Pietracamela | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Abruzzo | |
Territorio | Teramano | |
Altitudine | 1.005 m s.l.m. | |
Superficie | 44,49 km² | |
Abitanti | 279 (2014) | |
Nome abitanti | Pretaroli | |
Prefisso tel | +39 0861 | |
CAP | 64047 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Leucio (seconda domenica di luglio) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Pietracamela è un centro dell'Abruzzo.
Da sapere
[modifica]Il paese fa parte dei Borghi più belli d'Italia ed è una delle porte di ingresso al territorio del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Cenni geografici
[modifica]Il piccolo centro sorge a destra del corso del Rio Arno, alle falde del rilievo del Gran Sasso d'Italia, al riparo dei roccioni calcarei che delimitano in basso la località di Prati di Tivo, verde declivio morenico che si eleva verso il Corno Piccolo e il Corno Grande della cima più alta dell’Appennino centrale. Il suo territorio comunale rientra nell'ambito di competenza della Comunità montana del Gran Sasso ed è l'unico dell'area teramana interamente compreso nell'area del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga zona “O”. Il paesaggio che circonda questo centro è caratterizzato dalla presenza di pareti scoscese, ricoperte da folta e rigogliosa vegetazione costituita prevalentemente da secolari boschi di faggio dell'Aschiero.
Dista 34 km da Isola del Gran Sasso d'Italia, 30 da Teramo, 50 da Campotosto e dal suo lago, 60 da L'Aquila.
Cenni storici
[modifica]Il toponimo antico del paese era Pietra Cimmeria e lo si colloca nel territorio della Regio V Picenum considerandolo appartenente al popolo dei Pretuzi Piceni. Alcune ipotesi sulle origini dell'insediamento attribuiscono la fondazione del paese a popolazioni abruzzesi che si stabilirono, intorno al XII secolo, tra i monti considerandoli luoghi più sicuri per sottrarsi alle invasioni nemiche. Alcuni autori ritengono che i primi residenti di Pietracamela siano stati gruppi di pastori o di cardatori di lana giunti dalla Puglia.
Nel 1324 è individuato nei documenti con il solo nome di «Petra». Durante i periodi delle dominazioni degli Angioini e della Corona d'Aragona il borgo fu feudo della nobile famiglia degli Orsini. Nell'anno 1454 re Alfonso convalidò il possedimento di «Petracameria» a Giacomoantonio Orsini dopo la morte del padre Giovanni. In seguito, nel 1496, il borgo fu unito al contado aquilano a seguito alla congiura dei baroni. Nell'anno 1479, Antonello Petrucci mediante la stipula di un atto di vendita trasferì la proprietà delle terre e dei castelli della Valle Siciliana, tra cui «Petram Camelis seu Camelii» a Pardo Orsini. Nel 1495 re Carlo VIII gli confermò il possedimento di «Petra Camelis» ed ancora, nel 1502, la terra di «Petre Camelorum» fu restituita allo stesso Pardo da re Luigi XII.
Dal 1526 al 1806 le vicende storiche del borgo si legarono alle stesse della Valle Siciliana, area che includeva territori e paesi compresi tra il fiume Vomano e il fiume Mavone. Nel 1526 l'intera valle fu donata da Carlo V d'Asburgo a don Ferdinando (o Ferrante) Alarçon y Mendoza, condottiero spagnolo noto per essersi distinto nell'assedio di Pavia del 1525. Ferdinando fu nominato marchese della Valle Siciliana e assegnatario anche della baronia di «Petra Camerii», infeudata fino ad allora a Camillo Pardo Orsini. I discendenti della famiglia Mendoza conserveranno il possesso del borgo fino all'abolizione del feudalesimo. Risale all'anno 1590 l'elevazione delle fortificazioni erette per volontà di Marcellus Carlonus, governatore della Valle Siciliana.
