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Ivrea
Centro storico
Stemma
Ivrea - Stemma
Ivrea - Stemma
Stato
Regione
Territorio
Altitudine
Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Patrono
Posizione
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Ivrea
Sito istituzionale

Ivrea è una città del Piemonte.

Da sapere

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Viene considerata "il capoluogo del Canavese". Nel 2018 è entrata a far parte del patrimonio dell’  unesco UNESCO.

La città industriale di Ivrea è stata costruita tra gli anni 1930 e 1960 da Adriano Olivetti. Il patrimonio architettonico, lascito della fabbrica alla città, copre il 70% del perimetro urbanizzato di Ivrea e costituisce un esempio di costruzioni residenziali, industriali e sociali di straordinaria qualità.

Cenni geografici

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Bagnata dal fiume Dora Baltea, un affluente del Po, è collocata in un'area formatasi da un grande ghiacciaio del Pleistocene, il quale trasportò nel tempo numerosi detriti che andarono a formare una serie di rilievi morenici, tra cui la cosiddetta Serra Morenica.

Cenni storici

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Il nome antico è Eporedia, nome ancora spesso utilizzato per chiamare la città. Fu fondata intorno al V secolo a.C. dai Salassi, un popolo d'origine celtica stabilitosi nel Canavese. Il toponimo potrebbe quindi derivare dalla divinità celtica Epona, in particolare dalla contrazione dei termini gallici epo, affine al greco antico hippos, (cavallo), e reda, cioè carro a quattro ruote, indicandola come già strategica stazione viaria di carri equestri per gli accessi cisalpini.

I romani latinizzarono il nome, che subì delle varianti, quali Iporeia, quindi Ivreia, Ivrea. A partire dal I secolo a.C. fu infatti colonia romana, collocata a presidio della via militare che dalla pianura piemontese si spingeva nelle valli della Dora Baltea. Particolarmente rilevanti, tra le testimonianze archeologiche di questo periodo, sono i ruderi dell'anfiteatro, collocato a breve distanza dall'attuale centro storico. In seguito mutò nome in Augusta Eporedia. Nel periodo longobardo invece, Ivrea diventò sede dell'omonimo ducato, tra il VI e il VII secolo. All'inizio del secolo VIII, Ivrea diventò contea e marca, sotto il regno franco, attraverso la nascente dinastia Anscarica. Qui, dopo un periodo di contrasti con Warmondo (potente vescovo della città), nell'anno 1000 fu acquisita dal marchese Arduino da Pombia il quale, l'anno dopo, a Pavia, verrà eletto Re da una dieta di principi e signori contro il volere dell'imperatore Ottone III di Sassonia. La città Ivrea acquisì grande importanza all'interno del Regno d'Italia.

Re Arduino, in forte contrasto sia con la chiesa di Ivrea sia con quella di Vercelli, fu scomunicato dal papa Silvestro II, e restò sul trono fino al 1014, anno in cui abbandonò la lotta ritirandosi nell'abbazia di Fruttuaria dove morì nel 1018. Sul finire dell'XI secolo, dopo il periodo degli Arduinidi, Ivrea tornò a essere dominata dalla signoria vescovile. Ricordo di questo periodo è l'ancor esistente Torre di Santo Stefano, alla fine di corso Botta, fortemente voluta e sovvenzionata dal papa Niccolò II per riaffermare il potere sulla città, all'epoca utilizzata come campanile dell'adiacente monastero di benedettini (oggi scomparso), distaccamento dell'abbazia di Fruttuaria di San Benigno Canavese.

Nella seconda metà del secolo XII tentò di affermarsi il potere politico dei marchesi del Monferrato, istituendo il territorio del "comune di Ivrea e Canavese", ma destinato comunque a soccombere nei primi decenni del secolo successivo. Nel 1238, l'imperatore Federico II pose la città sotto il suo dominio; nel seguito, la signoria della città tornerà a essere disputata tra il vescovo di Ivrea, il marchese del Monferrato e altri potentati, tra cui il conte di Savoia. Nel 1356, Ivrea passò, dunque, sotto il dominio del Conte Verde di Savoia e, nella seconda metà del secolo XIV, la città assistette alla rivolta contadina contro i soprusi dei nobili canavesani che va sotto il nome di "tuchinaggio". Fatta eccezione di brevi periodi di occupazione spagnola e poi francese nel secolo XVI, Ivrea rimase alle dipendenze dei Savoia praticamente per tutto il periodo tra il XV e il XVIII secolo.

