Borromini a Roma è un itinerario che si svolge attraverso la città di Roma e cerca di far conoscere i lavori di Francesco Borromini nella Roma barocca.
Introduzione
[modifica]Come arrivare
[modifica]Per approfondire, vedi: Come arrivare a Roma. |
Tappe
[modifica]L'itinerario inizia da piazza San Pietro, all'interno dello Stato Vaticano. È una occasione per visitare la basilica di San Pietro in Vaticano e ammirare la piazza con il colonnato del Bernini.
- 1 Basilica di San Pietro in Vaticano (fermata Ottaviano della linea A). È probabilmente la chiesa più famosa di Roma e l'edificio più alto della città. La cupola è un capolavoro di Michelangelo. Molti altri capolavori sono contenuti all'interno, tra cui la Pietà dello stesso Michelangelo.
Contiene quella che è considerata la tomba di san Pietro, di molti santi e papi.
Dalla loggia di san Pietro viene annunciata l'avvenuta elezione del nuovo pontefice.
Piazza San Pietro, la piazza antistante è racchiusa dal colonnato di Gian Lorenzo Bernini.
Prima tappa: Baldacchino di San Pietro
[modifica]- 2 Baldacchino di San Pietro, Piazza San Pietro. Con Il baldacchino fu costruito tra il 1624 e il 1633. Il responsabile era Gian Lorenzo Bernini, che coordinò il lavoro di diversi artisti. Bernini e Borromini in questi anni lavoravano assieme. Di Borromini sono i delfini e alcune statue della parte alta del baldacchino.
Dopo aver visitato san Pietro si percorre via della Conciliazione e si prosegue poi sul tratto pedonalizzato del lungotevere fino ad arrivare davanti a
- 3 Castel sant'Angelo (Mole Adriana - Mausoleo di Adriano). La prima edificazione dell'edificio risale all'imperatore Adriano come monumento funebre. I lavori furono completati da Antonino Pio. Di fronte al monumento fu costruito un ponte, ponte Elio.
Agli inizi del V secolo la mole Adriana fu inclusa nelle Mura aureliane diventando così parte del sistema difensivo della città
Nel medioevo prese il nome di Castel Sant'Angelo: alla fine del VI secolo, durante un'epidemia di peste, fu organizzata una processione. In questa occasione Gregorio Magno vide sul monumento l'arcangelo Michele che metteva la spada nel fodero.
Nel XIII secolo il castello fu unito al Vaticano dal "passetto di Borgo", un corridoio coperto posto sopra le Mura Vaticane, lungo circa 800 metri.
Si attraversa ora il ponte che si trova davanti al castello.
- 4 Ponte Sant'Angelo. Il ponte fu costruito, con il nome di ponte Elio, assieme al castello.
Nel medioevo era il ponte che permetteva ai pellegrini di visitare la basilica costantiniana di san Pietro e quindi era chiamato pons Sancti Petri (ponte di san Pietro).
Quando la Mole Adriana prese il nome attuale anche il ponte assunse il nome di ponte Sant'Angelo.
Nel 1535 vi fu collocata la prima coppia di statue, raffiguranti i santi Pietro e Paolo. Altre statue vi vennero collocate in seguito.
Nel 1669 papa Clemente IX Rospigliosi incaricò Bernini di realizzare un nuovo parapetto, su cui furono poste dieci nuove statue raffiguranti degli angeli. Delle statue precedenti rimasero solo quelle di Pietro e Paolo. Il ponte dà il nome al rione Ponte, che si trova sulla riva sinistra del Tevere.
Il ponte è citato da Dante nel canto XVIII dell’Inferno:
come i Roman per l'essercito molto,
l'anno del giubileo, su per lo ponte
hanno a passar la gente modo colto,
che da l'un lato tutti hanno la fronte
verso 'l castello e vanno a Santo Pietro,
da l'altra sponda vanno verso 'l monte.
Passato il ponte si prosegue verso sud percorrendo via del Banco di Santo Spirito, dove aveva sede l'antica zecca di Roma. In fondo si arriva a corso Vittorio, un ampio viale frutto degli sventramenti effettuati dopo il 20 settembre.
