Butera | |
Stato | Italia |
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Regione | Sicilia |
Territorio | Gelese |
Altitudine | 402 m s.l.m. |
Superficie | 298,55 km² |
Abitanti | 4.093 (2024) |
Nome abitanti | buteresi |
Prefisso tel | +34 0934 |
CAP | 93011 |
Fuso orario | UTC+1 |
Patrono | san Rocco |
Posizione | |
Sito istituzionale |
Butera è una città della Sicilia.
Da sapere
[modifica]Cenni geografici
[modifica]Il territorio di Butera è collinare nell'interno e pianeggiante sulle coste (piana di Gela). È compreso tra il fiume Salso e il Disueri. La città sorge su una collina a 402 metri sul livello del mare, a sud del capoluogo. È l'unico comune della provincia, oltre a Gela, ad essere bagnato dal Mediterraneo, nel golfo di Gela. Il territorio presenta al suo interno il lago Comunelli, formato da sbarramenti allo scopo di costituire riserve d'acqua in caso di siccità. Con i suoi 298,55 km² di superficie, è il nono comune in Sicilia, e il 39º in Italia per estensione. Lungo la costa sono presenti le frazioni marine di Falconara e Marina di Butera, caratterizzate da un moderato interesse turistico.
Cenni storici
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La collina di Butera è stata meta di stanziamenti umani sin dalla preistoria: tracce di insediamenti sicani risalenti all'età del bronzo medio (1400-1000 a.C.) sono venuti alla luce nella parte più alta del costone roccioso. Più in basso, una necropoli a strati sovrapposti fu cimitero della piccola comunità preistorica e, seppur circoscritta ai secoli VIII-V a.C., avrà certamente iniziato ad esercitare la sua funzione cimiteriale già centinaia di anni prima. Ad avvalorare questa ipotesi, la presenza in località Piano Fiera di un manufatto piuttosto remoto, indicato dagli archeologi col nome di "cista dolmenica" (lastre di pietra assemblate in maniera cubiforme), che dimostrerebbe una maggiore antichità abitativa del sito, vista l'analogia di questo monumento con alcune architetture sarde risalenti all'età del rame (2900-2000 a.C.).
Le vicende di questo territorio al momento della colonizzazione greca sono pochissimo documentate dalla storiografia antica e non possono che essere ricostruite solo sulla base della ricerca archeologica. Sappiamo che già sin dal momento della sua fondazione Gela dovette scontrarsi con le popolazioni indigene limitrofe conquistando i loro villaggi: Omphake, forse identificabile con Butera, dovette seguire questo destino: lo si deduce dai reperti tombali. Se, infatti, fino all'VIII sec. a.C. le tombe di Piano della Fiera non mostrano alcun rapporto con l'area greca, a partire dalla seconda metà del VII sec. vi appaiono ricchi corredi con vasi d'importazione greca. Nel corso del VI secolo, la cittadina sicana verrà abbandonata e sarà ricostruita solo durante il periodo di Timoleonte, poco dopo la metà del IV sec. a.C. Rimase però sempre un piccolo villaggio abitato da agricoltori, peraltro valido baluardo ai tentativi di aggressione esterna che non mancarono per tutto l'alto medioevo (500-1100 d.C.). Intorno all'845 Butera fu teatro di una battaglia tra arabi e bizantini, conclusasi con il massacro di almeno 9 000 soldati bizantini. Questa battaglia fu decisiva per il controllo dell'isola. Dal IX secolo, Butera venne chiamata dagli Arabi بوتيرة Būtīrah "luogo scosceso". Nell'aprile 1089 le truppe normanne guidate dal Granconte Ruggero espugnarono la città, ultima roccaforte dei Saraceni in Sicilia, in una memorabile battaglia che li vide vincitori sui musulmani.

