Fiesole | ||
Stemma | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Toscana | |
Territorio | Area fiorentina | |
Altitudine | 295 m s.l.m. | |
Superficie | 42,19 km² | |
Abitanti | 14.027 (2019) | |
Nome abitanti | Fiesolani | |
Prefisso tel | +39 055 | |
CAP | 50014 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Romolo di Fiesole (6 luglio) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Fiesole è un comune in provincia di Firenze.
Da sapere
[modifica]Vanta una delle migliori vedute sulla città di Firenze. Dal XIV secolo in poi la città è sempre stata considerata come uno dei sobborghi più esclusivi di tutta Firenze e secondo le statistiche la città tutt'oggi rimane uno dei comuni più ricchi di tutta la Toscana.
Cenni geografici
[modifica]La città di Fiesole sorge su un doppio colle che sovrasta le valli dell'Arno e del Mugnone, a circa 6 chilometri da Firenze. Il comune si estende su altri colli confinanti, inglobando numerose frazioni, e arriva a toccare l'Arno nelle frazioni in vallata del Girone e dell'Anchetta.
Cenni storici
[modifica]Fiesole dal IV secolo a.C. risulta come una delle più importanti città etrusche (in etrusco Vipsul o Visul) alle pendici meridionali dell'Appennino Tosco-Emiliano. Fu alleata di Roma fin dal III secolo a.C.
Nel 90 a.C. la città si ribellò durante la guerra sociale, venendo poi presa da Lucio Porcio Catone. Poco dopo, per aver parteggiato per Mario, fu occupata da una colonia di veterani di Silla. Nacque così ufficialmente Faesulae romana (da notare il passaggio della "v" etrusca alla "f" latina), centro della regione, che aveva un campidoglio, un foro, un teatro, dei templi, e un impianto termale. L'acropoli si trovava sulla sommità della collina, dove oggi si trova il convento di San Francesco. La città godette di relativa prosperità fino alle invasioni barbariche. Nel 405 Fiesole fu teatro della battaglia che vide la sconfitta dei Goti di Radagaiso da parte di Stilicone.
I vescovi di Fiesole, dal 492, acquisirono il potere politico durante l'alto medioevo, all'epoca dei Bizantini e dei Longobardi. In particolare durante la dominazione longobarda la città iniziò a subire un declino sempre più evidente, coincidente con la crescita dell'influenza economica e politica di Firenze. Una prima distruzione di Fiesole da parte dei fiorentini è un episodio piuttosto leggendario, datato tradizionalmente 1010, e forse va considerato solo come testimonianza implicita dell'allungarsi dell'ombra fiorentina sulla cittadina collinare.
Nel 1125 ci fu invece la conquista reale e da allora Fiesole seguì le sorti della vicina città del giglio. Nel 1325 i fiorentini ripristinarono le mura cittadine, nella paura dell'offensiva di Castruccio Castracani, ribadendo così la notevole importanza strategica del sito. In particolare venne murata la città alta, che dal 1399 ospitò il convento francescano.
In periodo di pace, Fiesole divenne un luogo prediletto per la creazione di ville suburbane fin dall'edificazione della villa Medici, una delle prime in assoluto a sfruttare appieno le prerogative teorizzate da Leon Battista Alberti nel De re aedificatoria. I Medici profusero notevoli ricchezze anche nella ricostruzione della Badia fiesolana.
Durante l'occupazione francese, Fiesole fu oggetto di spoliazioni napoleoniche. L'Incoronazione della Vergine di Beato Angelico in origine presso il convento di San Domenico venne requisita e spedita al Louvre dove ancora oggi si trova a causa delle notevoli dimensioni che ne impedirono la restituzione ottenuta da Canova per le altre opere spoliate.
Dalla fine del Settecento Fiesole fu uno dei luoghi di soggiorno preferiti dagli stranieri in Italia, che acquistarono le ville già della nobiltà fiorentina, ristrutturandole e dotandole di meravigliosi giardini. Oltre a un innumerevole numero di stranieri di passaggio, la cittadina ospitò anche una nutrita comunità di cittadini nordeuropei e statunitensi. Tra questi vanno ricordati William Spence, che visse proprio a villa Medici ospitandovi una nutrita colonia di preraffaelliti inglesi, il pittore Arnold Böcklin, che morì alla villa Bellagio, o John Temple Leader, che ricreò il sogno di un medioevo romantico al castello di Vincigliata. Quel periodo, rievocato in film come Camera con vista o Un tè con Mussolini, si interruppe bruscamente alla vigilia della Seconda guerra mondiale, con l'ostilità del regime fascista verso le nazionalità inglese e statunitense.
Durante la seconda guerra mondiale nell'agosto del 1944, fu teatro dell'episodio dei cosiddetti Martiri di Fiesole. Alla fine del mese prese corpo l'iniziativa dei partigiani della Brigata Buozzi che riuscirono a entrare, il 1 settembre, nel centro abitato. In quei giorni i tedeschi minarono anche le cantine del Seminario che tuttavia, con la loro struttura a volta, ammortizzarono l'esplosione. A lungo, dopo la ritirata tedesca, restò il pericolo per le mine da loro lasciate in campi, giardini, case private così come nella base del campanile della Badia fiesolana. I danni al patrimonio artistico di Fiesole riguardarono in particolare il Duomo, il Museo Bandini, il convento di San Francesco, la chiesa di Sant'Alessandro, poi oggetto di restauri negli anni seguenti.
Come orientarsi
[modifica]Frazioni
[modifica]Il Comune di Fiesole è diviso nelle seguenti frazioni: Caldine, Compiobbi, Ellera, Maiano, Montebeni, Pian di Mugnone, Pian di San Bartolo, Poggio Gherardo, San Jacopo al Girone.
Inoltre nel suo territorio sono presenti le seguenti località: Bel Riposo, Calcinaia, Cave di Maiano, Citerno, Il Bargellino, Le Molina, Montereggi, Olmo, Ontignano, Pontanico, Ponte alla Badia, Pontignano, Querciola, Quintole, San Domenico, San Donato a Torri, Santa Margherita a Saletta, Torre di Buiano, Villa La Massa, Vincigliata.
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]- 1 Aeroporto di Firenze-Peretola (Aeroporto Amerigo Vespucci, IATA: FLR) (a 11 km da Fiesole.).
- 2 Aeroporto di Pisa-San Giusto (Aeroporto Galileo Galilei, IATA: PSA) (a 87 km da Fiesole.). Qui operano i voli a basso costo della compagnia irlandese Ryanair.
In auto
[modifica]La principale strada che attraversa il territorio comunale è la SR302 Brisighellese-Ravennate. Il collegamento con Firenze avviene con la SP53 (Via di San Domenico) e con strade comunali. Un altro collegamento con Firenze avviene con la "Vecchia Fiesolana", strada che porta direttamente da San Domenico a Piazza di Fiesole. Via Francesco Ferrucci è la principale strada che porta all'Olmo.
In treno
[modifica]Trenitalia è l'unico gestore operante su Fiesole, e si occupa dei collegamenti con Firenze, Borgo San Lorenzo e Arezzo attraverso le stazioni di Fiesole-Caldine e Compiobbi.
In autobus
[modifica]La linea autobus numero 7 che parte da Piazza San Marco in centro a Firenze ha come capolinea proprio Fiesole. I biglietti possono essere acquistati da qualsiasi tabacchi, o tramite emettitrici automatiche o addirittura tramite il cellulare e costano tra 1,20 e 2 €.
L'autobus è operativo in orario 7:00-00:00 con partenze ogni 20 minuti.
Come spostarsi
[modifica]Fiesole è piccola, quindi il modo migliore per spostarti in loco è sicuramente a piedi.
Cosa vedere
[modifica]Centro del capoluogo è piazza Mino da Fiesole, dove si trovano l'imponente cattedrale romanica, il Palazzo Altoviti (oggi sede del seminario vescovile), ed il Comune. Al termine di una ripida e breve salita che inizia nel lato ovest della piazza è situata la Chiesa di San Francesco.
Sempre nei pressi di Piazza Mino, ma in direzione nord, si trova l'entrata al Teatro Romano. Oltre al Teatro, perfettamente conservato, si trovano i resti di una necropoli, di terme romane e di alcuni altri edifici di epoca tardo-imperiale. Il Teatro è sede di una stagione teatrale e musicale estiva nota come Estate Fiesolana.
