Scarica il file GPX di questo articolo
Da Wikivoyage.

Lake Como Poetry Way
Brunate - La Nuova Casetta per scambio libri
Tipo itinerario
Stato
Regione
Territorio
Inizio
Fine
Lunghezza
Tempo
Dislivello salita
Dislivello discesa
Sito del turismo

La Lake Como Poetry Way è un itinerario pedonale di 16 km che si articola attraverso i comuni di Maslianico, Cernobbio, Como e Brunate sul Lago di Como narrato da 16 personaggi di fama internazionale che hanno vissuto e raccontato questi luoghi. Il percorso è delineato anche da 12 Little Free Library dedicate allo scambio di libri.

Introduzione[modifica]

Questo itinerario permanente è scaturito dal progetto Passeggiate Creative, promosso dall'associazione Sentiero dei Sogni, nato sul territorio comasco con lo scopo di far scoprire (o riscoprire) i luoghi che ci circondano attraverso i personaggi e/o gli eventi che li hanno caratterizzati. Gli itinerari proposti seguono il filo conduttore delle arti (poesia, letteratura, cinema, musica), portando il visitatore alla riscoperta del territorio attraverso il suo genius loci.

L'audio-racconto di introduzione al percorso.

L'itinerario connette punti di interesse caratteristici del territorio, valorizzando personaggi, luoghi e monumenti avendo come fil rouge alcune figure storiche che hanno intrecciato legami col territorio stesso e che consentono di costruire attorno ad esso un originale narrazione.

Come arrivare[modifica]

Questo percorso è descritto e pensato partendo dal valico di Roggiana, il punto di confine tra il comune italiano di Maslianico e quello svizzero di Vacallo, e arrivando a Brunate dopo aver attraversato Cernobbio e Como, tuttavia può essere frazionato a piacimento o affrontato in direzione inversa.

In autobus[modifica]

Da Como, per raggiungere il punto di partenza con i mezzi pubblici serve utilizzare le corse della linea urbana 6 delle linee ASF.

Preparativi[modifica]

Per affrontare al meglio questo itinerario è bene dotarsi di scarpe da trekking, in particolare per la tappa numero 15 della mulattiera dell'eremo di San Donato tra Como e Brunate. Chi preferisse raggiungere Brunate usando la variante della funicolare è sufficiente che si doti di scarpe comode e adeguate alla lunghezza del percorso.

Poiché non è un percorso ad anello, per chi arrivasse a Como con mezzi propri è consigliabile lasciare il veicolo al parcheggio in prossimità di Villa Bernasconi a Cernobbio che è comodamente collegato tramite mezzi pubblici sia con il punto di partenza che di arrivo.

Tappe[modifica]

Mappa a tutto schermo Lake Como Poetry Way(Modifica GPX)

L'itinerario è organizzato su sedici tappe che permettono di vedere alcuni dei luoghi più interessanti di Maslianico, Cernobbio, Como e Brunate, associando a ciascuno di essi uno o più aneddoti di personaggi della cultura che hanno legato il proprio nome a Como.

Maslianico[modifica]

  • 45.847549.044281 Valico di Roggiana, via Scaletto - (vai alla tappa)

Cernobbio[modifica]

Como[modifica]

Brunate[modifica]

  • 45.81129.0954514 Mulattiera Como - Brunate, con partenza dalle scalette a Como - (vai alla tappa)
  • 45.819449.0959215 Giardino Pubblico Alessandro Volta, via Funicolare - (vai alla tappa)
  • 45.82619.1004616 Faro Voltiano, via Giacomo Scalini - (vai alla tappa)

Little free library[modifica]

Inoltre poiché «Non esiste libro tanto cattivo che non possa giovare in qualche sua parte», come afferma Plinio il Vecchio, comasco che ha dato il maggiore contributo alla cultura mondiale, assieme all'inventore della pila Alessandro Volta, la Lake Como Poetry Way, è un percorso scandito da dodici Little Free Library qui di seguito elencate dove prendere e lasciare libri liberamente.

45.847549.044281 Maslianico, Valico di Roggiana, via Scaletto
45.841079.068962 Cernobbio, via Carcano angolo via Mondelli
45.845799.076673 Cernobbio, Giardino della Valle, via Adda
45.83999.077934 Cernobbio, Riva, piazza Risorgimento
45.837369.072685 Cernobbio, Villa Bernasconi c/o Bar Anagramma, via Regina 7
45.82199.065836 Como, Serretta del Grumello, via per Cernobbio 11
45.811949.076087 Como, Giardino delle Rose, via Sant'Elia 6
45.812339.084498 Como, Giardino Maggiolini, piazza Verdi
45.824719.079129 Como, Punta, piazzetta Baratelli
45.813959.0970310 Como, Mulattiera per Brunate, salita San Donato 6
45.819589.09591511 Brunate, Biblioteca, via Funicolare 16
45.825649.1026512 Brunate, loc. San Maurizio, Via Scalini 66

1 - Valico di Roggiana, Luigi Dottesio[modifica]

Valico di Roggiana.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 1.

L'itinerario parte da quella zona di confine fra Italia e Svizzera, tra i paesi di Vacallo e Maslianico, nota con il nome di Valico di Roggiana, una delle famose vie di contrabbando fra i due stati.