Il 26 maggio 1800, Napoleone venne accolto a Ivrea insieme alle sue truppe vittoriose. Sotto il dominio napoleonico Ivrea fu capoluogo del "Département de la Doire", uno dei cinque in cui era stato suddiviso il Piemonte; tuttavia, nel 1814 la città, così come il resto del Piemonte, ritornò ai Savoia, con Vittorio Emanuele I, re di Sardegna. Dal 1859 al 1927 Ivrea diventò il capoluogo dell'omonimo circondario, uno dei cinque in cui era suddivisa la provincia di Torino del Regno di Sardegna, fino all'Unità d'Italia. Il XX secolo vide la città protagonista di un nuovo polo industriale, con la fondazione della prestigiosa fabbrica di macchine per scrivere Olivetti, a partire dal 1908. Nel 1927 la città, insieme a ben altri 112 comuni dell'alto Canavese, viene annessa alla Valle d'Aosta, per costituire una nuova Provincia di Aosta. Tale annessione verrà sciolta nel 1945, per ritornare sotto la Provincia di Torino. Sul finire degli anni novanta, con il declino dell'Olivetti, l'economia della città subirà un duro colpo; qualche anno più tardi, la città diventerà la sede italiana della società di telecomunicazioni mobile Vodafone Italia.

Come orientarsi

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La piazza principale storica di Ivrea, sebbene sia una delle più piccole, è situata nell'antico borgo storico e divide in due parti la via centrale, cioè via Palestro-via Arduino. Anticamente, veniva chiamata Piazza Palazzo di Città o, più semplicemente Piazza di Città, un nome ancora rimasto nell'odierno linguaggio popolare. Essa ospitava alcuni edifici, tra cui un antico ospedale, il De Burgo, dismesso nel 1750 e sostituito dall'attuale Palazzo di Città.

Quartieri

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Ivrea è suddivisa fra 26 quartieri e rioni: San Grato, Canton Vesco, Canton Vigna, La Sacca, Bellavista, Via Miniere-Via Jervis, zona Porta Torino-Stazione-Movicentro-Via Dora Baltea, Borghetto, Centro Storico, Crist, Porta Aosta-Sant'Antonio, San Pietro Martire, Via Sant'Ulderico, Lago Sirio, Prafagiolo, Canton Gabriel, Lago San Michele, Montodo-Monte della Guardia, Porta Vercelli, San Lorenzo, La Fiorana, San Giovanni, Canton Gillio, La Fornace, Torre Balfredo, San Bernardo.

Come arrivare

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Il castello

In aereo

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Aeroporto di Torino, a circa 45 minuti di auto.


In auto

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  • Da Torino: A5 Torino-Aosta, uscita Ivrea
  • Da Milano: A4 Milano-Torino, bretella A4-A5 Santhià-Ivrea, A5 Aosta, uscita Ivrea
  • Da Aosta: A5 Aosta-Torino, uscita Ivrea
  • Da Genova: A26 Genova-Gravellona, A26 Alessandria-Santhià, bretella A4-A5 Santhià-Ivrea, A5 Aosta, uscita Ivrea

In treno

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  • 45.4614867.8763811 Stazione FS di Ivrea, Corso Nigra, 73. Stazione di Ivrea su Wikipedia stazione di Ivrea (Q20972988) su Wikidata


Come spostarsi

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Con mezzi pubblici

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Il servizio di trasporto urbano di Ivrea è gestito da GTT (Gruppo Torinese Trasporti).

In auto

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  • 45.4655117.8810032 Parcheggio.
  • 45.4701937.8799873 Parcheggio.


