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Panzano in Chianti
Panorama di Panzano in Chianti
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Panzano in Chianti

Panzano in Chianti è una frazione del comune di Greve in Chianti in provincia di Firenze.

Da sapere[modifica]

Cenni storici[modifica]

La zona di Panzano era abitata già in epoca etrusca come dimostra il ritrovamento di una stele risalente al VI - V secolo a.C. presso la pieve di San Leolino, stele poi dispersa. Anche in epoca romana la zona fu fittamente abitata, di quel periodo sono rimaste numerose tracce nei toponimi tra cui lo stesso Panzano. All'inizio del X secolo risulta citata la Pieve di San Leolino a Flacciano, poi diventato Panzano.

Nel XII secolo si ha la prima testimonianza del nome Panzano che viene citato nella plebe Sancti Leolini sitam in Panzano mentre nelle decime del XIII secolo si trova citata anche la chiesa di Santa Maria posta nel castello. Il castello di Panzano sicuramente si era già sviluppato prima del XII secolo e risultava tra i possedimenti della famiglia Firidolfi.

Delle vicende storiche del castello non sono rimaste molte tracce. Alla metà del XIII secolo quando il contado fiorentino fu organizzato in leghe Panzano era compreso nella Lega della Val di Greve. Dopo la Battaglia di Montaperti nel 1260 il castello venne saccheggiato ed ebbe distrutte due torri da parte dalle truppe ghibelline vittoriose. Durante la guerra che oppose Firenze con i Visconti di Milano Panzano, nel 1397, venne occupato e nuovamente saccheggiato dalle truppe di Alberico da Barbiano.

Torre del Cassero

Nel 1478, le truppe senesi e i loro alleati, le truppe del Re di Napoli Ferdinando II di Aragona invasero per la seconda volta il Chianti. In quell'occasione il castello di Panzano fu uno dei più importanti baluardi a difesa della repubblica di Firenze tanto da divenire la sede del Commissario della Repubblica. Dopo la caduta della Repubblica di Siena nel 1555, Panzano non sarà più coinvolto in eventi bellici fino al 1944.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Panzano in Chianti

Quartieri[modifica]

Castello[modifica]

Il castello è la parte più in alto e la più antica di Panzano. Sono ancora conservate buona parte delle mura che cingevano il poggio; su due lati però sono state diminuite in altezza mentre nella parte sud-est mancano del tutto. Si sono conservate anche delle torri d'angolo tra cui una è stata riutilizzata come campanile della chiesa di santa Maria mentre un'altra ancora conserva l'apparato a sporgere.

La struttura interna del castello è semplice; dall'unica porta di accesso, che in origine forse presentava un'antiporta, attraverso un'unica strada si arriva ad una piccola piazzetta sulla quale si affaccia il cassero. Il cassero è costituito da un'alta torre che si eleva più in alto di tutti gli altri edifici. All'interno del castello sono presenti altri edifici interessanti tra cui va segnalato quello posto accanto alla porta di accesso che presenta un palese carattere medievale. Tutti gli edifici del castello per l'accuratezza del paramento murario e per la foggia degli archivolti fanno datare al XII secolo le strutture del castello di Panzano. Costruito ed appartenuto da sempre alla famiglia Firidolfi o da Panzano (che, secondo alcuni autori, inurbatisi a Firenze hanno dato il nome all'attuale Via Panzani), alla metà del XIX secolo è passato in parte per successione ed in parte per riacquisto dai Conti Mancini alla famiglia Buoninsegni (poi Tadini Buoninsegni) cui è appartenuto fino alla seconda metà del XX secolo.

Poco fuori del castello era situata l'antica chiesa dedicata a Santa Maria che alla fine del XIX secolo venne sostituita dall'attuale.

Borgo[modifica]

via centrale di Panzano Alto

Fuori dal castello, lungo la via di accesso che segue il crinale della collina, già nel XII secolo è accertata la presenza di un borgo come riportato in un documento del 1146, burgus de castro de Panzano.

Il borgo e il castello formano quello che attualmente è il cosiddetto Panzano Alto.

