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Ariccia
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Ariccia
Sito istituzionale

Ariccia è una città del Lazio.

Da sapere[modifica]

Anticamente chiamata Riccia o La Riccia o semplicemente 'A Riccia nei dialetti dei Castelli Romani, Ariccia è una delle località più conosciute e popolari dei Castelli Romani, sia per la rilevanza turistica del complesso monumentale chigiano e per l'importanza storica ed architettonica delle opere del Bernini che per l'importanza religiosa del santuario di Santa Maria di Galloro.

Il poeta latino Publio Ovidio Nasone nel libro XV vv. 536-546 de "Le metamorfosi" racconta come il figlio del mitico fondatore e primo re di Atene Teseo, Ippolito, dovette fuggire dalla Grecia dopo essere stato accusato di incesto con sua madre Fedra, e si rifugiò perciò in Italia dove venne accolto dalla dea Artemide nel suo bosco sacro sito in Lazio presso il lago di Nemi sui Colli Albani: la dea cambiò nome ad Ippolito chiamandolo Virbio (in lingua latina probabilmente vir bis, "due volte uomo", l'uomo nato due volte). La tradizione vuole che Virbio sia stato il fondatore di Aricia, il cui toponimo deriverebbe dal nome della moglie indigena del fondatore, chiamata appunto Aricia.

In alternativa, lo storiografo latino Gaio Giulio Solino al capitolo VII del suo "Collectanea rerum memorabilia" sostiene che la città venne fondata da alcuni Siculi comandati da un certo Archiloco, dal quale deriverebbe il toponimo della città.

Cenni geografici[modifica]

Il territorio comunale di Ariccia, con un'ampiezza di 18,59 km², è il decimo comune per estensione dei Castelli Romani. Una prima misurazione del territorio ariccino venne eseguita su commissione dei Chigi non appena essi entrarono in possesso del feudo, nel febbraio 1662. Nel catasto Gregoriano (1835) il territorio di Ariccia era calcolato in 914 rubbia, una quarta e tre scorzi, che, calcolando 1,848438 ettari come superficie corrispondente ad 1 rubbio, equivalgono a circa 16,90 km² correnti.

Il territorio ariccino, come quello dell'intera area dei Colli Albani, è stata soggetto tra i 600.000 ed i 20.000 anni fa circa all'attività vulcanica del Vulcano Laziale. Il suolo è dunque composto in massima parte di materiale vulcanico, ed abbondano rocce caratteristiche come il peperino, la pietra sperone del Tuscolo ed il tufo.

Il vasto cratere ovale di Vallericcia, che occupa la maggior parte del territorio comunale, secondo la "Carta Geologica d'Italia" redatta dal Servizio Geologico d'Italia è classificata come zona av ("tufiti alluvio-lacustri; [...] arenarie straterellate entro depressioni crateriche (Prata Porci, Ariccia) con Bos taurus L., Cervus elaphus L. e avifauna Gyps a Valle Marciana; prodotti del dilavamento entro valli radiali, provenienti dalle formazioni vulcaniche del Vulcano Laziale". Le alture del centro storico e di Colle Pardo ai confini con Genzano di Roma sono classificate come sc ("scorie solidificate senza stratificazione, in ammassi e tumuli; lapilli più o meno stratificati nella parte superiore dei coni; "Sperone" Auct.: scorie caotiche in grossi banchi"). con inserimenti di β7 ("agglomerati lavici, intercalati in ammassi polimorfici, fino a colate leucitiche").

I due profondi valloni che corrono ai lati dell'abitato storico sono classificati come dt, "detriti di falda, conoidi". I bordi del cratere di Vallericcia sono invece composti da v1, ovvero "manifestazioni eruttive finali. Brecce piroclastiche d'esplosione con lapilli, proiettili leucocratici, ultrafemici, pirosseniti biotitiche, più xenoliti di lave leucitiche e del substrato, facies cineritiche superiormente straterellate, in strati e banchi più o meno consolidati ("Peperino" Auct.) rapidamente assottigliatosi allontanandosi dai centri d'emissione", quindi da peperini emessi dallo stesso cratere di Vallericcia. Infine, c'è da notare come la porzione di Vallericcia adiacente alle alture di Galloro sia zona se ("scorie e lapilli giallastri sciolti, talora agglomerati, scoriette e lapilli stratificati").

Il resto del territorio è, come la maggior parte dell'area nordoccidentale dei Colli Albani, composto da terreni classificati come v2, ovvero peperini emessi dal cratere formato dal Lago Albano.