Cosa vedere

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Architetture religiose

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Duomo
Affresco della cripta del duomo
  • 45.46837.87571 Duomo di Santa Maria (Cattedrale di Santa Maria Assunta), Piazza duomo (sull'altura nord-ovest del centro storico). Il Duomo di Ivrea è collegato al Palazzo del Vescovado tramite un collegamento coperto. Il ritrovamento di resti romani nelle parti più antiche della chiesa, o rinvenuti durante gli scavi ottocenteschi, fanno ritenere che fosse già presente, fin dal I secolo a.C., un tempio in asse col sottostante teatro (di cui sono ancora visibili alcune tracce). Il tempio fu poi trasformato in chiesa cristiana, tra la fine del IV e l'inizio del V secolo, quando venne istituita la Diocesi. Espanso verso il 1000 per iniziativa del vescovo Warmondo, si conservano oggi, dell'antica struttura romanica, due campanili, le colonne visibili nel deambulatorio dietro l'abside e la cripta affrescata (contenente un antico sarcofago romano, che la tradizione vuole abbia poi conservato le spoglie di San Besso, compatrono di Ivrea assieme a San Savino).
    Nel corso della ricostruzione avvenuta nel XII secolo, in seguito a un terremoto di entità relativamente importante nel Nord Italia del 1117, la cattedrale cambiò la propria fisionomia, adottando una pianta assai più simile a quella odierna. Nel 1516 poi, il vescovo Bonifacio Ferrero fece edificare una nuova facciata, con un portico in stile bramantesco che sostituì l'antica facciata romanica. Nel 1854 venne a sua volta sostituita dall'attuale facciata neoclassica, ideata dall'architetto Gaetano Bertolotti.
    Duomo di Ivrea su Wikipedia cattedrale di Ivrea (Q7882645) su Wikidata
Chiesa di San Nicola da Tolentino
  • 45.46877.875582 Chiesa di San Nicola da Tolentino, Piazza duomo. Eretta nel 1605 a cura dell'omonima confraternita, e che presenta molteplici elementi di interesse storico e artistico (facciata, affreschi e sculture lignee di stile barocco). La chiesa è nota anche tra gli eporediesi come "chiesa della bomba", in virtù del fatto che, sino a poco tempo fa, vi era esposta una bomba che pendeva dal soffitto. L'ordigno intendeva ricordare un evento miracolistico avvenuto nel 1704 durante la guerra tra Francesi e Piemontesi quando una bomba traforò il soffitto della costruzione ma rimase miracolosamente inesplosa. Chiesa di San Nicola da Tolentino (Ivrea) su Wikipedia chiesa di San Nicola da Tolentino (Q3671459) su Wikidata
Chiesa di San Gaudenzio
  • 45.462157.873853 Chiesa di San Gaudenzio. È una piccola chiesa di architettura tardo barocca edificata tra il 1716 e il 1724, attribuita all'architetto sabaudo Luigi Andrea Guibert. L'edificio sorge su una piccola altura, un tempo fuori dell'abitato di Ivrea, mentre oggi è completamente circondata (tranne la facciata) dallo sviluppo urbano. All'interno è conservato un notevole ciclo di affreschi di Luca Rossetti da Orta con scene dedicate alla vita di San Gaudenzio, santo del IV secolo che si ritiene nativo di Ivrea. Chiesa di San Gaudenzio (Ivrea) su Wikipedia chiesa di San Gaudenzio (Q3670198) su Wikidata
  • 45.4669727.8756394 Chiesa di Sant'Ulderico, Piazza di Città. La prima chiesa venne eretta negli anni immediatamente successivi alla canonizzazione di Ulrico di Augusta. Gli interni dell'edificio subirono un rifacimento totale secondo la moda barocca nel settecento. Chiesa di Sant'Ulderico (Ivrea) su Wikipedia chiesa di Sant'Ulderico (Q55165326) su Wikidata
Santuario di Monte Stella
affresco della Cappella dei Tre Re
  • 45.47247.882015 Santuario di Monte Stella (A pochi passi dall'affollata piazza del mercato ortofrutticolo). Il Santuario di Monte Stella è un luogo devozionale posto su una collina che si erge nei pressi della piazza del mercato, lungo la quale si snoda una Via Crucis. Venne edificato nel 1627, ma al giorno d'oggi solo il campanile è rimasto integro. Il resto della costruzione, ovvero il tempio a pianta circolare, risale al XIX secolo. Santuario di Monte Stella su Wikipedia Santuario di Monte Stella (Q3949898) su Wikidata
  • 45.4733727.8826876 Cappella dei Tre Re. L’anno di edificazione risale al 1220: la tradizione vuole che sia stato san Francesco, di passaggio da Ivrea, a suggerirne la costruzione. La cappella ha un'architettura romanica. Qui si trova un affresco recentemente restaurato (Natività e Santi Rocco e Sebastiano) di scuola spanzottiana. Cappella dei Tre Re su Wikipedia Cappella dei Tre Re (Q24938278) su Wikidata
chiesa di Santa Croce
  • 45.466667.875257 Chiesa di Santa Croce, via Arduino 9. Fu fondata nel 1622 come oratorio della confraternita del Suffragio. Contiene al suo interno un elegante altare (1749), un coro ligneo (1695) e specialmente un importante ciclo di affreschi realizzato nel 1753 e nel 1751 da Luca Rossetti da Orta. Chiesa di Santa Croce (Ivrea) su Wikipedia chiesa della Confraternita della Santa Croce (Q55165321) su Wikidata
Chiesa San Bernardino
  • 45.4590567.8758 Chiesa di San Bernardino, via Jervis 380 (nell'area industriale Olivetti). È in stile gotico, di modeste proporzioni, costruita insieme all'annesso convento nel 1455 dall'ordine francescano dai frati minori. L'edificio venne quindi completato nel 1457, a pianta quadrangolare con volte a crociera. Nel 1465 ebbero luogo dei lavori di ampliamento, con la costruzione di una navata per l'accesso al pubblico e di due cappelle laterali. Il monastero iniziò il suo declino verso la fine del XVI secolo e nel Settecento il complesso subì un ulteriore degrado a causa delle successive occupazioni militari, sino alla conquista napoleonica e all'abolizione delle proprietà ecclesiastiche. Nel 1910 Camillo Olivetti acquistò il complesso per trasformarlo nella sua abitazione, mentre tra il 1955 e il 1958 il figlio Adriano Olivetti trasformò il tutto in sede per i servizi sociali e per le attività dopolavoristiche dei dipendenti dell'Olivetti. La chiesa di San Bernardino conserva al proprio interno un ciclo di affreschi sulla Vita e Passione di Cristo, realizzato tra il 1485 e il 1490 da Giovanni Martino Spanzotti e restaurato negli anni cinquanta grazie all'operato di Adriano Olivetti. Chiesa di San Bernardino (Ivrea) su Wikipedia chiesa di San Bernardino (Q3669621) su Wikidata
  • 45.4671177.8744229 Sinagoga, via Quattro Martiri 20 (nel centro storico della città). Venne edificata nel 1870 in seguito all'espansione della comunità ebraica. Dopo un periodo di abbandono, venne ristrutturato nel 1999 e usato anche per lo svolgimento di varie attività culturali. Sinagoga di Ivrea su Wikipedia sinagoga di Ivrea (Q3961370) su Wikidata

