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Noto antica
Porta di Noto antica
Stato
Regione
Territorio

Noto antica è un sito archeologico della Sicilia.

Da sapere[modifica]

Noto antica è una sorta di Pompei essendo una città che a un certo punto ha interrotto la sua esistenza a causa di una calamità naturale, ossia il terremoto del 1693. Il sito è rimasto congelato a quella data e mostra tracce di tutte le fasi storiche, da quella preistorica, tramite le tombe, passando a quella greca e infine l'epoca moderna con i ruderi di chiese e palazzi. Ma è anche un ottimo sito per escursioni naturalistiche.

Il sito non è mai stato adeguatamente oggetto di indagini archeologiche e storiche, infatti sono anche pochi i testi che si occupano di questo luogo.

Cenni geografici[modifica]

Il sito si sviluppa lungo il Monte Alveria e presso le vallate limitrofe, a est il 36.941115.02521 vallone Pisciatura e a ovest la 36.9400315.019252 cava del Carosello caratterizzata dalla presenta di un fiume a carattere torrentizio.

Quando andare[modifica]

Il sito è visitabile tutto l'anno, seppur in estate le temperature rendano troppo faticosa una visita.

Cenni storici[modifica]

Iscrizione e motto di Noto Antica

Il primo insediamento umano nella zona risalirebbe all'età del bronzo antico (XVIII-XV sec. a.C.) e appartenente alla civiltà di Castelluccio, ma sono anche presenti tracce della Civiltà di Finocchito del VIII-VII secolo a.C.

Intorno al 500 a.C. Secondo la leggenda, Ducezio, re dei Siculi, considerando il pericolo rappresentato dall'arrivo dei greci lungo la costa ionica, trasferì la città di Neai dalla collina di Mendola all'altopiano dell'Alveria, che era circondata da profonde gole ed era quindi quasi inespugnabile. Recenti studi tenderebbero ad escludere la presenza di Ducezio e quindi il trasferimento della città propendendo per una persistenza storica sul sito.

Basato su fonti storiche, Neaiton (latino: Neetum) viene trasferita da Roma al tiranno Ierone II di Siracusa , ma la città rimane alleata dei romani anche durante la seconda guerra punica. Quando poi giunse il dominio romano sull'isola e la fine della presenza greca, Netum ricevette il diritto di municipium da Roma e rimase stabile fino al periodo bizantino, come testimonia la presenza delle necropoli paleocristiane.

Mappa di Noto Antica prima del sisma

La città fu assediata dagli arabi nell'864 e poco dopo fu catturata e ampliata per diventare una fortezza armata e la capitale di uno dei tre Valli (distretti amministrativi sotto il dominio arabo in Sicilia) e che oggi wikivoyage utilizza anche per dividere la Sicilia. Grazie alla sua topografia favorevole, Noto rimase tra le ultime città della Sicilia ad essere sotto il dominio arabo dopo l'arrivo dei Normanni nel 1091. Sotto il re normanno Ruggero I e in seguito Federico II di Svevia, che rimase anch'egli in città, Noto conobbe un'enorme ripresa e si sviluppò come centro economico, culturale e militare nella Sicilia sudorientale.

La città si sviluppò ulteriormente e ricevette il titolo di "Civitas ingeniosa" da Ferdinando II d'Aragona nel 1503. Nonostante la continua esistenza del potere militare, la città feudale iniziò lentamente a declinare quando la città con i suoi 14.400 abitanti fu quasi completamente distrutta dal tremendo terremoto del Val di Noto nel 1693. Contrariamente alle altre città barocche della Val di Noto, fu presa la decisione di abbandonarla e di ricostruirla ex novo vicino al mare secondo i più moderni principi urbanistici dell'architettura barocca.

Come arrivare[modifica]

Le rovine di Noto antica sono praticamente accessibili solo con trasporto privato.