Seconda tappa: Oratorio dei Filippini
[modifica]Percorrendo corso Vittorio si giunge su piazza della Chiesa Nuova, dominata dalla
- 5 Chiesa Nuova (santa Maria in Vallicella), Piazza della Chiesa Nuova. Nel 1575 papa Gregorio XIII Boncompagni affidava alla nuova congregazione di Filippo Neri, la "Congregazione dell'Oratorio", Santa Maria in Puteo albo la vecchia chiesa che si trovava al confine del rione Ponte. Il vecchio edificio religioso fu sostituito da una nuova chiesa, da cui il nome. La costruzione ebbe varie fasi.
La facciata è a due ordini. Il portone centrale è sormontato da un timpano che racchiude una statua della Madonna.
L'interno era originariamente a navata unica affiancata da cappelle che in un secondo tempo furono unite per creare due strette navate laterali.
La chiesa contiene capolavori di Pietro da Cortona, Pieter Paul Rubens e di molti altri. - 6 Fontana della Terrina, Piazza della Chiesa Nuova. La fontana è situata avanti alla Chiesa Nuova. Originariamente era collocata al centro di Campo de' Fiori. Il monumento a Giordano Bruno ne prese il posto nel 1899 e la fontana finì nei depositi capitolini. Ne uscì nel 1924 per finire nella collocazione attuale.
La fontana, alimentata dall'antico acquedotto dell'Acqua Vergine, fu realizzata da Giacomo Della Porta nel 1590.
Come la fontana della Barcaccia di piazza di Spagna e per lo stesso motivo (pressione insufficiente) era collocata in basso rispetto al livello stradale.
Era abitudine gettare avanzi dell'attività del mercato nella fontana e per impedire ciò si mise alla fontana un coperchio dotato di un pomo, il che fece guadagnare al monumento il nome attuale.
Una copia moderna, senza il coperchio, è stata sistemata nel lato ovest di Campo de' Fiori.
Accanto alla Chiesa Nuova c'è uno dei capolavori di Borromini:
- 7 Oratorio dei Filippini, Piazza della Chiesa Nuova. L'oratorio della congregazione di san Filippo Neri, i filippini, che sorge accanto alla chiesa Nuova, è stato progettato e costruito da Francesco Borromini. La chiesa e l'oratorio occupano l'intero isolato compreso tra piazza della Chiesa Nuova, via della Chiesa Nuova, via del Governo Vecchio, piazza dell'Orologio e via dei Filippini.
Il lavoro gli fu affidato nel 1637 e proseguì fino alla morte dell'architetto.
L'edificio comprende un cortile e un grande giardino. La facciata, in laterizio, presenta un andamento particolarmente mosso. Un altro elemento caratterizzante è l'uso della sagramatura.
Il complesso ospita l'Archivio Storico Capitolino, l'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, dal 2000 anche la Casa delle Letterature. Su via dei Filippini si trova anche il Teatro dell'Orologio.
Terza tappa: Cappella Spada in San Girolamo della Carità
[modifica]Terminata la visita del complesso della Chiesa Nuova, si attraversa Corso Vittorio e si prende via dei Cartari, che lo fronteggia. CI si infila in una delle zone caratteristiche della città, con strade strette, botteghe artigiane e piccoli negozi. In fondo alla strada si svolta a sinistra per via di Monserrato.
- 8 via di Monserrato. La strada ha un decorso all'incirca parallelo a corso Vittorio e a via Giulia, la strada aperta da papa Giulio II Della Rovere.
Nel percorso della strada è possibile vedere la chiesa di santa Maria del Gonfalone, e il convento di santa Caterina, alle spalle della chiesa dedicata alla santa.
La strada verrà percorsa fino a piazza di santa Caterina della Rota. Qui si vede il lato della chiesa di san Girolamo della Carità
- 9 San Girolamo della Carità (cappella Spada), via di Monserrato. Situata non distante da palazzo Farnese, è a navata unica, con la facciata di Carlo Rainaldi. Borromini collaborò alla realizzazione della prima cappella a destra con Virgilio Spada, un oratoriano, architetto dilettante, nonché fratello del cardinale Bernardino, proprietario di palazzo Spada che si trova più avanti.