Idrografia[modifica]

Anticamente la depressione di Vallericcia era occupata, almeno parzialmente, da un lago vulcanico, simile ai due vicini laghi vulcanici Albano e di Nemi. L'ipotesi sarebbe confermata dalla periodica ricomparsa di un bacino lacustre nella parte più depressa della valle, nella località dall'emblematico nome di Pantanelle: un lago o pantano compare menzionato in diversi atti notarili del 1223, del 1462 e del 1630, mentre lo storico e canonico settecentesco Emanuele Lucidi afferma che il 17 gennaio 1793 con grande sorpresa degli ariccini comparve un laghetto in Vallericcia, originato dall'intasamento di alcuni canali di scolo e sgombrato il 4 febbraio dello stesso anno. Per evitare l'allagamento della valle, già in età antica fu scavato un sistema di canali di scolo nella valle che portavano tutti ad un emissario posto in località Ginestreto, che liberava le acque verso il mar Tirreno in direzione sud-ovest: alcuni eruditi sei e settecenteschi sostennero che queste acque formavano il leggendario fiume Numico, che bagnava Lavinium, antica capitale latina fondata da Enea ed identificata comunemente con Pratica di Mare. In Vallericcia sfocia anche l'emissario del lago di Nemi, scavato anch'esso in età antica ma non accomunabile con la perfetta tecnica costruttiva dell'emissario del lago Albano.

In territorio ariccino non scorrono corsi d'acqua notevoli, ma ai margini settentrionali ai confini con Rocca di Papa ed Albano Laziale, presso l'antico castello di Malafitto, si trovano le omonime sorgenti (565 m s.l.m.), che alimentano storicamente Ariccia dal 1614 ed Albano Laziale dal 1607: fin dall'età romana, inoltre, queste sorgenti erano note e l'acqua captata per l'approvvigionamento della villa di Domiziano a Castel Gandolfo e, successivamente, dei Castra Albana.

Orografia[modifica]

La località Montagnanello, ai margini meridionali del territorio comunale ai confini con Aprilia, si trova a 131 m s.l.m., altitudine minima del territorio ariccino, mentre Fontana di Papa è a 190 m s.l.m.: proseguendo in direzione nord, Ginestreto è a 290 m s.l.m. e Vallericcia è ad un'altitudine minima di 284 m s.l.m. e massima di 318 m s.l.m. (lo sbocco dell'emissario del lago di Nemi è a 290 m s.l.m.).

Il centro storico è posto a 412 m s.l.m. (altitudine di palazzo Chigi), mentre il santuario di Santa Maria di Galloro è a 429 m s.l.m. e la parte più alta di parco Chigi è a 490 m s.l.m., ai confini con la località Selvotta di Albano Laziale. Monte Gentile è a 580 m s.l.m., cima più elevata del territorio ariccino: l'altura di Malafitto, ai confini settentrionali con Rocca di Papa, infatti non supera i 565 m s.l.m..

Quando andare[modifica]

Clima[modifica]

Dal punto di vista climatico il territorio rientra nel dominio del clima temperato mediterraneo con inverni miti, temperature autunnali superiori a quelle primaverili, estati ventilate. Nell'area dei Colli Albani, dunque anche ad Ariccia, si presenta il fenomeno detto stau, che consiste nella riduzione del vapore acqueo nelle nuvole man mano che il terreno si alza. Perciò la piovosità maggiore si avrà sulle prime alture dei colli, rivolte verso il mare, verso sud sud-ovest, e la minore verso nord. Ariccia, trovandosi sulla traiettoria delle correnti umide tirreniche, risulta discretamente piovosa con 900 mm annui di precipitazioni. I venti spirano prevalentemente da sud e da ovest, più raramente da nord e da est.

Normalmente la zona è battuta da venti di scirocco e libeccio, ma talvolta compare anche il ponentino, vento caratteristico della zona di Roma. Durante l'inverno invece si ha la presenza di tramontana e grecale, il primo proveniente dalla vasta pianura dell'Agro Romano.

L'estate è calda e asciutta, l'inverno mite e piovoso senza, in genere, che vengano raggiunte temperatura eccessivamente basse. Ad Ariccia nevica piuttosto raramente e solo in presenza di un freddo generalizzato marcato. In estate le temperature possono raggiungere i 35 °C con punte di 37 °C in casi rari. La temperatura non ha mai raggiunto i 40 °C.

Cenni storici[modifica]

Aricia venne fondata in epoca imprecisata, senz'altro prima di Roma: l'erudito seicentesco Filippo Cluverio ipotizza (non si sa con quali fondamenti) la data del 2752 a.C., mentre la tradizione antica ha fatto risalire la fondazione della città al figlio del mitico fondatore di Atene Teseo, Ippolito detto Virbio, o al comandante siculo Archiloco. In seguito Aricia fu un'importante città della Lega Latina, teatro nel 505 a.C. della battaglia di Aricia; nel 338 a.C., infine, disciolta definitivamente la Lega Latina, Aricia ottenne la cittadinanza romana.