In aereo[modifica]

Gli aeroporti più vicini sono:

  • 37.46666715.0638893 Aeroporto di Catania (Aeroporto di Catania Fontanarossa "Vincenzo Bellini". IATA: CTA), Via Fontanarossa, 20, Fontanarossa, +39 0957239111. 00:00-24:00. Aeroporto per voli nazionali e internazionali. Aeroporto di Catania-Fontanarossa quì su Wikivoyage Aeroporto di Catania-Fontanarossa su Wikipedia aeroporto di Catania-Fontanarossa (Q540273) su Wikidata
  • 36.99166714.6069444 Aeroporto di Comiso (Aeroporto Pio La Torre), +39 0932 961467, . Aeroporto inaugurato nel 2007. Effettua per lo più voli stagionali e charter. Aeroporto di Comiso quì su Wikivoyage Aeroporto di Comiso su Wikipedia Aeroporto di Comiso (Q1431127) su Wikidata

In auto[modifica]

Da Palazzolo Acreide prendere la SS287 in direzione sud, quindi svoltare a destra per la SP64 fino al parcheggio di fronte alla porta della città vecchia di Noto Antica. Da Noto sempre prendendo la SS287 in direzione nord dopo circa 8 km svoltare a sinistra sulla SP64.

Sempre da Noto il sito è raggiungibile tramite la SP64 che arriva sul sito da sud attraversandolo dall'interno, tuttavia il percorso a un certo punto diventa sterrato e potrebbe non essere agevole per l'auto, inoltre da questa strada non è presente alcun parcheggio.

Da Siracusa percorrere la strada Maremonti SP14 in direzione Palazzolo Acreide, poi immettersi nella SS287 seguendo le istruzioni sopra riportate per chi parte da Palazzolo Acreide.

Permessi/Tariffe[modifica]

Il sito è accessibile liberamente e senza restrizioni.

Come spostarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Noto antica

Il sito è visitabile a piedi, seppur la strada sterrata che corre lungo le rovine del sito è teoricamente percorribile anche in auto, non essendo presente alcun divieto.

Mappa di Noto Antica


Cosa vedere[modifica]

Fortificazioni[modifica]

Porta della Montagna
  • 36.94626915.0231941 Porta della Montagna (a nord del sito). L'antica porta è a tutt'oggi l'ingresso principale del sito di Noto antica, essa fa parte del tratto più integro delle mura della città. Sopra l'ingresso vi è la scritta Numquam vi capta (Mai presa con la forza). Di fronte alla porta in genere vengono parcheggiate le auto di chi visita il sito. Sul lato sud esisteva un'altra porta principale opposta a questa.
Castello Reale
Mura del versante est
  • 36.94553415.0233372 Castello Reale (A poca distanza dalla Porta della montagna). Il castello venne edificato nel 1091 dal Duca Giordano d'Altavilla. Nel 1430 il duca Pietro d'Aragona fece eseguire lavori di ampliamento che nel 1600 circa vennero eseguiti nuovamente onde ospitare le bocche da fuoco. Il terremoto poi distrusse gran parte del castello anche se diverse parti sono in buono stato di conservazione. La struttura presentava un'ampia Sala d'Armi e le scuderie, i resti di torri di cui quella principale è del 1431 e l'antica prigione dove sono visibili moltissimi graffiti e bassorilievi lasciati dai galeotti. Molti dei graffiti rappresentano le imbarcazioni dell'epoca ma anche il tracciato di un gioco con le pedine.
  • Mura della città. Le mura della città correvano lungo i bordi del Monte Alveria, il tratto a nord è quello meglio conservato mentre le altre parti appaiono crollate con la medesima disposizione del giorno del terremoto. Alcuni tratti di muro mostrano evidenti segni di sovrapposizione di rocce megalitiche e sono da ritenersi di epoca greca.
  • 36.93932815.0197893 Porta ovest (lato ovest del monte lungo il percorso di discesa alla cava). Antica porta (secondaria) di accesso alla città che consentiva di raggiungere la cava del Carosello e quindi avere accesso all'acqua e alle concerie. L'ingresso era certamente presidiato da delle guardie di cui resta un vano scavato nella roccia. La città possedeva in totale sette porte di accesso minori.

Chiese ed edifici religiosi[modifica]

Le chiese ovviamente sono nella maggioranza di casi i resti di edifici un tempo intatti e funzionanti.

