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Scandicci
Vecchia sede del Comune (1870), poi sede della Biblioteca e dal 2013 sede di varie attività tra cui l'Urban Center
Stato
Regione
Altitudine
Superficie
Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Patrono
Posizione
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Scandicci
Sito istituzionale

Scandicci (ex Casellina e Torri) è un comune in provincia di Firenze.

Da sapere[modifica]

Cenni geografici[modifica]

Il suo territorio si estende su una superficie delimitata dal fiume Arno, che forma il confine naturale a settentrione, fino alla valle del fiume Pesa a sud-ovest. Attraverso Scandicci e diverse frazioni passa il torrente Vingone. Il territorio di Scandicci è circondato dal verde dei suoi boschi, delle colline e da alcuni parchi.

Cenni storici[modifica]

Nei documenti ufficiali Scandicci compare per la prima volta in un documento di fine X secolo, ma si sono trovate tracce di insediamenti preistorici, ellenistici, senza contare quelli di epoca romana. Il comune nacque il 23 maggio 1774 con la fusione dei territori dei comuni di Casellina e di Torri, a cui nel 1833 furono sottratti alcuni territori a vantaggio di quello di Lastra a Signa. Il comune confinava allora con quelli di Legnaia, San Casciano in Val di Pesa, Montespertoli, Lastra a Signa e Brozzi. Curiosamente, il comune non aveva sede nel proprio territorio ma in un altro comune: la casa comunale era posta a Firenze, prima a Palazzo Albizi in via dell'Oriuolo (insieme con quella del Comune di Bagno a Ripoli).

Nel 1865 il comune di Casellina e Torri si annetté una parte del soppresso comune di Legnaia con le frazioni di San Bartolo eSanta Maria a Cintoia, Marignolle, San Lorenzo a Greve, Mosciano, Casignano e Scandicci ma allo stesso tempo perse la frazione de La Romola a vantaggio del comune di San Casciano in Val di Pesa. Dopo queste modifiche, il territorio comunale raggiunse i 70 km².

Nel 1866 si tenne la prima Fiera cittadina nata come semplice fiera del bestiame, essa si svolgeva in piazza Umberto I (oggi Piazza Matteotti) nella borgata nota col nome di Scandicci. Si organizzano tornei di tombola, corse di cavalli e durante queste occasioni arrivavano saltimbanchi e la banda suonava inni e marce. Proprio la nuova frazione di Scandicci fu scelta nel 1868 come nuova sede del palazzo municipale (in un luogo chiamato "Tabernacolo del marchese Baglioni") anche se il comune mantenne la vecchia duplice denominazione.

Il 28 febbraio 1921 la popolazione del luogo fu protagonista della difesa del paese contro una spedizione fascista, contro la quale furono erette barricate, abbattute dalle camicie nere solo con l'ausilio di un cannone.

Nel 1929, il comune assunse la denominazione di Scandicci. Negli anni successivi la cittadina viene ampliata territorialmente per andare ad inglobare le comunità di Cintoia, Marignolle e parte di Soffiano ma rimane un paesino fino agli anni sessanta quando una vera e propria ondata di immigrazione (soprattutto da Firenze, dalle campagne della provincia e da altre zone della Toscana), in poco meno di 10 anni, triplica la popolazione comunale. Risultato storico della fusione delle varie frazioni, il centro urbano si presenta oggi come un unico agglomerato chiuso in un quadrilatero con a nord e ad est Firenze, ad ovest il tracciato della Autostrada del Sole A1 e a sud la collina di Scandicci Alto.

Scandicci fu liberata dal nazifascismo il 4 agosto 1944.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Scandicci

Scandicci è tra i comuni più popolati della città metropolitana di Firenze. Col crescere di dimensioni della popolazione e con il conseguente sviluppo urbanistico, l'abitato di Scandicci si trova oggi sul confine della città di Firenze, con i due centri abitati che si uniscono senza un confine evidente.

Frazioni[modifica]

Le frazioni presenti nel territorio comunale sono: Badia a Settimo, Capannuccia, Casellina, Giogoli, Granatieri, Grioli, Le Bagnese, Olmo, Mosciano, Pieve a Settimo, Rinaldi, San Colombano, San Giusto a Signano, San Martino alla Palma, San Michele a Torri, San Vincenzo a Torri, Santa Maria a Marciola, Scandicci Alto, Vingone, Viottolone.