A pochi metri dal Teatro Romano vi è l'entrata del Museo Bandini, dove è conservata un'importante ed ampia collezione di ceramiche dei Della Robbia.
Architetture religiose
[modifica]- 1 Duomo di Fiesole (Cattedrale di San Romolo). Il principale luogo di culto cattolico di Fiesole, costruito in stile romanico e risalente al 1028. L'interno è maestoso e severo nella sua semplicità. La navata centrale è adorna soltanto del paliotto dell'altare a commesso marmoreo (1273) e di due affreschi, San Benedetto (1420 circa) e San Sebastiano della scuola di Pietro Perugino (inizio Cinquecento). Nel presbiterio si trovano gli affreschi con Storie di San Romolo dipinti nel catino absidale alla fine del Cinquecento e attribuiti al fiesolano Nicodemo Ferrucci, e all'altar maggiore il trittico tardogotico, commissionato nel 1450, di Bicci di Lorenzo. La cappella sepolcrale del vescovo Leonardo Salutati è il gioiello rinascimentale del Duomo e ospita il monumento funebre del vescovo (1466) in forma di sarcofago in marmo finemente scolpito da Mino da Fiesole. Scesa la scalinata, si accede alla cripta, sorretta da esili colonnine con capitelli dell'XI secolo forse riutilizzati dalla prima costruzione, con medaglioni tardogotici e neogotici dipinti sulla volta, lasciando sulla sinistra la tavola originale con le Storie e il martirio di San Romolo di scuola ghirlandaiesca.
- 2 Badia Fiesolana (Fuori dal centro abitato di Fiesole, in località San Domenico). "Badia" è una contrazione popolare della parola abbazia. A Firenze e dintorni sono esistite cinque abbazie, situate come ai punti cardinali della città: a nord la Badia Fiesolana, a ovest la Badia a Settimo, a sud l'abbazia di San Miniato, a est la Badia a Ripoli e al centro la Badia fiorentina. Nel 1025-1028 nel luogo dove in passato sorgeva un oratorio dedicato ai santi Pietro e Romolo fu costruito un monastero (o come suggerisce il nome un'abbazia) intitolato a san Bartolomeo. Fra il 1456 e il 1467 il complesso venne portato allo stato attuale. La bella facciata romanica. Essa, realizzata interamente in marmo bianco ed in marmo verde. All'interno la chiesa si presenta come un grande e spazioso tempio in stile Rinascimentale con pianta a croce latina.
- 3 Basilica di Sant'Alessandro. La chiesa, restaurata a metà del 1900, risale probabilmente al VI secolo, ma dell'aspetto originario non conserva quasi nulla. Le colonne monolitiche e i capitelli provengono dai numerosi edifici classici della città. La chiesa Sconsacrata, oggi non più adibita al culto, ospita manifestazioni e mostre. Nell'annesso Oratorio della Compagnia dell'Assunta è conservata la cinquecentesca Madonna fra San Michele e San Pietro, attribuita a Gerino da Pistoia.
- 4 Chiesa di San Bernardino a Borgunto, Via Francesco Colzi 7 (Nell'antico borgo degli scalpellini; Borgunto). La chiesa venne costruita nel 1964 su progetto dell'architetto Pier Niccolò Berardi su un poggio, in posizione dominante sul borgo. Per iniziativa del primo parroco, don Alvaro Ferri, vennero coinvolte nella decorazione della chiesa due rinomate artiste residenti a Fiesole, Amalia Ciardi Duprè, che realizzò il crocifisso dell'altare maggiore, la Via Crucis e altri rilievi, ed Elisabeth Chaplin, che fece alcuni dipinti a soggetto religioso.
- 5 Oratorio del Santissimo Crocifisso di Fontelucente. Costruito vicino a una cava di pietra nel 1692 e ingrandito con le cappelle laterali e il portico, lascia a vista la roccia da cui sgorga la sorgente, alle acque della quale sono attribuite virtù taumaturgiche. Con una doppia scalinata si accede al tabernacolo col venerato crocifisso in pietra (secolo XVI), circondato da un'architettura illusionistica affrescata a monocromo con finte statue della Fede e della Speranza e sormontato da Dio Padre in gloria, probabilmente di Antonio Pillori, che dipinse sul soffitto la Resurrezione (1733). Vi si trovano anche un trittico di Mariotto di Nardo con la Madonna della Cintola tra i santi Giovanni Evangelista e Girolamo (1398), e opere d'arte contemporanea: un grande Crocifisso di cemento di Mario Casini e un affresco disegnato da Pietro Annigoni e realizzato da Romano Stefanelli con la Veduta della fonte. Vi si trova all'interno anche una "Pietà" dell'artista contemporaneo Rodolfo Meli.
- 6 Convento di San Domenico. Cenobio domenicano fondato nel 1406 e finito di edificare nel 1435. Chiamato anche "il Conventino" (rispetto alla grandezza degli ambienti di Santa Maria Novella), fu un importante centro di formazione per i giovani frati, il più importante dei quali fu Antonino Pierozzi, poi arcivescovo di Firenze e santo. Il campanile e il porticato sono del 1635. L'interno è a navata unica, con cappelle laterali. Fra le opere più significative, quelle del Beato Angelico: la Madonna con il Bambino e i santi Tommaso d'Aquino, Barnaba, Domenico e Pietro martire (1425); nel convento il Crocifisso ad affresco (1430 circa); l'affresco con la Madonna col Bambino, e relativa sinopia.
- 7 Convento di San Francesco, Via San Francesco. Su un preesistente romitorio sorse nel 1399 il convento francescano. Ad allora risalgono il protiro affrescato nel sottarco, il dormitorio di San Bernardino e uno dei due chiostri. Alla fine del Quattrocento la chiesa fu ingrandita nella parte absidale, costruendo il coro sopra la cappella sotterranea. Esternamente si presenta in stile gotico, con paramento murario in blocchi di pietra squadrati. All'interno è in un sobrio stile gotico, con navata unica coperta con volta a botte ogivale e divisa in quattro campate da lesene dipinte. L'edificio del convento è situato alla destra della chiesa e si sviluppa intorno a tre chiostri.
- 8 Chiesa di San Girolamo, Via Vecchia Fiesolana (Inglobato nella villa San Girolamo). Sorto come romitorio nel XIV secolo come sede della Congregazione degli Eremiti di San Girolamo, passò nel XV secolo agli Agostiniani e venne ampliato fra il 1445 e il 1451 da Michelozzo, per volere di Cosimo il Vecchio, unitamente alla sottostante villa medicea. Nel corso del XVII secolo il monastero, in disuso, passò in mano private, fino ad essere annesso alla vicina villa dei Ricasoli. Sul pavimento vi sono due lastre tombali, l'una, con medaglione in porfido su serpentino, dello scultore Francesco Ferrucci che, ancora in vita, la incise di sua mano e l'altra della famiglia Rucellai, datata 1478.
- 9 Chiesa di Sant'Ilario a Montereggi (In località Monteregg). È una delle chiese più antiche della diocesi, con notizie a partire dal secolo IX, a lungo sotto il patronato della famiglia fiorentina dei Baldovinetti, cui si deve la realizzazione dell'elegante ciborio in pietra serena scolpita con motivi vegetali e l'arme della famiglia, datato 1470, murato a lato dell'altare maggiore.
Quest'ultimo, edificato nel Cinquecento, ospita una grande tavola cinquecentesca di Alessandro Fei del Barbiere raffigurante la Madonna col bambino tra i santi Giovanni Battista e Anna. In quel periodo la chiesa conobbe una maggior rilevanza: dal 1565, infatti, con il raggiungimento del titolo di pieve, fu consentito officiarvi il sacramento del battesimo e fu realizzato un fonte battesimale. Entro la cornice degli altari edificati in epoca recente alle pareti laterali sono stati affrescate nel 1998 la Natività e la Crocifissione da Luciano Guarnieri, cui si deve anche il tabernacolo affrescato sulla strada. - 10 Oratorio di San Jacopo, Via San Francesco (All'interno del Palazzo Vescovile). Ha la parete di fondo completamente affrescata con l'Incoronazione della Vergine e due teorie di Santi, opera tardogotica degli inizi del Quattrocento, in cui collaborarono due pittori, Bicci di Lorenzo e probabilmente Rossello di Jacopo Franchi, includente al centro un affresco con San Jacopo maggiore in veste di pellegrino, dipinto da Antonio Marini nel 1853.
