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Senorbì
Chiesa di Santa Barbara
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Abitanti
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Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
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Senorbì
Sito istituzionale

Senorbì è una cittadina della Sardegna nella provincia del Sud Sardegna.

Da sapere

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Cenni geografici

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Principale centro della Trexenta, Senorbì confina con i comuni di Ortacesus, San Basilio, Sant'Andrea Frius, Selegas, Siurgus Donigala e Suelli.

Cenni storici

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Statuina della Dea Madre da Senorbì.

La zona di Senorbì, e della Trexenta più in generale, fu abitata già in età prenuragica. Il ritrovamento della celebre Mater Mediterranea, idoletto cicladico del III millennio a.C. rappresentante la dea madre, testimonia anche gli scambi avvenuti con le civiltà protostoriche più evolute del periodo, come quella delle isole Cicladi.

Durante il periodo nuragico il territorio fu abitato con continuità. Probabilmente furono numerosi i nuraghi presenti nel territorio in quell'epoca. Nell'agro di Senorbì sono rimasti visibili solamente tre nuraghi: a Sisini, sul piccolo colle di Simieri e sul monte Uda. Un altro importantissimo reperto archeologico di età nuragica è stato ritrovato nelle campagne di Senorbì: si tratta del Miles Cornutus, custodito nel Museo archeologico nazionale di Cagliari.

È particolarmente difficile datare la nascita del paese: i primi documenti scritti in cui appare il nome di Senorbì risalgono al XII secolo. Durante il medioevo appartenne al Giudicato di Cagliari e fece parte della curatoria della Trexenta. Alla caduta del giudicato (1258) il territorio passò per breve tempo al giudicato di Arborea; il giudice Mariano II nel 1295 lasciò in eredità i territori dell'ex giudicato di Cagliari alla repubblica di Pisa, feudo dei Visconti. Nel 1324 il paese passò agli aragonesi insieme con tutti i centri delle ex curatorie di Trexenta e di Gippi.

Il 25 aprile 1326, in seguito alla firma del secondo trattato di pace tra il Regno di Aragona e la repubblica di Pisa, il territorio della Trexenta, insieme a quello di Gippi, fu lasciato in feudo al comune toscano che continuò ad amministrarlo almeno fino al 1365.

Nei decenni successivi, Senorbì e gli altri paesi della Trexenta, passati sotto il controllo catalano-aragonese, vissero la travagliata guerra tra Giudicato di Arborea e Regno di Aragona fino al 1409, quando il Giudicato di Arborea fu sconfitto dai catalano-aragonesi nella battaglia di Sanluri. Nel 1421 il villaggio fu dato in amministrazione a Giacomo de Besora che nel 1434 ne ottenne la concessione feudale. Nel 1497 il paese fu unito alla contea di Villasor, feudo di Giacomo de Alagón. Nel 1594 la contea fu trasformata in marchesato.

Il paese fu duramente colpito dalla peste nel 1681: il terribile morbo decimò la popolazione. Su circa 500 abitanti si contarono 128 morti. Nel 1681, a causa della peste, anche le popolazioni dei paesi vicini furono decimate. Tra gli altri, alla fine del XVII secolo, scomparve il villaggio di Segolaj (di cui rimane la chiesa di Santa Maria della Neve), i cui ultimi abitanti decisero di trasferirsi a Senorbì vista anche la vicinanza tra i due villaggi.

Nel 1703 il feudo venne donato da Artale de Alagón alla figlia Isabella sposata con Giuseppe da Silva. Ai Da Silva - Alagon fu riscattato nel 1839 con l'abolizione del sistema feudale.

Il paese seguì le vicende sarde in modo quasi inconsapevole: l'isola passò in mano all'Impero austriaco per pochi anni per poi diventare parte dei domini sabaudi.

Nel 1943 Senorbì fu bombardata da forze aeree statunitensi che avevano come obbiettivo accampamenti tedeschi presenti nelle campagne. Morì, durante le incursioni, il giovane Antonio Porqueddu.

Negli anni cinquanta e sessanta Senorbì vide crescere la propria importanza grazie allo sviluppo dell'agricoltura e del settore terziario.

Negli anni ottanta e novanta ci fu la nascita e l'implementazione di tante attività commerciali, dei servizi e della ristorazione.

Nei primi decenni del XXI secolo Senorbì sfiora i 5000 abitanti e rappresenta il centro nevralgico della Trexenta, del basso Sarcidano e di parte del Gerrei.

Come orientarsi

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Mappa a tutto schermo Senorbì


Frazioni

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Come arrivare

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In aereo

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In auto

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Dalla SS 131 Carlo Felice prendere l'uscita "Senorbì-Isili" e continuare sulla SS 128 fino a Senorbì.