Come arrivare[modifica]

In auto[modifica]

È accessibile direttamente da:

  • Autostrada A1 (nel tratto Firenze-Roma) è presente il casello di Firenze-Scandicci.
  • SGC FI-PI-LI in direzione Pisa/Livorno accedendo da Viale Etruria (Firenze) e in direzione Sud dallo Svincolo Scandicci.

In autobus[modifica]

Tranvia, linea T1, aperta nel 2010, permette il collegamento diretto con il centro storico di Firenze.

Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

Architetture religiose[modifica]

Nel territorio comunale sono presenti numerose architetture religiose. Le più antiche risalgono al primo millennio dell'era cristiana.

Pieve di San Giuliano a Settimo
  • 43.769911.14941 Pieve di San Giuliano a Settimo, Via della Pieve, 44, +39 055 7310077, . Esistente forse già negli ultimi anni del regno longobardo (774). Presso la chiesa suffraganea di San Salvatore venne fondata all'inizio dell'XI secolo la celebre Badia a Settimo. Nel 1580 vene costruito l'oratorio della Compagnia. Tra il 1656 e il 1666 la chiesa venne rinnovata in stile barocco. Vennero costruiti quattro altari (dedicati rispettivamente a Sant'Antonio, al Santissimo Crocifisso, a Santa Lucia e a San Bartolomeo), venne inoltre costruita una cappella dedicata a Santa Maria e in facciata venne realizzato il porticato in stile neoclassico. Altri lavori si ebbero nel 1691 e interessarono la sacrestia. La chiesa consiste in una basilica a tre navate, divise da sei campate su pilastri quadrangolari e conclusa con tre absidi. La navata centrale è sopraelevata rispetto alle laterali e la copertura, originariamente era a capriate lignee ma oggi è a volte. È dotata di un campanile ed in origine probabilmente aveva anche una cripta. Pieve di San Giuliano a Settimo su Wikipedia pieve di San Giuliano a Settimo (Q3904628) su Wikidata
Chiesa di San Martino alla Palma
  • 43.750211.14382 Chiesa di San Martino alla Palma. Il toponimo, correlato con la dedicazione a San Martino di Tours protettore dei viandanti, potrebbe sottintendere un legame con il pellegrinaggio, dato che palmieri erano detti coloro che tornavano dalla Terra Santa, perché portavano un ramo d'olivo benedetto. La sua storia è stata legata, fin dal 988, a quella della Badia a Settimo. L'edificio è preceduto da un ampio portico cinquecentesco, che gira anche sul fianco sinistro; l'impianto, a navata unica e privo di transetto, è il risultato di due ampliamenti del XIII e del XV secolo. L'interno conserva la veste tardo barocca ricevuta nel 1777-79. Sull'altare di sinistra, la famosa tavola della Madonna col Bambino in trono fra angeli attribuita al cosiddetto Maestro di San Martino alla Palma (XIV secolo). Chiesa di San Martino alla Palma su Wikipedia chiesa di San Martino alla Palma (Q3671117) su Wikidata
Abbazia dei Santi Salvatore e Lorenzo a Settimo
  • 43.78083311.1458333 Abbazia dei Santi Salvatore e Lorenzo a Settimo (Badia a Settimo). A Firenze e dintorni sono esistite cinque "badie" (contrazione popolare della parola abbazia), situate come ai punti cardinali della città: a nord la Badia Fiesolana, a ovest la Badia a Settimo, a sud l'abbazia di San Miniato, a est la Badia a Ripoli e al centro la Badia fiorentina. Questa badia fu costruita nel X secolo dai conti Cadolingi per aumentare il controllo sul territorio. Nel corso dell'XI secolo il patrimonio dell'abbazia aumentò considerevolmente grazie a donazioni. Il 18 marzo 1236 per ordine di papa Gregorio IX nel monastero si insediarono i Cistercensi dell'abbazia di San Galgano. Nel 1290 furono sopraelevate le navate e rialzato il pavimento, nel 1315 venne costruita la cappella di San Jacopo affrescata da Buffalmacco e in seguito tutto il monastero venne riorganizzato secondo le esigenze dei cistercensi. Dal 1891 a tutt'oggi sono in corso dei restauri che hanno portato al consolidamento della struttura e il risanamento della cripta. La chiesa è il centro del complesso abbaziale fortificato e consiste in una basilica a tre navate coperte a tetto e concluse originariamente da absidi semicircolari; è ancora esistente la vasta cripta e sul fianco sinistro si trova la torre campanaria. Le opere d'arte più importanti presenti nella chiesa sono il Martirio di san Lorenzo, tavola di Domenico Buti firmata e datata 1574, due medaglioni raffiguranti L'Angelo e l'Annunziata di Domenico Ghirlandaio (1487) e il tabernacolo di Giuliano da Maiano. Abbazia dei Santi Salvatore e Lorenzo a Settimo su Wikipedia abbazia dei Santi Salvatore e Lorenzo a Settimo (Q1775928) su Wikidata
Chiesa di Santa Maria a Greve
  • 43.752711.18644 Chiesa di Santa Maria a Greve (anche Santa Maria a Scandicci), Piazza Amedeo Benini, 1. Fondata nel 978, la chiesa e donata alla Badia di Firenze, passando nel 1246 alla chiesa di San Romolo e successivamente a Orsanmichele. Fu restaurata ed ampliata nel 1894-1895 e in quell’occasione tornò alla luce un affresco trecentesco (sotto uno strato di intonaco seicentesco) proveniente dall'antica facciata. L'interno della chiesa è in un sobrio stile moderno (con qualche traccia neogotica) ed è costituito da un'unica navata coperta con capriate lignee a vista e terminante con una profonda abside semicircolare illuminata da monofore chiuse da vetrate policrome. Sulla parete sinistra, un pregevole tabernacolo in terracotta invetriata, raffigurante la Madonna col Bambino, dell'ambito di Giovanni Della Robbia. Sulla parete destra è stato appeso un quadro di Pietro Benvenuti raffigurante Cristo nel deserto ristorato dagli Angeli del 1828. Chiesa di Santa Maria a Greve su Wikipedia chiesa di Santa Maria a Greve (Q3673568) su Wikidata

