Capraia Isola | ||
Stemma e Bandiera | ||
Stato | Italia | |
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Regione | Toscana | |
Territorio | Isola di Capraia | |
Altitudine | 52 m s.l.m. | |
Superficie | 19,33 km² | |
Abitanti | 372 (2022) | |
Nome abitanti | Capraiesi | |
Prefisso tel | +39 0586 | |
CAP | 57032 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Nicola (6 dicembre) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Capraia Isola è l'unico centro dell'Isola di Capraia.
Da sapere
[modifica]Il nome dell'isola si riferì, sin dall'antichità classica, alla presenza di capre (àighes): Aigylion (Αιγύλιον) in greco antico, Capraria e Caprasia in latino, Capraghja in dialetto capraiese e Cravæa in ligure. Le capre selvatiche sono oggi estinte sull'isola.
Cenni geografici
[modifica]L'isola di Capraia è situata nel canale di Corsica (braccio di mare al confine tra Mar Ligure e Mar Tirreno), ed è un'isola di origine vulcanica, la terza per grandezza dell'arcipelago toscano dopo l'Elba e il Giglio. È infatti lunga circa 8 km (da punta Teglia a nord a punta dello Zenòbito a sud) e larga 4, per una superficie di 19,26 km². Il perimetro è di circa 30 km. È l'isola dell'arcipelago più lontana dalla terraferma, trovandosi più vicina alla costa orientale della Corsica che alla costa toscana, rispetto alla quale sorge a ovest del golfo di Baratti (Piombino). È un'isola di origine vulcanica, con un cono di eruzione ancora oggi ben visibile per metà nella tipica Cala Rossa, sicuramente una delle cale più particolari dell'arcipelago.
Presenta coste alte e rocciose con assenza di spiagge (occasionalmente, nella Cala della Mortola, si forma una piccola spiaggia di sabbia) e un piccolo bacino lacustre (denominato Stagnone o Laghetto) nell'area più interna montuosa, con cime lungo una catena centrale (che si avvicina fino a 1 km dalle coste) con vette di oltre 400 metri. Il rilievo maggiore è il Monte Castello alto 447 metri, che sul versante occidentale si avvicina al mare con dirupi mentre su quello orientale scende più dolcemente con piccole valli torrentizie (vadi), la più importante delle quali è il Vado del Porto, lungo circa 3 km, che sfocia presso Capraia Porto. La costa è rocciosa e spesso inaccessibile via terra per la mancanza di strade; vi si aprono grotte e insenature, con guglie di roccia dovute all'erosione dell'acqua.
Da un punto di vista geologico la composizione dell'isola è prevalentemente caratterizzata da colate di andesite, associate a tufo e breccia, mentre alla Punta dello Zenòbito si trovano rocce basaltiche più recenti. All'estrema punta meridionale sono visibili i resti di un antico vulcano non più attivo, che ha lasciato traccia nelle pareti rocciose a forma di tronco di cono, con colori variabili tra il rosso e il nero dovuti all'accumulo di lava che si è depositata sulle scogliere (la Cala Rossa).
Cenni storici
[modifica]Abitata dall'età del bronzo, anticamente fu chiamata Aigylion dai Greci e poi Capraria dai Romani, deriverebbe il nome dalla presenza di capre selvatiche nell'isola, ma secondo un'altra ipotesi il toponimo deriverebbe da un tema mediterraneo *karpa con il significato di «roccia».
Un ritrovamento avvenuto nel 2017 ha permesso di appurare la presenza, sul Monte Castello, di un probabile insediamento protostorico (II-I millennio avanti Cristo) in cui sono stati rinvenuti frammenti fittili di vasellame, rocchetti per la tessitura e un macinello in pietra verde; dallo stesso sito provengono inoltre due frammenti di ossidiana di verosimile origine neolitica. Capraia fu in seguito sicuramente base di approdo etrusca come le altre isole tirreniche nel VII secolo, divenendo poi base di pirati, quando fu occupata dai Romani verso il 238 avanti Cristo che ne fecero una base navale per combattere la pirateria cartaginese e quella ligure e successivamente punto di riferimento per le rotte dell'alto Tirreno. Vestigia della presenza di una vasta villa romana sono state trovate negli scavi attorno alla chiesa dell'Assunta, con il reperimento di un busto marmoreo di una Venere, un basamento di una colonna, presumibilmente di un tempio e un frammento di un sarcofago di marmo. Sono state reperite anche due sistemi di vasche di "cocciopesto" per la lavorazione del pesce. Mentre sul fianco orientale della suddetta chiesa sono state rinvenute diverse sepolture a partire dall'età imperiale fino all'età moderna. In particolare una sepoltura, databile al V secolo è stata trovata con un corredo composto da armi che permettono di identificare il defunto come un militare, franco o alemanno, di alto grado dell'esercito imperiale.
