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Terralba
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Abitanti
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Prefisso tel
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Fuso orario
Patrono
Posizione
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Mappa dell'Italia
Terralba
Sito istituzionale

Terralba è una cittadina della Sardegna, nella provincia di Oristano.

Da sapere

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Fa parte delle città del vino.

Cenni geografici

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Terralba si trova nella regione storica del Campidano di Oristano e confina con Arborea, Arbus (SU), Guspini (SU), Marrubiu, San Nicolò d'Arcidano e Uras.

Cenni storici

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Dalle origini all'abbandono di Neapolis

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La presenza dell'uomo nel territorio di Terralba risale al periodo Neolitico.

Già nel VII millennio a.C., a cui risalgono infatti le più antiche testimonianze di insediamenti e attività umane del territorio di Terralba, i primi colonizzatori trovarono un ambiente naturale ideale all'insediamento grazie alla vicinanza del Monte Arci in cui si poteva reperire l'ossidiana con grande facilità e ai pescosi stagni di Marceddì e San Giovanni.

L'ossidiana, il minerale da cui le genti neolitiche ricavavano utensili e armi e che favorì la nascita di molti insediamenti umani nella zona. Della presenza neolitica rimangono nel territorio di Terralba diversi insediamenti che includono tracce di antichi villaggi e molti antichi sepolcri.

In epoche successive anche nella piana di Terralba, come nel resto dell'isola si svilupparono le popolazioni nuragiche. Di quell'epoca rimangono i ruderi di sette insediamenti nel territorio comunale.

Secondo la tradizione la storia di Terralba iniziò in un villaggio sulle coste dello stagno di San Giovanni chiamato Osea e fondato intorno al 1000 a.C. Le continue incursioni pirata costrinsero i suoi abitanti ad abbandonare il villaggio e trasferirsi nella vicina città di Neapolis, fondata dai fenici e poi occupata dai cartaginesi divenendo uno degli scali marittimi più importanti del commercio sardo-cartaginese. La città era cinta da mura, provviste di quattro torri angolari e di acquedotti in cui venivano raccolte le acque piovane come a Cartagine.

Nel 238 a.C. i romani occuparono Neapolis facendola fiorire come uno dei maggiori centri abitati della zona, ampliandola ulteriormente fino a un'estensione di circa 34 ettari e abbellendola secondo l'uso romano, con monumenti e fregi come le Grandi erme di epoca tardo-imperiale.

Abitata fino al periodo bizantino, successivamente anche Neapolis fu conquistata dai saraceni e gli abitanti superstiti decisero di spostarsi qualche chilometro nell'interno.

Dalla fondazione di Terralba alla dominazione spagnola

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Abbandonata Neapolis dopo l'ennesima incursione saracena, gli abitanti si spostarono nell'interno e verso il 1017 fondarono Terralba. Non esistono documenti ufficiali che supportino l'effettivo motivo dell'abbandono di Neapolis a favore del nuovo insediamento di Terralba, ma molti studiosi sono concordi nell'affermare che la posizione interna del nuovo centro abitato avrebbe garantito una maggior sicurezza agli abitanti e sarebbe stata più idonea all'agricoltura e alla pastorizia. Le rovine di Neapolis sono ancora presenti in prossimità della costa sullo stagno di San Giovanni, non lontano dall'odierna frazione di Marceddì.

Il nome Terra alba compare per la prima volta nel 1048 in un documento dove è citato un vescovo di nome Francesco e in un documento risalente al periodo del Giudicato di Arborea datato 15 ottobre 1102 compare invece nella versione Terralba così come conosciuto oggigiorno.

Terralba nel Medioevo appartenne al Giudicato di Arborea compresa nella curatoria di Bonorzuli della quale divenne capoluogo in sostituzione di Neapolis, abbandonata in seguito alle continue incursioni saracene.

Venne trasferita a Terralba anche la diocesi, quando anche il vescovo Mariano I abbandonò Neapolis e con esso giunsero a Terralba anche il pulpito ligneo, il crocifisso e la statua di San Pietro, patrono di Neapolis prima, patrono di Terralba ora.

L'elevazione di Terralba a sede vescovile permise all'abitato di fiorire economicamente e divenire un centro di riferimento del circondario. Con questo periodo coincise l'edificazione della chiesa di San Pietro, la cui costruzione iniziò nel 1144. Nel 1503 la sede della diocesi fu spostata ad Ales dal Papa Giulio II della Rovere.