È attualmente sede di una sezione del Museo d'arte sacra di Fiesole. - 11 Chiesa di Santa Maria Assunta (In località Ontignano). È una delle poche chiese fiesolane in cui le forme romaniche, forse più antiche del XIII secolo a cui risalgono i primi documenti, sono ancora pienamente leggibili, soprattutto nella parte tergale in cui l'abside semicircolare sporge nitidamente sulla parete, la cui forma a capanna è ben visibile nonostante l'aggiunta del campanile a vela, e in quella laterale in cui si aprono le primitive monofore.
Sul lato anteriore subì invece pesanti rimaneggiamenti: nel Settecento fu allungata, furono costruiti gli altari laterali e le fu addossata la Compagnia. Nell'Ottocento fu chiuso l'occhio centrale e aperti i due laterali per ospitare la cantoria dell'organo, fu costruito l'altare maggiore con le due porticine laterali per accedere al coro. - 12 Convento di Santa Maria Maddalena (Caldine). Nel 1464 Andrea di Lorenzo Cresci acquistò un piccolo ospedale per i viandanti e nel 1477 ne avviò i lavori di trasformazione sulla base di un progetto forse di Michelozzo, morto pochi anni prima. Nel 1480 il Cresci cedette il convento, ancora incompiuto, ai domenicani che lo adattarono a ospizio. Qui dimorò fra Bartolomeo che vi morì nel 1517. Nella chiesa, ad aula unica, si trova una lunetta con unAnnunciazione affrescata da fra Bartolomeo (1515), soprastante una nicchia, datata 1618, che ospita un Presepe in terracotta policroma di Andrea della Robbia.
Nell'orto monastico si incontra la cappellina della Maddalena, con l'affresco del Noli me tangere (1517) di fra Bartolomeo e lAnnunciazione di Bicci di Lorenzo. - 13 Chiesa di Santa Maria Primerana (Alla sommità di piazza Mino da Fiesole, accanto al palazzo Pretorio). Ricordata nel 966, venne ampliata in età medievale (ne resta il presbiterio gotico) ed ebbe una nuova facciata alla fine del Cinquecento. Il porticato, su colonne architravate, è del 1801. L'interno è ad aula unica, conclusa da un transetto. Sull'altar maggiore, una tavoletta con la Madonna col Bambino del Maestro di Rovezzano (secolo XIII). L'altare maggiore fu costruito nel 1745-1767 su disegno di Barnardino Ciurini. Nel transetto, due bassorilievi votivi in marmo di Francesco da Sangallo, uno con l'Autoritratto dell'artista (1542) e l'altro con il Ritratto di Francesco del Fede (1575); e una terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia (Crocifisso fra la Madonna, san Giovanni, la Maddalena e angeli). Il grande crocifisso ligneo sagomato e dipinto di scuola giottesca (XIV secolo) è attribuito a Bonaccorso di Cino. I pallidi resti di affreschi alle pareti sono di Niccolò di Pietro Gerini.
- 14 Chiesa di Santa Maria a Vincigliata, Via di Vincigliata. Gli Alessandri, proprietari del vicino castello, costruirono nel Quattrocento il campanile su cui è collocata la loro arme in pietra e ampliarono la chiesa risalente al XII secolo. Al XV secolo risalgono anche un busto in terracotta di San Lorenzo e uno della Madonna col Bambino attribuito ad Antonio Rossellino. Alla fine del Settecento fu invertito l'orientamento e al posto dell'abside, del cui arco ogivale rimane traccia sulla parete, fu costruita la facciata. L'attuale abside rettangolare si è arricchita negli anni '80 del Novecento di una decorazione in terracotta con Scene dell'Antico e Nuovo Testamento di Amalia Ciardi Dupré, autrice anche della mensa d'altare in bronzo e della decorazione dell'attigua cappella di San Lorenzo.
- 15 Chiesa di San Martino a Maiano (In località Maiano). Risale all'XI secolo, ma mostra oggi l'aspetto ricevuto dai restauri condotti prima nel XV secolo e poi tra Otto e Novecento. La chiesa, che faceva parte di un monastero delle Benedettine, presenta un impianto a croce latina con una sola navata. Sopra la porta, San Martino che dona il mantello ad un povero, rilievo in terracotta robbiana. All'interno, a una sola navata, il dossale con la Madonna col Bambino e San Giovannino, San Benedetto e San Martino attribuibile a Giovan Battista Naldini (1583) e un altro dipinto del Naldini con l'Annunciazione (1585). Poco oltre si trova il monumento sepolcrale di Agostino Del Nero (1576). A destra, il monumento sepolcrale di Costanza Hall (1859) di Giovanni Bastianini. Nell'attiguo ex-monastero, oggi di proprietà privata, si trova nel chiostro un bell'affresco della fine del Trecento con la Madonna della Misericordia.
- 16 Chiesa di San Michele a Muscoli, Via san Clemente, 6. La chiesetta, di origine trecentesca, prende il nome dal Monte Muscoli su cui si trova, uno dei colli a nord di Fiesole. Fu restaurata nel 1865 da Giuseppe Fancelli, secondo un progetto teso a recuperare le forme medievali.
- 17 Chiesa di San Giuseppe Artigiano (Tra le colline di Montebeni). L'ultima opera realizzata dall'architetto Raffaello Fagnoni, costruita con cemento armato a vista tra il 1965 e il 1966. Ha un'unica navata che termina in un'abside rivolta a sud, dove l'architetto ha efficacemente posizionato le aperture delle vetrate in modo da catturare la luce proveniente da est. L'interno è decorato con opere in cemento e terracotta della scultrice Amalia Ciardi Duprè e con delle formelle rappresentanti la via crucis realizzate da Flora Tannini. La grande vetrata posta ad est fu disegnata dallo stesso Fagnoni.
- 18 Seminario vescovile di Fiesole, Piazza Mino da Fiesole 1. Fondato nel 1637 dal vescovo Neri Altoviti, mentre il palazzo lo fece costruire a sue spese Lorenzo della Robbia, ultimo discendente dell'illustre famiglia, ed era in proporzioni più ridotte delle attuali. Nella settecentesca cappella fu collocata nel 1782 una pala di Giovanni della Robbia del 1520 circa con la Vergine incoronata dagli angeli tra i santi Pietro, Donato di Scozia, Giovanni Battista e Romolo tratta dalla chiesa di San Pietro a Petrognano. Nel gradino: Presepio, Nascita di san Giovanni Battista, San Pietro liberato dal carcere, San Romolo e il pozzo, San Donato e il lupo.
- 19 Palazzo Vescovile, Piazza Mino da Fiesole. Vi si accede da una doppia scalinata ottocentesca. Fu eretto contemporaneamente alla cattedrale, nel 1028 ma è stato oggetto di ampliamenti e trasformazioni successive. La facciata attuale è del 1500. Al suo interno si trova la cappella privata del vescovo ornata da affreschi della fine del Quattrocento con San Romolo, san Jacopo e Dio Padre, di scuola del Ghirlandaio. Nell'oratorio, dedicato a San Jacopo Maggiore e fatto costruire dal vescovo Cattani da Diacceto, si conserva una Incoronazione della Vergine attribuita a Lorenzo di Bicci; vi sono anche altri dipinti di Niccodemo Ferrucci e di Antonio Marini. A destra del palazzo vescovile c'è la canonica costruita nel 1032 per abitazione dei Canonici del Duomo. Nel 1439 essa venne ingrandita, aggiungendovi il cortile a porticati, una colonna in marmo al centro con una piccola immagine in metallo di Maria Santissima, detta di Arezzo, fatta eseguire dal vescovo Ranieri Mancini. Nel giardino si trova un tratto delle mura etrusche che costituivano la cerchia più bassa dell'acropoli (attuale colle della chiesa di San Francesco), che continuano anche nel giardino del vicino Seminario.