La chiesa svolge ora funzione di cappella per la Pontificia Università Santa Croce (PUSC).
Terminata la visita alla chiesa si percorre il breve tratto di via di Monserrato che, lasciando a sinistra il Convento delle Brigidine, ora trasformato in albergo, sfocia in piazza Farnese, dominata dall'omonimo palazzo.
- 10 Palazzo Farnese. Il palazzo è una delle "quattro meraviglie di Roma", il "dado dei Farnese". Le altre sarebbero il "cembalo di Borghese", la "scala di Caetani" (oggi Ruspoli) e il "portone di Carboniani" (ora Palazzo Sciarra-Colonna).
Fu progettato da Antonio da Sangallo il Giovane che ne aveva avuto l'incarico dall'allora cardinale Alessandro Farnese (papa Paolo III). Dopo la morte del Sangallo dei lavori fu incaricato Michelangelo.
È proprietà dello Stato italiano che lo ha dato in concessione al governo francese che vi ha qui la sua ambasciata.
Quarta tappa: Palazzo Spada e Galleria Prospettica
[modifica]Proseguendo oltre piazza Farnese si percorre vicolo dei Venti e si giunge a piazza della Quercia, il cui nome deriva dalla chiesa di santa Maria della Quercia, sede della confraternita dei Macellari di Roma. La piazza è ornata da una quercia.
- 11 Santa Maria della Quercia. L'edificio fu dato nel 1507 da Giulio II Della Rovere ai viterbesi che abitavano a Roma, Da questi ricevette il nome di santa Maria della Quercia, dal nome dell'omonimo santuario collocato in una frazione di Viterbo. Era anche un riferimento allo stemma del papa.
In seguito è passato alla corporazione dei Macellari di Roma, che la possiede tuttora. Una quercia è piantata davanti alla chiesa.
Confinante con piazza della Quercia c'è piazza Capodiferro, dominata da palazzo Spada.
- 12 Palazzo Spada (Galleria prospettica), piazza Capodiferro, 13. Il palazzo fu costruito per conto del cardinale Capodiferro. Nel 1632 lo comprò un altro cardinale, Bernardino Spada. Questi incaricò Borromini di ammodernare l'edificio secondo il gusto dell'epoca.
Il palazzo ospita la famosa Galleria Prospettica, uno dei capolavori borrominiani. Una finta prospettiva crea l'illusione di una galleria lunga 35 metri mentre in realtà i metri sono solo meno di 9. In fondo c'è una statua di circa 60 centimetri che sembra invece a grandezza naturale.
L'effetto è dato dal pavimento in salita, mentre le colonne binate che affiancano il passaggio sono di altezza decrescente e progressivamente ravvicinate e il soffitto si abbassa.
Il palazzo ospita il Consiglio di stato e la Galleria Spada. - 13 Galleria Spada. Assieme all'acquisto del palazzo, lo stato ha anche rilevato la Galleria Spada, che ripropone l'assetto di una galleria di quadri come era in uso nel 1600.
L'aspetto più rilevante è l'organizzazione spaziale della galleria, le cui pareti sono ricoperte fino al soffitto di tele di autori famosi e meno noti.
Sono presenti due ritratti di Beniamino Spada, uno del Guercino e l'altro di Guido Reni.
Ci sono anche lavori di Tiziano, Jan Brughel il Vecchio, Guercino, Orazio Gentileschi e della figlia Artemisia Gentileschi, del "Bamboccio " (l'olandese Pieter Van Laer).
Quinta tappa: Sant'Andrea della Valle
[modifica]Dopo la visita di palazzo Spada conviene tornare indietro a piazza Farnese e da lì passare a Campo de' Fiori, che la mattina è occupato da uno storico mercato.
- 14 Campo de' Fiori. Campo de' Fiori è l'unica piazza storica di Roma dove non è presente una chiesa.
La mattina dei giorni feriali vi si svolge il mercato rionale all'aperto, uno dei più vecchi mercati di Roma.
