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Sovana
Centro storico di Sovana
Stato
Regione
Altitudine
Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
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Sovana

Sovana è una città della Toscana.

Da sapere[modifica]

Frazione del comune di Sorano, Sovana fu una antica città sede episcopale; è conosciuta come importante centro etrusco, medievale e rinascimentale. Fa parte dei Borghi più belli d'Italia.

Cenni geografici[modifica]

Il centro sorge nel Pianetto di Sovana, piccolo fondovalle che si sviluppa tra le colline dell'Albegna e del Fiora, a quote comprese tra i 200 e i 300 metri s.l.m., nel cuore dell'area del Tufo sulla riva sinistra del fiume Fiora. Il territorio è interessato dalla presenza di numerosi corsi d'acqua a regime torrentizio (Calesine, Folonia, Picciolana, Valle Bona), che vanno poi a confluire nel Fiora poco a sud-ovest dell'abitato. Sovana dista circa 75 km da Grosseto e poco meno di 9 km dal capoluogo comunale.

Cenni storici[modifica]

Suana era un centro etrusco, che dalla conquista di Vulci in poi (280 a.C.) subì un graduale processo di romanizzazione, culminato con la creazione del municipio con la concessione della cittadinanza romana agli italici.

Nel V secolo è già documentata come sede vescovile. L'attuale centro storico si sviluppò nel corso del Medioevo nelle vicinanze della preesistente necropoli etrusca, sotto il controllo della famiglia Aldobrandeschi, che vi fece edificare un castello intorno all'anno mille. In epoca medievale divenne anche libero comune e diede i natali a Ildebrando di Sovana, divenuto in seguito papa Gregorio VII; fu anche capitale dell'omonima contea.

Alla fine del XIII secolo venne ereditata dagli Orsini seguendo il medesimo destino di Sorano e Pitigliano fino al XV secolo, epoca in cui il centro venne conquistato dai senesi. A metà del XVI secolo la definitiva caduta della Repubblica di Siena portò Sovana nelle mani dei Medici, che la inglobarono nel Granducato di Toscana. I Medici cercarono di ripopolare il borgo, in stato di forte degrado dopo le epidemie di peste, con coloni provenienti dalla Grecia: il tentativo fu inutile, nel 1702 sono censite a Sovana solo ventiquattro persone. Anche sotto i Lorena, nonostante i tentativi, la situazione non migliorò. Spopolata e abbandonata, ha ritrovato nuova vita nel corso del XX secolo, grazie al ricco patrimonio archeologico che la rende una frequentata meta turistica.

Il borgo è inserito nella lista dei borghi più belli d'Italia.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Sovana


Come arrivare[modifica]

In auto[modifica]

La frazione è facilmente collegata agli altri centri della Maremma grazie alla suggestiva strada provinciale 22 Sovana, che la collega a est con Sorano e a ovest con Catabbio.

Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

Abside del Duomo
L'interno
  • 42.656311.64171 Concattedrale di San Pietro. La tradizione vuole che il vescovo di Palermo, Mamiliano, abbia svolto a Sovana agli inizi del IV secolo opera di evangelizzazione. Questa precoce conversione al cristianesimo valse a Sovana la nomina, ricevuta nel V secolo, a sede vescovile.
    La fondazione dell'attuale edificio risale all'VIII-IX secolo, e da allora fino al Seicento esso è stato oggetto di ripetuti interventi strutturali o di ammodernamenti decorativi. L'esistenza di una grande ed importante ecclesia cathedralis è testimoniata, oltre che dalla Bolla di Niccolò II del 1061, dall'ampia cripta voltata in pietra tufacea, tuttora esistente, e dalle paraste marmoree interne dell'attuale portale, intagliate da piatti girali e da simboliche decorazioni geometriche così prossime per stile e per tempi a quelle, tutte allusive all'eucaristia, del monumentale ciborio marmoreo, un vero e proprio unicum in tutta la Toscana, trasportato da epoca remota nella chiesa di Santa Maria, ma contemporaneo all'edificazione del primo Duomo per il quale fu realizzato. I plausibili confronti con l'illustre prototipo ravennate di Sant'Apollinare ravvisano anche nell'edicola sovanese l'intervento di maestranze almeno accomunate da un'identica formazione longobarda, dando campo alla suggestiva ipotesi che quel ciborio rispecchi uno dei primi, concreti documenti della presenza ormai radicata dei nuovi signori di Sovana, gli Aldobrandeschi.
    Dopo la grandiosa ricostruzione, alla quale ancora si lavorava nel 1248, i moduli architettonici corrispondono bene agli ampliamenti che nel XII secolo furono promossi in numerose cattedrali della Toscana meridionale. Sul prototipo, allora più moderno, offerto dall'abbazia di Sant'Antimo con i suoi formulari costruttivi e decorativi lombardi - che qui si manifestano a pieno nelle storie di soggetto biblico scolpite nei capitelli - quelle cattedrali esprimono ormai uno stile romanico della seconda generazione, già pronto ad accogliere novità strutturali e formali di sapore gotico.
    Concattedrale dei Santi Pietro e Paolo su Wikipedia concattedrale dei Santi Pietro e Paolo (Q3045563) su Wikidata
Chiesa di Santa Maria Maggiore
Il ciborio di Santa Maria Maggiore
  • 42.65711.6462 Chiesa di Santa Maria Maggiore. La chiesa pare risalire al XII secolo, ma ha subito varie ristrutturazioni nel corso dei secoli. Saccheggiata dai senesi nel 1410 e dai pitiglianesi nel 1434, fu consistentemente modificata nel XVI secolo, quando venne costruito l'adiacente Palazzo dell'Archivio.
    L'edificio, cui si accede da un portale aperto sul fianco destro, presenta caratteri di transizione tra romanico e gotico.
    L'interno è spartito in tre navate, con tozzi pilastri che sorreggono ampie arcate. La parete della navata destra ospita due affreschi dei primi decenni del XVI secolo, una Crocifissione con Santi di area umbro-laziale, e una Madonna in trono con Bambino e due Sante (1508).
    Nell'abside è collocato un ciborio in pietra, uno dei pochi esempi in Toscana di arte preromanica, scolpito con il repertorio tipico della decorazione altomedievale di motivi vegetali, animali e geometrici. Nella parete della navata sinistra si conservano alcuni affreschi di scuola umbro-senese dell'inizio del XVI secolo.
    In origine l'ingresso era sul lato breve, quello posto di fronte alla parete dell'altare, dove si trovava la facciata della chiesa prima che, sul finire del XVI secolo, le venisse addossato il Palazzo Bourbon del Monte.
    Chiesa di Santa Maria Maggiore (Sovana) su Wikipedia chiesa di Santa Maria Maggiore (Q786918) su Wikidata
Chiesa di San Mamiliano
  • 42.65708311.6464443 Chiesa di San Mamiliano. La chiesa risulta essere la più antica del centro storico; secondo alcuni studiosi nel corso del VI secolo è stata la prima sede vescovile della diocesi: in quell'epoca l'edificio religioso era certamente intitolato ad un altro santo.
    Costruita durante il periodo paleocristiano, in alcuni punti poggia su strutture ancor più antiche, provenienti quasi certamente da edifici dismessi di epoca etrusco-romana. Ulteriori lavori di ampliamento sono stati effettuati in epoche successive, ma comunque entro il Duecento.
    Il successivo trasferimento della cattedra vescovile presso il Duomo, la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, e il lento ed inesorabile declino conosciuto dalla città dal periodo della dominazione senese in poi, hanno portato ad un graduale abbandono dell'edificio religioso che nel corso dei secoli è andato incontro ad un progressivo degrado che ha compromesso parte della struttura.