Il territorio aricino fu attraversato a partire dal 312 a.C. dalla via Appia Antica, ed Aricia era la prima mansio ("stazione di sosta") lungo la via Appia provenendo da Roma. La decadenza della città è probabilmente da collocare dopo il sacco di Roma del 410 da parte dei Visigoti di Alarico, anche se la vita cittadina continuò fino alla metà del V secolo.

Con il progressivo abbandono di Aricia andò consolidandosi il nuovo abitato posto sul colle dell'antica acropoli aricina, e del moderno centro storico: alla fine del X secolo l'abitato risulta sotto il dominio dei Conti di Tuscolo, come gran parte dei Colli Albani. Dopo la caduta in disgrazia dei Conti di Tuscolo e la distruzione della loro roccaforte, Tusculum, nel 1191, il feudo di Ariccia fu governato dalla famiglia Malabranca, che era probabilmente un ramo della famiglia dei Conti di Tuscolo originario di Velletri. Ad ogni modo, nel 1223 i Malabranca vendettero il feudo a papa Onorio III per 2000 provisini, ed Ariccia rimase probabilmente sotto il possesso della Camera Apostolica benché sia stata occupata brevemente manu militari dalla famiglia Savelli, che per legittimare il proprio possesso sul feudo millantarono una donazione del 964 fatta dall'imperatore Ottone I di Sassonia in favore di Virginio Savelli.

Porta medioevale in una foto del 1870 circa

Nel Trecento Ariccia fu praticamente spopolata, e nel 1399 il "tenimentum Ritiae" risulta annesso alla castellanìa di Genzano di Roma, anch'essa possedimento della Camera Apostolica. Nel Quattrocento si perdono le tracce del feudo, che nel 1463 risulta sotto il "pieno dominio" dell'abbazia di Santa Maria di Grottaferrata. Il cardinale Giuliano della Rovere, eletto nel 1503 papa Giulio II, abate commendatario dell'abbazia criptense, nel 1473 siglò con Mariano Savelli la permuta del "castrum dirutum" di "Ritiae" con le case in rovina, Vallericcia e tutte le attinenze e dipendenze in cambio del Borghetto di Grottaferrata: iniziava così la dominazione feudale dei Savelli su Ariccia.

Mariano Savelli, nell'atto di permuta, si impegnò "ad costruendum [castrum Ritiae], aedificandum, reparandum" ("alla costruzione [del castello di Ariccia], edificazione, riparazione"): ed in effetti nel corso del Cinquecento la popolazione di Ariccia aumentò fino a poco meno di 800 unità, superando addirittura la popolazione della vicina Albano Laziale, sede vescovile suburbicaria. Nel 1610 Paolo e Caterina Savelli firmarono e si impegnarono a rispettare gli "Statuti" della Comunità ariccina.

Il 15 maggio 1633 venne solennemente consacrato il santuario di Santa Maria di Galloro, retto dal 1631 dalla Congregazione Vallombrosana, ad oltre dieci anni dal ritrovamento della miracolosa immagine della Madonna di Galloro.

I Savelli, che si trovavano in cattive condizioni economiche, furono costretti a vendere il feudo ariccino ai Chigi nella persona del cardinale Flavio Chigi, che agiva anche a nome dei fratelli Agostino e Mario e dello zio papa Alessandro VII: la vendita fu conclusa il 20 luglio 1661 per la somma di 358.000 scudi pontifici. L'antica casata dei Savelli si estinse con lo sfortunato Giulio Savelli, che oberato dai debiti fu costretto a vendere il feudo di Albano Laziale alla Camera Apostolica nel 1697. I Chigi non tardarono a beneficare Ariccia con la loro munificenza: nel 1662 Alessandro VII autorizzò la fiera di Galloro, e tra il 1661 ed il 1665 fu completata la costruzione della collegiata di Santa Maria Assunta, di palazzo Chigi e degli altri edifici del complesso monumentale chigiano di piazza di Corte. Inoltre, i Chigi si impegnarono nella costruzione della chiesa sconsacrata di San Nicola di Bari con l'attiguo collegio dei padri dottrinari (già presenti ad Ariccia per l'istruzione superiore dei fanciulli dal 1638) e nell'ampliamento del parco Chigi e del santuario di Santa Maria di Galloro, con la costruzione dell'ultima campata e della cupola rivestita di piombo. Molti di questi lavori di abbellimento del feudo ariccino furono eseguiti da Gian Lorenzo Bernini, e la collegiata costituisce un esempio paradigmatico dell'architettura barocca: altre opere minori, come la chiesa sconsacrata di San Nicola ed il parco Chigi, furono eseguite rispettivamente dal fratello di Gian Lorenzo, Luigi Bernini, e da Carlo Fontana.