Anche il periodo storico che va dall'XI secolo al XV secolo vide la nascita di altre pievi e chiese. Sulle colline che dominano la città nacquero infatti luoghi di culto come:

Pieve di Sant'Alessandro
  • 43.72564411.1981225 Pieve di Sant'Alessandro a Giogoli (A Giogoli). La pieve di sancti Alexandri sitam Jugulo è situata in posizione dominante lungo la via Volterrana ed è menzionata per la prima volta nel 1005 quando era uno dei capisaldi vescovili per il controllo del territorio suburbano insieme al vicino centro fortificato di Monteramoli. La chiesa doveva essere di notevole importanza, nel quadro delle pievi fiorentine visto che era una della poche ad avere un battistero esterno alla chiesa. Nel corso del XVII secolo vennero effettuati diversi lavori. Durante la seconda guerra mondiale subì ingenti danni, tra cui il crollo del soffitto settecentesco. Subito sottoposta a restauro, vennero ripristinati le membrature romaniche, vennero recuperate le decorazioni seicentesche e vennero ricostruite le volte delle tre navate. La chiesa consiste in una basilica a tre navate conclusa con un'abside semicircolare. Si trova al centro di un insieme di edifici: a sinistra la Compagnia, a destra la canonica con il chiostro e alcune strutture coloniche, che inglobano una torre medievale. Pieve di Sant'Alessandro a Giogoli su Wikipedia pieve di Sant'Alessandro (Q3904732) su Wikidata
Pieve di San Vincenzo a Torri
  • 43.699111.09836 Pieve di San Vincenzo a Torri, Via Empolese. Di origine medievale. L'esterno della chiesa non presenta particolari di rilievo. All'interno del campanile sono allocate quattro campane di varie dimensioni, la più grande risale al 1885. L'insolita ampiezza dell'aula lascerebbe supporre un impianto più grande a tre navate, di cui rimarrebbero i resti dei basamenti delle colonne sotto il pavimento. All'interno si trova il suggestivo Crocifisso ligneo policromo ascrivibile alla scuola emiliana databile intorno al 1220/1225 che domina la scena liturgica al centro dell'abside. Pieve di San Vincenzo a Torri su Wikipedia pieve di San Vincenzo (Q3904724) su Wikidata