Nel periodo dell'occupazione francese, Matteo Manodoro, insorgente pretarolo e sostenitore dei diritti di re Ferdinando IV di Napoli, nell'anno 1779, si mise a capo di una massa che contrastava le truppe francesi di Napoleone III abbattendo gli alberi della libertà e piantando al loro posto la croce. Manodoro si scontrò con i Francesi e li sconfisse più volte, ma questi ultimi giunsero a Pietracamela ed incendiarono la sua casa mettendo a sacco il borgo. Nel 1806, anno in cui il governo napoleonico riformò le circoscrizioni territoriali, le sorti del borgo si slegarono dal governato della Valle Siciliana poiché il territorio della provincia teramana fu ripartito nei due distretti di Teramo e Penne, entrambi soggetti alla dominazione francese. Nel 1860, con la fine del Regno Borbonico, il paese fu unito al Regno d'Italia.
Come orientarsi
[modifica]Il borgo si trova abbarbicato ed isolato sull'altura che domina il vasto panorama sulla valle del Rio Arno, lungo il versante teramano del Gran Sasso, ed appare prevalentemente costruito e restaurato in pietra locale. Sviluppa il suo compatto impianto architettonico, costituito da edifici elevati, con ciottoli e pietre unite da legante, tra il XV e XVI secolo, conservando peculiari caratteri di autenticità. Tra le strette viuzze, vicoli, stradine a gradinata, punteggiate da piccoli balconi e da terrazzine-belvedere, si trovano numerosi architravi fregiati con stemmi gentilizi e epigrafi.
Quartieri
[modifica]Il suo territorio comunale comprende i paesi di Intermesoli e Prati di Tivo.
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]- Aeroporto di Pescara (Aeroporto internazionale d'Abruzzo), Via Tiburtina Km 229,100, ☎ +39 085 4324201.
In auto
[modifica]In treno
[modifica]- La stazione più vicina è quella di Teramo che dista circa 30 Km da Pietracamela.
In autobus
[modifica]- In autobus da Teramo con fermata anche a Montorio al Vomano.
Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]- Chiesa di San Leucio. All'inizio del paese, lungo la via che conduce verso l'interno del borgo, si trova la chiesa parrocchiale dedicata al patrono di Pietracamela San Leucio, primo vescovo della Diocesi di Brindisi. La primitiva costruzione, dall'impianto medioevale, è stata oggetto nel corso del tempo e particolarmente in età barocca di restauri e modifiche di cui sono rimaste a testimonianza le iscrizioni scolpite sull'architrave del portale maggiore. Lo storico teramano Niccola Palma la ricorda nominata nell'anno 1324 come la chiesa di «S. Leutii de Petra in Valle Siciliani».
Nell'interno, costituito da un'unica navata, sono collocati: altari barocchi, pitture su tela del XVII secolo, un organo settecentesco e un'acquasantiera a catino del XVI secolo. La vasca che contiene l'acqua benedetta, interamente ricavata da un blocco di pietra, propone una forma a bacino quadrilobato in cui sono state scolpite figure di animali acquatici: pesci, anguilla e lucertola. L'esterno del manufatto si fregia della presenza di quattro teste di angeli. Appartengono al sacro corredo di questa chiesa anche due croci astili, in argento, attribuite a Nicola da Guardiagrele. - Chiesa di San Giovanni Battista. È ubicata all'interno del tessuto urbano del paese ed apre la facciata, a coronamento orizzontale, alla sommità di una ripida e stretta stradina delimitata e fiancheggiata da abitazioni. L'aula sacra si sviluppa da una pianta quadrata su una superficie di 50 m² ed ospita un solo altare sormontato da colonne e decorato da stucchi. La primitiva costruzione della chiesa, elevata in conci di pietra, risale al XV secolo; ne fa fede la data 1432 che compare nell'iscrizione scolpita sulla chiave di volta dell'arco del portale. Il suo prospetto frontale è aperto dall'ingresso che reca invece, incisa sull'architrave del portale, la data 1676, cui si uniscono anche l'orologio, alloggiato nella cavità dell'antico rosone, e il campanile a vela che ospita due campane. Entrambi furono probabilmente aggiunti, nel XVIII secolo. L'epigrafe della chiave dell'arco, incisa in caratteri gotici, è la più antica che si trova nel borgo e tramanda che la chiesa fu eretta nel mese di giugno dell'Anno del Signore 1432.
