa. Resta solo la posizione in cui era riposta. Atena Promachos su Wikipedia Atena Promachos (Q755221) su Wikidata
  • 37.97368623.72467 Eleusinion. Antico tempio dedicato ai misteri eleusini oggi non più presente. Eleusinion su Wikipedia Eleusinion (Q1349784) su Wikidata
  • 37.971523.72558 Santuario di Artemide Brauronia (Brauroneion). Era un santuario dedicato ad Artemide Brauronia Santuario di Artemide Brauronia su Wikipedia Santuario di Artemide Brauronia (Q902329) su Wikidata
  • 37.97134323.7257759 Calcoteca. Era un edificio situato sull'Acropoli di Atene utilizzato come deposito per i bronzi, le armi e i rostri delle navi, oltre che per la mobilia sacra e le offerte preziose proveniente dai santuari dell'Acropoli. Calcoteca (acropoli di Atene) su Wikipedia Calcoteca (Q668598) su Wikidata
Lo spazio del Pandroseion
  • 37.97194423.72611110 Pandroseion (Santuario di Pandroso) (A ovest dell'Eretteo). Era un santuario dell'Acropoli di Atene dedicato a w:Pandroso, una delle figlie di w:Cecrope, il mitico primo re dell'Attica. È stato aggiunto un albero di olivo secondo la tradizione del luogo. Pandroseion su Wikipedia Pandroseion (Q2204137) su Wikidata
  • 37.972223.72611 Arrephorion (Casa delle arrefore). Era un piccolo edificio situato nella parte settentrionale dell'Acropoli. L'edificio forniva alloggo alle arrefore, quattro fanciulle, tra i sette e gli undici anni, ogni anno scelte tra le famiglie più distinte dall'Arconte Re. Delle quattro fanciulle, due lavoravano per un intero anno per tessere il nuovo peplo per le processioni panatenaiche. Le altre due avevano il compito di portare i vasi sacri della dea durante le Arreforie, festività che si tenevano ad Atene nel mese di giugno-luglio di ogni anno. Arrephorion su Wikipedia Arrephorion (Q699480) su Wikidata
  • 37.9718823.7268112 Altare di Atena Poliàs. Si conserva soltanto la base di questo altare, che è stato utilizzato per diversi templi edificati successivamente nel centro dell'Acropoli. Qui si espletavano i culti in onore degli dei, offrendo sacrifici di animali. Altare di Atena Polias su Wikipedia Altare di Atena Poliade (Q2872350) su Wikidata
  • 37.971823.727313 Santuario di Zeus Polieus. Era un antico santuario di cui restano solo poche tracce. Santuario di Zeus Polieus su Wikipedia Santuario di Zeus Polieus (Q1595395) su Wikidata
  • 37.971423.72814 Santuario di Pandion. Era un recinto sacro posto a est del Partenone dedicato a Pandione leggendario re di Atene. Santuario di Pandion su Wikipedia Santuario di Pandion (Q3818592) su Wikidata


Versante sud dell'Acropoli (Via Dionigi Areopagita)[modifica]

