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Utente:Dry Martini/Sandbox4

Da Wikivoyage.

Questa guida contiene una serie di termini che vi torneranno utili durante la vostra prima escursione in barca. Per maggiore facilità di lettura, è organizzata per aree di significato e per importanza, non in ordine alfabetico. Inoltre, poiché è pensata per il navigante occasionale, non è da considerarsi completa e a volte farà uso di terminologia non rigorosa.

Termini di base

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Il lessico marinaresco nei romanzi

Chiunque abbia letto un romanzo di Emilio Salgari o di Jules Verne potrebbe essere tentato dal chiamare babordo e tribordo i lati sinistro e dritto della barca. Si tratta in realtà di un errore, anche se di nobile origine: pare sia da attribuire a Salgari stesso il quale, in cerca di termini esotici ed evocativi, realizzò un calco dai corrispondenti termini francesi (questi corretti e correnti) bâbord e tribord, e l'uso dei termini "derivati" è rimasto nell'immaginario collettivo e in alcune vecchie traduzioni di romanzi di avventura stranieri. Esistono diverse (para)etimologie per i termini francesi: una di queste lega l'origine delle parole alla dicitura batteries sulle navi da guerra francesi; poiché la scritta era leggibile guardando da poppa verso prua, la sillaba "ba" si trovava a sinistra e "teries" (che in francese si legge "tri") era a dritta. Un'origine più verosimile rimanda ai termini olandesi corrispondenti: bakboord e stuurboord, legati al fatto che il lato di dritta era quello su cui si posizionava il timoniere ("stuur" è il timone), con la schiena rivolta verso il lato sinistro ("bak", come in inglese back, è la schiena in olandese).
In ogni caso, nessun marinaio userebbe mai in italiano "babordo" e "tribordo"!

Prua
la "punta" della barca, "il davanti". Una parte della barca che si trova a prua è prodiera.
Poppa
l'opposto della prua, la parte posteriore. Una parte della barca che si trova a poppa è poppiera.
Murata
il fianco della barca.
Dritta
in barca, la destra guardando nella direzione di navigazione. La sinistra si chiama "sinistra" e l'aggettivo relativo alla dritta è dritto.
Issare
montare una vela o una bandiera sull'albero, su un pennone o su un'antenna, "tirare su". Normalmente richiede l'uso di una drizza.
Ammainare
il contrario di issare, "tirare giù".
Varare
mettere una barca in acqua; nel linguaggio comune il varo è associato con la cerimonia di "battesimo" di una nuova nave. Per quanto la cerimonia di varo sia, a tutti gli effetti, un varo (è la prima volta che la nave completata viene messa in acqua dopo aver concluso i collaudi), un varo è qualunque messa in acqua (una deriva può essere varata anche più volte al giorno).
Alare
il contrario del varo, è l'estrazione della barca dall'acqua (ma non quando è affondata, in quel caso si parla di recupero).

Le barche a vela possono essere classificate in:

  • derive, piccole imbarcazioni da massimo 5 persone di equipaggio e prive di cabina; devono il nome al fatto che non hanno una deriva fissa (v. sotto);
  • cabinati, imbarcazioni più grandi dotate di cabina.

Si noti come molti dei termini qui elencati sono relativi alle barche a vela: questo è dovuto a motivi storici e al fatto che tendenzialmente le barche a motore sono un prodotto rivolto a chi è meno appassionato del mare e quindi tendono a richiamare più da vicino la struttura e le parole delle abitazioni terrestri (pochi si scandalizzerebbero a sentir parlare di "porte" e "finestre" su uno yatch a motore, mentre su una barca a vela sarebbe una vera e propria eresia). Dove non esplicitamente relativi alla navigazione a vela (difficile trovare una randa su una barca a motore!), tutti i termini qui elencati sono facilmente esportabili a un natante a motore, ma aspettatevi che il vostro interlocutore ne sappia meno di voi (solo la Marina - militare e mercantile - mantiene vivo e rigoroso il lessico marinaresco anche nella navigazione a motore).

