Genzano di Roma | ||
Stemma | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Lazio | |
Territorio | Castelli Romani | |
Altitudine | 435 m s.l.m. | |
Superficie | 17,9 km² | |
Abitanti | 22.687 (2024) | |
Nome abitanti | Genzanesi | |
Prefisso tel | +39 06 | |
CAP | 00045 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Tommaso da Villanova (18 settembre) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Genzano di Roma è una città del Lazio.
Da sapere
[modifica]Il più antico documento in cui si rinviene il toponimo "Genzano" (IPA: [ʤenˈʦano]) è una bolla di Lucio III datata 2 aprile 1183. L'origine del nome "Genzano" è tuttora fonte di discussione. Per alcuni il poggio su cui sorge il paese, posto sul bordo esterno del Lago di Nemi, proseguimento del "Nemus Aricinum", era dedicato alla dea Cinzia ("Cynthia Fanum"), il cui culto era unito a quello di Diana nemorense. Per Nicola Ratti, invece, l'etimologia deriverebbe da fundus Gentiani, cioè dal terreno di proprietà della famiglia romana Gentia.
Cenni geografici
[modifica]Genzano di Roma è situato sul versante esterno del cratere vulcanico del lago di Nemi. La Casa Comunale si trova a 435 m s.l.m., l'altitudine minima del paese scende a 106 metri e la massima si spinge a 480 metri.
Dal punto di vista geologico questo territorio dei Colli Albani è uno degli apparati "eccentrici" del Vulcano Laziale, nato da esplosioni idromagmatiche che si sono verificate nell'ultima fase di attività del complesso vulcanico albano.
Quando andare
[modifica]Clima
[modifica]Dal punto di vista climatico il territorio rientra nel dominio del clima temperato mediterraneo con inverni miti, temperature autunnali superiori a quelle primaverili ed estati ventilate. Nell'area dei Colli Albani, dunque anche a Genzano, si presenta il fenomeno detto stau, che consiste nella riduzione del vapore acqueo nelle nuvole man mano che il terreno si alza. Perciò la piovosità maggiore si avrà sulle prime alture dei colli rivolte verso il mare, verso sud sud-ovest. Genzano, trovandosi sulla traiettoria delle correnti umide tirreniche, risulta piuttosto piovoso con 1100−1200 mm annui di precipitazioni.
Classificazione climatica: zona D, 1984 GR/G Il limite massimo per l'accensione degli impianti di riscaldamento è fissato a dodici ore giornaliere dal 1º novembre al 15 aprile, a meno che situazioni climatiche particolari non ne giustifichino l'uso in altri periodi dell'anno.
Cenni storici
[modifica]Antichità
[modifica]Nelle età precedenti il territorio dell'odierna Genzano ricadeva sotto la giurisdizione di Lanuvium e Aricia, ma verosimilmente non è stato mai sede di alcun centro abitato, sia pur piccolo. Ciononostante, nel territorio genzanese sono stati ritrovati numerosi reperti archeologici latini e romani.
Nei pressi dell'asse stradale della Via Appia antica, in corrispondenza della sella tra i rilievi di Montecagnoletto e la zona di Monte Canino, è stato rinvenuto, agli inizi del '900, il XIX cippo miliario della via Appia, il cui ritrovamento è stato di grande utilità per una corretta ricostruzione topografica della zona. L'iscrizione, ancora visibile, è difficilmente decifrabile e si riferisce al restauro della Via Appia ad opera dell'imperatore Nerva.
Età medievale
[modifica]È stata ipotizzata la presenza, attorno al X secolo, di un piccolo insediamento saraceno.