Qui arse il rogo del domenicano Giordano Bruno, bruciato vivo perché ritenuto colpevole di eresia. - Monumento a Giordano Bruno. È al centro della piazza dove vi fu eretto nel 1889 in sua memoria, grazie a finanziamenti raccolti da un comitato di studenti universitari. È opera dello scultore Ettore Ferrari.
Il volto del filosofo è rivolto verso il Vaticano.
Accanto a Campo de' Fiori c'è piazza della Cancelleria che ospita la Cancelleria Apostolica e san Lorenzo in Damaso.
- 15 Palazzo della Cancelleria. Il palazzo, costruito tra fine del XV e inizi del XVI secolo, era la sede della Cancelleria Apostolica, e tuttora vi sono ospitati i tribunali ecclesiastici: Penitenzieria Apostolica, Segnatura Apostolica e Sacra Rota. Il palazzo gode del privilegio della extraterritorialità.
- 16 san Lorenzo in Damaso. La facciata è incorporata in quella del Palazzo della Cancelleria e la prosegue. L'interno ha avuto nel tempo interventi del Bramante e di Valadier.
Noi invece proseguiremo per via dei Baullari e arriveremo nuovamente a corso Vittorio. Girando a destra su corso Vittorio arriveremo a piazza Sant'Andrea della Valle
- 17 Sant'Andrea della Valle (interventi), Corso Vittorio. La chiesa, in stile barocco, prende il nome dalle proprietà dei Della Valle che si trovano di fronte. È stata costruita a cavallo tra la fine del XVI e la metà del XVII secolo e vi hanno lavorato i migliori architetti dell'epoca.
Nella basilica teatina si svolge il primo atto della Tosca di Puccini. Nella facciata manca la voluta di destra, mentre quella di sinistra è sostituita da un angelo con l'ala alzata.
Qui un giovane Borromini affiancò l'anziano Carlo Maderno.
Sesta tappa: Sant'Ivo alla Sapienza
[modifica]Uscendo dalla chiesa si attraversa piazza sant'Andrea della Valle. Al centro della piazza è collocata una fontana opera di Carlo Maderno spostata qui da piazza Scossacavalli, piazza distrutta con la costruzione di via della Conciliazione.
Ci si dirige quindi per corso Rinascimento e si giunge alla Sapienza, l'antica sede dell'Università di Roma. Ora l'edificio ospita l'Archivio di Stato di Roma. Entrati dal portone ci si trova in un ampio cortile, in fondo al quale si trova la chiesa di sant'Ivo, che svolgeva la funzione di cappella per gli studenti della Sapienza.
- 18 Sant'Ivo alla Sapienza, corso Rinascimento. La chiesa nasce come cappella della Sapienza, la sede dell'Università di Roma.
La facciata è curvilinea e la struttura interna è a pianta centrale.
L'elemento più noto è la lanterna a spirale.
L'edificio è considerato uno dei capolavori della Roma barocca.
Visitata la chiesa di sant'Ivo conviene dare un'occhiata a palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica.
- 19 palazzo Madama, Piazza Madama, 11. Il palazzo è stato sede della famiglia Medici a Roma già dal tempo di Leone X Medici. Il nome viene da Margherita d'Austria, figlia naturale di Carlo V, che vi soggiornò a lungo.
Sotto Pio IX fu adibito il "Ministero delle Finanze e del Debito pubblico". Vi venivano estratti i numeri del Lotto, sulla loggetta al primo piano.
Dopo il 1870 è stato adibito a sede del Senato, e l'aula fu costruita nell'area del cortile.
Settima tappa: Palazzo Giustiniani
[modifica]- 20 Palazzo Giustiniani, Via Dogana Vecchia. Il palazzo si trova alle spalle di Palazzo Madama. È la residenza del presidente del Senato della Repubblica e la sede di rappresentanza dei senatori a vita e dei presidenti emeriti.
È stato proprietà della famiglia Giustiniani dalla fine del 1500 alla metà del XIX secolo. In seguito ha ospitato per diversi decenni il Grande Oriente d'Italia, uno dei rami della massoneria.