Fu subito elevata a contea da parte del conte normanno, il quale la assegnò in dote al cognato-genero Enrico del Vasto, che in quello stesso anno contrasse matrimonio con Flandina d'Altavilla, figlia di Ruggero.
La contea di Butera fu uno dei maggiori stati normanni in Sicilia per importanza. Passata quindi agli aleramici Del Vasto — che la mantennero fino al XII secolo —, nel territorio migrarono consistenti unità di coloni provenienti dall'Italia settentrionale, che fecero di esso una delle maggiori terre lombarde di Sicilia.
Dai Del Vasto passò ai normanni Bartolomeo de Luci e Guglielmo Malconvenant e, in epoca sveva, nel 1219, la contea fu acquisita da Berardo di Ocre; nel 1252 passò al nipote Gualtiero ma, poco tempo dopo, Galvano Lancia si impossessò del feudo. Alla morte di questi, avvenuta nel 1268 a seguito della cattura e decapitazione insieme a Corradino di Svevia, il territorio buterese passò al Regio Demanio.
Nel 1320 il re Federico II la vendette per 100 onze a un militare del regno. Successivamente fu elevata nuovamente a contea sotto gli Alagona.
Gli Alagona ebbero il possesso della contea fino al 1392, ostili al re Martino; quando furono sconfitti da quest'ultimo, la terra venne confiscata e ceduta, unitamente alla torre Falconara, al principe catalano Ugo di Santapau, con diploma concessogli il 18 ottobre a Castrogiovanni, per i suoi servizi resi al re aragonese nella guerra contro i ribelli.
Il Santapau trasformò la contea in terra baronale. Nel 1563 Butera divenne la prima terra ad essere eretta in principato per la famiglia Santapau che nel 1580 la trasmise ai Branciforte, che la tennero fino al principio del secolo XIX quando si estinsero nei Lanza.
Come orientarsi
[modifica]Piazza Dante è la piazza principale della città; dove oggi sorge il palazzo municipale, un tempo si trovava la chiesa di San Giovanni Battista con annesso il monastero delle monache benedettine.
La 1 via Aldo Moro è divenuta la strada della poesia, in quanto nele porte e nelle serrande dei negozi chiusi vi sono delle poesie dipinte.
Frazioni
[modifica]- Butera Scalo
- Falconara — Località sorta attorno al cosiddetto castello di Falconara.

Come arrivare
[modifica]In auto
[modifica]Due strade provinciali collegano il comune alla della Valle del Salso, superstrada che collega Caltanissetta a Gela, e Falconara.
In autobus
[modifica]Il comune è inoltre servito da linee autobus extraurbane.
Come spostarsi
[modifica]Cosa vedere
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- 1 Castello arabo-normanno. Risalente all'XI secolo, nel corso dei secoli ha ricevuto diversi ritocchi, come evidenziato dal torrione e dalle finestre a bifora. Ancora oggi è in ottimo stato di conservazione, dopo i lavori di restauro eseguiti nell'ultimo decennio.
- 2 Chiesa di San Tommaso Apostolo.
- 3 Santuario di San Rocco, via Armando Diaz.
- 4 Chiesa Maria Santissima delle Grazie.
- 5 Chiesa del Carmine, Via Giacomo Matteotti.
- 6 Chiesa di San Giuseppe, Piazza Dante Alighieri, 28.
- 7 Chiesa di Santa Maria di Gesù. Con annesso il convento dei frati minori osservanti; del convento, non più esistente, rimangono soltanto pochi ruderi.

- 8 Chiesa di San Francesco. La chiesa più antica di Butera. Fu fondata dai primi normanni cristiani, in seguito divenne una chiesa francescana, poiché vi era annesso il convento dei frati minori conventuali.
- 9 Chiesa parrocchiale di Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco, Via Caltanissetta, 75 (a Butera Bassa, nel quartiere Piano della Fiera).
- Porta Reale. Così chiamata poiché, nel 1062, vi entrò insieme ad un esercito di lombardi il conte normanno Ruggero I di Sicilia, per impossessarsi della roccaforte.
- 10 Municipio, Via Aldo Moro, 5.
Fuori dal centro abitato
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- 11 Castello di Falconara.
- 12 Solfara Muculufa (Muculusa o miniera Muculufa). La solfatara, di proprietà Tasca Lucio, era già attiva nel 1839, poi fu della Società Valsalso proprietaria di diverse miniere del bacino minerario di Caltanissetta; chiusa nel 1980 oggi è abbandonata. Nella miniera il 16 aprile 1890 vi fu un incidente da emissione di anidride solforosa, di cui non è noto il numero dei soggetti coinvolti. È stata dichiarata di notevole interesse pubblico con il decreto assessoriale della Regione Siciliana del 7 novembre 1988.