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Marco Chemello (WMIT)/Wikigita Venezia
Wikigita a Venezia del 18 settembre 2021
Tipo itinerario
Stato
Regione
Città
Inizio
Fine
Tempo
Dislivello salita
Dislivello discesa

Programma[modifica]

Questo programma è stato utilizzato per la wikigita del 18 settembre 2021, in occasione della inaugurazione della mostra per i 10 anni di Wiki Loves Monuments.

(in alternativa, per chi volesse andare con i mezzi pubblici: vaporetto (linea 1) fino fermata San Stae, visita Ca' Pesaro, traghetto in vaporetto Ca' d'Oro)

Durata netta del percorso a piedi: 2 ore e 30 min. circa (escluse soste).

Mappa del percorso

Come orientarsi[modifica]

Sestieri di Venezia:

    Cannaregio
    Castello
    Dorsoduro
    Santa Croce
    San Marco
    San Polo

Attraversiamo 4 dei 6 sestieri di Venezia:

  1. Cannaregio (Stazione)
  2. San Marco
  3. Dorsoduro (Accademia)
  4. Castello (San Francesco della Vigna)

Percorso[modifica]

Mappa a tutto schermo Marco Chemello (WMIT)/Wikigita Venezia

Dagli Scalzi a San Geremia (Lista di Spagna)[modifica]

Partendo dalla Stazione, il primo tratto che si incontra è il w:Rio Terà Lista di Spagna, realizzato nel w:1844, interrando il preesistente Rio dei Sabbioni. La strada è così chiamata perché qui, nel Palazzo Frigerio o Friziero (dal w:1613 Palazzo Zeno e ora Grand Hotel Principe), si trovava la sede dell'Ambasciatore spagnolo presso la Repubblica Serenissima. Il termine lista deriva dal fatto che la Repubblica "listava" con delle righe in w:pietra d'Istria le residenze degli ambasciatori stranieri, delimitando il tratto entro il quale si poteva godere di alcune immunità.

Il tratto della Lista di Spagna è caratterizzato dalla presenza di numerosi alberghi e attività commerciali di tipo turistico. Si incontrano però alcuni edifici importanti. Il primo è il Palazzo Calbo Crotta, oggetto di numerosi interventi tra il XV e il w:XVII secolo e che per questo presenta una commistione di stili che vanno dal gotico al barocco. Poco più avanti si trova il palazzetto Lezze, in stile gotico-veneziano, risalente al XV secolo. Sul lato sinistro, al civico 168, nell'edificio del Palazzo Zeno si trova l'Istituto Orfanotrofio Manin che venne costituito grazie a un lascito molto consistente di w:Ludovico Manin, ultimo Doge della Repubblica di Venezia. Più avanti, sul lato destro, al civico 233, vi è un portale gotico del XV secolo che in seguito servì come ingresso per il palazzo Morosini dalla Tressa.

Al termine della Lista di Spagna, si apre il Campo San Geremia, con la relativa chiesa, in cui sono custodite le spoglie di w:Santa Lucia vergine e martire di Siracusa. Le reliquie inizialmente si trovavano nella chiesa di Santa Lucia, affacciata sul Canal Grande e demolita nel w:1860 quando il Governo di allora decise di ampliare la stazione ferroviaria di Venezia che tuttora ne porta il nome. Per le sue ampie dimensioni, ai tempi della Repubblica il campo veniva usato spesso come area per gare di gioco al pallone o di corse al toro. Sempre sullo stesso campo si affaccia anche w:Palazzo Labia, che ospita la sede regionale w:RAI del Veneto e che ha al suo interno affreschi di w:Giovan Battista Tiepolo.

La Salizzada San Geremia conduce infine al Ponte delle Guglie sopra al w:Canale di Cannaregio.

Da San Geremia al Rio di Noale[modifica]

Attraversato il ponte delle Guglie si arriva al rio terà San Leonardo. A destra, su uno slargo, c'è l'edificio della chiesa di San Leonardo, che fu sconsacrata per editto di w:Napoleone Bonaparte nel 1810, insieme a molte altre chiese e istituti religiosi, e che divenne la prima sede della Scuola della Carità. Poco più avanti, sul lato sinistro, si trova il quattrocentesco Palazzo della Torre, considerato uno degli edifici più belli e prestigiosi di tutta la via principale. Il rio terà termina nell'ampio slargo del Campiello dell'Anconetta, subito prima dell'unica strettoia del percorso, la Calle dell'Anconetta, che tramite il ponte omonimo conduce al rio terrà della Maddalena.

Il rio terà della Maddalena sembra essere stato il primo esempio a Venezia di un intervento di interramento di un canale per ricavarne una strada: la copertura sarebbe avvenuta infatti nel 1398. Appena attraversato il ponte dell'Anconetta, sulla destra un'ampia calle conduce all'ingresso posteriore del w:Palazzo Vendramin Calergi, la cui facciata principale è posta sul Canal Grande. Il palazzo fu residenza di w:Richard Wagner nei suoi ultimi anni di vita (il compositore vi morì nelle sue stanze) e ospita la sede invernale del w:Casinò di Venezia.

Sul lato sinistro, al civico 2343, si trovano il gotico Palazzo Contin (XV secolo) e il più tardo Palazzo Donà dalle Rose (XVII secolo). Al termine del rio terrà si trova il Campo della Maddalena con l'omonima chiesa caratterizzata da una pianta circolare. Nel campo della Maddalena sorgeva anticamente un palazzetto fortificato, il cosiddetto Castello dei Baffo, la cui torre venne in seguito utilizzata come campanile per la chiesa della Maddalena fino al 1881, quando fu costruita la nuova struttura per la cella campanaria. Superato il ponte Zancani, si incontra subito sulla sinistra l'ampio campo di Santa Fosca con il monumento a w:Paolo Sarpi e la facciata della chiesa omonima, che fu ricostruita una prima volta nel 1679 e poi rimodificata in modo consistente nel 1733, a seguito di un incendio. Di fronte al lato destro della chiesa si trova il palazzo Correr (XV secolo) in stile gotico con aggiunte settecentesche.

