Pescocostanzo | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Abruzzo | |
Territorio | Valle Peligna-Alto Sangro | |
Altitudine | 1.395 m s.l.m. | |
Superficie | 55,06 km² | |
Abitanti | 1.179 (2010) | |
Nome abitanti | Pescolani | |
Prefisso tel | +39 0864 | |
CAP | 67033 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Felice (8 agosto) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Pescocostanzo è un centro dell'Abruzzo.
Da sapere
[modifica]Considerato uno dei borghi storici della regione, è sede di un'omonima stazione sciistica e con i comuni vicini ha costituito la Comunità montana degli altipiani maggiori d'Abruzzo. Fa parte dei Borghi più belli d'Italia.
Cenni geografici
[modifica]Situato in un ambiente di grande bellezza, è centro di vacanza estiva ed invernale; le sue strutture sono integrate con i vicini centri di Rivisondoli e Roccaraso con i quali forma un'area di consistente offerta turistica, sicuramente fra le più ricche dell'Appennino, non solo abruzzese.
Dista 4 km da Rivisondoli, 6 da Roccaraso, 15 da Castel di Sangro, 32 da Sulmona, 46 da Isernia, 80 da Chieti, 104 dall'Aquila.
Cenni storici
[modifica]La fondazione di Pescocostanzo viene fatta risalire al X secolo. Fin dai primi secoli si dimostrò prevalente sui centri circostanti, mostrando però rapporti movimentati nei confronti di feudatari ed istituzioni religiose. Il terremoto del 1456 che devastò l'Abruzzo offrì le condizioni al borgo per cambiare l'assetto urbanistico, con l'afflusso di una massiccia colonia di maestranze lombarde; questo singolare evento lasciò la sua impronta nel tessuto sociale e culturale del paese. Tra l'altro si conserva l'uso del rito ambrosiano nelle cerimonie di battesimo celebrate nella Basilica di Santa Maria del Colle. Con il dominio di Ferdinando I d'Aragona fin dal 1464 Pescocostanzo ebbe uno statuto che garantì per l'appartenenza al regio demanio per qualche tempo, godendo delle relative libertà. Successivamente il controllo della cittadina fu affidato a feudatari. La formazione nel tempo di una classe sociale economicamente solida e culturalmente elevata portò ad uno stato di benessere e di un'efficiente amministrazione.
La svolta per la cittadina si ebbe nel 1774, quando assumendo il titolo di Universitas Sui Domina (comunità padrona di sé), motto che fregia tuttora lo stemma comunale, si riscattò dal dominio feudale. Trovarono accoglienza nella società gli studi giuridici, filosofici, storici, matematici, letterari ed un notevole culto dell'arte. A testimoniare la cultura locale vi sono i patrimoni librari custoditi presso molte famiglie e i numerosi eletti ingegni fioriti a Pescocostanzo. Il primo e più autorevole interprete in Italia della filosofia kantiana fu infatti un cittadino pescolano, il filosofo e matematico Ottavio Colecchi. La presenza di un consistente numero di opere d'arte nel piccolo borgo abruzzese trova spiegazione in due fattori: le notevoli risorse economiche di istituzioni pubbliche e dirigenti e la disponibilità di maestranze in grado di realizzare opere in pietra, marmo, ferro battuto e legno, tradizioni artigianali tramandate dopo l'immigrazione dei mastri lombardi tra il XV e il XVII secolo.
Come orientarsi
[modifica]Quartieri
[modifica]Il suo territorio comunale comprende anche il paese di Sant'Antonio Bosco.
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]- Aeroporto di Pescara (Aeroporto internazionale d'Abruzzo), Via Tiburtina Km 229,100, ☎ +39 085 4324201.
