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Monte d'Accoddi
Veduta
Stato
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Territorio
Sito istituzionale

Monte d'Accoddi è un sito archeologico della Sardegna.

Da sapere[modifica]

Il menhir e, sulla destra, l'altare
Lastrone con colatoio e fori passanti, utilizzato probabilmente come altare sacrificale
Pietre sferiche, forse simboleggianti il Sole e la Luna

Si tratta di un altare megalitico preistorico chiamato Ziqqurat per via della forma.

L'altare[modifica]

Le ricerche di Contu prima, e in seguito di Tinè appurarono la presenza di due altari costruiti in periodi diversi, quello più antico e più piccolo è inglobato dalla costruzione più recente. Quest'ultima è costituita da un tronco di piramide con base di 37,50 m (lati nord e sud) per 30,50 m (lati est e ovest) e altezza di 9 m circa. Dal lato meridionale si sviluppa la rampa d'accesso, lunga 41,50 m e larga da un minimo di 7 m ad un massimo di 13,50 nella parte a ridosso della costruzione, che occupava nel suo complesso circa 1600 m².

Il monumento era costruito nella parte più esterna da muri in pietra a faccia singola (a differenza dei nuraghi, che ne hanno generalmente due) costituito da blocchi irregolari di calcare, non poggiati sulla giuntura dei blocchi sottostanti (altra differenza costruttiva rispetto ai nuraghi). Queste murature, inclinate a favore di gravità, sostenevano l'ammasso interno, stratificato, di terra e pietrame, organizzato in cassoni di contenimento e si sono conservate intatte nella porzione di sud-est fino a 5,40 m di altezza.

La rampa era costruita con la stessa tecnica man mano che procedeva la costruzione del tronco di piramide, in modo da servire come piano inclinato per edificare il resto dello stesso edificio.

Il tempio interno, era egualmente del tipo "a terrazza" con base quadrangolare di 23,80 m x 27,40 e altezza di 5,50 m al quale era collegata una rampa di 25 m circa di lunghezza che permetteva di raggiungere la cella (12,50 m x 7,25 m) che sovrastava la struttura. Della cella, o sacello, che era l'ambiente più sacro della struttura, rimangono oggi il pavimento ed il muro perimetrale per un'altezza di 70 cm, entrambi intonacati di rosso ocra.

Altri manufatti[modifica]

Oltre all'altare nel complesso archeologico di Monte d'Accoddi sono presenti altri monumentali artefatti prenuragici.

Nel lato est della rampa, a pochi metri da essa è presente un lastrone di compatto calcare di 8,2 tonnellate di circa tre metri per tre, che costituiva un dolmen o forse una tavola per offerte. La seconda ipotesi sembra essere confermata dalla presenza di sette fori passanti nei bordi della pietra che potevano servire a legare le vittime degli eventuali sacrifici. La lastra è posta sopra un inghiottitoio naturale ed è contemporanea all'altare più recente.

Nello stesso lato della rampa d'accesso, e proprio a ridosso di essa fu trovata un'altra lastra, questa in trachite, del peso di circa 2,7 tonnellate.

Nel lato opposto della rampa è stato recentemente rialzato un menhir là trovato, di calcare squadrato e forma allungata, alto 4,40 m e pesante 5,7 tonnellate.

Questi tre manufatti sono oggi visibili nella posizione originaria e gli ultimi due sembrano essere coevi dell'altare più antico.

Altri due monumenti litici, provenienti dalla zona ad est del complesso sono stati collocati nei pressi della lastra più grande, e sono due pietre calcaree sferoidali, la più grande, lavorata, pesa più di una tonnellata ed ha una circonferenza di 4,85 m, mentre la seconda ha un diametro di circa 60 cm.

Cenni geografici[modifica]

Monte d'Accoddi dista 13 km da Sassari e 7 km da Porto Torres. Si trova lungo il vecchio percorso della SS 131 Carlo Felice da Sassari a Porto Torres.

Cenni storici[modifica]

Il monumento, unico nella zona del Mediterraneo, faceva parte di un complesso di epoca prenuragica, sviluppatosi su un'area pianeggiante a partire dalla seconda metà del IV millennio a.C. e preceduto da tracce di visite del neolitico medio.

In un primo periodo si stabilirono nella zona diversi villaggi di capanne a quattro angoli, appartenenti alla cultura di Ozieri, ai quali si collega un cimitero con tombe sotterranee a domus de janas e un probabile tempio con pietre infisse nel terreno, lastre di pietra per sacrifici e sfere di pietra.