Vele e alberatura

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Quando ci sono più alberi

Mentre la maggior parte delle barche a vela odierne ha solo un albero e tutt'al più un bompresso, alcune barche a vela più pregiate e molti velieri storici hanno più di un elemento verticale. In questo caso, ciascuno ha il proprio nome tecnico:

  • L'albero maestro o di maestra è sempre l'albero più alto, e nei velieri a tre alberi è anche l'albero posto più al centro della barca. Nei velieri storici, la vela principale dell'albero di maestra è detta vela maestra.
  • L'albero di trinchetto è a prua dell'albero maestro.
  • L'albero di mezzana è a poppa dell'albero maestro. Nelle barche a due alberi si trova a poppa dell'albero maestro.

Le barche moderne da crociera hanno tipicamente al massimo due alberi, armati con vele triangolari. La vela principale di ciascun albero è detta randa, e per distinguerle le si chiama randa maestra e randa di mezzana a seconda dell'albero su cui sono issate. L'albero di prua è anche quello su cui sono issati i fiocchi e le altre vele di prua. Il bompresso, oggigiorno, è usato solo per le vele di prua e per le vele ausiliarie.

Solo a livello di curiosità (chiunque si trovi a bordo di un veliero a tre alberi come parte dell'equipaggio non ha certamente bisogno di consultare Wikivoyage per reperire queste informazioni!) e per farvi fare bella figura con la guida se mai visitaste un autentico veliero, le vele issate sugli alberi di un veliero sono (dal basso verso l'alto, tenendo presente che, a seconda delle dimensioni della nave, essa potrebbe non essere equipaggiata per quelle più alte):

  • Albero maestro: maestra, bassa gabbia, gabbia, velaccio, controvelaccio.
  • Albero di trinchetto: trinchetto, basso parrocchetto, parrocchetto, velaccino (o pappafico), controvelaccino (o contropappafico).
  • Albero di mezzana: bassa contromezzana, contromezzana volante, belvedere, controbelvedere.
  • Bompresso: in alcune navi è dotato di un proprio pennone (v.) che sostiene la vela di civada e di un albero verticale di dimensioni ridotte che sostiene la controcivada; talvolta il bompresso sostiene i fiocchi.

In generale, l'alberatura è un insieme di "pali" che permette di utilizzare le vele.

Albero
l'elemento principale dell'alberatura; è sempre verticale ed è il principale sostegno per le vele.
La cima d'albero è la sua estremità superiore.
La base d'albero è l'estremità inferiore.
Boma
l'elemento orizzontale, collegato all'albero, che mantiene gonfia la randa. Attenzione: il fatto che - nella maggior parte delle barche odierne - sia una grossa trave di metallo assicurata a un perno che le permette di ruotare di quasi 180 gradi esattamente sopra la coperta rende molto facile prendere delle "bomate". Inutile dire che ciò rappresenta un serissimo rischio di infortunio.
Bompresso
elemento di alberatura orizzontale fisso o estraibile che fornisce un punto esterno allo scafo su cui fissare la vela. Usato prevalentemente con il gennaker (v.).
Pennone
nella maggior parte delle navi moderne, non è propriamente parte dell'alberatura, ma è un elemento verticale (o diagonale) munito di drizza (v.) usato per issare le bandiere. L'elemento privo di drizza su cui si issa una bandiera è detto asta. Aste e pennoni possono anche trovarsi a terra. Propriamente, il pennone è parte dell'alberatura dei velieri: si tratta dell'elemento orizzontale che sostiene le vele quadre (quelle usate dai pirati nei film!).
Trasto
elemento orizzontale che fornisce resistenza strutturale nelle derive, non è propriamente parte dell'alberatura. Può essere usato come sostegno per montare il timone o parti di alberatura.
Randa
nella quasi totalità delle barche in circolazione, la vela principale: issata sull'albero e assicurata al boma, fornisce gran parte della forza propulsiva. La sua regolazione principale è la scotta della randa. Quando le condizioni meteo diventano proibitive, si può issare la randa di cappa, di dimensioni ridotte e di colore arancione, e la tormentina (v.); una barca che issa randa di cappa e tormentina naviga in condizioni meteorologiche estreme con scarsa visibilità, da cui la necessità di usare vele arancioni.
Fiocco
la seconda vela più utilizzata dopo la randa: è il triangolo che parte dall'albero e va verso prua. Il fiocco appartiene alla più vasta categoria delle vele di prua:
Il genoa è una vela di prua più ampia del fiocco. Si usa con poco vento.
La tormentina è una vela di prua molto piccola, da usare, come dice il nome, durante vento forte. È spesso arancione per aumentare la visibilità della barca.
Spinnaker
vela armata più a prua anche del fiocco, estremamente leggera e usata per navigare col vento in poppa. Appartiene alla categoria delle vele ausiliarie, di cui fa parte anche il gennaker.
Il gennaker è una sorta di ibrido tra uno spinnaker e un fiocco: è anch'esso leggero e si usa in condizioni simili (ma non esattamente col vento in poppa), ma per insegnare a usarlo di solito si dice che "funziona come un fiocco".

