Architettura sacra a Busto Arsizio | |
Tipo itinerario | Ciclabile |
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Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Territorio | Alto Milanese |
Città | Busto Arsizio |
Inizio | Edicola di San Carlo Borromeo |
Fine | Chiesa di San Rocco |
Architetture religiose di Busto Arsizio è un itinerario che si svolge attraverso la città di Busto Arsizio, nell'Alto Milanese.
Introduzione
[modifica]Nel centro storico della città di Busto Arsizio si trovano diverse chiese e cappelle nel raggio di 300 metri. Questo itinerario vuole portare alla scoperta di questi luoghi di culto, tra i quali troviamo le tre principali chiese cittadine.
Come arrivare
[modifica]Per approfondire, vedi: Come arrivare a Busto Arsizio. |
Si consiglia di iniziare il percorso in corso Europa. Per chi raggiunge Busto Arsizio in automobile qui si trova un'ampia area di parcheggio (a pagamento nei giorni feriali) denominata parcheggio Venzaghi. Per chi si sposta in autobus, la fermata più vicina (meno di 100 metri) è in piazza Alessandro Manzoni, all'inizio di corso Europa: è servita dalle linee urbane e dalla linea 110 che collega Gallarate e Legnano (maggiori informazioni sul sito di STIE S.p.A.).
Come spostarsi
[modifica]Questo itinerario può essere effettuato in bicicletta o, con una variante per ridurre il tempo di percorrenza, a piedi.
Tappe
[modifica]- 1 Corso Europa, parcheggio Venzaghi - punto di partenza
- 2 Edicola di San Carlo Borromeo
- 3 Santuario di Santa Maria di Piazza
- 4 Chiesa di sant'Antonio abate
- 5 Battistero di San Filippo Neri
- 6 Basilica di San Giovanni Battista
- 7 Chiesa di San Gregorio Magno in Camposanto (in bicicletta)
- 8 Edicola di Santa Maria Nascente (in bicicletta)
- 9 Tempio Civico della Beata Vergine delle Grazie (in bicicletta)
- 10 Chiesa di San Michele Arcangelo
- 11 Chiesa di Madonna in prato
- 12 Chiesa di San Rocco
Edicola di San Carlo Borromeo
[modifica]Partendo dal parcheggio Venzaghi, dopo aver attraversato il corso Europa ci troviamo all'imbocco di via delle Caserme o di via Massari. Prendiamo una di queste due strade e, al primo incrocio con via Giacomo Matteotti, svoltiamo a destra. A pochi metri di distanza, sulla sinistra, in corrispondenza dell'omonima piazzetta troviamo l'edicola di San Carlo Borromeo.
Si tratta di un capitello votivo risalente alla metà del XVII secolo che sorge dove un tempo si trovavano probabilmente un pozzo pubblico e un monastero, oggi demolito, in una posizione cruciale, in quanto la strada era passaggio di processioni che dalle chiese di Santa Maria e San Giovanni raggiungevano la chiesa di San Michele Arcangelo. Sotto la volta a crociera si trova la statua in gesso del santo posta sopra un altare in marmo e circondata da volti di angeli.
Santuario di Santa Maria di Piazza e chiesa di San'Antonio Abate
[modifica]Dall'edicola di San Carlo Borromeo proseguiamo lungo via Matteotti per tutta la sua lunghezza. Ci troviamo così di fronte all'ingresso principale del santuario di Santa Maria di Piazza. Spostandoci a destra possiamo accedere all'omonima piazza, dalla quale è possibile ammirare nella sua interezza la chiesa e la torre campanaria condivisa con l'adiacente chiesa di Sant'Antonio abate.
Costruito tra il 1515 e il 1522, il santuario ospita al suo interno la statua lignea della Madonna dell'Aiuto che, secondo la tradizione, durante la pestilenza del 1630 avrebbe arrestato il morbo alzando la mano destra, prima posta sul grembo. Tra le decorazioni che si trovano all'interno della chiesa possiamo ammirare sculture e dipinti di Gaudenzio Ferrari e Bernardino Luini. Del santuario esiste una copia esatta, ma più piccola, a Crespi d'Adda.
Accanto al santuario troviamo il campanile risalente al 1584. In passato la stessa torre aveva la funzione di torre civica. Tra il 1886 e il 1889 la torre campanaria fu innalzata dall'architetto Carlo Maciachini, che fece la fece rivestire di pietra chiara.
Sulla destra del campanile si trova la chiesa di Sant'Antonio abate la cui posa della prima pietra avvenne nel 1363. La chiesa è intitolata al santo abate in quanto è il protettore contro gli incendi, che erano frequenti a Busto Arsizio, città di produzione del fil di ferro prima e di tessuti poi.