- 20 Tabernacolo del Poggerello, Piazzetta del Ghirlandaio. Risalente alla fine del Quattrocento, è coperto da una tettoia con nicchia centinata con cornice in pietra serena scolpita con motivi a candelabra, affrescata all'interno con la Madonna col Bambino in trono tra Sant'Andrea e una Santa Martire, l'Eterno nell'imbotte e San Domenico e altri Santi domenicani sul lato destro, e all'esterno con motivi decorativi quasi scomparsi.
L'ignoto autore degli affreschi ormai molto danneggiati è da ricercarsi nell'ambito della bottega di Domenico Ghirlandaio. Al centro dell'arco della cornice è lo stemma dei Romoli, famiglia cui apparteneva l'edificio cui il tabernacolo era addossato. - 21 Cimitero di Fiesole, Via del Cimitero (Sul versante Nord del colle di San Francesco). Istituito nel 1792, quando vennero dismessi i campisanti presso il Duomo e la chiesa di Sant'Alessandro. Tra il 1913 e il 1915 vennero eseguite cinque cappelle comunali alla base del loggiato, intitolate a santi legati a Fiesole e al suo territorio. Tra il 1930 e il 1947 venne completata la sistemazione dell'ingresso, con l'aggiunta di una campata al loggiato destinata a contenere i caduti della prima guerra mondiale. Nel cimitero sono sepolti alcuni cittadini illustri, sia italiani che appartenenti alla numerosa comunità di stranieri residenti nelle ville fiesolane.
- 22 Florence War Cemetery (In località Girone). Cimitero militare costruito al termine della seconda guerra mondiale per la sepoltura di soldati, marinai e aviatori delle forze del Commonwealth caduti nella campagna di liberazione dell'Italia tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945. Progettato dall'architetto Louis de Soissons, sorge in un'area ceduta in uso perpetuo dallo Stato italiano. Posto a quota inferiore rispetto al piano stradale, vi si accede tramite una scala monumentale a due rampe simmetriche rivestita in travertino e arenaria gialla. Il sottoscala accoglie al suo interno un'edicola, non visibile dall'ingresso, aperta in direzione del cimitero. L'area sepolcrale si estende in piano fino all'argine dell'Arno e ospita nelle fasce laterali i cippi bianchi raggruppati in settori di varie dimensioni. Vi sono sepolti 1637 caduti della Ottava Armata Commonwealth di cui 18 ignoti. In asse con l'ingresso si trovano una croce di marmo bianco eretta su un piedistallo a pianta ottagonale, due portali ad arco rivestiti di arenaria gialla e più avanti un altare anch'esso di marmo bianco.
Architetture civili
[modifica]Palazzi
[modifica]- 23 Palazzo Pretorio. Di origine trecentesca, cela la sua vera età che non traspare dalla sua facciata esterna che si affaccia sulla centrale piazza Mino. La prima impressione è di trovarsi di fronte a una costruzione rinascimentale a causa della loggia corredata di colonne in pietra serena che vedono una corrispondenza nella terrazza superiore. L'aspetto odierno è dovuto a successivi restauri iniziati fin dal 1436. Così come Fiesole fu comune e successivamente sede di una podesteria, parallelamente si possono ritrovare tracce di questo passato all'interno del palazzo. Nei successivi anni fu adibito a varie funzioni fungendo da scuola, municipio e museo. Sulla facciata sono presenti stemmi che ricordano, non solo i vari podestà che si sono alternati alla guida della città, ma anche il periodo comunale precedente.
Ville
[modifica]- 24 Fonte Lucente (Villa il Bosco di Fonte Lucente), Via di Vincigliata, 2. La villa, il giardino formale e l'ampio parco, si trovano sulle colline fiesolane, in una bellissima posizione con a sud una spettacolare vista su Firenze e verso est un'inquadratura di Castel di Poggio. Prende nome da una fonte cinquecentesca e fu verosimilmente costruita su rovine di epoca etrusca. Le statue di pregevole fattura che ornano il giardino, al posto di quelle andate distrutte durante l'ultima guerra, provengono dalle ville venete del Brenta.
- 25 Villa Albizzi (o del Teatro), Via Vecchia Fiesolana, 70. Casino di campagna per l'Accademia dei Generosi del 1771. Il luogo era provvisto di piccolo teatro dove, nella bella stagione, si rappresentarono opere e commedie. Dopo anni di inattività, venne trasformato ai primi dell'Ottocento in villa. Da un punto di vista architettonico la villa non ha elementi di particolare interesse, eccezion fatta per il piccolo ma curato giardino, che si estende come una terrazza davanti alla facciata. Nei pressi della villa si trova un tabernacolo affrescato originariamente dal Perugino.
- 26 Villa di Bagazzano, Via di Bagazzano, 6 (Non lontano da Settignano). La villa venne costruita sulle macerie di una torre degli Alberti, distrutta dai ghibellini dopo la battaglia di Montaperti (1260). Sul fronte sud una loggia con decorazioni floreali si apre su un piccolo giardino all'italiana, chiuso da muri in pietra e ravvivato da parterre con siepi di bosso e una fontana a muro con decorazioni in pietra calcarea, pietra serena e uno stemma mediceo in stucco. Nel terrazzamento sottostante, più rustico, si trovano pergolati lignei e una vasca-piscina in pietra di forma mistilinea. La cappella, con decorazioni pittoriche e scultoree in pietra serena, è quasi completamente immersa nella vegetazione di cipressi e lecci.
- 27 Villa Le Balze, Vecchia Fiesolana, 2. Villa con un giardino a terrazze quasi dirimpetto a Villa Medici. Il parco di villa le Balze, curato da Cecil Pinsent, è uno dei più significativi della collina fiesolana. Nel 1979 la figlia di Strong, la marchesa Margaret Rockefeller de Cuevas de Lorain, per rispettare le ultime volontà del padre di farla rimanere un centro di cultura, regalò la villa alla Georgetown University che da allora vi ospita i suoi studenti durante la loro permanenza di studi in Italia. Il primo spazio verde che si apre dopo l'ingresso è quello che veniva chiamato il giardino degli aranci. Da qui, attraverso due arcate aperte nella parete ovest, si accede al giardino d'inverno. L'asse prospettico prosegue, attraversando la villa, terminando in un boschetto composto da una serie di lecci piantati in filari attraversati da un percorso che culmina in una grotta bugnata. Parallelamente a questo percorso corre un altro sentiero, bordato da iris, lavanda e rose, che separa lo spazio verde progettato da Pinsent, dall'aperta campagna.
- 28 Villa Bellagio, Via Mantellini (Località San Domenico). La villa era anticamente detta "sotto San Maurizio", dal nome del vicolo di San Maurizio che la costeggia e il nome attuale, ispirato all'idillio del luogo, è piuttosto recente.
- 29 Villa Bencistà (o del Morone), Via Benedetto da Maiano, 4. Nata dall'accorpamento di più edifici, come risulta evidente dall'irregolarità dei corpi di fabbrica. La struttura della villa, che ingloba anche alcuni pietroni delle antiche mura etrusche, si compone di un corpo principale a "U", affacciato panoramicamente su Firenze, al quale si accorpano a ovest un corpo a forma di parallelepipedo, affacciato su un piccolo giardino formale e ingentilito da una loggetta oggi tamponata, e ad est un altro grande corpo irregolare. Due cortili sono oggi chiusi da lucernari. Della cappella del monastero, nel corpo centrale, resta oggi solo l'ingresso sul lato nord, con un portalino timpanato.
- 30 Villa Benvenuti, Via Vecchia Fiesolana, 70 (Nella zona di San Domenico). Essa appartenne al pittore aretino Pietro Benvenuti, (1769-1844), maestro di Giuseppe Bezzuoli. La villa sorge sul punto in cui si trovava l'antica osteria delle Tre Pulzelle, assai frequentata dai fiorentini nei tempi antichi che qui cercavano refrigerio dalla calura estiva e si riposavano durante la salita verso Fiesole. Si trova di fronte alle fontane coi mascheroni edificate dal Bandinelli, nel viuzzo delle Tre Pulzelle.