In autobus
[modifica]Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]- Basilica di Santa Maria del Colle. La Basilica è la chiesa parrocchiale di Pescocostanzo. Il primo tempio, risalente all'XI secolo e dipendente dall'abbazia di Montecassino, sorgeva fuori dal centro cittadino, arroccato sul Peschio, la cui chiesa parrocchiale sottostava invece al vescovo di Sulmona. Nel 1456 la chiesa fu distrutta da un terremoto ma venne ricostruita già nel 1466, nel nuovo e più esteso centro abitato, diventando sede parrocchiale e legando così l'intero borgo alla diocesi di Cassino.
Nel 1556-58 l'edificio fu portato a cinque navate di quattro campate, come si presenta oggi, rispetto alle tre navi e tre campate della struttura quattrocentesca e fu realizzata una nuova facciata rinascimentale, affacciata ad un'ampia terrazza. L'antico portale romanico-gotico fu trasferito nel 1580 sull'ingresso del fianco settentrionale, sulla sommità di una rampa di scale.
Negli anni 1691-94 fu realizzato il Cappellone del Sacramento. Il campanile, risalente alla fine del cinquecento, fu restaurato nel 1635 e nel 1855, quando venne sostituita la cuspide ottagonale con una quadrangolare. Già denominata col titolo di Collegiata, nel 1978 Santa Maria del Colle fu elevata alla dignità di basilica minore.
L'interno presenta un'architettura in pietra, ravvivata dalla policromia degli arredi, con i legni scolpiti, dipinti e dorati delle statue (tra cui la duecentesca Madonna del Colle), del pulpito, di diversi altari, della cantoria (opera del romano-sulmonese Bartolomeo Balcone risalente al 1619) e dei cinque soffitti a cassettoni, realizzati prevalentemente da Carlo Sabatini di Anversa degli Abruzzi tra il 1670 e il 1682, completati nel 1742.
In marmo sono invece i paliotti e il fonte battesimale, dei pescolani Panfilo Rainaldi e Filippo Mannella. Numerose sono le tele custodite nella basilica, attribuite a Tanzio da Varallo, Paolo Cardone e Francesco Peresi. La volta del Cappellone è decorata da un affresco del napoletano Giambattista Gamba. Una tavola cinquecentesca raffigurante la Madonna e Santi di Palma il Vecchio è stata invece trafugata durante l'occupazione tedesca del 1943-44.
Il maestoso cancello in ferro battuto, del pescolano Sante di Rocco, iniziato nel 1699-1705 e ultimato nel 1707 dal nipote Ilario, riporta figure ferine, umane e angeliche. Sull'architrave della bottega dell'artigiano, situata ai piedi della scalea, è recato il motto ETENIM NON POTUERUNT MIHI (eppure non poterono vincermi). Di Cosimo Fanzago sono invece le aquile in bronzo delle acquasantiere. Il coro, il Cappellone e l'altare di Sant'Elisabetta sono ornati da stucchi dei lombardi Gianni e Ferradini.
- Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Colle di Santa Maria). È situata nel piazzale detto Colle di Santa Maria, dove inizia la più antica via di entrata e uscita dal paese, proveniente da Sulmona e passante per l'importante località agricolo-boschiva di Primo Campo.
La sua edificazione è precedente al 1508. Sotto il rosone, che ha perduto la raggiera, reca la data del 1524. Possedeva sulla facciata una raffigurazione pittorica di San Cristoforo, datata 1621 ma scomparsa nel tempo, in quanto alla chiesa volgevano il pensiero i viandanti. Ancora oggi vi è conservata una lapide con versi che richiamano la funzione di protezione a chi viaggia: « Qui con dimessa fronte / o passeggier t'arresta. ... »
La facciata ha terminazione orizzontale, conclusa con una piccola cornice con dentelli sulla sommità. Elemento principale della facciata è il portale, separato dalla superficie stradale da una scalinata semicircolare e affiancato da due basse finestre ai lati; è sovrastato da un oculo. Tra il portale e l'oculo vi è una targhetta ove è incisa la data di fondazione della chiesa. Uno stemma a testa di cavallo con le iniziali A.M. (Ave Maria) è situato sullo spigolo sinistro della facciata.