Terralba spopolata da un periodo di carestie ed epidemie viene concessa in feudo ai Carroz in quanto parte della curatoria di Bonorzuli attorno al 1413.

Nel 1527 Terralba subì il saccheggio dei corsari barbareschi, spintisi per la prima volta nell'interno, che misero a ferro e fuoco l'abitato e rapirono gli abitanti che non riuscirono a fuggire. Nel 1580 Terralba giaceva ancora in rovina e così rimase per altri 22 anni fino al 1602 quando iniziò un timido ripopolamento.

Bisognerà attendere fino al 1640 per una vera rinascita del borgo, quando il barone di Uras, nel cui feudo il paese si trovava, ne promosse il ripopolamento per acquisirne i diritti feudali, per cui il paese venne unito alla baronia di Uras dipendente dal marchesato di Quirra, feudo dei Centelles.

Nel 1668 Terralba conta 1250 abitanti Di quell'epoca sopravvivono oggi tre torri edificate lungo la costa per la difesa dai pirati saraceni, Torre Vecchia, Torre Nuova e Flumentorgiu.

Dal Regno di Sardegna al XXI secolo

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Nel 1718 alla dominazione spagnola subentra il dominio di Casa Savoia nell'intera isola.

Nel Settecento il territorio di Terralba era ancora un immenso acquitrino in cui imperversava la malaria e di cui la zona deteneva il poco invidiabile primato nell'intera Sardegna. Nonostante ciò nel 1761 la popolazione raggiunge i 1600 abitanti.

Si dovrà attendere fino al 1895 per iniziare a ideare la grande bonifica, che finalmente alla fine del 1918 prenderà il via e che nel decennio successivo trasformerà l'acquitrinosa piana di Terralba in 20000 ettari di terreno coltivabile, ma non avrà ancora risolto pienamente il problema della malaria.

Nel 1840, con la soppressione del sistema feudale, il paese fu riscattato agli Osorio de la Cueva, ultimi feudatari e successori dei Centelles, per cui divenne un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale, e dal 1859 al 1927 Terralba fu capoluogo dell'omonimo mandamento, nel circondario di Oristano in provincia di Cagliari.

Nel 1872 anche la piana di Terralba viene raggiunta e collegata al resto dell'isola dalla ferrovia. La vicina stazione di Marrubiu-Terralba-Arborea aprì in concomitanza col passaggio del primo convoglio il 9 aprile 1872.

Nel 1928 (siamo nel ventennio fascista) nei nuovi territori bonificati viene fondato il Villaggio Mussolini. Nello stesso anno con il Regio Decreto N°2230 firmato da Vittorio Emanuele III i comuni limitrofi di Marrubiu e San Nicolò d'Arcidano vengono accorpati al comune di Terralba divenendone frazioni.

Nel 1930 il Villaggio Mussolini viene elevato a comune indipendente. Questa divisione del territorio segna per Terralba la perdita quasi totale dei territori appena bonificati e una drastica riduzione del territorio comunale di oltre la metà rispetto a prima del 1928.

Nel 1947 San Nicolò d'Arcidano annesso nel 1928 al comune di Terralba viene nuovamente elevato a comune indipendente.

Nel 1948 anche Marrubiu annessa 20 anni prima al comune di Terralba viene nuovamente elevata a comune indipendente a seguito della rivolta degli abitanti del 10-13 dicembre 1947 contro l'unione al comune di Terralba e culminata durante una manifestazione con l'assassinio di Terenzino Trudu.

Sempre del 1948 è la costruzione della Cantina Sociale di Terralba che segnò l'avvio della ripresa economica del Dopoguerra dando il via a molte altre attività commerciali ed artigianali.

È sempre del Dopoguerra la completa eradicazione dalla piana di Terralba della malaria tramite il sostegno della Fondazione Rockfeller che sponsorizzò una grande opera di disinfezione tramite il tristemente noto insetticida DDT.

Fino al 16 luglio 1974, data in cui fu costituita la Provincia di Oristano, Terralba appartenne alla Provincia di Cagliari.

