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Biotopo Fiavé
Veduta del biotopo dall'alto
Tipo area
Stato
Regione
Territorio
Superficie
Anno fondazione

Biotopo Fiavé è un'area protetta situata nel Trentino-Alto Adige.

Da sapere[modifica]

Il Biotopo Fiavé è un'area naturale protetta del Trentino-Alto Adige istituita nel 1988. Occupa una superficie di 137,25 ha (1,3725 km²) nella Provincia Autonoma di Trento. È considerato Sito di Importanza Comunitaria (codice SIC IT3120068) per la presenza di una delle più vaste torbiere del Trentino e come luogo di nidificazione, sosta o svernamento di varie specie di uccelli, anche protette.

Cenni geografici[modifica]

Mappa a tutto schermo Biotopo Fiavé

Il Biotopo è situato nelle giudicarie esteriori sul territorio del Comune di Fiavé. L'area si trova ai piedi del Monte Cogorna e accanto al Monte Misone nelle Giudicarie esteriori sul territorio del Comune di Fiavé. La zona un tempo occupata dal lago Carera.

Flora e fauna[modifica]

Nel biotopo è presente una grande varietà di animali selvatici. In esso nidificano numerosi tipi di uccelli acquatici tra cui: il germano reale, la gallinella d'acqua, la folaga, la cutrettola, la cannaiola verdognola, la cannaiola, il cannareccione, e il migliarino di palude ed è anche un importante luogo di riproduzione per anfibi come il rospo comune, la rana verde e la rana montana. È possibile anche osservare il passaggio di alcuni caprioli provenienti dalle montagne limitrofe.

L'area è caratterizzata anche da una grande ricchezza di specie vegetali, alcune delle quali sono molto rare. Comprende diversi tipi di terreno e in relazione ad esso vi sono diversi tipi di vegetazione. Si può trovare una vegetazione palustre con canneti popolati da cannucce di palude e da grandi carici come il Carex elata e il Carex rostrata; inoltre sono presenti terreni di torbiere, prati umidi e boschetti di salice cinerino. Nel biotopo si trovano anche specchi d'acqua in cui crescono le ninfee.

Cenni storici[modifica]

Quattordicimila anni fa nella zona era presente un lago che ora viene chiamato lago Carera, profondo circa 20 metri e generato da uno sbarramento morenico; con gli anni per erosione della morena da parte del fiume emissario il lago si è lentamente prosciugato favorendo la formazione di una zona paludosa e la crescita della vegetazione che ha dato origine, con i suoi resti, alla formazione di uno strato torboso. A partire dal III millennio a.C. la zona è stata soggetta a vari insediamenti da parte dell'uomo. A iniziare dal XVIII secolo la palude è stata sottoposta ad una bonifica e dal 1853 a estrazione della torba.

Il 15 luglio 1988 l'area è stata dichiarata zona protetta e successivamente è stato creato un percorso didattico che permette la visita del Biotopo

Come arrivare[modifica]


Permessi/Tariffe[modifica]


Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

I resti dei pali che sostenevano le palafitte
Reperti Museo delle palafitte di Fiavé
  • Zona archeologica. A metà del XX secolo in seguito a lavori di estrazione della torba è stata scoperta l'esistenza di un abitato preistorico nel bacino dell'ex lago Carera. Dal 1969 al 1976 vennero svolte delle ricerche archeologiche che interessarono la zona del Biotopo e le aree limitrofe e nel 1981 vennero ripresi i lavori che sono tuttora in corso.
    Le ricerche archeologiche hanno scoperto che negli anni ci sono state tre zone di insediamento dell'area da parte dell'uomo: la prima collocata sull'isola del lago Carera, la seconda nell'insenatura vicino ad essa e la terza isolata verso est.
    Nella prima zona sono stati rilevati i resti sovrapposti di tre centri abitati appartenenti a tre epoche diverse. Il più antico è del III millennio a.C. (nel Tardo Neolitico-Eneolitico), occupava l'isoletta e la sua sponda tramite piattaforme costruite con tronchi adagiati sul fondo del lago. Nel secondo centro abitato, appartenente al Bronzo Medio (1400-1300 a.C.), l'uomo ha costruito due tipi di struttura abitativa: una sul terreno asciutto, e una palafitticola, sostenuta mediante un sistema di fondazione a maglie regolari. Le abitazioni erano costruite con materiali leggeri e tetto in paglia e potevano ospitare una famiglia ciascuno. L'abitato era chiuso e difeso da una palizzata. La vita dell'abitato si interruppe a causa di un incendio. L'ultima fase di frequentazione dell'isola del lago Carera risale al Bronzo Recente (1300-1100 a.C.), di essa è stata ritrovata una massicciata larga 6 metri, sorretta da tronchi disposti a cassettoni.
    Nella seconda zona d'insediamento sono stati ritrovati i resti di una palafitta risalente al Bronzo Antico e Medio (1800-1400 a.C.). L'abitazione era situata nel lago e sostenuta da pali alti 9-10 metri piantati per una profondità di 4-5 metri. Molti di questi erano portanti, altri servivano per consolidare il fondo del lago. Il legno utilizzato era principalmente l'abete.
    Le ricerche archeologiche hanno rinvenuto molti oggetti in ceramica, osso e pietra realizzati dagli abitanti delle palafitte. Si è scoperto inoltre che i palafitticoli praticavano attività di agricoltura e pastorizia.
Nel 2011 l'UNESCO dichiara Patrimonio dell'umanità 111 siti archeologici presenti sulle Alpi fra cui quello all'interno del Biotopo Fiavé.
  • Museo delle palafitte. Nel 2012 è stato inaugurato nel comune di Fiavé il Museo delle palafitte di Fiavé che descrive la storia dell'area archeologica e del biotopo, e mostra molti dei reperti rinvenuti.


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Dove mangiare[modifica]


Dove alloggiare[modifica]


Sicurezza[modifica]


Come restare in contatto[modifica]


Nei dintorni[modifica]


Altri progetti

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