«I nostri padri gli eressero una statua in luogo sacro: sarebbe degno [...] della gentilezza dei presenti costumi crescer lustro alla patria nostra con un'opera che [...] congiungesse l'età di quei due nostri grandissimi, Plinio e Volta

Così scrisse Luigi Dottesio a proposito di Plinio il Vecchio nel suo libro Notizie biografiche degli illustri comaschi, edito nel 1847 in Svizzera dalla Tipografia Elvetica di Capolago, della quale l'autore, allora vicesegretario comunale a Como, importava clandestinamente i testi proibiti nel Regno Lombardo-Veneto. Un contrabbando di cultura e ideali che gli costò la vita. Luigi Dottesio, arrestato il 12 gennaio 1851 proprio in questo punto da dove parte l'itinerario, fu impiccato a Venezia l'11 ottobre dello stesso anno. Come martire della libertà di stampa, lascia in eredità una biografia ancora oggi d'ispirazione, oltre ad essere il primo popolano a rappresentare Como e la sua provincia nelle occasioni ufficiali. Nella vita privata visse una straordinaria storia d'amore con la patriota, Giuseppina Perlasca Bonizzoni, di cinque anni più grande di lui e madre di sei figli, e si sacrificò per un Paese che immaginava unito in primis dalla cultura.

Dal confine con la Svizzera, ci si dirige verso il Lago di Como per ammirarne un primo scorcio.

Distanza fra prima e seconda tappa: 3 km, a piedi circa 30 minuti di strada asfaltata leggermente in discesa.

Nota: si può percorre questa distanza anche in auto, attraverso una strada alternativa che non presenta tratti pedonali, lasciando l'auto presso il parcheggio di Villa Erba sito lungo la SP71 - Vecchia Regina.

2 - Riva di Cernobbio, Vincenzo Monti[modifica]

Riva di Cernobbio.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 2.

Dal valico ci si incammina lungo la via Scaletto, che poi diventa via per la Svizzera e poi ancora via Vittorio Emanuele II, fino all'incrocio della via Battista Mondelli. Qui si gira a destra e si prosegue lungo via Battista Mondelli fino all'incrocio con via Paolo Carcano. Si gira ancora a destra lungo via Paolo Carcano e dopo pochi metri a sinistra lungo via Don Giovanni Minzoni (solo pedonale). All'incrocio con via XXV Aprile si gira a sinistra e pochi metri dopo a destra prendendo un passaggio pedonale che conduce in via Giandrini. Si prosegue lungo via Giandrini fino ad arrivare ad una rotonda, qui si imbocca la seconda strada sulla sinistra (SP71 - Vecchia Regina) per pochi metri per poi girare a destra in via Monti che poi diventa via Besana, giungendo alla destinazione della seconda tappa: Villa Besana-Ciani.

La villa, che da un lato si affaccia su via Besana e dall'altro sulla Riva di Cernobbio, costruita nel XVII secolo come casa di campagna della famiglia Londonio, ospitò Vincenzo Monti (1754-1828) massimo esponente del neoclassicismo italiano.

Proprio in questo contesto paesaggistico, che tra il XVIII e il XIX secolo si presentava più selvaggio e verdeggiante, Vincenzo Monti ambienta una trentina di versi del poema Feroniade, iniziato nel 1784 e pubblicato postumo nel 1832, dedicati alle figlie del letterato ed uomo politico Carlo Giuseppe Londonio, allora proprietario della Villa Besana-Ciani. Nei versi Monti immagina le figlie di Londonio intente a raccogliere viole mammole:

«Nunzia d'april, deh!, quando per le siepi
Dell'ameno Cernobbio in sul mattino
Isabella ed Emilia, alme fanciulle,
Di te fan preda e festa, e tu beata
Vai tra la neve de' virginei petti
Nuove fragranze ad acquistar, deh! movi,
Mammoletta gentil, queste parole:
Di primavera il primo fior saluta
Di Cernobbio le rose...»

Nel 1869 la villa fu acquistata dai fratelli Carlo ed Enrico Besana, da cui il nome odierno, che ne fecero un punto di ritrovo dei patrioti lombardi. La villa, ancora oggi di proprietà dei Besana, non ha subito particolari modifiche strutturali negli anni. Anche il giardino mantiene il fascino originario con platani e faggi imponenti.

Prima di ripartire per la terza tappa si può decidere di innestarvi la variante che porta a scoprire due luoghi caratteristici di Cernobbio: la Riva e il Giardino della Valle. Maggiori dettagli sono disponibili nella sezione dedicate alle varianti.

Distanza fra seconda e terza tappa: poco più di 2 km, a piedi circa 25 minuti di strada asfaltata pianeggiante.

Nota: si può percorre questa distanza anche in auto, dal parcheggio di Villa Erba sito lungo la SP71 - Vecchia Regina, fino al parcheggio di Villa Olmo sito presso il Lido di Villa Olmo.

3 - Villa del Grumello, Ugo Foscolo[modifica]

Villa del Grumello vista dal Lago.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 3.

Per raggiungere la terza tappa, si lascia Villa Besana-Ciani alle spalle, si riprende la strada da cui si è arrivati, ma sulla curva fra via Besana e via Monti si prende la via pedonale sulla sinistra che porta alla via Luigi Erba e poi si percorre via Luigi Erba in direzione opposta a quella che porta al lago. Dopo pochi metri ci si ritrova sulla rotonda della SP71 - Vecchia Regina. Qui si prende la prima strada a destra e si costeggia il lago sempre dritti prima lungo la SP71 e poi lungo la via per Cernobbio. All'altezza di Villa Sucota, sede della Fondazione Antonio Ratti e del Museo del Tessuto, si lascia la strada principale e si segue il percorso denominato Chilometro della conoscenza (KM_C) lungo il lato che costeggia il lago, giungendo così a destinazione.

