Leggiuno | ||
Stemma e Bandiera | ||
Stato | Italia | |
---|---|---|
Regione | Lombardia | |
Territorio | Varesotto | |
Altitudine | 240 m s.l.m. | |
Superficie | 13,19 km² | |
Abitanti | 3.680 (2020) | |
Nome abitanti | leggiunesi | |
Prefisso tel | +39 0332 | |
CAP | 21038 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | Santo Stefano | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Leggiuno è una città della Lombardia.
Da sapere
[modifica]Località turistica posta sulle rive del Lago Maggiore dove si trova l'Eremo di Santa Caterina del Sasso, simbolo della città e dello stemma comunale leggiunese.
Cenni geografici
[modifica]Confina a nord con Laveno-Mombello, a est con Sangiano e Caravate, a sud-est con Besozzo, a sud con Monvalle, ad ovest e a sud-ovest col Lago Maggiore e quindi con il Piemonte e la Provincia del Verbano-Cusio-Ossola.
Leggiuno occupa una zona collinare. Il territorio del comune risulta compreso tra i 193 e i 326 metri sul livello del mare.
Cenni storici
[modifica]L'esistenza di molti ghiacciai in territorio leggiunese rese pressoché problematica e talvolta impossibile la presenza di vita umana nel periodo preistorico a Leggiuno. Solo nel XIX secolo, precisamente nel 1864, furono rinvenute tra Leggiuno e Mombello alcuni resti di palafitte, frammenti di vasi, armi, utensili e residui di pasti, tutti riconducibili al periodo del Neolitico. Alla fine del XIX secolo nella frazione Marzaro di Leggiuno fu ritrovata una tomba rettangolare, e dopo di queste sbucarono altre tombe, contenenti antichi vasi in terracotta. Nella metà del XX secolo, anni '50, a qualche centinaio di metri a sud dell'Eremo di Santa Caterina del Sasso, nella zona soprannominata “Bus di Curnaà”, comparirono cocci ceramici dell'Età Romana: nella stessa zona furono recuperati delle ossa di piccoli animali. Nella frazione di Arolo, invece, nel 1964, gli archeologi portarono alla luce alcuni reperti dell'età del Bronzo. Tra questi, in particolare, furono ritrovati uno spillone, una lancia, un bracciale, un torques di bronzo e persino uno spuntone di un'asta, grazie alla quale si è potuto ipotizzare che nel periodo ascrivibile al 2200-2000 a.C. presso la suddetta frazione fu realizzato un sepolcreto.
Alcuni resti di una plausibile lotta punica svoltasi nella zona sono individuabili sul sagrato della odierna chiesa romanica dei SS. Primo e Feliciano. Per quanto riguarda gli anni delle dominazioni barbariche, l'unico segno plausibile di quel periodo è stata una tomba rettangolare in roccia dolomitica, reperita sul Monte Piaggio nella frazione di Arolo. Un documento rinvenuto attesterebbe che Eremberto, al tempo vassallo dell'imperatore Lotario, traslò nell'allora Chiesa di S. Siro (l'attuale Chiesa dei SS. Primo e Feliciano) i resti, per l'appunto, dei SS. Primo e Feliciano. Questi gli erano stati donati da Papa Sergio II.
Leggiuno divenne un comune indipendente e sede di una pretura del feudalesimo e di una corte nel periodo relativo all'impero di Berengario I. La peste a quei tempi inflisse duri colpi in Italia e non risparmiò il popolo leggiunese: il piccolo borgo di Leggiuno perse, nel 1554 e nel 1630, una considerevole parte del popolo. Per tornare ad essere nuovamente un centro importante, Leggiuno dovette aspettare la fine del ‘800 quando il numero di abitanti si attestò tra i 700 e gli 800. Fino al 1927 Leggiuno era parte del circondario di Varese, allora sito in Provincia di Como. Il circondario di Varese fu abolito, come tutti i circondari italiani, nel 1927, nell'ambito della riorganizzazione della struttura statale voluta dal regime fascista, e Leggiuno venne così inserita nella neocostituita provincia di Varese. Contemporaneamente allo scorporamento, Leggiuno si unisce agli ex comuni di Arolo, Ballarate, Cellina e all'attuale comune di Sangiano, replicando un analogo provvedimento di Napoleone di più di un secolo prima e poi annullato dalla Restaurazione austriaca. Nel 1963, infine, Sangiano diventa un comune autonomo ma Leggiuno conserva Arolo, Ballarate e Cellina come sue frazioni.
Come orientarsi
[modifica]Frazioni
[modifica]- Arolo — situata sul Lago Maggiore. Al suo interno vi si trova la Chiesa dedicata ai Santi Pietro e Carlo.
- Ballarate — si trova tra la frazione di Baraggia e Arolo.
- Baraggia — si trova tra la frazione di Marzaro e nei pressi della frazione Bosco, al confine col comune di Sangiano e quello di Monvalle. Al suo interno vi si trova un'industria tessile molto importante. Nelle vicinanze è presente la Stazione ferroviaria di Leggiuno-Monvalle.
- Bosco — così chiamata in ragione della sua natura rigogliosa, sorge tra Monvalle e la frazione di Arolo. Da qui è possibile ammirare una splendida vista sul Lago Maggiore.
- Casa Motta
- Campagna — al confine con la frazione di Arolo, quella di Reno, la frazione di Quicchio e quella di Cellina.
