Jesi | ||
Stemma e Bandiera | ||
Appellativi | Città europea dello sport 2014 | |
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Stato | Italia | |
Regione | Marche | |
Altitudine | 100 m s.l.m. | |
Superficie | 123,71 km² | |
Abitanti | 39.093 (2023) | |
Nome abitanti | jesini | |
Prefisso tel | +39 0731 | |
CAP | 60035 | |
Fuso orario | UTC+1 | |
Patrono | San Settimio (22 settembre) | |
Posizione
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Sito istituzionale |
Da sapere
[modifica]È una città di lunghe e importanti tradizioni industriali, che le sono valse, sin dalla fine dell'Ottocento, l'appellativo di "Milano delle Marche" (o dell'Italia centrale). A testimonianza del suo glorioso passato storico, che l'ha vista anche piccola capitale della "Respublica Aesina", conserva un centro storico con interessanti monumenti, ancora circondato da una cinta muraria del XV secolo pressoché intatta. Sin dall'epoca medievale è uno dei centri più importanti e attivi della regione.
Dal punto di vista storico, è nota per aver dato i natali all'imperatore del Sacro Romano Impero Federico II di Svevia e al musicista Giovan Battista Pergolesi. La fama a livello internazionale l'ha però raggiunta grazie al vino Verdicchio dei Castelli di Jesi, e più di recente alla plurimedagliata scuola di scherma.
Cenni geografici
[modifica]La città di Jesi si trova nella valle del fiume Esino, a circa 30 km all'interno della costa Adriatica. Jesi aderisce alla rete Alleanza per il clima.
Quando andare
[modifica]Nonostante la vicinanza al mare, Jesi presenta un clima alquanto continentale. Il clima è caratterizzato da inverni freddi e umidi, a volte nevosi. In gennaio spesso tirano venti di tramontana (coda di bora) con temperature minime storiche di -12 °C. Le estati sono umide e afose, caratterizzate per lo più da una totale assenza dei venti con temperature massime storiche di 43 °C. Alla fine dell'estate (agosto) spesso si verificano violenti temporali con possibili grandinate. Le stagioni mediane, fresche sui rilievi, e temperato sulla fascia costiera, possono rivelarsi anche molto piovose (aprile-maggio) e con presenza di dense foschie e nebbie, in particolare nei mesi autunnali.
Cenni storici
[modifica]Jesi ha origini molto antiche; si ritiene sia stata l'ultimo avamposto degli Umbri in territorio piceno.
Come orientarsi
[modifica]Come arrivare
[modifica]In aereo
[modifica]L'aeroporto Raffaello Sanzio, situato a Falconara Marittima, ha voli regolari con Roma, Monaco di Baviera ed altre città italiane ed europee, e dista circa 15 km.
In auto
[modifica]Per arrivare a Jesi su strada si può prendere:
- Da nord: l'autostrada A14 Adriatica, uscita di Ancona Nord, e poi la strada statale 76.
- Da ovest: sempre la statale 76 della Val d'Esino. Tipicamente usata da chi proviene da Roma.
In treno
[modifica]La stazione è di transito per la direttrice ferroviaria transappenninica Ancona – Foligno – Orte – Roma.
Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
[modifica]Edifici civili
[modifica]- 1 Teatro Pergolesi, Piazza della Repubblica 5, ☎ +39 0731202944, info@fpsjesi.com. 1€. Lun-Ven su appuntamento. Inaugurato nel 1798, originariamente si chiamava "della Concordia", e dopo circa un secolo è stato ribattezzato con il nome del musicista jesino. Nel 1968 viene riconosciuto come "Teatro di tradizione", caso unico in Italia per un teatro di città non capoluogo di provincia. La sala ha forma ellittica, con tre ordini di palchi e volta affrescata. La stagione lirica coincide con il periodo autunnale, e comprende anche concerti sinfonici e balletti. Dal 2005 questi eventi sono gestiti dalla Fondazione Pergolesi Spontini.