Nell'interno a navata unica si trova un altare ligneo risalente al 1596 che racchiude una tela raffigurante la Vergine del Suffragio, San Michele Arcangelo che pesa le anime e San Francesco d'Assisi, opera di Antonio Massaretti da Lecce nei Marsi, risalente al 1595. :È circondata da sei quadretti di legno che rappresentano i santi Gregorio Magno, Agostino, Lorenzo, Ambrogio, Girolamo e Benedetto. :Sovrastante l'ingresso dell'aula vi è una tipica balconata in legno, sorretta da colonne poggianti su alti basamenti.
- Chiesa di Sant'Antonio abate. Si trova sulla vetta dello sperone roccioso in cui sorse il primo nucleo cittadino col nome di Pesco o Peschio.
Di origine duecentesca, possiede una torre campanaria angolare con campanile a vela, ristrutturato dopo i danni provocati dagli eventi bellici del 1943-44. Come ricordato da un'iscrizione che sovrasta il portale, la chiesa appartenne fino al 1777 all'Ordine degli Antoniani. All'interno, sull'altare, vi è una tela seicentesca con effigie di Sant'Antonio Abate e scene della sua vita. Al santo viene dedicata una festa che ha luogo il 17 gennaio. - Chiesa rupestre di San Michele Arcangelo.
- Eremo di Sant'Antonio.
- Sacrario nazionale mauriziano d'Italia.
- Palazzo Fanzago, piazza Municipio. La costruzione dell'edificio risale al 1624 per essere utilizzato come convento di clausura per le religiose di Santa Scolastica. Progettato da Cosimo Fanzago in quattro corpi simili all'unico realizzato, vanta la peculiarità di avere sulla facciata, al posto delle finestre, vietate dalla clausura, sei grandi nicchie barocche in pietra, sormontate da timpani alternativamente spezzati ed interi.
Le aperture si affacciano invece sul giardino interno, ora adibito a teatro all'aperto. La gronda del palazzo, sostenuta da mensole scolpite con draghi alati, possiede pregevoli decorazioni.
Le finestre sono sei per i due lati lunghi e due per quelli brevi. Sono decorate da cornici di marmo scuro con logge dove sono posti i vetri.
È utilizzato come sede del museo dell'artigianato artistico e della scuola di tombolo.
- Palazzo Grilli. Nonostante il richiamo ad uno stile decisamente classico dei portali e delle finestre, l'edificazione del palazzo risale agli ultimi decenni del Seicento. La linearità della struttura è spezzata dalle quattro torrette cantonali di difesa, i gaifi, in cima agli spigoli perimetrali. Il portale est, affumicato, ricorda l'incendio appiccato dai banditi nel 1674, con lo scopo di espugnare il palazzo.
La struttura è rettangolare, con aspetto di palazzo fortificato. La facciata ha tre portali, dei quali il centrale decorato da una cornice di pietra. Un secondo portale principale è sul lato destro. Il palazzo è diviso in tre settori con una mansarda da due ordini di finestre semplici. Sugli angoli svettano delle torri circolari con tegole sulla sommità.
L'edificio è rinomato per essere il principale albergo di Pescocostanzo dove alloggiarono gli appassionati di sci ed escursioni sulla Majella. È stato restaurato un giardino pensile situato sull'edificio delle stalle, posto davanti alla facciata. Il giardino è decorato da un arco in pietra. La parte al piano terra del palazzo è usata invece come ristorante. - Palazzo municipale.
Eventi e feste
[modifica]Cosa fare
[modifica]- Comprensorio sciistico dell'Alto Sangro. È il maggior comprensorio sciistico dell'Italia centromeridionale; si estende tra la valle del Sangro e l'altopiano delle Cinquemiglia ed è composto da cinque località: Barrea, Pescasseroli, Pescocostanzo, Rivisondoli e Roccaraso. Per buona parte è inserito nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e nel Parco nazionale della Maiella.
È situato all'interno dei Monti Marsicani con il Monte Greco (2283 m), il Monte Pratello (2012 m), il Monte delle Vitelle (1953 m) e il Monte Calvario (1743 m) come riferimento. Le stazioni di Roccaraso e Rivisondoli sono direttamente collegate.