L'odeo di Erode Attico
  • 37.97084323.72452415 Odeo di Erode Attico. L'Odéion di Erode Attico è un piccolo teatro in pietra situato sul pendio meridionale dell'acropoli, originariamente coperto e pensato per esecuzioni musicali. Costruito a partire dal 161 e completato prima del 174, fu fatto erigere dal ricchissimo politico e sofista greco Erode Attico in memoria della moglie Appia Annia Regilla, uccisa forse per suo stesso ordine.
    Originariamente si trattava di un anfiteatro in pendenza, la cui scena misurava 35 m di larghezza, con un muro frontale in pietra e il pavimento in legno. Era protetto da una copertura in legno. Veniva utilizzato come luogo di ritrovo per concerti musicali. I gradini, disposti su 32 file, potevano contenere 5mila persone. I lavori di costruzione durarono una diecina di anni. Il teatro fu distrutto nel 267, in seguito all'invasione degli Eruli.Negli anni cinquanta vennero restaurati l'uditorio e l'"orchestra" (l'attuale palcoscenico), utilizzando marmo bianco e cipollino. Da allora il teatro è sempre stato uno dei maggiori auditorium del Festival Ateniese, che si svolge ogni anno da giugno a settembre.
    Odeo di Erode Attico su Wikipedia Odeo di Erode Attico (Q1328165) su Wikidata
La stoà vista dal peripato
  • 37.97055623.72611116 Stoà di Eumene. La Stoà o portico di Eumene era un passaggio coperto ad uso pubblico (stoà) situata tra l'Odeo di Erode Attico e il Teatro di Dioniso. Prende il nome dal suo costruttore, Eumene II (il cui fratello Attalo II costruì la Stoà di Attalo nell'agorà di Atene, commissionandola probabilmente allo stesso architetto). Della stoà oggi rimane la base, che è fiancheggiata dal percorso del Peripatos.
    La stoà di Eumene era costruita sul pendio della collina, il che significa che aveva bisogno di un muro di contenimento sostenuto da pilastri e archi a tutto sesto. Era a due piani, 46 metri più lunga della Stoà di Attalo e, a differenza di essa, non aveva camere oltre la sua aula principale a doppia navata, il che significa che era progettata per passeggiare piuttosto che per condurre affari. Originariamente presentava una facciata in marmo; le sue arcate furono inglobate nel muro difensivo bizantino del 1060 e sono ancora visibili. Aveva colonne doriche all'esterno, mentre all'interno presentava colonne ioniche al piano terreno e capitelli a calice (detti anche di tipo pergamene) al piano superiore.
    Di fronte alla costruzione, al centro del portico e della spianata, si ergeva una immensa statua che si crede fosse quella del committente. Al termine della stoà sono situate le fondazioni del Monumento di Nicia del 320 a.C., che aveva la forma di un piccolo tempio dorico.
    Stoà di Eumene su Wikipedia Stoà di Eumene (Q1905296) su Wikidata
Resti del Santuario di Asclepio
  • 37.9707823.7268117 Santuario di Asclepio (Asclepieion). Era un tempio costruito intorno al 420 a.C. sulle pendici meridionali dell'Acropoli, sotto il Partenone e subito dietro alla Stoà di Eumene e al Teatro di Dioniso. Il culto del dio della medicina a cui era dedicato, Asclepio, era stato portato ad Atene da Epidauro dopo il 420 a.C. Il santuario era dedicato alla guarigione dei malati ed aveva anche funzioni di ospedale. Il santuario possedeva un recinto quadrato, un tempio e una stoà dorica di 50 metri di lunghezza a doppia galleria separata da una fila di colonne, costruita nel IV secolo a.C.. Nel portico si affaccia una grotta (attualmente riadattata a cappella) dotata di una sorgente tuttora ritenuta curativa.
    Il nucleo dell'Asclepeion (la stoà e il tempio) vennero inglobati in una basilica paleocristiana.
    Santuario di Asclepio su Wikipedia Santuario di Asclepio (Q2278514) su Wikidata
  • 37.97055623.72861118 Odeo di Pericle (Odeo di Atene). Era un odéo di 4000 m² costruito alla base sud-orientale dell'Acropoli, accanto all'ingresso del Teatro di Dioniso.
    Fu costruito nel 435 a.C. da Pericle per i concorsi musicali che facevano parte delle Panatenee, per il pubblico del teatro adiacente come riparo in caso di maltempo e per le prove del coro. Pochi resti ora sopravvivono, ma sembra fosse "ornato di colonne di pietra" (secondo Vitruvio e Plutarco) e quadrato invece della solita forma circolare per un odéon. La sua copertura fu realizzata con il legname ricavato da navi persiane catturate e terminava in una piazza dal tetto piramidale simile a una tenda.
    In base agli scavi, il tetto era sostenuto da 90 pilastri interni, ripartiti in nove file di dieci. Da alcuni altri brevi brani letterari e dai pochi resti di questo tipo di edificio si può concludere, inoltre, che avesse un'orchestra per il coro e un palcoscenico per i musicisti. Non richiedeva alcun cambiamento della scena, ma la parete di fondo del palcoscenico sembra avesse una decorazione fissa dipinta. L'Odeo originale di Atene fu incendiato durante l'assedio di Silla ad Atene nella prima guerra mitridatica nell'87-86 a.C., o da Silla stesso oppure dal suo avversario Aristione per paura che Silla si servisse del suo legname per bruciare l'Acropoli. Fu poi completamente ricostruito da Ariobarzane II di Cappadocia, utilizzando C. e M. Stallio e Menalippo come suoi architetti. Il nuovo edificio fu definito da Pausania nel II secolo d.C. come "la più bella di tutte le strutture dei Greci".
    Odeo di Pericle su Wikipedia Odeo di Pericle (Q2704249) su Wikidata
Il teatro di Dioniso visto dall'acropoli
  • 37.97027823.72777819 Teatro di Dioniso. È il più antico teatro stabile di tutto il mondo classico. Fu utilizzato dai più importanti autori di teatro greci (Eschilo, Sofocle ed Euripide per la tragedia, Aristofane e Menandro per la commedia), che mettevano in scena i loro testi in occasione delle festività dedicate a Dioniso, dio del teatro. Venne costruito agli inizi del V secolo a.C. a ridosso del santuario di Dioniso. Accanto all'ingresso sorgeva l'Odeo di Pericle. In un periodo collocabile tra la fine del V secolo a.C. ed il 330 a.C., il teatro assunse gradualmente la seguente fisionomia: venne introdotto il palcoscenico, rialzato rispetto all'orchestra e ad essa collegato tramite alcuni gradini. Sul palcoscenico agivano gli attori, mentre l'orchestra, più in basso, era riservata al coro. Vennero inoltre costruite gradinate di pietra in sostituzione delle precedenti di legno, suddivise in settori corrispondenti al censo e alla nobiltà degli spettatori. Il posto centrale della prima gradinata, un sedile di marmo riccamente decorato, era riservato al sacerdote di Dioniso.
    Sedili del teatro di Dioniso