Architetture civili

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Palazzo di Città
  • 45.466257.87602810 Palazzo di Città (Municipio), piazza Ferruccio Nazionale. La realizzazione del nuovo palazzo comunale di Ivrea venne quindi decretata il 14 marzo 1741, venendo giudicata la precedente sede come "vecchia assai, ed angusta, di modo che poteva servire unicamente alle congreghe consulari e per l'Archivio". L'incarico venne presumibilmente affidato all'ingegnere ed architetto Pietro Felice Bruschetti, anche se altre fonti attribuiscono il progetto dell'edificio all'ingegnere Giovanni Battista Borra. I lavori iniziarono il 3 luglio 1758 e terminarono nel 1761. Palazzo di Città (Ivrea) su Wikipedia Palazzo di Città (Q55165344) su Wikidata
Palazzo della Credenza
  • 45.4668067.872511 Palazzo della Credenza, piazza della Credenza. Antico edificio gotico del XIV secolo, sede del Consiglio Comunale (costituito dai cosiddetti Credendari) al tempo del libero Comune di Ivrea. Palazzo della Credenza su Wikipedia palazzo della Credenza (Q55165346) su Wikidata
  • 45.4651777.88035112 Palazzo dei Bagni Umberto I (Palazzo dei Bagni Pubblici Umberto I o il Palazzo dei Bagni Idroterapici Umberto I). La struttura funzionò come stabilimento idroterapico e albergo diurno fino a quando fallì già nel 1892, venendo comprata dall'imprenditore Domenico Martellono di Issiglio, il quale ne fece la sua residenza. Palazzo dei Bagni Umberto I su Wikipedia Palazzo dei Bagni (Q105009970) su Wikidata
  • 45.467027.87588413 Palazzo della Congregazione di Carità, piazza Ferruccio Nazionale. L'edificio venne ristrutturato e ampliato, andando a inglobare diversi edifici preesistenti, nella prima metà del XIX secolo su disegno dell'architetto Gaetano Bertolotti. Il sito era occupato in età romana dal teatro della città di Eporedia. Palazzo della Congregazione di Carità su Wikipedia Palazzo della Congregazione di Carità (Q116566342) su Wikidata
  • 45.4680057.88498614 Casa Ferrando. Il palazzotto venne eretto nel 1925 dall'ingegner Amedeo Ferrando. Casa Ferrando su Wikipedia Casa Ferrando (Q107080985) su Wikidata
  • 45.4659797.87857415 Palazzo Giusiana. Palazzo Giusiana su Wikipedia Palazzo Giusiana (Q55165349) su Wikidata
Palazzina Lacchia
Palazzo Ravera
  • 45.4696117.87094416 Palazzina Lacchia. La palazzina venne progettata dall'architetto Tito Lacchia su committenza di Giuseppe Botalla, quale palazzina da reddito nel 1910. L'edificio presenta il medesimo stile, seppur in forma meno ricercata e pretenziosa, della vicina Villa Lacchia. Le facciate sono caratterizzate da cornici a rilievo sull'architrave delle finestre e da sequenze di balconi incassati nel volume del fabbricato a formare ariosi loggiati ornati da ringhiere in ferro battuto in stile floreale. Palazzina Botalla su Wikipedia Palazzina Botalla (Q97622851) su Wikidata
  • 45.4645837.87261117 Palazzo Ravera, corso Costantino Nigra. L'edificio venne fatto realizzare dall'imprenditore Stefano Ravera, discendente di una nota famiglia di costruttori canavesani. Il nome del palazzo rimase quindi indissolubilmente legato a quello dell'albergo che operò nelle sue stanze, l'Hotel Dora, chiuso nel 1989, frequentato dall'alta società eporediese e dalla classe dirigente olivettiana. Nel 1957, in una camera al primo piano dell'albergo fu trovato morto, per cause naturali, il pittore Ottone Rosai. Palazzo Ravera su Wikipedia Palazzo Ravera (Q98075836) su Wikidata
  • 45.46777.87569718 Palazzo del Vescovado. Palazzo del Vescovado (Ivrea) su Wikipedia Palazzo del Vescovado (Q55165353) su Wikidata

