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Forre laviche del Simeto
Le forre viste dal Ponte dei Saraceni
Tipo area
Stato
Regione
Territorio
Superficie
Anno fondazione

Forre laviche del Simeto è un'area protetta situata in Sicilia.

Da sapere[modifica]

Le Forre laviche del Simeto sono gole, con pareti di altezza variabile tra i 5 e i 15 metri, scavate dal fiume Simeto nel basalto formatosi in seguito a colate laviche provenienti dall'Etna.

Cenni geografici[modifica]

Le Forre comprendono un territorio ricandente nei comuni di Bronte, Randazzo, Adrano, e Centuripe.

L'area è relativa all'alveo del fiume Simeto da contrada Santa Domenica, in territorio di Adrano, sino alle gole in contrada Cantera, nelle vicinanze di Bronte.

In questi luoghi si alternano zone in cui il fiume scava profonde gole, dette forre, nella roccia vulcanica con meandri, cioè zone dove in cui il fiume si allarga e rallenta la sua corsa.

Flora e fauna[modifica]

Sui costoni lavici che costituiscono le sponde si osservano varie specie tipiche dei boschi e della macchia mediterranea come l'olivastro (Olea europea sylvestris), il leccio (Quercus ilex), il bagolaro (Celtis australis), ecc. Le sponde sabbiose ospitano tamerici (Tamarix africana, Tamarix gallica), specie definite importanti nel formulario presentato dalla Regione, oleandro (Nerium oleander) ed euforbia arborea (Euphorbia dendroides). Nei pressi del Ponte dei saraceni si incontra una boscaglia ripale a salici (Salix alba, Salix purpurea) e pioppo nero (Populus nigra). Notevole la presenza, sempre nei pressi del Ponte dei Saraceni, di piante tipiche della aree costiere e salmastre come Salsola verticillata, Atriplex halimus e Atriplex portulacoides.

Tra i mammiferi si possono avvistare la volpe (Vulpes vulpes), l'istrice (Hystrix cristata), il riccio (Erinaceus europaeus), il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus) e la lepre (Lepus europaeus).

Le specie avicole comprendono uccelli stanziali ed migratori. Viene riportata la presenza di migratori abituali quali Falco peregrinus e Charadrius dubius. A volte è stato avvistato l'airone cenerino (Ardea cinerea), che sosta in migrazione per la ricchezza di anfibi da predare; nella vegetazione si nasconde il porciglione (Rallus aquaticus), poco idoneo al volo e dal corpo adatto a vivere nel canneto, alcune specie di rapaci diurni tra i quali la poiana (Buteo buteo), il gheppio (Falco tinnunculus), e, nelle zone interessate dai pascoli e dalla bassa vegetazione, ancora oggi si può osservare la bella coturnice (Alectoris graeca), un tempo molto diffusa. Tra i rapaci notturni sono segnalati il barbagianni (Tyto alba), mentre nelle aree più alberate frequenti sono sia l'assiolo (Otus scops), che la civetta (Athene noctua). Nelle pareti rocciose nidifica infine il colombaccio (Columba palumbus).

Tra gli anfibi nel greto del fiume si possono incontrare la rana verde (Rana esculenta), la raganella (Hyla arborea), il discoglosso dipinto (Discoglossus pictus) e alcune specie di rospi (Bufo bufo spinosus e Bufotes viridis).

È stata inoltre rilevata la presenza di diverse specie di rettili: la biscia dal collare (Natrix natrix), la biscia viperina (Natrix maura), il colubro leopardino (Elaphe situla), diverse specie di lucertole (Lacerta bilineata, Podarcis sicula) che si nascondono nella macchia mediterranea e gli anfratti lavici; inoltre è stata rilevata la presenza della tartaruga palustre siciliana (Emys trinacris).

Rara e quasi del tutto assente la fauna ittica. Merita infine una menzione la presenza del granchio di fiume Potamon fluviatile.

Cenni storici[modifica]

Il Ministero dell'Ambiente, nel 2000, inserisce il territorio nell'elenco dei Siti di Interesse Comunitario, i cosiddetti siti Natura 2000, con l'obiettivo della conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche del luogo.

Successivamente, nel 2005 la Regione Siciliana, recepisce il Decreto del Ministero dell'Ambiente del 2000 emettendo formale provvedimento. Nel 2006 l'assessorato al territorio e ambiente della Regione Siciliana approva le cartografie.

Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

  • 37.46666715.0638891 Aeroporto di Catania (Aeroporto di Catania Fontanarossa "Vincenzo Bellini"; IATA: CTA), Via Fontanarossa, 20, Fontanarossa, +39 0957239111. 00:00-24:00. Aeroporto per voli nazionali e internazionali. Aeroporto di Catania-Fontanarossa quì su Wikivoyage Aeroporto di Catania-Fontanarossa su Wikipedia aeroporto di Catania-Fontanarossa (Q540273) su Wikidata

In auto[modifica]

Alle Forre si accede percorrendo la strada provinciale di fondo-valle SP94 che collega Adrano e Bronte e la provinciale per Cesarò.

