Utente:Ysogo/Sandbox2

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Percorso di visita[modifica]

Il percorso si articola su tre piani per un totale di 34 aree espositive e 1 zona tematica, partendo dal piano terremo, dove si trova anche la biglietteria, per poi salire al primo e quindi al secondo piano.

L'intero percorso è fruibile anche da persone con difficoltà motorie in quanto i piani sono collegati anche da ascensori.


Piano terra[modifica]

Sala 0.1[modifica]

Questa sala si occupa di pittura e scultura e l'opera più importante presente è quella del ciclo degli affreschi delle Sante Liberata e Faustina. il ciclo è formato da 5 pannelli ritrovati a fine '800 fuori dalle mura di Como; viene raccontata la storia di queste due donne che scapparono dal matrimonio imposto dal padre e diventarono monache di Como. I dipinti rappresentano il viaggio delle Sante accompagnate da un sacerdote attraverso il Po e aiutate da un angelo che gli indica la direzione verso Como. Nel 1898, gli affreschi vennero consegnati al Museo Civico.

Sala 0.11[modifica]

Nella sala 0.11 sono contenute opere sul Collezionismo.

La "Madonna Virgo Advocata" (circa 1450) viene raffigurata a mezzo busto ed indossa un velo bianco; lo sguardo è rivolto a chi la osserva. La tavola è a fondo oro con decorazioni a motivi vegetali nella zona dell’aureola. In basso è presente un cartiglio con scritto: "Ave Maria Gra[tia] Plena".

Alcuni studiosi attribuiscono la tavola ad Antonello da Messina; altri invece la attribuiscono a un autore spagnolo, Jacomart Baço.

Il retro della tavola è stato utilizzato per la realizzazione di un'altra opera, dall' artista non noto, raffigurante una figura maschile (ispirata allo stile di Goya).  

Sala 0.12[modifica]

In questa sala le due opere più significative sono: la veduta della villa di Paolo Giovio e il ritratto di Cristoforo Colombo.

Villa-Museo di Paolo Giovio

La Veduta della villa museo di Paolo Giovio è un dipinto che fu realizzato con la tecnica ad olio su tela nel 1619, ha raffigurato, in primo piano, il cortile porticato su tre lati, la darsena per l'accesso delle barche e a sinistra il corpo di fabbrica con grandi finestre proteso direttamente sul lago. La veduta è contornata su tre lati da imprese (emblemi) racchiuse in cornici di gusto tardomanierista. In basso al centro un'iscrizione dichiara il soggetto del dipinto e la data di esecuzione. Ai lati dell'iscrizione sono dipinte due vedute prospettiche di ambienti della villa, il portico delle maschere e la loggia delle Grazie.

Ritratto Cristoforo Colombo

Secondo alcuni studiosi Il ritratto di Cristoforo Colombo potrebbe essere stato dipinto a Roma nei primi anni del 1500 con tecnica olio su tela, durante il soggiorno di Bartolomeo Colombo, fratello di Cristoforo. Altri studiosi attribuiscono il ritratto a Raffaello Sanzio quando fu chiamato a dipingere le stanze vaticane nel 1509. Raffaello potrebbe aver preso ispirazione dalle descrizioni di Bartolomeo Colombo. Il dipinto mostra una caratteristica di "ritratto derivato", con occhi poco espressivi ma dettagliate altre parti del volto.

L'importanza iconografica del dipinto è notevole, influenzando molte rappresentazioni successive di Colombo. Le tradizionali attribuzioni al Piombo o al Bramantino sono state contestate dallo studioso Fossati. Dopo la distruzione del Museo di Borgovico, il dipinto passò nelle mani degli eredi di Giovio, per poi finire alla figlia De Orchi. È stato restaurato dai musei civici di Como tra il 1975 e il 1980.

Ci sono diverse copie del dipinto, tra cui quella agli Uffizi realizzata da Cristofano degli Altissimi.

Primo piano[modifica]

Sala 1.1[modifica]

Nel Salone d'Onore troviamo "San Michele arcangelo sconfigge gli angeli ribelli" raffigurante l'arcangelo in atto di abbattere gli angeli ribelli, si vede il corpo riverso di Lucifero. L’arcangelo tiene la spada sguainata e lo scudo che brilla di luce propria, costituisce il fulcro dell’intera composizione, dando origine al groviglio dei corpi sconvolti dalla lotta.

