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Cenni storici[modifica]

La preistoria[modifica]

Le popolazioni che abitavano la Brianza non risalgono più in là del Neolitico. L'età del bronzo è rappresentata dagli stanziamenti di palafitticoli delle zone lacustri. L'età del ferro è rappresentata dalle numerose necropoli sparse qua e là anche nelle zone pianeggianti. Si trattava di popolazioni che, abbandonato il nomadismo, si organizzarono in comunità dedite alla caccia e all'allevamento.

L’agricoltura venne introdotta molto lentamente; gli strumenti di pietra levigata furono sostituiti da strumenti di metallo. Anche gli usi e i costumi funerari cambiarono dell'inumazione dell'incinerazione; Le necropoli vennero edificate ancor prima dei centri abitati.

Gli oggetti ritrovati durante gli scavi erano di uso comune e appartenenti a una popolazione dedita al lavoro della terra, molto meno alle armi di cui rimangono pochissimi esemplari.

Alle primitive popolazioni lombarde si suol dare il nome di Liguri, che in principio sconfinavano largamente dall'odierna Liguria; Si trattava di popolazioni appartenenti ad un epoca precedente all'età romana almeno di otto, nove secoli.

I Celti[modifica]

L'invasione celtica avvenuta in un periodo non ben calcolabile pose fine all’età preistorica. Una delle più grandi invasioni celtiche avvenne nel IV secolo a.C.; il culto delle divinità materne era praticato nelle culture agricole e così era anche tra i celti, il quale dal X secolo a.C. iniziò una serie di migrazioni verso diverse regioni europee. Il grosso della popolazione celtica si stabilì nel Nord Italia, e una tribù in particolare, gli Insubri, si stabilì nell'area di Milano-Brianza intorno al III secolo a.C.

L'Era romanica[modifica]

Cornate fu centro di battaglie tra romani e galli: durante le guerre puniche, il comandante Annibale, riuscì a “convertire” alla sua causa tutti i popoli che avevano fatto degli accordi con il popolo Romano, cioè, con la scusa di essere un liberatore convinse tutti i popoli barbari ad attaccare la potenza italiana. I Galli riuscirono a conquistare Piacenza e Cremona ma nel 222 a. C. l’esercito romano mosse verso la Gallia Cisalpina; i Galli resistettero sulle rive dell’Adda tra Cornate e Trezzo. Inizialmente il popolo Gallo ebbe il sopravvento ma poi la situazione si ribaltò con l’arrivo dei rinforzi dei cenomani, un popolo bresciano.

Venne istituito poi un fitto groviglio di strade ora del quasi tutto scomparse o risultanti da qualche toponimo che si riferisce ad antichi collegamenti. Queste strade erano collegate con le principali arterie a traffico intenso. L'antico villaggio di Cornate si trovava nella centuriazione romana, una suddivisione del territorio agricolo pubblico. Le sue origini sono testimoniata da un’iscrizione romana rinvenuta nella parte inferiore del campanile della Chiesa di San Giorgio essa è stata scritta in diversi modi e consiste in una dedica di un tale Sesto o Sesticio, "Matronis et Vicanis". Le Matrone erano divinità femminili di origine celtica. Le loro lapidi si trovano in luoghi che rivestivano una certa importanza nell'organizzazione sociale delle popolazioni rurali l’interpretazione del termine "Vicanis" sembra indicare gli abitanti del vicus (villaggio):la dedica verrebbe così chiamato il vincolo sacrale che lega la popolazione alle sue divinità, le matrone.

La presenza del fiume Adda dovette rivestire un’importanza rilevante nella storia e nell'economia di Cornate. Di qui passava una strada romana che dal Veneto conduceva in Liguria e da Medolago risaliva a Porto d'Adda ,dirigendosi poi verso Cornate anche se non esistono documenti attestanti l’entità dei traffici convergenti in questo punto, essi, grazie all'agibilità del guado, dovettero essere consistenti ed il ritrovamento intorno a cornate di monete romane di epoca Imperiale sembra comprovarlo.

I Longobardi[modifica]

La prima notizia storicamente fondata su Cornate risale alla fine del VII secolo, intorno al 690, anno in cui si scontrarono Alachis, Duca di Trento e di Brescia, ed il re Longobardo Cuniberto, costretto a difendere con le armi la sua sovranità, dopo che il duca aveva cercato di usurpargli il trono.

L’esito della battaglia fu positivo per Cuniberto che, per immortalare l’impresa, fece costruire un edificio sacro, dedicandolo a San Giorgio, venerato nel Medioevo come protettore delle milizie.

Alcuni storici sostengono che Cuniberto avesse fatto erigere a Cornate un vero e proprio monastero, altri pensavano che il termine “monasterium" altri pensarono che il monastero fosse un chiostro di sacerdoti secolari viventi in comune sotto l’arciprete, con l’obbligo di officiare la chiesa di Cornate. Secondo gli studi di monsignor Ambrogio Palestra a Cornate venne costituita da un nobile, una vera canonica regolare.