- Villa Bezzuoli, Via Fontelucente. Il professor Macciò riunì nella villa molte opere del Bezzuoli, del quale era stato allievo e molti ruderi di monumenti di Fiesole antica. In questa villa abitò anche Giuseppe Giusti (1809-1850), che vi compose Il re Travicello, la Scritta matrimoniale e La canzone a Dante. La villa conserva un busto in marmo del comico Luigi Vestri (1781-1841), scolpito da Lorenzo Bartolini (1777-1850), con epigrafe di Giuseppe Giusti.
- 31 Villa Le Falle, Via di Valle, 2 (In località Compiobbi). Si hanno notizie di questa proprietà fin dal XIII secolo, quando appartenne ai Gubertini e poi ai Pazzi. Successivamente i Medici la confiscarono nel 1478 dopo il fallimento della congiura tentata nei loro confronti, quindi la proprietà passò ai Guadagni. Sul finire del XVI secolo essi incaricarono l'architetto Gherardo Silvani di trasformare l'edificio rustico in una grandiosa residenza, circondata da un parco formale, come raffigurato poi in un'acquaforte del 1740 dell'incisore Giuseppe Zocchi. Opera di Silvani è anche il parco, con un impianto di viali d'accesso, bordati da due file di cipressi. A mezzogiorno, verso l'Arno, si trova un giardino all'italiana, caratterizzato da aiuole geometriche bordate da siepi di bosso. A settentrione, invece, si estende un bosco, situato sul colle un tempo chiamato “Poggio de'Pazzi” e parte integrante della villa “Le Falle”, localmente conosciuto come “Ragnaia”.
- 32 Villa La Fontanella (o Bel Riposo), Via delle Fontanelle, 27/A. Il nome deriva dall'abbondanza di acque della zona, ed è simboleggiato anche da una fontana con mascherone e affresco che raffigura San Luigi. La villa, dall'aspetto rustico cinquecentesco, è circondata da un piccolo ma significativo giardino storico, importato su due terrazze destinate a prato. Quella superiore è ravvivata da aiuole rettangolari, delimitate da cordoli in pietra e siepi di bosso, con conche di limoni agli angoli, secondo la tradizione del giardino all'italiana. Qui si trova un'esedra settecentesca, forse incompiuta. La seconda terrazza, collegata alla prima da una scalinata, è ombreggiata da pini e lecci. Sotto la scalinata, come di consueto, è stata ricavata una piccola grotta artificiale decorata da mosaici rustici con concrezioni spugnose e conchiglie.
- 33 Villa La Fonte (o Belriposo), Via delle Fontanelle, 18. La villa, dall'aspetto rustico cinquecentesco, fatto di intonaci bianchi e profilature delle aperture in pietra serena, è immersa in un giardino formale, leggermente in pendenza, che si estende per circa due ettari. Una loggia coperta sostituisce l'antica terrazza pavimentata a maiolica. Zone boscose si alternano a zone tenute a prato, arricchite da vari pergolati e siepi geometriche. I fiori, oltre ai roseti, si concentrano nella zona antistante la villa, tra grandi esemplari di magnolia. Il resto del giardino è organizzato su terrazze verdi, separate da gradonate e muri in pietra.
- 34 Villa Galardi, Via dei Bassi, 9. L'elemento di maggiore interesse del complesso è il giardino, in cui sono presenti elementi interessanti della tradizione all'italiana, quali il vivaio d'acqua corrente, il labirinto di bosso, affacci panoramici e un'ampia terrazza rivolta a mezzogiorno, oltre a un "selvatico" (boschetto) di lecci. I giochi di fughe prospettiche, soprattutto nel labirinto, creano l'impressione di uno spazio più dilatato di quello che è in realtà. Tra gli arredi degli spazi verdi spiccano una grande vasca in pietra e alcune statue.
- 35 Villa del Garofano, Via delle Forbici, 31 (Sulla collina di Camerata). Costruita tra la fine del '200 e gli inizi del ‘300, è stata la magione campestre degli Alighieri fino alla cacciata di Dante da Firenze. La parte dove si trova il pozzo e il relativo lastricato, sono ancora originali. Nel corso della Prima Guerra Mondiale divenne luogo di accoglienza per feriti e invalidi di Guerra, mentre durante la Seconda Guerra Mondiale venne scelta come una delle sedi dell’Ospedale Meyer. Una parte della Magione è stata recentemente restaurata e dedicata all’accoglienza, dando così l’opportunità a fortunati viaggiatori di soggiornare nei luoghi Danteschi.
- 36 Villa di Maiano, Via del Salviatino, 1 (Località Maiano). L'originario "palagio di Maiano" risale al 1467 ma è nella seconda metà dell'Ottocento che subì una ristrutturazione globale con interventi anche radicali, come il rialzo di un piano e l'aggiunta del torrione centrale, in stile goticheggiante (che cita esempi come villa la Petraia) con loggia. Anche la facciata verso sud venne arricchita, costruendo un ampio portico con colonne doriche, ispirato a quello della villa medicea di Artimino, che crea un'ampia terrazza panoramica raggiungibile tramite una scalinata in pietra serena. Il cortile centrale venne trasformato in un'ampia sala da ballo neorinascimentale, arredato con pezzi originari della villa o appositamente commissionati ad artigiani locali. L'ultimo intervento fu la costruzione, tra il 1863 e il 1864, della cappellina privata, posta sul lato nord della villa. Il giardino davanti alla villa è composto da un grande prato, movimentato da alcuni elementi come un pozzo, una gazebo e una piscina rettangolare decorata da una loggetta neogotica in raffinata bicromia di mattoni e pietra e il Laghetto delle Colonne, di forma irregolare che sfruttava una cavità naturale. La terrazza inferiore conserva un grande giardino all'italiana, con siepi geometriche circondate dal bosso e ospitanti varie essenze fiorite.
- 37 Villa Manetti (o di Monte Fiano), Via San Michele a Muscoli, 6. La villa venne costruita nel Cinquecento ingrandendo una casa-torre duecentesca, della quale restano ancora oggi le mura perimetrali, qualche finestra e le volte a botte. La villa venne costruita nel Cinquecento ingrandendo una casa-torre duecentesca, della quale restano ancora oggi le mura perimetrali, qualche finestra e le volte a botte. Posizionata in maniera panoramica alle spalle della chiesa di San Michele a Muscoli, si affaccia a 360° su Monte Senario, Fiesole e la valle del Mugnone. La facciata laterale della villa, quella sul giardino all'italiana, è ingentilita da una loggia e da una grotta con mosaici rustici in stile settecentesco.
- 38 Villa Marsilio Ficino, Via del Salviatino, 11 (Alle pendici di Maiano). La villa deve il nome al poeta e filosofo Marsilio Ficino che qui si riuniva. La villa si distingue oggi per due grandi logge. Il giardino, sul lato sud, è molto piccolo ma ha un ampio respiro dato dal panorama. Il lato orientale ha infatti un parterre con aiuole geometriche, bordate di bossi e roseti e tagliato da un solo asse, con conche di limoni e una fontana circolare al centro (con puttino), che nella cornice di cipressi e altre essenze arboree abbraccia una vista della vallata ricca di oliveti tra la villa Il Salviatino e via Benedetto da Maiano. Firenze appare invece in maniera "discreta", dalla loggia e da un angolo del giardino.
- 39 Villa Martello, Via Benedetto da Maiano (Nella frazione di Maiano). La villa è poco più di una casa colonica, per quanto tipica e inserita felicemente nel paesaggio. La parte più interessante del complesso è piuttosto il giardino progettato da Pietro Porcinai nel 1972-1974. Vicino alla villa sono stati creati l'aia in cotto e pietra.