A marcare l'arrivo alla terza tappa c'è il busto di Ugo Foscolo (1778-1827), sporto sul lago di Como, come a scrutarne e sorvegliarne il primo bacino. Il busto si trova nel parco della Villa del Grumello, una delle più antiche ville del Lago di Como oggi visitabili. Il nucleo originario, posto ad una certa altezza rispetto alla riva, risale al XVI secolo. Nel 1954 la villa con il parco, le serre e la foresteria, fu donata all'ospedale Sant'Anna dagli ultimi proprietari, i Celesia, e divenne una casa di riposo. Nel 2006, fu istituita l'Associazione Villa del Grumello, che ne promosse i restauri e la rese sede di iniziative scientifiche e culturali, oltre a rendere i giardini visitabili al pubblico.

Per ritrovare il nesso fra il grande poeta Ugo Foscolo e questa villa bisogna richiamare i precedenti proprietari, i Giovio, ed in particolare il conte Giovanni Battista. Foscolo ebbe una relazione con Franceschina, la più giovane delle figlie del conte, alla quale dedicò alcuni versi del poema Le Grazie, in cui cita il lago:

«Come quando più gaio Euro provoca
su l'alba il queto Lario, e a quel sussurro
canta il nocchiero…».

Successivamente, con una lettera datata “Borgo Vico 19 Agosto 1809” Foscolo mise fine al rapporto con Franceschina, ed ai suoi sogni di nozze:

«Trovandomi una sera a Grumello, e guardando il lago, i colli e la casa dove io vi aveva veduta la prima volta, e pensando ch'io dovea presto lasciarli, il mio desiderio di dimorarvi sempre non distingueva voi dai luoghi».

È interessate soffermarsi a visitare i giardini e le serre che circondano l'edificio principale. La villa, svuotata dei suoi arredi trasferiti presso il Museo Civico di Como, è oggi sede di uffici e di sale conferenze/workshop, e pertanto non visitabile. I giardini sono aperti al pubblico da Marzo ai primi di Novembre, tutte le domeniche ed i giorni festivi dalle 10.00 alle 18.00 (si consiglia di controllare il sito web dell'ente per aggiornamenti su orari estivi/invernali, e su eventi speciali che potrebbero rendere la villa ed il parco non accessibile). All'interno delle serre de parco è disponibile anche un punto ristoro.

Nella serra della Villa del Grumello si trova una delle dodici Little Free Library dove scambiare libri.

Distanza fra terza e quarta tappa: poco meno di 1 km, a piedi circa 10 minuti di strada asfaltata e vialetti del parco.

4 - Villa Olmo, Caninio Rufo[modifica]

Villa Olmo.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 4.

Lasciando alle spalle Villa del Grumello e proseguendo lungo il sentiero Chilometro della Conoscenza (KM_C) si arriva alla quarta tappa di questo percorso: Villa Olmo.

Secondo Giovanni Battista Giovio questa è la dimora descritta da Plinio il Giovane, precursore del mito della villeggiatura sul Lago di Como, in una famosa lettera, che ancora oggi viene tradotta nei licei, destinata al poeta Caninio Rufo:

«Come sta Como, la città del tuo e del mio cuore? E l'incantevole tenuta suburbana? E quel portico in cui è sempre primavera? E il plataneto denso di ombra? E il canale con le […] acque tanto pure?».
«Modella e scolpisci qualcosa che sia perennemente tuo»

è l'esortazione che Plinio rivolge infine all'amico,

«perché tutti gli altri tuoi possedimenti riceveranno in sorte dopo di te un altro padrone e un altro ancora».

Buoni consigli che non furono seguiti da Rufo visto che nessuna sua opera è giunta fino a noi, se non attraverso citazioni, come quella di Plinio che gli attribuisce un poema dedicato a Traiano sulla conquista della Dacia. Citazione che gli è valsa un busto sulla facciata del liceo classico comasco dedicato a Volta e sito in via Cantù.

Durante i lavori di ristrutturazione della Villa nel 2015, è emerso nel giardino un muro di epoca romana, da qualcuno interpretatao come prova dell'intuizione di Giovanni Battista Giovio.

Prima di lasciare la Villa Olmo consigliamo un giro del parco, riaperto nella primavera 2018 a seguito di opere di riqualifica, ed in particolare una visita agli alberi monumentali tra cui: un maestoso cedro del Libano (Cedrus libani), un ippocastano (Aesculus hippocastanum), alcuni esemplari di platani (Platanus occidentalis) secolari, una sequoia gigante (Sequoiadendron giganteum) ed un faggio rosso (Fagus sylvatica).

Il parco è aperto da inizio aprile a fine settembre tutti i giorni dalle 7.00 alle 23.00, e da inizio ottobre a fine marzo dalle 7.00 alle 19.00. A seguito dei restauri anche la Villa è aperta al pubblico dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00. L'accesso è gratuito (si consiglia di controllare il sito web dell'ente per aggiornamenti su orari estivi/invernali, e su eventi speciali che potrebbero rendere la Villa non accessibile).

