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Montemonaco
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Montemonaco
Sito del turismo
Sito istituzionale

Montemonaco è una città delle Marche.

Da sapere[modifica]

Cenni geografici[modifica]

Il comune di Montemonaco sorge nella valle dell'Aso, nelle Marche meridionali, su un pianoro vicino al Monte Zampa e al Monte Sibilla a 998 m s.l.m. (secondo comune per altitudine della regione). Nelle vicinanze del paese si trovano numerosi rilievi come il Massiccio del Vettore con il Lago di Pilato, i Rilievi dell'Argentella, il Pizzo del Diavolo, il Palazzo Borghese, il Monte Porche, che costituiscono il confine naturale e amministrativo tra Marche e Umbria a est e con il comune di Montefortino a nord.

Quando andare[modifica]

Durante tutto l'anno; affascinante nella stagione invernale, quando nevicate spesso eccezionali lo ricoprono totalmente, mettendo ancor più in evidenza il paesaggio che lo circonda. D'estate il paese si riempie di turisti di ogni nazionalità.

Cenni storici[modifica]

Le prime indagini storiche su Montemonaco condotte nella prima metà del Novecento da Augusto Vittori fanno risalire l'origine del toponimo ad un nucleo di monaci Benedettini stabilitosi in questo piccolo altopiano sin dall'VIII secolo. L'incastellamento e la costituzione in libero comune avvenne nel XIII secolo dopo che si era notevolmente indebolita l'autorità dei Nobili di Monte Passillo e degli altri signorotti locali. Fu allora che i montemonachesi costruirono le alte mura in pietra intervallate da torrioni, che sin d'allora resero Montemonaco indipendente e fiera nel respingere gli attacchi dei vicini comuni di Norcia, Montefortino, Amandola, Arquata e persino di Francesco Sforza e di Niccolò Piccinino ai quali, a dispetto di Amandola e Montefortino che nelle diverse occasioni erano state sempre conquistate, riuscì ad imporre patti di reciproca convenienza.

Torrioni delle mura castellane di Montemonaco

È con il 1545 che si ha finalmente la codifica degli statuti comunali sulla scorta delle antiche usanze e riadattando i precetti di San Benedetto, su cui si era probabilmente formata la civitas medievale. Talmente orgogliosa delle proprie tradizioni, che la vedevano sin dal X secolo aggregata alla diocesi di Fermo e al Presidiato Farfense, recalcitrò non poco nel piegarsi, obtorto collo, al potente papa montaltese Sisto V che l'aggregò, in spiritualibus alla diocesi di Montalto, da lui appena creata, nel 1586.

Nei secoli successivi il territorio di Montemonaco perse via via l'importanza strategica che l'aveva qualificato, sin dal Medioevo, come un particolare snodo viario al centro degli intensi traffici lungo la viabilità nord/sud del versante adriatico della penisola.

La storia di Montemonaco tuttavia, al di là dei poteri costituiti che nel tempo ne hanno segnato le vicende civili, è stata influenzata, fin dall'epoca pagana, dalla presenza dell'icona della Sibilla Appenninica e della sua mitica Grotta. Una presenza dai molteplici riflessi e con la quale la piccola comunità, amministrata dal potere centrale della Chiesa, nel corso della sua storia ha vissuto momenti di non sempre facile convivenza.

Terra di antiche frequentazioni, accoglieva stabilmente sin dal tardo Medioevo genti provenienti da terre lontane. Attratte dalla liberalità e dall'insofferenza ai poteri costituiti dei montemonachesi, alcune frange ereticali come i Fraticelli Michelisti, i Clareni, i Sacconi, i seguaci dei Templari ed altri eretici scappati da stati o città meno tolleranti, si riversarono sin dal XIV secolo nelle più sicure terre montane del territorio di Montemonaco e dei comuni limitrofi. Altri decisero di attraversare il Mare Adriatico e si stabilirono in Dalmazia o in Grecia.