Una veduta di Ariccia dal parco Chigi opera del pittore tedesco Franz Ludwig Catel (1778-1856).

Dopo la turbolenta parentesi della Repubblica Romana (1798-1799) e dell'occupazione napoleonica, nel 1816 i Chigi rinunciarono al dominio feudale su Ariccia, pur conservandovi tutte le loro proprietà.

Papa Pio VI si era interessato al ripristino della via Appia, ed aveva avviato la bonifica delle Paludi Pontine fino a Terracina a questo scopo: l'opera, incominciata da papa Pio VI nel 1777, fuportata a termine entro il 1780: alla medioevale via postale corriera tra Roma e Napoli passante per Marino, Nemi e Velletri si sostituì nuovamente la più rettilinea via Appia. L'evento pose le basi per lo sviluppo commerciale di Albano Laziale, Ariccia e Genzano di Roma, a scapito di Marino che finora era stata la stazione di posta privilegiata sulla via postale. Il tracciato originario della strada, tuttavia, per arrivare da Albano a Genzano evitava Ariccia con un lungo giro attorno a Vallericcia, per evitare i forti dislivelli in entrata ed in uscita. Fu papa Gregorio XVI che, per ovviare all'inconveniente, incominciò la costruzione dei ponti di San Rocco e di Galloro e pose le basi per la costruzione del ponte di Ariccia, iniziato nel 1847 e completato nel 1854 sotto il regno di papa Pio IX.

Nel 1897 i contadini di Albano Laziale ed Ariccia organizzarono una delle prime invasioni di terre del Lazio, occupando alcuni terreni a Santa Palomba e Cancelliera: nell'aprile dello stesso anno la lega contadina ariccina sollevò il problema delle case, che a dire delle stesse autorità locali esisteva, poiché c'era una sproporzione di rapporto tra le case abitate e gli abitatori: sicché si registrarono occupazioni delle seconde case e dei villini utilizzati dalla media borghesia per le vacanze estive, così numerosi ad Ariccia e nei dintorni.

Il fascismo ebbe difficoltà ad insediarsi ai Castelli Romani, e spesso dovette valersi di personaggi "riciclati" dal partito socialista, popolare o repubblicano: in reazione alle violenze fasciste a Genzano, Ariccia e Rocca di Papa si costituirono nuclei di "Arditi del Popolo", ben presto sciolti dall'inettitudine delle stesse forze anti-fasciste.

Dopo la marcia su Roma (28 ottobre 1922) i fascisti presero baldanza, ed il 1º novembre assaltarono simultaneamente i municipi di Ariccia, Frascati, Monte Compatri e Rocca di Papa, ma riuscirono ad ottenere subito solo le dimissioni della giunta repubblicana di Ariccia guidata da Ubaldo Mancini. Benché i fascisti avessero dato pessima prova di sé con l'occupazione violenta del municipio, della palestra comunale e addirittura del cinema parrocchiale, i repubblicani ariccini pensarono di allearsi con loro: in seguito tuttavia i repubblicani ariccini si pentirono della scelta, e Vezio Mancini, figlio dell'ex-sindaco Ubaldo, fu iscritto al casellario politico centrale come "antifascista irriducibile". Il "gagliardetto" di Ariccia venne inaugurato solo il 21 gennaio 1923.

Durante la seconda guerra mondiale, il centro storico fu bombardato per la prima volta il 1º febbraio 1944: durante la guerra i tedeschi fecero saltare il ponte di Ariccia e fu distrutto l'adiacente torrione dell'aggiunta settecentesca di palazzo Chigi.

Conseguentemente alla distruzione del ponte venne realizzato un ponte provvisorio parallelo che attraversò, scempiandolo, il parco Chigi per quasi tutta la sua lunghezza. Il ponte fu ricostruito dopo la seconda guerra mondiale, ma è crollato nuovamente nel 1967: ricostruito, nel 2009 l'amministrazione comunale ha lanciato l'allarme per la stabilità del viadotto, gravato dal traffico pesante in transito sulla via Appia Nuova, ed ha promosso la pedonalizzazione del ponte e di piazza di Corte creando una tangenziale alternativa, proposta che ha scatenato vivaci polemiche tra i residenti nell'area proposta per il passaggio della tangenziale.

Lingue parlate[modifica]

La lingua italiana è l'unica lingua ufficiale di Ariccia, dato che non esistono sul territorio presenze di stanziamenti tali da giustificare l'esistenza di una minoranza linguistica. Il dialetto ricciarolo è uno dei dialetti dei Castelli Romani afferenti al gruppo dei dialetti mediani: tuttavia è sempre meno parlato a causa dell'attuale tendenza generale all'espansione del dialetto romanesco un po' in tutta l'area metropolitana di Roma e soprattutto nel quadrante meridionale della provincia di Roma.