Il borgo di Panzano è articolato su due strade che partendo da una piazzetta salgono parallele fino al castello. Tra gli edifici del borgo alcuni mostrano caratteri riferibili al XVII o al XVIII secolo anche se da sotto alcuni intonaci cadenti si affacciano strutture medievali.

Campana[modifica]

La zona denominata Campana è quella che sorge ai piedi del poggio di Panzano all'incrocio tra la strada dei poggi che si snoda lungo lo spartiacque tra Greve e Pesa, congiungendo attraverso un percorso molto panoramico le due località poste ai margini San Casciano in Val di Pesa da una parte e Volpaia dall'altra passando per il Castello delle Stinche, e la via Chiantigiana che conduce verso Radda in Chianti e Castellina in Chianti, (Passo di Campana 480 m s.l.m.). Il suo nome deriva dalla forma della piazza [Gastone Bucciarelli] che vista dall'alto assomiglia ad una campana.

Campana era ricordata anche nella Carta dei Capitani di Parte Guelfa realizzata alla fine del XVI secolo; in quella carta vien chiamata Piazza Panzanini e sulla piazza ancora oggi esistente si affaccia un bel palazzo cinquecentesco.

Conca d'Oro[modifica]

Conca d'Oro è la parte di Panzano volta a solatio che si affaccia e degrada sull'ampia vallata del torrente/fiume Pesa; da qui un paesaggio a perdita d'occhio di boschi, vigneti e oliveti della Toscana Centrale. Il nome Conca d'Oro si riferisce alla forma dei fianchi della collina in quel punto, una conca appunto, una volta completamente coltivata a grano (dorato) e ove oggi si estendono i vigneti del Chianti Classico (l'oro del Chianti).

Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

  • 43.80876311.2029051 Aeroporto di Firenze-Peretola (Aeroporto Amerigo Vespucci, IATA: FLR). Distando circa 27 km è sicuramente l'aeroporto più comodo per coloro che devono prendere questo mezzo per avvicinarsi. Una volta usciti dall'aeroporto è possibile prendere un taxi per recarsi a destinazione o verso il più comodo e più economico trasporto pubblico. Sono anche presenti servizi di noleggio scooter e automobili. Aeroporto di Firenze-Peretola quì su Wikivoyage Aeroporto di Firenze-Peretola su Wikipedia aeroporto di Firenze-Peretola (Q707731) su Wikidata

In auto[modifica]

L'autostrada A1 è la principale arteria che connette Greve al resto d'Italia. Non essendoci un'uscita dedicata, per chi viene da sud è preferibile uscire a "Incisa Valdarno" proseguendo in direzione Figline Valdarno e da lì seguire indicazioni per Greve in Chianti. Chi viene da nord invece è opportuno che esca a "Firenze sud" imboccando successivamente la SR 222 (Chiantigiana) in direzione Greve in Chianti.

In treno[modifica]

Non sono presenti stazioni ferroviarie nel comune di Greve In Chianti. Le stazioni ferroviarie più vicine sono quelle di: Incisa in Val D'arno, Figline Valdarno, Rovezzano, Vicchio e San Piero a Sieve. Una volta arrivati in queste stazioni è necessario prendere altri mezzi di trasporto (taxi o autobus) per arrivare a destinazione.

Dalla stazione di Firenze Santa Maria Novella è possibile prendere un pullman presso l'antistante capolinea.

In autobus[modifica]

Il mezzo più comodo per raggiungere Greve è tramite i pullman interurbani della acvbus.

Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

Facciata di San Leolino
Meliore di Jacopo, Madonna in Trono tra i Santi Pietro e Paolo e storie della loro vita
Maestro di Panzano, Madonna col Bambino tra i Santi Caterina, Pietro e Paolo
  • 43.420211.29771 Pieve di San Leolino. È ricordata fin dal X secolo con la denominazione di San Leolino a Flacciano, ma l'attuale edificio, di impianto romanico a tre navate spartite da pilastri quadrangolari, coperte da capriate lignee, risale al XII secolo ed è preceduto da un porticato del XVI secolo. Nel 1942 furono intrapresi dei restauri che riportarono la chiesa al primitivo aspetto romanico. Sulla destra si trova un chiostro trecentesco. All'interno della pieve sono conservate numerose opere d'arte. Il più antico è una lastra di arenaria, da considerarsi forse un pluteo, che viene usata come sostegno della mensa d'altare; questa opera presenta una decorazione a ornato depresso raffigurante una croce con intrecci di nastri solcati e vortici databile tra l'VIII e il IX secolo.
    Tra le opere pittoriche sono notevoli:
      • Madonna in Trono tra i santi Pietro e Paolo e storie della loro vita, un dossale risalente al XIII secolo e attribuito a Meliore di Jacopo;
      • Madonna in trono col Bambino e due angeli, un trittico attribuito a Mariotto di Nardo posto all'altare maggiore e affiancato dagli scomparti laterali dove sono raffigurati San Francesco, san Giovanni Battista, sant'Eufròsino e san Lorenzo
      • Madonna col Bambino tra i santi Caterina, Pietro e Paolo , un altro trittico attribuito da Bernard Berenson al Maestro di Panzano, un pittore vicino a Barna da Siena e Bartolo di Fredi, e databile alla fine del XIV secolo
      • Battesimo di Gesù, un affresco riferito a Raffaellino del Garbo collocato nella cappella battesimale;
      • Madonna, il Bambino e due angeli, piccola tavola cuspidata del XV secolo della scuola fiorentina;
      Tra le opere plastiche, oltre al pluteo altomedievale, sono da segnalare:
    • due tabernacoli in terracotta invetriata ascrivibili a Giovanni della Robbia e collocati presso l'altare;
    • Sant'Eufròsino, busto reliquiario in gesso databile al XVIII secolo, un tempo appartenuto all'Oratorio di Sant'Eufròsino Pieve di San Leonino in Conio su Wikipedia pieve di San Leonino in Conio (Q3904642) su Wikidata
Chiesa di Santa Maria
Interno della Chiesa di Santa Maria
Pier Dandini, Matrimonio mistico di S. Maria Maddalena de' Pazzi
  • 43.54807211.3105252 Chiesa di Santa Maria. La chiesa di S. Maria a Panzano era, da epoca rinascimentale. Nella parete posteriore, dietro l'Altar maggiore, si aprivano due finestroni di pietra con inferriate e vetrate e lo stesso anche nella facciata. Alle fiancate erano addossati gli Altari laterali e dalla fiancata sinistra si accedeva ad una Cappella a volta dove alloggiava il Fonte Battesimale, di forma ottagonale in pietra serena, realizzato intorno all'anno 1730, con tutta probabilità quello attuale. Nel pavimento c'erano numerose sepolture delle più notabili famiglie panzanesi dell'epoca: Firidolfi, Quercetani, Petrucci, De Luigi, Baldi, Cappelletti ecc.
    Detta Chiesa derivava dall'ampliamento di un primitivo edificio romanico, ricordato negli elenchi delle “Rationes Decimarum per la Tuscia” degli anni 1274/75, a sua volta ingrandito probabilmente nel tre-quattrocento con l'utilizzo come campanile di una delle torri perimetrali dell'antico castello medioevale. Alla fine del 1800 la Chiesa era compresa fra gli attuali due grandi archi, senza cappelle laterali, ed il campanile restava staccato dalla Chiesa stessa. Tra le due costruzioni c'era l'ingresso al Cimitero dal quale poi si accedeva alla Cappella della Compagnia della SS.ma Annunziata, che si ritiene fosse lo stesso che vediamo anche oggi, salvo avere anche un accesso diretto dalla Chiesa, chiuso nell'ultimo restauro degli anni 60 del secolo scorso.