Fra gli accadimenti del XV secolo che contribuiranno ulteriormente, nei secoli successivi, a far conoscere Montemonaco ben oltre il suo naturale ambito geografico, ve ne sono di significativi almeno due: da una parte la venuta in queste terre del cavaliere francese Antoine de La Sale al servizio della Duchessa Agnese di Borgogna nel 1420, dall'altra la pubblicazione nel 1473 del romanzo di Andrea da Barberino Guerrino detto meschino. Entrambi gli avvenimenti si muovono sullo sfondo della leggenda della Sibilla Appenninica e il complesso ipogeo della sua Grotta, ricompreso sin dall'antico nel territorio montemonachese.

Ma mentre nel romanzo di Andrea da Barberino, Montemonaco è citata marginalmente in una trama letteraria tutta incentrata sulla leggenda della Sibilla Appenninica e della sua mitica grotta, il diario autoptico di Antoine de La Sale (quel che dirà di vedere o di ascoltare dalla viva voce dei Montemonachesi, lo annoterà riportandolo nel capitolo intitolato Le Paradis de la Reyne Sibylle, all'interno della sua Salade) è storicamente interessante come primo indiretto tentativo di cui si abbia notizia volto a laicizzare la leggenda della Sibilla all'inizio della Rinascenza.

La fama della Sibilla Appenninica doveva aver raggiunto la Borgogna se la Duchessa Agnese pare avesse un arazzo nel suo castello con la rappresentazione della grotta della Sibilla. Inviò allora il cavaliere De La Sale a Montemonaco per verificarne la veridicità (se il disegno su cui avevano realizzato l'arazzo era frutto di fantasia o corrispondeva alla realtà). Fra le motivazioni che avrebbero spinto De La Sale ad intraprendere il viaggio Detlev Kraack individua quello dell'onore: adempiere al desiderio di una dama di così alto lignaggio era già un modo per accrescerlo, raggiungere una meta, fra le peregrinazioni conosciute e illustri, come Monte Sibilla e la sua Grotta equivaleva a consacrarlo.

De La Sale partì quindi dalla Borgogna e arrivò in Umbria, fece tappa ad Assisi e Spoleto, dove lasciò incise le sue insegne nella Basilica di San Francesco d'Assisi e nel Duomo spoletino. Quindi attraverso il passo di Sasso Borghese il 28 maggio 1420 giunse a Montemonaco. Lì ascolta dalla voce dei Montemonachesi fra cui Antonio Fumato i racconti sulla Regina Sibilla, cerca di capire se esistono veramente Fate e Sibille, e inizia ad incamminarsi verso la Grotta. Seguira tutto il racconto sul Regno della Sibilla e le sue Ancelle velato di paura e scettiscismi "ad arte" per salvarsi dall'Inquisizione. De La Sale tornerà a Montemonaco una seconda volta nel 1440.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Montemonaco

Frazioni[modifica]

Montemonaco vanta numerose frazioni, quali:

  • Altino —
  • Collina —
  • Ferrà —
  • Foce —
  • Isola San Biagio —
  • Rivo Rosso —
  • Rocca —
  • Ropaga —
  • San Giorgio all'Isola —
  • Tofe —
  • Vallegrascia —


Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

Gli aeroporti più vicini sono quelli di Ancona (100 km circa) e di Pescara (130 km circa).

In auto[modifica]

  • Per arrivare a Montemonaco sia da nord che da sud prendere l'autostrada A14 e seguire le indicazioni per San Benedetto del Tronto e Ascoli Piceno, quindi immettersi sul raccordo RA11 e, seguendo le indicazioni per Roma, imboccare la Strada Statale 4, quindi la Strada provinciale 237 passando per i comuni di Roccafluvione e Ropaga
  • Per arrivare a Montemonaco da Ascoli Piceno immettersi sulla SP 235 quindi sulla SS 4 e seguire le indicazioni soprariportate.

In treno[modifica]

La stazione ferroviaria più vicina è quella di Ascoli Piceno raggiungibile con le Autolinee Mazzuca. Per consultare gli orari dei treni visitare il sito web delle Ferrovie dello Stato.