Terminata la visita si esce dai giardini attraverso il cancello posto all'estremità opposta rispetto all'ingresso e si imbocca la passeggiata delle Ville di Borgo Vico, oggi denominata passeggiata Lino Gelpi.

Distanza fra quarta e quinta tappa: 500 m, a piedi circa 5 minuti lungo i vialetti del parco e del lungolago.

Nota: Il Ponte del Chilometro che passa sopra la Strada per Cernobbio collegando Villa del Grumello a Villa Olmo, è aperto tutte le domeniche a partire dall'ultima domenica di marzo fino ad inizio novembre ed i giorni festivi dalle ore 10.00 alle 19.00. Nel mese di agosto l'apertura è estesa a tutti i giorni. Nel caso il ponte fosse chiuso, è possibile raggiungere Villa Olmo percorrendo la Strada per Cernobbio che costeggia il lago in direzione di Como. Dopo circa 300 m di cammino la strada prosegue in salita, mentre rimane pedonale costeggiando il lago. Prendendo la strada pedonale si arriva all'ingresso dei giardini di Villa Olmo.

5 - Villa Gallia, Paolo Giovio[modifica]

Villa Gallia.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 5.

Lasciata alle spalle la Villa Olmo, dopo circa un chilometro di passeggiata costeggiata da un lato dal lago, e dall'altro da Ville storiche, si raggiunge Villa Gallia. Risalente agli inizi del XVII secolo, è l'edificio più antico fra tutti quelli che si affacciano sulla passeggiata delle Ville.

Paolo Giovio (1483-1552), cardinale, ma anche medico ed umanista, ivi costruì la sua villa nel 1539 su quelle che lui ritiene fossero le rovine di una dimora appartenuta a Plinio il Giovane. Al suo interno vi creò il primo museo del mondo: la dimora ospitiva infatti una collezione di ritratti di uomini illustri che si può ammirare in copia anche alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Fra i numerosi pezzi, spicca il ritratto più antico e diffuso di Cristoforo Colombo, oggi conservato presso la Pinacoteca di Como.

L'edificio originale, un'ardita costruzione protesa sul lago, fu precocemente rovinato a causa delle esondazioni e demolito nel 1619 da Marco Gallio per fare posto all'attuale Villa Gallia. Oggi è ancora possibile ammirrare l'originale dimora in tre dipinti ospitati presso la Pinacotenca e il Museo Civico di Como.

Al precursore del museo moderno, rese omaggio il poeta e cardinale suo contemporaneo, Pietro Bembo, nel sonetto:

«Giovio, che i tempi et l'opre raccogliete
quante ha degne di luce il secol nostro
con sì leggiadro et pellegrino inchiostro
che chiaro et charo et sempre viverete...».

La Villa è rimasta di proprietà della famiglia Gallio fino al 1772, ed è ora di proprietà della Provincia di Como. È possibile ammirare l'edificio ed i giardini solamente dall'esterno.

Si lascia quindi Villa Gallia e si prosegue sempre lungo la passeggiata delle Ville di Borgo Vico verso Como.

Distanza fra quinta e sesta tappa: poco meno di 1 km, a piedi circa 10 minuti lungo i marciapiedi cittadini

6 - Monumento ai caduti, Filippo Tommaso Marinetti[modifica]

Monumento ai caduti.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 6.

Al termine della passeggiata delle Ville di Borgo Vico/passeggiata Lino Gelpi ci si trova davanti all'Aero Club di Como. Si prosegue costeggiando il lago lungo viale Giovanni Puecher fino ad arrivare al Monumento ai caduti: un'iconica forma di candida pietra altra 30 metri affacciata sul lago, simbolo inconfondibile dello skyline della città di Como. Tale monumento non esisterebbe - in questa sua forma - se non fosse per il poeta ed autore del Manifesto del Futurismo (1909), Filippo Tommaso Marinetti.

Marinetti venne a Como nel 1930 per celebrare Antonio Sant'Elia, architetto e padre del manifesto L'Architettura futurista (1914). Durante la sua visita Marinetti impose come modello per questo monumento un disegno rappresentante una torre a faro realizzato in matite colorate ed acquarello di Sant'Elia. Il progetto fu poi sviluppato ed ultimato dal maestro del Razionalismo italiano, il comasco Giuseppe Terragni.

Il Monumento viene inaugurato il 4 Novembre 1933 al termine di tre anni di lavori di costruzione. All'interno del Monumento si trova un monolite di 40 tonnellate, proveniente dal Carso, su cui sono incisi i nomi di 650 caduti comaschi della prima guerra mondiale. Tra questi nomi sono anche scolpiti quello di Sant'Elia, ucciso al fronte nel 1916, e di Terragni, morto nel 1943 di ritorno dalla campagna di Russia.

Il fondatore del movimento futurista (morto a Bellagio nel 1944), l'architetto della Città Nuova ed il Lario saranno celebrati un una poema e pianto dell'aeropoeta futurista Ubaldo Serbo:

«la morte sfugge risponde beffarda nell'acqua nell'acqua nell'acqua di questo lago Sant'Elia
rispecchiava sogni...».

