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Gazzuolo
Portici Gonzagheschi e Chiesa
Stato
Regione
Territorio
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Abitanti
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Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
Mappa dell'Italia
Gazzuolo
Sito istituzionale

Gazzuolo è un centro della Lombardia.

Da sapere[modifica]

Cenni geografici[modifica]

Si trova sulla destra dell'Oglio, nella fertile pianura padana della bassa Lombardia, nel comprensorio Oglio Po casalasco viadanese. Dista 14 km. da Casalmaggiore, 15 da Viadana, 21 da Mantova. È in fregio all'ex strada statale 420 Casalmaggiore - Mantova.


Cenni storici[modifica]

Gazzuolo deriva probabilmente il nome dalla sua collocazione in un punto di guado del fiume: Vadiolum, piccolo guado, o Vadolium, guado dell'Oglio. All'origine Gazzuolo era un centro meno importante della sua attuale frazione Belforte, che fu luogo fortiicato e per alcuni secoli, grazie a trattati messi in atto con il Comune di Cremona che dominava la zona, fu borgo franco.

Dopo la dominazione di Bonifacio di Canossa nel secolo XI la zona passa fra le terre soggette al Vescovo di Cremona, possesso che viene ratificato dall'imperatore Corrado III. Durante le lotte fra le città di Brescia, Mantova, Verona e Cremona per il possesso e il controllo dei fiumi e delle acque navigabili, una cruenta battaglia si svolge a Belforte, che vede rasi al suolo abitazioni e castello.

Belforte non si risolleva più; accetta l'unione a Gazzuolo, i cui abitanti nel 1393 si danno ai Gonzaga di Mantova, stanchi delle continue distruzioni e dei saccheggi ai quali veniva sottoposta la zona per le continue lotte fra gli Stati confinanti. Nel 1478 il marchese Ludovico Gonzaga affidò Gazzuolo al figlio Gianfrancesco, che sposò Antonia del Balzo, donna di grande cultura e mecenatismo; nasce così la Signoria di Gazzuolo, che nel 1565 fu elevato al rango di Marchesato. Inizia per Gazzuolo un periodo di riqualificazione urbana e di abbellimento; viene dotato di una Rocca con fossato; vengono chiamate a risiedervi e a popolarlo famiglie illustri: i Camerari (o Cesenati), i Mainoldi, i Pico di Mirandola.

Si alternano poi periodi di tranquillità e di splendore culturale (alla corte di Gazzuolo furono ad esempio ospiti Ludovico Ariosto,Torquato Tasso, Matteo Bandello, Baldassarre Castiglione) ad altri di passaggi di potere fra membri della casa Gonzaga vuoi per normale successione, vuoi per contrasti e liti che di tempo in tempo sorgevano in seno alla famiglia Gonzaga. Durante la guerra di successione spagnola, nei primo del Settecento, Gazzuolo fu saccheggiato dalle truppe imperiali, e la sua rocca venne abbattuta. Nel 1733 furono demolite anche le superstiti strutture difensive delle mura, il cui giro si spingeva oltre l'Oglio, sul quale esisteva probabilmente un ponte di barche.


Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Gazzuolo
Portici Gonzagheschi
Municipio
Argine dell'Oglio

I punti di interesse di Gazzuolo sono collocati nella via principale, lungo la quale si distende il paese: portici, chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente, oratorio di San Rocco. Lungo la stessa via c'è un'ampia possibilità di parcheggio. La visita si effettua tranquillamente a piedi nel giro di alcune centinaia di metri.

Alla fine dei portici, dove la via piega a gomito verso Belforte (10 minuti in auto) un'area a giardino consente di salire sull'argine dell'Oglio, che scorre a ridosso del paese. Su un lato del giardino, in una piazzetta, si trova il palazzo municipale, di sobrie linee architettoniche.

Quartieri[modifica]

Fanno parte del suo territorio comunale i paesi e località di Belforte, Bocca Chiavica, Pomara, Nocegrossa e La Marchesa.

Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

In auto[modifica]

  • A22 Caselli autostradali Mantova nord e Mantova sud sull'Autostrada del Brennero
  • ex Strada Statale 420 Casalmaggiore - Mantova

In treno[modifica]


Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

Portici Gonzagheschi
Portici Gonzagheschi
  • Portici Gonzagheschi. I Portici gonzagheschi di Gazzuolo connotano immediatamente lo stretto legame con i Gonzaga, che usarono frequentemente questa caratteristica struttura architettonica abbondantemente rappresentata negli svariati centri che videro la dominazione di questa Casata. Essi furono probabilmente aggiunti in un secondo tempo al fabbricato di cui fanno parte. Costituiscono un'opera di grandi dimensioni, che con i suoi 120 metri di lunghezza può essere considerata l'opera più estesa fra le numerose edificazioni volute dai Gonzaga; i portici superano per esempio di 20 metri lo sviluppo della più famosa Galleria degli Antichi di Sabbioneta.
    La loro costruzione risale ai primi anni del Cinquecento; furono voluti da Ludovico Gonzaga, che ne affidò la realizzazione ad Andrea Bertazzolo da Acquanegra, padre del più noto Gabriele.
    Si compongono di trenta arcate, costituite da colonne di marmo di Verona, che hanno la caratteristica di essere una diversa dall'altra per stile architettonico e per i relativi ornamenti. Ognuno dei trenta campi era un tempo dotato di crociera in mattoni; le crociere vennero eliminate nel corso di un restauro nel 1933. L'ultimo intervento conservativo si ebbe nel 2001.
    Sotto i portici sono conservate due lapidi di commemorazione patriottica; vi si trova inoltre il portale di accesso al Teatro Giacometti.
Interno
Stucchi e affreschi
  • Chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente. La chiesa antica, pure dedicata a Maria Nascente, fu abbattuta dal Duca nel 1620 per erigere una fortificazione. Fu sostituita dall'Oratorio della Santissima Trinità, che tuttavia era inadeguato in rapporto alla popolazione.Fu solo nel nel 1664 che fu iniziata la costruzione della nuova parrocchiale, poi ampliata in epoche successive; gli ultimi interventi si ebbero nell'Ottocento. L'interno di ampio respiro, in stile barocco, è a una sola navata, con sette cappelle laterali e un ampio presbiterio. Mostra decorazioni di stucchi e numerose tele d'epoca fastosamente incorniciate.
    Notevole una tela del pittore casalasco Marco Antonio Ghislina (1676 - 1756); la cappella di Santa Carità, martire a Roma sotto l'imperatore Adriano nel 123 dopo Cristo; Una statua lignea seicentesca di San Giuseppe.
    Nella chiesa, in un'urna d'argento nella cappella a lei dedicata, si conservano le reliquie di Santa Carità, ricevute da Roma nel 1664. La martire divenne la patrona del paese; la chiesa parrocchiale è invece intitolata a Santa Maria Nascente.
Oratorio di San Rocco
Interno
  • Oratorio di San Rocco. Come la chiesa parrocchiale, anche l'Oratorio di San Rocco è in stile barocco. Risale ai primi anni del Seicento, e doveva far parte di un più ampio complesso religioso.
    L'abside conserva un dipinto raffigurante San Rocco, che ha a fianco due giovani principi Gonzaga che ne furono i committenti. Un quadro di autore sconosciuto raffigura la Madonna del Pilar, indizio dei rapporti che i Gonzaga tenevano con la società spagnola.
    Un Crocefisso intagliato nel legno, acquistato verso il Cinquecento, è stato per secoli oggetto di forte devozione popolare. Nel ricco arredo ligneo spiccano il pregevole coro con riquadri raffiguranti santi, l'altare in legno dorato, tavole dipinte.
Teatro Giacometti sotto i Portici Gonzagheschi
Lapide a Paolo Giacometti
  • Teatro Giacometti. Vi si accede da un portale sotto i portici gonzagheschi. L'Amministrazione Comunale ne ha promosso il restauro, che negli anni Novanta ha portato al suo totale recupero e alla sua fruibilità come luogo di spettacolo. Viene usato soprattutto per cicli di concerti e per rappresentazioni di commedie.
    La sua intitolazione ricorda il drammaturgo Paolo Giacometti, vissuto nell'Ottocento. Di origini piemontesi (nacque a Novi Ligure in provincia di Alessandria, Giacometti si legò a Gazzuolo dopo il matrimonio in seconde nozze con la nipote del parroco del paese; qui visse infatti con la moglie e i tre figli nati dal matrimonio. Morì il 31 agosto 1882 a Nocegrossa.
    Davanti all'ingresso del teatro a lui intitolato una lapide ricorda questo artista, gazzolese di adozione.



a Belforte[modifica]

