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Giurdignano
Giurdignano
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Giurdignano
Sito istituzionale

Giurdignano è una città della Puglia.

Da sapere[modifica]

La città possiede una delle più grandi concentrazioni di dolmen e menhir d'Italia ed è per questo conosciuto come il giardino megalitico d'Italia.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Giurdignano


Come arrivare[modifica]

In treno[modifica]

  • 40.14281718.4395031 Stazione di Giurdignano. È una fermata ferroviaria posta sulla linea Lecce-Maglie-Otranto. Stazione di Giurdignano su Wikipedia stazione di Giurdignano (Q16609260) su Wikidata


Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

Chiesa madre
  • 40.12304218.4323141 Chiesa madre della Trasfigurazione del Signore, Piazza Municipio, 9. La chiesa sorge sui resti di due strutture più antiche dedicate a San Salvatore. L'attuale edificio fu costruito fra il 1756 e il 1763 e fu intitolato inizialmente a san Rocco il quale, secondo i racconti popolari, salvò Giurdignano dalla peste del XVII secolo. Presenta una sobria facciata, divisa in due ordini da un'aggettante trabeazione. L'interno, a croce latina con una sola navata, si distingue per l'esuberanza barocca degli stucchi e degli arredi.
  • Chiesa della Madonna del Rosario. La chiesa della Madonna del Rosario sorge sui resti della trecentesca chiesa della Madonna delle Grazie. Ricostruita negli anni cinquanta del Novecento, dopo i crolli subiti nella prima metà del XX secolo, fu ristrutturata stilisticamente in occasione del Giubileo del 2000 e venne riconsegnato al culto nel 2001, dopo tre anni di lavori. All'interno si conserva una statua in cartapesta della Madonna del Rosario e una seicentesca statua lapidea di sant'Antonio da Padova.
Cripta di San Salvatore
  • 40.12191918.4311822 Cripta di San Salvatore. La cripta risale all'VIII-X secolo. Scavata interamente nel banco tufaceo, è impostata su una pianta a tre navate con absidi circolari e iconostasi. I quattro pilastri centrali quadrilobati dividono l'invaso in nove campate riconoscibili anche per la diversa forma delle coperture. Il soffitto è caratterizzato da volte scolpite in maniera tale da simulare una cupola con croce greca nell'area presbiteriale e un rivestimento a cassettoni nell'aula, a imitazione delle chiese in superficie. La cripta era in origine interamente affrescata come si evince dalle tracce pittoriche rimaste. Nell'abside centrale trova spazio la raffigurazione della Vergine col Bambino affiancata da due Angeli risalente al XII secolo. Anche nella nicchia che si apre sul lato destro rimangono frammenti di figure, tra cui un santo vescovo. Nel 1780 sulla cripta è stata edificata la piccola chiesa dedicata a san Vincenzo Ferreri caratterizzata da una lineare facciata a capanna e da un semplice portale.
Abbazia delle Centoporte
Palazzo baronale
  • Abbazia delle Centoporte. L'abbazia è una costruzione medievale appartenuta dapprima ai monaci basiliani e in seguito ai benedettini. Il nome deriva dalle numerose finestre ancora visibili nei suoi ruderi. Fu edificata come chiesa basilicale a tre navate con abside poligonale e nartece, intorno alla prima metà del VI secolo. Ciò che rimane dell'abbazia è una parte dell'abside, costruita con massi di pietra arenaria locale e i ruderi dei muri perimetrali. Questo imponente edificio, lungo oltre 31 metri e largo quasi 11, era dotato di un vestibolo all'ingresso.
  • 40.12278418.4324613 Palazzo baronale, Piazza Municipio, 10. Il palazzo risale agli inizi del XVI secolo e fu edificato come luogo fortificato contro le incursioni dei Saraceni. Nel 1600 fu addossato un nuovo corpo di fabbrica e fu dotato di fossato. Abitato dalle varie famiglie che si succedettero nel corso dei secoli, dal XIX secolo fu dimora dei feudatari Alfarano Capece. Attualmente è di proprietà del Comune. Si presenta con un portale bugnato ad arco a tutto sesto, sormontato da uno stemma reso illeggibile dagli agenti atmosferici. Superato l'ingresso, si accede nel cortile interno caratterizzato da due arcate che reggono una lunga balconata barocca. Mediante una ripida scala si accede ai piani nobili, le cui stanze sono finemente decorate con stucchi e affreschi.