Nel IV secolo vi ebbe sede un asilo per cristiani anacoreti che vi si rifugiarono durante le persecuzioni dei cristiani. Successivamente una comunità cristiana di monaci cenobiti detti Zenobiti vi dimorò dissodando la zona più fertile del Piano e introducendovi la cultura di vitigni di origine africana, essi attorno al V secolo assieme all'abate eremita Eudossio eressero il monastero di Santo Stefano. Seguivano la regola cenobitica di Pacomio. La prima testimonianza sulla presenza di monaci nelle isole dell'arcipelago toscano riguarda i monaci della Capraia dei quali parla Paolo Orosio quando racconta le vicende di Gildone e Mascezel nel 398 in Historiarum adversus paganos libri septem. Un'ulteriore presenza monastica è testimoniata nel 416 da Rutilio Namaziano nel De reditu suo.
Nel 594 papa Gregorio Magno chiese a Venanzio, vescovo di Luni, di inviare l'ex presbitero Saturnino (o Saturo) in Gorgona e Capraia per prendersi cura dei due monasteri.
Un'ultima testimonianza sulla presenza di monaci a Capraia ci viene dalla Passio dell'abate sant'Aigulfo di Lerins, verso il 675 due monaci di Lerins, Arcadio e Colombo, non potendo tollerare la severità dell'abate, insorsero contro di lui e, con l'aiuto di alcuni soldati forniti loro dal vescovo di Uzès, lo catturarono insieme ad alcuni monaci fedeli. I prigionieri furono caricati su una nave e fu loro tagliata la lingua e strappati gli occhi. La nave li condusse a Capraia dove furono accolti dai numerosi monaci dell'isola. Qui Aigulfo e i suoi compagni furono poi uccisi e i loro corpi vennero trasportati a Lerins dal successore di Aigulfo.
Il IX secolo è stato teatro delle sanguinose razzie dei pirati saraceni: in questo periodo l'isola fu abbandonata dai suoi abitanti e rimase deserta per circa due secoli trasformandosi in base di partenza e strategico punto di appoggio per i pirati musulmani.
Nel 962 l'imperatore Ottone I la concesse in feudo a Pisa, che ne tentò la colonizzazione con genti pisane e corse. Nel 1055 fu di nuovo conquistata dai pirati saraceni, ma poi fu dominata nuovamente dai Pisani e passò definitivamente sotto l'orbita di Genova dopo la battaglia della Meloria, che vi pose la signoria del patrizio Jacopo de Mari (1430). Sotto la signoria pisana la Pieve di Santo Stefano a Il Piano, risalente al XII secolo, è ricordata negli elenchi delle decime del 1298 col pagamento di 5 libbre d'argento e 5 soldi, ma già nel 1303 tale tassa è ridotta della metà a dimostrazione della repentina decadenza della sua popolazione. La chiesa, già degradata, fu abbandonata e crollò definitivamente nella seconda metà del Seicento. Nel 1970 fu in gran parte ricostruita.
Dal 1540, dopo le distruzioni perpetrate dal corsaro ottomano Dragut, viene costruita dai genovesi la fortezza di San Giorgio e le tre torri di avvistamento: Torre del Porto (1516), Torre dello Zenobito (1545) e più tardi la Torre delle Barbici (1699) per controllare la pirateria.