Il Monumento ai caduti è aperto al pubblico tutte le domeniche da aprile ad ottobre. Nei mesi di aprile, maggio, giugno, settembre e ottobre, apertura dalle ore 15.00 alle ore 18.00. Nei mesi di luglio e agosto dalle ore 16.00 alle ore 19.00. L'accesso è consentito a massimo 15 persone per turno. In occasione delle partite di calcio l'apertura può subire variazioni di orario (si consiglia di controllare il sito web dell'ente per aggiornamenti). Ingresso euro 4, gratis per i minori di 6 anni.

Distanza fra sesta e settima tappa: 150 m, a piedi circa 1 minuto sul lungolago.

7 - Tempio Voltiano, Alessandro Volta[modifica]

Tempio Voltiano.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 7.

La destinazione successiva si trova a pochi metri di distanza e, data l'imponenza, è immediatamente visibile dal Monumento ai caduti.

«La pila è la base fondamentale di tutte le invenzioni moderne»

disse Albert Einstein nel 1933 in occasione della sua visita al Tempio Voltiano, edificio che ospita un museo scientifico dedicato al fisico comasco Alessandro Volta.

La costruzione in stile palladiano, fu progettata dall'architetto Federico Frigerio, su richiesta e finanziamento dell'industriale Francesco Somaini, in occasione del centenario della morte di Volta, e delle relative celebrazioni del 1927. Il mausoleo ospita una raccolta di strumenti scientifici appartenuti a Volta che oltre ad avere inventato nel 1799 la pila (da cui l'unità di misura del potenziale elettrico il Volt), nel 1776 aveva anche scoperto il metano, utilizzato nella lampada di Volta e nella pistola elettroflogopneumatica, antenati dell'illuminazione a gas e degli accendini.

Oltre che scienziato anche poeta, in un testo giovanile Volta descrive l'area dove oggi è stato costruito il tempio a lui dedicato e dove allora i giovani flirtavano con le loro belle:

«Giran costor d'attorno a questa e a quella
massime poi in un certo distretto
che Prato d'Orchi oggi da noi s'appella»

Gli orchi erano le zanzare richiamate dalla foce del torrente Cosia che sfocia nel lago, oggi sotterranea ma allora ampia e scoperta.

Il Tempio Voltiano è aperto dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30). Ingresso euro 4 (tariffa intera), euro 2 (tariffa ridotta), gratis per i minori di 6 anni. Si consiglia di controllare il sito web dell'ente per aggiornamenti su orari, aperture straordinarie e costi.

Dal Tempio Voltiano si percorre il grande viale pedonale alberto che si apre davanti al tempio (viale Guglielmo Marconi) fino a raggiungere un attraversamento pedonale. Qui si prosegue sempre dritti lungo viale Felice Cavalloti fino al primo incrocio. Se si imbocca la strada a destra (via Sant'Elia), al numero 6 nel Giardino delle Rose trovate la settima Little Free Library. Per proseguire lungo il percorso si deve invece prendere la strada sulla sinistra, via Rubini, che conduce in Piazza Volta. Si attraversa piazza Volta fino ad imboccare dalla parte opposta, sotto i portici, via Domenico Fontana.

Distanza fra settima e ottava tappa: 700 m, a piedi circa 7 minuti sul lungolago e i marciapiedi cittadini.

8 - Piazza Cavour, Hermann Hesse[modifica]

Piazza Cavour.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 8.

Proseguendo lungo via Domenico Fontana si sbuca nel luogo dell'ottava tappa - Piazza Cavour -, alla scoperta di Hermann Hesse, Premio Nobel per la letteratura del 1946, e del suo testo del 1913 Passeggiata sul lago di Como, parte della raccolta di poesie, saggi e racconti Dall'Italia:

«Diversamente da Lugano e da tutte le celebri cittadine lacustri, Como volge le spalle al lago e anche nel grazioso piazzale del porto non si prova la tediosa e inquietante sensazione di sedere in prima fila davanti a un paesaggio creato ad arte»

Più avanti nel testo Hesse critica invece il monte, ultima tappa di questo percorso letterario; le ville liberty che caratterizzano il Comune di Brunate apparivano infatti all'autore:

«squallidi edifici pretenziosi»

ma se fosse salito a piedi da Como a Brunate, lungo la mulattiera immersa nei boschi, come suggerito dalla Lake Como Poetry Way, forse si sarebbe ricreduto di questo suo giudizio.

Nello stesso libro diario narra come il giorno successivo al suo arrivo a Como, preso il battello per una gita lacustre, egli non resiste al fascino del

«romanticismo rupestre dei villaggi scoscesi»

e, arrivato all'imbarcadero del piccolo paese di Torno sulla sponda occidentale del lago non scende dal piroscafo, descrivendo la scena:

«Era un quadro perfetto, così incantevole che non volli rischiare di spezzarne l'armonia».

Hesse conclude la sua gita in battello a Moltrasio, piccolo borgo sulla sponda opposta del lago.

Distanza fra ottava e nona tappa: 250 m, a piedi circa 3 minuti sui marciapiedi cittadini.

9 - Duomo (portale), Plinii[modifica]

La facciata principale del Duomo.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 9.

Da piazza Cavour, lasciando il lago alle spalle, imbocchiamo la via sulla sinistra, via Caio Plinio Secondo, che ci porta direttamente in piazza del Duomo.