    Pare che il teatro di Dioniso potesse arrivare a contenere anche 15.000 spettatori. Nel VI e V secolo a.C. il teatro di Dioniso fu senz'altro il più importante dell'intero mondo greco, poiché tutti i più grandi autori del tempo vi mettevano in scena i loro drammi.
    A quel tempo il teatro era formato da una orchestra del diametro di 25 metri, in cui recitavano gli attori ed il coro. Probabilmente non esisteva un palcoscenico riservato agli attori, sicché questi ultimi ed il coro erano sullo stesso livello, potendo così interagire. Alle spalle degli attori stava la skené, ossia alcuni pannelli di legno dove era rappresentato un paesaggio o un palazzo (l'ambientazione dell'opera).
    Il teatro venne utilizzato almeno fino al periodo dell'impero romano (ed è a questo periodo che risalgono la maggior parte delle rovine oggi visibili), ma in seguito cadde in disuso, al punto da essere sepolto dal terreno e dalla vegetazione. Dal periodo bizantino, l'intero complesso era completamente distrutto. Venne riportato alla luce grazie agli scavi dell'archeologo Wilhelm Dörpfeld, tra il 1882 e il 1895.
    Teatro di Dioniso su Wikipedia Teatro di Dioniso (Q1227044) su Wikidata
I resti del santuario di Dioniso
  • 37.96998923.7278420 Santuario di Dioniso (Temenos di Dionysus Eleuthereus). Il Temenos di Dioniso Eleutereo era un santuario situato alle pendici meridionali dell'Acropoli. Edificato nella seconda metà del VI secolo a.C., adiacente ad esso vi fu costruito il Teatro di Dioniso, nato in origine per funzioni di culto.
    Il santuario era cintato con un muro poligonale, che si sviluppava in tutta l'area posteriore alla scena del teatro.
    L'ingresso del santuario era costituito da un piccolo edificio a colonne (propylon) sul lato orientale. Il tempietto principale era prostilo (cioè aveva colonne solo in facciata) con quattro colonne. Subito a fianco un secondo tempietto dorico, più piccolo. Quasi a contatto con questo tempietto, vi era una lunga stoà (percorso porticato) appoggiata all'edificio scenico del teatro di Dioniso.
    Il santuario fu iniziato verso la metà del VI secolo a.C., quando il culto di Dioniso venne introdotto ad Atene importandovi la statua lignea (xoanon) del dio da Eleutere e collocandola in un tempietto costruito sul temenos (terreno sacro) consacrato al dio.
    Al tempietto di età arcaica se ne aggiunse un secondo nel IV secolo a.C., anch'esso votato a Dioniso. Faceva inoltre parte del santuario una grande stoà alla quale in seguito si appoggiò l'edificio scenico del teatro.