Sempre sul lato destro, poco dopo il palazzo Correr si trova la Farmacia Ponci (ancora in attività) che è la più antica farmacia veneziana e che ha mantenuto gli interni originali del XVII secolo, con una struttura a due corpi (atrio e farmacia vera e propria), mobili in noce intagliato originari dell'epoca e contenitori per medicinali ed erbe in vetro e maiolica del XVIII secolo.

Al termine del tratto stradale, si arriva al w:rio di Noale e al ponte Nicolò Pasqualigo, realizzato nel 1870. Sul lato sinistro, si trova la facciata del Palazzo Donà Giovanelli, in stile gotico e risalente alla prima metà del Quattrocento, caratterizzato dalla presenza di bifore sull'angolo e da un importante finestrato centrale.

Dal Rio di Noale ai Santi Apostoli[modifica]

Superato il rio di Noale, sulla sinistra si trova la chiesa di San Felice, che è una delle più antiche della città essendo stata fondata nel X secolo, per esser rinnovata prima nel XIII secolo e poi nei primi decenni del Cinquecento. Subito dopo la chiesa, si trova il ponte di San Felice e inizia il tratto finale del percorso che è quello che anagraficamente è la "Strada Nova" propriamente detta. La seconda calle sulla destra porta all'ingresso della Ca' d'Oro, che ha la sua facciata sul Canal Grande. Poco più oltre, sulla sinistra, si trova la chiesa di Santa Sofia che è completamente priva di facciata e la cui struttura (campanile compreso) è completamente inglobata con le case che la circondano; anche l'ingresso della chiesa è praticamente indistinguibile dagli altri ingressi privati adiacenti.

Di fronte alla chiesa di Santa Sofia, sulla destra, si apre il Campo Santa Sofia, che è uno dei pochi ad avere uno sbocco diretto sul Canal Grande e su cui si trova il Palazzo Sagredo, con facciata sul Canal Grande e decorato all'interno con opere di Sebastiano Ricci. Poco oltre, sempre sulla destra, si trova l'ingresso al Palazzo Michiel dalle Colonne, che ha la facciata sul Canal Grande e che in passato ospitava un'importante collezione privata con opere di Giovanni Bellini (La Pietà, Madonna col Putto fra il Battista e una Santa) ora esposte presso le Gallerie dell'Accademia.

Al termine della strada, subito prima del Campo Santi Apostoli, sul lato destro si trova la settecentesca Scuola dell'Angelo Custode, attribuita ad Andrea Tirali, adibita a chiesa luterana per i tedeschi residenti in città dopo che nel 1812 venne soppresso il Fontego dei Tedeschi. La Scuola ospita opere di Sebastiano Ricci e un Cristo benedicente della scuola di Tiziano, trasferito qui dal Fontego dei Tedeschi.

Il percorso quindi termina nell'ampio campo dei Santi Apostoli su cui si affaccia la chiesa omonima.

Tappe[modifica]