Film suggeriti[modifica]

L'architettura della scenografica piazza di Corte con gli edifici che vi prospettano, la verticalità del ponte di Ariccia o il vasto panorama che si gode dal centro storico hanno attirato nel corso degli anni numerosi registi e troupe da tutto il mondo. La location ha fatto da sfondo al film Buonasera, signora Campbell, anche se Ariccia veniva presentata con il nome di finzione di San Forino.

Il film più celebre girato in parte ad Ariccia è Il Gattopardo (1963), per la regia di Luchino Visconti: tuttavia la scena probabilmente più nota del film, quella del ballo, è stata girata negli ambienti di Palazzo Valguarnera-Gangi a Palermo, mentre gran parte degli esterni furono girati nell'appositamente restaurata residenza palermitana di villa Boscogrande. La scena più importante girata negli interni di palazzo Chigi è stata quella del dialogo tra Burt Lancaster ed Alain Delon (quello del "se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi ").

Fra i registi che hanno girato ad Ariccia, vanno ricordati Renato Castellani con Due soldi di speranza (1952), Nanni Loy con Un giorno da leoni (1961), Daniele Segre con Partitura per volti e voci (1991) e Tonino Cervi con L'avaro (1989), film che aveva Alberto Sordi come protagonista.

Nel 2018 il regista Giovanni Veronesi gira alcune scene del film "Moschettieri del Re - La penultima missione" all'interno di Palazzo Chigi.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Ariccia

Frazioni e località[modifica]

  • Cancelliera – Parte di questa località appartiene al comune di Ariccia, mentre il resto ricade nel comune di Albano Laziale: vi si trova la grande ed importante zona commerciale ed industriale denominata Cancelliera-Quarto Negroni (perché nell'Ottocento fu proprietà della famiglia romana dei Negroni, successivamente stanziatisi ai Castelli Romani), nota anche per lo stabilimento dismesso della Pork's House, realizzato nel 1966 per la produzione di porchetta e chiuso alla fine degli anni ottanta, nel 1991 venduto all'incanto dal tribunale di Velletri. La località è inoltre servita con una stazione ferroviaria dalla ferrovia Roma-Velletri.
  • Cecchina – Questa località, appartenente solo in parte ad Ariccia e per la maggior parte ricadente nei comuni di Albano Laziale ed Ardea, deve il proprio toponimo a monsignor Sebastiano Cecchini, che alla fine del Seicento si fece costruire un casale in prossimità del chilometro 20 della via Nettunense: lo sviluppo moderno della popolosa frazione è legato alla creazione alla fine dell'Ottocento di uno snodo ferroviario importante attivo fino agli anni trenta. Oggi Cecchina è servita da una stazione ferroviaria della ferrovia Roma-Velletri, ed ha più volte manifestato (assieme all'altra popolosa frazione albanense di Pavona) spinte autonomistiche dai tre capoluoghi per via della sua raggiunta importanza e della numerosa popolazione.
  • Fontana di Papa – La località deve il suo nome alla fontana voluta da papa Pio IX presso il chilometro 11 della via Nettunense ed è sede della prestigiosa omonima cantina sociale vitivinicola.
  • Galloro – Popolosa località residenziale posta lungo la strada statale 7 via Appia Nuova in prossimità dell'omonimo santuario mariano, deve ad esso la propria notorietà. Il toponimo è da riferirsi ad una probabile corruzione di un antico toponimo latino "vallis aurea" ("valle dorata"), benché la località si trovi su un'altura a dominio di Vallericcia e del tracciato della via Appia Antica.
  • Monte Gentile – Rinomata località residenziale posta a nord-est del centro storico, ospita i moderni servizi del comune (il PalAriccia ed il PalaKilgour, il liceo classico statale sperimentale James Joyce e, più a valle verso il centro storico, il cimitero e lo stadio comunale).
  • Vallericcia – La località si trova nell'omonima valle ai piedi del centro storico: vi si svolge gran parte della produzione agricola del territorio ariccino, in gran parte soffocata dalla moderna crescita delle piccole industrie. Proprio in un ex-fabbrica di scarpe si trova il plesso scolastico attualmente utilizzato come sede succursale del liceo classico sperimentale statale James Joyce.


Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

In auto[modifica]

Ariccia è attraversata dalla SS 7.

In autobus[modifica]

Il collegamento pubblico su gomma extra-comunale è garantito dalla COTRAL, l'azienda regionalizzata di trasporto pubblico, con frequenti corse sulla "direttrice Appia" che collega Roma a Velletri, Cori e Latina e corse meno frequenti sulle direttrici "intercastellare" e Nettunense.