  • 36.94498115.0236264 Chiesa del SS.Crocifisso. L'epoca di fondazione della chiesa non è certa, forse è coeva al castello. In essa si trovava un dipinto del crocifisso (oggi rimane solo il volto di Cristo custodito in una teca su crocifisso dorato di Rosario Gagliardi nella chiesa di Noto) che, secondo la tradizione, fu dipinto da San Luca e fu portato dal conte Ruggero ai Landolina affinché costruissero una chiesa. Nella chiesa si venerava inoltre la teca in oro della Santa Spina e una vetusta statua della Madonna bianca attribuita a Francesco Laurana, attualmente custodita nella chiesa della nuova città.
Edicola votiva
  • 36.9386815.022185 Edicola votiva (lungo la strada principale accanto alla Piazza Maggiore). Questa edicola venne eretta dopo il terremoto a ricordo delle tante vittime.
  • 36.93881315.0223716 Chiesa Maggiore di San Nicolò (chiesa madre). Secondo lo storico dell'epoca Rocco Pirri, questa era la chiesa madre intitolata a San Nicolò. La chiesa si ritiene possa essere stata fondata intorno al periodo della cacciata dei saraceni dal Conte Ruggero I il normanno. Al suo interno custodiva l'urna di San Corrado Confalonieri (oggi custodite nella cattedrale di Noto), Santo patrono della città. Oggi l'edificio non è leggibile e si confonde con l'area della Piazza Maggiore.
  • Chiesa di Sant' Elia. Costruita su una ben più antica struttura, forse una torretta di guardia caratterizzata da grandi blocchi di pietra squadrati senza calce. Il prospetto seppur di piccole dimensioni, era unico in Sicilia. La chiesetta era dedicata a Sant'Elia di Noto, un eremita vissuto e morto in odore di santità in epoca medievale, e fu probabilmente una delle prime chiese ad essere costruita a Noto antica. Alla vigilia del terremoto del 1693 risultava chiusa da tempo, e non i sa se al suo interno fossero custodite le spoglie del Santo.
Chiesa dei gesuiti
  • 36.94429915.0232887 Chiesa dell'Ospedale Nuovo. Dell'edificio originario esistono solo poche rovine.
Chiesa del Carmine
  • 36.94006115.0230368 Convento e chiesa dei Gesuiti (Di fronte alle rovine del Palazzo Belludia). Questo era un complesso di edifici con convento e chiesa dei Gesuiti completati nel 1606 su progetto dell'architetto maltese Masuccio da Malta. Dei resti sono chiaramente visibili una parete laterale del convento e i basamenti delle colonne della chiesa probabilmente a tre navate.
  • 36.93623215.0256049 Chiesa del Carmine. Costruita nei primi anni del 1600 su una preesistente chiesa, mostra una struttura a tre navate con due filari di colonne. Della chiesa restano parte delle mura, i basamenti delle colonne e le tombe con i resti dei frati Carmelitani. Sono visibili i contorni delle tombe con bassorilievi che rappresentano delle ossa incrociate.
Chiesa S. Maria della Provvidenza
  • 36.9321515.02137710 Chiesa S. Maria della Provvidenza (Nella parte meridionale del sito). Questo è uno dei pochi edifici ancora in piedi nel sito perché costruito nel 1723 sulle rovine di un precedente eremo distrutto dal terremoto. L'eremo venne utilizzato dalle Suore Carmelitane che lo gestirono sino al 1800 quando la struttura venne abbandonata. Oggi il complesso è abbandonato, ma all'interno si conservano sia il convento che la chiesa che danneggiata dal tempo e dagli atti di vandalismo mostra eleganti stucchi e dipinti. La facciata della chiesa è in stile barocco.
  • Monastero cistercense di Santa Maria dell'Arco (a 6 km da Noto antica). Il monastero fu fondato verso nord, distante dal sito. Nel cenobio della chiesa si veneravano le reliquie del Beato Nicolò da Noto, che faceva parte dello stesso ordine.

Palazzi[modifica]

Ruderi del palazzo Landolina
  • 36.94021915.02281811 Palazzo Landolina di Belludia (Accanto alla chiesa dei Gesuiti). Uno fra i palazzi più importanti del paese, era decorato in stile barocco con due aquile in pietra calcarea che sorreggevano il balcone centrale. Oggi restano poche pietre del basamento e i primi gradini della scala di accesso ai piani superiori.
  • Palazzo dei baroni di Belludia. In cui è possibile ammirare ancora la suddivisione degli ambienti dell'edificio.
  • Ospedale di S. Martino.