Attrazione principale = monumenti Wiki Loves Monuments

  • stazione 45.44113412.3209421 Stazione di Venezia Santa Lucia. Numerosi treni provenienti dalle principali città italiane raggiungono la stazione di Venezia Santa Lucia. Da Venezia Mestre partono continuamente treni che in 10 minuti giungono a Venezia Santa Lucia. La stazione di Venezia Santa Lucia si trova di fronte alla fermata del vaporetto di Canal Grande.
Chiesa di Santa Maria di Nazareth (degli Scalzi)
  • 45.4412812.322212 Chiesa degli Scalzi (Chiesa di Santa Maria di Nazareth), Fondamento degli Scalzi 54 (a fianco della stazione ferroviaria). ingresso gratuito. Lun-Dom 7:00-13:00 e 14:30-18:45. Magistrale esempio di arte barocca progettata da Baldassarre Longhena, realizzata negli anni 1660-1689 da Giuseppe Sardi che eseguì lavori sulla facciata in marmo di Carrara. La chiesa è stata costruita con colonne gemelle in due ordini e decorata con sculture. Prende il nome dai monaci carmelitani "scalzi". Fu dipinta da Giandomenico Tiepolo nel 1743-44, ma nel 1915 la chiesa fu colpita da una bomba sparata dalle truppe austriache, che distrusse il tetto e l'affresco. Oggi i dipinti del Tiepolo sono sopravvissuti solo nella cappella di S. Teresa. Nel 1802, l'ultimo Doge di Venezia, Lodovico Manin, e i suoi familiari furono sepolti nella cappella della Sacra Famiglia. Chiesa di Santa Maria di Nazareth (Venezia) su Wikipedia chiesa di Santa Maria di Nazareth (Q748689) su Wikidata
Ca' Pesaro
  • Attrazione principale45.44090712.3312683 Museo d'arte orientale (palazzo Ca' Pesaro), +39 041 5241173, . Adulti € 14, ridotto € 11,50 (valido per entrambi i musei della Ca 'Pesaro). Mar-Dom da novembre a marzo: dalle 10:00 alle 17:00, da aprile a ottobre: ​​dalle 10:00 alle 18:00, chiuso M, 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio. Conserva i tesori del viaggio del principe Enrico di Borbone, avvenuto nel 1887-89 in tutta l'Asia. Il principe Enrico raggiunse il Giappone in un momento in cui l'arte Edo stava diventando più economica a favore della moderna Meiji e acquistò 30.000 oggetti, tra cui reti dell'era Edo (sculture in miniatura), armi, paraventi e utensili. Circa tre quarti della collezione è giapponese; il quarto rimanente comprende una piccola collezione di ceramiche islamiche dal XII al XV secolo e pezzi di scacchi cinesi finemente intagliati del XVIII secolo. Museo d'arte orientale (Venezia) su Wikipedia Museo d'arte orientale (Q1403370) su Wikidata
Sala del Museo d'arte orientale
  • 45.44094512.3316334 Galleria Internazionale d'Arte Moderna (palazzo Ca' Pesaro) (vaporetto 1 per San Stae), +39 041 524695, . Adulti € 14, ridotto € 11,50 (valido per entrambi i musei della Ca 'Pesaro). Nov-Mar: 10: 00-17: 00, Apr-Ott: 10: 00-18: 00, chiuso 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio. L'esterno maestoso di questo palazzo costruito nel 1710, nasconde due interessanti musei d'arte. I soffitti favolosamente dipinti di Ca 'Pesaro, che alludono alla forza e al prestigio del clan pesarese, competono anche con le opere d'arte. La Galleria Internazionale d'Arte Moderna comprende le opere esposte alla Biennale di Venezia e copre numerosi movimenti artistici del XIX e XX secolo, tra cui McKyalio, gli espressionisti e i surrealisti e sculture di Rodin e Wildt, spesso frutto di acquisizioni mirate alle varie edizioni della Biennale. Al piano intermedio si tengono regolarmente mostre temporanee che mostrano artisti modernisti e contemporanei; l'ingresso è compreso nel prezzo del biglietto. Galleria internazionale d'arte moderna (Venezia) su Wikipedia Galleria internazionale d'arte moderna (Q3940563) su Wikidata
  • Attrazione principale45.44055612.3338895 Galleria Franchetti alla Cà d'Oro (Ca' d'Oro), Strada Nuova (vaporetto 1 per Ca d'Oro), +39 0415200345. Adulti € 8, ridotto € 6. Mar-Sab 08:15-19:15, Lun 08:15-14:00, Dom 10:00-18:00, chiuso 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio. Il palazzo fu commissionato da Mario Contarini nel 1424-1434 in stile gotico, ancora molto in voga a Venezia all'epoca. Ha un interno riccamente decorato con vista dalle logge sul Canal Grande. Al primo e al secondo piano si trova il museo Galleria Franchetti, con un'imponente collezione di dipinti, sculture, bronzi del Giorgione di Tiziano e il San Sebastiano di Andrea Mantegna. Nel 1840 il principe russo Trubetskoi donò il palazzo alla ballerina Maria Taglioni che apportò ogni tipo di modifica. Queste innovazioni furono in gran parte annullate da Giorgio Franchetti, ultimo proprietario privato del palazzo. Franchetti lasciò il palazzo allo Stato italiano dopo la sua morte nel 1922. È un museo dal 1927. Ca' d'Oro su Wikipedia Ca' d'Oro (Q820872) su Wikidata
  • Attrazione principale45.43595812.3328066 Palazzo Grimani (Palazzo Grimani a San Luca). Fu costruito in epoca rinascimentale e il suo aspetto attuale risale al 1556-1575. Fu originariamente costruito per il Doge Antonio Grimani. Dopo la sua morte, nel 1532-1569, fu successivamente ricostruita dagli eredi del Doge, prima Vittore Grimani, Procuratore Generale della città, poi Giovanni Grimani, Cardinale e Patriarca di Aquileia. Presumibilmente, Michele Sanmicheli ha eseguito il contratto per quest'ultimo. Il palazzo fu infine completato nel 1575 da Giovanni Rusconi. Il portale è stato disegnato da Alessandro Vittoria. Il palazzo è composto da tre parti e un piccolo cortile. La facciata del palazzo è decorata con marmi policromi. Il clou dell'interno è la "Sala di Psiche" (Sala di Psiche italiana), decorata con affreschi di Francesco Menzocchi, Camilo Mantovano e Francesco Salviati. Alla progettazione del palazzo parteciparono anche Taddeo Zuccaro e Giovanni da Udine. Palazzo Grimani (San Luca) su Wikipedia Palazzo Grimani di San Luca (Q922371) su Wikidata