Queste canoniche ricevettero un notevole impulso dal Concilio Lateranense secondo nel 1179, al quale si devono le none circa la limitazione del numero dei canonici. I religiosi che ne facevano parte era obbligati ad accettare una vita comunitaria che implicava l'officiatura corale e l’adempimento di tutti i doveri connessi al ministero parrocchiale. A differenza dei monaci, essi, erano presenti nella vita attiva cioè si impegnavano nella costruzione di chiese, nel restauro di chiese abbandonate, il mantenimento del decoro degli altari, la celebrazione della messa cantata quotidiana, la recitazione preghiera liturgica e la correzione dei costumi dei fedeli. Le canoniche regolari (come San Giorgio) non ebbero lunga vita. La canonica di Cornate dovette cessare di svolgere le sue funzioni già prima del 1466 e nel secolo successivo San Carlo ne decretò la definitiva soppressione assegnando dignità e redditi alla chiesa Collegiata di San Lorenzo Maggiore di Milano.

Medioevo[modifica]

La crisi imperiale del III secolo a.C. diede vita ai primi tentativi barbarici di assalire l'Italia. I primi a muoversi furono i Franchi,Alemanni e Goti. Dopo Costantino e Teodosio l'impero si divise, ma sull'Impero d'Occidente si aprì una nuova epoca di invasioni. Dopo le numerose invasioni l'Impero d'Occidente finì. Iniziarono così le dominazioni barbariche. Nel 568 scesero i Longobardi e l'Italia rimase divisa in due parti. Il loro dominio durò due secoli.

I Longobardi furono in deciso contrasto con l'elemento latino cattolico. Per i Longobardi ci volle una lentissima conversione al cattolicesimo. Che Campus Coronatae fosse un importante centro longobardo si desume dal ritrovamento, avvenuto tra il 1976 e il 1978 in località San Martino, cinque tombe che risultano essere appartenute a personaggi di alto ceto sociale, se si considerano gli oggetti ritrovati al loro interno (crocette dorate, anelli marchiati. La lavorazione dell’oro era abbastanza praticata dai Longobardi).

Si svolgeva quel fenomeno dell'età Alto Medioevo del feudalesimo in cui la società rimase divisa in rigide classi sociali: una nobiltà feudale mantenuta dai redditi agrari provenienti dai loro possedimenti terrieri, un’attiva borghesia che faceva di tutto per liberarsi dai vincoli feudali, i servi legati al padrone da un vincolo personale. A soffrire soprattutto erano i contadini costretti ad una vita grama con pericoli tra cui pestilenze, carestie, malattie endemiche. Tutta questa serie di sciagure e malanni causavano una mortalità infantile altissima che comprometteva lo sviluppo demografico.

Gli abitanti di Coronate dovevano dovevano partecipare a queste condizioni di vita. A Cornate e a Colnago sorgevano numerose torri e castelli. Il campanile della Chiesa di San Giorgio può essere stato costruito sulla torre del castello, il quale includeva anche la Chiesa. Il Castrum Rauca (rocca) può essere identificato con la costruzioni difensive della Rocchetta. Tali costruzioni furono edificate al tempo dei Visconti, quando l'Adda divenne confine tra Milano e il regno veneziano. Fortezza e Chiesa era destinate ad un lento deperimento, finché furono inclusi nella parrocchia di Cornate.

Nel X secolo probabilmente Cornate era un villaggio di notevole importanza, in quanto vi troviamo edificati due castelli: il primo che racchiudeva la Chiesa di San Giorgio, il secondo chiamato Rauca cioè rocca. Un noto simbolo delľepoca medievale alľinterno del comune di Cornate è la torre medievale di via Castello a Colnago.

Le istituzioni feudali - lo stato di Milano[modifica]

Nel cinquecento furono nove i maggiori centri abitati lombardi, designati col nome di città. Il centro urbano principale era Milano, con 120.000 abitanti circa, venivano poi Cremona, Pavia, Como e Lodi.

Le istituzioni politiche[modifica]

Politicamente lo stato di Milano era, dal 1277 lo stato territoriale-dinastico dei Visconti e poi, nel 1450, degli Sforza. Nel 1535 era definitivamente di proprietà di Carlo V d'Asburgo. Francesco II Sforza confermò le riforme di Francesco I di Francia, e neppure la dominazione spagnola recò innovazioni sostanziali. L'Imperatore non compì infatti nessun tentativo di centralizzare il potere ma concesse una certa autonomia al Senato, simbolo della classe dirigente lombarda. Le nuove Costituzioni -opera di giuristi milanesi- lasciarono sostanzialmente inalterato l'Editto di Vigevano (che eliminò i consigli ducali, istituiti da Gian Galeazzo Visconti). Limitando l'autonomia del governatore, l'imperatore sfruttava l'antagonismo tra le due parti, per presentarsi sempre come arbitro ultimo tra i due poteri.