Rovine greche[modifica]

Heeron
  • 36.93699515.02697312 Heroon (Sul fianco est del monte). Se si esplora la zona est del monte si ritrovano più heroon, ossia degli ambienti rupestri di epoca greca (III secolo a.C.) in cui avveniva il culto degli eroi. Qui alle pareti venivano deposti i pinakes ossia delle terracotte votive in bassorilievo inserite sulle nicchie rettangolari attualmente visibili sulle pareti. I pinakes non sono più presenti, salvo qualcuno rinvenuto ed esposto in qualche museo. Di questi luoghi di culto ve ne sono diversi man mano che si scende sul fianco del monte.
  • 36.93916515.02441313 Ginnasio. Il ginnasio del III secolo a.C. è stato individuato grazie alla presenza di un'iscrizione in onore del re siracusano Ierone, rinvenuta dallo studioso tedesco Georg Kaibel nel 1894 e custodita presso il museo Civico di Noto. L'iscrizione presente sul posto è una copia. Si tratta di una struttura in parte scavata nella roccia e in parte in materiale lapideo dove i giovani greci facevano attività fisica e intellettuale.

Necropoli di nord-est[modifica]

Mappa della necropoli di Noto antica

Posta di fronte alle fortificazioni nord del sito, questa 36.94815.02395 necropoli presenta diverse tombe di epoca bizantina scavate nella roccia come grotte artificiali.

  • Grotta delle Cento Bocche. All'interno della grotta sono presenti diverse tombe a baldacchino i cui pilastri sono andati distrutti e rimangono le arcate che nella visione di insieme fanno somigliare l'ambiente a delle ugole: da cui il nome. Nel corso del tempo la catacomba originariamente di epoca bizantina venne riutilizzata anche come ovile e persino come bunker nella Seconda guerra mondiale, a causa della sua posizione strategica sul vallone Pisciatura.
  • Grotta del Carciofo. Prende il nome dalla presenza di due rappresentazioni della menorah ebraica scambiate dai contadini del luogo per dei carciofi, da cui il nome. La presenza di questa tomba testimonia l'esistenza di una comunità ebraica a Noto.


Cava Carosello[modifica]

Conceria con le vasche di raccolta
Cava Carosello

La cava è facilmente raggiungibile dall'ingresso ovest che presenta un sentiero scavato nella roccia che conduce fino al fiume. Qui l'ambiente è molto rigoglioso di alberi e vegetazione.

  • Concerie. La presenza di acqua in abbondanza consentiva la concia delle pelli all'interno di ambienti rupestri dove si portava avanti l'intero processo di preparazione. Qui erano presenti delle vasche su cui le pelli venivano lavate, trattate e colorate secondo le esigenze. Il lavoro in conceria era piuttosto duro ed esposto ad ambienti poco salubri. Oggi l'intera cava del Carosello è costellata di concerie, alcune delle quali in buono stato di conservazione.


Cosa fare[modifica]

Festa dell'Alveria


Acquisti[modifica]

Per gli acquisti è necessario andare a Noto oppure a Palazzolo Acreide.

Dove mangiare[modifica]

È certamente consigliato portare del cibo a sacco, oppure rivolgersi agli agriturismo indicati sotto.

Dove alloggiare[modifica]


Sicurezza[modifica]

Il sito non è particolarmente attrezzato per le visite, sono presenti sporadicamente dei cartelli informativi e delle mappe. Ma si suggerisce di utilizzare Google Maps o OpenStreetMap per orientarsi e trovare i vari ruderi.

Alcuni tratti sono accidentati, gli ambienti potrebbero presentare dei pericoli causati da crolli improvvisi. Pertanto nel visitare ruderi e grotte usare cautela. In ogni caso è consigliata una tenuta da trekking e scarpe alte. Nel periodo estivo è necessario portare molta acqua. All'interno delle grotte conviene utilizzare una torcia.

Negli ultimi anni si riscontrano furti ed effrazioni alle auto in sosta presso il parcheggio della porta di accesso. Evitate di lasciare bagagli e quant’altro possa attrarre dei malintenzionati.

Come restare in contatto[modifica]

Telefonia[modifica]

Il segnale telefonico è generalmente presente sul monte, mentre può essere del tutto assente all'interno della cava del Carosello.

Nei dintorni[modifica]


Altri progetti

Sito archeologicoUsabile: l'articolo rispetta le caratteristiche di una bozza ma in più contiene informazioni su come arrivare, sulle principali attrazioni o attività da svolgere e sui biglietti e orari d'accesso.