San Bartolomeo
San Bartolomeo - Campanile
  • Chiesa di San Bartolomeo. Fu terminata in stile barocco nel 1687; il campanile fu invece costruito nel 1710 riutilizzando i mattoni della precedente chiesa. L'interno ha un'unica navata con cinque cappelle per ciascun lato che raccolgono dipinti e statue provenienti probabilmente dalla chiesa di San Pietro, fra cui la statua della Madonna della Misericordia.
    Nella barocca abside spiccano il coro ligneo e il paliotto dell'altare maggiore in marmo nero e con un ricco intarsio arabescato di vari colori, che fu acquistato nel 1754 dai Fabbriceri della chiesa dal Duomo di Montichiari.
Oratorio di San Pietro
Oratorio di San Pietro
  • Oratorio di San Pietro. L'oratorio di San Pietro compare in un antico documento di permuta di beni che risale al 966, e viene definito come cappella battesimale. Nel XII secolo risulta proprietà dei Benedettini.
    Il 1506 è una data importante per questo piccolo edificio; il cardinale Pirro Gonzaga, figlio di Gianfrancesco Gonzaga e di Antonia del Balzo, capostipiti della dinastia di Gazzuolo, donò oratorio e complesso monastico ai Gerolimini. Probabilmente in quest'epoca venne trasformato, così come l'attiguo convento, e incominciò ad essere utilizzato come Pantheon dei Gonzaga.
    Con i Gesuiti di Mantova, ai quali fu dato in gestione dal 1704 al 1773, divenne un loro luogo di villeggiatura per il periodo estivo; alla loro soppressione passò al Fisco di Mantova, quindi a Giuseppe Raimondi nel 1840 fino al 1869, quando quest'ultimo proprietario lo lasciò alla comunità di belforte.
    Sul finire dell'Ottocento si recuperò un suo uso al culto, cessato poi nei primo decennio del secolo successivo. Da allora si aprì una lunga storia di incuria e degrado; utilizzato come magazzino durante la seconda guerra mondiale, subì nell'aprile del 2000 il crollo del tetto, che era stato parzialmente risistemato negli anni sessanta. L'interno è spoglio, in stato di grave degrado.
    Resiste una loggetta rinascimentale; vi si trovano inoltre lapidi sepolcrali di nobili personaggi, quali membri della famiglia Pico (il cui ramo principale signoreggiò Mirandola), oltre alla tomba di Antonia del Balzo, moglie di Gianfrancesco Gonzaga, iniziatore della dinastia di Gazzuolo. Antonia Del Balzo è ricordata dalla storia come donna di mirabile cultura, che favorì le arti e le espressioni culturali e che ospitò alla sua corte i migliori nomi della cultura dell'epoca.
    Nell'abside si trova un affresco Cinquecentesco. Il campanile, di stile romanico, viene fatto risalire al rifacimento della chiesa nel secolo XI; infine l'opera La Sacra Famiglia di Teodoro Ghisi, un tempo presente in questa chiesa, si trova ora nella chiesa di Santa Maria in Castello a Viadana, donata al suo parroco nel secolo scorso quale ricompensa per avere diretto i lavori di restauro della chiesa parrocchiale di Belforte.
  • Casa Bergamaschi ex Gonzaga. Ludovico Gonzaga, secondo Marchese di Mantova, la fece costruire nella seconda metà del Quattrocento come residenza estiva, allora circondata dalle acque del Dugale. Rappresenta le sole vestigia dei Gonzaga a Belforte.
    Nel secolo successivo divenne proprietà della famiglia Pico della Mirandola, che era imparentata con i Gonzaga. Il palazzo deve ai Pico il suo abbellimento con dipinti e affreschi di sapore raffaellesco, che sono stati in tempi moderni riportati parzialmente in luce. La casa prese il nome di Palazzo Picchi, dalla famiglia Pico che ne fu proprietaria fino al 1714, quando la vendette alla famiglia belfortese dei Bergamaschi.
    La leggenda

    Una tradizione popolare ricorda l'esistenza nella casa del pozzo delle taglie, nel quale si tramanda che venissero gettate e uccise le ragazze che venivano costrette a sottostare ai capricci del nobile e della strada sotterranea, scavata sotto il paese, che si narra conducesse alla chiesa di San Bartolomeo.
  • Teatro Valle Turchino. È una costruzione dei primi Novecento che ha avuto una completa ristrutturazione nel 2000 ad opera della proprietà e della Amministrazione Comunale, ed ora è utilizzato come sala polifunzionale per la frazione di Belforte.


a Pomara[modifica]

  • Oratorio di Loreto. Isolato sulla strada che dalla frazione di Pomara conduce a Gazzuolo, immerso nel verde, l'Oratorio di Loreto ha un piccolo piazzale antistante, uno svettante campanile, una facciata decorata da due lesene ai lati della porta di ingresso, un marcapiano che ne divide a metà l'altezza, un timpano che la rifinisce.
    Nell'Ottocento era proprietà della famiglia Raimondi. Una lapide posta alla base del campanile indica nel 1666 l'anno di costruzione dell'edificio; altre due incisioni, su un muro e su un cornicione, ci rivelano che nel 18o2 l'Oratorio venne ricostruito, e nel 1808 fu sopraelevato.
    L'abitato di Pomara, a cui appartiene l'Oratorio di Loreto, deve il suo nome al fatto che qui i Gonzaga avevano un meleto che produceva una qualità di pomi che si conservavano a lungo, risultando così adatti a costituire una scorta alimentare per i mesi invernali, ma anche per gli approvvigionamenti per l'esercito durante le campagne militari.