    Recenti restauri hanno permesso di riportare la chiesa agli antichi splendori, oltre a portare alla luce numerose tombe e perfino un tesoro di circa 500 monete d'oro fior di conio che era segretamente custodito al suo interno nascosto sotto l'antico pavimento. Si tratta di 498 solidi d'oro coniati sotto Leone I e Antemio, tra il 457 e il 474, rilevante per numero di pezzi e numero di imperatori rappresentati. Il tesoro, per il quale è stato appositamente creato un museo inaugurato il 30 luglio 2012, è forse il celebre «Tesoro di Montecristo», che Alexandre Dumas descrisse basandosi su leggende popolari. Almeno tre documenti antichi parlano infatti di un tesoro nella chiesa di San Mamiliano a Montecristo: nella seconda metà del Cinquecento il principe di Piombino e il Granduca di Toscana vi sconsigliavano di fare ricerche per la presenza di pirati, mentre una spedizione dalla Corsica scovò «ossa bruciate e piccoli vasi neri». Non appare quindi come un caso che un tesoro si trovasse effettivamente nella chiesa di San Mamiliano ma a Sovana, dove si trovano le reliquie del santo e vescovo di Palermo, morto nel 460.
    La chiesa di San Mamiliano si affaccia col suo fianco sinistro sulla piazza del Pretorio, mentre la facciata col portale d'ingresso è adiacente al lato sinistro del palazzo Bourbon del Monte. Si presenta ad ampia navata unica, con un'insolita doppia area absidale che rappresenta la parte più antica del periodo paleocristiano; in passato doveva essere quasi certamente presente una cripta, tipica degli edifici religiosi risalenti a quell'epoca, che poteva trovarsi nell'area sottostante alle due absidi.
    Rimasta suggestivamente priva del tetto di copertura come la celebre abbazia di San Galgano, è delimitata da pareti costituite da blocchi di tufo, il cui basamento presenta in alcuni punti strutture etrusco-romane.
    La struttura architettonica presenta anche numerosi elementi stilistici romanici, introdotti con i lavori di ampliamento e ristrutturazione avvenuti in più fasi fino al Duecento.
    Chiesa di San Mamiliano (Sovana) su Wikipedia chiesa di San Mamiliano (Q3670979) su Wikidata
  • 42.65495311.6412894 Oratorio rupestre. È un edificio religioso situato nei pressi di Sovana alle porte dell'area archeologica. La sua ubicazione è poco oltre la galleria stradale lungo la via di collegamento tra il centro di Sovana e la località di San Martino sul Fiora.
    Di origini incerte, non è da escludersi che il caratteristico edificio religioso sia sorto in epoca altomedievale, nel punto in cui sorgeva un preesistente luogo di culto già utilizzato in epoca etrusco-romana per funzioni religiosi di altri riti, data l'estrema vicinanza alle necropoli dell'area archeologica di Sovana.
    Altrettanto incerta risulta la storia di questo oratorio durante i secoli successivi, quando probabilmente era un luogo di sosta per la preghiera di coloro che transitavano lungo la via di comunicazione che collega le due sponde opposte del fiume Fiora.
    L'oratorio rupestre si presenta sotto forma di ruderi. Il luogo di culto è ad aula unica, suggestivamente scavata nella parete di tufo. Il soffitto, pur risultando parzialmente crollato, si caratterizza per la presenza di una croce, realizzata con la tecnica dell'incisione rupestre, che lo rende inequivocabilmente luogo di preghiera per la religione cattolica.
    Oratorio Rupestre (Sovana) su Wikipedia oratorio rupestre di Sovana (Q3884401) su Wikidata
  • 42.65597211.6378065 Cappella di San Sebastiano. Sorge nei pressi di Sovana su un modesto pendio.
    La piccola chiesa fu costruita nel corso del Seicento e quasi certamente consacrata dal vescovo Enea Spennozzi, che rimase a capo della Diocesi di Sovana tra il 1638 e il 1644, come testimoniato anche dalla presenza originaria di un suo stemma, oggi non più presente ma in passato collocato sulla facciata principale al di sopra del portale d'ingresso.
    L'edificio religioso era ancora consacrato nel corso dell'Ottocento quando vi fu aggiunto il pronao, mentre il suo degrado ebbe inizio soltanto dalla metà del secolo scorso in poi: il conseguente abbandono, seppur relativamente recente, ha portato la cappella a conservare soltanto i propri ruderi, parzialmente occultati dalla vegetazione spontanea circostante.
    Dell'antico edificio religioso si sono conservate le strutture murarie esterne rivestite in pietra, tra le quali è ben distinguibile il pronao che venne aggiunto in epoca ottocentesca, ben due secoli dopo la costruzione della chiesa.
    Pur essendo stato perduto il tetto di copertura, è ben distinguibile il vano più ampio in cui si trovava la cappella propriamente detta da quello di dimensioni inferiori che ospitava una piccola sagrestia, sulle cui pareti laterali si aprono due finestre di forma rettangolare.
