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Dobbiaco
Vista di Dobbiaco
Stemma
Dobbiaco - Stemma
Dobbiaco - Stemma
Stato
Regione
Territorio
Altitudine
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Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
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Dobbiaco
Sito istituzionale

Dobbiaco (Toblach in tedesco) è un paese dell'Alto Adige. Insieme a Sesto e San Candido è uno dei "Comuni delle tre cime", così chiamati per la vicinanza alla meraviglia naturale delle Tre Cime di Lavaredo, i tre più famosi picchi delle Dolomiti.

Da sapere[modifica]

Dobbiaco è considerata la capitale dello sci di fondo.

Cenni geografici[modifica]

Dobbiaco si trova a 1 256 m sopra il livello del mare, in val Pusteria, la cosiddetta "valle verde", protetto a sud dalle pareti rocciose delle Dolomiti (Cima Nove, Monte Serla) mentre dall'altro lato troviamo la catena delle Alpi dei Tauri occidentali (Cornetto di Confine, Corno di Fana) e delle Alpi Carniche, le quali vanno a formare la conca di Dobbiaco. Dobbiaco è anche detta la "porta sulle Dolomiti" (Tor zu den Dolomiten in tedesco). Dobbiaco aderisce alla rete Alleanza per il clima.

Dobbiaco giace in una posizione strategica, essendo situata sull'incrocio tra le più importanti vie di comunicazione che portano da Venezia fino alla Baviera e dalla Valle dell'Adige alla Valle della Drava.

Il comune di Dobbiaco è divisa in due parti dallo spartiacque alpino della sella di Dobbiaco ed è inoltre bagnata dal fiume Drava: questo nasce a est del paese e, pur essendo ancora, a poca distanza dalla sorgente, un modesto rigagnolo, ha la particolarità di confluire nel Danubio, il corso d'acqua più lungo il cui bacino sia compreso (sia pure per un piccolo tratto) nel territorio della Repubblica Italiana.

Quando andare[modifica]

 Clima gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
 
Massime (°C) -0,4 2,2 6,1 10,3 15 18,8 21,4 20,5 17,1 12,1 4,6 -0,4
Minime (°C) -8,7 -7,3 -3,8 0 3,9 7,3 9,2 8,8 6,1 1,9 -3,3 -7,8
Precipitazioni (mm) 27,6 34 40,7 45,1 79,1 92,8 109,1 102 66,5 54,7 48,2 31,6

Cenni storici[modifica]

I primi insediamenti a Dobbiaco si possono far risalire con buona approssimazione alla tarda età del ferro, e probabilmente i primi abitanti della zona furono gli illiri. Di questi primi stanziamenti si sono trovate tracce sulla collina a nord-ovest del paese, chiamata dalla popolazione locale Platte.

Nel IV secolo a.C. vi furono penetrazioni da occidente nel territorio da parte di tribù celtiche, le quali col tempo si fusero con le popolazioni locali costituendo così il regno del Norico; tale regno, nel 15 a.C. venne conquistato dai Romani, le cui potenti legioni garantirono così tranquillità alla penisola italica da incursioni barbariche. La zona fu abbondantemente romanizzata come dimostrano la fondazione nello stesso periodo della stazione di Littamum, presso il vicino paese di San Candido. Nel I secolo d.C. i Romani costruirono la strada della Val Pusteria, il cui itinerario non è ancora stato del tutto rintracciato; tuttavia tra le poche informazioni assodate, si sa che la strada romana attraversava il ponte delle Grazze (in ted. Gratscher Brücke), grazie al rinvenimento di una pietra miliare databile attorno al 247, anno della proclamazione di Filippo II a imperatore. Fu così che il latino popolare prese il sopravvento, andando a mescolarsi al precedente linguaggio celto-illirico: dando quindi origine ad un nuovo idioma di origine romana: il ladino. La stessa permanenza del ladino è indice dell'elevata romanizzazione assunta dalla provincia.

Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente, Dobbiaco passò sotto il dominio di popoli germanici (Ostrogoti e Bavari). Ciononostante, per diverso tempo fu forte la pressione dei popoli slavi su questa regione, e si sa che nel 609 i Vendi risalirono la valle della Drava, giunsero a San Candido e la conquistarono, sconfiggendo il duca Garibaldo II. Ma la riscossa fu immediata: fu proprio nei pressi di Dobbiaco che, quello stesso anno (o quello successivo), i baiuvari sconfissero le orde slave in una battaglia decisiva, tenutasi nei pressi di Haselsberg (Costanosellari), sul pendio orientale presso Dobbiaco, il che originò il nome di Viktoribühel dato ad un terreno soprelevato dove tale scontro si sarebbe tenuto. La presenza slava nella regione permase comunque ancora per qualche tempo, come testimonia sia la toponomastica (Windischmatrei) sia la documentazione esistente.

Nell'827 venne usato per la prima volta il nome di Dobbiaco, nell'accezione di vicus Duplago o più semplicemente come Duplago; successivamente, intorno al 1020, comparve il nome di Topplach ed in un documento del 1158 viene attestata per la prima volta la denominazione Toblach.

Nel periodo tra il 1792 e il 1815, con le guerre napoleoniche, il Tirolo cadde sotto il dominio della Baviera, ma si rifiutò di stare sotto di essa e insorse. L'Austria però perse e venne quindi suddivisa in tre parti: per un breve periodo Dobbiaco passò al Regno Italico,[23] mentre San Candido fu assegnato alle province illiriche, e la parte restante della Pusteria, fino al paese di Villabassa, al Regno di Baviera. Dalla metà del XIX secolo, a Dobbiaco iniziò un movimento turistico, con la conseguente costruzione di nuove case. Iniziò anche la realizzazione di una nuova linea ferroviaria nel 1871, la quale collegava Vienna alla Valle dell'Adige, percorrendo la Val Pusteria (in ted. la Südbahnlinie). Ulteriore causa dell'incremento turistico fu l'edificazione di un nuovo e grande albergo (il "Grand Hotel"), oggi centro culturale e congressi.

La ferrovia delle Dolomiti cessò i suoi servizi alle ore 18.20 del 17 maggio 1964, quando da Cortina partì l'ultimo convoglio viaggiatori.[36] Attualmente il tracciato della ferrovia fra Dobbiaco e Cortina viene mantenuto in efficienza come percorso di sci di fondo durante l'inverno e come pista ciclabile nelle stagioni estive.

Come orientarsi[modifica]

Il centro della città è un'area pedonale in corrispondenza della Chiesa di San Giovanni Battista e del municipio.

Frazioni[modifica]

  • Santa Maria (Aufkirchen)
  • Valle San Silvestro (Wahlen)


Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

  • 46.46027811.3263891 Aeroporto di Bolzano-Dolomiti (IATA: BZO) (6 km dal centro di Bolzano), +39 0471 255 255, fax: +39 0471 255 202. apertura al pubblico: 05:30–23:00; apertura biglietteria: 06:00-19:00; il check-in per voli da Bolzano è possibile solo da 1 ora ad un massimo di 20 minuti prima della partenza. Piccolo scalo regionale con voli di linea da e per Lugano e Roma con Etihad Regional (by Darwin Air). In alcuni periodi dell'anno, la compagnia Lauda Air collega la città con Vienna una volta a settimana. Più numerosi invece i voli charter.
  • 45.39666710.8877782 Aeroporto di Verona (Catullo), Caselle di Sommacampagna, +39 045 8095666, .
  • 45.42555610.3269443 Aeroporto di Brescia (D'Annunzio), Via Aeroporto 34, Montichiari (I collegamenti con l'aeroporto di Brescia sono garantiti dai trasporti pubblici tramite il bus/navetta. La fermata a Brescia città è situata alla stazione dei pullman (numero 23), mentre quella dell'aeroporto è al fronte terminale. Sono inoltre previsti collegamenti per la città di Verona attraverso la linea bus/navetta 1), +39 045 8095666, . Solo Charter

In auto[modifica]

Se provenite da Nord, da Monaco per esempio, vi basterà seguire l'autostrada Innsbruck-Brennero e poi prendere l'uscita Bressanone (Val Pusteria). Se invece provenite da Venezia, il collegamento più rapido è l'autostrada per Belluno. Da Belluno è possibile raggiungere Dobbiaco continuando a viaggiare in direzione Cortina d'Ampezzo.