- 2 Mura, Costa del Montirozzo. Le mura che racchiudono il centro storico di Jesi sono sorte in epoca medievale sul tracciato della originale cinta romana, e nel periodo rinascimentale sono state più volte modificate, con varie aggiunte per lo più a scopo difensivo. Seguono la morfologia del terreno, con tratti più alti e tratti più bassi, intervallati da varie porte. La punta orientale è rappresentata dal Torrione del Montirozzo, del sec. XV, che è considerato l'emblema cittadino.
- 3 Piazza Federico II. La più importante piazza storica di Jesi, di forma rettangolare, con al centro una fontana con obelisco. Sembra che al disotto dell'attuale tracciato fosse anticamente il foro romano. Si tramanda che qui sia nato, nel 1194, l'imperatore Federico II di Hohenstaufen, a cui la piazza è dedicata.
- 4 Palazzo della Signoria, Piazza Angelo Colocci. Uno dei più imponenti palazzi pubblici delle Marche, fu costruito tra il 1486 e il 1498 dal celebre architetto senese Francesco di Giorgio Martini.
- 5 Palazzo Colocci, Piazza Angelo Colocci. Antica residenza gentilizia dei marchesi Colocci. Il palazzo è la risultante di una serie di interventi realizzati nei secoli XVI e XVII. La trasformazione settecentesca ha occultato la fisionomia rinascimentale dell'edificio, ricostruibile soltanto da qualche fonte d'archivio.
- 6 Palazzo Balleani, Piazza Federico II. È un esempio di rococò locale, venne realizzato a partire dal 1720 su disegno dell'architetto romano Francesco Ferruzzi. L'interno colpisce per la ricchezza delle sale con i soffitti dai leggerissimi e raffinati stucchi dorati, eseguiti da diversi artisti.
- 7 Palazzo Ripanti, Piazza Federico II. Si estende per tutto il fronte meridionale di piazza Federico II e costituisce un complesso residenziale tra i più vasti della città. Il nucleo originale, risale al XV secolo e venne ampliato successivamente fino a congiungersi con l'attuale facciata che prospetta sulla piazza.
- 8 Palazzo Ricci, Piazza Gaspare Spontini. Sorge sull'area della "Rocca pontelliana", con il prospetto posteriore che dà sulla Piazza della Repubblica e sul quale si eleva una facciata neoclassica, ricavata a seguito della demolizione del Torrione meridionale della Rocca. Fu voluto dal conte Vincenzo di Costantino Ricci che ne affidò l'esecuzione, nel 1544 e i lavori vennero terminati tre anni dopo. Il palazzo si caratterizza per la facciata a bugnato con pietre tagliate a forma di diamante, sull'esempio del prestigioso Palazzo dei Diamanti di Ferrara e del più vicino Palazzo Mozzi di Macerata, realizzato pochi anni prima, e al quale il Ricci si ispirò probabilmente per la sua residenza jesina. Completa l'edificio un porticato a sei arcate che alleggerisce la struttura.
- 9 Palazzo Honorati-Carotti, Via Posterma. Di origine rinascimentale, è stato ristrutturato e ampliato più volte a partire dal 1703. Il palazzo presenta una facciata neoclassica con mattoni a vista. Dal cortile interno si innalza uno splendido scalone d'onore, sorretto da pilastri e colonne finemente scanalate, che conduce alle ampie sale superiori dalle ricche decorazioni ora barocche, come la preziosa Galleria d'ingresso, ora rococò, nelle Gallerie del primo e secondo piano che danno sulle mura e nella saletta ovale, e infine decorate con pitture neoclassiche attribuibili al fabrianese Luigi Lanci, come la sala delle feste. Nel palazzo era conservata una pregevole collezione di dipinti e una ricca biblioteca di famiglia, avviata sotto Giuseppe Honorati e giunta al massimo del prestigio alla fine del Settecento con il vescovo Bernardino. Oggi il palazzo, di proprietà Comunale, è sede della pretura.
