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Torre de' Picenardi
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Torre de' Picenardi
Sito istituzionale

Torre de' Picenardi è un centro della Lombardia.

Da sapere[modifica]

Torre de' Picenardi, che prende nome dalla omonima nobile famiglia cremonese, vanta nel suo territorio la presenza di ben due Castelli oltre a parecchie interessanti Ville. Oltre alla Villa - Castello Sommi Picenardi di Torre, si può visitare il castello della vicina frazione di San Lorenzo de' Picenardi; nei paraggi un altro pregevole castello si trova inoltre a Cicognolo. A poca distanza è situata Cappella de' Picenardi, il terzo centro della zona che tramanda con il toponimo il ricordo della nobile famiglia Picenardi che qui ebbe vastissimi possedimenti.

Cenni geografici[modifica]

Situato nell' area sud orientale della provincia di Cremona, nella pianura lombarda, il paese si trova nella zona denominata Casalasco, che con il confinante Viadanese della zona mantovana forma il Comprensorio Interprovinciale Casalasco Viadanese -Oglio Po- Dista da Cremona 25 chilometri, 24 da Casalmaggiore.

Cenni storici[modifica]

La zona fu abitata in epoca preistorica, ed anche di epoca romana si sono avute testimonianze (affioramenti di resti di una villa rustica del I - II secolo d.C.); la romana via Postumia, che collegava Genova ad Aquileia, passava qui vicino; a poca distanza sorgeva Bedriacum, teatro della battaglia del 69 d. C. fra Otone e Vitellio, che gli archeologi collocano a Calvatone, dove sono stati effettuati numerosi scavi che hanno prodotto importanti reperti. Per trovare documenti certi dobbiamo risalire fino al XIII secolo, quando Torre portava il nome di Torre de' Malamberti o Madalberti, che la distinguera' per secoli. I Malamberti erano una antica famiglia cremonese che doveva avere importanti possedimenti nella zona, prima della successiva supremazia dei Picenardi che si deve datare a partire dall' inizio del 1300.

Tra il XV e il XVI secolo le Torri con il rispettivo territorio sono parte del Ducato di Milano, e furono soggette a incursioni, occupazioni, saccheggi causati dal passaggio di truppe a seguito di guerre di confine.

Nel 1714 i Picenardi divennero Marchesi, misero mano a lavori di rifacimento del castello, del quale fin dal 1525 era divenuto unico proprietario Antonio Maria Picenardi, che ne aveva acquistato la parte non ancora in suo possesso. Sempre nel Settecento si deve all' opera dei Picenardi la costruzione della Chiesa Parrocchiale di Sant' Ambrogio.

Nell' Ottocento fu rimaneggiato il Castello di San Lorenzo de' Picenardi, di cui erano esclusivi proprietari i Conti Crotti Calciati dal 1731. A Torre la presenza di famiglie nobili annovera, oltre ai Picenardi e ai Crotti Calciati, i Principi Soresina Vidoni (che legarono il loro nome al Castello di San Giovanni in Croce); i Conti Melzi D' Eril, milanesi; i Marchesi Resta Pallavicino, unici proprietari terrieri attualmente rimasti dalle epoche passate.

Nel 1868, con la costituzione del Comune, Torre de' Malamberti assunse ufficialmente il nome di Torre de' Picenardi, come già veniva comunemente chiamata, nome che mantiene tuttora e che sancisce l' importanza che la famiglia Picenardi rivesti' per il destino del paese..

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Torre de' Picenardi

Quartieri[modifica]

Il territorio comunale di Torre de' Picenardi comprende anche i centri di Ca' de Caggi, Canove de' Biazzi, Pozzo Baronzio e San Lorenzo de' Picenardi. Questi ultimi due rivestono una certa importanza dal punto di vista turistico l'uno per le vestigia musive della sua chiesa, l'altro per il suo vasto castello.

Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

In auto[modifica]

I caselli autostradali più vicini sono quelli di

In treno[modifica]



Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

L'Oratorio Visitazione di Maria Vergine
Il Castello
  • 45.144610.28761 Villa Sommi Picenardi. I resti della antica fortificazione, chiamata il castelletto, si possono vedere nella parte sinistra del complesso: una torre di aspetto medievale e i vicini edifici. Questa proprieta' fu acquisita nel 1526 da Antonio Maria Picenardi; rimarra' alla famiglia Sommi Picenardi fino alla meta' del Novecento, nel 1954. Al cortile principale della villa si accede da un ponte levatoio: colpiscono i torrioni, a ricordo dell' origine di castello di difesa. Numerose sono le sale con decorazioni e sculture di fine Settecento. Al complesso appartiene anche la Cappella dedicata alla Visitazione di Maria Vergine, con decorazioni di Sante Legnani di fine Settecento e due grandi quadri della Beata Elisabetta Picenardi, antenata della nobile famiglia.
    L' ala laterale della villa prospetta sulla piazza del paese, con una maestosa facciata con grande timpano al cui interno spicca un grande stemma araldico della casata dei Picenardi, con gli stemmi di tutte le famiglie nobili con essa imparentate.
    Intorno alla villa, un grande giardino circondato da fossato. I Marchesi Ottavio Luigi e Giuseppe Picenardi ne furono i progettatori e gli iniziatori a partire dal 1772, fino a realizzare uno dei più grandi giardini all'inglese presenti in Italia. Vi si realizzarono collinette, un lago e altri laghetti con un isolotto, viali con rovine romane originali qui appositamente trasportate, lapidi romane, ponti, il tutto seguendo il gusto classicheggiante dell' epoca. Nell' Ottocento il giardino della Villa Sommi Picenardi era fra i più conosciuti della penisola.


Chiesa Parrocchiale di Sant' Ambrogio
  • 45.143910.28692 Chiesa Parrocchiale di Sant' Ambrogio. Tra il 1710 e il 1724 fu costruita su un precedente tempio con elargizioni della famiglia dei marchesi Sommi Picenardi. Nell' abside una ancona cinquecentesca del cremonese Pescaroli detto il Seniore contiene una collezione di più di 800 reliquie di Santi e di Beati, che vi fu posta nel 1799.
    Fra la quadreria, una tela veneta di Iacopo Negretti detto Palma il Giovane del '600 -Martirio di Santa Apollonia; del milanese Giuseppe Buvolone (1619 - 1703) è Santa Rita da Lima con il Bambino e due devoti; di autori ignoti San Francesco d' Assisi adorante l'ostensorio e due santi francescani e La Beata Vergine in Gloria con i Santi Cosma e Damiano datato 1606.
    Interessanti i quattro altari lignei seicenteschi e le relative ancone; l' organo meccanico Franceschini 1855 a 1.100 canne; il dipinto settecentesco di scuola cremonese Sant' Ambrogio con Cristo Trionfante.
    Pregevole Il martirio di San Giovanni evangelista a Porta Latina del cremonese Galeazzo Ghidoni (1582 - 1619). Infine, di ignoti, Resurrezione di Lazzaro, seicentesca e Caduta di San Paolo. Tutte queste opere provengono da donazioni della famiglia Picenardi.
    La chiesa conserva il sepolcro della Beata Elisabetta Picenardi (1428 - 1468), la santa della famiglia che viene ricordata solennemente il 19 febbraio.
Il Villino
Il Villino
Il Villino - giardino


  • 45.14280610.289113 Il Villino. In un vasto giardino all’italiana grande 40 pertiche cremonesi, in fondo alla centrale via Cavour, il Villino di Torre de’ Picenardi fu costruito su progetto del Voghera; l’edificio vicino all’ingresso del parco risale al 1826; il villino accanto venne realizzato nel 1899 dall’architetto Repellini.
    Una bella torre merlata di stile gotico ne contraddistingue la figura, oltre a ornamenti architettonici quali cornici in terracotta e motivi artistici unitamente ad un bassorilievo riproducente una Madonna del Settignano.
    Nel giardino, su una collinetta, un tempietto in stile dorico dedicato a Priapo; ancora su una altura un tempio corinzio dedicato a Castore e Polluce. Il Villino fu acquistato negli anni Trenta da Umberto Vesconi, famiglia alla quale ancora appartiene.


A Ca' de' Caggi[modifica]

Ca 'de' Caggi (Torre de 'Picenardi) -Portale di ingresso
Ca 'de' Caggi (Torre de 'Picenardi) - Villa Pallavicino
  • 45.15312510.293094 Villa Pallavicino. È una Cascina di origini settecentesche, con Villa padronale, casa del fittavolo, abitazioni per i contadini di tipo ottocentesco. L'impianto, con linee di un delicato barocco, è quello della cascina - lavoro della Bassa lombarda, che costituiva una comunita' autosufficiente.Dopo un ampio ed elevato portone di ingresso, di notevole profondità, si arriva ad un portico colonnato molto armonioso, reso aereo dalle volte a vela.Comprende anche un Oratorio (con matroneo) intitolato a San Carlo Borromeo, fondato dai nobili Ripari nel 1612. Conserva alcuni resti marmorei di una precedente chiesa dedicata a Sant' Apollinare, demolita intorno alla meta' del Novecento. Il campo dove sorgeva ne tramanda il ricordo, con la sua denominazione Prato di Sant' Apollinare.