Borromini ha progettato la facciata, il portone e la piccola loggia sovrastante. All'interno è di Borromini il cortile.
Ottava tappa: Convento della chiesa di Sant'Agostino
[modifica]Lasciato palazzo Giustiniani si attraversa la piazza san Luigi dei Francesi dove si affaccia la chiesa nazionale dei Francesi a Roma.
- 21 Chiesa di san Luigi dei Francesi, piazza san Luigi dei Francesi. È la chiesa nazionale dei francesi di Roma dal 1589. Possiede molte opere d'arte tra cui lavori di Guido Reni e del Domenichino.
La Cappella Contarelli, l'ultima della navata sinistra, ospita il ciclo di san Matteo opera di Caravaggio. Il ciclo, composto da tre grandi tele, si apre con la vocazione di san Matteo, il primo quadro di Caravaggio destinato a essere esposto in un luogo pubblico, una chiesa. Completano il ciclo le tele "san Matteo e l'Angelo" e il "Martirio di san Matteo".
Si prosegue per via della Scrofa, e poco più avanti, sulla sinistra, si prende via di sant'Agostino che conduce alla omonima piazza, dominata dall'alto sagrato della chiesa.
Accanto alla chiesa si trova la Biblioteca Angelica.
- 22 Biblioteca Angelica, piazza S. Agostino, 8. Fondata nei primi anni del XVII (1604) è una delle più antiche biblioteche pubbliche del mondo.
Dal 1940 nella Biblioteca Angelica ha la sua sede l'Accademia dell'Arcadia.
- 23 Chiesa di Sant'Agostino (convento), Piazza sant'Agostino. La basilica è intitolata ai santi Trifone e Agostino, ma è nota come Sant'Agostino in Campo Marzio. Si trova vicino a piazza Navona, nel rione Sant'Eustachio, nella piazza omonima. La facciata, su un alto sagrato, è stata progettata da Leon Battista Alberti e modificata in seguito da Luigi Vanvitelli.
Nella chiesa vi è una famosa tela di Caravaggio, la Madonna di Loreto (o dei pellegrini); ospita anche opere di Raffaello, Guercino, Jacopo e Andrea Sansovito.
Nella chiesa si trova la tomba di santa Monica, madre di Agostino d'Ippona.
Borromini curò, negli anni 1659-1662, l'ampliamento del convento annesso alla chiesa.
Nona tappa: Palazzo di Spagna
[modifica]Lasciata la chiesa di sant'Agostino si torna a via della Scrofa e la si percorre in direzione nord. Arrivati all'incrocio con via Monte Brianzo si gira a destra per via del Clementino e si prende il rettifilo che da qui conduce a piazza di Spagna.
Durante il percorso è possibile vedere alcuni importanti luoghi di Roma:
Su piazza Borghese si trovano delle bancarelle che vendono libri e altri oggetti d'antiquariato. Vi si affaccia palazzo Borghese.
- 24 palazzo Borghese. Il palazzo è una delle "quattro meraviglie di Roma", il "cembalo di Borghese". Le altre sarebbero il "dado dei Farnese", la "scala di Caetani" (oggi Ruspoli) e il "portone di Carboniani" (ora Palazzo Sciarra-Colonna).
Nel complesso ha sede l'Ambasciata di Spagna presso la Repubblica italiana. Quella presso la Santa sede si trova invece nell'edificio di piazza di Spagna.
Sull'altro lato del palazzo c'è piazza di Fontanella Borghese e si prosegue per l'omonima via. Alla fine della strada, arrivando a Largo Goldoni, si trova, sulla destra, Palazzo Ruspoli. Dopo il largo la strada prende il nome di via Condotti.
- 25 via Condotti (fermata Spagna della linea A). È la strada che collega via del Corso a piazza di Spagna; vi si trovano molti negozi di lusso.
Su via Condotti (ufficialmente via dei Condotti) oltre alle boutiques si affacciano alcuni monumenti:
- 26 Santissima Trinità degli Spagnoli (Santissima Trinità a Via Condotti), via Condotti (fermata Spagna della linea A). Costruita intorno alla metà del XVIII secolo dai Trinitari spagnoli. Ha la facciata concava e l'interno è ellittico.