- 10 Palazzo Pianetti, Via XV settembre, 10, ☎ +39 0731 538342. Il Palazzo venne costruito nella zona detta "Terravecchia", a ovest, appena fuori le mura della città, dove soprattutto fra '600 e '700 si insediarono le nobili famiglie cittadine ed è un capolavoro del rococò italiano. La lunghissima facciata è aperta da cento finestre, mentre sul lato posteriore vi è un bellissimo giardino all'italiana. All'interno è ospitata la pinacoteca, di grande rilievo sono alcune pitture di Lorenzo Lotto: Visitazione (1530), Annunciazione, Madonna col Bambino e santi, San Francesco che riceve le stimmate (1526), San Gabriele, Annunciata (1526) e il suo capolavoro, la pala di Santa Lucia davanti al giudice (1532). Vi sono custodite, inoltre, epigrafi funerarie, terrecotte robbiane, vasi da farmacia e ceramiche.
- 11 Arco clementino. È un arco trionfale eretto nel 1734, su progetto dell'architetto Domenico Valeri, in onore di papa Clemente XII degli Orsini. Fu un gesto di omaggio verso il pontefice che si era reso benemerito per l'abolizione del dazio sul grano e la sistemazione della strada che collega Nocera Umbra con l'Adriatico e che venne chiamata, da allora, "Clementina" (l'attuale Statale 76). L'arco costituisce il punto focale del lungo asse prospettico e fortemente scenografico del Corso settecentesco oggi intitolato a Giacomo Matteotti.
Edifici religiosi
[modifica]- 12 Duomo, Piazza Federico II. Dedicato a San Settimio, fu costruito tra il XIII e il XIV secolo ad opera di Giorgio da Como, e rifatto tra il 1732 e il 1741 da Domenico Barrigioni. Il campanile, che caratterizza il profilo urbano, è opera del locale Francesco Matellicani, che lo eresse nel 1782-84 ispirandosi a quello vanvitelliano del Santuario della Santa Casa di Loreto. L'interno si presenta a navata unica e cupola emisferica, secondo il gusto neoclassico dell'epoca. Durante il XVIII secolo vennero aperte molte cappelle laterali arricchite con dipinti, decorazioni e arredi liturgici volute dai nobili jesini.
- 13 Convento di San Floriano, Piazza Federico II. È la chiesa più importante della città sotto il profilo storico e religioso. Infatti fin dal XII secolo fu dedicata al patrono della comunità jesina e qui si svolgevano le più importanti cerimonie pubbliche tra cui, il 4 maggio, la presentazione del Palio da parte dei Castelli di Jesi in segno di sottomissione alla città. L'aspetto attuale è frutto del rifacimento avviato nel 1743 nel corso del quale la chiesa e il convento subirono radicali trasformazioni ad opera dell'architetto Francesco Maria Ciaraffoni che ne progettò gli interni e lo scalone. L'interno, a pianta centrale ellittica, è tutto impostato sulla bellissima cupola a base ovale riccamente decorata di stucchi e affreschi con le Storie di san Francesco eseguiti in stile tardo-barocco dal locale Francesco Mancini a partire dal 1851. La chiesa, sconsacrata nel 1860, divenne prima sede della Biblioteca civica, poi della Pinacoteca Comunale e oggi, infine, è sede del Teatro studio Valeria Moriconi, dedicato all'attrice jesina.
- 14 Chiesa di San Marco, Via San Marco. Sorge poco fuori dalla cerchia delle mura, fa parte di un complesso monastico di clausura. Venne eretta in stile Gotico nel XIII secolo e presenta una facciata tripartita aperta da un ricco rosone in cotto sormontante un portale marmoreo. L'interno è diviso in tre navate da pilastri ottagonali che reggono volte a crociera. Vi si conservano alcuni affreschi trecenteschi, superstiti del ciclo pittorico che originariamente decorava la maggior parte delle pareti della chiesa, che ritraggono il "Transito della Madonna", la "Madonna di Loreto", la "Crocifissione" e l'"Annunciazione".
- 15 Chiesa di San Giovanni Battista, Corso Matteotti. L'edificio risale al XIII secolo, quando si iniziò ad urbanizzare quella parte di terreno, detta di Terravecchia, appena fuori dalla primitiva cerchia muraria. Ricostruita interamente dai frati Apostoliti alla fine del Cinquecento, nella seconda metà del Seicento venne ristrutturata e portata a nuova veste dai Padri Filippini, i primi e quasi gli unici ad introdurre il Barocco nelle Marche. Presenta una sobria facciata, ma ha un interno sfavillante di stucchi nella particolare coloritura bianco-oro. Vi si conservano varie opere d'arte, fra cui la preziosa icona del “Sangue Giusto”, affresco del 1333 attribuito a Pietro da Rimini.