In treno[modifica]

  • 46.724812.22564 Stazione di Dobbiaco (Bahnhof Toblach). Il treno è il mezzo più comodo per arrivare a Dobbiaco, senza contare che appena scesi vi troverete a pochi passi dalla prima attrazione cittadina: l'antico Grand Hotel. Collegamenti sono disponibili dalle maggiori città italiane e da Monaco di Baviera verso Bolzano. Da Bolzano è poi possibile prendere un treno regionale per Dobbiaco. Stazione di Dobbiaco su Wikipedia stazione di Dobbiaco (Q3969534) su Wikidata

In autobus[modifica]

I servizi di trasporto pubblico con pullman in Alto Adige sono gestiti da SAD. Da Venezia c'è un bus diretto con la compagnia Cortina Express che impiega poco più di 3 ore.

Come spostarsi[modifica]

In auto[modifica]

Se si sceglie di visitare il centro è meglio lasciare l'auto in uno dei parcheggi.

  • 46.73530412.2254695 Parcheggio Cimitero Dobbiaco, Via Franz Anton Zeiller, 4. Parcheggio gratuito


Cosa vedere[modifica]

Chiesa di San Giovanni Battista
  • 46.73546112.2240571 Chiesa di San Giovanni Battista (esattamente al centro del paese, vicino al Municipio). La chiesa di San Giovanni Battista è il principale edificio religioso del paese. Sorge sui resti, oggi non più visibili, di quella costruita dai benedettini nella prima metà del IX secolo. L'attuale struttura, progettata dall'architetto dobbiacense Rudolf Schraffl, risale al 1764-1774. La torre campanaria, che si trova sul lato nord-ovest della navata centrale, fu completata soltanto nel 1804. Dietro la chiesa si trova il cimitero della città. Chiesa di San Giovanni Battista (Dobbiaco) su Wikipedia chiesa di San Giovanni Battista (Q93319490) su Wikidata
Grand Hotel di Dobbiaco
  • 46.72310112.2256562 Grand Hotel (poco distante dalla stazione ferroviaria). Il complesso del Grand Hotel fu edificato nel 1877. Oltre ad essere stato il primo albergo di Dobbiaco, fu anche uno dei primi della val Pusteria, e all'epoca era ritenuto uno degli hotel più all'avanguardia. Il nome originario era Südbahnhotel in quanto, secondo il piano originario, assieme ad esso si doveva costruire anche la linea ferroviaria Südbahn che avrebbe collegato Lienz e Fortezza. L'edificio vide fra i suoi ospiti molti nobili, tra cui il principe ereditario tedesco Federico Guglielmo, il re Alberto di Sassonia, la principessa ereditaria austriaca granduchessa Stephanie del Belgio (vedova dell'arciduca Rodolfo), il re Milan di Serbia assieme a suo figlio Alessandro I di Serbia, il barone Natanaele Rothschild di Vienna ed il barone Leopoldo Rothschild di Parigi. Grand Hotel Dobbiaco su Wikipedia Grand Hotel Dobbiaco (Q1542597) su Wikidata
  • Via Crucis delle cappelle della passione. La Via Crucis delle cappelle della passione costituisce il cosiddetto "monte Calvario" (Kalvarienberg), ovvero cinque tabernacoli a forma di cappella con il rilievo in marmo, attribuite a Michael Parth, raffiguranti la passione di Cristo. Le cappelle furono costruite nel 1519 su commissione degli Herbst, signori di Dobbiaco. La quinta cappella è la maggiore e presenta tre archi rotondi su pilastri quadrangolari; è denominata la "croce di pietra". Fanno parte della Via Crucis anche l'originale cappella dei marchesi di Gorizia, nella chiesa parrocchiale, e la cappella rotonda di Lerschach. Le stazioni si snodano lungo il paese, fino a raggiungere la cappella di Lerschach, consacrata a San Giuseppe, il cui tabernacolo di forma circolare è stato edificato sui resti di una precedente chiesetta romanica. La cappella si trova ai piedi di Costanosellari (Haselsberg), sul Colle della Vittoria (Viktoribühel): fu voluta da Massimiliano I, così come le altre cappelle della Via Crucis, e ricevette la propria consacrazione solo nel 1568, dal vescovo ausiliare di Bressanone Johann von Spaur; le sue campane e quelle di altri edifici religiosi furono messe all'asta per volere di Giuseppe II.[47] La via è lunga esattamente coma la via Crucis di Gerusalemme: 1200 piedi. È la più antica del Tirolo e la seconda più antica dell'area Mittel-europea.
