Utente:Yiyi/Un salto... nella Esino del Novecento

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Introduzione[modifica]

Quando arriviamo in un posto che non conosciamo è bello non solo andare a vedere i luoghi più importanti che magari ci vengono segnalati da una guida o ci vengono suggeriti da internet, ma è anche divertente passeggiare tranquillamente facendoci incuriosire e guidare da alcuni dettagli architettonici e paesaggistici che scopriamo. Ecco alcune storie che gli scorci di Esino raccontano.

La Esino dei vacanzieri[modifica]

In origine due borghi[modifica]

Se osserviamo con attenzione Esino Lario ci accorgiamo che esiste una Esino Superiore ed una Esino Inferiore, infatti ci sono due nuclei distinti di case con le rispettive chiese. Ed originariamente era proprio così, solo dopo il 1927 le due cittadine vennero unificate e nacque un unico comune di Esino Lario. L'origine dei due nuclei abitativi è documentata da ritrovamenti archeologici distinti. Essi dimostrano che Esino era un punto di passaggio di una delle più importanti vie di comunicazione: quella che correndo lungo il crinale orientale raggiunge Colico alla sommità del lago, punto strategico per raggiungere sia la Valtellina sia la Valchiavenna e dunque poi valicare le Alpi.

…una Esino più recente[modifica]

Tra Otto e Novecento il piccolo comune, come del resto tutta l’area lariana – non solo quella più “nobile” comasca, ma anche quella lecchese -, divenne luogo di villeggiatura soprattutto estiva. Era rinomato per la sua aria salubre, per le passeggiate e per la bellezza degli scorci paesaggistici. Nel secondo dopoguerra l’afflusso turistico della zona era tale che Esino, in cui si contavano normalmente meno di 1000 residenti, arrivava ad ospitare anche 10.000 persone! Questo spiega come mai andando in giro per Esino ancora oggi scorgiamo ville immerse in ampi giardini, alberghi o ex case di vacanze come la Montanina.

Uno scultore milanese in villeggiatura a Esino[modifica]

Michele Vedani (Milano 1874 1969) nasce in una famiglia di scultori, il padre scalpellino parte per l’America in cerca di lavoro, mentre, riconoscendo nel figlio una vera predisposizione alla scultura, gli propone di restare a Milano e studiare nell'Accademia di Brera. Questo segna l’inizio della brillante carriera artistica del Vedani, che molto lavorò in ambito soprattutto celebrativo e funerario anche nel territorio lariano, ad esempio i tre bronzi di Antonio Stoppani, che possiamo trovare sul lungo lago di Lecco, sulla Grignetta e a Esino stessa. L’artista frequenta Esino Lario con la famiglia come luogo di villeggiatura essendo un paese da cui si può godere del paesaggio alpino e respirare aria pulita, di cui la figlia Minuccia, gravemente malata, ha particolare bisogno. È proprio per soddisfare una richiesta di Minuccia e in suo ricordo che nel 1936 Vedani realizza le stazioni della Via Crucis in sostituzione delle ormai scrostate cappelle dipinte nel 1846. Il lavoro dello scultore termina nel 1941. Proprio perché l’impresa scultorea era legata a ricordi familiari il Vedani fu sempre molto affezionato a queste sculture, tanto che nel 1968 all’età di 93 anni realizza l'ultima cappella, quella della Resurrezione, regalando l’intero suo progetto al paese.

La Via Crucis[modifica]

Perché una Via Crucis a Esino[modifica]

Via Crucis in Esino Lario

Secondo la tradizione tra il 1831 e il 1835 i cittadini di Esino per salvarsi dal vaiolo promisero a San Vincenzo di costruire una via crucis in cambio di protezione, dopo la sua costruzione Esino sembrò un luogo protetto dalle diverse calamità. Anche durante la seconda guerra mondiale, nonostante i bombardamenti che distrussero molte zone del lago e della Valsassina, Esino non fu mai bombardata. Gli esinesi furono dunque sempre attivi nel difendere la loro via Crucis, tanto che quando durante l’ultimo conflitto mondiale venne richiesto il bronzo delle sculture per poterlo utilizzare a scopi militari, il parroco di Esino la salvò dalla distruzione sostenendo che le sculture erano state realizzate in un materiale scadente e dunque non riutilizzabile.

Il materiale utilizzato[modifica]

In effetti il bronzo utilizzato da Vedani è di bassa qualità, ma questo perché probabilmente il lavoro venne fatto in economia. Le scene dei pannelli sono ben equilibrate; esse mostrano con grande realismo e dinamicità i vari episodi della passione di Cristo. Nella costruzione delle figure la struttura muscolare risulta ben definita e i gesti delle donne trasmettono un sentimento amoroso e carico di dolore.

Alcune cappelle[modifica]

Nella I stazione, Gesù davanti a Pilato, si vede Cristo affrontare con forza e coraggio il proprio verdetto. Il suo corpo è vigoroso e maestoso, mentre Pilato, seduto e con lo sguardo estraneo, non abdica dal proprio ruolo di giudice, appellandosi alle carte che tiene sulle ginocchia.

Nella XI, Gesù inchiodato sulla croce, si vede invece un Cristo debole, magro e stremato dal dolore e dalla fatica, sulle cui spalle grava la salvezza dell'umanità. In contrasto viene rappresentato un centurione romano a cavallo, con una postura regale e imponente. Proprio tale capacità di esprimere l'intera sfaccettatura dei sentimenti umani, attraverso la lavorazione spesso virtuosistica del bronzo, rende questa via Crucis degna di attenzione.

Altre opere di Vedani a Esino[modifica]

Statua di Papa Pio XI a Esino Lario

Vedani fu un artista molto prolifico. Nella stessa Esino si contano altre sue opere. Ad esempio il modello di gesso di una monumentale scultura che ritrae papa Pio XI con la mano destra benedicente e la sinistra che regge un libro chiuso. Tale gesso è stato donato a Esino dall'artista per ricordare le visite compiute da papa Pio XI proprio su queste montagne. Un'altra opera molto importante per la sua originalità è il portalumino che si trova nella cappella funeraria della famiglia Pensa. L'opera è costituita da due pie donne al sepolcro e un angelo che le rassicura, dicendo loro che Cristo è risorto. Vedani realizza molti arredi funerari simili a questo, inventando ogni volta degli accostamenti di figure diverse, quasi a voler creare delle piccole commoventi storie.