Lunedì 18 novembre 2013, Terralba subisce l'alluvione dovuta alle piogge intense scaricate dal ciclone "Cleopatra". Le vie della parte bassa del centro abitato vengono invase da circa un metro d'acqua, che nei seminterrati sfiora i tre metri.

Al 2017 Terralba è il secondo centro abitato dell'Oristanese per abitanti dopo il capoluogo Oristano.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Terralba

Frazioni

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Quartieri

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I quartieri di Terralba sono:

  • Funtanedda
  • Su Cungiau de is domus beccias
  • San Ciriaco
  • S'Isca


Come arrivare

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In aereo

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Dai precedenti aeroporti è possibile, grazie a diverse compagnie di autonoleggio presenti, noleggiare un'auto per raggiungere Terralba.

In auto

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  • Chi proviene dal nord e dal centro Sardegna deve percorrere la SS 131 Carlo Felice e prendere l'uscita nord "Marrubiu-Terralba".
  • Chi proviene dal sud Sardegna deve percorrere la SS 131 Carlo Felice e prendere l'uscita sud di Terralba.

In nave

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La stazione di Marrubiu-Terralba-Arborea

Dai porti di Cagliari, Porto Torres, Olbia-Isola Bianca e Golfo Aranci.

In treno

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  • 39.75288.6413891 Stazione di Marrubiu-Terralba-Arborea (Situata a Marrubiu). La stazione, posta lungo la linea Cagliari-Golfo Aranci, è a servizio dei comuni di Terralba, Marrubiu e Arborea. Stazione di Marrubiu-Terralba-Arborea su Wikipedia stazione di Marrubiu-Terralba-Arborea (Q3970058) su Wikidata

In autobus

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È possibile raggiungere Terralba da Oristano con le linee ARST 401 e 444 (con quest'ultima Terralba è raggiungibile anche da Cagliari).

Come spostarsi

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Cosa vedere

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Architetture religiose

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La concattedrale di San Pietro
  • 39.72048.63731 Concattedrale di San Pietro. Concattedrale di San Pietro (Terralba) su Wikipedia concattedrale di San Pietro (Q17626077) su Wikidata
  • 39.7165568.6468892 Chiesa di San Ciriaco.
  • 39.728.6311113 Cappella Regina Pacis.

Musei

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Siti archeologici

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Il territorio di Terralba, grazie ai suoi fertili suoli sabbiosi, è stato abitato sin dal Neolitico; in particolare le testimonianze rinvenute in alcuni siti dislocati nelle campagne (tra i quali San Giovanni, San Ciriaco, Bau Angius) riportano alla Cultura di Ozieri. Altre testimonianze venute alla luce nei pressi della chiesa di San Ciriaco hanno dato lo stesso nome a una facies regionale inquadrabile nel Neolitico Recente. Sebbene il terralbese offra anche numerose testimonianze della civiltà nuragica, la gran parte delle testimonianze conosciute risale al periodo della dominazione punica. Grazie alle ricerche pluriennali di Gino Artudi e Sandro Perra, seguite dalle indagini sistematiche dell'équipe guidata Peter Van Dommelen, è stato possibile individuare i resti di numerosissimi insediamenti rurali (il periodo di maggior frequentazione si colloca tra fine V e III-II secolo a.C.), la cui densità non trova confronti con nessun altro contesto punico del Mediterraneo. Evidentemente il fertile territorio della piana di Terralba rientrava in un programma organizzato di sfruttamento agricolo, in cui forse la coltura della vite aveva un'importanza primaria.

Nelle campagne, nel 1960, in località Pauli Putzu, sono state rinvenute casualmente dieci tombe di età romana con corredo funerario. Il corredo rispecchiava la condizione sociale ed economica del defunto e aveva lo scopo di accompagnarlo nel lungo viaggio nell'oltretomba; comprendeva una moneta, una lucerna, il lacrimatoio, piatti ed anfore. L'opera devastatrice dei tombaroli ha però provocato danni irreparabili alla necropoli. Infatti, solo 33 reperti sono stati recuperati e sono ora conservati presso la Scuola Media Statale di Terralba.

Durante i lavori di ammodernamento della casa catechistica nel quartiere di Santa Maria è stata rinvenuta una vasca di epoca romana appartenente a un'antica fattoria.