  • Latteria Tre Cime Mondolatte. È quasi un piccolo Museo a Dobbiaco. Si può vedere come è prodotto il formaggio, il latte fresco, la panna, il burro e lo yogurt.
  • 46.74416712.2044273 Chiesa di Santa Maria Addolorata (Kirche zur Schmerzhaften Muttergottes, santuario di Santa Maria Addolorata) (nell'omonima frazione a 1.322 m, un chilometro ad ovest di Dobbiaco Vecchia). La chiesa fu edificata nel 1262, e nella prima metà del XIV secolo divenne un'importante meta di pellegrinaggio, nota almeno quanto a Maria Saalen. Si sa che a quei tempi le feste della Madonna venivano celebrate qui invece che nella chiesa parrocchiale di Dobbiaco. Poiché la primitiva chiesa risultò sempre meno adatta ad accogliere i pellegrini, nel 1470 se ne costruì una nuova in stile gotico. Questa chiesa fu consacrata dal vescovo di Bressanone Georg Golser cinque anni dopo. Nel 1730 la chiesa fu nuovamente ingrandita, così come nel 1877, quando fu sottoposta ad un restauro radicale in stile neogotico. Nel 1983, nel corso di ulteriori interventi, affiorarono affreschi del Quattrocento raffiguranti vari santi e alcuni stemmi nobiliari, a conferma dell'importanza del santuario nella devozione dei tirolesi. Il campanile è affrescato con un'inconsueta ed enorme immagine di San Cristoforo che porta sulle spalle Gesù Bambino, e con i blasoni di Gorizia e del Tirolo, probabilmente realizzati da Simone da Tesido all'inizio del Cinquecento. Chiesa di Santa Maria Addolorata (Dobbiaco) su Wikipedia chiesa di Santa Maria Addolorata (Q107068283) su Wikidata
  • 46.73594912.2246224 Castel Herbstenburg. Castel Herbstenburg su Wikipedia castel Herbstenburg (Q762792) su Wikidata
  • 46.73758612.2284665 Trampolino Sulzenhof (Skisprungschanzen Sulzenhof o trampolino di Dobbiaco). È il più grande trampolino dell'Alto Adige. Trampolino Sulzenhof su Wikipedia trampolino Sulzenhof (Q429585) su Wikidata
  • 46.7461212.2337476 Chiesa di San Nicolò (Kirche St. Nikolaus) (nella frazione di Valle San Silvestro). La chiesa esisteva già nel XV secolo e probabilmente anche prima. È perfettamente comprensibile la ragione per cui Valle scelse tale patrono, essendo San Nicolò un protettore contro gli straripamenti delle acque e le cadute di slavine, oltre che patrono dei viaggiatori (il paese di Valle, infatti, è stato diverse volte minacciato dal rio San Silvestro). Nel 1512, sotto la guida del maestro costruttore Andreas Firtaler di San Candido, venne fabbricato il presbiterio con la navata centrale della chiesa, che rimangono le parti più antiche dell'edificio. La figura di San Cristoforo alla base del campanile risale invece agli inizi del XVII secolo. Come molte altre chiese, anche questa subì alcuni restauri, fino ad essere trasformata in stile barocco: vennero aperte due finestre ai lati, sorse un nuovo altare e gli altari laterali. Altri rinnovamenti radicali vennero intrapresi nel 1865, rendendo neogotico lo stile della chiesa. Il 15 ottobre 1960 Valle San Silvestro fu elevata a parrocchia indipendente e l'anno successivo, sotto il parroco Francesco Michalcik, venne nuovamente restaurata; nel 1964 ebbe un nuovo organo. Chiesa di San Nicolò (Dobbiaco) su Wikipedia chiesa di San Nicolò (Q107068177) su Wikidata

Fuori dal centro abitato[modifica]