Manovre

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Le corde in barca

In barca nessuna manovra è chiamata corda! Si parla di cavi (termine piuttosto generico), cime (anch'esso generico, ma esclude qualunque cavo metallico) e scotte (la cima più tipica, usata per la maggior parte delle manovre correnti e di materiale che le dà particolari qualità di resistenza e maneggiabilità). Termini più specifici:

  • la sagola è usata solo per attraccare o comunque viene lanciata;
    • un tipo particolare di sagola è la sagola galleggiante, la cima predefinita per assicurare tutta l'attrezzatura di salvataggio, inclusi i salvagenti a ciambella; è un intreccio piuttosto semplice di pura plastica, solitamente arancione o bianco; le necessità di farla galleggiare ne compromette molte delle qualità come cima, tanto che scivola facilmente dalle mani e i nodi fatti su una sagola galleggiante tendono a sciogliersi se non mantenuti in tensione;
  • similmente, la gomena è una grossa cima da attracco;
  • uno stroppo o stroppetto è una cima molto sottile usata per legature di precisione.

Diminutivi come scottina, scottino, cimino, cimetta o sagolino permettono di qualificare le dimensioni (tra le molte scotte, ti chiederò di regolare "la scottina blu e bianca").
A titolo di curiosità, l'unica corda che c'è su una barca è quella della campana, nelle imbarcazioni che ne sono provviste (ma oggigiorno è piuttosto raro), e non è lunga più di 20 cm.

È una manovra tutto ciò che regola qualcosa a bordo della barca. Tipicamente si tratta di cavi.