    Vicino al tempio si cominciò ad utilizzare uno spiazzo circolare, durante la festa in onore del dio, per la danza rituale ditirambica che era eseguita in circolo da uomini mascherati da caproni, mentre la folla guardava dalle pendici della collina. Gli officianti danzavano intorno a un altare.
    Il teatro si sviluppò nell'Attica in età arcaica proprio come forma di rappresentazione drammatica in stretta connessione al culto di Dioniso. Lo spazio teatrale era un elemento architettonico indispensabile di ogni santuario di Dioniso di una certa importanza. In tutti i demi dell'Attica sono stati rinvenuti spazi teatrali, sempre collegati a santuari in cui era forte il culto di Dioniso. I festeggiamenti al dio erano caratterizzati dall'uso massiccio del vino, in particolare nel dramma da cui poi si svilupperò la commedia: il dramma satiresco, legato all'ebrezza alcolica.
    La parola theatron venne coniata per la prima volta dagli Ateniesi per indicare il teatro nel santuario di Dioniso Eleutereo. L'ampliamento con gradinate e palcoscenico (scena) si verificò solo nel V secolo a.C.
    L'area del teatro e del santuario è stata oggetto di scavi accurati tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento ad opera degli archeologi tedeschi Wilhelm Dörpfeld ed Ernst Robert Fiechter, che riportarono alla luce le rovine oggi visibili.
    Santuario di Dioniso su Wikipedia Santuario di Dioniso (Q2032467) su Wikidata

Monumenti lungo il peripato (versante nord-est)[modifica]

