San Martino a Gangalandi | ||
Stato | Italia | |
---|---|---|
Regione | Toscana | |
Altitudine | 121 m s.l.m. | |
Prefisso tel | +39 055 | |
CAP | 50055 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Posizione
|
San Martino a Gangalandi è una località del comune di Lastra a Signa in provincia di Firenze.
Da sapere
[modifica]Cenni geografici
[modifica]La località, sorta sul poggio di Gangalandi, è attraversata dai torrenti Borro Fontepatri e colle Alberti e Borro Rimaggio, che segna il confine con la località di Calcinaia. Entrambi i torrenti sfociano nell'Arno nella frazione di Ponte a Signa.
Cenni storici
[modifica]Inizialmente il borgo era sotto il controllo dei Cadolingi di Fucecchio, e si è sviluppato intorno alla pieve di San Martino a Gangalandi, del XII secolo, dalla quale prende il nome.
Nell'XI secolo vi si trovava il castello di Monte Orlando dominio della famiglia pisana degli Orlandi prima e dei Gangalandi poi. Il castello difendeva la via commerciale sul fiume Arno, grazie alla sua buona posizione strategica, ma venne distrutto nel 1107 in seguito all'espansione di Firenze.
La prima citazione documentaria della pieve risale al 1108: in essa il nobile Bernardo Adimari donava al proposto di San Martino un terreno le cui entrate consentivano il mantenimento della chiesa, già sede di un collegio di canonici. Ciò fa supporre che la chiesa sia più antica e risalga ai secoli precedenti, forse ad epoca carolingia, come testimoniano l'intitolazione a San Martino di Tours, e il patronato della famiglia Adimari, di origine franca. Nello stesso anno la famiglia Adimari donò alcuni possedimenti sul territorio a Firenze.
Successivamente ai Cadolingi il controllo della zona passò alla famiglia ghibellina dei Gangalandi, la quale era legata agli ormai estinti conti Cadolingi. I Gangalandi vennero insigniti, dal Margravio di Toscana, del titolo di cavaliere, secondo la leggenda di Ugo di Tuscia. Nel 1260, in seguito alla vittoria dei ghibellini nella battaglia di Montaperti, si hanno documentazioni del Comune di Gangalandi.
La pieve di San Martino veniva soprannominata dal popolo di Gangalandi "San Martinone". Nonostante fino al primo '900 quella che al tempo era la chiesa di San Martino fosse giurisdizionalmente suffragianea della vicina pieve di San Giovanni Battista a Signa, la posizione di San Martino sulla strada principale verso Pisa, che di fatto tagliava fuori Signa, le permise di essere il punto di riferimento religioso per i popoli di questa zona dell'Oltrarno. Ottenne infatti un'importanza pari alla pieve di Signa dal punto di vista religioso, anche se sulla carta restava comunque sottoposta, se non superando la pieve stessa per quanto riguarda la ricchezza della parrocchia per le decime raccolte e i commerci del suo popolo. Nacque così una forte rivalità tra il pieviere di Signa e il sacerdote di San Martino. Nei secoli tali attriti non furono placati, con San Martino che reclamava anch'essa, facendo leva sulla propria grandezza, il titolo di pieve, così da potersi svincolare definitivamente dai clericali signesi. Si arrivò addirittura più volte al punto tale che il pievano di San Giovanni minacciasse la scomunica tramite carte e cause legali del parroco di Gangalandi, ed intorno al 1210 addirittura accadde che il priore di San Martino si ritrovasse scomunicato sul serio. Nel 1278 fu l'episodio del crollo del Ponte sull'Arno ad essere il pretesto, in quanto interrotta la comunicazione fra la riva destra e quella sinistra del fiume, per ottenere nella chiesa di San Martino il fonte battesimale dall'arcidiocesi di Firenze, che fino a quell'anno non era stato concesso perché presente nella vicina pieve di Signa. Nonostante il fonte battesimale, prerogativa e elemento caratteristico in teroia solo delle pievi, che faceva si San Martino la chiesa battesimale di quella riva dell'Arno, alla prioria di San Martino fu riconosciuto solo il ruolo di propositura nel 1745, e non di pieve prima del 1926. Nasce proprio da questi motivi campanilistici l'astio e la rivalità tra signesi e lastrigiani: in particolare tra signesi e pontigiani, che in nei secoli scorsi venivano chiamati gangalandini.
Nel 1432 Leon Battista Alberti divenne priore della pieve e controllò il territorio del comune per molti anni. Intervenne personalmente con una vasto progetto architettonico per trasformare la vecchia pieve di impianto romanico secondo i canoni della nuova e fiorente cultura rinascimentale.
Nel 1446 venne sepolto nella pieve Agnolo Pandolfini, amico di Leon Battista Alberti, ma nel 1885, col divieto di seppellire corpi nella chiesa, iniziò la costruzione del cimitero di San Martino a Gangalandi.
San Martino a Gangalandi è stato il primo borgo a essere costruito sul territorio Lastrigiano, ed è stato un comune fino al 1774, quando si unì a quello di Lastra a Gangalandi. Attualmente a livello amministrativo ricade all'interno della frazione di Ponte a Signa.