    L'aspetto attuale della Chiesa di Panzano è dovuto alla profonda ristrutturazione avvenuta tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900 con la creazione delle cappelle laterali ed il prolungamento della navata centrale sul davanti andando ad inglobare, con la nuova facciata, anche parte del campanile, chiudendo così l'ingresso al vecchio Cimitero che, in seguito all'editto di Saint Cloud (emanato da Napoleone nel 1802 e promulgato per il Regno d'Italia nel 1806), era stato dismesso. Il prolungamento della navata riguardò anche la parte posteriore creando i due semicerchi attuali. Questi ampliamenti sono ben riconoscibili osservando la fiancata sinistra della Chiesa dal Camposanto vecchio.
    L'arredo più antico della chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta è una piccola tavola trecentesca raffigurante la Madonna col Bambino riferita a Cenni di Francesco di Ser Cenni, inquadrata nel secolo successivo dalla Tavola con Santi eseguita da Bernardo Rosselli.
    La tavola si trova nella terza cappella di sinistra entrando in chiesa, dove fu collocata verosimilmente dopo la sua sostituzione sull'altare della cappella della Compagnia con lAnnunciazione della bottega di Ridolfo del Ghirlandaio, eseguita intorno al 1520.
    È questa la
    tabula egregie dipincta cum immagine Anunciationis B. M. ricordata dal vescovo di Fiesole Braccio Martelli (1501-1560) nella visita pastorale del 1542, insieme alla pulcram immaginem Cristi Crucifixi ricordata anch'essa dal vescovo Martelli riferendosi al Crocifisso ligneo attribuito ad Jacopo Sansovino e datato tra il 1510 ed il 1518.
    Questo
    Crocifisso è scolpito su legno di pioppo policromato con perizoma di stoffa di lino ingessata e dipinta di azzurro con decorazioni dorate, e a seguito del restauro del 1998 aveva a scrivere la Dott.sa Francesca Petrucci: “ha rivelato un armonioso impianto rinascimentale esaltato dalla presenza della originaria policromia di finissima qualità pittorica”.
    L
    Annunciazione e il Crocifisso si trovano ancora oggi nella cappella dell'Annunciazione con ingresso dal lato destro della chiesa. Nella stessa cappella si trova anche un antico Ciborio di legno dorato a forma di tempietto esagonale, pregevole lavoro di manifattura del tardo cinquecento, le cui decorazioni pittoriche dei portelli sono attribuite allo stesso Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, nonché alcuni antichi paramenti ricamati in oro e seta e antichi reliquari
    Un altro Crocifisso importante attribuito a uno scultore fiorentino del XV secolo, è situato sull'altare della prima cappella di sinistra ed è realizzato anch'esso in legno di pioppo con perizoma di tela di lino ingessata e dipinta di azzurro.
    All'ingresso della chiesa, sul lato destro, troviamo il fonte battesimale in pietra serena di forma ottagonale fatto costruire intorno al 1730 dall'allora priore Giuseppe Maria Mammoli per ordine del vescovo di Fiesole Luigi Maria Strozzi.
    Sempre sul lato destro, nella prima cappella sopra l'altare, troviamo una tela raffigurante santa Maria Maddalena de' Pazzi e sant'Antonio di Padova dipinta da Pietro Dandini alla metà del 1600, e sulla parete laterale è stata recentemente sistemata una tela che raffigura san Martino, proveniente dall'omonima chiesa di S. Martino in Cecione oggi sconsacrata.
    Sull'Altare della terza cappella sul lato destro si trova una tela seicentesca raffigurante il Cristo Crocifisso della quale mancano ulteriori notizie.
    Dietro il vecchio altare verticale, spicca la grande tela del maestro Alfredo Cifariello raffigurante lAssunzione di Maria al Cielo, dipinta nel 1985.
    Infine, il maestoso portone della chiesa in legno di cipresso che racchiude otto formelle di bronzo, opera della scultore Umberto Bartoli (1965) raffiguranti la
    Sacra Famiglia, il Discorso della Montagna, i Quattro Evangelisti, l'Estasi di san Francesco e santa Caterina da Siena che convince il Papa a tornare a Roma da Avignone. Sono fissati nel bronzo anche gli avvenimenti più salienti della Chiesa di quegli anni come il Concilio Vaticano II, la Visita di San Giovanni XXIII a Regina Coeli e l
    Incontro del beato Paolo VI col Patriarca Atenagora.
    Dello stesso scultore è la Madonna contornata dagli Angeli che spicca col bianco del gesso sulla facciata della Chiesa proprio sopra al portone.