Eventi e feste[modifica]

  • Artisti sotto l'albero. week end delle Palme. Esposizione di artigianato.
  • Festa della rana e dello stracotto d'asino (a Belforte). Terza settimana di luglio.
  • Fiera di Santa carità. Prima settimana di agosto. Eventi vari e cena sotto le stelle.
  • Festa dello gnocco fritto (a Belforte). Terza settimana di agosto.
  • Il portico delle cose antiche, sotto i portici gonzagheschi. la seconda domenica del mese. Mercatino di piccolo antiquariato, hobbistica, vintage.


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]


Dove alloggiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]


Sicurezza[modifica]


Come restare in contatto[modifica]

Poste[modifica]

  • 45.07023510.25846 Poste italiane, piazza Garibaldi 1, +39 0376 97134, fax: +39 0376 97134.

Tenersi informati[modifica]


Nei dintorni[modifica]

Ansa del fiume Oglio a Gazzuolo
Tratto del fiume Oglio a Gazzuolo
  • San Martino dall'Argine — I Portici gonzagheschi incorniciano con magnificenza la Piazza Castello e parte della via principale del paese, dando al centro la fisionomia caratteristica delle corti gonzaghesche. Fu capitale di un ramo cadetto dei Gonzaga che vi lasciarono la loro indelebile impronta urbanistica.
  • Commessaggio — Fu parte del principato di Sabbioneta; la sua torre ospitava Vespasiano Gonzaga durante i suoi soggiorni in paese. Caratteristico è il suo antico ponte di barche sul canale che costeggia il paese.
  • Sabbioneta — Città di fondazione, Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO, mantiene la cerchia muraria entro la quale è rimasta intatta la magia dell'urbanistica ideale realizzata da Vespasiano Gonzaga; il Teatro all'Antica, il Palazzo Ducale, la Galleria, la chiesa dell'Incoronata sono alcuni dei suoi monumenti che spiccano in un contesto che si è mirabilmente conservato.
  • Mantova — Capitale dei Gonzaga, emana ancora il suo sottile fascino di grande città d'arte per la quale la nomina a Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO è stata non tanto un riconoscimento, quanto una doverosa presa d'atto. Ineguagliabili le sue atmosfere antiche, i profili dei palazzi e delle cupole che si stagliano nella foschia padana avvolti dallo specchio dei suoi laghi, la sua sterminata reggia gonzaghesca che ingloba numerosi edifici nel centro città.
  • L'area fluviale di Gazzuolo fa parte del Parco dell'Oglio Sud (sede a Calvatone), area regionale protetta che si estende dal Parco Oglio Nord fino alla confluenza con il Po. Costituiscono il Parco Oglio Sud le aree fluviali dei territori di Acquanegra sul Chiese • Canneto sull'Oglio • Casalromano • Marcaria • OstianoVolongo sulla sponda sinistra; BozzoloCalvatoneCommessaggioDrizzona • Gazzuolo • Isola DovaresePessina CremonesePiadenaSan Martino dall'ArgineViadana sulla sponda destra La zona è interessata da un percorso ciclabile di circa 60 chilometri che si snoda fra l'interessante habitat della campagna e delle golene dell'Oglio.
  • Casatico (Marcaria) — È la patria del famoso letterato Baldassarre Castiglione, che qui nacque il 6 dicembre 1478. Interessante Corte Castiglioni, eretta nel XV secolo e rimaneggiata nel Cinquecento e Settecento.

Itinerari[modifica]

  • Nelle terre dei Gonzaga — Un itinerario attraverso i centri, grandi e piccoli, che furono capitali dei rami Gonzaga cadetti: principati, marchesati, ducati che, all'interno della compagine statale mantovana, godevano di una vera e propria indipendenza, spesso battevano moneta e tenevano corti raffinate che rivaleggiavano con quella mantovana, abbellivano i propri centri urbani dotandoli di eleganti architetture – chiese, piazze, palazzi, mura, torri - e di caratteristici scorci urbani come i tipici portici gonzagheschi.
  • Strada del riso — L'itinerario - da effettuare in particolare da maggio a settembre - percorre, tra fiumi e canali, il territorio mantovano dedito alla coltivazione del riso.


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