Edifici Olivetti  unesco

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Palazzo Uffici
  • 45.4535567.86494419 Palazzo Uffici Olivetti. L’edificio fu commissionato dalla Olivetti di Ivrea agli architetti Annibale Fiocchi, Gian Antonio Bernasconi e Marcello Nizzoli e realizzato tra il 1960 e il 1964. La sua costruzione rispondeva alle esigenze dell'azienda di dotarsi, in un momento di grande espansione industriale, di una sede di rappresentanza che ospitasse, tra gli altri, anche la presidenza stessa della Società. L'edificio, che riprende le forme e l'assetto formale dello stile internazionale, presenta una pianta a stella costituita da tre bracci incernierati a 120 gradi sul blocco centrale; quest'ultimo è il fulcro dell'edificio ed è occupato da locali di servizio e dal grande scalone monumentale di pianta esagonale sovrastato da un grande lucernario in vetro di Murano. Palazzo Uffici Olivetti su Wikipedia Palazzo Uffici Olivetti (Q89481327) su Wikidata
Mensa aziendale Olivetti
  • 45.457997.8752120 Mensa aziendale Olivetti (nella parte retrostante del complesso industriale Olivetti). Edificio non visitabile e recintato. La progettazione dell'edificio, affidata a Ignazio Gardella, iniziò nel 1953, il primo progetto è a pianta circolare e costituito da un cilindro nel cui piano seminterrato si trovano gli spazi dopo-mensa e la mensa nella parte superiore. Il cinema teatro è una struttura rettangolare orientata verso sud. In seguito il progetto cambia significativamente e viene abbandonata la realizzazione del cinema teatro. L'edificio è strutturato su due piani interrati e due fuori terra e segue la conformazione del terreno, per la realizzazione non furono infatti effettuati interventi di sterro o riporto di terra, l'edificio prosegue, in modo geometrico, le forme della collina morenica retrostante. Gardella nella progettazione finale usò come base la forma esagonale, ripresa poi da Figini e Pollini nel progetto del Centro dei Servizi Sociali, aggiungendo un'ala in direzione della collina con lo scopo di contenere uno sperone di roccia ed un gruppo di alberi già presenti. La forma esagonale è un riferimento all'uso di forme esagonali da parte di Frank Lloyd Wright nella Hanna House e nell'Auldbrass Plantation.
    Nei pressi della mensa erano presenti servizi culturali e sociali, all'epoca dell'edificazione la durata della pausa pranzo era di due ore e, secondo la filosofia Olivetti, questo tempo era anche un'occasione di arricchimento culturale.
    Mensa aziendale Olivetti su Wikipedia Mensa aziendale Olivetti (Q109122153) su Wikidata
Unità residenziale Ovest
  • 45.4590567.8672521 Unità residenziale Ovest (Talponia). Il progetto dell'edificio venne commissionato dalla Olivetti agli architetti Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d’Isola nel 1968. La committenza desiderava una struttura in cui poter alloggiare i dipendenti temporaneamente in visita a Ivrea presso la sede dell'azienda. L'edificio, adagiato su un declivio appositamente creato, ha la particolarità di presentare una pianta semicircolare, dal raggio di 70 metri, completamente interrata fatta eccezione per la facciata rivolta verso la grande corte interna. Il tetto pavimentato della struttura, accessibile dalla strada, si presenta come una sorta di piazza-terrazzo affacciata sulla sottostante corte interna, occupata da una collina piantumata. Il complesso, distribuito su due piani, è composto da 13 alloggi di 120 metri quadri disposti su due livelli e 72 alloggi ad un solo livello di 80 metri quadri, serviti da una strada coperta interamente percorribile, individuabile dall’esterno dal posizionamento delle cupole in plexiglas. Unità residenziale Ovest su Wikipedia Unità residenziale Ovest (Q92474905) su Wikidata
  • 45.4594367.87031622 Villa Casana (Villa Carpenetto). La villa venne eretta nei primi anni del XX secolo quale residenza di villeggiatura daI marchese Edoardo Coardi di Carpenetto, tenente generale di cavalleria dell'esercito italiano. Questi soleva passarvi il periodo tra i primi di luglio ai Santi insieme alla moglie Maria Sofia, nobile della famiglia Ruffo di Calabria, e ai figli, per poi rientrare a Roma dove la famiglia risiedeva per il resto dell'anno. La villa passò nel 1927 al cavalier Vittorio Casana, del quale porta ancora il nome. Dopo essere stata sequestrata dai tedeschi durante l'occupazione nazifascista del Norditalia, diventando così sede di uno dei loro comandi, la proprietà venne acquistata nel 1952 dalla Olivetti, che la ristrutturò realizzando una sopraelevazione ed adibendola ad uffici, quindi a una scuola dell'infanzia. Dal 1998 la villa è sede dell' Associazione Archivio Storico Olivetti. Villa Casana su Wikipedia Villa Casana (Q106029223) su Wikidata
Villa Capellaro