    Sono ancora visibili i resti dell'altare e, dietro ad esso, di una teca architravata e della porta di accesso che conduceva alla retrostante sagrestia.
    Cappella di San Sebastiano (Sorano) su Wikipedia cappella di San Sebastiano (Q3657634) su Wikidata
Palazzo dell Archivio
  • 42.657111.64586 Palazzo dell'Archivio (Palazzo Comunale), Piazza del Pretorio. Il palazzo fu costruito nel XII secolo per ospitare la sede comunale di Sovana, che proprio in quel periodo conosceva una forte espansione dopo i fasti di epoca etrusca.
    L'originaria struttura di epoca medievale rimase intatta fino al 1433, anno in cui Sovana fu assediata per rappresaglia dalle truppe della Contea di Pitigliano, a seguito dell'uccisione del conte Gentile Orsini: i gravi danneggiamenti subiti dalla struttura resero necessario un profondo intervento di ristrutturazione. Nel 1588 fu realizzato l'orologio e in epoca seicentesca fu aggiunto il campanile a vela: proprio durante il Seicento il palazzo iniziò ad ospitare l'archivio di Sovana, ragione per la quale è noto anche con questa denominazione.
    Tra la seconda metà dell'Ottocento e i primi del Novecento l'edificio conobbe un lungo periodo di degrado; una serie di recenti restauri ha permesso di riportarlo all'antico splendore, recuperando pienamente anche le parti che versavano in pessime condizioni.
    È costituito da due corpi di fabbrica addossati di forma rettangolare: quello che si affaccia sulla piazza si articola su tre livelli, mentre quello retrostante è costituito da due livelli, essendo privo dell'ultimo piano. Le pareti esterne si presentano interamente rivestite in conci di tufo e sulla facciata laterale meridionale digradano con un basamento a scarpa che interessa entrambi i corpi di fabbrica.
    La facciata principale, posta sul lato più breve del perimetro planimetrico, si affaccia sul lato corto occidentale di Piazza del Pretorio, da cui è possibile accedere attraverso il semplice portale d'ingresso di forma rettangolare che si apre al centro della medesima facciata. Al primo livello rialzato si apre una sola finestrella ad arco nella parte centrale, mentre al secondo livello rialzato vi sono due finestre identiche (una su ciascun lato della facciata). Al centro della parte sommitale è collocato un grande orologio di forma quadrangolare coperto da una piccola tettoia, sopra il quale si eleva un caratteristico campanile a vela, con una campana collocata nella cella, che trova appoggio sulla parte centrale del tetto che copre la facciata.
    Palazzo Comunale (Sovana) su Wikipedia palazzo Comunale (Q3361354) su Wikidata
Palazzo Pretorio
  • 42.65713111.6460287 Palazzo Pretorio, Piazza del Pretorio. Fu costruito in epoca medievale, quasi certamente tra la fine del XII secolo e gli inizi del Duecento: la sua esistenza è provata in un documento risalente al 1208.
    L'edificio conservò intatta la propria struttura originaria con finestre ad arco fino agli inizi del Quattrocento, quando risultava gravemente danneggiato a seguito dell'assedio che le truppe senesi portarono alla città di Sovana: la successiva ristrutturazione effettuata tra il 1413 e il 1414 comportò la modifica delle parti che precedentemente erano state distrutte in modo irrecuperabile.
    Con l'ingresso di Sovana nel Granducato di Toscana, avvenuto nel 1555, il palazzo cambiò l'uso a cui era destinato precedentemente, divenendo anche la sede del carcere in epoca seicentesca.
    Nel tardo Settecento il complesso fu dismesso e ceduto dai Lorena alla diocesi locale, venendo restaurato nel corso dei decenni successivi.
    Durante il secolo scorso era divenuto sede di un magazzino, prima di essere nuovamente restaurato e adibito a sede museale.
    Il Palazzo si presenta a pianta rettangolare, con la facciata principale che si apre su Piazza del Pretorio. Disposto su due livelli, si caratterizza per le pareti esterne interamente rivestite in conci di tufo. La facciata principale è addossata ad un basamento a scarpa di sostegno all'angolo destro, ove continua con la facciata laterale orientale lungo la quale presenta una cordonatura, mentre sul lato sinistro la facciata si trova addossata ad un piccolo corpo di fabbrica che la divide dalla caratteristica Loggia del Capitano. Il portale d'ingresso principale, di forma rettangolare ed architravato, si apre nella parte destra preceduto da alcuni gradini; la parte sinistra della facciata è caratterizzata dalla presenza di un secondario portale d'ingresso ad arco. Sulla parete della facciata, che si sviluppa tra i due portali e le due finestre quadrangolari che si aprono al piano rialzato sono collocati nove stemmi riconducibili a capitani del popolo e commissari che storicamente vi hanno prestato servizio.