  • Le manovre dormienti sono cavi d'acciaio che sostengono l'albero e vengono regolati pochissime volte nel corso della vita della barca e mai in navigazione.
  • Le manovre correnti sono regolate in continuazione, specialmente in funzione del vento e della direzione seguita dalla barca.
Scotta
manovra corrente che regoli l'inclinazione della vela rispetto al vento (pragmaticamente, ne avvicina o allontana l'angolo di prua al centro della barca). Per estensione, poiché tutte le scotte sono realizzate con particolari caratteristiche (in particolare, non devono scivolare facilmente dalle mani, devono essere facili da annodare e devono reggere forze immense anche quando indebolite dall'acqua), scotta può identificare anche qualunque cima che abbia tali caratteristiche. Deve il suo nome al fatto che, se fatta scorrere molto velocemente nella mano o lungo un braccio (come per esempio se sfugge di mano durante una raffica), può provocare una sensazione di forte calore (e anche provocare piccole bruciature superficiali, nei casi più estremi).
Drizza
manovra corrente usata per issare e ammainare una vela o una bandiera.
Sartia
manovra dormiente usata per sorreggere lateralmente e verso poppa l'albero.
Strallo
manovra dormiente usata per sorreggere l'albero verso prua.
Paterazzo
(o strallo di poppa) come lo strallo, sorregge l'albero lungo l'asse longitudinale della barca, ma verso poppa. In alternativa, l'albero può essere dotato di sartie volanti: anziché un singolo paterazzo, ci saranno due sartie, una per lato e fissate ai due angoli della poppa.
Regolazioni
manovre correnti che regolano la tensione dei vari lati della vela. Le regolazioni della randa sono:
  • Cunningham, regola la tensione del lato di prua (caduta prodiera) della vela
  • Base randa, regola la tensione della base (il lato inferiore) della vela
  • Vang, regola l'inclinazione del boma rispetto all'albero e di conseguenza la tensione del lato di poppa della vela (balumina)
Cazzare
tirare, regolare in modo da stringere. Si cazza una scotta, una manovra o, per estensione, si può anche cazzare una vela.
Lascare
l'opposto di cazzare, rilasciare. Un errore comune è pensare che cazzare e lascare abbiano una connotazione assoluta: o è del tutto cazzato o è del tutto lascato; la realtà è che anche in barche molto grandi può essere sufficiente lascare pochi centimetri di una manovra per aumentare sensibilmente la velocità. Similmente, per lascare non bisogna lasciare la cima, ma allentarne la tensione fino a ottenere la regolazione desiderata.
Bozzello
nome marinaresco per la carrucola. Permette di moltiplicare la forza esercitata sulle manovre e concentrarla nel punto e nella direzione migliore per ottenere il risultato desiderato: anche nei circuiti più semplici viene formato un paranco combinando più bozzelli.
Strozzatore
(o strozzascotte) meccanismo che permette alla scotta di essere cazzata ma non di lascarsi da sola. Estremamente semplice da operare, permette di non dover sempre tenere in tensione la scotta con le mani.
Winch
colonnina cilindrica rotante montata sulle barche più grandi per cazzare e tenere in tensione le manovre. È sostanzialmente un verricello (ma a bordo delle barche il verricello è solo quello usato per salpare e calare l'ancora). Si aziona con una maniglia rimuovibile (e per questo una delle cose più facili da perdere in acqua!) o, nelle barche più lussuose, elettricamente.
Tastiera
aggregato di strozzatori. Deve il suo nome alla forma delle leve usate per sbloccare i singoli strozzatori.

Parti dello scafo

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Il bagnasciuga

Moltissimi in italiano chiamano bagnasciuga la parte di spiaggia lambita dalle onde e quindi continuamente bagnata. Si tratta di un errore: il bagnasciuga è la parte dello scafo definita (in modo simile alla spiaggia) dal fatto di passare continuamente sopra e sotto il livello dell'acqua, mentre la zona della spiaggia in cui è così romantico camminare è la battigia. La diffusione dell'errore è dovuta, pare, a un discorso di Benito Mussolini che, parlando di un possibile sbarco alleato sulle coste italiane durante la seconda guerra mondiale, esclamò sicuro "li fermeremo sul bagnasciuga!".