    Chiesa di Santa Maria (Greve in Chianti) su Wikipedia chiesa di Santa Maria (Q3673222) su Wikidata
Edicola gotica di Sant'Eufròsino
Esterno dell'oratorio di Sant'Eufròsino
Interno dell'oratorio di Sant'Eufròsino
  • 43.53361911.2992063 Oratorio di Sant'Eufròsino. L'attuale edificio risale a non prima del 1441, quando trovandosi a Firenze il papa Eugenio IV venne emanata una speciale indulgenza a chi avesse fatto una donazione per la costruzione dell'oratorio. Ma dovette trattarsi di una ricostruzione in quanto nell'attuale edificio sono conservati, sotto il portico, dei resti di filaretto nella parte iniziale della parete destra, resti che appartengono ad un edificio di dimensioni più modeste, forse proprio l'edificio ricordato nel documento del XII secolo.
    L'oratorio presenta una struttura risalente al XV secolo, con tetto a capanna voltato a crociera ed unica navata chiusa da una scarsella. Il portico in facciata e sul lato destro venne aggiunto nel XVII secolo mente all'interno si fecero dei restauri che mutarono il volto alla chiesa, furono ricostruiti gli altari e venne costruita una grande nicchia per ospitare la statua in gesso policromo raffigurante Sant'Eufrosino e un piccolo reliquiario. Un grande arco trasversale con capitelli in pietra serena scolpita a fogliami divide la navata dal presbiterio. Nella parete di fondo del presbiterio è collocato il pezzo di maggior prestigio artistico dell'oratorio. Si tratta di un ambone gotico a forma di edicola, posto all'angolo sinistro della parete di fondo del presbiterio e che in origine doveva ospitare le reliquie del santo. L'edicola è formata da due pilastrini sui cui si imposta un arco trilobato dentro ad una cuspide decorata con foglie rampanti e in basso vi sono due formelle traforate con quadrilobi; sulle mensole vi è lo stemma dei Peruzzi, forse i committenti dell'opera. Probabilmente questo ambone è stato recuperato da una chiesa fiorentina e donato dai Peruzzi all'epoca dell'ampliamento della struttura
    Nel piazzale retrostante l'oratorio vi è una piccola cappella che la tradizione dice sia stata eretta a ricordo di un miracolo del Santo, che in quel punto abbia fatto scaturire una polla d'acqua. All'interno custodisce un altare in pietra serena del XII secolo, oltre a tracce di affreschi quattrocenteschi. Vi è anche l'apertura di un pozzo, le cui acque pare avessero qualità terapeutiche.
    Vicino all'oratorio vi è il cosiddetto Fontino di Sant'Eufrosino. Si tratta di una sorgente della quale Sant'Eufrosino si sarebbe servito durante la sua vita. Sopra la fonte è stato costruito un piccolo sacello sorretto da quattro colonne; all'interno sono conservati ex voto.
    Oratorio di Sant'Eufròsino su Wikipedia oratorio di Sant'Eufròsino (Q3884809) su Wikidata
Cappella di Santa Maria delle Grazie
  • Cappella di Santa Maria delle Grazie (Cappella delle Croci) (Posta subito fuori il castello). La cappella delle Croci è situata sulla strada provinciale che conduce a Mercatale Val di Pesa e prende il suffisso delle Croci per essere posta ai piedi della salita del Monte alla Croci, luogo nel quale all'inizio del XVIII secolo era una via Crucis, oggi non più esistente. L'edificio venne costruito al posto di un precedente oratorio e venne edificato quale ringraziamento per la fine dell'epidemia di colera del 1855.
    La cappella ha un'unica navata coperta a capriate e conclusa da un'abside semicircolare. Nella zona presbiterale l'edificio si allarga in due ali laterali di dimensioni diverse; l'ala di sinistra è infatti più lunga e ospita la sagrestia e il piccolo campanile a vela. La facciata presenta uno stile vagamente neoclassico e si conclude orizzontalmente quasi fosse una trabeazione che si appoggia su lesene angolari; al centro è posto il portale che è affiancato da due finestrelle quadrate con grata e inginocchiatoio in pietra, ed è sormontato da una finestra semicircolare.


Eventi e feste[modifica]


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]


Dove alloggiare[modifica]


Sicurezza[modifica]


Come restare in contatto[modifica]


Nei dintorni[modifica]


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