Menhir[modifica]

Menhir Madonna di Costantinopoli
  • 40.11936918.4339364 Menhir Madonna di Costantinopoli, Via Salvo D' Acquisto, 33. È posto nelle immediate vicinanze dell'omonima chiesetta. Alto circa 3 m, presenta dimensioni di base pari a m 0,33 x 0,29 e le facce più larghe orientate sull'asse est-ovest. In pietra leccese, sorge su di un rialto roccioso ed è leggermente inclinato di 15° circa verso N. Il menhir ha le facce smussate e si rastrema verso l'alto. In sommità termina con uno zoccolo parallelepipedo, probabile base per una croce che attesta la cristianizzazione del monolite. Numerose tacche sono visibili sugli spigoli.
  • 40.12116718.4279335 Menhir San Paolo, Via Enrico Toti, 1. Il menhir San Paolo è alto circa 2,25 m, ha dimensioni di base pari a m 0,35 x 0,29 e presenta le facce smussate. L'orientamento delle facce più larghe è sull'asse est-ovest. Sorge su uno sperone roccioso entro il quale è stata scavata la cripta di San Paolo. Lo spigolo a N presenta sette tacche a distanza regolare. In sommità è visibile una buca di circa 25 cm probabile alloggio di una croce. Il suo nome deriva dalla sottostante grotta bizantina dedicata a san Paolo. Interessante è tale sovrapposizione di monumenti che denota anche la stratificazione e l'integrazione nei secoli a usi religiosi e credenze popolari: nella grotticella è visibile un affresco che rappresenta la taranta, il famoso ragno velenoso che ammorba con il suo morso le donne, le "Tarantate" di cui san Paolo è il protettore.
  • Menhir Monte Tongolo, in contrada Pustacchi, a circa 3 km dal paese, quasi all'incrocio con la statale Maglie-Otranto. È un residuo molto piccolo di menhir. Di questo esemplare ne rimane un masso alto 50 cm e le facce 30 x 20 cm. Le più strette sono orientate secondo l'asse Est-Ovest. Venne trovato dal Palumbo nel 1951.
  • 40.12330818.4300226 Menhir Vico Nuovo 1 e 2, Via Borgo, 31-33. Si tratta di due menhir adiacenti quasi identici, abbattuti e successivamente restaurati e ricollocati in piazzetta Vico Nuovo. Quello di sinistra è rotto in tre blocchi e sbozzato in sommità, con evidenti segni di restauro. È alto 250 cm e presenta un fusto ottagonale con lati di 10 e 13 cm. Il menhir di destra è rotto in due blocchi e mostra evidenti segni di restauro e numerosi licheni. Di pianta quadrata (28 x 28 cm), si eleva per 2,4 m.
Menhir della Fausa
Menhir San Vincenzo
  • 40.12654518.4340417 Menhir Croce della Fausa, Via San Cosma. Il menhir prende il nome da una grotta adiacente, catalogata da Cosimo De Giorgi. È collocato al centro di uno slargo in via San Cosma su uno sperone roccioso alto 2 m, dal quale si eleva di ulteriori 3,10 m. Profondamente attaccato da formazioni di licheni, presenta una forma di parallelepipedo allungato con le facce di dimensioni 58 x 20 cm. È lungo l'asse nord-sud.
  • 40.12114118.4310868 Menhir San Vincenzo, SP155. Il menhir San Vincenzo è uno dei monumenti megalitici più alti del territorio giurdignanese. Alto circa 3,50 m, poggia su un banco roccioso e misura alla base cm 45 x 30. È posto nel centro del paese a poca distanza dalla cripta bizantina di San Salvatore. Presenta una sommità rastremata con una fasciatura metallica di consolidamento.
  • 40.12329718.4353379 Menhir Madonna del Rosario, SP277. Difficilmente riconoscibile come menhir a causa della sua trasformazione in colonna votiva ottagonale con scalanature. Il monumento presenta segni di precedente rottura in tre tronconi ed è alto 300 cm circa. La base quasi rettangolare (34 x 36 cm) si raccorda col fusto ottagonale scanalato.
Menhir Vicinanze 1
Menhir Vicinanze 2
  • 40.12262618.42433510 Menhir Vicinanze 1. Il menhir prende il nome da un casale rupestre denominato Vicinanze. È alto circa 3 m e ha dimensioni di base pari a m 0,42 x 0,30. L'orientamento delle facce più larghe è sull'asse est-ovest. Il menhir certamente è stato utilizzato nel medioevo come Osanna, come si può facilmente evincere dalla presenza di un incasso alla sommità che doveva accogliere una croce. Questo particolare, attesta la cristianizzazione dei menhir: intorno a queste strutture si svolgevano funzioni di tipo religioso. La Domenica delle Palme, infatti, si svolgevano delle processioni che terminavano dinanzi ai menhir. Sulla faccia anteriore, inoltre, sono visibili due croci che attestano una pratica particolarmente diffusa in età medievale.
  • 40.12310618.42185111 Menhir Vicinanze 2. Il menhir si eleva di 300 cm su uno sperone roccioso, a sua volta alto 150 cm e sorge in prossimità del menhir Vicinanze 1. Ha dimensioni di base pari a m 0,32 x 0,37. Le facce si presentano smussate, in parte molto probabilmente dai segni del tempo.