- Chiesa di San Rocco. Il piccolo edificio sacro si eleva al di fuori dellabitato, lungo la salita che giunge alla fine dell'agglomerato urbano. Il periodo di edificazione della chiesa risalirebbe al XVI secolo, quando fu probabilmente eretta e dedicata a san Rocco, protettore degli appestati e dei piagati, come altre nel teramano durante l'epidemia di peste che colpì il territorio tra il 1528 e il 1529. L'età di costruzione risulta avvalorata anche dalla presenza della data 1530 (A.D.M.D.XXX) riportata sull'architrave del portale d'ingresso. Oltre all'anno sul soprassoglio si trovano scolpiti anche il trigramma bernardiniano IHS e un versetto del Pange Lingua di sant'Agostino che così recita: «SOA . FIDES . SVFFICIT». La facciata si delinea con caratteristiche di semplice essenzialità, corredata da un campanile a vela che accoglie una sola campana. Rifinita a murazione liscia è aperta da due monofore allungate con arco a tutto sesto, definite da cornici in pietra, simmetriche rispetto all'asse centrale del prospetto. All'interno l'aula sacra, scandita in una sola navata, si mostra abbellita da un unico altare e dalla presenza delle effigi statuarie di Sant'Antonio da Padova, San Rocco e la Madonna, vestita di bianco, con in braccio il Gesù Bambino.
- Chiesa della Madonna di Collemolino (Chiesa della Madonna della Verità - Madonna di Loreto). Edificio religioso ormai in rovina, di cui restano le mura perimetrali, si eleva fuori dal centro urbano del borgo, nei pressi di Porta Fontana. Non si conoscono la storia e l'età della costruzione. L'impostazione architettonica della fabbrica si componeva di un modesto atrio che introduceva al portale d'ingresso e al vano sacro, dove si trovava un affresco del 1604.
- Casa Signoretti (Casa de Li Signuritte). È una dimora privata ubicata al centro del paese. La costruzione dell'edificio è databile tra la seconda metà del XIV secolo e l'inizio del XV. Mostra sulla facciata due finestre bifore ad architrave piano e una nicchia che ospita un crocifisso in maiolica. Sull'architrave della prima bifora vi sono i bassorilievi di una testa e di un paio di forbici (o forse cesoie da tosatore) con le lame aperte che potrebbero rappresentare il simbolo della Corporazione dei lanai. Il vano della finestra è diviso dalla presenza di una colonnina tortile che si eleva da una base ornata con una testa zoomorfa sporgente e si avvicina all'architrave con un capitello su cui si trovano quattro facce. L'architrave della seconda bifora è fregiato dal bassorilievo di un cavaliere intento a suonare la tromba e due facce ritratte una di fronte e l'altra di profilo. La colonnina che divide la luce della finestra è a fusto liscio; la base ha la forma di un piccolo busto umano con braccia minute e incrociate sul petto, mentre il copricapo si estende sul fusto del sostegno.
- Casa Torre. È un antico edificio che si eleva nei pressi della chiesa di San Leucio, nei tempi passati è stato utilizzato dagli abitanti del paese come torre di avvistamento.
- Mulino comunale. Fu costruito nel XVII secolo in una zona esterna rispetto al centro abitato, a circa 400 metri dal borgo. Era un mulino ad acqua, funzionante con la forza motrice delle acque del Rio Arno.
- Lavatoio pubblico. Le antiche vestigia del lavatoio del borgo, ormai non più utilizzato, si trovano lungo il tracciato del percorso sentieristico che collega Pietracamela con il paese di Intermesoli.
- Monte Calvario. Rilievo roccioso che sovrasta il corso del Rio della Porta, alla cui sommità sono state disposte tre grandi croci.
- Epigrafi. Contribuiscono alla narrazione della storia del borgo di Pietracamela anche le numerose epigrafi, complete o frammentarie, presenti all'interno del paese. Come tracce lasciate nel corso dei secoli, tramandano e testimoniano ancora oggi la memoria di date, vicende, eventi o di personaggi che ebbero nella realtà del borgo, nei diversi periodi, un particolare rilievo.
L'iscrizione lapidaria e la rappresentazione dello stemma degli Orsini, scolpiti sull'architrave della porta della Casa di Don Ioane, oggi dimora privata, in via Vittorio Veneto, ricordano la presenza della famiglia a Pietracamela nell'anno 1505.