In nave

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Dal porto di Cagliari.

In treno

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Stazione ferroviaria di Senorbì
  • 39.5305069.1345791 Stazione di Senorbì. La stazione è situata lungo la linea Cagliari-Isili. Stazione di Senorbì su Wikipedia stazione di Senorbì (Q28655056) su Wikidata
  • 39.5394849.1345632 Fermata di Senorbì. Fermata a richiesta situata lungo la linea Cagliari-Isili. Stazione di Senorbì (fermata) su Wikipedia stazione di Senorbì (Q28657273) su Wikidata

In autobus

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Da Cagliari, Sanluri, San Gavino Monreale e Guspini con la linea ARST 131.

Come spostarsi

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Cosa vedere

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Musei

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  • 39.533739.131891 Museo archeologico comunale "Sa Domu Nosta", Via Scaledda 1 (Presso una casa padronale il cui impianto originario risale agli inizi dell'Ottocento), +39 070 9809071, . Intero adulti: 3,00 €; Ridotto: 2,00 €;. Mar-Dom 9:00-13:00 e 16:00-19:00. L'edificio si sviluppa intorno a una corte chiusa, al cui interno è stato ricavato un pozzo. Nei primi anni del XX secolo venne costruito il piano superiore, che attualmente ospita il museo. La prima sala presenta alcuni manufatti provenienti dalla zona comunale, datati a un periodo compreso fra il Neolitico (III millennio a.C.) e l'epoca medievale (XIV secolo). Le vetrine dedicate alla Preistoria contengono oggettistica in pietra e ceramica della cultura di Ozieri, di Monte Claro, del Campaniforme e di Bonnanaro, scoperti sia in necropoli sia in abitazioni. Seguono poi le attestazioni della civiltà nuragica, d'epoca fenicia e punica, nonché l'abbondante materiale d'importazione greca e centro-italica. I materiali presentati provengono dai centri rurali e dalla necropoli, dove è documentato il rito dell'incinerazione e quello dell'inumazione. In età medievale non si riscontra una presenza umana costante nel territorio, e i borghi locali sorgono prevalentemente intorno ai santuari.
    La seconda sala ospita i reperti rinvenuti durante lo scavo della Necropoli di Monte Luna dove, tra il V e il III secolo a.C., vennero sepolte le genti sardo-puniche che abitarono l'antistante collina di Santu Teru. Dalle camere ipogeiche provengono i monili e il vasellame che accompagnavano il riposo dei defunti, e gli amuleti che dovevano proteggerli nella vita terrena come in quella ultraterrena, i più diffusi dei quali sono gli scarabei prodotti nelle botteghe di Tharros, benché di origine egiziana.

Architetture religiose

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  • 39.532099.131152 Chiesa parrocchiale di Santa Barbara.
  • 39.536429.136353 Chiesa romanica di Santa Maria della Neve. Chiesa del XIII secolo, un tempo intitolata a San Nicola e facente parte del villaggio scomparso di Segolay.
  • Chiesa di San Sebastiano.
  • 39.541419.109084 Ruderi chiesa di Nostra Signora d'Itria.

Siti archeologici

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  • 39.535469.118025 Nuraghe Simieri.
  • 39.561699.164716 Nuraghe Su Nuraxi. Il sito è di notevole interesse, data la sua particolare tipologia. L'edificio presenta uno schema planimetro non consueto, riferibile a quello dei templi a pozzo. Le dimensioni sono notevoli: l'asse maggiore è di 17,50 metri, la larghezza 12 metri mentre il fronte dell'atrio di ingresso misura 10 metri.
  • 39.5106619.1448117 Necropoli di Monte Luna. Il sito comprende i resti di una necropoli cartaginese (circa 120 tombe) costruita dagli abitanti dell'insediamento punico che sorgeva presso l'altura di Santu Teru, sorto alla fine del VI secolo a.C. Necropoli di Monte Luna su Wikipedia necropoli di Monte Luna (Q3874156) su Wikidata


Eventi e feste

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  • Festival del folklore. A fine luglio.
  • Santa Maria. Inizio agosto.


Cosa fare

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Acquisti

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Come divertirsi

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Locali notturni

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Dove mangiare

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Prezzi modici

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Prezzi medi

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Gelaterie

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Dove alloggiare

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Prezzi modici

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Prezzi medi

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Sicurezza

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Numeri utili

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Farmacie

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Come restare in contatto

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Informazioni turistiche

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Poste

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Nei dintorni

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Altri progetti

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