    All'interno del palazzo ha sede il centro visite del Parco archeologico del Tufo ed il relativo centro di documentazione del territorio sovanese. Sulle pareti interne intonacate spiccano in alcuni punti affreschi di scuola senese realizzati tra il periodo tardomedievale e l'epoca rinascimentale.
    Palazzo Pretorio (Sovana) su Wikipedia Palazzo Pretorio (Q3361320) su Wikidata
Palazzo Bourbon del Monte
  • 42.65703611.6462338 Palazzo Bourbon Del Monte. Situato nella piazza principale, tra l'antica chiesa di San Mamiliano e la chiesa di Santa Maria Maggiore, venne edificato nella seconda metà del Cinquecento: le opere di realizzazione sono attribuite all'architetto Vignola.
    Il palazzo ha una struttura leggera ed austera e si caratterizza per il pregevole androne, col soffitto costituito da volte a crociera, dove un portale cinquecentesco in legno conduce al giardino.
    L'importante scalinata conduce ad un altro portone attraverso il quale si accede al salone nobiliare, dove spiccano le cinque finestre a sezione aurea che si affacciano da un lato sulla piazza di Sovana e dall'altro verso la campagna circostante.
    Il complesso fu la dimora di un vescovo della famiglia Bourbon, che lo utilizzava per le pubbliche relazioni. In seguito ebbe diverse destinazioni nel corso dei secoli, da sede degli uffici pubblici a scuola comunale. Tutto ciò ha comportato una divisione ed un frazionamento dell'originaria struttura signorile.
    Dopo un parziale crollo avvenuto negli anni sessanta del Novecento, il palazzo fu acquistato da un privato e nel 1968 ebbe inizio un accurato restauro conservativo, durato oltre quindici anni, che ha permesso di riportare il fabbricato agli antichi splendori del periodo rinascimentale. Dal 2009 nel mese d'agosto la proprietà mette a disposizione dell'Associazione Culturale "I Sogni in Teatro" il giardino ed il salone principale per la rassegna di Teatro, Musica e Cinema "Sovana in Arte".
    Palazzo Bourbon del Monte su Wikipedia Palazzo Bourbon del Monte (Q3889713) su Wikidata
Palazzo Vescovile addossato al Duomo
  • 42.65620811.6414179 Palazzo Vescovile (Palazzo dell'Episcopio; Canonica della Cattedrale), Piazza del Duomo. Ospitava la residenza dei vescovi di Sovana ed era già presente nel VII secolo, seppur con caratteristiche architettoniche e stilistiche completamente diverse rispetto a quello attuale.
    Nel tardo Trecento infatti furono effettuati profondi lavori di ristrutturazione che hanno modificato l'originario aspetto del palazzo. Questi lavori furono ultimati nel 1380, anno in cui venne realizzato il nuovo portale di accesso sul fianco laterale sinistro dell'attigua Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo. Il palazzo venne ad assumere da allora l'aspetto planimetrico rettangolare, con la facciata principale addossata senza soluzioni di continuità alla parete esterna del fianco laterale del Duomo, mentre la facciata principale della medesima cattedrale venne a ritrovarsi praticamente incorporata all'ala sinistra del Palazzo Vescovile.
    Una serie di lavori di restauro furono effettuati tra il 1439 e il 1446 per risanare alcune parti del complesso che versavano in precarie condizioni, senza tuttavia alterare l'aspetto estetico conferito dalla ricostruzione tardomedievale.
    Il palazzo fu la principale residenza vescovile della diocesi locale fino al 1777, anno in cui i vescovi trasferirono la loro residenza all'interno del Palazzo Orsini di Pitigliano, tuttora ospitata all'interno del monumentale palazzo pitiglianese. Da allora il Palazzo Vescovile di Sovana divenne la canonica dei parroci della cattedrale.
    Il Palazzo ha pianta rettangolare, disposto su due livelli, con strutture murarie esterne completamente rivestite in conci di pietra e di tufo.
    La facciata principale, posta sul lato lungo settentrionale che si affaccia sulla piazza, presenta un portale d'ingresso architravato che si apre nella parte sinistra, sopra il quale un arco racchiude una piccola lunetta. Al pian terreno, a sinistra del portale d'ingresso, si apre una monofora ad arco tondo, mentre nella parte destra della facciata vi è un portale d'ingresso secondario, anch'esso di forma rettangolare. Al piano rialzato si aprono tre finestre di forma rettangolare, di cui due affiancate nella parte sinistra ed una più isolata nella parte destra. Sulla facciata sono presenti anche due stemmi raffiguranti i simboli ecclesiastici (uno collocato sopra l'arco del portale d'ingresso principale e l'altro compreso tra le due finestre di sinistra al livello superiore).
    L'interno si sviluppa in modo articolato, con una pregevole scala che dall'ala sinistra dell'edificio conduce al piano rialzato; nei pressi della rampa vi è la parete che delimita il fianco sinistro del palazzo e la facciata anteriore della Cattedrale di Sovana, a cui si accede direttamente dall'interno dell'antica residenza dei vescovi.