  • 45.4330912.330217 Campo Santo Stefano. Uno dei più vivaci campi della città. Su di esso si affacciano la chiesa di Santo Stefano, la chiesa di San Vidal, Palazzo Morosini, Palazzo Loredan (sede dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti dal 1891) e - nell'adiacente campiello Pisani - il Palazzo Pisani. Al centro del campo la statua del letterato Niccolò Tommaseo, opera di Francesco Barzaghi del 1882. Campo Santo Stefano su Wikipedia Campo Santo Stefano (Q3654631) su Wikidata
Ponte dell'Accademia
  • 45.4316612.328998 Ponte dell'Accademia (un tempo Ponte della Carità). E' il più meridionale dei quattro ponti di Venezia che attraversano il Canal Grande. Collega San Vidal all'ex Chiesa di Santa Maria della Carità. Prende il nome dal museo d'arte della Galleria dell'Accademia, che si trova nell'ex convento e edificio della Scuola Grande di Santa Maria della Carità. Il ponte collega la Galleria dell'Accademia e il sestiere di San Marco. Nel 1934 l'architetto Miozzi realizzò questa struttura provvisoria in sostituzione del ponte metallico del 1854, fortemente criticato per la sua costruzione e per i materiali utilizzati per renderlo "troppo moderno", così come il Ponte degli Scalzi. È stato sviluppato un progetto per un ponte in pietra, simile nello stile agli edifici circostanti, ma il Ponte dell'Accademia ha conservato fino ad oggi la sua struttura in legno. A causa dell'usura, nel 1985 il ponte fu demolito e sostituito con uno nuovo, pur mantenendo la struttura e l'aspetto del suo predecessore. Ponte dell'Accademia su Wikipedia Ponte dell'Accademia (Q52509) su Wikidata
Gallerie dell'Accademia
  • Attrazione principale45.4311312.3281649 Gallerie dell'Accademia, Campo della Carità (vaporetto 1 o 2 per Accademia), . Adulti 16 €, ridotto 7,50 €, diritto di prenotazione anticipata 1,50 €. Lun 08:15-14:00, Mar-Dom 08:15-19:15 (la biglietteria chiude 1 ora prima). Il museo d'arte più significativo di Venezia, che è anche uno dei migliori d'Italia, collezione di pittura veneziana dal XIV al XVIII secolo. E' ospitato in un vasto complesso formato dalla chiesa di Santa Maria della Carità, dal convento dei Canonici Lateranensi e dalla Scuola Grande di Santa Maria della Carità (l'ingresso è per il portale di quest'ultima). Le gallerie prendono il nome dall'Accademia di Belle Arti (n. 1750), che le ha aperte nel 1817 e ne ha condiviso la sede fino al 2004 (oggi l'Accademia ha sede a poca distanza nell'ex Ospedale degli Incurabili e con sede distaccata presso l'isola di San Servolo). Le Gallerie raccolgono la migliore collezione di arte veneziana e veneta, soprattutto legata ai dipinti del periodo che va dal XIV al XVIII secolo: tra i maggiori artisti rappresentati figurano Tintoretto, Giambattista Pittoni, Tiziano, Canaletto, Giorgione, Giovanni Bellini, Vittore Carpaccio, Cima da Conegliano e Veronese. Vi si conservano anche altre forme d'arte come sculture e disegni, tra i quali il celeberrimo Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci (esposto solo in occasioni particolari). Tra i dipinti più importanti dell'Accademia ci sono: Gentile Bellini: Processione in Piazza San Marco (1496) e Miracolo della Croce al Ponte di S. Lorenzo (1500), Giovanni Bellini: Pietà (1500), Jacopo Bellini: Madonna con Bambino e Cherubini (1450 ca.), Parigi Bordenone: Un pescatore presenta al doge l'anello di San Marco (1535 ca.), Vittore Carpaccio: Leggenda di Sant'Orsola (1490-1498), Cima da Conegliano: Il Santo Vergine sotto l'Arancio (1496 ca.), Giorgione (1477-1510): La Tempesta e La Vecchia("La vecchia"), Andrea Mantegna (1431-1506): San Giorgio , Veronese Paolo (1528-1588): La festa in casa di Levi (1573), Tintoretto: I miracoli di San Marco (1548) e Tiziano: Pietà (ca. 1576). Gallerie dell'Accademia su Wikipedia Gallerie dell'Accademia (Q338330) su Wikidata
  • 45.43280612.33152310 Campo San Maurizio. Collega piazza San Marco a Campo Santo Stefano. La chiesa di San Maurizio, di antiche origini, chiude il campo a nord, affacciandosi col suo attuale fronte neoclassico. La chiesa è sede del Museo della musica, una collezione di strumenti musicali, dipinti barocchi veneziani (gli Interpreti Veneziani, ideatori del Museo, propongono concerti anche nella vicina chiesa di San Vidal). Alle spalle sorge il campanile di Santo Stefano, la cui impressionante pendenza e ben visibile dall'adiacente, a destra della facciata, Corte Lavezzera. A sinistra della chiesa, all'inizio della Calle del Piovan, è visibile di scorcio la facciata della Scuola degli Albanesi. Su campo S. Maurizio si affaccia anche Palazzo Zaguri (già Pasqualini), del XIV secolo, privato, sede di mostre d'arte. Campo San Maurizio su Wikipedia Campo San Maurizio (Q3654619) su Wikidata
Chiesa di Santa Maria del Giglio
  • 45.432512.33277811 Chiesa di Santa Maria del Giglio (Santa Maria Zobenigo), Campo Santa Maria del Giglio (Stazione Giglio). € 3, con Chorus Pass gratuito. Lun-Sab 10:30-13:30 e 14:30-17:00. Fondata nel IX secolo ma quasi completamente ricostruita alla fine del XVII secolo, questa chiesa presenta una serie di sei mappe in rilievo sulla facciata raffiguranti Roma e cinque città allora veneziane: Padova, le città croate di Zara e Spalato, e anche le città greche di Heraklion e Corfù. All'interno ci sono diversi capolavori. Due tele del Tintoretto, ciascuna raffigurante due dei quattro evangelisti. Si trovano ai lati del corpo. C'è un piccolo tesoro nella Cappella Molina, anche se la vera perla della chiesa è un dipinto di Peter Paul Rubens raffigurante il seno nudo della "Madonna con il Bambino e San Giovanni". L'ammiraglio Antonio Barbaro ordinò a Giuseppe Sardi di ricostruire la chiesa alla gloria della Vergine, a Venezia e, naturalmente, a se stesso: la sua statua ebbe la priorità sulla facciata. Chiesa di Santa Maria del Giglio (Venezia) su Wikipedia chiesa di Santa Maria del Giglio (Q220811) su Wikidata