Nella parte in pianura sorsero:

Chiesa di San Giusto
  • 43.759711.19837 Chiesa di San Giusto a Signano. La zona di Signano trae il suo nome, forse, da un insediamento romano: un praedium Asinii o asininanum. Il campanile è stato costruito per volere del popolo di Signano ed è datato 1844; è stato restaurato nel 1895 e dopo la 2ª Guerra mondiale. L'interno è spoglio, ma conserva una pregevole tavola raffigurante la Madonna col Bambino in trono fra i santi Pietro e Paolo e angeli. L'opera fu rinvenuta negli anni ottanta dell'Ottocento ed è stata attribuita a Bernardo Daddi. Un'altra opera d'arte degna di nota è una tavola raffigurante la Crocifissione con la Maddalena ai piedi della croce (databile fra il XVI e il XVII secolo), di un ignoto artista fiorentino della cerchia di Santi di Tito. Completano l'elenco di opere d'arte un crocifisso, venerato come miracoloso, ritrovato secondo la leggenda lungo un argine del fiume Greve da un contadino della zona mentre galleggiava e una tavola raffigurante San Giusto della pittrice Paola Azzurri del 1996. Chiesa di San Giusto a Signano su Wikipedia chiesa di San Giusto a Signano (Q3670693) su Wikidata
Chiesa di San Colombano
  • 43.777111.13618 Chiesa di San Colombano a Settimo (A Settimo). È ricordata dal XIII secolo, ma è considerata di fondazione più antica, per il nome del santo abate irlandese titolare, legato al periodo longobardo, e la vicinanza con la Badia a Settimo, ai cui beni apparteneva. Di struttura architettonica estremamente semplice, a navata unica, conserva all'interno due altari in pietra; su quello di destra si ammira una tavola di buona qualità dell'ambito di Ridolfo del Ghirlandaio raffigurante la Madonna che porge una melagrana al Bambino. Alla chiesa appartengono anche due grandi tele: l'Apparizione di Gesù Bambino ai Santi Francesco, Antonio da Padova e Lorenzo di Iacopo Confortini (1663), e una copia della Madonna col Bambino in trono venerata dai Santi Carlo Borromeo e Filippo Neri di Carlo Maratta. Chiesa di San Colombano a Settimo su Wikipedia chiesa di San Colombano (Q3669800) su Wikidata

Si può chiaramente affermare che la gran parte delle chiese scandiccesi giunte a noi oggi ha un'origine medievale e che il periodo che va dal XV secolo al XX secolo, non ci consegna nuovi luoghi di culto, ma solamente il rimaneggiamento di quelli esistenti. Il patrimonio religioso cittadino ebbe però un notevole sviluppo nel secondo dopoguerra, come conseguenza della crescita edilizia e demografica di Scandicci. Difatti alla nascita di interi nuovi quartieri abitativi (Casellina, Vingone, Le Bagnese, nuovo centro di Scandicci) seguì la creazione di nuove parrocchie e luoghi di culto:

Chiesa di Gesù Buon Pastore
  • 43.76400211.1762369 Chiesa di Gesù Buon Pastore (A Casellina). Il borgo di Casellina, dove si trova la chiesa, inizialmente era incluso nella parrocchia di San Pietro a Sollicciano. In seguito al forte incremento demografico ed edilizio degli anni cinquanta, il cardinale Ermenegildo Florit nel 1965 ritenne opportuno che a Casellina nascesse una nuova parrocchia. La chiesa della Casellina è un edificio in cemento armato, caratterizzato da uno sviluppo orizzontale, accentuato dal tetto con falde a leggera pendenza che si appoggiano alle mura perimetrali rivestite in pietra. Il tetto sporge in facciata dove è sostenuto da pilastri in cemento armato a sezione quadrata che formano portico. A contrastare l'andamento orizzontale spicca sul tetto l'esile e slanciato campanile a vela formato da due setti murari in cemento armato rastremati verso l'alto e disposti in pianta a formare fra loro un angolo acuto. All'interno della chiesa si trova in deposito, concesso dalla Soprintendenza ai beni storici e artistici di Firenze, un crocifisso in bronzo attribuito alla scuola del Giambologna. Chiesa di Gesù Buon Pastore (Scandicci) su Wikipedia chiesa di Gesù Buon Pastore (Q21187713) su Wikidata
  • 43.750911.17646510 Chiesa di San Luca (Nel territorio di Vingone). Attiva dal 1965, nel 1972 la parrocchia rientrò per la prima volta fra quelle oggetto di visita pastorale da parte del cardinale Silvano Piovanelli. Fu soltanto dopo la seconda visita pastorale, avvenuta nel gennaio 1985, che il parroco ebbe l'incarico di costruire una nuova chiesa, che fu realizzata tra il 1994 e il 1997. L'edificio presenta un nucleo centrale in cemento armato con sviluppo verticale, circondato da una bassa struttura con mura perimetrali in cotto. Il campanile a vela, esile e slanciato, è costituito da due setti murari in cemento armato rastremati verso l'alto dove, dal febbraio 1996, alloggiano le quattro campane offerte dai cittadini grazie ad una raccolta di fondi. Chiesa di San Luca (Scandicci) su Wikipedia chiesa San Luca (Q22263773) su Wikidata
  • 43.759511.185811 Chiesa di San Bartolomeo in Tuto, Via Gaetano Salvemini, +39 055 252741, . Il toponimo tuto deriva dal latino e significa "sicurezza" e "protezione", in quanto la vecchia chiesa offriva riparo agli abitanti dalle inondazioni, ed era un valido luogo di difesa per gli abitanti della valle. La grande chiesa di Scandicci, costruita tra il 1974 e il 1993 ha una costruzione in cemento armato con una forma ottagonale che, in ambito fiorentino, non può che ricordare il Battistero, e le enormi «icone» che ricoprono interamente la zona alta dell'aula, s'impongono con un effetto non dissimile a quella dei mosaici duecenteschi di San Giovanni. Qui sono state collocate due importanti opere provenienti dalla vecchia chiesa di San Bartolo: una Madonna col Bambino, di Giovanni da Milano, e una Deposizione e santi, attribuita a Francesco Granacci. Chiesa di San Bartolomeo in Tuto su Wikipedia chiesa di San Bartolomeo in Tuto (Q742156) su Wikidata
Cappella della Madonna della Rosa

Oltre alle chiese, la città di Scandicci offre una quantità ragguardevole di cappelle conservanti dei capolavori storici e dell'arte. Queste cappelle erano, e lo sono a tutt'oggi, collegate alle numerose ville della città. Tra le più importanti vi sono:

  • 43.726411.162312 Cappella della Madonna della Rosa. La cappella, un tempo collegata con un percorso alla Villa dell'Arrigo, si cela nella vegetazione del vicino bosco. L'edificio presenta una univoca veste barocca, con tipiche decorazioni in stucco bianco e ampia volta a botte. Nonostante le aperture murate, è stata più volte visitata dai vandali e denuncia una situazione di grave abbandono. Cappella della Madonna della Rosa (Scandicci) su Wikipedia cappella della Madonna della Rosa (Q3657477) su Wikidata
  • 43.76062211.13950313 Cappella di San Jacopo. La cappella di San Jacopo è annessa alla villa di Castelpulci. La villa sorse su un antico castello dei Cadolingi poi dei Pulci, trasformato in villa dalle potenti famiglie fiorentine dei Soderini (XV-XVI secolo) e dei Riccardi (XVII-XIX secolo). Intorno al XIII secolo, i Pulci, dotarono il castello di un oratorio privato intitolato a san Jacopo. Nel 1743 i lavori di trasformazione, da edificio romanico a barocco, erano conclusi e comportarono grandi trasformazioni: venne modificata la tribuna, vennero coperti gli affreschi trecenteschi e vennero aggiunte delle ricche decorazioni di gusto barocco. La cappella è staccata dalla villa e situata al centro del fabbricato di servizio; la sua redazione è settecentesca, anche se la presenza in facciata e sul retro di una tessitura in alberese riporta ad una origine romanica. L'interno conserva gli elementi della ristrutturazione barocca come gli altari in pietra, la cantoria con l'organo inserito in una mostra di stucco bianco, i confessionali incassati nelle pareti e le finte porte, ma reca i segni del lungo periodo di decadenza. Nell'intercapedine tra la volta posticcia a e il tetto sono state scoperte tracce di affreschi databili all'ultimo decennio del XIII secolo raffiguranti le Storie di Santa Caterina attribuiti a Grifo di Tancredi ( alias Maestro di San Gaggio); è stato inoltre scoperto anche un frammento di un affresco databile alla fine del XIV secolo raffigurante la Madonna col Bambino e una Santa. Cappella di San Jacopo (Castelpulci) su Wikipedia cappella di San Jacopo (Q3657585) su Wikidata