- 16 Chiesa di San Nicolò, Corso Matteotti. È l'edificio più antico della città di Jesi, documentato fin dal XII secolo. Le originali forme romaniche vennero rimaneggiate nel XIV secolo con l'aggiunta di elementi gotici. Di estrema semplicità è la facciata a due spioventi al cui centro si apre un portale ad arco senese in marmo policromo e ghiera in laterizio a spina.
- 17 Chiesa di Santa Maria delle Grazie, Corso Matteotti. Originaria del Quattrocento ma con il campanile del XVII secolo e rifatta del XVIII secolo, custodisce all'interno l'immagine della Madonna della Misericordia, affresco attribuito ad Antonio da Fabriano.
- Ex orfanotrofio femminile. Esempio di edilizia "illuminata" della seconda metà del XVIII secolo, dell'architetto romano Virginio Bracci.
- Chiesa Mereghi. Già del monastero delle Benedettine di Sant'Anna e già dedicata alla Santa.
- Chiesa di San Pietro. Di origini medioevali, ricostruita nel XVIII secolo ad opera dell'architetto Mattia Capponi, con facciata coronata da due campaniletti.
- Cappella di San Bernardo. Già cappella del Palazzo Pianetti "in Porta Valle", con esuberante interno settecentesco ricco di stucchi tipicamente mitteleuropei, recentemente recuperata dopo essere stata adibita a deposito di carbone, ospita periodicamente esposizioni e manifestazioni culturali.
- Chiesa di Santa Maria del Piano. Ex abbaziale, fuori dal centro storico lungo la strada per Macerata, che conserva all'interno antiche vestigia delle sue origini.
- Chiesa di San Savino. Resti di epoca altomedioevale, a poca distanza dalla "nuova" costruita alla metà del XVI secolo.
Eventi e feste
[modifica]- Fiera di San Settimio. Si svolge nei tre giorni successivi alla festa del Patrono San Settimio, e se ne ha memoria già all'inizio del sec. XIV. Le vie e le piazze del centro storico e quelle a ridosso delle mura sono disseminate di bancarelle che offrono una grande varietà di prodotti, molti dei quali tipici dell'artigianato locale (ferro battuto, vimini, ceramica). Alla Fiera partecipano espositori provenienti da ogni parte d'Italia.
- Palio di San Floriano. Si tratta di una commemorazione storica di origine medioevale (1227), con sfilate in costume di vari gruppi folcloristici, dedicata al copatrono di Jesi, San Floriano, la cui festa cade il 4 maggio. È stata ripresa ufficialmente a partire dall'anno 1996.
Cosa fare
[modifica]Acquisti
[modifica]Come divertirsi
[modifica]Dove mangiare
[modifica]Dove alloggiare
[modifica]Sicurezza
[modifica]Come restare in contatto
[modifica]Nei dintorni
[modifica]- 1 Riserva naturale regionale orientata di Ripa Bianca, Via Amos Zanibelli (Uscita Jesi Est della SS76), ☎ +39 0731 619213, info@riservaripabianca.it. La riserva è un oasi WWF di 318,50 ettari in provincia di Ancona.
- 2 Grotte di Frasassi, Via Guglielmo Marconi, loc. Genga Stazione, Genga (Uscita Sassoferrato della SS76. Raggiungibile in meno di 1 ora d'automobile da Jesi), ☎ +39 0732 972166, ☎ 800 166 250, grotte@frasassi.com. Adulti: €9,50; Ridotti: €13,50; Ragazzi 6-14 anni: €12. Le grotte di Frasassi sono delle grotte carsiche sotterranee che si trovano nel territorio del comune di Genga, in provincia di Ancona. Il complesso delle grotte ricade all'interno del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi.
- Senigallia
- Riviera del Conero
Itinerari
[modifica]- Sacro Romano Impero - Viaggio storico.
Altri progetti
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