Deriva
Una sorta di pinna che aiuta la barca a mantenere la direzione ed evita che cada preda dello scarroccio; è anche il principale meccanismo che evita che una barca si capovolga. Si noti che le barche a motore non hanno deriva. Alcuni termini correlati:
La deriva a baionetta è usata in derive da una o due persone di equipaggio e deve il nome al fatto che può essere rimossa completamente dalla barca ed è montata semplicemente infilandola dall'alto verso il basso in una fessura nello scafo e bloccandola con un elastico.
La deriva basculante è usata su derive più grandi e di nuova generazione; è fissata alla barca tramite un perno ed è possibile abbassarla semplicemente facendo leva su un'estremità direttamente dal pozzetto.
Nei cabinati la deriva è sempre fissa e di solito, per aumentare la resistenza strutturale, è un continuo con la chiglia. All'estremità delle derive fisse viene spesso montato un bulbo, una protuberanza di ghisa che aumenta la stabilità dello scafo.
Timone
altra pinna, questa volta mobile, che, di concerto con la deriva, definisce la direzione di navigazione. È controllato tramite un organo posto sulla coperta o (in barche molto grandi) in plancia, detto per estensione anch'esso timone. Può trattarsi di:
  • una barra fissata per un'estremità a un perno e lasciata libera di ruotare attorno a esso all'altra estremità; è la forma preferita nelle imbarcazioni più piccole ed è universalmente riconosciuta come il miglior modo per imparare a timonare, perché sviluppa una notevole sensibilità; attenzione al fatto che funziona "al contrario": spingendo la barra verso sinistra, la prua girerà verso dritta e viceversa
  • una ruota, simile al volante di una macchina; comunissima in tutte le barche di maggiori dimensioni e soprattutto in quelle da tempo libero per via del fatto che il suo uso è molto più istintivo; tuttavia, per renderla facile da usare viene spesso dotata di una sorta di servosterzo che riduce la sensibilità del timoniere (e inoltre fa sì che la ruota abbia sempre un po' di gioco, per cui le azioni al timone saranno molto meno precise)
Chiglia
parte inferiore dello scafo, e specificamente quella più "bassa". In origine la chiglia era una trave robusta posta nel punto più basso dello scafo per dargli resistenza strutturale. Oggi, con l'abbandono della costruzione tradizionale in legno, il termine denota semplicemente la parte più bassa dello scafo, che corrisponde sempre con il suo asse longitudinale.
Spiaggetta
una sorta di pianerottolo posto a poppa dei cabinati da crociera, molto vicino al livello dell'acqua; è una caratteristica comune delle barche da tempo libero, poiché rende molto più facile e piacevole risalire a bordo dopo il bagno.
Ombrinale
apertura nel pozzetto che permette di svuotarlo in navigazione, servendosi o della gravità o del risucchio idrodinamico creato dallo scafo che scorre sull'acqua. Un pozzetto dotato di ombrinale è detto autosvuotante.
Riserva di galleggiamento
vano stagno nello scafo destinato a prevenire l'affondamento della barca. Le derive moderne sono costruite in una colata di plastica dentro uno stampo cavo, per cui di fatto l'intero scafo è una riserva di galleggiamento.
Tappino
esclusivo delle derive, permette di svuotare le riserve di galleggiamento una volta alata la barca (le derive hanno, inevitabilmente, delle piccole perdite che, se tenute quotidianamente sotto controllo con l'uso dei tappini, non mettono a rischio il galleggiamento della barca); è letteralmente un tappino svitabile posto a prua della barca.
Sentìna
L'area più bassa dello scafo, in cui si raccolgono tutte le perdite di liquidi (acqua che filtra dallo scafo, residui di olio e carburante dagli organi di manovra, ecc). La pompa di sentina è un apparecchio meccanico che svuota i contenuti della sentina o in mare (ma si tratta di una pratica strettamente regolamentata) o nelle fogne in porto.
Coperta
Superficie superiore dello scafo, funge da "pavimento" per chi si trova all'esterno. È anche una superficie "ideale" che permette di definire sottocoperta e sovracoperta.
Sottocoperta
e il suo contrario in coperta o sovracoperta (quest'ultimo meno usato). Sottocoperta è il nome tecnico per indicare tutti gli spazi chiusi della barca (esclusi i gavoni esterni, che pur essendo chiusi non sono considerati sottocoperta). In soldoni, se per accedere a uno spazio dovete passare per il tambucio o il passauomo (v.), si trova sottocoperta. Per estensione, dire che qualcuno è in coperta può anche significare che sta attivamente prendendo parte alla condotta della barca, mentre chi è sottocoperta sta riposando o cucinando.
Ponte
Una superficie strutturale orizzontale della barca, l'equivalente marinaresco del piano di un edificio. Poco usato nei cabinati da crociera per via del fatto che ci sono solo due ponti (e quindi si usano "sottocoperta" e "in coperta"). Normalmente, si numerano dall'alto verso il basso (il primo ponte è quello più in alto, e spesso include la plancia).
Plancia
Area destinata al comando della barca: dalla plancia si ha il comando dei motori, del timone, delle luci, si ha accesso ai dati del radar e del navigatore GPS. Termine più utilizzato nelle barche a motore, dove la plancia è una zona ben delimitata.