Chiesa di San Moisè
  • 45.43305612.33611112 Chiesa di San Moisè, Campo San Moisè, 1390/A (Stazione San Marco). La chiesa originaria dell'VIII secolo fu ricostruita nel X secolo e nel XIV secolo alla chiesa fu aggiunto un campanile in mattoni con campanile ad arcate. Per volere della famiglia Fini, la chiesa fu ricostruita nel 1682 da Alessandro Tremignon in stile barocco. La facciata sovraccarica di sculture e ornamenti è opera dello scultore Enrico Meiring e loda i donatori - la famiglia Fini. A sinistra ea destra sono scolpiti i busti dei fratelli e al centro del timpano lo stemma della famiglia. La composizione originaria era ancora più pomposa, ma diversi dettagli scultorei andarono perduti nel tempo e nel XIX secolo si decise di alleggerire la facciata, il cui stato era allarmante a causa del pesante carico, e alcune delle decorazioni e delle sculture sono stati deliberatamente smantellati. John Ruskin definì la Chiesa di San Moise l'edificio più scomodo di Venezia. La pala d'altare raffigura Mosè, ricevendo i dieci comandamenti, scolpiti nella pietra da Heinrich Meiring. La navata della chiesa ospita la tomba del finanziere scozzese John Lowe, oltre a numerosi dipinti del XVII e XVIII secolo. Il presbiterio contiene sedili del coro in legno intagliato risalenti al XVI secolo. Nella cappella di sinistra sono le tele L'Ultima Cena, attribuita a Palma il Giovane, e La Lavanda dei piedi di Jacopo Tintoretto. Nel XVIII secolo nella chiesa si verificò un terribile incidente: durante un temporale, un fulmine colpì il tetto della chiesa, una scarica elettrica discese lungo un cavo metallico che teneva il lampadario sopra l'altare e uccise il sacerdote e il suo assistente, che erano appena servire la messa in quel momento. Il presbiterio contiene sedili del coro in legno intagliato risalenti al XVI secolo. Nella cappella di sinistra sono le tele L'Ultima Cena, attribuita a Palma il Giovane, e La Lavanda dei piedi di Jacopo Tintoretto. Nel XVIII secolo nella chiesa si verificò un terribile incidente: durante un temporale, un fulmine colpì il tetto della chiesa, una scarica elettrica discese lungo un cavo metallico che teneva il lampadario sopra l'altare e uccise il sacerdote e il suo assistente, che erano appena servire la messa in quel momento. Il presbiterio contiene sedili del coro in legno intagliato risalenti al XVI secolo. Nella cappella di sinistra sono le tele L'Ultima Cena, attribuita a Palma il Giovane, e La Lavanda dei piedi di Jacopo Tintoretto. Nel XVIII secolo nella chiesa si verificò un terribile incidente: durante un temporale, un fulmine colpì il tetto della chiesa, una scarica elettrica discese lungo un cavo metallico che teneva il lampadario sopra l'altare e uccise il sacerdote e il suo assistente, che avevano appena servito la messa. Chiesa di San Moisè su Wikipedia chiesa di San Moisè (Q1068131) su Wikidata
  • Attrazione principale 45.43284712.33714513 Hotel Luna Baglioni, Calle Larga de l'Ascension, Sestiere San Marco, 1243. Luna Hotel Baglioni (Q56258590) su Wikidata
  • unesco 45.43416712.33777814 Procuratie, Piazza San Marco. Le Procuratie sono imponenti edifici che avvolgono su tre lati piazza San Marco. Prendono il nome dal fatto che vi alloggiavano i procuratori di San Marco. Sono distinte in tre ali che delimitano quasi interamente la parte della piazza antistante alla basilica di San Marco: le Procuratie Vecchie a nord, l'Ala Napoleonica a ovest e le Procuratie Nuove a sud. Procuratie su Wikipedia Procuratie (Q162796) su Wikidata
Museo archeologico nazionale
Biblioteca nazionale Marciana
  • Attrazione principale unesco 45.43333312.33916716 Biblioteca nazionale Marciana, Piazzetta San Marco (vaporetto linea 1 o 2 per San Marco), +39 041 2407211, . € 4, ridotto € 2. 08:15-10:00, 17:09-19:00. La più grande biblioteca di Venezia, la sua collezione comprende circa 13.000 manoscritti, 2.883 libri a stampa antica e 24.055 libri del XVI secolo. Nel 1530, l'influente Pietro Bembo gestiva la biblioteca. Non senza la sua partecipazione, furono stanziati fondi per la costruzione di un edificio della biblioteca nel quartiere San Marco. La costruzione iniziò nel 1537, su progetto di Jacopo Sansovino, e completata negli anni ottanta del Cinquecento da Vincenzo Scamozzi. Per la prima volta in Europa, durante la costruzione dell'edificio sono state applicate nuove idee rinascimentali: presta attenzione alle colonne tra gli archi, che allo stesso tempo conferiscono leggerezza e profondità alla facciata. La Piazzetta è dominata dall'iride dell'ingresso principale: quello di sinistra conduce alla biblioteca funzionante, l'ingresso di mezzo è quello principale, e l'ingresso di destra conduce al museo archeologico. L'edificio ha una magnifica scala d'ingresso. Sul soffitto vi è la Sapienza di Tiziano. Paolo Veronese, Francesco Salviati, Andrea Meldolla e altri celebri maestri dell'epoca lavorarono alla decorazione della volta della Sala d'Oro della biblioteca (è ornata da 21 medaglioni). Man mano che la biblioteca cresceva, occupò anche edifici limitrofi, tra cui la Zecca, costruita dal Sansovino nel 1537-1547, con locali per il conio e la conservazione delle monete. Un ampio cortile interno nel XX secolo è stato coperto da una tettoia in vetro e trasformato in sala di lettura. Biblioteca nazionale Marciana su Wikipedia Biblioteca nazionale Marciana (Q578460) su Wikidata