Il Duomo di Como, che sorge sulla sinistra rispetto alla direzione da cui giungiamo, è per volumetria il terzo maggiore in Lombardia dopo il Duomo di Milano e la Certosa di Pavia. I lavori di costruzione iniziarono nel 1396 e si conclusero nel 1744. Spiccano sulla facciata le statue dedicate ai due Plinii, nati entrambi nella Como di epoca romana. Costituisce un unicum trovare le figure di due pagani in una posizione di tale rilievo su un edificio religioso. All'epoca della controriforma, il vescovo di Vercelli Giovanni Francesco Bonomi, a Como come visitatore apostolico propose la rimozione delle due statue, opera di Tommaso e Giacomo Rodari e databili intorno al 1480, ma dovette desistere di fronte alla ferma opposizione della popolazione.

Plinio il Vecchio è l'autore di quella che è comunemente considerata la prima enciclopedia di cui si abbia notizia, la Naturalis Historia e Plinio il Giovane ci ha invece lasciato uno dei più celebri epistolari dell'età classica.

Distanza fra nona e decima tappa: 50 m, a piedi circa 1 minuto sui marciapiedi cittadini.

10 - Duomo (facciata Sud), Cecilio[modifica]

La facciata sud del Duomo.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 10.

Guardando il portale, ci volgiamo verso destra e giriamo a sinistra per ammirare la facciata meridionale del Duomo.

Tra le varie statute che la adornano si nota quella di una figura maschile con un libro aperto tra le mani: è Cecilio, poeta latino del I secolo a.C., e quindi terza figura pagana rappresentata sul Duomo. Nulla ci è rimasto di questo autore se non un carme a lui dedicato da Catullo che teme che sia trattenuto a Como da una ragazza invaghitasi di lui dopo la lettura di un suo poema dedicato a Cibele:

«Voglio che tu dica, papiro, / al mio amico e dolce poeta Cecilio, / che venga a Verona, lasciando
Como e le rive del Lario, / e ascolti qualche riflessione / di un amico suo e mio.
Ti compatisco, ragazza più colta / di Saffo: è davvero bellissimo / l'inizio di Cecilio sulla Grande Madre.»

Distanza fra decima e undicesima tappa: 100 m, a piedi circa 1 minuto sui marciapiedi cittadini.

11 - Teatro sociale, Mary Shelley[modifica]

Gli interni del Teatro Sociale.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 11.

Proseguendo lungo la facciata sud del Duomo, arriviamo in piazza Verdi dominata alla nostra destra dall'imponente mole del Teatro Sociale. Il teatro costruito tra il 1813 e il 1821 ha avuto l'onore di ospitare una stagione della Scala di Milano quando questa fu gravemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Il Teatro è anche ricordato negli aneddoti di Mary Shelley nel suo libro A zonzo per la Germania e per l'Italia quando vi si reca per assistere alla Lucia di Lammermoor e può ammirare il velario con il ritratto di Plinio il Vecchio dipinto da Alessandro Sanquirico.

La frequentazione dei territori lariani aveva offerto alla scrittrice il sottofondo culturale per la più famosa delle sue opere, Frankenstein o il moderno Prometeo. I rimandi a Volta e ai Plinii, si trovano già nel primo capitolo quando il dottore Frankenstein resta colpito dagli studi sull'elettricità al punto da abbandonare le letture dei naturalisti del passato, eccetto «Plinio e Buffon, tanto utili quanto interessanti». Inoltre, nella seconda edizione del romanzo, Mary Shelley, cambia la storia della moglie-sorellastra dello scienziato, facendola diventare la figlia di un patriota italiano incarcerato dagli asustriaci e adottata durante un soggiorno a Como.

Giunti a questo punto del percorso si può scegliere tra alcune varianti. Il percorso base si dirige alla dodicesima tappa percorrendo un paio di chilometri sul lungolago di levante per poi tornare qui al Teatro Sociale e proseguire verso l'imbocco della mulattiera che conduce a Brunate.

Una prima alternativa è quella di rimandare la dodicesima tappa e quindi proseguire l'itinerario fino alla fine e poi recarsi alla dodicesima tappa dopo aver preso la funicolare in discesa da Brunate che riporta a metà strada del lungolago di levante.

Una seconda variante, consigliata a chi non vuole affrontare la mulattiera in salita, è quella di recarsi prima alla tredicesima tappa per poi tornare al Teatro Sociale e quindi dirigersi alla dodicesima tappa e sulla via del ritorno prendere la funicolare in salita a Brunate e da lì proseguire l'itinerario. Maggiori dettagli sono forniti nella sezione dedicata alle varianti.

Distanza fra undicesima e dodicesima tappa: circa 2 km, a piedi circa 20 minuti sui marciapiedi cittadini e lungolago.

Distanza fra undicesima e tredicesima tappa: circa 600 m, a piedi circa 5 minuti sui marciapiedi cittadini.

12 - Piazzetta Baratelli, August Strindberg[modifica]

Punta Geno.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 12.