Come orientarsi
[modifica]Come arrivare
[modifica]Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]- 1 Chiesa di Santa Lucia a Monteorlando (In località di Santa Lucia a Monteorlando). Nel 1638 i Francescani osservanti si stabilirono nel conventino costruito dal letterato fiorentino Giovanni Maria Cecchi, più di cinquanta anni prima, presso l'antica chiesa di San Michele, situata nel luogo in cui si trovava l'antico Castello di Monte Orlando. Alla metà del Settecento i Francescani ampliarono il convento e costruirono la chiesa, intitolata ai Santi Lucia e Michele Arcangelo, che fu dotata di eleganti altari barocchi. Oltre alle tele seicentesche raffiguranti l'Immacolata Concezione tra santi di Cesare Dandini e i Santi Antonio da Padova, Francesco, Lucia e Caterina d'Alessandria di Matteo Rosselli, vi furono collocati dipinti dei più importanti artisti dell'epoca tra i quali Matteo Bonechi, Pietro Marchesini e Mauro Soderini.
- 2 Pieve di San Martino a Gangalandi (Nella frazione di Ponte a Signa, sul poggio di Gangalandi). Nella chiesa probabilmente si riuniva la Lega costituita dai quattro popoli che godevano di speciali statuti e che poi divenne il Comune di Gangalandi e quindi di Lastra a Signa. La prima citazione documentaria risale al 1108 ma forse è di epoca carolingia. Dell'impianto romanico della chiesa non rimangono che poche tracce nelle strutture murarie in prossimità del campanile. Al Quattrocento risalgono le opere che caratterizzano maggiormente la chiesa. Il tempietto del Battistero presenta nella volta Evangelisti e dottori della Chiesa e nell'attico Cristo in gloria tra angeli musicanti, l'Elemosina di san Martino e l'Annunciazione. Punto focale di massimo interesse della chiesa è l'abside, chiusa in alto da un arco a tutto sesto con decorazione a motivi di candelabro e con lesene in pietra serena sorreggenti un architrave che reca un'iscrizione a lettere capitali dorate, ornata alle due estremità dalle armi degli Alberti. Attiguo alla chiesa, in un immobile formato da diverse stanze, è allestito un piccolo Museo di arte sacra che conserva arredi sacri, dipinti, paramenti e suppellettili a corredo di San Martino e di alcune chiese della zona. L'oggetto di maggiore rilevanza è una tavola di Lorenzo Monaco, rappresentante la Madonna dell'Umiltà, originariamente nella Chiesa di San Romolo a Settimo. Il museo è il più antico museo vicariale dell'Arcidiocesi di Firenze.
- 3 Cappella della Madonna dei Dini (Nei pressi della pieve). La cappella sorse nel 1843 sul poggio di Gangalandi, in un terreno di proprietà della famiglia Dini, da cui il nome. Fu costruita attorno ad un vecchio tabernacolo risalente alla fine del '500, probabilmente inglobandolo. Lo stesso affresco della Madonna col Bambino risalente ai tempi dell'antico tabernacolo è infatti tuttora parte della decorazione interna della cappella. La cappella della Madonna dei Dini, a parte le dimensionie e il diverso stile, ha un'architettura molto simile alla chiesa di Santa Maria della Misericordia.
- 4 Cimitero di San Martino a Gangalandi, Via S. Martino, 6. Mar-Dom 8:30-19:00. La costruzione è iniziata nel 1855, in seguito al divieto di sepoltura all'interno della vicina pieve di San Martino a Gangalandi, su un terreno del poggio Gangalandi donato dalla Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze. La progettazione fu affidata ad Angiolo Cappiardi che concepì l'edificio con un carattere neogotico così da conferirgli uno stampo monumentale. Inaugurato nel 1867 è stato ampliato negli anni successivi sempre in stili differenti attinenti al periodo storico, con una parte bassa detta cimitero comunale e una nuova ala nel cimitero della misericordia. Attualmente il cimitero è gestito dall'Arciconfraternita della Misericordia di Lastra a Signa.
- 5 Villa Valdirose (Nella località Val di Rose). Costruita nella seconda metà dell'800 è stata interamente ristrutturata nel 2007, ora offre il servizio di Bed and Brekfast.
- 6 Museo Vicariale di Arte Sacra di San Martino a Gangalandi, Via Leon Battista Alberti, 41. +39 055 872 0008. Il primo museo vicariale della Diocesi di Firenze. Il museo è formato maggiormente da dipinti, ma sono presenti anche opere di oreficeria come croci, calici, reliquiari, pianete e ulteriori oggetti provenienti principalmente dalla pieve ma anche dal territorio lastrigiano.
- Oratorio della Compagnia della Santissima Annunziata.
- Villa Paola.
- Villa Sassoforte.
Eventi e feste
[modifica]- Festa della Rificolona. A settembre.
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Dove alloggiare
[modifica]Sicurezza
[modifica]Come restare in contatto
[modifica]Nei dintorni
[modifica]Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante San Martino a Gangalandi