Architetture civili[modifica]

Palazzo comunale vecchio
  • 43.75416811.18959514 Palazzo comunale vecchio, Piazza Matteotti, 31. Dopo Villa Poccianti, questa fu la sede della comunità di Casellina e Torri. Nel 1870 l'Ing. Francesco Martelli terminò l'attuale palazzo che, con il suo loggiato, richiama l'architettura ottocentesca (neorinascimentale) da cui è nato. Nella parte posteriore un ulteriore arco permette un agile collegamento con Piazza Piave, altra piazza storica di Scandicci. In piazza Matteotti trova sede un monumento ai caduti della Prima guerra mondiale eretto nel 1926. Fino al 31 dicembre 2008 il palazzo è stato sede della biblioteca comunale. Comune vecchio (Scandicci) su Wikipedia Comune vecchio (Q20008488) su Wikidata
  • Palazzo comunale nuovo.
  • Centro Rogers. Inaugurato nel 2013 su progettazione dell'architetto Richard Rogers.

Nel comune di Scandicci sono presenti numerose ville. Tale presenza testimonia il desiderio degli artigiani e dei borghesi di un tempo di avere una residenza, oltre che comoda e fuori mano, anche espressione della cultura artistica della Firenze di cui Scandicci era satellite. In queste ville non è difficile trovare infatti la mano degli stessi artisti chiamati a costruire opere più importanti nella vicina Firenze. Le maestranze e gli artisti erano, in questo modo, valorizzati e i migliori potevano emergere, dando lustro e fama alla scuola fiorentina. Dopo il restauro, le stesse ville, costruite in zone panoramiche ma poco accessibili, richiedevano l'apertura di strade per essere raggiunte in modo più diretto.

Tale apertura di strade innescava un circolo virtuoso in quanto la villa poteva essere più facilmente raggiunta da vicini che, notando i lavori effettuati, imitavano, nelle loro proprietà, quanto fatto.