    Palazzo Vescovile (Sovana) su Wikipedia Palazzo Vescovile (Q3891077) su Wikidata
  • Casa natale di papa Gregorio VII, via di Mezzo. È un semplice edificio di origini medievali, con strutture murarie interamente rivestite in conci di tufo.
Rocca aldobrandesca
  • 42.65756711.64856410 Mura. Le mura di Sovana costituiscono il sistema difensivo del borgo e ne sintetizzano, storicamente, le distinte epoche etrusca, medievale e rinascimentale.
    • Mura etrusche
    Furono costruite in punti distinti a partire dal VII secolo a.C.
    Un tratto delle mura fu realizzato per delimitare l'attuale area archeologica di Sovana nei punti non protetti dalle ripide pareti rocciose di tufo; dalle necropoli la cortina muraria attraversa il Pianetto e risale lungo le pendici del poggio sul quale venne costruito il duomo in epoca medievale.
    Un secondo tratto di mura, distinto dal precedente, è ravvisabile nell'area della Rocca aldobrandesca, sul lato opposto dell'abitato. :Queste cortine murarie costituirono la base per la realizzazione delle corrispondenti mura medievali, in parte sovrastanti alle preesistenti strutture etrusche.
    • Mura medievali
    Furono realizzate dagli Aldobrandeschi tra l'XI e il XII secolo, per proteggere il centro di Sovana, uno dei principali da essi controllati in quell'epoca, che nel 1274 fu elevato a capitale della contea.
    Le strutture murarie difensive, in conci di tufo andarono a racchiudere interamente il borgo medievale, adattandosi all'orografia del pianoro sul quale vennero costruite.
    Sul lato orientale le mura di Sovana furono ulteriormente rafforzate con la costruzione dell'imponente Rocca aldobrandesca, alle cui basi sono ravvisabili alcuni tratti delle preesistenti strutture murarie difensive di epoca etrusca. Sul lato interno della rocca venne aperta una porta di collegamento al resto dell'abitato.
    • Mura rinascimentali
    Sono il frutto dei lavori di ristrutturazione ed ampliamento effettuati in più fasi dai Senesi tra il Quattrocento e i primi decenni del secolo successivo e dai Medici nel tardo Cinquecento per ordine di Cosimo I, che contemporaneamente ordinò anche la ristrutturazione delle mura di Grosseto e il miglioramento di varie fortificazioni dislocate nell'attuale territorio della provincia.
    Gli interventi cinquecenteschi hanno conferito alle mura di Sovana gran parte dell'aspetto attuale; sono state perdute solo alcune porte di accesso.
    Mura di Sovana su Wikipedia mura di Sovana (Q3867325) su Wikidata
Rocca aldobrandesca
  • 42.65756711.64856411 Rocca Aldobrandesca. La rocca sorse su preesistenti strutture di epoca etrusca attorno all'anno mille come sede e simbolo del potere della famiglia Aldobrandeschi, che la controllarono fino alla fine del Duecento. Durante il dominio aldobrandesco, la fortificazione fu inglobata nella Contea di Sovana, a seguito della spartizione di tutti i possedimenti della famiglia.
    Nel 1293 Sovana e la sua rocca entrarono a far parte della Contea degli Orsini di Pitigliano, a seguito del matrimonio tra Romano Orsini e Anastasia Aldobrandeschi. Tuttavia in questo periodo storico ci fu una fase di degrado dovuta allo spostamento della capitale a Pitigliano.
    Nei primi anni del Quattrocento Sovana fu conquistata dai Senesi, entrando così a far parte della Repubblica di Siena. Proprio in questo periodo la fortificazione venne restaurata dopo essere rimasta completamente abbandonata per più di un secolo.
    Nella seconda metà del Cinquecento Sovana e la sua rocca entrarono a far parte del Granducato di Toscana, seguendone le sorti. Cosimo I de' Medici fece eseguire alcuni lavori di ristrutturazione che tuttavia non impedirono il successivo abbandono e il conseguente degrado della struttura.
    La Rocca aldobrandesca di Sovana è situata poco fuori la parte orientale del centro storico, poggiando con il lato esterno un piccolo sperone di tufo che livella la superficie di base. Attualmente si presenta sotto forma di imponenti ruderi, rivestiti in tufo e conservati in discrete condizioni. L'accesso avviene attraverso una porta ad arco tondo che si apre sul lato rivolto verso il centro storico.
    Le cortine murarie poggiano su alcuni tratti delle primitive "Mura di Sovana" etrusche e presentano, in alcuni punti, coronamenti sommitali con archetti ciechi poggianti su mensole; anche la torre, che si conserva soltanto su due lati, presenta un coronamento sommitale molto simile, con mensole che risultano però molto più sporgenti, lasciando immaginare la presenza di una merlatura in epoche passate.
    Rocca aldobrandesca (Sovana) su Wikipedia Rocca aldobrandesca (Q3939434) su Wikidata