In autobus[modifica]

I collegamenti con autobus con i comuni circostanti e Ascoli Piceno sono gestiti dalle Autolinee Mazzuca e da Madebus.

Come spostarsi[modifica]

Da Montemonaco partono gli autobus di linea della Start, che lo collegano con l'ascolano e col fermano. Altrimenti il modo più agevole per spostarsi è farlo in auto. Molto consigliate nel periodo estivo, lunghe passeggiate in bicicletta.

Cosa vedere[modifica]

All'interno della cinta muraria, nella parte alta del paese, limitrofa alla porta San Biagio e addossata alle antiche mura, fu edificata nel XVI secolo la chiesa parrocchiale di San Benedetto. Contigua alla più antica San Biagio intra mœnia del XV secolo, che fu eretta ampliando un piccolo oratorio del XIII secolo, la chiesa di San Benedetto conserva all'interno di una lunetta, un affresco con una crocifissione attribuita alla scuola del Crivelli, un braccio d'argento, contenente la reliquia di San Benedetto da Norcia, opera del maestro orafo Cristoforo da Norcia e un crocifisso ligneo di arte marchigiana del XV secolo.

Scendendo lungo viale Italia s'incontra sulla destra la chiesa di San Giovanni Battista del XV secolo ad un'unica navata. Di pregevole conserva una Vergine del soccorso opera del pittore Vitruccio Vergari databile al 1520. Nell'abside, semicircolare, si trova una nicchia, incorniciata da due bastoni fioriti con finale a testa di serpente di ambito neoplatonico e che doveva accogliere probabilmente una statua in epoca quattrocentesca.

Chiesa di San Michele di Montemonaco

Proseguendo ancora lungo la via, si innalza il cinquecentesco palazzo dei Priori (oggi sede del comune). Il palazzo è il frutto di un rimaneggiamento della fine del XVI secolo della più antica struttura degli inizi del XV secolo di cui si conserva traccia nei quattrocenteschi ricommessi lapidei delle finestre con iscrizioni tronche, prive di sequenza.

Dell'antico castello in cima al paese non v'è più traccia se non nel toponimo di via di Castello. Al termine della via, nella parte più alta di Montemonaco, sorge un grande belvedere, oggi Parco Montiguarnieri, delimitato a settentrione da un tratto delle antiche mura, e da cui l'ampia vista panoramica domina verso est il degradare delle colline fino al Mare Adriatico e ad ovest la catena dei Monti Sibillini che, da Monte Sibilla a Monte Vettore, raccoglie il declinare dell'altopiano dove sorse il Borgo fortificato.

Lago di Pilato: È situato all'interno del territorio comunale, a meno di un chilometro dal confine umbro ed è l'unico lago naturale delle Marche. Il lago di Pilato e uno dei pochissimi laghi glaciali di tipo alpino presenti sull'Appennino. Particolare e suggestiva la sua ubicazione tra pareti impervie e verticali immediatamente sotto la cima del Monte Vettore. Le dimensioni e la portata d'acqua dipendono principalmente dalla distribuzione delle precipitazioni: è infatti alimentato, oltre che dalle piogge, soprattutto dallo scioglimento delle nevi, che ricoprono per buona parte dell'anno la superficie dello specchio d'acqua fino all'inizio dell'estate.

Il lago ospita un particolare endemismo, il Chirocefalo del Marchesoni: è un piccolo crostaceo di colore rosso che misura 9-12 millimetri e nuota col ventre rivolto verso l'alto.

Nella tradizione popolare prende il suo nome dalla leggenda secondo la quale nelle sue acque sarebbe finito il corpo di Ponzio Pilato condannato a morte da Tiberio. Il corpo, chiuso in un sacco, venne affidato ad un carro di bufali lasciati liberi di peregrinare senza meta e sarebbe precipitato nel lago dall'affilata cresta della Cima del Redentore.