Dal Teatro Sociale, attraversando piazza verdi, ci dirigiamo in via Rodari che si apre su piazza Roma. Dal lato opposto della piazza, si può seguire il percorso pedonale - uno stretto passaggio - tra l'Albergo Terminus e il Palace Hotel. Attraversato il Lungolario Trieste, iniziamo a costreggiare il lago tenendolo alla nostra sinistra. Superato il porticciolo turistico, si giunge in piazza De Gasperi dove sorge la stazione di valle della funicolare che conduce a Brunate. Proseguendo sul lungolago, arriviamo al belvedere di punta Geno dove ora sorge l'omonima villa ma un tempo luogo del lazzaeretto cittadino di San Clemente come ricordato dallo scrittore svedese August Strindberg nel racconto del suo viaggio in Italia (Dall'Italia). In un aneddoto scrive del tragitto in barca da Como a Blevio:

«Passiamo sotto alcuni salici piangenti in germoglio, nei pressi di una villa inglese. C'è un piccolo padiglione su una lingua di terra. Attraverso una finestra con un'inferriata un mucchio di volti curiosi guarda fuori, ma mi stupisce che abbiano tutti il capo bianco.»

Per forza, sono teschi: memoria «della grande peste», gli dice il barcaiolo.

Spingendoci ancora oltre sul lungolago si giunge in Piazzetta Baratelli dove si trova un'ulteriore Little Free Library.

Distanza fra dodicesima e tredicesima tappa: circa 2,5 km, a piedi circa 25 minuti su lungolago e i marciapiedi cittadini.

13 - Museo civico, Giacomo Leopardi[modifica]

La facciata del Museo archeologico Paolo Giovio.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 13.

Da piazzetta Baratelli torniamo sui nostri passi fino al Teatro Sociale. Qui, tenendo il Teatro sulla sinistra, imbocchiamo via Bellini. Alla fine della via svoltiamo a destra in via Indipendenza e quindi alla prima a sinistra in via Vittorio Emanuele che ci conduce in piazza Medaglie d'Oro su cui si affaccia il Museo Civico.

Tra i tanti beni custoditi nel museo, vi è un manoscritto giovanile di Giacomo Leopardi del 1816, Appressamento della morte, rinvenuto da Zanino Volta, nipote di Alessandro, in un'ala dismessa del palazzo di famiglia al n. 62 di via Volta, nel 1862. Si presume che il manoscritto fosse stato dato in lettura a Pietro Giordani, poi passato a Vincenzo Monti per poi finire nelle mani di Volta. Nel 1825 Leopardi venne a Como tentando, senza successo, di recuperarlo.

Il Museo è aperto dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso ore 17.30). Ingresso euro 4 (tariffa intera), euro 2 (tariffa ridotta), gratis per i minori di 6 anni. Si consiglia di controllare il sito web dell'ente per aggiornamenti su orari, aperture straordinarie e costi.

Distanza fra tredicesima e quattordicesima tappa: circa 2,5 km, a piedi circa 60 minuti dapprima su marciapiedi cittadini e poi in salita sulla mulattiera (dislivello di 450 m).

14 - Mulattiera Como-Brunate, Alda Merini[modifica]

L'eremo di San Donato.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 14.

Dal Museo Civico il percorso riprende lungo via Balestra che ci conduce fuori dal perimetro delle mura medievali all'altezza della torre di San Vitale. Da qui superato il passaggio a livello si imbocca via Grossi che percorriamo nella sua interezza. Quando la strada curva e diventa via per Brunate si nota sulla sinistra una scalinata che segna l'inizio della mulattiera per Brunate. In prossimità delle scalette è posta una Little Free Library del percorso.

La mulattiera si arrampica in una rapida successione di tornanti verso l'eremo di San Donato. Prima di giungervi vi sono due bivi, al primo teniamo la sinistra al secondo la destra proseguendo sempre in salita.

L'eremo costruito nel XV secolo sul luogo di una precedente torre di avvistamento che divenne il campanile della chiesa, perse la sua funzionale originale di convento nel 1772. Pochi anni dopo fu venduto a privati e trasformato in abitazione: ancora oggi adibisce a tale uso.

Dall'eremo la mulattiera prosegue tagliando dapprima una strada asfaltata e giungendo poi nell'abitato di Brunate dove, poche decine di metri dopo esser diventata asfaltata, troviamo la Cappelletta della Sacra Famiglia.

La mulattiera, costruita nel 1817, è dedicata dal 2019 alla poetessa Alda Merini. I legami della letterata con il territorio sono da ricercarsi nelle sue origine. Il padre di Alda era un Brunatese figlio di conte disereditato per aver scelto di sposare una contadina del borgo, Maddalena Baserga, come la poetessa ricorda nell'incipit dell'autobiografia Reato di vita (1994):

«Mio padre, un intellettuale molto raffinato figlio di un conte di Como e di una modesta contadina di Brunate, aveva tratti nobilissimi. Taciturno e modesto, [...] fu il primo maestro»

In onore della poetessa Brunate ospita dal 2011 un premio letterario a lei intitolato.

La Merini era affezionata al suo paese d'origine, e amava raccontare un aneddoto collegato alla funicolare: a una sua lamentazione ipocondriaca

«Il mio cuore è attaccato a un filo»

un parente aveva risposto così:

«Ma va' là, ché il tuo cuore è attaccato al cavo della funicolare!».

Distanza fra quattordicesima e quindicesima tappa: 300 m, a piedi circa 5 minuti tra le viuzze di Brunate.

15 - Parco Volta, Penčo Slavejkov[modifica]

Il particolare edificio Hotel Bellavista.
L'audio-racconto legato al tema della tappa 15.