Dolmen[modifica]

  • Dolmen Gravasce. Il dolmen, come descritto dal De Giorgi nel 1911, poggia su due macigni e su un terzo piedritto composto di pietre in sovrapposizione. Si eleva di 70 cm dal piano di campagna e presenta una lastra di copertura irregolare (160 x 200 cm). L'ingresso è orientato a N.
  • Dolmen Santa Barbara.
  • Dolmen Sferracavalli.


Eventi e feste[modifica]


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]


Dove alloggiare[modifica]


Sicurezza[modifica]


Come restare in contatto[modifica]


Nei dintorni[modifica]

Dolmen Grassi
  • 40.11277818.418042 Dolmen Grassi. Si tratta di due dolmen contrapposti a distanza di 140 cm l'uno dall'altro, di cui uno solo risulta essere ancora integro. Il dolmen dell'area a N presenta il lastrone di copertura crollato all'interno della cella e una conseguente rotazione degli ortostati dalla posizione originale. Il megalite a S, invece, ha la lastra di copertura intera (190 x 150 cm) e poggiante su pietre sovrapposte e su un piedritto monolitico a E. Tale dolmen alto 90 cm presenta un ingresso a N.
  • 40.14137218.4155063 Menhir Palanzano. È un menhir posto presso l'omonima masseria, lungo la linea ferroviaria Lecce-Otranto. Alto 3,50 m, misura alla base cm 50 x 35; presenta numerose smussature lungo gli spigoli e una croce graffita sul lato est.
  • 40.11419818.4230654 Dolmen Chiancuse. Di questo imponente dolmen crollato su se stesso, è ben visibile il lastrone di copertura (220 x 180 cm) con uno spessore medio di 20 cm. Dei sette ortostati segnalati dal De Giorgi oggi ne sono visibili solo tre. L'ingresso del dolmen presentava un'apertura orientata a NE.
  • 40.11116118.432465 Dolmen Peschio. Il dolmen è stato rinvenuto nel 1910 mimetizzato in un'area piena di banchi rocciosi affioranti. Del dolmen rimangono visibili solo due ortostati e il lastrone di copertura (200 x 160 cm) con spessore variabile dai 12 ai 20 cm, sulla cui superficie è ben visibile sul suolo accanto ad un ortostato, quello ad W, invece, su un affioramento roccioso. L'apertura è orientata a SW.
  • 40.11032218.4305616 Dolmen Orfine. Del megalite rimane la parte terminale e la lastra di copertura rotta in due parti. Metà di tale lastrone poggia su uno sperone roccioso affiorante e su due piedritti a pietre sovrapposte, mentre l'altra metà è al suolo insieme ad alcuni ortostrati. L'altezza del dolmen è di 100 cm e l'ingresso è orientato a NE.
  • 40.1116718.4283317 Dolmen Paolo Niuri.


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