Acquistata dalla Repubblica di Genova nel 1562, fu legata amministrativamente alla Corsica e nel 1767 fu occupata dalle truppe corse di Pasquale Paoli. Rimase un possedimento genovese anche in seguito alla concessione, nel 1768, dell'isola maggiore alla Francia con il Trattato di Versailles. Fu brevemente ceduta alla Francia (1783) che nel 1787 la restituì a Genova. Dal 1805 tornò sotto il governo francese e fu coinvolta nelle guerre napoleoniche contro gli inglesi. Dopo l'annessione dell'ex Repubblica di Genova al Regno di Sardegna col Congresso di Vienna del 1814 nel 1837 vi fu istituito il porto franco e una manifattura di tabacchi nel tentativo di migliorare le condizioni economiche della popolazione locale. A seguito di un'estesa frana, nel 1854 sprofondò una parte dell'abitato. Nel 1862 fu abolito il porto franco e la manifattura di tabacchi e l'11 giugno 1864 vennero portate a domicilio coatto 660 persone.
Con la proclamazione del Regno d'Italia Capraia fece parte della provincia di Genova fino al 15 novembre 1925 quando, con il Regio Decreto n. 2111, passò alla provincia di Livorno; per la Chiesa cattolica rimase parte dell'arcidiocesi di Genova fino al 1º gennaio 1977.
Lingue parlate
[modifica]Un aspetto interessante della cultura isolana è rappresentato dal peculiare idioma che si parlò a Capraia fino a tempi recenti: affine al còrso più che al toscano continentale, subì per secoli l'influenza del ligure, arricchendosi di una quantità di prestiti lessicali e di componenti morfologiche di tale origine. Il dialetto capraiese si estinse nel corso del XX secolo in seguito al rinnovo della popolazione dell'isola: quella di ceppo locale venne infatti progressivamente sostituita da immigrati, in gran parte familiari dei dipendenti della colonia penale, che finirono per diventare la maggioranza senza assimilare le consuetudini linguistiche dei vecchi abitanti.
Come orientarsi
[modifica]Come arrivare
[modifica]In nave
[modifica]- 1 Terminal traghetti porto di Capraia Isola. I traghetti della Toremar effettuano i collegamenti tra Livorno e Capraia.
Come spostarsi
[modifica]Con mezzi pubblici
[modifica]È attivo un servizio di trasporto pubblico gestito dalla ATNC, effettuato con bus, che serve il collegamento del paese con il porto.
Cosa vedere
[modifica]Architetture religiose
[modifica]Architetture militari
[modifica]Fari
[modifica]- 7 Faro di Capraia.
Eventi e feste
[modifica]- Sagra del Totano (Zona porto), ☎ +39 347 7714601. Fine ottobre-inizio novembre.
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]- 1 La Piana, Via Roma 25, ☎ +39 392 0592988, info@lapianacapraia.it. Azienda vitivinicola biologica locale.
Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]Ci sono diversi ristoranti tra cui:
- 1 Pescianel Capraia Isola, Via dell'Assunzione 5 (Banchina pescatori del porto), ☎ +39 340 7360915. Ristorante di pesce.
- 2 Il Pigghiolo, Via Lamberto Cibo 4, ☎ +39 346 0744551.
- 3 Il Carabottino, Via de Mari 28, ☎ +39 333 3938002. Ristorante di pesce.
Dove alloggiare
[modifica]Prezzi medi
[modifica]- 1 La Mandola Eco Hostel, Via La Mandola, ☎ +39 0586 1754324, +39 348 8846506 (Whatsapp).
- 2 Residence La Vela, Via Genova 46, ☎ +39 0586 905098, +39 345 9748188, fax: +39 0586 905098, lavela@isoladicapraia.com.
Sicurezza
[modifica]- 2 Carabinieri, Via Vittorio Emanuele 26, ☎ +39 0586 905036.
- 3 Farmacia del Porto, Via dell'Assunzione 52, ☎ +39 0586 905219.
Come restare in contatto
[modifica]Informazioni turistiche
[modifica]- 4 Pro Loco Capraia Isola, Via dell'Assunzione 72, ☎ +39 347 7714601, prolococapraiaisola@gmail.com.
Poste
[modifica]- 5 Ufficio postale, Via Umberto I 10, ☎ +39 0586 905259, fax: +39 0586 905253. Lun-Ven 8:20-13:30.
Nei dintorni
[modifica]Altri progetti
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