Eventi e feste

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  • Fuoco di Sant'Antonio. 16 e 17 gennaio. Come in altre zone d'Italia anche a Terralba nella notte tra il 16 e il 17 gennaio è tradizione far festa bruciando dei falò di arbusti dedicati a Sant'Antonio patrono del fuoco.
    In tempi antichi la tradizione voleva che le ceneri del falò, conservate in sacchetti, servissero come amuleti per tenere lontane malattie e persone portatrici di guai.
    Nei giorni precedenti la festa i giovani usano andare per le case a chiedere offerte o doni di cibo da consumare la sera della festa al fuoco del falò.
  • Carnevale. Il martedì grasso a Febbraio o Marzo. La sua principale caratteristica è rappresentata dai carri allegorici provenienti dai paesi vicini. Tradizionali le zeppole distribuite dalla Pro Loco durante "su mattisi de coa", ovvero il martedì grasso e i malloreddus alla campidanese sono distribuiti dopo la sfilata della domenica.
  • San Ciriaco. 8 Agosto. Santo da cui prende nome l'omonimo quartiere e a cui è dedicata la chiesa del quartiere, la seconda dell'abitato di Terralba.
    Le celebrazioni ed i festeggiamenti si svolgono l'8 agosto, con una nutrita processione del santo per il quartiere e il tipico mercato con bancarelle di ogni tipo che anima l'ultimo tratto di via Roma, strada principale del quartiere.
  • Sagra di Bonaria. Il venerdì e il sabato successivi a Ferragosto. Nata in modo spontaneo nell'agosto 1924, quando un gruppo di fedeli si riunì spontaneamente per organizzare la prima edizione di questa festa.
    I riti religiosi in onore della Madonna di Bonaria iniziano il venerdì successivo alla settimana di Ferragosto.
    Il simulacro viene trasportato su una tradizionale barca posta sopra un carrello e scortata a piedi dai fedeli per circa 15 km, dalla chiesa di San Pietro nel centro di Terralba alla chiesetta di Marceddì.
    Il sabato la santa viene portata in processione per le vie della frazione e la domenica si compie la tradizionale processione in mare con numerose barche di fedeli che seguono quella della santa e che si conclude con il tiro di una corona di fiori sull'acqua.
    Tradizionali i muggini di Marceddì cotti e consumati dai fedeli nei tradizionali "statzusus" o tettoie.
    La santa rimane a Marceddì fino al sabato successivo, quando viene riaccompagnata dai fedeli con la processione a piedi inversa e viene festeggiato il "Ritorno della santa".


Cosa fare

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Acquisti

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Come divertirsi

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Spettacoli

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  • 39.7213898.6369441 Teatro civico, Piazza Libertà (Situato nell'ex Casa del Fascio). Qui si organizzano conferenze, rappresentazioni teatrali e proiezioni.

Locali notturni

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Dove mangiare

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Prezzi modici

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Prezzi medi

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  • 39.7183898.6393899 Sa Cabixetta, Via Roma 134, +39 388 4537470. Mer-Lun 12:30-14:30 e 20:00-23:00. Trattoria.
  • 39.7206678.63747210 Terra Nostra, Via Cavour 5/7, +39 342 8002352. Trattoria-pizzeria.
  • 39.7219448.63747211 L'asino bianco, Via F. Porcella 12, +39 389 2579581. Ristorante.
  • 39.7214448.63613912 Vesuvio, Via Concordia 45, +39 348 1603263. Gio-Mar 19:00-23:00. Ristorante.
  • 39.7240838.638513 Caprice, Via Santa Suia 6, +39 0783 82015. Lun-Dom 5:30-24:00. Bar trattoria-pizzeria.
  • 39.7263898.62972214 Cibò Qibò, Via Marceddì 193, +39 0783 83730, fax: +39 0783 83730, . Ristorante-pizzeria.
  • 39.7280568.62872215 La Nuova Terrazza, Via Marceddì, +39 349 0510262. Bar ristorante-pizzeria.
  • 39.7283898.62816 Aurora, Via Marceddì 259, +39 366 3873015. Lun-Dom 6:30-24:00. Bar-bisteccheria.


Dove alloggiare

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Prezzi modici

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Prezzi medi

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Sicurezza

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Numeri utili

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Farmacie

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Come restare in contatto

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Poste

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Nei dintorni

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