Fonte micenea
  • 37.972523.72611121 Fonte micenea. La fonte micenea era posta sul lato nord delle mura dell'acropoli ad un livello superiore rispetto al peripato. Oggi è appena visibile la cavità che in passato era raggiungibile attraverso una scala in pietra costruita dagli stessi micenei. Oggi resta ben poco salvo l'indicazione della posizione. Fonte micenea (Q24204699) su Wikidata
Un tratto del Peripatos
  • 37.97166723.72861122 Peripatos. E' un'antica via ai piedi dell'Acropoli che collegava i numerosi santuari che sorgevano alle pendici secondo un percorso circolare attorno alla rocca. Il percorso è stato ripristinato in preparazione alle olimpiadi del 2004, partendo dal versante occidentale giunge fino a nord dell'Odeo di Pericle. Collega inoltre il Teatro di Dioniso, passando a fianco della Stoà di Eumene.
    Sul versante orientale dell'Acropoli si trova un'iscrizione del IV secolo a.C., indicante il nome del percorso e la sua lunghezza di cinque stadi e diciotto piedi, corrispondenti a circa 1100 metri.
    Peripatos su Wikipedia Peripatos (Q2071058) su Wikidata
Fonte Clepshydra
  • 37.97208323.72505623 Fonte Clepshydra. Si tratta della più importante fonte dell'Acropoli, costruita nel V secolo a.C. e posta nel punto in cui la via del Peripato si congiungeva con quella Panatenaica. Oltre alla fonte vi era un lastricato di 24x10 m sulla cui funzione ancora si discute. Il suo uso probabilmente si legava alla presenza del santuario di Apollo o per altre ragioni. Nel I secolo d.C. una frana la divise in due parti per poi essere abbandonata nel III sec d.C.
    Il primo scavo venne effettuato nel 1870, poi successivi scavi nel 1897, tra il 1937 e il 1940 sino all'ultimo del 1997-2004 ne hanno riportato alla luce la struttura. Tra il 2011-2015 sono stati eseguiti dei lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza tra l struttura e le parti laterali, oltre a dotarla di un apparato informativo.
    Clessidra (Q12879136) su Wikidata
Le grotte di Zeus, Apollo e Pan
  • Il Santuario di Afrodite e Eros
    37.97205623.72502824 Grotte di Apollo Hypocraisus, Zeus Olimpio e Pan. Le grotte erano dedicate al culto di Apollo, Zeus e Pan, in prossimità delle sorgenti di acqua e dovrebbero risalire al V secolo a.C. Successivamente venne eretta sul lato orientale una chiesetta per il culto di Atanasio l'Atonita. Grotte di Apollo, Zeus e Pan (Q16328649) su Wikidata
  • 37.97238223.72694125 Santuario di Afrodite ed Eros. In questo luogo sorgeva un santuario dedicato alla dea dell'amore e al figlioletto Eros. Sono visibili sulla roccia i punti in cui venivano inseriti i pinakes, le tavolette votive come ex voto per la divinità. Oggi i turisti lasciano delle pietre e in alcuni casi persino dei biglietti augurali, mantenendo un filo conduttore col passato.
Iscrizione del peripato
  • 37.97229923.72753326 Iscrizione del Peripato. È un'iscrizione a caratteri greci incisa su una roccia lungo il percorso del peripato appena percepibile.
La grotta di Aglauro
  • 37.97166723.72861127 Aglaureion (grotta di Aglauro). Era il luogo di culto dedicato ad Aglauro (o Agraulo) situato alle pendici dell'Acropoli. Si trattava di un piccolo santuario dedicato alla figlia di Cecrope, mitico primo re dell'Attica. La sua posizione precisa è discussa: fino agli anni ottanta del Novecento la maggior parte degli studiosi concordava che l'Aglaureion fosse collocato da qualche parte lungo il versante settentrionale dell'acropoli (il candidato più popolare era l'antica fonte micenea), tuttavia il ritrovamento nel 1980 di un'antica stele nel versante orientale (a buona distanza sotto la caverna orientale) ha spostato la possibile collocazione del tempio. Tale stele era dedicata dagli ateniesi a una sacerdotessa di Aglauro e presenta iscrizioni che risalgono al III secolo a.C.; le iscrizioni precisano che la stele doveva essere eretta "nel santuario di Aglauro".
    Erodoto riferisce che i Persiani scalarono la rocca dell'Acropoli nei pressi dell'Aglaureion quando catturarono e distrussero la cittadella nel 480 a.C.
    Aglaureion su Wikipedia Aglaureion (Q394211) su Wikidata
La via Panatenaica sull’agorà
  • 37.974623.723928 Via Panatenaica. Era una strada su cui si svolgevano le processioni legate alle feste Panatenaiche. Parte di essa percorre l'agorà di Atene per poi ricongiungersi a sud con la via del Peripato. Via Panatenaica su Wikipedia via Panatenaica (Q2086801) su Wikidata
Il monumento coragico di Trasillo
  • 37.9710223.72769529 Monumento coregico di Trasillo (Versante sud dell'Acropoli, prossimo alle pareti delle mura). Questo monumento, visibile solo a distanza lungo il peripato. Venne eretto nel 320-319 a.C. da Trasillo e poi completato dal figlio Trasicle nel 270 a.C. Era composto da due portici divisi da una colonna quadrata sovrastati da un architrave decorato in cui vi erano posti dei tripodi. In epoca romana venne poi aggiunta una statua di Dioniso successivamente spostata nel 1802 da Lord Elgin condotta a Londra.
    Dopo l'epoca classica venne costruita al suo interno la chiesa ortodossa di Santa Maria della Cava che verrà distrutta durante l'assedio ottomano nel 1827 da un bombardamento. Nel 2016 è stato completato il restauro e il ripristino parziale di marmi che oggi mostrano parzialmente la forma del monumento.
    Monumento coregico di Trasillo su Wikipedia Monumento coregico di Trasillo (Q2290491) su Wikidata


Altre attrazioni della zona dell'Acropoli[modifica]