In coperta

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Pozzetto
nelle barche a vela, la parte ribassata della coperta dove siede la maggior parte dell'equipaggio impegnato nella navigazione. Nelle derive, il pozzetto occupa la maggior parte della barca e dentro di esso viene montata la maggior parte dell'attrezzatura (strozzatori, bozzelli, ecc), mentre nei cabinati in proporzione può essere meno esteso, in particolare in quelli da tempo libero; inoltre, in questi ultimi l'attrezzatura viene montata attorno al pozzetto. Nei cabinati, l'accesso principale (tambucio) alla cabina è posto nel pozzetto.
Boccaporto
apertura sul ponte o sulle murate che permette di areare ed illuminare la cabina. In navigazione vanno tenuti tassativamente chiusi.
Tambucio
accesso principale alla cabina nei cabinati a vela e per estensione il sistema di chiusura di tale accesso (in termini "terrestri", quindi, indica sia la soglia sia la porta), di solito posto in corrispondenza del pozzetto. Se, come in gran parte delle barche da diporto, è composto da due elementi, uno che scorre verticalmente e uno che scorre orizzontalmente, accertatevi di chiudere sempre quello orizzontale: oltre a prevenire che l'acqua schizzi sottocoperta, preverrete anche che qualcuno metta il piede nell'apertura e cada sottocoperta, con una notevole probabilità di farsi molto male.
Tambucino
nome informale per l'osteriggio.
Oblò
apertura circolare sulla murata. Come i boccaporti, anche gli oblò vanno sempre chiusi in navigazione.
Osteriggio
apertura nella coperta che, oltre ad arieggiare ed illuminare la cabina, permette di accedervi come via alternativa al tambucio. Per quest'ultima funzione è anche chiamato passauomo e ovviamente ha dimensioni più grandi di un boccaporto. Talvolta chiamato tambucino.
Battagliola
sorta di parapetto che costeggia tutta la coperta. È composta di:
  • pulpiti, uno di prua e uno di poppa: strutture tubolari che formano una ringhiera fissa;
  • draglie: cavi d'acciaio che corrono da un pulpito all'altro, lungo i lati della barca;
  • candelieri: "paletti" che sostengono le draglie e le guidano lungo la forma della coperta.
Molte barche, specialmente quelle a noleggio o su cui si imbarcano spesso bambini piccoli o animali domestici, integrano la battagliola con una rete per prevenire infortuni.
Gavone
vano ricavato nella coperta atto a riporre oggetti di vario genere, tipicamente necessari durante la navigazione, e chiuso da un copertura rigida su cui si può sedere o camminare. Raramente (e impropriamente) si può parlare di gavone anche quando si trova sottocoperta, se è piuttosto spazioso e contiene attrezzature per la barca (mentre un bastingaggio, di solito, ha le dimensioni di uno stipetto e contiene vestiti o la cambusa). Nelle derive, il gavone è l'apertura che permette di accedere alle riserve di galleggiamento e ispezionarle per accertare la presenza d'acqua.

Sottocoperta

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Una barca non è un camper!

Nella cabina delle barche da diporto di solito è presente un tavolo fisso circondato da una sorta di divano a ferro di cavallo. Questo viene sempre più spesso (purtroppo, anche da chi produce e vende le barche, il che ha dato un'aura di ufficialità alla cosa) chiamato dinette, come la corrispondente parte di un camper. Il nome più appropriato è quadrato, dal tavolo di lavoro su cui gli ufficiali delle navi militari tracciano la rotta e studiano la strategia di battaglia.