Il comprensorio dispone di 58 piste per una lunghezza complessiva di quasi 160 chilometri (60 dei quali dispongono di impianti per l'innevamento programmato) distribuite su 38 impianti di risalita, cui vanno aggiunti 60 chilometri di piste per lo sci nordico. Suddiviso in vari versanti, di cui il principale è quello compreso tra i monti dell'Aremogna e Pizzalto nei pressi di Roccaraso, si sviluppa da un'altezza di 1500 metri s.l.m. del piazzale Aremogna ai 2142 metri s.l.m. di Toppe del Tesoro. Dispone inoltre di 7 aree parcheggio e numerose strutture ricettive.
Nel 2010 il comprensorio ha festeggiato cento anni di attività; al 1910 risale infatti la prima gara internazionale disputatasi tra queste montagne, precisamente a Roccaraso. Nell'Alto Sangro si svolgono annualmente gare di livello internazionale: nel 2005 vi si sono svolte le finali maschili e femminili della Coppa Europa di sci alpino e nel 2012 il comprensorio ha ospitato i Campionati mondiali juniores di sci alpino.
Acquisti
[modifica]Il paese ha saputo mantenere vive le tradizioni artigianali. È ancora praticata la lavorazione del merletto a tombolo, quella della filigrana e del ferro battuto, attività che rappresentano una importante componente dell'economia locale ed una ulteriore offerta per il turismo.
Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Ristorante La Terrazza, Via Ottavio Colecchi, 12, ☎ +39 389 9580710, info@laterrazzapescocostanzo.com.
- 2 Ristorante il Faggeto, localita Bosco di Sant'Antonio, ☎ +39 0864 67100, info@ilfaggeto.it.
- 3 Ristorante La Corniola, Via dei Mastri Lombardi, 1, ☎ +39 0864 642470, info@lacorniola.com.
- 4 Ristorante I Rivi, Localita la difesa, ☎ +39 339 1167848, info@termealte.it.
Dove alloggiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Garnì b&b "La Rua" (La Rua), Via Rua Mozza 1/3 (Angolo Piazza Municipio), ☎ +39 0864 640083, info@larua.it. € 85. Check-in: 14:00, check-out: 10:30. Piccolo hotel situato in una zona tranquilla e silenziosa nel centro storico del borgo.
Prezzi elevati
[modifica]- 2 Relais Ducale, Via Dei Mastri Lombardi (cinque stelle), ☎ +39 0864 642484, info@relaisducale.it.
- 3 Albergo Il Gatto Bianco, Viale Appennini (quattro stelle), ☎ +39 0864 641466, info@ilgattobianco.it.
- 4 [link non funzionante] Hotel San Francesco, Via San Francesco, ☎ +39 0864 642044, info@hotelsanfrancesco.org.
Sicurezza
[modifica]- Caruso, via Ottavio Solecchi 10/a, ☎ +39 0864 640818.
Come restare in contatto
[modifica]Poste
[modifica]- Poste italiane, via Sabatini 7, ☎ +39 0864 641190.
Nei dintorni
[modifica]- Roccaraso — I suoi impianti sciistici, appartenenti al comprensorio sciistico dell'Alto Sangro, la rendono tra le maggiori stazioni turistiche montane dell'intero Appennino.
- Castel di Sangro — Fu città romana, poi feudo dei Borrello; i ruderi del castello medievale e le vicine mura megalitiche testimoniano la passata grandezza della porta d'Abruzzo.
- Lama dei Peligni
- Sulmona — Città dei Peligni, Municipium romano, patria del poeta latino Ovidio (Sulmo mihi patria est), capoluogo dell’Abruzzo nel Duecento, Sulmona è la città di riferimento della Valle Peligna-Alto Sangro; vanta un importante centro monumentale e lega il proprio nome anche alla produzione dei confetti, già fiorente e rinomata in epoche passate.
Altri progetti
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