Il trasporto pubblico intercomunale su gomma è garantito dalle corse dalle autolinee AGO, gestite dal gruppo Onorati. Sono attive sei linee:

  • Linea A2 (scolastica invernale): Via Antonietta Chigi - Piazza di Corte - Via Antonietta Chigi - Piazza Alcide de Gasperi (Liceo classico statale sperimentale James Joyce) - Piazza di Galloro (Santuario di Santa Maria di Galloro) - Piazza di Corte - Via Antonietta Chigi.
  • Linea A3 (scolastica invernale): Via Antonietta Chigi - Piazza di Corte - Via Antonietta Chigi - Piazza Alcide de Gasperi (Liceo classico statale sperimentale James Joyce) - Piazza di Galloro (Santuario di Santa Maria di Galloro) - Piazza di Corte - Corso Giuseppe Garibaldi - Via Flora - Via Antonietta Chigi.
  • Linea AB: Piazza di Corte - Via delle Cerquette - Via del Bosco Antico - Via Appia Nuova - Piazza di Corte - Piazza Antonio Gramsci (Albano Laziale) - Via Nettunense - Via di Cancelliera (Ferrovia Roma-Velletri) - Via di Cancelliera - Via Nettunense - Piazza Antonio Gramsci (Albano Laziale) - Piazza di Corte - Via Appia Nuova - Via del Bosco Antico - Via delle Cerquette - Piazza di Corte.
  • Linea C: Via Colli San Paolo - Via Nettunense - Vallericcia - Piazza Antonio Gramsci (Albano Laziale) - Piazza di Corte - Via Antonietta Chigi - Monte Gentile - Via delle Cerquette - Piazza di Corte - Piazza Antonio Gramsci (Albano Laziale) - Vallericcia - Via Nettunense - Via Colli San Paolo.
  • Linea D (scolastica invernale): Via Antonietta Chigi - Piazza di Corte - Vallericcia - Piazza di Corte - Via Antonietta Chigi.
  • Linea E (scolastica invernale): Via Ginestreto - Via Nettunense - Via Montegiove (Genzano di Roma) - Fontana di Papa - Via Nettunense - Via Ginestreto.
  • Navetta: Albano - Ariccia - Genzano


Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

  • 41.721212.6721 Piazza di Corte. Il complesso monumentale chigiano di piazza di Corte, oggi denominata piazza della Repubblica, è una delle più importanti attrazioni turistiche dei Castelli Romani, luogo conosciutissimo anche grazie a numerosi film e videoclip e simbolo del comune. Sulla piazza, rettangolare, si aprono la collegiata di Santa Maria Assunta ed i casini laterali che ne rappresentano la continuazione visiva orizzontalmente (Gian Lorenzo Bernini, 1663-1665), palazzo Chigi e porta Napoletana (Gian Lorenzo Bernini e Carlo Fontana 1661-1672, espanso per volere di Augusto Chigi nel 1740), e le pittoresche anche se snaturanti aggiunte ottocentesche del ponte di Ariccia (Giuseppe Bertolini 1847-1854) e del ponte di San Rocco. La piazza si articola come un triangolo il cui vertice è posto all'interno del cortile di palazzo Chigi, in direzione del parco Chigi. Piazza di Corte su Wikipedia piazza di Corte (Q3902468) su Wikidata

Architetture religiose[modifica]