- 40 Villa Medici di Fiesole (o Belcanto o il Palagio di Fiesole), Via Beato Angelico, 2-4. Una delle più antiche ville appartenute ai Medici, la quarta, dopo le due ville nel Mugello (Cafaggiolo e Il Trebbio) e la villa di Careggi. È tra le ville medicee meglio conservate ma al tempo stesso è anche tra le meno note. La villa fu edificata fra il 1451 e il 1457 e il suo aspetto fu molto diverso dalle ville medicee precedenti e costituisce in qualche modo un prototipo di costruzione del primo rinascimento, fortemente geometrizzata, aperta verso l'esterno e senza cortile centrale, tanto da essere considerata l'antecedente della villa di Poggio a Caiano. Villa Medici è legata al drammatico fatto di sangue della Congiura dei Pazzi (1478), quando alcuni esponenti della famiglia Pazzi, con Francesco Salviati e il cardinale Girolamo Riario, appoggiati da Papa Sisto IV, ordirono una congiura per sbarazzarsi della sempre più opprimente crescita del potere dei Medici all'interno della Repubblica Fiorentina. La bellezza dell'edificio non si basa su decorazioni di tipo medievale, ma sulla semplicità della struttura, che accorda economia, necessità e bellezza, e per la prima volta viene realizzata una vera e propria "villa suburbana", piuttosto che un generico edificio di campagna, primo prototipo di "Villa" rinascimentale. La villa va vista come edificio "Musa" per numerose altre residenze, non solo fiorentine, che a partire dalla fine del Quattrocento troveranno in essa ispirazione e spunti creativi ed innovatori.
- 41 Villa Montegirone, Via Montegirone, 4 (Nella frazione di Girone). La villa, ben visibile dalla strada provinciale che costeggia l'Arno per la sua posizione in collina, è oggi un condominio diviso fra più proprietari. È in stile cinquecentesco, sebbene rimaneggiata pesantemente nel 1910-1913, quando fu sopraelevata di un piano con loggia. Spiccano soprattutto gli arredi del giardino e le decorazioni in ferro battuto, quali cancelli, inferriate e lampade, risalenti all'inizio del secolo e caratterizzate da un'estetica eclettica. Il parco ha le forme romantiche all'inglese, con scenografici affacci sulle anse del fiume Arno.
- 42 Villa Montececeri, Via Corsica, 54. La villa, che deve il suo nome alla vetta del Monte Ceceri che lambisce, fu costruita in stile neoclassico nel XIX secolo, tra edifici agricoli che risalgono fino al Trecento. Un podere oggi inglobato nei sedici ettari della proprietà appartenne a Leonardo da Vinci ed è alquanto probabile che qui condusse i suoi esperimenti sul volo. Il giardino è circondato interamente da un muro di cinta che include anche il bosco e i campi coltivati. Preceduta da un viale di platani, la villa è circondata da un giardino affacciato sul panorama di Firenze.
- 43 Villa Il Palagio di Maiano, Via Benedetto da Maiano (Nella frazione di Maiano). La villa fu anticamente un "palagio" turrito, cioè una costruzione medievale più ampia di una torre ma più piccola di un palazzo/villa rinascimentale, che dominava la via per Fiesole su un'altura sopra il borgo di Maiano. Oggi appartiene ai Ferragamo. Più volte restaurata e alterata, mantiene ancora oggi, comunque, tracce della primitiva struttura che fu dei Tolosini, tra due massicce torri di difesa, poi usate come colombaie. Davanti alla villa si estende una lunga terrazza, sostenuta da un barbacane, dalla quale si ha un superba veduta su Firenze. Il complesso comprende anche una cappella, alcune case coloniche, uliveti e grandi boschi alle pendici del Monte Ceceri.
- 44 Villa Palagio Vecchio, Via Bosconi, 52. Negli anni trenta del Novecento una significativa trasformazione, cavalcando in ritardo il gusto del revival medievale, gli diede l'aspetto di castelletto turrito, con decorazioni in tema anche all'interno. Il giardino si sviluppa nel boschetto di alberi secolari che circonda la villa, creando delle "stanze" su piccoli spazi terrazzati. Dalla terrazza principale della villa si ammira un ampio paesaggio sulla campagna coltivata circostante, caratterizzata soprattutto da seminativi e oliveti. Gradevole il viale d'ingresso.
- 45 Villa Papiniano, Via Vecchia Fiesolana, 65. La villa risale al 1427 e oggi è una proprietà condominiale. Il giardino si estende sul lato ovest della villa. L'impostazione prevede uno schema che assomiglia a un continuo scenario teatrale, dalla geometria complessa, scandita da alte siepi scure di cipresso. Una delle terrazze ha un giardino all'italiana con siepi in bosso che formano motivi geometrici. Tra gli elementi di arredo spiccano le scalinate in pietra, le vasche, le etrrazze con pergolati, alle quali si alternano zone a prato.
- 46 Villa di Poggio Gherardo, Via di Poggio Gherardo (Sulla collina di Coverciano). Anticamente chiamato Palagio di Coverciano, oggi è sede dell'Istituto Antoniano Maschile dei Padri Rogazionisti. La villa ha una torre con mura merlate e solidi bastioni da ogni parte che formano terrapieni. Vi si accede da un grandioso cancello ottocentesco, in ferro battuto. Sulla facciata si trova lo stemma dei Gherardi. All'interno l'atrio ha conservato le antiche colonne e i soffitti.
- 47 Villa Il Poggione, Via di Valle, 20-22. Le origini del luogo sono legate a una torre dell'XI secolo, ancora parzialmente visibile, che fu ingrandita gradualmente dal XV secolo, con la costruzione della cappella e una ristrutturazione importante nel Settecento. La villa è una costruzione rustica immersa in un ombroso parco all'inglese, nelle colline a nord di Compiobbi. Un lungo viale di cipressi parte dall'ingresso, sfiora l'edificio e poi si dirige dritto fino a una casa colonica, poco lontana. Davanti alla villa si estende una terrazza panoramica, in parte pavimentata a ghiaia e in parte a prato, aperta sulla valle dell'Arno. Muretti di pietra e scale con balaustre in terracotta ravvivano vari punti del giardino, con un punto focale nella grande vasca di raccolta delle acque, ingentilita da una fontana e da archi, sedute, scale e vasi in terracotta.
- 48 Villa Il Rinuccino, Via Ferrucci, 43 (Alle pendici del Monte Muscoli sul versante nord della collina fiesolana). La villa conserva il suo aspetto cinquecentesco, costituendo un esempio di architettura rinascimentale fiorentina. La villa e la zona circostante devono il suo nome alla famiglia Rinuccini di Firenze, che fin dal XIV secolo possedevano case e poderi in questa zona, compresa la primitiva residenza di campagna. Ha un cortile lastricato interno alla costruzione, con una doppia arcata che compone una loggia su colonne in pietra serena sul lato sud e un portico con colonnine che reggono un tetto spiovente sul lato nord, adiacente al muro esterno che presenta sulla sommità una caratteristica merlatura. Qui si trova l'antico pozzo in pietra, ancora funzionante.
- 49 Villa Il Riposo dei Vescovi (o Villa Nieuwenkamp), Via Vecchia Fiesolana, 62 (In località San Domenico). La villa, sorta su una preesistente casa colonica appartenuta ai possedimenti della Badia Fiesolana, fu trasformata in residenza signorile nel XIX secolo. Il nome deriva dal fatto che qui sostavano i vescovi fiesolani durante il tragitto verso Firenze (mentre quelli fiorentini avevano più a valle un proprio Palazzo dei Vescovi). La villa è uno degli esempi meglio riusciti nel territorio fiorentino di villa in stile eclettico, popolare a cavallo tra Otto e Novecento, caratterizzato da continui rimandi all'architettura tradizionale riorganizzati in maniera originale. Sia la villa che il giardino contengono numerose opere frutto degli acquisti del Nieuwenkamp durante i suoi viaggi in Europa e in Asia. Il giardino, grande circa cinque ettari, è diviso da un viale di cipressi lungo 230 metri, e si struttura su vari livelli collegati scalinate in pietra e organizzati in terrazzamenti recintati da siepi in bosso, cipresso, alloro, e collegati da scalinate in pietra, che seguono il profilo del pendio della collina.
- 50 Villa Rondinelli, Via Vecchia Fiesolana, 21. Si trova in posizione scenografica lungo l'antica salita che da Firenze conduceva a Fiesole. A metà del Cinquecento venne ampliata la villa e costruì un magnifico giardino, con terrazze, giochi d'acqua, una grotta artificiale e una piscina, mentre al suo interno venne creato un gran salone da ballo. Danneggiata durante la seconda guerra mondiale, ha perso molto del suo fascino originario. Negli anni sessanta del Novecento venne acquistata da Pietro Porcinai, che ridisegnò il giardino e ne fece il suo studio fino alla morte (1986). Oggi è parzialmente abitata dai suoi eredi. Il giardino è incentrato su un ampio viale, sistemato da Porcinai, che tagliala parte a monte, con il giardino pensile sulla tettoria vetrata, e la parte formale, son siepi di bosso e arredi lapidei.