Nuovo Museo dell'Acropoli
Opere esposte
Statua colossale di Atene
  • 37.96841723.72847230 Nuovo Museo dell'Acropoli, Via Dionigi Areopagita. Biglietto intero: 5 euro ridotto 3 euro. Gratis per i giovani che non abbiano compiuto 18 anni e studenti muniti di tessera ISIC (anno 2012). Orario estivo (dal 1 aprile al 31 ottobre): Lun 08:00-16:00, Mar-Gio e Sab-Dom: 08:00-20:00. Venerdì prolungato fino alle 22:00. Orario invernale (Dal 1° novembre al 31 di marzo): Lun-gio: 09:00-17:00. I venerdì orario prolungato fino alle 20:00. Sab-dom: 09:00-20:00. Chiuso lunedì e festivi (1 gennaio, domenica di pasqua, 1 maggio 25 e 26 dicembre). Come affermato in precedenza, la visita al nuovo Museo dell'Acropoli è irrinunciabile per turisti che si recano per la prima volta in visita ad Atene. I reperti, un tempo esposti all'omonimo museo sulla collina dell'Acropoli, vi furono trasferiti con l'ausilio di gigantesche gru a partire dall'anno 2007. Il museo fu inaugurato due anni più tardi. Gran parte delle opere esposte sono sculture in pietra e argilla che ornavano la vecchia acropoli prima della distruzione operata dai Persiani e della successiva ricostruzione voluta da Pericle. Molte di questi reperti furono rinvenuti durante scavi nel corso dei secoli XIX e XX che riguardarono la cosiddettà "Colmata Persiana". Notevole anche l'edificio in cui è allestito il museo. Esso è frutto di un concorso internazionale cui parteciparono gli architetti italiani Manfredi Nicoletti e Lucio Passarelli ma vinto alla fine dallo svizzero Bernard Tschumi e dal greco Michail Photiadis.
    Il museo è dotato di tutti i servizi necessari nonché c'è la possibilità di fare domande agli archeologi presenti nel museo dalle 09:00-17:00.
    Museo dell'acropoli di Atene su Wikipedia Museo dell'acropoli di Atene (Q421084) su Wikidata
L'areopago visto dall'acropoli
Presunta prigione di Socrate
  • 37.97222223.72361131 Areopago (Άρειος Πάγος). L'aeropago identifica sia il nome di questa collina, posta a occidente rispetto all'acropoli, e sia l'antica assemblea con funzioni giudicanti e legislative. Era presieduta da personalità della polis ma anche dal re. L'aeropago perse poi di importanza durante il periodo classico con l'introduzione della boulè. Il nome significa letteralmente "collina di Ares", perché secondo la leggenda il dio venne giudicato per un suo delitto.
    In questa collina vi predicò anche San Paolo facendo un discorso agli aeropagiti sulla resurrezione di Cristo.
    Areopago su Wikipedia Areopago (Q202487) su Wikidata
  • Monumento di Filopappo
    37.969323.720932 Prigione di Socrate (A sud della collina di Pnice). Secondo la tradizione in queste grotte Socrate avrebbe passato le ultime ore della sua vita prima di bere la cicuta.
  • 37.96721923.72111133 Monumento di Filopappo (Sulla collina della Pnice). Questo mausoleo è dedicato a Gaio Giulio Antioco Epifane Filopappo principe vissuto in epoca romana morto nel 116 d.C. In suo onore fu eretto questo pomposo monumento con bassorilievi in marmo e iscrizioni in greco che rievocano la sua figura. Monumento di Filopappo su Wikipedia Monumento di Filopappo (Q16579836) su Wikidata
Museo del Gioiello
  • 37.969323.7266834 Museo del Gioiello, Via Kariatidon n° 4a e Kalispèri n° 12. Chiuso il martedì. Noto anche come Museo "Ilias Lalaounis", dal nome del famoso gioielliere. Per chi ama i lavori orafi questo è l'indirizzo giusto.


Cosa fare[modifica]

  • Collina della Pnice
    37.97166723.7194441 Collina della Pnice (Πνύκα,pronuncia Pnìka in greco moderno). Da questo luogo è possibile passeggiare ammirando l'acropoli e la città da una prospettiva panoramica, e oltretutto si può sfuggire al traffico cittadino. Pnice su Wikipedia Pnice (Q1125096) su Wikidata


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]