  • 45.43402812.33902817 Campanile di San Marco, Piazza San Marco (vaporetto linea 1 per San Marco), +39 041 5224064. €8. Nov-Mar: 09:30-15:45; Apr-Giu, Ott: 09:00-19:00; Lug-Ago: 09:00-21:00. Il campanile di San Marco è stato costruito nel IX secolo. Originariamente era utilizzato come torre di osservazione e come faro. Fu ricostruita nel 1100 e poi completata nel XVI sotto la guida dell'architetto Bon. Fu ricostruita in stile rinascimentale, pur mantenendo la struttura originaria. Nel 1902 il campanile cadde, ma fortunatamente non ci furono conseguenze tragiche. Venezia decise di ricostruirlo, "com'era e dov'era", e 10 anni dopo era pronto il nuovo campanile, copia esatta dell'originale: la torre è quadrata, costruita in mattoni. È largo 12 metri e alto 98,6 metri ed è chiuso nella parte superiore con una punta a forma di piramide. In alto c'è un angelo d'oro alto circa 2 metri. Il campanile svolge da secoli un ruolo essenziale nella vita politica e sociale della città. Sono state suonate le campane per informare gli abitanti della città di tutti i principali eventi organizzati a Venezia. Ai piedi del campanile c'erano famosi venditori di vino che si muovevano per sedersi all'ombra del campanile, a seconda dell'ora del giorno. Da questa antica usanza deriva il termine usato dai veneziani per un bicchiere di vino: Ombra. La sommità della torre offre una splendida vista su Venezia e sulla laguna. Campanile di San Marco su Wikipedia Campanile di San Marco (Q754194) su Wikidata
  • unesco 45.43444412.33972218 Basilica di San Marco (Basilica Cattedrale Patriarcale di San Marco), Piazza San Marco (Vaporetti 1, 52 e 82 da Santa Lucia (la stazione dei treni) o da Piazzale Roma), +390415225205. L'ingresso alla basilica è gratuito, invece il museo al piano superiore costa € 5 e per vedere l'altare maggiore e il tesoro costa rispettivamente € 2 e € 3. 1 ottobre-31 marzo: 09:45-16:45; 1 aprile-30 settembre: 09:45-17:00. È uno sei simboli dell'Italia e un raro esempio di architettura bizantina nell'Europa occidentale. La basilica, fu costruita nell'829 per contenere le spoglie di San Marco, patrono della città e fu consacrata nel 1024. È stata più volte ristrutturata e decorata nel corso dei secoli e la Basilica è sicuramente la chiesa più spettacolare della Città. La costruzione della moderna basilica iniziò nel 1063 sotto il regno del doge Domenico Contarini. Nel 1071, nella cattedrale ancora incompiuta, Domenico Selvo fu elevato alla carica di Doge, sotto il quale nel 1071-1084 si iniziò a realizzare la decorazione musiva della basilica. La consacrazione del tempio avvenne nel 1094 sotto il doge Vitale Fallier. La chiesa con cinque cupole a croce fu eretta sul modello della Chiesa degli Apostoli a Costantinopoli. Nei secoli successivi la chiesa fu continuamente ampliata e decorata: nel 1159 iniziarono i lavori per il rivestimento marmoreo della cattedrale, nel XII secolo furono realizzati i mosaici delle cupole centrali e delle volte, nel 1343-1354 il battistero e fu aggiunta la cappella di S. Isidoro. nel XV secolo - la cappella e sagrestia Mascoli (1486-1493), nel 1504-1521 la cappella Zen. La decorazione esterna della cattedrale fu completata entro la fine del XV secolo. Il titolo di principale costruttore della cattedrale in tempi diversi fu portato da architetti come Jacopo Sansovino e Baldassar Longena. Molte antiche reliquie sono finite nella cattedrale dopo il sacco di Costantinopoli ad opera dei crociati nel 1204. Tra questi la quadriga sulla facciata occidentale, l'"altare d'oro" bizantino, l'immagine della Madonna di Nicopeia. Costruita come una basilica greca classica con una dura facciata romanica, la cattedrale, negli anni della ricostruzione, ha acquisito la sua immagine moderna, in cui si sono mescolati vari stili. Ciò si spiega anche con il fatto che nella sua decorazione furono utilizzati marmi orientali portati a Venezia in epoche diverse, colonne di vari ordini, bassorilievi greci e romanici, Sculture bizantine e italiane, capitelli gotici. Tutto questo è stato combinato dai maestri nell'architettura armoniosa della cattedrale.
    La facciata principale è unica. Ha cinque porte ad arco, una terrazza su cui sono a casa, quattro cavalli di bronzo provenienti dalla preda della 4a crociata. Nel periodo della Repubblica di Venezia, era la cappella personale del Doge ed è stata costruita con vari manufatti perlopiù provenienti dall'Asia Minore e donati dai mercanti Veneziani. È lunga 76 m e larga 62 m. Al suo interno è impreziosita da splendidi mosaici dorati e varie opere d'arte. Il pavimento in marmo ha un sorprendente motivo geometrico e ci sono splendidi mosaici sulle pareti che raccontano storie del Nuovo Testamento.
    Le volte, le cupole e il livello superiore delle pareti della cattedrale sono rivestiti con tele a mosaico per una superficie totale di circa 4000 mq. La realizzazione della decorazione musiva della cattedrale iniziò nel 1071 (mosaici dell'abside) e proseguì per più di duecento anni (i mosaici del nartece furono ultimati nel 1280). I primi mosaici furono creati da maestri senza nome che seguirono esclusivamente la tradizione del canone della pittura di icone. Nell'XI secolo, i maestri bizantini furono coinvolti nella creazione di mosaici; in seguito, i mosaicisti veneziani iniziarono a fare il lavoro. Nei secoli successivi, durante il restauro e la ricostruzione dei mosaici, furono realizzati i cartoni su cui furono disposte le composizioni da Jacopo Bellini, Paolo Uccello, Mantegna, Tiziano e Tintoretto. Come materiale per i mosaici è stato utilizzato il vetro prodotto nell'isola di Murano. La massa di vetro di vari colori era disposta su uno sfondo di lamina d'oro, creando così uno splendore, nonostante la scarsa illuminazione della cattedrale. I mosaici raffigurano storie dell'Antico e del Nuovo Testamento, scene della vita della Madre di Dio, dell'Apostolo Marco, di Giovanni Battista e di Sant'Isidoro.