A Pozzo Baronzio (vedi)[modifica]

A 1.7 chilometri ad ovest del capoluogo, la frazione di Pozzo Baronzio con la chiesa di Santa Maria Assunta e l'imponente complesso di Cascina - Villa - Oratorio formato dalla Villa Melzi-D'Eril, dalla Cascina Barbò-Melzi e dalla chiesa di Santa Maria della Neve.

A San Lorenzo de' Picenardi (vedi)[modifica]

A due chilometri ad est del capoluogo, la frazione di San Lorenzo de' Picenardi conserva un bel Castello, la Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo, la Villa Martini con annessa la Cascina grande.

Eventi e feste[modifica]

  • Sagra di San Lorenzo (a San Lorenzo de' Picenardi). il 10 agosto.
  • Sagra di San Rocco. dal 14 al 16 agosto.
  • Sagra di Pozzo (a Pozzo Baronzio). la quarta domenica di ottobre.
  • Festa Patronale di Sant' Ambrogio. il 7 dicembre.


Cosa fare[modifica]


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]

  • 45.14365910.3082341 Castello San Lorenzo, via Verdi 44 (a San Lorenzo de' Picenardi), +39 0375 395012.
  • 45.14989810.2721912 Cascina Fortuna - Agriturismo, via Manzoni 11 (a Pozzo Baronzio), +39 0375 036284.


Dove alloggiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]


Sicurezza[modifica]

Farmacia

  • 45.14378710.2871866 Bonassi, Via Giuseppe Mazzini, 7 bis, +39 0375-94392.


Come restare in contatto[modifica]

Poste[modifica]

Tenersi informati[modifica]


Nei dintorni[modifica]

  • San Lorenzo de' Picenardi — Il suo Castello , sorto nel Quattrocento fu ampliato nel tempo per approdare poi alla forma attuale, maestosa e decisamente castellana, nell’Ottocento, opera dell’architetto Luigi Voghera. La vasta costruzione, in perfette condizioni, mostra numerose torri merlate che le conferiscono il caratteristico aspetto medievale mitigato però dal carattere elegante di residenza nobiliare castellana. È circondato da un vasto parco. 
  • Pozzo Baronzio
  • Sabbioneta — Città di fondazione, Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO, mantiene la cerchia muraria entro la quale è rimasta intatta la magia dell'urbanistica ideale realizzata da Vespasiano Gonzaga; il Teatro all'Antica, il Palazzo Ducale, la Galleria, la chiesa dell'Incoronata sono alcuni dei suoi monumenti che spiccano in un contesto che si è mirabilmente conservato.
  • Colorno — La sua Reggia fu dei Sanseverino, poi dei Farnese, di Maria Luigia d'Austria, dei Borbone; è il monumento di gran lunga più importante di questa piccola Versailles parmense, che offre anche un centro storico piccolo ma bello, a ridosso del torrente Lorno che gli dà il nome e del Parma, poco lontano dal Po.
  • Cicognolo — Cotto a vista e marmo rendono pregevole e vario l'aspetto dell’imponente castello Manfredi,, scenografico nel verde del prato che ne abbellisce il terreno davanti alla facciata principale, con retrostante giardino di gusto romantico e con fossato.
  • Mantova — Capitale dei Gonzaga, emana ancora il suo sottile fascino di grande città d'arte per la quale la nomina a Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO è stata non tanto un riconoscimento, quanto una doverosa presa d'atto. Ineguagliabili le sue atmosfere antiche, i profili dei palazzi e delle cupole che si stagliano nella foschia padana avvolti dallo specchio dei suoi laghi, la sua sterminata reggia gonzaghesca che ingloba numerosi edifici nel centro città.
  • Parma — Città d'arte fra le maggiori dell'Emilia, mantiene con grande evidenza aspetto, signorilità e modi di vita da Capitale, come lo fu per secoli. La reggia Farnese della Pilotta, la Cattedrale romanica, la chiesa della Steccata sono alcune delle emergenze monumentali che caratterizzano la città; di gran fama il suo Teatro, la sua tradizione musicale (Giuseppe Verdi), la sua scuola di pittura (Correggio, Parmigianino), il suo amore per la buona tavola (prosciutto crudo di Parma, salumi, parmigiano reggiano, lambrusco).
  • Cremona — Ha un centro storico monumentale - Duomo, Battistero, Palazzo comunale - fra i più insigni della Lombardia. Fu città romana. Fu potente all'epoca dei Comuni e rivaleggiò con Milano, che infine la sottomise. I suoi violini (Stradivari e Amati), il suo Torrazzo e ancor più il suo torrone, sono noti ovunque.



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