Teatro Dora Stratou
  • 37.9678423.717581 Teatro Dora Stratou. Amfiteatro sul versante occidentale della collina di Filopappou. Nel periodo estive vi vengono dati spettacoli di balletti folcloristici.
  • Teatro di Erode Attico. All'antico teatro di Erode Attico si tengono annualmente spettacoli molto attesi nell'ambito del di Atene e di Epidauro . Vi si esibiscono cantanti affermati in campo internazionale di opera lirica ed anche di musica leggera.
  • Alli Ochti (L'altra sponda), 9, via Artèmonos (Neos Kosmos), +30 210 9270628. Bar con musica dal vivo (Musica tradizionale greca). Il locale è stato arredato da Nikos Triandafyllopoulos (Νίκος Τριανταφυλλόπουλος), uno scenografo che ha curato i costumi di alcuni film di Thodoros Angelopoulos, famoso e pluripremiato regista a Cannes e a Venezia.
  • Architektonikì, 8, via Minoos (Neos Kosmos), +30 210 9014428. Rock greco e di importazione. Alcuni giorni alla settimana vi si esibiscono cantanti locali.
  • Stavròs tou Nòtou, 37, via Tharipoù (Neos Kosmos), +30 210 9226975, +30 210 9239031. Un club con musica dal vivo.
  • 37.966723.73032 Oxygono Live, Vùrvachi e Koryzì (Quartiere di Neos Kosmos), +30 21 0723 9272. Locale con musica dal vivo.
  • 37.96261523.7235653 Koukles Club Drag Queen Show, 32, via Zan Moreas, +30 694 755 7443. Ven-Dom 00:00-06:00. Koukles (Bambole) è l'unico locale trans di Atene. Il sabato ospita drag shows e spesso vi avvengono concorsi di bellezza. Il gestore Marilù ha ricreato un'atmosfera di un vecchio cabaret tedesco. Molti i vip che vi sono passati, tra cui l'attrice tedesca Hanna Schygulla, amica di Marilù.
  • Sadist, Viale Syngroù n° 147 (distretto di Nea Smyrni), +30 693 427 2154. Aperto dalle 23,30 fino al mattino. Ordinare una bottiglia di whisky al tavolo costa 110 € (la soluzione più economica generalmente adottata dai Greci nei locali più lussuosi. Naturalmente bisogna essere in gruppo). Spettacoli sexy hard e soft.
  • Baby Gold, 140, Viale Andrea Syngrou, +30 210 9228902. Locale di strip show (anche maschile).


Dove mangiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]


Dove alloggiare[modifica]

Prezzi modici[modifica]

  • Thission, 2, via Aghias Marinas - Thissio, tel. +30 210 3467634, +30 210 3467655. Piccolo albergo di cat "C" con 18 stanze
  • Erechthion, 8, via Flamarion (angolo via Aghias Marinas). 11851 - Thissio, tel. +30 210 3459606, fax +30 210 3462756. Albergo di cat "C" con 22 stanze.
  • Erato, 72, via Heraklidon - Thissio, tel. +30 210 3459996-7. Albergo di cat "C" con 21 stanze
  • Ami, 10, via Heras, 11743 Neos Kosmos, tel. +30 210 9220820, fax +30 210 9220820. Albergo di cat "C" con 18 stanze.

Prezzi medi[modifica]

Prezzi elevati[modifica]

  • Ledra Marriott 115, via Syngrou - Neos Kosmos, tel. +30 210 9300000, fax +30 210 9358603, 9359153 sito web. Albergo di lusso
  • Athenaeum Intercontinental, 89-93, via Syngrou 11745 Neos Kosmos, tel. +30 210 9206000, fax +30 210 9206500, sito web. Albergo di lusso.
  • Athens Atrium, 21, via Okeanidon - Neos Kosmos, tel. +30 210 9319300-4, fax +30 210 9319305, [1] Albergo di cat "A".
  • Athenian Callirhoe, 32, viale Kallirois - Neos Kosmos, tel. +30 210 9215353-7 Fax: +30 210 9215342, Sito web Albergo di lusso
  • Ilissos, 72, viale Kallirois - Koukaki, tel. +30 210 9202000, fax +30 210 9215371, 9223528 Sito web. Albergo di cat "A"
  • Divani Palace Acropolis, 19-25, via Parthenonos - Makrygianni, tel. +30 210 9280100 Fax: +30 210 9214993 Sito web. Albergo di lusso.
  • Hera, 9, via Falirou - Makrygianni, tel. +30 210 9236682, fax +30 210 9238269, Sito web Albergo di cat "A"
  • Royal Olympic, 28-34, via Athanasiou Diakou - Makrygianni, tel. +30 210 9288400, fax +30 210 9233317, 9231473, Sito web
  • Herodion, 4, via Rovertou Galli - Makrygianni, tel. +30 210 9236832-6, fax +30 210 9211650, 9235851, Sito web. Albergo di cat "A"


Come restare in contatto[modifica]

Informazioni utili[modifica]



DistrettoUsabile: l'articolo rispetta le caratteristiche di una bozza ma in più contiene abbastanza informazioni per consentire una breve visita al distretto. Utilizza correttamente i listing (la giusta tipologia nelle giuste sezioni).

Panorama di Atene dall'Acropoli
Panorama di Atene dall'Acropoli
Atene: distretti e quartieri turistici, dintorni, escursioni