  • 45.4587157.86557223 Villa Capellaro, via Pinchia. La villa venne progettata tra il 1953 e il 1955 da Marcello Nizzoli e Gian Mario Oliveri. Costruita per il celebre ingegnere Natale Capellaro, la villa forma parte di quel nucleo di residenze finalizzate ad alloggiare il personale direttivo dell'Olivetti e le loro famiglie. Villa Capellaro su Wikipedia Villa Capellaro (Q68665002) su Wikidata
Officine ICO
  • 45.4593937.87448324 Officine ICO, Via Guglielmo Jervis, 11. Questo edificio del 1957 venne creato secondo principi moderni in vetro e cemento con ampi finestroni. Il lato sud, essendo investito dalla luce del sole presenta delle alette regolabili che limitano l'ingresso della luce. L'interno era adibito a officina per la produzione delle macchine da scrivere, e seguiva il principio adottato da Olivetti di mantenere un ambiente sano, pulito e luminoso. L'esatto contrario degli ambienti di fabbrica dell'epoca.
    Oggi all'interno dell'edificio si trova il Visitor Centre Olivetti.
    Officine ICO (Q123148947) su Wikidata
Centro servizi sociali
  • 45.4597377.87428725 Centro servizi sociali, via Jervis. L'edificio del 1959 è stato progettato dagli architetti Luigi Figni e Gino Pollini ed era destinato ad ospitare i Servizi Sociali e una biblioteca. La struttura segue un reticolo a base esagonale, visibile in tutti gli elementi costruttivi: scale, disposizione delle travi, pilastri interni ed esterni. Inoltre consente di inglobare anche degli alberi che fungono da verde visibile dalle terrazze. Centro servizi sociali (Q123149685) su Wikidata
Asilo Nido Olivetti
  • 45.4613077.87368626 Asilo Nido Olivetti (asilo nido comunale), Via Camillo Olivetti, 34. L'edificio del 1941 è stato progettato dagli architetti Luigi Figni e Gino Pollini. Durante il periodo della II Guerra Mondiale, l'asilo fu utilizzato dai partigiani anche come infermeria. A tutt'oggi mantiene la sua funzione originaria e mostra quanto i concetti applicati allora siano oggi validi, ossia di spazi luminosi e del contatto visivo con la natura.
Casa popolare di borgo Olivetti
  • 45.461417.87322327 Casa popolare di borgo Olivetti, Via Camillo Olivetti, 30 (parallelamente all'asilo nido). Sempre ad opera degli architetti Luigi Figni e Gino Pollini del 1942, questo edificio è tra i primi esempi di edilizia popolare finanziata direttamente da un'azienda. Conta un totale di 24 alloggi con ampi loggiati e una balconata continua in legno. Questo edificio mostra come l'attenzione alla qualità dell'alloggio e alla sua salubrità sia stato da sempre un elemento fondamentale anche per i ceti sociali più umili.
Centro studi ed esperienze
  • 45.4572687.87332528 Centro studi ed esperienze Olivetti, Strada, Via Monte Navale, 2/C. L'edificio nasce dall'esigenza di dedicare uno spazio alla progettazione dei nuovi prodotti. Pprogettato dall'architetto Eduardo Vittoria e realizzato nel 1955 è costituito da 4 bracci asimmetrici (corrispondenti alle diverse tipologie di prodotti: scrittura, calcolo, contabili e telescriventi). Nel 1965, l'architetto Ottavio Cascio, realizza il secondo piano dell'ala est. A fine anni '90 l'edificio viene ristrutturato, su progetto di Ettore Sottsass Jr e Marco Zanini, per ospitare la sede dell'Interaction Design Institute Ivrea. Centro studi ed esperienze (Q123163597) su Wikidata
Fabbrica "Mattoni Rossi"
  • 45.4603347.87590229 Fabbrica "Mattoni Rossi", Via Guglielmo Jervis, 16. Questo è il primo edificio Olivetti realizzato da Camillo nel 1896. E’ appunto in mattoni rossi, proprio come tutti gli edifici industriali di allora. Venne progettato dallo stesso Camillo Olivetti. Fabbrica "Mattoni Rossi" (Q123149053) su Wikidata
Case per impiegati con famiglie numerose
  • 45.4570277.865730 Case per impiegati con famiglie numerose. Progettati dagli architetti Luigi Figni e Gino Pollini del 1942, sono sette edifici razionalisti con tetto piano, piccole aperture verso nord e balconi verso sud.
  • 45.457717.867731 Case per dirigenti, Via Bruno Ranieri. Sono sei case unifamiliari per dirigenti Olivetti progettate da Marcello Nizzoli nel 1948. Esse presentano un garage e un giardino.
  • 45.455657.86493132 Edificio a 18 alloggi, Via Pavone. Progettato da Marcello Nizzoli e Giuseppe Mario Oliveri nel 1955.
  • 45.4596217.87300233 Centrale termica, Via Giuseppe di Vittorio.
  • 45.4589467.87266934 Ex falegnameria, Via Guglielmo Jervis, 30.
  • 45.4585337.87050735 Edificio ex Sertec.
  • 45.4568357.86905236 Casa UCCD, Via Guglielmo Jervis, 39.
  • 45.4544397.86272237 Casa UCCD.
Unità residenziale Est
  • 45.4664667.87967940 Unità residenziale Est (Ex hotel La Serra), Corso Botta 30. È un edificio commissionato dalla Olivetti e relizzato tra il 1968 e il 1971 su progetto degli architetti Igino Cappai e Pietro Mainardis. Doveva servire come centro residenziale, albergo, piscina, cinema, sala congressi e sale espositive. È considerato l’ultimo edificio dell'idea di Olivetti, nato quando Adriano Olivetti che era già morto e finanziato senza una sua decisione. Questo edificio non fa parte dell'elenco UNESCO.