Basilica di San Giovanni Battista e battistero di San Filippo Neri
[modifica]Costeggiando la chiesa di Sant'Antonio abate, dopo aver percorso via Sant'Antonio ci ritroviamo in piazza San Giovanni, che prende il nome dalla basilica intitolata al patrono della città.
La basilica di San Giovanni Battista, che nel 1948 fu elevata alla dignità di basilica minore, risale al 1609-1635, anche se già dal XIII qui si trovava una cappella dedicata al santo. La nuova chiesa è una delle più importanti opere barocche della provincia di Varese. Al suo interno si trovano affreschi di diversi artisti, tra i quali il bustocco Biagio Bellotti, che affrescò la zona absidale e realizzò l'altare, il coro e la cappella di San'Ambrogio e Beata Giuliana. La chiesa accoglie inoltre, sotto l'altare, le reliquie di San Sabino e, nella cappella del Crocifisso, sulla destra dell'abside, il dipinto Cristo morto con san Domenico, opera di Daniele Crespi.
Osservando la facciata della chiesa, sulla sinistra si nota un piccolo edificio religioso: si tratta del battistero di San Filippo Neri, chiesa battesimale progettata da Biagio Bellotti e realizzata tra il 1744 e il 1751. Sotto il pavimento di questa chiesa battesimale si trovano cinque tombe e un ossario profondo circa 24 metri.
Chiesa di San Gregorio Magno e Tempio Civico della Beata Vergine delle Grazie
[modifica]Per chi percorre questo itinerario in bicicletta, è ora possibile dirigersi verso la chiesa di San Gregorio Magno in Camposanto. Per raggiungerlo, spostiamoci sul lato destro della basilica di San Giovanni, dove si trova la statua della beata Giuliana Puricelli: proprio di fronte alla statua imbocchiamo via Stefano Bonsignori e, una volta giunti nella piazzetta, proseguiamo sulla via Cardinal Tosi, che si apre dall'altra parte della piazzetta. Proseguendo per circa 50 metri, possiamo vedere sulla nostra sinistra una piccola chiesa priva di decorazioni: è la chiesa di San Gregorio Magno in Camposanto.
Questa chiesa risale al XV secolo vicino al cimitero che venne realizzato in seguito alla peste del 1630 per accogliere le salme delle vittime dell'epidemia. Si trovava dunque all'esterno dell'antica cinta muraria del borgo di Busto Arsizio. Nel XVI secolo vennero apportate numerose modifiche su progetto di Biagio Bellotti, il quale realizzò anche la decorazione pittorica dell'altare, con affreschi raffiguranti i Santi Clemente e Gemolo e, sulla volta, Ascesa al cielo di un'anima purgata per intercessione della Carità, per i suffragi della Chiesa e per la preghiera individuale. Sul paliotto d'altare c'era una tela raffigurante la Gloria di San Gregorio magno, che oggi si trova all'ingresso della chiesa, sulla sinistra.
In questa chiesa si trovano anche gli affreschi che un tempo adornavano l'esterno del "mortorio" della basilica di San Giovanni Battista, opere dei fratelli Ambrogio, Giovanni e Biagio Bellotti (quest'ultimo nonno dell'omonimo pittore bustocco). Sono dipinti risalenti alla fine del XV secolo che raffigurano immagini legate alla morte.
Uscendo da questa chiesa, ci dirigiamo verso piazza Trento e Trieste, dove si trova il monumento ai Caduti, e imbocchiamo dunque via Daniele Crespi. All'inizio di questa strada, sull'angolo con la piazza, si trova una cappella dedicata a Santa Maria Nascente. Andiamo fino in fondo alla strada per ritrovarci in piazza Giuseppe Garibaldi: continuiamo dritto imboccando via Fratelli d'Italia e, una volta raggiunto il palazzo municipale, che si trova sulla destra, ci troviamo davanti a una chiesetta in mattoni.
Questo è il tempio civico della Beata Vergine delle Grazie, edificio voluto dal canonico Benedetto Landriani nel 1710. Anche in questo caso la chiesa si trovava appena fuori le mura cittadine. Nota anche come chiesa di Sant'Anna, per via della pala d'altare raffigurante la santa con San Giuseppe. Nel 1713 i pittori Salvatore e Francesco Bianchi abbellirono l'edificio, dipingendo l'Assunzione della Madonna sulla volta sopra l'altare e la Gloria della Madonna sulla cupola. In epoca napoleonica (1802) la chiesa fu sconsacrata e adibita a deposito per la polvere da sparo dell'artiglieria leggera italiana. Nel 1831 venne riconsacrata e nel 1880 fu restaurata dall'architetto Carlo Maciachini, lo stesso che nello stesso periodo innalzò il campanile del santuario di Santa Maria di piazza. Da allora la chiesa venne abbandonata, ma dopo un restauro del 1957 venne adibita a tempio civico del comune di Busto Arsizio.