    Bisogna essere vestiti in modo appropriato per poter entrare; questo significa niente gonne corte o spalle scoperte. Non è consentito portare all'interno borse grandi o zaini, a volte potrebbe essere necessario depositare anche piccoli zaini. Il deposito è disponibile proprio dietro l'angolo dall'ingresso principale (gratuito). Le riprese e la fotografia sono vietate. La visita all'interno della basilica dura dieci minuti. L'attesa per l'ingresso in basilica può durare alcune ore, nei momenti di massima affluenza durante il giorno. Per ridurre i tempi di attesa poco meglio recarvisi verso sera, quando la Basilica sta per chiudere.
    Basilica di San Marco su Wikipedia basilica di San Marco (Q172988) su Wikidata
  • 45.43472212.33888919 Torre dell'orologio, Piazza San Marco (vaporetto linee 1-2-5 per San Marco), +39 041 5209070. Adulti € 12, ridotto € 7. prenotazione anticipata obbligatoria online o telefonicamente. Costruita in stile rinascimentale, offre una bellissima vista su Piazza San Marco. La torre e l'orologio risalgono all'ultimo decennio del XV secolo ed è opera dell'architetto Mauro Codussi, anche se in seguito furono apportate significative modifiche al meccanismo. La posizione della torre fu scelta in modo che l'orologio fosse visibile dalle acque della laguna e mostrasse a tutti la ricchezza e la gloria di Venezia. I due piani inferiori della torre creano un arco monumentale che conduce alla via principale della città, la Merceria, che collega il centro politico e religioso (Piazza San Marco) con il centro commerciale e finanziario (Rialto). Sulla terrazza in cima alla torre ci sono due grandi statue di bronzo (i veneziani li chiamano i Mori, perché il bronzo col tempo si è annerito) che suonano la campana ogni ora, e sotto, su uno sfondo azzurro con stelle dorate, c'è è un leone alato con un libro aperto - il simbolo di Venezia. Ancora più in basso vi è una galleria semicircolare con una statua seduta in rame lavorato della Vergine col Bambino. Su ogni lato c'è un pannello blu che mostra l'ora: a sinistra i numeri romani indicano il numero delle ore, e a destra i numeri arabi, i minuti (a intervalli di 5 minuti). L'orologio mostra anche le fasi lunari e la posizione del sole nei segni zodiacali. Due volte all'anno, l'Epifania (6 gennaio) e l'Ascensione (giovedì, 40° giorno dopo Pasqua), ad una delle porte, solitamente occupate da questi numeri, compaiono tre magi, guidati da un angelo con la tromba, e marcia attraverso la galleria, inchinandosi davanti alla Madre di Dio e al Bambino, prima di nascondersi in un'altra porta. e a destra in arabo - minuti (con un intervallo di 5 minuti). L'orologio mostra anche le fasi lunari e la posizione del sole nei segni zodiacali. Due volte all'anno, l'Epifania (6 gennaio) e l'Ascensione (giovedì, 40° giorno dopo Pasqua), ad una delle porte, solitamente occupate da questi numeri, compaiono tre magi, guidati da un angelo con la tromba, e marcia attraverso la galleria, inchinandosi davanti alla Madre di Dio e al Bambino, prima di nascondersi in un'altra porta. e a destra in arabo - minuti (con un intervallo di 5 minuti). L'orologio mostra anche le fasi lunari e la posizione del sole nei segni zodiacali. Due volte all'anno, l'Epifania (6 gennaio) e l'Ascensione (giovedì, 40° giorno dopo Pasqua), ad una delle porte, solitamente occupate da questi numeri, compaiono tre magi, guidati da un angelo con la tromba, e marcia attraverso la galleria, inchinandosi davanti alla Madre di Dio e al Bambino, prima di nascondersi in un'altra porta. Torre dell'orologio (Venezia) su Wikipedia torre dell'orologio (Q966625) su Wikidata
Palazzo Querini Stampalia
  • 45.43627812.34106920 Fondazione Querini Stampalia (Palazzo Querini Stampalia), Castello 5252 (vicino a Campo S.Maria Formosa, vaporetto linea 1-5, 1-5-2 per San Zaccaria), +39 0412711411. Adulti € 10, ridotto € 8. Lun-Dom 10:00-18:00; 25 e 26 dicembre, 1 gennaio. Una piccola raccolta di dipinti dei secoli XIV-XVIII di Bellini, Palma, Ricci, Tiepolo e Longhi. Il Palazzo Querini-Stampaglia fu costruito nel XVI secolo e fu ristrutturato nel 1961-1963 dal modernista Carlo Scarpa. I più interessanti della galleria: un giardino, una scala e un cavalletto con un dipinto del primo Bellini "Portare al tempio". Interessanti anche 69 dipinti di Gabriele Bell "Scene di vita pubblica di Venezia" (XVIII secolo). Oltre alla galleria, il palazzo ospita anche una libreria di arte e architettura contemporanea, una vetreria di design, una biblioteca pubblica con accesso a Internet e mostre di arte contemporanea. Il venerdì e il sabato alle 17:00 e alle 20:30 - concerti di musica del XVIII secolo. Piazza Querini di fronte al castello è di per sé molto pittoresca: qui convergono tre canali, sui quali vi sono tre ponti. Fondazione Querini Stampalia su Wikipedia Fondazione Querini Stampalia (Q3747209) su Wikidata
Santa Maria Formosa
  • 45.436912.341121 Chiesa di Santa Maria Formosa, Campo Santa Maria Formosa, +39 041 5234645. 08:30-12:30, 17:00-19:00. La Chiesa è una delle otto chiese costruite nel VII secolo da San Magno, Vescovo di Oderzo. La leggenda vuole che la Vergine Maria gli sia apparsa sotto forma di una matrona ben proporzionata. La chiesa fu edificata più volte nel corso dei secoli: nel 1668 fu ricostruita dopo essere stata danneggiata da un terremoto e dopo diversi rifacimenti, l'ultima ricostruzione dell'intero edificio fu eseguita tra il 1916 e il 1921, con i fondi messi a disposizione dal Governo e dal conte Venier. Il campanile barocco fu costruito nel 1668 su progetto di Francesco Zucconi. La facciata della chiesa affacciata sul canale è stata realizzata utilizzando denaro donato dalla famiglia Cappello, in onore del Capitano Vincenzo Cappello, che sconfisse i Turchi. L'interno fu decorato da Mauro Coducci ed è costruito secondo lo schema a croce latina sulle precedenti fondamenta a croce greca. Presenta navata centrale e navate laterali, coro, transetti con volte a crociera e cupola semisferica. La chiesa ospita anche alcuni meravigliosi dipinti di Bartolomeo Vivarini, Palma il Giovane e Palma il Vecchio. Chiesa di Santa Maria Formosa su Wikipedia chiesa di Santa Maria Formosa (Q1813687) su Wikidata