Area archeologica[modifica]

Le testimonianze più note sono le necropoli etrusche che si sviluppano sui versanti collinari tutto intorno al paese moderno. La parte oggi visitabile si trova a ovest dell'abitato, lungo la strada che conduce a San Martino sul Fiora, ed è raggiunta anch'essa dalle spettacolari Vie Cave che la collegano alle altre necropoli della zona, nel suggestivo scenario del Parco archeologico del Tufo. Sovana, oltre ad aver fornito testimonianze eneolitiche, si sviluppò principalmente in epoca etrusca; come testimoniano le numerose tombe etrusche. Notevoli esempi sono: - la tomba della Sirena, a edicola, in località Poggio di Sopraripa, - la tomba del Tifone sul poggio Stanziale, - la grotta Pola sul poggio Prisca - la monumentale tomba Ildebranda sul poggio Felceto. Lungo la strada che conduce dall'abitato di Sovana a San Martino sul Fiora è inoltre possibile raggiungere i ruderi di un oratorio rupestre dalle origini storiche incerte che si presenta scavato nel tufo con una grande croce graffita sul soffitto.

Tomba Ildebranda
  • Tomba Ildebranda (III-II secolo a.C.). Ccompletamente scavata nella roccia, si presenta come un tempio monumentale con porticato a sei colonne che poggiano su un podio con due scalinate laterali; la camera funeraria, nella quale è stata intagliata una sola banchina di deposizione per i defunti, è raggiungibile attraverso un lungo corridoio centrale in discesa. La camera fu ritrovata completamente vuota, conseguenza di un antico saccheggio o dell'azione di tombaroli. Il nome fu dato in onore di Ildebrando Aldobrandeschi da Sovana, meglio noto come papa Gregorio VII.
    La tomba fu resa nota da Gino Rosi nel 1925, il quale ne pubblicò un primo resoconto. Il Mercklin, alcuni anni prima, aveva probabilmente notato l'emergere di qualche struttura, ma le indagini non erano proseguite. Pochi anni dopo le necropoli vennero studiate dall'archeologo Bianchi Bandinelli, il quale dedicò particolare attenzione alla tomba Ildebranda, eseguendo anche degli scavi archeologici]. Bandinelli propose una ricostruzione più precisa del sepolcro e della decorazione, ciò fu permesso grazie proprio alle indagini archeologiche che condussero al ritrovamento di diversi elementi decorativi che integrarono ciò che restava della tomba.
    Negli anni settanta furono eseguiti nuovi studi sulle necropoli che portarono alla realizzazione di una cartografia più precisa e a una nuova proposta per la ricostruzione dell'alzato della tomba Ildebranda, la quale nel 1974 venne sottoposta ad alcuni interventi di restauro. Più recentemente la tomba è stata musealizzata, in quanto parte integrante del parco archeologico e sottoposta a nuovi interventi di restauro e conservazione.
Tomba della Sirena
  • Tomba della Sirena (III-II a.C.). Una volta nota anche come "tomba della Fontana", è una tomba a edicola interamente scavata nel tufo, collocata all'interno della necropoli di Sopraripa. La facciata riproduce una falsa porta, all'interno della quale vi è scolpita l'immagine del defunto rappresentato come simposiasta, la porta è guardata ai lati da due demoni, probabilmente Charun a sinistra e Vanth a destra. Il nome deriva dal fregio nel quale non si rappresenta una sirena, come comunemente noto, ma il mostro marino Scilla colto nell'atto di affondare una nave. Sopra l'immagine del defunto è ben leggibile la scritta "Vel Nulina", ossia "figlio di Vel".
    Un dromos particolarmente stretto conduce alla camera sepolcrale, la quale è disassata rispetto all'edicola. Le piccole dimensioni della camera fanno pensare a una sepoltura per un singolo individuo.
    La tomba fu descritta per la prima volta dal pittore inglese Samuel Aisnley il quale vi fu indirizzato dai locali che già conoscevano il luogo. Recentemente la tomba, assieme a una vasta zona della necropoli di Sopraripa, è stata sottoposta ad un esteso restauro, durante il quale sono state scoperte altre sepolture arcaiche che giacevano a un livello appena sottostante quello della Sirena.