Nel 1153 il territorio, dove già nel XII secolo era stata eretta una torre da parte dei Gandolfi (torre abbattuta nel 1188), venne dato in possesso, dal Papa Anastasio IV, ai cistercensi dell'Abbazia di Sant'Anastasio alle Acque Salvie. Nel 1255, i cistercensi vi edificarono un grande Castello fortificato attorno al quale crebbe poi lentamente il paese (Genzano Vecchio). Riferisce l'erudito Gaetano Moroni:
«Genzano Vecchio ebbe mura castellane, e torri di opera saracinesca da quelle parti da cui poteva essere attaccata, cioè da aquilone, ponente, e mezzodì: mentre dalla parte orientale era invincibilmente difesa dall'altissima rupe a picco del cratere del lago Nemorese. Molti avanzi di tali mura ed alcune torri sono tuttora in piedi. La porta principale di Genzano, prima che si edificasse il palazzo baronale, a capo agli stradoni, era nel luogo del portone del palazzo Cesarini […]; da ciò ebbe origine il diritto antichissimo di passare per l'odierno portone, per gli abitanti di Genzano Vecchio» |
(Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Vol. XXIX, p. 26, In Venezia: dalla Tipografia Emiliana, 1840) |
Genzano fu retto dai Cistercensi senza soluzioni di continuo fino al 1378, allorché venne donato dall'Antipapa Clemente VII a Giordano Orsini quale compenso per servigi ricevuti. Nei successivi due secoli, Genzano conobbe l'alterno dominio dei monaci cistercensi, degli Orsini, dei Savelli e dei Colonna. Nel 1402 il borgo venne completamente distrutto da un incendio e la sua ricostruzione costrinse i Cistercensi ad alienare numerose proprietà.
Infine, i Cistercensi nel 1428 vendettero Genzano e Nemi ai Colonna per la cifra di 15 000 fiorini. Nel 1479 per cessione di Giovanni Colonna figlio di Odoardo, fu acquistato con Nemi dal Cardinale Guillaume d'Estouteville, Camerlengo di S.R.C. durante il pontificato di Sisto IV per 13 300 ducati, con patto di retrovendita, e alla morte di costui, dai due figli illegittimi Girolamo e Agostino. Nel 1485 passerà nuovamente ai Colonnesi, ma sotto la giurisdizione della Santa Sede. I Colonna reggeranno Genzano per circa 80 anni. Sotto i Colonna Genzano ebbe l'esenzione delle tasse, il che portò a un primo lieve incremento demografico.
Periodo Cesariniano
[modifica]Nel 1563 il castello fu ceduto, per 150 000 scudi, da Marcantonio Colonna, il futuro vincitore di Lepanto (1571), a Fabrizio Massimi e da questi, il 2 ottobre del 1564 a Giuliano Cesarini, marchese di Civitanova Marche. Iniziò in questa data il periodo Cesariniano, un periodo di sviluppo economico, demografico e urbanistico per Genzano.
Il 10 agosto 1565 Giuliano Cesarini emanò lo "Statuto". Nel 1643 Giuliano III Cesarini tracciò le olmate, degli stradoni ombreggiati da quattro filari di olmi, e ristrutturò il palazzo baronale. Scrive Gaetano Moroni: "Gli stradoni olmati partono da un punto centrico, e divergendo, quello a destra è la strada corriera che guida alla città, quello di mezzo il più lungo e piano conduce al palazzo Cesarini, e l'altro a manca porta al convento de' cappuccini". Lo stesso duca, nel 1636, aveva iniziato la ricostruzione della chiesa di Santa Maria della Cima, con dipinti di Francesco Cozza. Nel 1696 la figliuola di Giuliano III, Livia, ultima erede dei Cesarini, vi farà porre i corpi delle martiri Sante Tigri e Vincenza, protettrici di Genzano con S. Tommaso di Villanova.
Giuliano III, nel testamento del 1667 lasciava al figlio Giovanni Giorgio, oltre a Genzano, anche i possedimenti di Ardea, Rocca Sinibalda e Civita Lavinia. Tuttavia quattro anni dopo, alla morte del duca (1671), non vi erano più eredi diretti: erano già deceduti anche i due figli maschi, le due figlie maggiori erano in convento e l'unica figlia libera era ancora bambina. Genzano venne retto dal fratello di Giuliano III, l'ecclesiastico Filippo Cesarini, il quale intendeva far sposare la figlia terzogenita di Giuliano III, Clelia, con Filippo Colonna principe di Sonnino. La secondogenita di Giuliano III, Livia, suora oblata, lasciò il convento e sposò Federico II Sforza dando origine alla famiglia Sforza Cesarini.