Cabina
propriamente, una camera da letto in barca. A volte per estensione l'intera area sottocoperta, specialmente in cabinati non molto grandi.
Bastingaggio
stipetto, credenza, armadio, purché sottocoperta.
Quadrato
tavolo fisso, circondato da un divano a forma di "L" o di ferro di cavallo. Tipicamente può essere trasformato in cuccetta (v.).
Tavolo da carteggio
ripiano munito di sedia, solitamente posto vicino alla postazione della radio di bordo e del navigatore GPS. Ha dei vani per riporre le carte nautiche e il diario di bordo. È bene che sia tenuto libero da cianfrusaglie.
Cuccetta
letto.

La rosa dei venti

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Rosa dei venti a 8 punte

La rosa dei venti è uno schema standard per rappresentare la direzione da cui proviene il vento, con ciascuna punta usata per indicare una particolare direzione. La maggior parte dei marinai usa correntemente otto nomi per riferirsi al vento (e quindi indirettamente una rosa a 8 punte), ma la direzione effettiva è spesso indicata usando una rosa a 16 punte - come quella rappresentata all'inizio di questo specchietto - o, quando viene usata la strumentazione elettronica, direttamente la direzione esatta espressa in gradi. Gli otto nomi dei venti, distinti per direzione di provenienza, sono (indichiamo la direzione geografica di provenienza con le abbreviazioni N per Nord, NE per Nord Est, ecc, e il corrispondente valore in gradi):

  • Tramontana (N, 000°)
  • Grecale (NE, 045°); nell'Alto Adriatico il Grecale prende il nome di Bora semplicemente perché il vento proveniente da NE in quell'area ha un fenomeno di formazione molto particolare e assume una forza notevole
  • Levante (E, 090°)
  • Scirocco (SE, 135°)
  • Ostro o Mezzogiorno (S, 180°)
  • Libeccio (SO, 225°)
  • Ponente (O, 270°)
  • Maestrale (NO, 315°)

I nomi dei venti provenienti da Nord, Est, Sud e Ovest, sono piuttosto intuitivi (solo Ostro è meno immediato, ma ha la stessa etimologia di australe). I venti dei quadranti intermedi hanno un'etimologia più interessante. Tradizionalmente, ponendo una rosa dei venti ideale sull'isola di Zacinto, i nomi dei venti indicherebbero le regioni dalle quali provengono i rispettivi venti e quindi, con qualche approssimazione,

  • il grecale viene dalla Grecia continentale
  • lo scirocco viene dalla Siria
  • il libeccio viene dalla Libia
  • il maestrale viene da Venezia, dalla quale partiva la via maestra delle rotte mediterranee durante il medioevo.

In mare

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Boa
elemento galleggiante equivalente a un segnale stradale. In base al codice della navigazione le boe più importanti sono
  • Rossa, con un segnale a tronco di cono (o a forma di trapezio) in cima: indica il lato sinistro dell'ingresso in un canale o uno stretto. Quando si entra in porto, tutti i segnali (a terra) e le boe (in mare) rossi vanno tenuti sulla sinistra della barca (quindi la barca, entrando nel porto, deve passarvi a destra).
  • Verde, con un segnale a cilindro (o a forma quadrata) in cima: indica il lato destro di un canale. Valgono le stesse regole per le boe rosse.
  • Gialla, con un segnale a croce ("X") in cima: segnale speciale. Come regola generale, è bene evitare la zona indicata da queste boe e prestare attenzione al fatto che non ce ne siano svariate disposte in fila. Più propriamente, bisogna consultare le pubblicazioni nautiche (in particolare il portolano) per scoprire che tipo di pericolo indica la boa.
Gavitello
elemento galleggiante usato per ancoraggi o per delimitare zone particolari del mare, specialmente vicino alla costa. Sono gavitelli quelli che davanti alla spiaggia delimitano la corsia del bagnino. In generale, si tratta di piccole boe di colori sgargianti (arancioni, gialle, rosse) e dotate di uno o più anelli a cui ci si può ormeggiare; di conseguenza, poiché vi vengono ancorate delle barche anche piuttosto grandi, i pesi e le cime che assicurano un gavitello al fondale sono spesso sovradimensionati.