Uno scorcio dell'interno della cupola della collegiata di Santa Maria Assunta in Cielo.
La chiesa di Santa Maria Assunta in località Fontana di Papa.
  • 41.72112.67172 Collegiata di Santa Maria Assunta in Cielo. La collegiata è il principale luogo di culto cattolico di Ariccia, e l'attuale edificio venne costruito tra il 1664 ed il 1665 su progetto dell'architetto Gian Lorenzo Bernini, grazie all'interessamento di papa Alessandro VII e di suo nipote, il cardinale Flavio Chigi. L'architettura di questa chiesa, una delle più famose attrazioni turistiche dei Castelli Romani, è volutamente ispirata al Pantheon di Roma, ed è stata definita "esempio paradigmatico dell'architettura barocca". Gli stucchi dell'interno della cupola sono di Antonio Raggi: all'interno, sono conservate opere di Jacques Cortois detto "il Borgognone", Raffaele Vanni, Ludovico e Giacinto Gimignani, Bernardino Mei ed Alessandro Mattia da Farnese. Collegiata di Santa Maria Assunta (Ariccia) su Wikipedia collegiata di Santa Maria Assunta (Q3682920) su Wikidata
  • 41.765612.65453 Santuario di Santa Maria di Galloro. Il santuario, dedicato all'immagine della Madonna di Galloro rinvenuta presso l'omonima località nel 1621 o nel 1623, è uno dei santuari mariani più frequentati del Lazio, oltre che uno dei beni architettonici monumentali inclusi nella schedatura di primo livello della provincia di Roma. Edificato tra il 1624 ed il 1633. assieme all'attiguo convento (che fu retto prima dalla Congregazione Vallombrosana e poi dalla Compagnia di Gesù, ancora oggi presente con una casa di ritiri spirituali), l'attuale aspetto venne dato alla chiesa con gli interventi finanziati dai Chigi con la consulenza di Gian Lorenzo Bernini, che ne disegnò la facciata, l'ultima campata e parte dell'altare maggiore. Santuario di Santa Maria di Galloro su Wikipedia santuario di Santa Maria di Galloro (Q3950099) su Wikidata
  • 41.6812412.651464 Chiesa di Santa Maria Assunta (Fontana di Papa). La chiesa è il principale luogo di culto della località Fontana di Papa, presso la parte ariccina di Cecchina, situata lungo la strada statale 207 via Nettunense. La parrocchia conta circa 2 500 abitanti.
  • 41.719712.67035 Chiesa di San Nicola di Bari. La chiesa, costruita nel 1665 su progetto di Luigi Bernini, fratello del più noto Gian Lorenzo attivo in quello stesso periodo al complesso monumentale chigiano, ed affidata alla Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana, sorge nel sito dell'antica collegiata, sostituita dalla nuova collegiata berniniana: l'antica chiesa risaliva probabilmente addirittura al X secolo. Dal 2008 la chiesa, sconsacrata, ospita uno spazio teatrale comunale. Chiesa di San Nicola di Bari (Ariccia) su Wikipedia chiesa di San Nicola di Bari (Q3671467) su Wikidata

Architetture civili[modifica]

  • 41.721512.67226 Palazzo Chigi, Piazza di Corte 14. Il palazzo, edificato dalla famiglia Savelli alla fine del Cinquecento, passò poi ai Chigi che portarono avanti i lavori di ampliamento e sistemazione tra il 1661 ed il 1672, sotto la direzione di Gian Lorenzo Bernini e Carlo Fontana. Gli interni furono arredati dai pittori seicenteschi Michelangelo Pace detto "il Campidoglio", Giovan Battista Gaulli detto "il Baciccio", Mario Nuzzi "Mario dei Fiori". L'attuale aspetto del palazzo è dovuto all'ampliamento voluto dal principe Augusto Chigi nel 1740 e all'arredo di alcune stanze commissionato tra il 1784 ed il 1787 da Sigismondo Chigi agli artisti Giuseppe Cades, Felice Giani e Liborio Coccetti. Nel 1988 il Comune di Ariccia ha acquistato la proprietà del palazzo e dell'adiacente parco Chigi. Attualmente nel palazzo, conosciuto a livello nazionale per alcune scene di celebri film girate al suo interno (tra gli altri, "Il Gattopardo" di Luchino Visconti del 1963, con Burt Lancaster, Claudia Cardinale ed Alain Delon), ospita il Museo del Barocco Romano.
    Il complesso monumentale di Palazzo Chigi è anche il polo museale più importante di Ariccia, dal 1988 di proprietà comunale, all'interno del quale sono ospitati diversi percorsi museali.
    La più importante raccolta museale del palazzo è la Collezione Chigi, composta da dipinti, sculture, decorazioni, arredi e suppellettili raccolte nel palazzo dai principi Chigi nei quattrocento anni della loro permanenza nella residenza. Tra la fine degli anni novanta e il Duemila la collezione Chigi si è arricchita di nuove opere d'arte, radunate nell'autunno 2007 nel Museo del Barocco, composto dalla Collezione Fagiolo, raccolta dal critico d'arte Maurizio Fagiolo dell'Arco, e dalle donazioni di Luigi Koelliker.
    Palazzo Chigi (Ariccia) su Wikipedia Palazzo Chigi (Q3889845) su Wikidata
  • 41.71887512.6763867 Locanda Martorelli. Nota per gli affreschi eseguiti da Taddeo Kuntze relativi alla storia mitica della fondazione di Ariccia, fu un'importante tappa di grandi artisti e viaggiatori del Grand Tour. Appartenuta alla famiglia di Angela Cameresi dal primo decennio del XX secolo sino alla metà degli anni '70; al 1998 è proprietà del Comune di Ariccia. Locanda Martorelli (Q56375909) su Wikidata
  • 41.719912.670538 ex-Collegio di San Nicola. Il collegio, attiguo alla chiesa sconsacrata di San Nicola di Bari, ha ospitato dal 1655 alla metà dell'Ottocento la Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana, che svolgeva le funzioni di scuola pubblica per i giovani ariccini. Dagli anni ottanta ospita il municipio.