Villa I Collazzi
  • 43.7193511.19491115 Villa I Collazzi (In località Giogoli). Si tratta di una maestosa villa in stile manierista, situata su una terrazza rettangolare sulla sommità di un colle. La villa fu costruita per la famiglia fiorentina dei Dini. L'accesso avviene attraverso un viale di cipressi, realizzato nel 1853 assieme alla Cavallerizza una rotonda di cipressi usata come maneggio e situata poco oltre il viale sulla sinistra. La villa ha un corpo a "U", con una corte rialzata verso Firenze, arricchita da un doppio loggiato su tutti e tre i lati, da un doppio impluvium, ciascuno col suo pozzo, e con un affaccia panoramico balaustrato, raggiungibile tramite uno scalone a doppia rampa. Sul lato a sud invece la facciata è movimentata da due logge a tre archi col motivo della serliana, e da un grande portale centrale, rialzato e decoratod allo stemma Dini, raggiungibile con una doppia scalinata a tenaglia. Internamente il piano nobile, leggermente rialzato sopra le cantine, è impostanto attorno a un grande salone centrale, alto sedici metri e coperto da una volta a botte con grandi lacunari, che ricorda da vicino il salone della villa di Poggio a Caiano, sebbene posto lungo l'asse centrale e non di traverso come nella villa medicea. Il giardino ha un impianto semplice, strutturato su due terrazzamenti, il primo dei quali coincide con il piano della villa mentre la seconda terrazza, realizzata in epoca settecentesca, si trova sul lato sud ed è collegata al ripiano superiore tramite una scala. Villa I Collazzi su Wikipedia Villa I Collazzi (Q4012091) su Wikidata
  • 43.71271511.11159216 Villa I Lami, Via di Marciola, 56 (Sulla collina del versante della Pesa). La villa fu commissionata dalla famiglia Galli (poi Galli-Tassi), che è rimasta proprietaria dell'edificio fino ai giorni nostri nonostante l'estinzione del ramo principale della famiglia (1863). L'edificio, separato dalla strada di Marciola da un prato e da un basso muro con cancellata, si presenta con una lunga e bianca facciata con le torri colombarie ai lati, sinonimo della severa semplicità tipica dell'architettura cinquecentesca fiorentina. Sulla parte sinistra dell'edificio la facciata si prolunga in corrispondenza di un corpo di fabbrica che si dispone a squadra rispetto alla facciata anteriore della villa e arriva fino alla strada, concludendosi con la cappella. La pianta della costruzione è organizzata intorno al cortile centrale dove, dal lato est, si accede alla galleria. Quest'ultima funge da collegamento al giardino esterno, ed è interamente affrescata con decorazioni del XVII secolo. La cappella si colloca a fianco della cancellata che chiude il prato anteriore della villa. La struttura, ancora consacrata, sembra sia dedicata a Santa Rosa da Lima. Villa I Lami su Wikipedia Villa I Lami (Q22263808) su Wikidata
Villa di Castelpulci
  • 43.76108311.13853617 Villa di Castelpulci, Via di Castelpulci (Nei pressi del viottolone). Nel luogo dove oggi si trova la villa originariamente si trovava un castello dei conti Cadolingi passato poi in seguito ai Pulci, che possedevano anche Torre Pulci a Firenze. Nel 1691 venne realizzato il lunghissimo viale di accesso. Dopo i lavori di ampliamento il corpo di fabbrica era ormai triplicato e venne dotato di una scenografica facciata, ben visibile dall'intera vallata dell'Arno tra Scandicci e Lastra a Signa. La villa rimase di proprietà dei Riccardi fino al 1854 anno di estinzione della famiglia. Divenuta di proprietà pubblica fu trasformata in ospedale psichiatrico. La scelta fu fatta sia per la salubrità del luogo sia per risolvere i problemi di affollamento dell'ospedale di Santa Maria Nuova. Mantenne la sua funzione di ricovero fino al 1973, anno di chiusura dell'ospedale. Nei decenni seguenti la villa è rimasta in totale abbandono e dal 2002 sono in corso i lavori di restauro. Nel 2012 è diventata sede unica della Scuola Superiore della Magistratura, ente di alta formazione, con lo scopo di curare la formazione iniziale e permanente della magistratura italiana. Villa di Castelpulci su Wikipedia Villa di Castelpulci (Q4012719) su Wikidata
  • Villa I Sassoli (Località San Vincenzo a Torri). Famosa per i dipinti ottocenteschi ottimamente conservati ed ancora presenti in tutte le sale e le camere della villa.
  • 43.75640811.19665918 Villa Il Platano (Villa Poccianti), Via Gian Pasquale Poccianti, 5 (Lungo la strada principale che da Legnaia conduce a Scandicci). Rimaneggiata nel XVII secolo dalla famiglia Tani, abbellita e ampliata nei secoli XVIII e XIX dai Medici-Tornaquinci e poi dai Poccianti, fu dal 1868 a tutto il 1870 sede della Giunta del Comune di Casellina e Torri. Nella villa è documentata la presenza di una cappella privata affacciata sul ponte (tutt'ora consacrata). L’architetto Giuseppe Poggi eseguì le ultime modifiche per conto della famiglia Poccianti. Villa Il Platano su Wikipedia Villa Il Platano (Q18224342) su Wikidata

Altre strutture civili presenti nel territorio comunale sono:

Mulinaccio di Scandicci
Ruderi del secondo mulino
  • 43.70420611.11049719 Mulinaccio di Scandicci (Nei pressi di San Vincenzo a Torri). Mulino idraulico, oggi ridotto a rudere, un notevole esempio di architettura paleo-industriale, costruito nel 1634, la cui attività cessò nel 1736. Oggi i ruderi di questa imponente opera svolgono ancora la funzione di ponte tra le due sponde della valle. Il luogo è stato quasi ignorato da tutte le guide turistiche della zona e anche trovarlo non è facile visto che esternamente è quasi invisibile a causa della vegetazione che lo ricopre. Qualche decina di metri più a valle sono visibili i ruderi di una seconda struttura, probabilmente un secondo mulino, del quale rimangono alcuni cisternini voltati a botte, delle gore e delle macine. Mulinaccio di Scandicci su Wikipedia Mulinaccio di Scandicci (Q3325670) su Wikidata
  • Fornace di Geppetto, Via San Niccolò a Torri. e pareti sono state costruite utilizzando pietra e mattoni a partire da una base quadrata. Oggi gli archi impiegati per inserire grandi aperture sono stati nel tempo chiusi.
  • 43.77151211.13848420 Palazzaccio (o Palagiaccio, o Portonaccio), Via degli Stagnacci (Località Granatieri). Edificio rurale appartenuto a Lorenzo Ghiberti dal 1440. La casa, che non rappresenta una delle maggiori imprese dello scultore, costituisce tuttavia una testimonianza della vita privata e degli interessi dell'artista, il quale doveva mostrare particolare affezione al podere. Doveva trattarsi di una fortezza trasformata in civile abitazione dopo che la Repubblica fiorentina rese la vita nel contado più sicura e costrinse i suoi feudatari a rispettare le leggi e, in alcuni casi, a trasferirsi in città. Cessate le rivolte, anche le vecchie torri, che servivano per la difesa, divennero civili abitazioni. Il Palazzaccio era addirittura fornito di un ponte levatoio. Palazzaccio (Scandicci) su Wikipedia Palazzaccio (Q19983793) su Wikidata
  • Parco museo di Poggio Valicaia. Grande area boschiva adibita ad attività e intrattenimenti, che si trova poco distante dal paese.
  • La Roveta. Sulle colline è possibile immergersi nel verde di questo complesso boschivo meta di scampagnate da parte di chi, abitando a Scandicci, cerca, in pochi minuti, un po' di ristoro dal caldo estivo.
  • 43.78148111.14544421 Museo geopaleontologico GAMPS (Gruppo Avis Mineralogia Paleontologia Scandicci), Piazza Vittorio Veneto, 1 (Nel Centro Civico Ofelia Mangini di Badia a Settimo), +39 055 5321195. Esposizione permanente che offre oltre ad una collezione di minerali, un vasto repertorio di reperti fossili provenienti dai terreni della Toscana, tipico esempio della ricca biodiversità che caratterizzava tale regione durante il Pliocene. Aperto nel 1999 si estende per circa 220 m² su quattro sale di esposizione. I pezzi in esposizione sono circa 2500. Museo geopaleontologico GAMPS su Wikipedia Museo geopaleontologico GAMPS (Q55830789) su Wikidata


Eventi e feste[modifica]

  • Festa patronale (San Zanobi). 10 maggio.


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]

Spettacoli[modifica]

  • 43.76041711.1785921 Teatro Studio, Via Donizetti, 58. Raro esempio di spazio teatrale innovativo e di sperimentazione realizzato nell'area metropolitana fiorentina. Questo spazio privilegia il teatro per ragazzi e la collaborazione con le scuole, ma anche musica e concerti, danza, video, arte, nuove tecnologie, poesia e collaborazioni varie. A conferma del lavoro di innovazione e sperimentazione nel campo delle arti la direzione di Scandicci Cultura attiva, da aprile 2011, un progetto di webtv per il comune di Scandicci. Teatro Studio (Scandicci) su Wikipedia Teatro Studio (Q3982174) su Wikidata
  • Teatro San Matteo (A Casellina).
  • Teatro Aurora.


Dove mangiare[modifica]


Dove alloggiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]


Sicurezza[modifica]


Come restare in contatto[modifica]

Tenersi informati[modifica]


Nei dintorni[modifica]


Altri progetti

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