Eventi e feste[modifica]

  • I Sogni in Teatro (Nel giardino e nel salone di Palazzo Bourbon del Monte). in agosto. Rassegna di Teatro, Musica e Cinema "Sovana in Arte".


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]


Dove alloggiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]


Sicurezza[modifica]

Farmacia

  • 42.67958311.7117611 Brignali, Via del Portico, 1 (nel capoluogo comunale Sorano), +39 0564 633006.


Come restare in contatto[modifica]


Nei dintorni[modifica]

  • Pitigliano — Si staglia a strapiombo sul dirupo dello spuntone tufaceo dove è stata edificata, con la cortina esterna delle case che appare un tutt'uno con la roccia, a cui le costruzioni si uniformano anche con il colore. Fu per secoli feudo degli Orsini e mantiene un importante borgo medievale oltre a pregevoli monumenti: il Duomo, la Fontana medicea, Palazzo Orsini, la Sinagoga ebraica ed il Ghetto.
  • Sorano — È definita la Matera della Toscana per la sua particolare caratteristica urbanistica di numerosi edifici rupestri scavati nel tufo, che ricordano i celebri Sassi di Matera.
  • Bolsena e il suo lago — Sulla sponda settentrionale del lago a cui dà il nome, ha un bel centro storico. È famosa per il miracolo eucaristico.


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