Donna Livia contribuì in maniera decisiva al piano urbanistico della cittadina, portando a termine nel 1708 la costruzione di Genzano Nuova, impiantata su un sistema di triangolazioni, secondo il piano del 1643 ideato dal padre Giuliano III. Tra la prima metà del XVII e l'inizio del XVIII secolo venne innestato un secondo tridente, più interno del primo (quello delle Olmate), costituito dalla via Livia (1680 circa), la strada dove si svolge nella ricorrenza del Corpus Domini la tradizionale Infiorata, dalla via Sforza (1708), e dalla via che conduce al convento dei Cappuccini. Questo particolare impianto urbanistico, coordinato da alcuni noti architetti romani del periodo Tommaso Mattei e Ludovico Gregorini, estremamente innovativo per l'epoca, caratterizzato da un duplice trivio (tridente olmato e tridente edificato), suscitò l'ammirazione di molti artisti del tempo, tra i quali Carlo Maratta, che qui si stabilì e risiedette per diversi anni. Nel 1677 l'ultimo dei Cesarini, Filippo Cesarini, aveva fatto costruire, lungo la strada corriera di Genzano Nuova, la chiesa di San Sebastiano affiancata dal Conservatorio delle Maestre Pie; queste due opere saranno sciaguratamente distrutte nel 1916 dall'amministrazione comunale dell'epoca. L'incremento demografico nei secoli XVI e XVII determinerà l'espansione di Genzano verso la pianura sottostante (Genzano Nuova).
La rottura dell'isolamento geografico di Genzano comportò, oltre a notevoli vantaggi economici, il coinvolgimento in eventi bellici. Genzano fu infatti coinvolta nella Guerra di successione austriaca: dal maggio al novembre 1744 Genzano fu infatti occupata dalle truppe austriache, guidate dal principe Johann Lobkowitz, il quale fronteggiava le truppe ispano-napoletane, guidate dal re di Napoli Carlo di Borbone, accampate a Velletri e sul monte Artemisio. L'attacco del Lobkowitz, nella notte fra il 10 e l'11 agosto 1744 (Battaglia di Velletri) venne respinto dalle truppe ispano-napoletane permettendo così la sopravvivenza del giovane Regno delle Due Sicilie.
Dal 1781 al 1808 si procede alla costruzione della chiesa neoclassica della Santissima Trinità, su disegno di Giulio e Giuseppe Camporese, figli di Pietro.
Anche Genzano ebbe una sua parte nei fatti del 1798. Con la Restaurazione, e la fine della feudalità, Genzano entrò sotto le dipendenze dirette della Santa Sede che lo elesse a capoluogo; nella sua giurisdizione erano comprese anche Nemi, Civita Lavinia (ora Lanuvio) e Ardea. Proprio Ardea fu una frazione di Genzano di Roma fino al 1817.
Il 26 agosto 1806 un grave terremoto causò vittime e numerosi feriti in ambito cittadino così come nella vicina Rocca di Papa. Il 23 settembre 1828 Genzano ebbe il titolo di città da parte del papa Gregorio XVI.
Periodo Post-Unitario
[modifica]Con la presa di Roma e la fine del Potere temporale, Genzano entrò a far parte dello Stato italiano. Il Consiglio comunale propose la modifica del nome in Genzano di Roma per evitare confusione con Genzano di Lucania, approvata con Regio decreto legge 5 gennaio 1873.
