Dovadola | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Emilia-Romagna | |
Territorio | Appennino romagnolo | |
Altitudine | 135 m s.l.m. | |
Superficie | 38,97 km² | |
Abitanti | 1.575 (2019) | |
Nome abitanti | Dovadolesi | |
Prefisso tel | +39 0543 | |
CAP | 47013 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | Sant'Andrea Apostolo (30 novembre) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Dovadola è un centro dell'Emilia-Romagna.
Da sapere
[modifica]Cenni geografici
[modifica]Sui primi rilievi dell'Appennino romagnolo, nella valle del fiume Montone, dista 26 km da Galeata, 20 da Forlì, 9 da Rocca San Casciano, 8 da Castrocaro Terme, 10 da Terra del Sole. È uno dei comuni della Romagna toscana, ossia quell'area di territorio romagnolo che fece parte del Granducato di Toscana e, dopo l'Unità, della provincia di Firenze fino al 1923, quando venne aggregata alla provincia di Forlì e all'Emilia-Romagna.
Cenni storici
[modifica]Probabilmente il paese trae origine dall'esistenza di due guadi del fiume Montone a poca distanza l'uno dall'altro . L'abitato sorse su una rupe che sovrasta il fiume. Nella valle dove sorge Dovadola si riscontra la presenza umana sin dalla preistoria. L'esistenza di un centro abitato in epoca romana è testimoniata dall'archeologia (ritrovamenti di tombe romane e di monete battute).
Furono i Longobardi, tra VII e VIII secolo, a ripopolare il paese dopo la terribile Guerra gotica. Tra VIII e IX secolo l'arcivescovo di Ravenna, che dominava tutta l'area dalla Toscana al Po, fece costruire la prima rocca sullo spuntone roccioso che domina il paese. Nel XIII secolo divenne conte di Dovadola Marcovaldo (Markward) dei conti Guidi, figlio di Guido Guerra III, capostipite della famiglia per nomina dell'imperatore Enrico IV. Per ordine di Marcovaldo il castello fu ampliato: nuova cinta muraria, bastioni e palazzo signorile.
Nel 1255, il conte Ruggero, figlio e successore di Marcovaldo, e il Comune di Dovadola, si affidarono al Comune di Forlì con un apposito atto di accomandigia. Nel 1405 i Guidi cedettero il feudo di Dovadola alla Repubblica di Firenze, che allargò nel tempo i propri domini in Romagna (Romagna toscana). Dovadola seguì le vicende di Firenze fino all'annessione al Regno di Sardegna (marzo 1860).
Con la fondazione del Regno d'Italia fu assegnata alla Provincia di Firenze.
Solamente nel 1923 Dovadola, insieme alla maggior parte dei comuni della Romagna toscana, venne accorpata alla Provincia di Forlì.
Come orientarsi
[modifica]Come arrivare
[modifica]In auto
[modifica]- Da nord: Autostrada Adriatica A14 direzione Ancona, uscire al casello di Faenza, proseguire in direzione di Faenza, attraversare la frazione Santa Lucia delle Spianate, Casone, prendere la SS 67 in direzione di Dovadola.
- Da sud: Autostrada Adriatica A14 direzione Bologna, uscire al casello di Forlì, proseguire in direzione di Forlì, SS 67, attraversare Forlì, Predappio e continuare sulla SP 47 in direzione di Dovadola.
- Da Forlì prendere la SP 3 in direzione di Predappio, continuare sulla SP 47 in direzione di Dovadola (SP 104).
- Da Ravenna prendere la SS 16 Adriatica, continuare sulla SS 67 in direzione di Forlì, attraversare Forlì, Predappio, continuare sulla SP 47 in direzione di Dovadola (SP 104).
In treno
[modifica]- Stazione ferroviaria di Forlì (distante 36 km circa), linea Bologna - Rimini - Ancona - Bari - Lecce. Da Forlì servizio autobus di linea extraurbana "ATR" (Linea 127 Muraglione - S.Benedetto - Portico - Rocca S.Casciano - Forlì).
In autobus
[modifica]- Autolinee ATR (Azienda Trasporti Romagnoli), è la principale azienda di trasporto pubblico che opera nella Provincia di Forlì-Cesena.
- Da Roma Autolinee Sulga
Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]- 1 Chiesa di Sant'Andrea, Via Benedetta Bianchi Porro, 6, ☎ +39 0543 934676. Sorge su un'altura oltre il fiume Montone. Fondata dai monaci cluniacensi prima dell'anno Mille, la prima menzione risale all'anno 1116. Nel XV secolo la chiesa venne restaurata assumendo l'aspetto, in stile rinascimentale toscano, che conserva tuttora. Nell'edificio si possono ammirare interessanti affreschi del '500 e pregevoli dipinti del XVI secolo di scuola romagnola e bolognese. La chiesa conserva le spoglie della venerabile dovadolese Benedetta Bianchi Porro ed è meta di pellegrinaggi.
- 2 Eremo di Montepaolo. Antonio di Padova nella primavera del 1221 incontrò san Francesco ad Assisi, dove fu notato per le sue doti di predicatore ed inviato in un eremo a Montepaolo, dove già risiedeva una piccola comunità di frati. Per lo studio e la preghiera personale, Antonio usava una grotta naturale che era presente sulla collinetta boscosa dell'eremo. Nel 1222, dopo una sorprendente e inaspettata predica da lui tenuta per obbedienza al vescovo, a Forlì, e che costituì la sua prima predica pubblica, Antonio fu chiamato a svolgere a tempo pieno il servizio di predicatore e dovette lasciare Montepaolo.
Vi soggiornò una seconda volta per breve tempo nel 1228 quando, diventato Provinciale dell'Ordine, dovette compiere la visita canonica presso tutte la comunità della propria provincia.