Museo di Palazzo Grimani a Santa Maria Formosa
  • Attrazione principale 45.43695612.34224922 Museo di Palazzo Grimani (Palazzo Grimani di Santa Maria Formosa), Ramo Grimani, Castello 4858 (vicino Campo Sta. Maria Formosa; vaporetto linea 1 o 2 Rialto o Zaccaria), +39041 5200345, . 14,50 €, residenti nell'UE di età 18-25 € 7,50. Mar-Dom 10:00-19:00, chiuso 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio. Un gioiello dell'architettura rinascimentale inaugurato nel 2008 come museo civico veneziano, collezioni di dipinti, collezione archeologica di manufatti greci e romani, mostre temporanee. Palazzo Grimani di Santa Maria Formosa su Wikipedia Palazzo Grimani di Santa Maria Formosa (Q2898082) su Wikidata
  • 45.43805612.34611123 Chiesa di Santa Giustina. Residuo di un edificio religioso di Venezia sconsacrato nel 1810, situato nel campo omonimo, faceva parte della serie di conventi costruiti a cintura difensiva periferica della città. Nel 1844 l'edificio fu trasformato in scuola militare, dividendolo in tre piani e demolendo il frontone, e nel 1924 divenne sede del Liceo Scientifico Giovanni Battista Benedetti. I numerosi e importanti dipinti conservati all'interno furono dispersi.
    Dell'edificio originario rimane solo la opulenta facciata in pietra d'Istria, monca però del coronamento, e due finestre gotiche dal delicato traforo murate all'interno. La commissione data al Longhena prevedeva l'obiettivo, del tutto laico e comune in diverse chiese barocche veneziane, di glorificare la casata Soranzo. La facciata è tripartita da alte semicolonne corinzie dell'ordine maggiore impostate su cospicui basamenti istoriati che attualmente sorreggono un semplice attico con sfere acroteriche. Nella costruzione originaria di Longhena era presente un ampio timpano centinato sormontato da sculture ed ornato con l'insegna dei Soranzo, come ci viene rappresentato sia nell'incisione di Domenico Lovisa che in quella di poco precedente del Carlevarijs. Le sculture rappresentavano un Redentore affiancato da due allegorie sedute ai lati sul timpano e, dopo le volute laterali, due figure di santi sopra gli spigoli.
    Chiesa di Santa Giustina (Venezia) su Wikipedia chiesa di Santa Giustina (Q3585413) su Wikidata
San Francesco della Vigna
Navata di San Francesco della Vigna
  • 45.438112.348624 Chiesa e convento di San Francesco della Vigna, Campo San Francesco della Vigna, +39 041 5206102. 08:00-12:00, 16:30-18:00. Costituisce una delle maggiori architetture del Rinascimento veneziano. La tradizione vuole che il nome di questa chiesa derivi più o meno dai vigneti che furono dati ai monaci minori da Marco Ziani, figlio di Pietro Doge, nel 1253. Nel 1534 la chiesa fu costruita sul sito del monastero. È stato progettato dal Sansovino che ha curato la costruzione dell'opera stessa. La facciata fu realizzata in un secondo momento (1568-1577) su progetto di Andrea Palladio. Due statue in bronzo di Tiziano Aspetti sono nelle nicchie, nella facciata: a sinistra c'è una statua di Mosè e a destra c'è una statua di San Paolo. L'interno di San Francesco della Vigna è a croce latina con navata centrale, cappelle laterali, un altare e un coro più profondo.
    Francesco Zorzi (della nobile famiglia proprietaria dei terreni poi donati i francescani) fu un francescano incaricato dei lavori per l'edificazione della chiesa. Egli era un esperto di cabala e si fondò sul numero 3, in quanto voleva che le proporzioni dell'edificio comprendessero, oltre che il simbolo della Trinità, anche le consonanze musicali pitagoriche, affinché la chiesa "riflettesse per intero l'armonia universale", secondo i princìpi dell'ermetismo.
    Il convento, composto da due chiostri (dei quali il maggiore usato come cimitero) a seguito della soppressione degli ordini religiosi durante il periodo napoleonico, venne trasformato in caserma. Rimase tale anche dopo la riammissione dei minori osservanti a Venezia nel 1836 (che dovettero andare ad abitare in un secondo convento, fondato nel XV secolo). Dopo averlo ampliato essi stessi, avendo inglobato anche il Palazzo della Nunziatura, finalmente nel 1866 poterono tornare nel loro antico convento (comperato dal Commissariato di Terra Santa). Qui vennero sepolti molti nobili veneziani. Oggi nei due chiostri si svolgono esposizioni temporanee, concerti; inoltre essi vengono adibiti a padiglioni di alcune esposizioni della Biennale. Il convento ospita un convito ecumenico e multiconfessionale di studenti e professori di teologia provenienti da tutto il mondo, numerose Bibbie ebraiche e la prima copia stampata del Corano, il più antico vitigno di Venezia risalente al XIII secolo. Qui si coltivano viti di Teroldego del Trentino e viti di Refosco del Friuli, unite per produrre un vino chiamato "Harmonia Mundi".
    Chiesa di San Francesco della Vigna su Wikipedia chiesa di San Francesco della Vigna (Q946542) su Wikidata

Dove mangiare[modifica]

  • 45.4306612.329391 Ai Cugnai dal 1911, Calle Nuova Sant'Agnese, 857.
  • 45.430112.3239612 Osteria Al Squero, Dorsoduro, 943/944 (di fronte allo squero di San Trovaso, a sud-ovest delle Gallerie dell'Accademia). Una "cicheteria" con vista su un antico squero (cantiere di costruzione delle barche), in questo piccolo locale è possibile gustare apertivi accompagnati da una grande selezione di "cicheti" tipici veneziani. C'è qualche posto a sedere ma per lo più si sta sul muretto di fronte, che da sul canale. I orari e giorni di punta c'è da attendere una coda apparentemente lunga ma si viene serviti in fretta. Va bene per un aperitivo o pasto veloce senza spendere molto.