Permessi/Tariffe[modifica]

L'accesso è libero.

Come spostarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Forre laviche del Simeto

Il miglior modo per visitare il parco è di utilizzare l'auto da lasciare vicino al punto in cui si vuole effettuare la visita.

Cosa vedere[modifica]

Ponte Normanno
  • 37.80426614.7964191 Ponte Normanno (Ponte di Serravalle) (dalla SP87 per svoltare sulla SP 17III, superando il Ponte della Cantera sul Simeto per poi andare dritto al bivio invece di proseguire lungo la strada principale). Questo ponte attraversa il fiume Serravalle che sfocia nel Simeto e scorre in una gola che è parzialmente scavata nella roccia lavica e può essere esplorata a piedi con un certo sforzo. È posto nella vicina fattoria Serravalle con l'ex Chiesa di San Francesco di Paola e la confluenza con il Simeto posto a poca distanza.
  • 37.8035814.7962592 Chiesa di S. Francesco di Paola (chiesa della Placa di Serravalle).
  • 37.76733314.7998743 Ponte Passopaglia (dalla SP211 svoltare verso il Simeto). Da questo ponte si può vedere un'altra zona del Simeto
  • 37.7658114.7980464 Antica cartiera araba (Grangia della Ricchisgia). Un antico nucleo agricolo-industriale.
  • 37.76162714.7946285 Punto Panoramico (lungo la SP211 presso uno slargo). Da questo punto si può vedere agevolmente il Simeto e le forre
  • 37.72955214.783076 Ponte Pietrerosse, Passo Paglia (svoltare dalla SP94). Più in basso lungo la valle del fiume il Simeto si snoda in una pianura ghiaiosa dove si trova questo ponte. In prossimità del ponte si ammirano le rocce quarzarenitiche di Pietrerosse, lungo la sponda sinistra del fiume verso monte sino a contrada Barrili è presente una parete lavica lunga di oltre 1 km ricoperta da una fitta macchia mediterranea.
Ponte dei saraceni
  • 37.70111114.87 Ponte dei Saraceni (o di Carcaci). Nel corso ulteriore del fiume il letto del Simeto torna ad essere tagliato di nuovo nel basalto con dei prismi basaltici originatisi dalle prime effusioni basaltiche dell'Etna (tra 200.000 e 100.000 anni addietro). Questo ponte del XII secolo in origine, faceva parte di un importante asse di collegamento tra le città di Troina, prima capitale del regno di Ruggero I di Altavilla, e di Catania. Ponte dei Saraceni su Wikipedia Ponte dei Saraceni (Q1839807) su Wikidata
Acquedotto Biscari
  • 37.66288814.7918888 Acquedotto Biscari (Ponte Biscari) (dalla SP94 si svolta in 37.66563614.7996532 questa strada, oppure dalla SS575). Convoglia in un condotto chiuso le acque delle sorgenti e le incanala verso il feudo di contrada “ Ragona” o “Aragona”. L’acquedotto attraversa il fiume Simeto nel territorio tra i comuni di Adrano e Centuripe. La condotta è costituita da 31 archi a sesto acuto per una lunghezza di circa 400 metri. Negli anni trenta del secolo scorso crollò la parte centrale, a causa di una forte piena, e il passaggio dell'acqua fu garantito da una grande arcata in cemento. Fu costruito per iniziativa del Principe Biscari, Ignazio Paternò Castello, la prima volta nel 1761-1776 e a seguito del crollo una seconda volta nel 1786-1791. Jean Houel, pittore ed architetto francese, nel suo “Voyage pittoresque...” scrisse: "Egli [il principe] ha fatto costruire un acquedotto che per ardimento e dovizia è degno di rivaleggiare con quelli romani... Si tratta di una costruzione di utilità immensa che tanto più è costata al generoso Principe in quanto ha dovuto superare difficoltà di ogni genere". La realizzazione dell’acquedotto, sostenne l’ammodernamento dell’agricoltura che diventò, grazie alla disponibilità dell’acqua, sempre più specializzata soprattutto con la coltivazione del riso. Acquedotto Biscari (Q110414356) su Wikidata
  • Grotte dei Saraceni, Torrente Saracena.
  • Masseria Lombardo (Museo dell'antica civiltà contadina).
  • 37.69305614.8059 Mendolito. Mendolito su Wikipedia Mendolito (Q1920365) su Wikidata
  • Cappella di Santa Domenica.
  • Sorgenti delle Favare.


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Dove mangiare[modifica]


Dove alloggiare[modifica]


Sicurezza[modifica]


Come restare in contatto[modifica]


Nei dintorni[modifica]


Altri progetti

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