Risale all'anno 1526 l'epigrafe murata sulla facciata di una privata abitazione che si trova in Largo Cola di Rienzo ed attribuisce la costruzione della casa a Baltasar Carvallus, cavaliere di origine spagnola e governatore della Valle Siciliana.
Un supporto lapideo, murato all'interno di una privata abitazione, narra che Marcello Carlonus da Napoli, insigne governatore della Valle Siciliana, nell'anno 1590, fece erigire dalle fondamenta le strutture fortificate di Petra Cameria.
Riserva naturale del Corno Grande di Pietracamela
[modifica]Nel territorio del comune è stata istituita nel 1911 la Riserva naturale del Corno Grande di Pietracamela. L'intera area è stata destinata alla reintegrazione e ad un programma di ripopolamento del camoscio d'Abruzzo, mammifero artiodattilo della sottofamiglia dei caprini, da tempo estinto. La zona della riserva copre una superficie montana di 2.000 ettari e comprende al suo interno il Corno Grande, il Ghiacciaio del Calderone, la Valle del Rio Arno, la Valle del Mavone, Campo Pericoli, il Pizzo d'Intermesoli ed il Bosco della Giuncheria. L'habitat di questi rilievi è l'ambiente naturale del camoscio appenninico, specie endemica dal comportamento schivo e isolato. Il territorio, costituito dall'alternanza di ripide pareti rocciose, prati alpini ed aree boschive con ricco sottobosco, ha favorito la reintegrazione e l'incremento numerico della presenza della specie, reintrodotta nella campagna di ripopolamento del 1992.
Eventi e feste
[modifica]- Marcia dei Tre Prati. La Marcia dei Tre Prati, è una passeggiata ecologica non competitiva. Si svolge lungo un percorso di 15 km che congiunge i Prati di Tivo e i Prati di Intermesoli, nel comune di Pietracamela, a Prato Selva, nel comune di Fano Adriano. La prima edizione si svolse nel 1975 per iniziativa di Aldo Possenti, presidente della sezione teramana del Club Alpino, e di Vincenzo Di Benedetto, imprenditore in Fano Adriano. L’edizione 1977 vide la partecipazione di oltre mille persone. Dopo un periodo di sospensione la Marcia dei Tre Prati è stata riproposta nel 2006 (Prati di Tivo, domenica 23 luglio), per iniziativa delle Sezioni del Club Alpino Italiano di Teramo e Isola del Gran Sasso d'Italia con la partecipazione della Sezione Alpini di Teramo e dei Medici del 118.
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Sono presenti bar e ristoranti al paese e soprattutto nella vicina località sciistica dei Prati di Tivo.
Prezzi medi
[modifica]- Lo Chalet, Piazza Amorocchi (a Prati Di Tivo), ☎ +39 0861 959632.
Dove alloggiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- La Gran Baita, Contrada Prati Di Tivo (Albergo ristorante), ☎ +39 0861 959604.
- Antica Locanda, Via Vicolo Stretto, 1 (Albergo ristorante), ☎ +39 0861 955120.
Sicurezza
[modifica]Lo località è molto tranquilla. Gli abitanti sono accoglienti.
Come restare in contatto
[modifica]Nei dintorni
[modifica]- Isola del Gran Sasso d'Italia
- Teramo — Antica città con un importante centro storico, vanta una splendida Cattedrale che entra nel novero delle migliori espressioni dell'architettura religiosa abruzzese.
- L'Aquila
- Prati di Tivo — Località sciistica ubicata 6 km a monte di Pietracamela, a 1.500 m di quota. Ai Prati di Tivo vi sono numerosi impianti di risalita per lo sci e una seggiovia che raggiunge quota 2.000 m (località La Madonnina). Dall'arrivo della seggiovia si può partire per una escursione a piedi per il Rifugio Franchetti (a quota 2.433 m). Quindi si può proseguire per il Ghiacciaio del Calderone (il più a sud d'Europa) e per le vette del Corno Grande (la vetta orientale a quota 2.903 m e la vetta occidentale a quota 2912) e del Corno Piccolo (quota 2.655).
Altri progetti
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