Tra la fine dell'Ottocento e l'avvento del fascismo, Genzano è stata spesso teatro di battaglie sociali, soprattutto di lotte contadine per la distribuzione delle terre. Durante il Ventennio centinaia sono stati i cittadini arrestati e condannati al carcere o al confino, o addirittura assassinati dai fascisti (Salvatore Buttaroni, Germano Previtali). Gravissimi furono inoltre i danni subiti dalla cittadina durante la Seconda guerra mondiale, soprattutto in conseguenza dei bombardamenti aerei nel periodo successivo allo sbarco di Anzio. Tra il 31 gennaio 1944 e 14 aprile 1944 sono stati uccisi 109 cittadini genzanesi; Genzano fu quasi rasa al suolo, avendo avuto più dell'80% delle case distrutte o fortemente danneggiate. Una testimonianza tratta dalla pagina del 9 febbraio 1944 del Diario (Journal du Noviciat) che una suora francese delle Piccole Suore dell'Assunzione di Genzano, probabilmente suor M. Marguerite-Elisabeth, tenne in quei giorni:
«Una bomba è caduta sulla piazza (la piazza antistante Santa Maria della Cima, NdR) scavando un grande e profondo cratere e provocando una frana che ha sepolto vive più di cinquanta persone ricoverate in una grotta scavata sotto la piazza medesima. I tentativi per liberare quelli che sono ancora vivi non hanno dato alcun risultato. Il minimo colpo di piccone provoca numerosi franamenti minacciando di seppellire i soccorritori. A un certo punto si è creduto di poter comunicare con gli sventurati, si è visto un braccio che si tendeva, si è sentita una voce di donna gridare: «Più piano, ci sono dei bambini qui sotto…» Ma la terra all'improvviso richiude lo spiraglio. Di più, gli uomini che hanno tentato il salvataggio, essendo stati visti dai tedeschi, che requisiscono tutti coloro sui quali possono mettere le mani, sono stati catturati sul posto e arruolati a viva forza.» |
(Diario di Guerra delle Piccole Suore dell'Assunzione di Genzano, traduzione di Leo Evangelista, Albano Laziale, Diocesi di Albano, p. 26, 2000) |
Visite papali
[modifica]L'8 settembre 1963 il comune di Genzano riceve la visita dell'allora Sommo Pontefice Papa Paolo VI. In questa occasione Paolo VI celebrò la Santa Messa nella Collegiata della Santissima Trinità.
Successione dei Cesarini nel feudo di Genzano
[modifica]- Marchese Giuliano Cesarini (1491-1566)
- Giovan Giorgio Cesarini (1549 – Roma, 1585), figlio di Giuliano e Giulia Colonna
- Giuliano II Cesarini (1572-1613) (Figlio di Giovan Giorgio e Clelia Farnese)
- Giovan Giorgio II Cesarini (Figlio di Giuliano II e Livia Orsini)
- Giuliano III Cesarini (Figlio di Giovan Giorgio II)
- Filippo Cesarini (Fratello di Giuliano III)
- Livia Cesarini (Figlia di Giuliano III e Margherita Savelli; sposa di Federico II Sforza) (1646-1712)
- Duca Gaetano Sforza Cesarini (Figlio di Livia e Federico II Sforza) (1674-1727)
- Giuseppe Sforza Cesarini (Figlio di Gaetano) (1705-1744); fondatore del "Teatro Argentina" di Roma
- Filippo II Sforza Cesarini (Figlio di Gaetano) (1727-1764)
- Gaetano II Sforza Cesarini (Fratello di Filippo II) (1728-1776)
- Francesco Sforza Cesarini (Figlio di Gaetano II) (1773-1816)
- Salvatore Sforza Cesarini (Figlio di Francesco - morto nel 1832)
- Lorenzo Filippo Montani - Fratello uterino di Salvatore Sforza Cesarini; diventa Lorenzo Sforza Cesarini
- Francesco II Sforza Cesarini (Figlio di Lorenzo - morto nel 1899), senatore del Regno d'Italia - Primo Sindaco di Genzano dell'Italia Unita
- Lorenzo II Sforza Cesarini (Figlio di Francesco - Nato nel 1868)
Come orientarsi
[modifica]Frazioni
[modifica]- Landi
- San Gennaro
Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]In treno
[modifica]- 1 Stazione di San Gennaro (San Gennaro). Sorge sulla Ferrovia Roma-Velletri ed è servita dalle relazioni svolte da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio con la Regione Lazio che prendono il nome di FL4.
Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]Architetture religiose
[modifica]Architetture civili
[modifica]- 5 Palazzo Sforza-Cesarini, Piazza Sforza-Cesarini 4.