- 51 Villa Il Roseto, Via Beato Angelico, 15. Dal suo giardino stretto e abbarbicato si ha una delle vedute tra le più belle su Firenze e la valle dell'Arno. L'edificio, molto semplice, di colore ocra, può riferirsi alla casa colonica toscana. Una loggia a cinque arcate disimpegna il belvedere e la parte più alta del giardino.
- 52 Villa San Michele a Doccia (Ex convento di San Michele a Doccia), Via Doccia, 4. Il toponimo Doccia, da non confondere con la frazione di Sesto Fiorentino, deriva invece dalla sorgente dell'Affrico, che sgorga proprio sotto al convento. Convento costruito nel 1413 da Ser Niccolò Davanzati, in posizione dominante con un magnifico affaccio su Firenze attraverso un loggiato e una terrazza. La seconda guerra mondiale lasciò pesanti danni, tanto che i nuovi proprietari, i Tessier, decisero che l'unico modo per sostenere le spese per i restauri era quello di aprire la villa come albergo, dal 1952: da allora è uno dei più rinomati cinque stelle di Firenze e dintorni. Il giardino è diviso in due zone, una vicina all'ingresso, dove si trova il viale affiancato da filari di cipressi, e quella a est della villa, raggiungibile solo attraversando la loggia. Questa seconda parte è un giardino all'italiana, con siepi geometriche.
- 53 Villa Schifanoia, Via Giovanni Boccaccio, 121 (In località San Domenico). Sorge sui resti di un antico casale di Villa Palmieri. La cappella gentilizia fu costruita verso la metà del XIX secolo, mentre l'ala a nord-ovest, detta "la villetta", risale alla prima metà del Novecento. Il giardino è composto da una grande terrazza davanti alla facciata con un giardino formale, che dagrada verso altre due terrazze, collegate da scalinate, con fontane e decorazioni a spugna. Le terrazze sono decorate da siepi di bosso che disegnano aiuole geometriche dai disegni particolarmente elaborati, arricchite da piccole vasche, fontane e statue. L'ultima terrazza è più semplice, con una fontana e una piccola esedra vegetale in cui si affacciano statue a intervalli regolari. Statue, decorazioni, piccole vasche e fontane arricchiscono l'insieme, che è racchiuso da quinte di cipresso.
- 54 Villa Sparta, Via delle Fontanelle, 21 (Nella frazione di San Domenico). Attualmente, dal corpo principale della villa e dai fabbricati di servizio circostanti sono state ricavate sette distinte unità abitative. Spicca al centro la torre dell'antico "palagio dei Buoninsegni". Al termine del viale si vede un edificio di servizio e la cappellina, oggi sconsacrata. Il giardino vero e proprio è disposto su vari terrazzamenti; attraverso una doppia scala curvilinea "a tenaglia", che conduce ad un percorso rettilineo tra cipressi, si giunge ad un'esedra, presso un bosco ricco di specie arboree. A ovest sono presenti tre terrazzamenti collegati da scale, il più alto dei quali, tenuto a prato, è fronteggiato da una cappella; quello mediano presenta al centro un pozzo, una siepe di cipresso sagomata in alto e una doppia scalinata in basso, ornata da una fontana a muro, oltre a un prato con due magnolie e una statua a soggetto femminile in pietra.
- Villa Taddei, Via delle Fontanelle, 23/a. I lavori di costruzione ebbero inizio nel 1964 oggi però l'edificio presenta fenomeni di degrado dovuti alla scarsa manutenzione.
- 55 Villa I Tatti, Via di Vincigliata, 26. Già residenza dello storico dell'arte Bernard Berenson, la villa, con l'annessa biblioteca e la collezione d'arte, fu da quest'ultimo destinata con un lascito in favore dell'Università Harvard, che vi insediò il The Harvard Center for Italian Renaissance Studies, centro di ricerca sul Rinascimento italiano. L'ingresso originario, ormai in disuso, avveniva tramite un viale di cipressi, che conduce in alto verso una piccola scalinata, adornata da una nicchia, con al centro una scultura. Salita la scalinata si accede ad una terrazza, compresa tra l'edificio padronale e la limonaia. Dietro la villa si trova un giardino pensile, anch'esso realizzato con aiuole bordate da siepi di bosso potato.
- 56 Villa La Torraccia, Via delle Fontanelle, 24. Originaria del XV secolo oggi è sede della Scuola di Musica di Fiesole. Si arriva alla villa tramite un viale alberato che parte a destra della basilica di San Domenico. La villa si eleva per due piani più il pian terreno e la colombaia secondo l'aspetto datole nell'Ottocento. La parte inferiore della facciata principale è cinquecentesca ed è dominata da quattro finestre inginocchiate. L'interno della villa è centrato sullo scalone che porta ai piani. Purtroppo non si sono conservati ambienti di pregio architettonico a parte alcune salette come quella al pian terreno con due colonne, un grande camino in pietra con lo stemma dei Bini e dodici pannelli dipinti, collocati in una fascia superiore, con le Sibille. Davanti alla villa si estende un arioso prato circondato da alberi ad alto fusto. Il giardino murato all'italiana si trova invece sul lato sud-ovest.
Architetture militari
[modifica]- 57 Mura di Fiesole. La Mura di Fiesole sono l'antico sistema difensivo della città. Furono costruite durante il IV secolo a.C. a secco con grandi blocchi squadrati di pietra serena locale disposti in filari regolari, raggiungevano in alcuni punti un'altezza di ca 5 metri e uno spessore alla base di 2,5 metri. L'imponente cinta muraria e il sistema di terrazzamenti interni conferivano allo spazio urbano un aspetto scenografico tipico dell'architettura etrusca tardo ellenistica. È particolarmente ben conservato il tratto in via delle Mura etrusche, sul versante nord, mentre su quello sud, rivolto a Firenze, restano solo alcune tracce inglobate in alcuni edifici, come a villa Bencistà. Le mura furono distrutte e ricostruite più volte in epoca romana e medievale e infine abbandonate dopo la conquista della città da parte dei fiorentini nel 1125.
Castelli
[modifica]- 58 Castel di Poggio, Via di Vincigliata, 4. L'edificio risale in larga parte alla fine dell'Ottocento, ricostruendo in stile medievale il complesso andato distrutto nel 1348 ad opera della Signoria di Firenze. I Baduel, ultimi proprietari, lasciarono il castello a una fondazione, che ancora oggi lo amministra dopo averne fatto un centro culturale.
- 59 Castello di Vincigliata, Via di Vincigliata, 13 (In località Vincigliata). Le origini del complesso affondano le radici fino al 1031 e si tratta forse del miglior esempio di realizzazione del sogno romantico di medioevo della nutrita colonia inglese che nell'Ottocento animava la vita culturale di Firenze. Nel 1850 fu avviata un'opera di ristrutturazione dell'allora rudere creando un nuovo castello di gusto gothic revival. Oggi il castello è sede di un centro congressi e servizi. Tutti i manufatti del parco sono realizzati prima del 1883, ad eccezione della torre in stile gotico, che diventò il fulcro di questa suggestiva ed insolita "stanza da bagno". La torre, coronata da un ballatoio sporgente con merlatura guelfa, è molto simile a quelle di guardia della cinta muraria del castello. Intorno al laghetto delle Colonne, il giardino si articola in sentieri tortuosi che attraversano il fitto bosco incontrando, ponticelli, muretti, statue di mostri mitologici e una grotta ninfeo, tipici elementi del giardino romantico.
Siti archeologici
[modifica]- 60 Area archeologica di Fiesole (Tra via Duprè, via delle Mura Etrusche e via Bandini). Gli scavi nell'area archeologica di Fiesole comprendono un teatro romano, le terme, un tempio etrusco-romano e un museo archeologico. Contiene reperti dal III secolo a.C. al II secolo d.C. Il palazzo Pretorio comprende un museo col materiale portato alla luce durante gli scavi. Nella spianata degli scavi si trovava l'antico foro di Faesulae, nella convalle tra i colli di San Francesco e di Sant'Apollinare. Il Teatro è costruito secondo i modelli greci (cioè sfrutta la naturale pendenza del terreno, scavato per realizzare i gradini della cavea) ed è tuttora considerato uno dei teatri romani più antichi esistenti. Le terme si trovano lungo le mura e sono costituite dai tre classici ambienti del calidarium, tepidarium e frigidarium, più altre vasche e stanze.