Ponti

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Ponte della Ferrovia
  • 45.464917.87297641 Ponte della Ferrovia (ponte di ferro). Si tratta di un ponte a capriata, lungo originariamente 54 metri. Venne costruito nel quadro della realizzazione della tratta ferroviaria tra Ivrea e Aosta, ufficialmente inaugurata, insieme al ponte, il 4 luglio 1886. Nella notte tra il 23 e il 24 dicembre 1944, il ponte venne fatto esplodere dalle forze partigiane durante l'occupazione nazifascista dell'Italia settentrionale per evitare un bombardamento alleato programmato per interrompere i rifornimenti di materiale bellico provenienti dalle acciaierie Cogne di Aosta. Un nuovo ponte a capriata venne costruito in seguito alla fine del conflitto e varato il 25 maggio 1959. Ponte della Ferrovia (Ivrea) su Wikipedia Ponte della ferrovia (Q106224099) su Wikidata
  • 45.4641887.87714942 Pons Major. Pons Major su Wikipedia Pons Major (Q104919494) su Wikidata
  • 45.4629527.88155443 Passerella Natale Capellaro. Passerella Natale Capellaro su Wikipedia Passerella Natale Capellaro (Q106907087) su Wikidata
Ponte Nuovo
  • 45.4646927.87229144 Ponte Nuovo (ponte Duchessa Isabella e ponte Adriano Olivetti). I lavori di costruzione del ponte Nuovo, progettato dall'ingegnere Guallini ed inaugurato nel 1860, vennero eseguiti dall'impresa Meazza. La sua realizzazione rientrava nell'ambito di un più vasto progetto di ammodernamento della città di Ivrea, che fino ad allora aveva disposto di un solo ponte, il ponte Vecchio, presente già in epoca romana. Il nuovo ponte andò ad assorbire la maggior parte del transito, essendo collocato lungo l'asse che unisce il centro della città con la stazione di Ivrea. Nel 1917 il ponte venne ampliato con la costruzione sul lato a valle di un marciapiede. Agli anni 1950 risale invece la realizzazione del marciapiede sul lato a monte. Il 15 ottobre 1926 una delibera del consiglio comunale dedicò il ponte alla duchessa Isabella di Baviera, moglie del principe Tommaso di Savoia-Genova. Il 18 dicembre 2010, nel cinquantenario della sua scomparsa, il ponte è stato quindi intitolato ad Adriano Olivetti. Ponte Nuovo (Ivrea) su Wikipedia Ponte Nuovo (Q104635170) su Wikidata
  • 45.4646397.87108345 Ponte Vecchio. Ponte Vecchio (Ivrea) su Wikipedia Ponte Vecchio (Q89591373) su Wikidata

Musei

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Torri

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Torre Santo Stefano
  • 45.465497.880348 Torre di Santo Stefano. Fu il campanile dell'omonima abbazia benedettina dell'XI secolo, costruita per volere del vescovo Enrico. Poco si conosce riguardo alla struttura originale del complesso, dato che al giorno d'oggi sono rimaste poche testimonianze storiche. La torre (e quindi l'abbazia) venne costruita con laterizio di probabile origina romana, mentre da un punto di vista architettonico risulta essere un esempio di architettura romanica canavesana. L'abbazia venne distrutta parzialmente durante il dominio francese nel 1558, per ordine del maresciallo Carlo I di Cossé conte di Brissac, e successivamente nel 1757 per mano del conte Perrone. Quest'ultimo volle ampliare il giardino del suo palazzo (oggi noto come Palazzo Giusiana), che un tempo si affacciava sull'area. Il risultato fu la distruzione completa del complesso, eccezion fatta per la torre campanaria che ancora oggi si trova nei giardini pubblici di Ivrea. Nei primi anni 2000, la torre è stata sottoposta a un profondo restauro. Torre di Santo Stefano (Ivrea) su Wikipedia torre di Santo Stefano (Q89412621) su Wikidata
  • 45.4663067.87916749 Torre dei Tallianti (non lontano dalla Torre di Santo Stefano nelle vicinanze dei Giardini Giusiana). Antica torre romanica eretta tra il XII e il XIII secolo. Torre dei Tallianti su Wikipedia Torre dei Tallianti (Q101380751) su Wikidata