- Cellina — si trova tra Arolo e Reno. Il territorio è dominato da due colline: Motta Cipollina e monte di Ballarate. La prima la divide ad occidente dal lago Maggiore, mentre l'altra la separa dall'abitato di Ballarate. Sul culmine di quest'ultima si trovano le rovine di una torre di guardia di un castello Longobardo. Al suo interno vi si trova la chiesa dedicata a san Rocco(patrono del paese) del secolo XX oggi sconsacrata e la chiesa dedicata a santa Maria Stella Maris, edificata negli anni '50 del XXI secolo.
- Cobbione — si trova al confine tra Sangiano e Cardana di Besozzo.
- Ghirate — si trova tra la frazione Bosco, Marzaro e Baraggia.
- La Gesiola — si trova tra Mirasole e Reno. È in aperta campagna e vi sorgono perlopiù boschi e campi.
- Marzaro — tra la località Bosco e la località Baraggia.
- Mirasole — tra la frazione di Reno e il comune di Laveno-Mombello. Il colle presente in questa località potrebbe aver dato origine al nome del comune di Leggiuno. Anche qua è possibile ammirare una vista sul Lago Maggiore.
- Quicchio
- Reno — ospita l'Eremo di Santa Caterina del Sasso. Reno è considerata la St. Tropez del Lago Maggiore, grazie alla sua magnifica spiaggia in riva al lago.
- Roncaccio
- Rozzoni
- Santa Caterina del Sasso
- Santa Maria
- Sasso Moro — è una frazione nella quale sorge un porticciolo dove possono attraccare diversi battelli e barche.
Come arrivare
[modifica]In auto
[modifica]- delle Due pievi, (Laveno Mombello - Travedona Monate)
- d'Eremberto, (Sangiano - Reno di Leggiuno)
- di Santa Caterina, (Sesto Calende - Luino)
In nave
[modifica]- 1 (nei pressi del santuario di Santa Caterina del Sasso). Sulla linea Arona-Stresa-Locarno, che collega Leggiuno via lago a Stresa (VB), Baveno (VB), Pallanza (VB), l'Isola Madre, Villa Taranto e Verbania-Intra (VB), consentendo quindi un collegamento diretto tra Lombardia e Piemonte, e tra la provincia di Varese e quella del Verbano-Cusio-Ossola.
In treno
[modifica]- 2 Stazione di Leggiuno-Monvalle. Posta sulla linea Luino-Oleggio gestita da Rete Ferroviaria Italiana.Attualmente la linea Luino-Oleggio è utilizzata quasi esclusivamente per il trasporto merci e pertanto i treni passeggeri in servizio (che fermano quindi anche a Leggiuno-Monvalle) sono attualmente limitati a due sole coppie al giorno.
Come spostarsi
[modifica]Con mezzi pubblici
[modifica]I servizi di autobus di linea interurbani sono gestiti dalle società Sila s.p.a. e Nicora e Baratelli e collegano Leggiuno a molteplice località, tra cui Laveno-Mombello, Varese, Gavirate, Caravate, Ispra. Inoltre, assicurano il collegamento tra le varie frazioni.
Cosa vedere
[modifica]- 1 Eremo di Santa Caterina del Sasso, Via Santa Caterina, 5. Costruito su una roccia che si affaccia direttamente sul lago. Particolarmente suggestive sono la Sala dell'antico Refettorio dei frati, le cappelle medievali del Beato Alberto Besozzi, di Santa Maria Nova, di Santa Caterina e di San Nicolao, anticamenti luoghi distinti tra loro e poi unificati a fine Cinquecento in un'unica bella chiesa.
- 2 Chiesa dei Santi Primo e Feliciano. Costruita su un preesistente edificio di culto pagano lungo il secolo VIII per iniziativa del franco Eremberto e inizialmente dedicata al santo vescovo Siro, nell'846 vide la traslazione delle reliquie dei martiri Primo e Feliciano avute in dono dal papa durante un pellegrinaggio a Roma. La chiesa assunse allora il nome dei due martiri, nei secoli successivi ricostruita secondo le attuali forme romaniche. Preceduto da un piccolo sagrato che contiene are romane e epigrafi d'età alto-medievale, l'edificio ha una facciata a capanna con portale e colonne di recupero, con capitelli provenienti dalla chiesa antica; l'oculo centrale profilato in laterizio è quattrocentesco come il portale dall'arco gotico. Il campanile, la cui accurata muratura è ben conservata, è stato invece edificato nell'XI secolo. L'interno della chiesa è rettangolare, con aula gotica coperta da doppia volta a crociera con costoloni. Il perimetro sembra essere quello della prima chiesa alto-medievale.
- 3 Chiesa di San Carlo e San Pietro da Verona, Via S. Carlo, Arolo. Fu edificata lungo il XVI secolo e custodisce un organo risalente alla metà dell'Ottocento, opera di Fortunato Ossola, artigiano proveniente da Groppello.
- 4 Chiesa Parrocchiale di S. Stefano, Via L. Riva, 10. È stata oggetto di una radicale ristrutturazione e ampliamento nel corso del XIX secolo, lavori al termine dei quali, nell'estate 1894, la chiesa è stata consacrata dall'allora vescovo di Pavia mons. Agostino Gaetano Riboldi. L'intervento ha coinvolto anche la torre campanaria, eretta sulla precedente romanica.
Eventi e feste
[modifica]Cosa fare
[modifica]Il comune è ricco di boschi e sentieri boschivi. Questi sono tutti pedalabili per l'80% circa.
- Sentiero del Verbano. Percorso da Sesto Calende a Laveno-Mombello che costituisce la prima realizzazione del progetto Vie Verdi dei Laghi. Questo sentiero è identificato con la sigla VB su tutta la segnaletica verticale.
Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Dove alloggiare
[modifica]Sicurezza
[modifica]Come restare in contatto
[modifica]Nei dintorni
[modifica]Altri progetti
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