Il Feudo di Cornate nel XVI secolo[modifica]

Durante il cinquecento e il seicento, Cornate costituiva il contado della Bazzana ed era un villaggio rurale che si estendeva per circa quindicimila pertiche di superficie. La maggior parte della popolazione era dedita all'agricoltura. La condizione di vita di quest’ultimi era scarsa, povera e indigente. Costretti ad una vita di quotidiane miserie, tutti i membri delle famiglie si dedicavano completamente al lavoro, spesso trascurando gli obblighi morali imposti dalla Chiesa, come la partecipazione alle sacre funzioni e la separazione del marito dalla moglie. Erano anche soggetti a carestie, particolarmente gravi per l’agricoltura. I contadini dovevano far fronte al pagamento di carichi fiscali sempre più onerosi, a cui si aggiungeva il pericolo è il peso dell'alloggiamento dei militari. La popolazione cornatese sperimentò gli effetti deleteri dello stanziamento dei soldati nel suo territorio nei primi decenni del seicento. Il 18 ottobre 1538 il feudo di Cornate venne acquistato da Pagano d'Adda direttamente dalla Camera Regia.

Il Feudo di Cornate nel XVII secolo[modifica]

Nel XVII secolo il feudo di Cornate doveva conservare immutata la configurazione precedente. Tale feudo comprendeva il comune di Cornate, composto da circa 40 case strette intorno alla Chiesa parrocchiale, e da qualche cascina sparsa. In paese non vi erano osterie né panetterie o altri negozi alimentari. Anche nei dintorni non c’erano abitazioni di pubblici ufficiali, o carceri, o conventi o aziende. Quasi la totalità della popolazione era dedicata all'agricoltura. Lungo il fiume e la preghiera era possibile cacciare, ma la pesca nell'Adda era permessa solo alla famiglia Airoldo, abitante della cascina della Resega, per lire 80 di fitto all'anno.

Tutto il territorio del feudo era diviso in 500 appezzamenti di terreno variamente coltivato, di cui il più vasto si estendeva per circa 900 pertiche; gli altri appezzamenti erano divisi fra numerosi proprietari, per lo più residenti in città. Vi si coltivava ogni tipo di pianta ad eccezione del riso, ma particolarmente importante era la produzione del vino. Il gelso per la produzione del baco da seta non era ancora molto diffuso. L'economia della zona, basata all'agricoltura, aveva favorito il mantenimento del feudo, che si adattava ad una vita di mantenimento contadini e patriarcale. Cornate aveva mantenuto le sue istituzioni feudali, mentre altri, avevano approfittato della vendita dei feudi, avvenuta nel 1652, per redimersi dall'infeudazione. “Redimersi dall'infeudazione” voleva dire sottrarsi definitivamente dal controllo di un feudatario venendo così a dipendere direttamente dallo Stato.

La redenzione comportava il pagamento di una tassa che veniva divisa per il numero delle famiglie della comunità. L'essere liberi dal feudatario non comportava né la riduzione delle imposte né cambiamenti di qualche rilievo. I contadini generalmente non erano interessati alla redenzione, al contrario fautori della redenzione erano i proprietari di terreni che speravano, tolto il feudatario, di estendere la loro autorità sulla Comunità.

Le condizioni economiche di molti feudatari nella seconda metà del XXVI secolo erano spesso molto precarie e vicina al fallimento. Pur di mantenere il loro prestigio questi feudatari erano ricorsi a numerosi prestiti, impegnati a pagare anche i relativi interessi. La popolazione del feudo di Cornate nel 600 era in notevole aumento. Dai 538 abitanti del 1619 erano aumentati, nel 1686, a 670 abitanti e a 715 nel 1696, con un incremento annuo dello 0,3%. Queste cifre però comprendono anche gli abitanti di Porto d'Adda che, ecclesiasticamente, appartenevano alla parrocchia di Cornate. Si è comunque calcolato che essi fossero meno della metà del totale. In quanto all'organizzazione politica Cornate aveva un Consiglio Generale della comunità che consisteva in tre deputati, un sindaco e un console. La presenza del sindaco e del console anche nella seconda metà del 600 è comunque testimoniata da numerosi documenti che riportano persino nome e cognome di entrambi.

Bibliografia[modifica]

AA.VV, l'eternità di Cornate d'Adda, Curno, Ezio Parma ed., 2004

AA.VV, Cornate d'Adda dai Longobardi ad oggi, Ezio Parma ed. 2016

AA.VV, Vita Contadina Cornate d'Adda, Curno, Ezio Parma ed., 1994

AA.VV Cornate d'Adda profilo storico e socio-economico, Monza, Editrice Universale Monza, 1993