Altro

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Tomba di Adriano Olivetti
  • 45.4643757.8846650 Cimitero di Ivrea, Via dei Mulini. In un angolo appartato nell'ala sinistra della parte vecchia, è sepolto Adriano Olivetti, la cui tomba è circondata dal verde.
  • 45.46787.887551 Anfiteatro romano. Costruito attorno alla metà del I secolo d.C. nei pressi della strada per Vercelli, si pensa che potesse ospitare più di diecimila spettatori. Nell'area archeologica è anche compresa una villa preesistente, della quale alcune strutture murarie furono inglobate nell'anfiteatro. Anfiteatro romano di Ivrea su Wikipedia anfiteatro romano di Ivrea (Q16526592) su Wikidata
  • 45.467947.87452 Castello. Il castello delle tre torri è un po' l'emblema della città. Fatto edificare nel 1357 da Amedeo VI di Savoia, fu convertito in prigione nel diciottesimo secolo. Realizzato interamente in mattoni, a pianta trapezoidale con quattro torri circolari poste a suoi vertici, era stato pensato come fortificazione difensiva (funzione che poi non svolse rivelandosi insufficiente, con l'introduzione della polvere da sparo, a sostenere i colpi dell'artiglieria). Oggi è saltuariamente sede di mostre e manifestazioni. Castello di Ivrea su Wikipedia castello di Ivrea (Q3662639) su Wikidata
  • 45.4649497.8721453 Fontana Camillo Olivetti, Corso Costantino Nigra (di fronte al ponte nuovo). Venne realizzata dallo scultore Emilio Greco nel 1957. La fontana presenta un getto a cascata ed è decorata da un'effigie di Camillo Olivetti e da una scultura volta a ricordare i meccanismi delle macchine da scrivere. Fontana Camillo Olivetti su Wikipedia Fontana Camillo Olivetti (Q123165699) su Wikidata


Eventi e feste

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Carnevale di Ivrea, battaglia delle arance
  • Carnevale di Ivrea, vie cittadine. domenica, lunedì grasso e martedì grasso del carnevale. È famoso soprattutto per la "battaglia delle arance". Carnevale di Ivrea su Wikipedia Carnevale di Ivrea (Q2939684) su Wikidata
  • Festa di S. Savino (7 luglio).


Cosa fare

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  • 45.4595937.8745361 Visitor centre Olivetti, Via Guglielmo Jervis, 11, +39 379 1694756. 25 € a persona (ott 2023). Orario invernale (dal 16 ottobre al 15 marzo): Ven-Dom e festivi 10:00-18:00. Lun-Gio su prenotazione. Orario estivo (dal 16 marzo al 15 ottobre): Mar-Dom e festivi 10:00-18:00. Lun su prenotazione. Visite guidate presso gli edifici della Olivetti.


Acquisti

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Come divertirsi

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Spettacoli

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Teatro Giacosa
  • 45.4677427.8773961 Teatro Giacosa. Fu costruito nel 1829, su progetto dell'architetto Maurizio Storero, che era stato incaricato dall'Amministrazione Comunale di costruire un Nuovo Teatro Civico. Con uno spettacolo, rappresentato il 30 novembre, nel 1922 il Teatro Civico venne intitolato a Giuseppe Giacosa, su proposta di Salvator Gotta, nativo di Montalto Dora, una cittadina dell'eporediese. Teatro Giacosa su Wikipedia Teatro Giacosa (Q46499148) su Wikidata


Dove mangiare

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Torta 900

Prezzi modici

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  • 45.4653027.881 Pasticceria Balla, Corso Re Umberto, 16, +39 0125 641327, . Mar-Dom 08:00-13:00 e 15:30-19:30. Sicuramente una delle migliori pasticcerie della città. Qua è possibile assaggiare la "Torta 900", inventata alla fine dell'Ottocento per celebrare l'arrivo del nuovo secolo. pasticceria Balla (Q109132244) su Wikidata
  • 45.4694227.8798752 Pasticceria Eporedia, Via Circonvallazione, 42, +39 012549304.

Prezzi medi

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  • 45.467077.8775373 Caffè Del Teatro, Via Palestro, 29 (a pochi passi dal teatro), +39 0125223907. Ottimo anche a pranzo con un menù di primi e secondi.


Dove alloggiare

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Prezzi medi

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  • 45.466837.8745331 B&P La Gusteria, Via Quattro Martiri, 5, +39 012545903. Check-in: 14:00, check-out: 11:00.


Sicurezza

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Come restare in contatto

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Nei dintorni

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Itinerari

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Altri progetti

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