Possiamo ora proseguire verso la chiesa di San Michele Arcangelo: imbocchiamo quindi via Andrea Zappellini, che corre accanto al tempio civico, a sinistra e proseguiamo dritto fino alla piazza San Michele, dove si trova una fontana. Lungo il percorso incontreremo le Ville Ottolini-Tosi e Ottolini-Tovaglieri e l'ex Calzaturificio Ottolini (poi Bustese), tutti edifici progettati da Camillo Crespi Balbi.
Variante per raggiungere direttamente la chiesa di San Michele Arcangelo
[modifica]Per chi si muove a piedi, da piazza San Giovanni consigliamo di dirigersi direttamente verso la chiesa di San Michele Arcangelo. Imbocchiamo la via Giuseppe Tettamanti, che costeggia il battistero e una volta giunti in piazza Vittorio Emanuele II andiamo a sinistra, passando davanti a Palazzo Marliani-Cicogna, che ospita le civiche raccolte d'arte di Busto Arsizio. proseguiamo dritto su via Marliani, che diventa poi via San Michele finché non ci troviamo davanti alla facciata della chiesa di San Michele Arcangelo.
Chiesa di San Michele Arcangelo e chiesa di Madonna in prato
[modifica]Siamo giunti ora presso la chiesa di San Michele Arcangelo. Questa chiesa sorge dove, fino alla fine del Duecento, sorgeva un castello longobardo. La prima chiesa, dedicata a San Michele Arcangelo, patrono dei longobardi, era una cappella posta proprio all'interno del castello. Dopo la distruzione del castello la chiesa venne ricostruita e, nel 1653, fu ampliata per via dell'aumento del numero dei fedeli. Con questo ampliamento la chiesa fu orientata diversamente e oggi l'altare si trova a ovest e l'ingresso a est (le chiese cristiane dell'epoca erano solitamente realizzate con l'orientamento opposto). Questa scelta fu dovuta al fatto che la chiesa si trovava a ridosso delle fortificazioni del borgo, e non poté essere ampliata verso ovest. All'interno la chiesa è riccamente decorata da opere pittoriche e ospita le reliquie di San Felice Martire, in una cappella a lui dedicata. L'altare, realizzato tra il 1752 e il 1753, fu disegnato da Biagio Bellotti; lo stesso artista disegnò il progetto per il mortorio (del quale realizzò anche le decorazioni pittoriche) che si trova sul lato meridionale della chiesa. Il campanile della chiesa appare molto diverso dal resto dell'edificio: sorge infatti sui resti di una delle torri del castello medievale, di cui è ancora visibile la base, che è l'edificio ancora esistente più antico della città.
Trovandoci nella piazza accanto alla chiesa, tenendo l'edificio alle nostre spalle, sulla sinistra, all'incrocio tra due strade, possiamo notare una piccola chiesa: si tratta della chiesa di Madonna in prato, realizzata da Biagio Bellotti nel 1773-1774 dove sorgeva un'edicola votiva dedicata alla Madonna. Le statue presenti in facciata furono disegnate dallo stesso Bellotti, il quale realizzò anche gli affreschi della volta principale con la Gloria della Vergine con l'arcangelo Michele e, sui pennacchi, le figure dipinte di Ester e Assuero, Giuditta e Oloferne, Davide e Abigail, Giaele e Sisara.
Chiesa di San Rocco
[modifica]Dalla chiesa di San Michele Arcangelo, lasciandoci la chiesa di Madonna in prato alle spalle, andiamo verso sud lungo la piazza Alessandro Manzoni, tenendoci sul lato destro della stessa. Sulla sinistra incontreremo, nell'ordine, via Matteotti e corso Europa; proseguiamo dritto fino al successivo incrocio con via Giuseppe Lualdi e imbocchiamo la strada. A distanza di 30 metri, sulla destra troviamo la chiesa di San Rocco.
La prima cappella sorse in questo luogo nel 1485, dopo un'epidemia di peste, e fu dedicata a San Rocco, protettore dei contagiati. Tra il 1706 e il 1713 la chiesa venne ricostruita e assunse la forma attuale dopo i lavori che si protrassero fino al 1730. Nel 1931-1932 fu affrescata da Salvatore e Francesco Maria Bianchi. La facciata di disegno cinquecentesco risale al 1895 e presenta le statue di San Rocco e San Giuseppe. Gli ultimi importanti interventi risalgono al 1909, quando la chiesa fu allungata e l'altare retrocesso di circa otto metri.
Ritorno
[modifica]Alla chiesa di San Rocco il giro si conclude. Per tornare al punto di partenza di questo itinerario proseguiamo lungo via Giuseppe Lualdi per 50 metri: troveremo il parcheggio Venzaghi di fronte a noi.