- 27 Palazzo Magistrale (Palazzo di Malta), via Condotti (fermata Spagna della linea A). È una delle due sedi dell'Ordine di Malta presenti a Roma.
- 28 Antico Caffè Greco, via Condotti (fermata Spagna della linea A). Il caffè risale al 1760. Era ed è tuttora luogo di incontro di artisti e intellettuali.
Alla fine della strada c'è piazza di Spagna
- 29 piazza di Spagna (fermata Spagna della linea A).
Di fronte a via Condotti ci sono la scalinata di Trinità de' Monti e la fontana della Barcaccia
- 30 Scalinata di Trinità dei Monti, piazza di Spagna (fermata Spagna della linea A).
- 31 fontana della Barcaccia, piazza di Spagna (fermata Spagna della linea A). La fontana è opera di Pietro Bernini, che probabilmente si avvale dell'aiuto del figlio Gian Lorenzo.
La posizione, in parte in basso rispetto al piano stradale, è dovuta alla bassa pressione dell'acquedotto dell'Acqua Vergine, lo stesso che alimenta la fontana di Trevi.
Nella piazza si trovano anche il Keats-Shelley Memorial House e la colonna dell'Immacolata
- 32 Keats-Shelley Memorial House, piazza di Spagna (fermata Spagna della linea A).
- 33 Colonna dell'Immacolata, piazza di Spagna (fermata Spagna della linea A). La colonna, di fronte al palazzo di Propaganda Fide, fu progettata da Luigi Poletti e realizzata con il finanziamento di Ferdinando II delle Due Sicilie.
È dedicata al dogma dell'Immacolata Concezione, stabilito durante il pontificato di papa Pio IX. Sopra una base di marmo si trova una colonna di marmo cipollino di 11,81 metri; in cima alla colonna c'è una statua in bronzo della Madonna.
Di fronte alla colonna c'è la ambasciata di Spagna presso la santa Sede.
- 34 Palazzo di Spagna, Piazza di Spagna (fermata Spagna della linea A). L'edificio è la sede dell'ambasciata di Spagna presso la santa Sede. L'ambasciata presso la Repubblica italiana ha invece sede a palazzo Borghese.
Nato come Palazzo Monaldeschi, dal nome della famiglia nobile romana che la cedette alla metà del XVII secolo al regno di Spagna.
Borromini progettò l'ampliamento dell'edificio con lo scalone principale e il vestibolo. Borromini era nel periodo occupato altrove e I lavori furono portati a termine da Antonio Del Grande.
Decima tappa: Palazzo di Propaganda Fide
[modifica]- 35 Palazzo di Propaganda Fide, piazza di Spagna / via di Propaganda Fide (fermata Spagna della linea A). L'edificio di forma trapezoidale si affaccia con il lato più corto su piazza di Spagna mentre i lati lunghi sono su via Due Macelli e su via di Propaganda, dove si trova l'ingresso principale. L'ultimo lato, a sud, è chiuso da via Capo le Case.
Urbano VIII Barberini diede l'incarico a Gian Lorenzo Bernini, e il successore, Innocenzo X Pamphilj, gli preferì Francesco Borromini che iniziò a lavorarvi nel 1644.
L'edificio ospita la Cappella dei Re Magi.
Usciti dal palazzo di Propaganda Fide ci si dirige verso via Capo le Case, dove si trova la chiesa di sant'Andrea delle Fratte.
- 36 sant'Andrea delle Fratte, via Capo le Case (fermata Spagna delle linea A). La chiesa è costruita in stile barocco su progetto di Borromini, negli anni '50 del XVII secolo. La facciata è invece ottocentesca, ma riprende lo stile delle chiese barocche del '600.
Le fratte sono quelle che crescevano nei dintorni. Anche la via, Capo le Case, indica il fatto che le case vi avessero termine.