- 61 Tombe etrusche, Via del Bargellino. Si tratta delle uniche testimonianze conosciute della necropoli che cingeva l'antica Fiesole appena fuori le mura.Due ambienti rettangolari a camera, risalenti al III-II secolo a.C. ed utilizzate fino alla tarda epoca imperiale e oltre, come hanno dimostrato alcuni ritrovamenti nei livelli più alti dello scavo. Entrambe le tombe sono costruite con grandi blocchi squadrati di pietra calcarea. I ritrovamenti legati allo scavo, databili fino al I secolo d.C., sono conservati nel Museo archeologico di Fiesole.
Musei
[modifica]- 62 Museo Bandini. La sala a terreno contiene terrecotte robbiane (una di queste è l'Effigie del giovane detto sant'Ansano di Andrea Della Robbia), lavori scolpiti, frammenti di sculture antiche, mobili intarsiati, bassorilievi in marmo ed in steatite ed un vetro dorato del XIV secolo rappresentante una Pietà. Le due sale al primo piano contengono tavole, quadri di differenti epoche, che vanno dal XIII al XVII secolo. Molte sono di artisti ignoti, alcune sono di Neri di Bicci; di Jacopo del Sellaio, pannelli con i Trionfi; di Bicci di Lorenzo; di Giovanni del Biondo, Incoronazione della Vergine; di Taddeo Gaddi, Annunciazione; di Nardo di Cione, Madonna del parto; di Lorenzo Monaco, Crocifissione.
- 63 Museo d'arte sacra di Fiesole (Nell'oratorio di San Jacopo presso il Palazzo Vescovile). Si tratta in gran parte di oreficerie liturgiche, allestite secondo criteri cronologici, con pezzi soprattutto di scuola fiorentina, che spaziano dal Medioevo al Novecento. Sono presenti calici, turiboli, ostensori e reliquiari. Tra i pezzi di maggior pregio la mitria del vescovo Salutati (1460 circa) detta mitria di san Romolo (il patrono della diocesi), un calice in rame dorato con smalti (XV secolo) e la croce astile di Martino Spigliati (1568-69), con motivi a smalto di ispirazione moresca che ne fanno un unicum in ambito toscano.
- Museo e Fondazione Primo Conti, Via G. Dupré 18, ☎ +39 055 597095, segreteria@fondazioneprimoconti.org. Solo museo: 3 €, archivio e museo, 5 €. Museo: Lun-Ven 9:00-14:00, altrimenti su appuntamento. Archivio: Lun, Mer e Gio 9:00-14:00; Mar e Ven 9:00-13:00. Primo Conti acquistò la quattrocentesca "villa Le Coste" nel 1945, soggiornandovi fino alla sua morte. Sia lui che la moglie sono sepolti nella cappella gentilizia annessa alla villa, dedicata a santa Rosalia (con pitture sulle storie della santa di Rinaldo Botti). Già nel 1980 l'artista ottantenne si premurò di creare una fondazione che potesse gestire, negli anni a venire, la villa, le sue opere pittoriche e i numerosi documenti da lui raccolti nel corso della sua vita, inerenti alla vita artistica toscana e italiana con particolare riguardo al periodo delle avanguardie storiche, di cui Primo Conti fu uno dei protagonisti in Italia. Oggi la villa ospita quindi un cospicuo archivio e biblioteca al primo piano della villa, mentre al piano terra è stato allestito in sei sale un museo che ripercorre tutta la carriera pittorica dell'artista, dagli esordi di enfant prodige ispirati all'esempio di Cézanne e dei Fauves, al periodo futurista (dal 1917), a quello figurativo degli anni Quaranta, fino alla svolta informale degli ultimi anni.
Altro
[modifica]- 64 Piazza Mino da Fiesole. Situata nel Foro dell'antica Fesulae, ha una forma irregolare, a doppio trapezio, e vi si affacciano sia i simboli del potere religioso che temporale. La metà a ovest è infatti dominata dalla cattedrale, il Palazzo Vescovile e il Seminario, mentre la metà est, più alta, è dominata dal Palazzo Pretorio e dalla chiesa di Santa Maria Primerana, oltre che dal monumento all'Incontro di Teano, opera in bronzo di Oreste Calzolari (1906) che mostra Vittorio Emanuele II e Garibaldi a cavallo.
- 65 Fonte Sotterra. Si tratta di una grotta artificiale scavata nella roccia, che scende per oltre 30 metri, a una profondità di circa 14 metri rispetto alla strada, fino un bacino sotterraneo in cui sono raccolte le numerose vene d'acqua che sgorgano dalla parete rocciosa. La temperatura costante ci circa 13 gradi faceva sì che la grotta venisse usata come cambusa per alimenti, soprattutto frutta e ortaggi. Ciò venne proibito per questioni igieniche all'inizio del XX secolo. Durante la seconda guerra mondiale fu creato una seconda via d'accesso in occasione dell'utilizzo come rifugio antiaereo. Di fatto da dopoguerra si è interrotto il secolare utilizzo come approvvigionamento idrico.
- 66 Monumento ai Tre Carabinieri, Parco della Rimembranza. Realizzata da Marcello Guasti nel 1964 e dedicata ai Martiri di Fiesole, 3 carabinieri che 20 anni prima si lasciarono giustiziare dai nazisti per risparmiare 10 civili loro prigionieri. Di fianco al monumento compare una targa commemorativa che esplica chiaramente il significato e il motivo per il quale è stato eretto. Su questa è rappresentato lo stesso simbolo dell'Arma, i nomi delle tre vittime e la scritta ALLA FIAMMA DELL'ARMA ATTINSERO FORZA E FEDE PER ESSERE FIAMMA DI UMANITA' E DI GIUSTIZIA.
Eventi e feste
[modifica]- Estate fiesolana (Al Teatro romano o in altri luoghi). Ha un ricco cartellone di musica classica e opera.
- Premio Fiesole Narrativa Under 40. Importante premio letterario.
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- Vinandro, Piazza Mino Da Fiesole, 33, ☎ +39 055 59121, info@vinandro.it. Serve deliziosi piatti e vini tipici toscani in un ambiente rustico, dessert una specialità particolare. Parte del movimento Slow Food. Prenota in anticipo durante il fine settimana.
Dove alloggiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- [link non funzionante] La Sorgente di Francesca, Via montetrini, 34/37 (Sieci), ☎ +39 055 8300702, info@lasorgentedifrancesca.it. Situato su una collina toscana molto isolata.
- Hotel Villa dei Bosconi (3 stars), Via F. Ferrucci, 51, ☎ +39 055 59578, fax: +39 055 5978448, villadeibosconi@fiesolehotels.com. Tre stelle nel verde con piscina annessa.
- Il Trebbiolo Relais, Via del Trebbiolo, 8 (Molin del Piano), ☎ +39 055 830 0098, +39 055 830 0583, fax: +39 055 836 4303, info@iltrebbiolo.it. Il Trebbiolo è una villa toscana di lunga data nella campagna intorno a Firenze, vicino a Fiesole. Con una vista mozzafiato dappertutto, gli ospiti soggiornano in camere classiche nella villa o in case rustiche circostanti. C'è un ottimo ristorante e il relais può anche essere prenotato per matrimoni ed eventi privati.
Prezzi elevati
[modifica]- 1 Hotel Villa Fiesole, Via Beato Angelico, 35, ☎ +39 055 846860, fax: +39 055 8468680, info@hoteldeivicari.com. Sul lato di un'antica collina etrusca, circondato da boschi secolari.
Sicurezza
[modifica]Come restare in contatto
[modifica]Tenersi informati
[modifica]Nei dintorni
[modifica]Itinerari
[modifica]- Via degli Dei. Cammino di 130 km da Bologna a Firenze percorribile a piedi o in mountain bike.
Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Fiesole
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fiesole