Successivamente, popolazioni sempre appartenenti alla cultura di Ozieri costruirono un'ampia piattaforma sopraelevata, a forma di piramide tronca (27 m x 27 m, di circa 5,5 m di altezza), alla quale si accedeva con una rampa. Sulla piattaforma venne costruita una grande struttura rettangolare rivolta verso sud (12,50 m x 7,20), che è stata riconosciuta come tempio (chiamata "Tempio rosso", perché la maggior parte delle superfici sono intonacate e dipinte con ocra rossa); sono presenti anche tracce di giallo e di nero.

All'inizio del III millennio a.C. la struttura probabilmente fu abbandonata (sono state rinvenute anche tracce di incendi). Intorno al 2800 a.C. venne completamente ricoperta da un colossale riempimento, costituito da strati alternati di terra, pietre e calcare del posto polverizzato.

Il riempimento è contenuto da un rivestimento esterno in grandi blocchi di calcare. In questo modo venne creata una seconda grande piattaforma a piramide tronca (36 m x 29 m, di circa 10 m di altezza), accessibile per mezzo di una seconda rampa, lunga 41,80 m, costruita sopra quella più antica. Questo secondo santuario, conosciuto anche come "Tempio a gradoni" ricorda nel suo complesso le contemporanee ziqqurat mesopotamiche. È stato attribuito alla cultura di Abealzu-Filigosa.

L'edificio conservò la sua funzione di centro religioso per diversi secoli e venne abbandonato con l'età del bronzo antico: intorno al 1800 a.C. era ormai in rovina e venne utilizzato occasionalmente per sepolture.

Durante la seconda guerra mondiale fu danneggiata la parte superiore dallo scavo di stretti fossati per posizionare sopra delle armi contraeree.

Gli scavi archeologici furono condotti da Ercole Contu (1954-1958) e da Santo Tinè (1979-1990). Il monumento negli anni ottanta è stato oggetto di un pesante intervento di restauro, con scavi, rimozioni di materiale e ricostruzioni ingiustificate sulla rampa e posizionamento di alcuni resti trovati nell'area.

Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

Dai precedenti aeroporti, grazie a diverse compagnie di autonoleggio presenti, si può noleggiare un'auto per raggiungere Monte d'Accoddi.

In auto[modifica]

Prendere la SS 131 Carlo Felice, poi, arrivati alle porte di Sassari, anziché proseguire per Porto Torres, uscire a "Sassari-Ittiri-Zona industriale" e percorrere la vecchia SS 131. Continuare per circa 13-15 km fino allo svincolo "Bancali-Oristano-Monte d'Accoddi", qui fare inversione di marcia e tornare indietro in direzione Sassari. Dopo circa 1 km, girare a destra per Monte d'Accoddi.

In nave[modifica]

Dal porto di Porto Torres oppure dai porti di Olbia, Golfo Aranci, Tortolì-Arbatax e Cagliari.

In autobus[modifica]

Da Sassari e Porto Torres con la linea extraurbana ARST 719.

Permessi/Tariffe[modifica]

  • Le tariffe d'ingresso sono le seguenti: Intero: 4,00 €; ridotto studenti dai 6 ai 25 anni, gruppi min 10 persone e scolaresche: 3,00 €; gratuito sotto i 6 anni, guide turistiche, insegnanti e disabili con accompagnatore.
  • Il sito è aperto dal martedì al sabato dalle 9:00 alle 13:00 e la domenica dalle 9:00 alle 14:00.


Come spostarsi[modifica]

  • In auto: Prendere la vecchia SS 131 Sassari-Porto Torres che passa per Li Punti e Ottava. Continuare fino allo svincolo "Bancali-Oristano-Monte d'Accoddi", qui fare inversione di marcia e tornare indietro in direzione Sassari. Dopo circa 1 km, girare a destra per Monte d'Accoddi. Se la vecchia SS 131 viene percorsa provenendo da Porto Torres, continuare fino all'uscita per Monte d'Accoddi, quindi girare a destra. Arrivati al sito, lasciare l'auto nell'apposito parcheggio e proseguire a piedi.
  • In autobus: Da Sassari e/o Porto Torres prendere la linea extraurbana ARST 719 e scendere a Monte d'Acooddi, poi proseguire a piedi per entrare nel sito.
Mappa a tutto schermo Monte d'Accoddi


Cosa vedere[modifica]

  • 40.7906978.4489281 Altare di Monte d'Accoddi.


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Dove mangiare[modifica]


Dove alloggiare[modifica]


Sicurezza[modifica]


Come restare in contatto[modifica]


Nei dintorni[modifica]

Necropoli di Su Crucifissu Mannu
Torre della Pelosa a Stintino
Asinelli bianchi dell'Asinara


Altri progetti

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