Si prosegue quindi in salita su via Capo le Case, che si percorre fino a via Francesco Crispi. Si percorre ancora in salita fino ad arrivare a via Sistina
- 37 via Sistina (fermate Spagna e Barberini della metro A). È il primo tratto della via Felice, la strada fatta progettare da Sisto V Peretti, da cui via Sistina prende il nome. La via Felice, dal nome del papa, Felice Peretti, collegava il Pincio alla basilica di Santa Croce in Gerusalemme passando per santa Maria Maggiore. L'asse dall'obelisco davanti alla chiesa di Trinità dei Monti è lungo oltre due chilometri e prende successivamente il nome di via della Quattro Fontane e di via Agostino Depretis. Andando verso piazza Barberini di passa davanti alla seicentesca chiesa dei Santi Ildefonso e Tommaso da Villanova. Nella via c'è anche il Teatro Sistina.
Via Sistina sfocia su piazza Barberini. Nella piazza sfociano anche via Veneto e via del Tritone. Sulla piazza si trovano le fontane del Tritone e quella delle Api.
- 38 Piazza Barberini (fermata Barberini della metro A).
- 39 Fontana del Tritone, piazza Barberini (fermata Barberini della metro A). Opera di Gian Lorenzo Bernini su commissione di papa Urbano VIII Barberini, si trova al centro di piazza Barberini. La fontana dà il nome alla moderna via che sale da via del Corso. Il Tritone è posto su una conchiglia tenuta in alto da quattro delfini. Il tutto è collocato all'interno di una bassa vasca. Lo stemma dei Barberini con la tiara e le chiavi decussate completano l'opera.
- 40 Fontana delle Api, piazza Barberini (fermata Barberini della metro A). Nasce come fontana per abbeverare i cavalli. Per questo motivo la conca di raccolta dell'acqua è in basso. Opera di Gianlorenzo Bernini commissionata da papa Urbano VIII Barberini, si trovava all'angolo di via Sistina. Smontata per motivi di viabilità intorno al 1880 ha in seguito trovato la sua collocazione all'angolo tra piazza Barberini e via Veneto. Parte della fontana originale era andata persa e quindi l'attuale è una copia di inizi Novecento di Adolfo Apolloni. Le api sono quelle dello stemma della famiglia Barberini, la famiglia del papa.
Undicesima tappa: Palazzo Barberini
[modifica]- 41 palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane 13 (fermata Barberini della linea A). Il palazzo Barberini è una delle due sedi della Galleria Nazionale d'Arte Antica; l'altra è palazzo Corsini, sulla riva destra del Tevere.
Fu edificato da Carlo Maderno che si avvalse dell'aiuto del giovane Borromini. Di questi è lo scalone elicoidale che si trova nell'ala ovest del palazzo.
Quello quadrangolare nell'ala est è invece opera di Bernini.
La galleria ospita tele di Raffaello, Tiziano, Tintoretto, El Greco, Holbein, Caravaggio, Guercino e altri.
Dodicesima tappa: San Carlino
[modifica]Usciti da palazzo Barberini si prosegue su via delle Quattro Fontane fino ad arrivare all'incrocio tra la via Felice e l'asse viario che congiunge la piazza del Quirinale con porta Pia.
- 42 Quattro Fontane, via delle Quattro Fontane (fermata Barberini della metro A). L'incrocio e la via prendono il nome dalle quattro fontane addossate ai quattro edifici. Le fontane rappresentano due fiumi, il Tevere e l'Arno, e due divinità, Diana e Giunone. Dal centro dell'incrocio è possibile vedere la parte interna di porta Pia, costruita su disegno di Michelangelo e tre obelischi, quello di piazza del Quirinale, quello davanti a Trinità de' Monti e quello dietro all'abside di santa Maria Maggiore.
Si gira a destra da via delle Quattro Fontane, nella direzione del Quirinale. A pochi metri dall'incrocio, c'è la chiesa di San Carlino.
- 43 San Carlo alle Quattro Fontane (San Carlino alle Quattro Fontane), via del Quirinale (fermata Barberini della linea A). La chiesa si trova in via del Quirinale (all'epoca via Pia), la prima parte dell'asse viario che collega la piazza del Quirinale con porta Pia. È molto piccola, per cui il nome di san Carlino. L'area ricoperta è pari a quella ricoperta da uno dei quattro pilastri della cupola di san Pietro.