Nel XIV secolo ricadeva sotto il dominio di Norcia ed era considerato luogo di streghe e negromanti. Nelle prime opere letterarie si racconta che le autorità religiose furono costrette a proibirne l'accesso dal versante nursino e a far porre una forca come monito, all'inizio del sentiero che conduceva al lago. Sempre nella letteratura si narra che per questo motivo intorno al suo bacino furono alzati muri a secco al fine di evitare il raggiungimento delle sue acque.

Altro nome usato nell'antichità era quello di Lago della Sibilla (Lacum Sibillæ), come si evince da una sentenza di assoluzione emessa a favore della comunità montemonachese dal Giudice della Marca Anconitana De Guardaris nel 1452. Secondo altre leggende questo sarebbe un Lago d'Averno da cui si entra nel mondo degli Inferi.

Via Trento e Via Trieste sono due tipiche vie del borgo cittadino da percorrere.

Eventi e feste[modifica]

  • Festa del Bosco.
  • Festa della Befana.
  • Festa di S. Sebastiano.
  • Sagra Mercato della Castagna.


Cosa fare[modifica]

Le attività cittadine, si collegano alle associazioni presenti sul territorio, che sono:

Ci sono possibilità di effettuare Escursioni per i Monti Sibillini seguendo ad esempio questi itinerari:

  • Lago di Pilato;
  • Grotta delle Fate e Monte Sibilla;
  • Monte Vettore;
  • Gola Dell'infernaccio;
  • Pantana di Montegallo;
  • Monte Bellavista;
  • Palazzo Borghese;


Acquisti[modifica]

Nel paese sono presenti negozi dove è possibile acquistare prodotti tipici:

  • Corona Carni. macelleria, norcineria
  • La bottega della cuccagna. Salumi, Formaggi, Funghi


Come divertirsi[modifica]

Assestati al torrione comunale, all'interno del parchetto, si trovano numerosi giochi per bambini. D'estate viene organizzato il Torneo Di calcetto del Torrione.

Dove mangiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]

  • Agriturismo Le Castellare.
  • Cittadella Dei Sibillini.
  • Il Tiglio.
  • Agriturismo La Contea.
  • Locanda della Trota.
  • Locanda di Ulisse.
  • La Primula.
  • Agriturismo la Fonte.
  • Piccolo Ranch.
  • Ristorante la Scampagnata.
  • Forno di Collina.


Dove alloggiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]

  • Hotel Guerrin Meschino.
  • Hotel Monti Azzurri.
  • La Colombella.
  • Hotel Sibilla.
  • Taverna della Montagna.


Sicurezza[modifica]

A montemonaco è presente la locale stazione dei Carabinieri.

Come restare in contatto[modifica]


Nei dintorni[modifica]

Rocca di Arquata
  • Arquata del Tronto — Il paese si trova a pochi km da Montemonaco (circa 29) facilmente raggiungibile dalla Strada Provinciale 83 deviando sulla SP89. Di particolare interesse è il complesso fortificato della Rocca. Un'opera di difesa di epoca medioevale che si vede isolata nella zona a nord del centro abitato ed osserva con le sue torri l'Alta Valle del Tronto e la Salaria. Concepita come presidio militare a guardia del territorio, è arrivata in buono stato di conservazione fino ai nostri giorni. Edificata a più riprese tra l'XI e il XV secolo, questa roccaforte è nota anche con il nome di Castello della Regina Giovanna. Il recente restauro l'ha resa visitabile in tutti i suoi ambienti. Nel paese vi è, inoltre, la chiesa della Santissima Annunziata che ospita il Crocifisso ligneo policromo del XIII secolo.

Numerose le escursioni organizzate dal C.A.I. e con punto di partenza Montemonaco:

  • Lago di Pilato;
  • Grotta delle Fate e Monte Sibilla;
  • Monte Vettore;
  • Gola Dell'infernaccio;
  • Pantana di Montegallo;
  • Monte Bellavista;
  • Palazzo Borghese;



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