I frati francescani nel corso degli anni abbandonarono l'eremo, e l'accesso stesso alla grotta nel XVII secolo fu impedito da una frana. Nel 1629 il nobile Giacomo Paganelli di Castrocaro fece costruire sulla collina di Montepaolo una cappella in onore a sant'Antonio di Padova, come ex voto. Nel 1790 la cappella venne ampliata, vi si costruì accanto una casa canonica mentre la grotta veniva resa di nuovo accessibile; ma solo nel 1898 i frati tornarono ad abitare l'antico eremo. Il 15 agosto 1905 la grotta, oggetto di ulteriori lavori di restauro, venne benedetta, mentre il 29 giugno 1908 il Vescovo di Forlì Raimondo Jaffei, amministratore della Diocesi di Modigliana, pose la prima pietra del nuovo Santuario, che fu consacrato, il 7 settembre 1913, dal vescovo di Modigliana Luigi Capotosti.
Nel 1932 si completò la costruzione del campanile annesso alla Chiesa, neogotica.
Verso la metà degli anni Novanta, vi giunse come rettore padre Ernesto Caroli, che restaurò il Santuario e vi ravvivò la vita spirituale rimanendo in carica fino al 2003.
Dopo la partenza della comunità francescana dei Frati minori, l'eremo è oggi abitato dalle Monache clarisse, precedentemente dimoranti nel Monastero di santa Chiara di Faenza.
All'interno della chiesa è custodita una reliquia del Santo, recentemente prelevata dal corpo custodito presso la Basilica di Sant'Antonio di Padova. Nei pressi del santuario, seguendo il "sentiero della speranza", si raggiunge la piccola cappella ("grotta"), che ricorda il luogo in cui il Santo secondo la tradizione si raccolse in preghiera. Il "viale dei mosaici" mostra invece la storia del santuario.
Il Cammino di Sant'Antonio e di Assisi
L'eremo di Montepaolo è il punto di passaggio del Cammino di Sant'Antonio che parte da Camposampiero (Pd) e dalla Basilica del Santo (Pd) e si dirige al santuario francescano de La Verna. Dall'eremo ha pure la sua partenza il pellegrinaggio detto Cammino di Assisi. - 3 Mura urbane. Nella parte nord del centro storico, nell'isolato compreso tra le vie Garibaldi e Ranieri Biscia a sud e Carbonaie a nord, si possono osservare imponenti resti della cinta muraria tre-quattrocentesca tra cui tre grosse torri circolari (al giorno d'oggi sono parzialmente inglobate in case di abitazione).
- 4 Rocca. La rocca venne edificata in una zona che fino dall'antichità rivestiva un ruolo di primaria importanza nel controllo dei valichi appenninici. Già probabilmente sede di un castrum romano, l'attuale rocca si erge in prossimità di baluardi longobardi che sorvegliavano le zone vicine ai territori bizantini. Le prime attestazioni della rocca risalgono al 1021 sebbene l'edificio attuale si debba far risalire al XIII secolo. La rocca sorge su uno sperone di roccia puddinga che domina il centro del paese. Sebbene l'incuria degli ultimi secoli l'abbia danneggiata in numerosi punti essa rimane, tra tutte le fortificazioni appartenute ai conti Guidi, quella nel miglior stato di conservazione: è intatta per quanto riguarda alcune strutture quali cortine, i bastioni ed il mastio, ma le rimanenti strutture versano in grave stato di abbandono.
La fortezza consta di tre piani o meglio di tre blocchi sovrapposti e concatenati da passaggi obbligati che collegano l'ingresso principale alla sommità del mastio. L'ingresso era munito di ponte levatoio di cui sono ancora visibili le corsie delle travi di sollevamento; tramite un ponte conduce nel cortile interno circondato dal mastio e dalle cortine difensive.
Il mastio è costruito su 5 piani, di cui due sotterranei.
Eventi e feste
[modifica]Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Osteria dei Conti, Piazza della Vittoria, 1, ☎ +39 366 4606712.
- 2 Antica Osteria, Piazza Cesare Battisti.
- 3 Pizzeria Ristorante bar Da Gino, Viale G. Zauli da Montepolo, 25, ☎ +39 0543 934753.
Dove alloggiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Romagna B&B Garibaldi, Via Giuseppe Garibaldi, 22, ☎ +39 0543 1995656.
Sicurezza
[modifica]- 1 Farmacia Due Ponti, Piazza della Vittoria, 2, ☎ +39 0543 934641.
- 2 Corpo Forestale, Piazza Guglielmo Marconi, 6, ☎ +39 0543 933130.
Come restare in contatto
[modifica]Poste
[modifica]- 3 Poste italiane, Piazza della Vittoria, 4, ☎ +390543933193.
Nei dintorni
[modifica]- Forlì — L'abbazia di San Mercuriale, il Duomo, il complesso museale di San Domenico caratterizzano il centro storico di questa antica città che fu la Forum Livii romana.
- Rocca San Casciano
- Terra del Sole — Città di fondazione, fu voluta da Cosimo I de' Medici nel Cinquecento per farne la capitale della Romagna toscana e l'avamposto fortificato verso le terre pontificie. Conserva le mura, i bastioni, i castelli, i palazzi del potere granducale fiorentino.
- Castrocaro Terme — Il suo nome è noto ai più per il suo festival di voci nuove, ma la città è soprattutto una importante stazione termale fra le più frequentate del nord Italia.
Itinerari
[modifica]Informazioni utili
[modifica]- 4 Pro Loco dovadolese, Via del Canale, 13, ☎ +39 0543 933200.
Altri progetti
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