Il complesso prevedeva l'edificazione di un convento, con il chiostro e la chiesa. L'edificio fu commissionato dai Trinitari a Francesco Borromini, che aveva collaborato con il Maderno e Bernini sia a san Pietro che nel vicino palazzo Barberini.
I lavori furono terminati, dopo la morte di Borromini, da un suo nipote, Bernardo Borromini, che utilizzò i disegni dello zio.
- 44 Palazzo del Quirinale. Si trova su uno dei Sette colli, da cui prende il nome. Il palazzo è stato sede dei papi, poi dei re d'Italia e in seguito è diventato la residenza ufficiale dei presidenti della Repubblica.
Il Quirinale in antichità era l'unico collis mentre gli altri erano montes, per questo la vicina porta delle Mura Serviane era detta porta Collina. Per questo motivo la sede della presidenza della Repubblica e il Presidente stesso sono indicati con il termine "il Colle".
L'edificazione risale agli ultimi decenni del XVI secolo. Fu scelto come residenza pontificia da Paolo V Borghese.
Tredicesima tappa: Santa Lucia in Selci
[modifica]Il percorso da piazza del Quirinale a via in Selci è complicato, ma permette di attraversare una parte del rione Monti, parte che ha subito pochi rimaneggiamenti dopo il 20 settembre.
Un itinerario possibile è scendere per via della Consulta, attraversare via Nazionale e scendere ancora per via dei Serpenti.
In fondo a via dei Serpenti si gira a sinistra per via Cavour, percorrerla in salita e, arrivati all'incrocio con via Lanza seguire questa e pochi metri dopo prendere, sulla destra, via in Selci.
Durante il percorso si passa vicino a:
- Palazzo della Consulta
- Palazzo Koch
- Teatro Eliseo
- Santa Maria ai Monti
- San Pietro in Vincoli
- 45 Chiesa di Santa Lucia in Selci (cappella della Trinità), via in Selci (fermata Cavour della linea B). I "selci" della chiesa sono i basoli, cioè le pietre usate per la pavimentazione dagli antichi romani. Si trova in un angolo della città che ha ancora un aspetto medievale.
La chiesa risale al VI secolo. Fu ricostruita nel XVII da Carlo Madero e restaurata alla fine degli anni 1630 da Borromini; sua è anche la decorazione della cappella della Trinità.
Quattordicesima tappa: San Giovanni in Laterano
[modifica]- 46 Basilica di San Giovanni in Laterano, Piazza di San Giovanni in Laterano (fermata San Giovanni della linea A). È la cattedrale della diocesi di Roma (san Pietro e san Paolo erano edificate entrambe fuori dalle Mura).
Borromini ricevette l'incarico di riedificare la Basilica da papa Innocenzo X Pamphili. Della pregressa struttura medievale rimasero solo pavimento, ciborio e mosaico dell'abside.
È stata il luogo di incoronazione dei pontefici fino al 20 settembre.
Del complesso lateranense fanno parte molte strutture.
Quindicesima tappa: San Paolo fuori le mura
[modifica]L'ultima tappa dell'itinerario borrominiano è fuori dalla Mura aureliane, alla basilica di san Paolo. Si raggiunge con la linea B della metropolitana. Avendo tempo si può usare una delle linee di autobus che partono da Porta san Paolo e vedere così la piramide di Gaio Cestio e la stazione della ferrovia Roma-Lido, progettata da Marcello Piacentini.
- 52 San Paolo fuori le Mura (Cappella del Sacramento) (fermata Basilica San Paolo della linea B). È una delle basiliche costantiniane, ma fu quasi completamente distrutta nel 1823 da un incendio e ricostruita nelle stesse condizioni. È pertanto quella, tra le quattro grandi basiliche, che ricorda meglio la struttura originale.
Fu costruita sul sito ove, secondo la tradizione, ebbe sepoltura Paolo di Tarso.
Borromini collaborò con Maderno per la costruzione della cappella del Sacramento.