Sala 1.2[modifica]

In questa sala troviamo i quadri dell'ex convento di San Giovanni in Pedemonte, "miracolo di San Pietro martire" rappresenta il momento in cui il santo domenicano ridona il movimento ad un uomo immobilizzato. La scena è ambientata davanti alla facciata di una chiesa che riprende quella di San Giovanni Pedemonte, mentre tutto attorno compaiono numerosi riferimenti alla Roma antica.

Sala 1.4[modifica]

Nella sala 1.4 troviamo le opere religiose, di cui la più importante è "Veduta di Como da occidente" Il quadro, donato al Comune di Como agli inizi del Novecento insieme al suo pendant Veduta della villa "Il Museo", è attribuito da Alberto Rovi a Domenico Caresana e commissionato da Girolamo Borsieri, basandosi su una lettera del 1618 e dettagli cronologici degli edifici. Rovi evidenzia anche la diffusione del "gusto fiammingo" nella pittura comasca.

Sala 1.10[modifica]

Nella sala 1.10 troviamo i quadri dell'ottocento lombardo, di cui il più importante è "il vecchio mercato del grano" Il dipinto riveste un notevole interesse iconografico per la storia dell'assetto urbanistico della città di Como. Infatti, mostra parte della facciata della chiesa di S. Fedele prima dei restauri del 1925 e la distrutta tettoia sotto la quale si svolgeva il mercato del grano.


Secondo piano[modifica]

Sala 2.3[modifica]

Nella sala 2.3 della pinacoteca civica di Como vengono raccolte le opere di Sant'Elia, l'opera più importante presente in questa sala è il busto di Sant'Elia, un opera realizzata da Eli Riva, scultore formatosi alla bottega di Cesello, grande ammiratore del celebre architetto che rappresentava per lui la personificazione dell'architetto contemporaneo per antonomasia. Decise di omaggiarlo con una scultura in legno di magnolia, che rappresenta Sant'Elia con il suo inseparabile cappello; la scultura venne terminata nel 1981, Eli Riva lo regalò alla pinacoteca nel 1999.

Sala 2.4[modifica]

Nella sala numero 2.4 del secondo piano della Pinacoteca Civica di Como che si occupa di opere di astrattisti comaschi, tra cui l’opera Composizione n.3 di Carla Badiali.

Quest’opera è una semplificazione di forme prese dalla realtà, ha colori tenui che alludono a ombre, datata  nel 1932, ci sono forme geometriche  che sembrano oggetti di una natura morta, le regole usate per l’opera astratta sostituiscono la mimesi della realtà con una forma di espressione più libera.

Sala 2.7

Nella sala 2.7 del secondo piano della Pinacoteca Civica di Como, dedicata a Mario Radice, "Il Pittore degli Architetti", sono raccolte le opere dell' autore, tra queste le due più importanti sono lo ” Studio n. 2 per grande affresco nella sala del direttorio della Casa del Fascio di Como” e risale all'anno 1936 che è l’intervento realizzato per la sala del Direttorio, composto da due grandi pannelli in bassorilievo policromo dipinti ad affresco, posti su pareti opposte, uno dei due completato da un enorme ritratto a mezzo busto di Mussolini eseguito con procedimento fotomeccanico su lamiera smaltata. La seconda opera di maggior rilievo è intitolata “Composizione C.F. 123B” e risale agli anni 1936-1938. È una composizione che gioca su incroci di linee ortogonali secondo proporzioni perfette dettate dalla sezione aurea, incroci che si sviluppano su piani differenti con campiture a colori piatti, originando una griglia simile a un impaginato pubblicitario.

Sala 2.8[modifica]

“Il Contemporaneo” è la sala della Pinacoteca Civica di Como con all’interno delle opere d’arte contemporanea. contiene dipinti, sculture sono state realizzate in passato da artisti contemporanei. È una sala molto interessante per turisti appassionati dell’arte moderna e contemporanea nella pinacoteca. L'opera più importante della sala è il comballo in navigazione sul Lago di Como.

Il dipinto rappresenta un comballo in navigazione, un'imbarcazione tradizionale utilizzata sul Lago di Como per il trasporto di merci e persone lungo le sue rive. Sullo sfondo si trova il villaggio di Careno in mezzo alle montagne. L’artista ha utilizzato una tecnica pittorica realista con pennellate fluide e una luce soffusa che crea una luminosità particolare.

A tratti si possono notare influenze della tecnica divisionista nel dipinto. Questa tecnica è stata impiegata per creare una composizione ricca di colore e volume, dando al dipinto un aspetto vibrante e dinamico.