Musei
[modifica]- 6 Museo della Infiorata, Piazza Don Fabrizi 1, ☎ +39 06 93956063.
Luoghi di interesse naturalistico
[modifica]- 7 Orto Botanico.
Eventi e feste
[modifica]- Infiorata. La festa viene fatta risalire al 1778, anno in cui fu preparato un tappeto floreale, in occasione della festività del Corpus Domini, lungo la via Sforza (oggi Via Bruno Buozzi). Attualmente l'infiorata si svolge in via Italo Belardi, già via Livia, la via che congiunge la piazza principale del paese (Piazza IV Novembre) alla Chiesa di Santa Maria della Cima. La strada viene ricoperta totalmente da un tappeto floreale di circa 2000 m², composto generalmente di 13 quadri, oltre alla decorazione della scalinata posta in cima alla salita. Ogni quadro misura generalmente 7 m x 14 m e i soggetti, scelti da un'apposita Commissione che presiede anche all'organizzazione della manifestazione, sono generalmente soggetti di argomento religioso o civile, riproduzioni di note opere d'arte o motivi geometrici. La deposizione dei fiori sulla sede stradale avviene lo stesso giorno della festa, o la notte precedente, sui contorni dei quadri disegnati con il gesso e con la calce in base al bozzetto originale. La sera della domenica il tappeto viene percorso dalla processione religiosa che reca il Santissimo Sacramento da Santa Maria della Cima alla non lontana Collegiata. Il tappeto viene mantenuto, sostituendo i petali appassiti, fino alla sera del lunedì, quando ha luogo la distruzione dell'infiorata da parte dei bambini (il cosiddetto spallamento).
La Tradizionale Infiorata è giunta, nel 2024, alla sua 246a edizione. - Festa del pane casareccio di Genzano. A settembre. L'obiettivo della festa, organizzata dal comune di Genzano di Roma insieme al Consorzio tutela pane casareccio di Genzano, è quello di promuovere uno dei prodotti maggiormente rappresentativi del proprio ricco patrimonio produttivo e di qualità.
- Festival di cinema d'animazione Castelli Animati. A novembre.
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Spettacoli
[modifica]- 1 Multisala Cynthianum, Viale Giuseppe Mazzini 9, ☎ +39 06 9364484.
Dove mangiare
[modifica]Qui viene prodotto il pane casareccio locale.
Prezzi medi
[modifica]- 1 La Casina delle Rose, Viale Piave 2, ☎ +39 06 9330115, +39 06 9331828, lacasinadellerose@lacasinadellerose.net.
- 2 A Casa di Nino, Via Ercole Imbastari 21, ☎ +39 06 9363425.
- 3 Hosteria delle Scalette, Piazza Don Nazario Galieti 10, ☎ +39 06 93955095, +39 347 8549754, +39 340 4100247.
- 4 Trattoria dei Cacciatori, Via Italo Belardi 78, ☎ +39 06 89015878, +39 06 9396060, +39 331 1626248. Mer-Lun 9:00-15:00 e 19:00-22:40.
- 5 Ristorante Capodiferro, Via Fratelli Cervi 1, ☎ +39 06 93376332. Mar 20:00-22:00, Mer-Dom 12:45-14:45 e 20:00-22:00. Ristorante di pesce.
Dove alloggiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 Villa Robinia, ☎ +39 06 9364400, info@hotelvillarobinia.it. Hotel 3 stelle.
Sicurezza
[modifica]Numeri utili
[modifica]- 2 Carabinieri, Via Carlo Alberto Dalla Chiesa 2, ☎ +39 06 9363639.
Come restare in contatto
[modifica]Poste
[modifica]- Poste Italiane (2 sedi).
- 3 , Viale Fratelli Rosselli 25, ☎ +39 06 93955824, fax: +39 06 9396555. Lun-Ven 8:20-19:05, Sab 8:20-12:35.
- 4 , Via Sardegna 7, ☎ +39 06 9391271, fax: +39 06 9362489. Lun-Ven 8:20-13:35, Sab 8:20-12:35.
Nei dintorni
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Altri progetti
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