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Viaggio in Antartide[modifica]

Introduzione[modifica]

Un continente di ghiaccio, chilometri e chilometri di ghiacciai pressoché incontaminati, una sola parola per descrivere tutto ciò: Antartide

Meta ambita da molti esploratori nel corso della storia, dalle spedizioni cartografiche, alle ricerche di tesori, fino al giorno d’oggi con lo studio di quegli stessi ghiacci che hanno intrappolato il tempo al loro interno.

Parlando proprio di ricerche in Antartide, con l’aiuto di una ricercatrice locale si è finalmente potuto svelare cosa si nasconde dietro ad una spedizione, aprendo così gli orizzonti a campagne di sensibilizzazione, viaggi turistici volti ad informare maggiormente il mondo attuale sulla caotica problematica del surriscaldamento globale-

Un’esperienza dove disciplina, preparazione e meticolosità lasceranno spazio a stupore, fascino e senso di piccolezza. Tenendo conto che si tratta di una missione di circa un mese, la preparazione comincia settimane prima.

In questo caso verrà riproposto lo stesso tragitto svolto dalla ricercatrice nel 2018 per una missione di circa 30 giorni per realizzare un progetto in collaborazione con l’università di Siena e con il supporto del gruppo di ricerca Cileno.

Un viaggio dove il sacrificio sarà ripagato dalle emozioni provate, adrenalina e stress si uniranno in una sola sensazione, in cui disciplina e meticolosità militare saranno alla base del giorno e dove la tua famiglia sarà composta dai membri della tua base.

Come arrivare[modifica]

Tappe[modifica]

Il viaggio inizia da qui, Genova, con un aereo di linea che farà scalo a Parigi Charles de Gaulle, proseguendo con un altro aereo che arriverà a Santiago del Cile per poi giungere a Porta Arenas tramite pullman. Tutto diventa improvvisamente reale; non si è più in un viaggio fantastico, si è entrati in una base militare cilena.

preparazione[modifica]

Viaggiare in antartide richiede una particolare preparazione. Nella fase iniziale la flessibilità psicologica e la capacità di adattamento saranno fondamentali, l’Antartide è un luogo estremo, il meteo varia rapidamente, le temperature sfiorano i -80/-90 gradi e ogni errore o dimenticanza può gravare sull’intera missione.

Di regola ogni viaggio è precedeuto da un periodo di addestramento volto alla sicurezza, imparare a recuperare un uomo in mare, utilizzare una ricetrasmittente, come muoversi in sicurezza sui ghiacci e cosa fare in situazioni critiche.

Se si partecipa ad una missione scientificia, terminato l'addestramento si inizia ad avere una sensazione di consapevolezza su cosa effettivamente accadrà. Sveglia all’alba, caricata in stiva tutta l’attrezzatura necessaria e le provviste destinate a tutti i membri della base, si parte a bordo di un aereo cargo di tipo militare. Il viaggio, dall'Italia, dura in totale dura 36 ore e allo sbarco a terra si vede un’immensa distesa di bianco.

Giunti alla base si devono rispettare delle gerarchie ben precise, il progetto di ricerca va presentato al capo della base con il quale si organizzeranno uscite e si creerà una tabella di marcia da rispettare meticolosamente.

Anche le libertà personali saranno modificate, non si può uscire da soli, ogni uscita va comunicata. Questa nuova condizione di isolamento può portare ad un senso di smarrimento.

I momenti ricreativi saranno ben diversi dalle serate classiche: vietate feste ed alcolici per motivi di sicurezza, pochi contatti con internet e connessioni scadenti, ma non mancheranno i momenti comuni, la cena verrà cucinata a turno e si troverà un modo per stare insieme e conoscersi.

Per affrontare tutto ciò non serve un titolo di studio specifico, tutti sono i benvenuti, cacciatori, autisti, piloti, meccanici, marinai, alpinisti e cuochi, oltre a scienziati, ricercatori, astronomi e meteorologi. La vita nella base funziona come una città a sé, l’importante è la propria flessibilità di pensiero, l’organizzazione e la mentalità, bisogna essere pronti a tutto per affrontare un territorio che non teme niente.

Fonti[modifica]

Teresa Balbi, membro dell'Unige