Architetture militari[modifica]

  • 41.7212712.672729 Porta Napoletana. già rifatta ed allargata dai Savelli nel 1642, l'aspetto attuale, su disegno di Gian Lorenzo Bernini, le venne dato dai Chigi immediatamente dopo che ebbero acquistato il feudo, nel 1661. Fu il principale accesso al paese fino al Settecento: dal piazzale adiacente alla porta si gode una spettacolare panoramica a 360° su Vallericcia.
  • 41.71773112.67111910 Porta Romana (Portella). A causa delle sue piccole dimensioni, venne murata nel 1642 ed in tale stato rimase fino all'Ottocento. via Appia - Arco detto "Porta di Ariccia (Q55086153) su Wikidata


Eventi e feste[modifica]

Donne ariccine in costume d'epoca durante la festa della Pentecoste in località Galloro
  • Festa della Signorina. Durante la peste del 1656 Ariccia fu risparmiata dal flagello, anche in conseguenza del suo relativo isolamento: gli ariccini tuttavia attribuirono la grazia alla Madonna di Galloro, e si iniziò a celebrare una solenne festa presso il santuario di Santa Maria di Galloro, fissata per la prima o la seconda domenica di Avvento. A partire dal 1668, quando papa Clemente IX istituì la festa dell'Immacolata Concezione, la data della festa venne spostata all'8 dicembre, festa appunto dell'Immacolata Concezione: ancora oggi questo evento viene celebrato e prende il nome di "festa della Signorina".
  • Festa della Madonna di Galloro. Il giorno di Pentecoste si celebra la festa vera e propria della Madonna di Galloro, nella giorno della consacrazione del santuario avvenuta nel 1633. In questa circostanza si tiene la fiera di Galloro, autorizzata da papa Alessandro VII nel 1662 e ancora celebrata.
  • Sagra della porchetta. La sagra della porchetta si svolge la prima domenica di settembre a partire dal 1950: il programma prevede esibizioni musicali, allestimento di stand e mostre.


Cosa fare[modifica]

  • 41.72512.6711 Parco Chigi. Una piccola parte del territorio comunale di Ariccia è inclusa nel perimetro del Parco Regionale dei Castelli Romani, ente di tutela ambientale regionale istituito nel 1984 dalla Regione Lazio nell'area dei Colli Albani. In origine, l'intero territorio comunale era situato all'interno del parco (legge regionale nº 2 del 13 gennaio 1984), ma già il 28 settembre 1984 le aree assegnate al parco furono drasticamente ridotte, per ovvi motivi legati all'espansione edilizia futura dei centri abitati inclusi. Gli attuali confini del parco, stabiliti nel 1998, sono più vasti dei confini precedenti.
    La principale area di verde pubblico è il parco Chigi, la tenuta di caccia dei Chigi attigua a palazzo Chigi dal 1988 acquisita dal Comune di Ariccia. L'estensione attuale dell'area verde è di ventotto ettari, ma all'inizio dell'Ottocento aveva raggiunto l'estensione massima di 274 ettari.
    La particolarità del parco Chigi è che la scrupolosa tutela esercitata dai Chigi ha evitato (fino al secondo dopoguerra) la contaminazione tra l'originaria flora dei Colli Albani (formata da querce, tigli ed aceri) ed il castagno, introdotto per ragioni economiche tra il Seicento ed il Settecento. Attualmente, il parco si presenta caratterizzato in gran parte come un bosco di lecci e latifoglie.
    Parco Chigi su Wikipedia parco Chigi (Q3895379) su Wikidata


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]

Spettacoli[modifica]

Locali notturni[modifica]


Dove mangiare[modifica]

Alcune delle caratteristiche fraschette in Via dell'Uccelliera.

La cucina ariccina non si distingue di molto dalla cucina romana, ma il prodotto culinario più conosciuto del comune è la porchetta, affiancata da altri prodotti meno caratteristici come il vino bianco, la mozzarella di bufala. Ariccia è anche uno dei pochi comuni dei Castelli Romani dove ancora esistono in gran numero le caratteristiche fraschette, che attirano un gran numero di frequentatori da Roma e dall'area castellana.


Prezzi medi[modifica]

Prezzi elevati[modifica]

  • 41.7258812.6798810 Sintesi, Viale dei Castani 17, +39 06 45557597. Gio-Ven 19:30-23:00, Sab-Lun 12:30-15:00 e 19:30-23:00.


Dove alloggiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]


Sicurezza[modifica]

Numeri utili[modifica]


Come restare in contatto[modifica]

Poste[modifica]



Nei dintorni[modifica]



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