La mulattiera ci ha portato nell'abitato di Brunate: la strada asfaltata che ha preso il posto del selciato termina in via Volta. Attraversata la strada sulla destra c'è il percorso pedonale che conduce al comune e da lì a via Monti. Attraversata via Monti il percorso prosegue per una ventina di metri fino ad un bivio dove giriamo a sinistra. Da qui raggiungiamo in pochi passi piazza Bonacossa dove si trova anche la stazione di monte della funicolare che parte dal lungolago di Como.

Arrivando nella piazza sulla destra si nota facilmente la fontana al cui fianco è posta la breve scalinata che conduce al giardino pubblico Alessandro Volta. All'interno del giardino è presente il busto bronzeo del poeta bulgaro Penčo Slavejkov, ivi collocato nel 2007 dal governo bulgaro in occasione del 95° anniversario della morte del poeta che aveva scelto Brunate come dimora per gli ultimi anni della propria vita. Il poeta morì il 10 giugno del 1912, all'età di 46 anni, nella stanza numero 4 dell'Hotel Bellavista, l'edificio dal vivace colore giallo che si può notare dal parco stesso. In ricordo della presenza dell'illustre ospite è stata apposta sulla parete dell'edificio una targa con questi suoi versi:

«Qui terminare i giorni a me conceda Iddio
Solo e lontano dal caro suol natio.».

Distanza fra quindicesima e sedicesima tappa: 1,5 km, a piedi circa 25 minuti sulle vie di Brunate ed un tratto di mulattiera in salita (dislivello 150 m).

16 - Faro Voltiano[modifica]

Vista dal basso del Faro Voltiano

Per chiudere il percorso si esce dal parco passando alla sinistra dell'edificio della biblioteca. Il passaggio pedonale porta alla piazza della chiesa che va attraversata per imboccare via Beata Maddalena Albrici. Dopo pochi metri, al bivio con via al Zocc si tiene la destra sempre per via Beata Maddalena Albrici: qui inizia il tratto in salita. Alla fine della via si segue a sinistra in via Scalini. Poco dopo il bivio con via Varesello si attacca sulla destra di via Scalini la mulattiera per San Maurizio. La mulattiera sale verso San Maurizio tagliando più volte la strada carozzabile ricongiungedosi infine ad essa sulla piazza antistante la chiesa di San Maurizio.

Nella zona alberata al centro della piazza si trova l'ultima delle Little Free Library del percorso. Sulla piazza, tenendo la chiesa sulla destra, vediamo davanti a noi il proseguimento di via Scalini che conduce, dopo essere diventata pedonale, al Faro Voltiano. Affrontando i 143 gradini della scala a chiocciola interna si può ammirare dalla balconata della lanterna larga parte dell'arco alpino nonché avere una visione d'insieme dell'itinerario fatto da Cernobbio a qui.

Per gli orari di apertura del Faro Voltiano si veda la pagina web del gestore . Ingresso euro 2 (tariffa intera), euro 1 (tariffa ridotta fino ai 18 anni).

Deviazioni[modifica]

Cernobbio: la Riva e il Giardino della Valle[modifica]

Giunti alla seconda tappa, Villa Besana Ciani, prima di dirigersi verso la terza ci si può concedere una visita a Cernobbio raggiungendo due Little Free Library.

Da Villa Besana Ciani, si prosegue lungo la via fino a raggiungere l'incrocio con via Garibaldi. Sulla destra si apre piazza Risorgimento caratterizzata dalla fontana di marmo e da cui si può godere di una vista panoramica su tutto il primo bacino del lago. Oggi la riva di Cernobbio è un'ampia promenade verdeggiante con alberi, panchine, locali, in fondo alla quale si trova l'imbarcadero in stile Libery (realizzato nel 1906) da cui partono i battelli alla scoperta del lago. Lungo la riva sorgono anche i monumenti a Garibaldi e ai Caduti. In piazza Risorgimento è posta una delle Little Free Library di Cernobbio.

Tornando in via Garibaldi e percorrendola fino in fondo si giunge alla via Vecchia Regina; svoltando a destra e percorrendola per 400 m si trova sulla sinistra l'imbocco di via Adda. Questa strada senza uscita conduce al Giardino della Valle, un orto botanico ricavato in un ex-discarica abusiva risanata: all'interno del giardino si trova un'altra Little Free Library.

Salita a Brunate con la funicolare[modifica]

Si può raggiungere Brunate anche con la funicolare. La stazione di base delle funicolare si trova in piazza De Gasperi sul lungolago a circa metà strada del percorso che collega l'undicesima e la dodicesima tappa. Gli orari e i prezzi della funicolare sono consultabili sul sito: la corsa dura circa 10 minuti, tuttavia in alta stagione va messa in conto la possibilità di dover fare la coda alla stazione dovendo aspettare la seconda o terza corsa prima di poter salire.

L'uscita dalla stazione di arrivo a Brunate si apre su piazza Alberto Bonacossa. Da qui diregendosi verso la cascatella artificiale su roccia che chiude la piazza a nord, si individuano facilmente i gradini che conducono al parco della biblioteca dove vi è il busto di Pencho Slavejkov, quindicesima tappa dell'itinerario.

Sicurezza[modifica]

Nei dintorni[modifica]

Itinerari[modifica]

Altri progetti

ItinerarioGuida: l'articolo rispetta le caratteristiche di un articolo usabile ma in più contiene molte informazioni e consente senza problemi lo svolgimento dell'itinerario. L'articolo contiene un adeguato numero di immagini e la descrizione delle tappe è esaustiva. Non sono presenti errori di stile.