Lago di Dobbiaco in inverno
  • 46.70305612.2191677 Lago di Dobbiaco (Toblacher See) (Al confine tra il parco naturale Tre Cime e il parco naturale Fanes - Sennes e Braies, lungo la SS51 tra Dobbiaco e Cortina d'Ampezzo). È un piccolo lago alpino a 1.251 m s.l.m. È sconsigliato immergersi nelle acque gelide anche nella stagione estiva, ma è possibile effettuare dei giri in barca o pedalò. Nelle stagioni fredde, quando il lago è completamente ghiacciato, è possibile praticare il curling, o semplicemente passeggiare sul ghiaccio. Attorno al lago si trova anche un campeggio, oltre che alcuni ristoranti. Attorno al lago è stato costruito un percorso naturalistico che percorre l'intero perimetro del lago, con tabelle informative sulla flora, fauna e geomorfologia della zona. Lago di Dobbiaco su Wikipedia lago di Dobbiaco (Q2438157) su Wikidata
Cimitero austro-ungarico di Dobbiaco
  • 46.67615612.2207698 Cimitero austro-ungarico di Dobbiaco (Soldatenfriedhof Toblach o Soldatenfriedhof Nasswand, anche noto come cimitero delle Sorgenti oppure come cimitero Croda Bagnata o ancora cimitero di monte Piana) (a 9 chilometri circa da Dobbiaco lungo la SS51). Nel cimitero si trovano i resti di 1.259 militari deceduti e tutti appartenenti all'Impero austro-ungarico dato che le croci poste sui loculi i cognomi hanno origine ungherese, slovena, croata e italiana. Ciò testimonia la multinazionalità dell'impero. Al termine della seconda guerra mondiale fu abbandonato completamente fino a che Ludwig Mitterdorfer negli anni 1950 e in seguito Waltraud Fuchs, un'albergatrice di Dobbiaco, decisero di intervenire; grazie a queste due persone è tuttora possibile concedersi una sosta in tale luogo dedicato alla memoria delle due guerre mondiali. Cimitero austro-ungarico di Dobbiaco su Wikipedia Cimitero militare austro-ungarico di Dobbiaco (Q38675272) su Wikidata
Lago di Landro
  • 46.76512.2605569 Piramidi di Dobbiaco. Toblacher Erdpyramiden (Q61776619) su Wikidata
  • 46.64468112.23351910 Forte di Landro (Werk Landro). Forte di Landro su Wikipedia forte di Landro (Q3748681) su Wikidata
  • 46.6312.23194411 Lago di Landro (Dürrensee). Presso il lago si possono ammirare le ripide pareti rocciose delle Dolomiti. D'inverno per molti mesi il lago è ghiacciato. È abitualmente utilizzato per un anello per lo sci di fondo. Sulle sponde del lago si trova un cippo con una ruota, posto a ricordo della teleferica che dal lago portava rifornimenti alle postazioni sul monte Piana durante la prima guerra mondiale. Lago di Landro su Wikipedia lago di Landro (Q691103) su Wikidata

Opere militari[modifica]

Sbarramento Dobbiaco[modifica]

A est della città sono presenti delle opere militari che fanno parte dello Sbarramento Dobbiaco pensato nel 1939 per difendere la zona.

Pianta Opera 1
  • 46.72826912.24332512 Bunker Museum (Opera 1), SS 49, Via Pusteria, 19 (Percorrendo la statale tra Dobbiaco e San Candido, si entra per una decina di metri nel bosco, dopodiché si distinguono chiaramente le feritoie), +39 3498767196. È un'opera difensiva della seconda guerra mondiale di media grandezza, costruita in calcestruzzo e disposta principalmente su un unico piano. Al suo interno l'opera è completa nel suo allestimento. Sono addirittura ancora osservabili le tabelle per il tiro notturno. L'opera è dotata di due ingressi, entrambi difesi dalla loro caponiera.
Una caponiera d'ingresso dell'opera 2
  • 46.72308312.24569413 Opera 2 (Da Dobbiaco si prende la pista ciclabile all'altezza della stazione dei treni. La si percorre in direzione San Candido per qualche centinaio di metri, oltre la centrale del teleriscaldamento, fino a che non si arriva ad un incrocio perpendicolare con una stradina che passa sotto la ferrovia; la si prende in direzione della discarica e del poligono militare, ovvero sulla destra e si sale lungo di essa fino alla prima svolta a sinistra. Si attraversa così un poligono di tiro militare, prestando la massima attenzione che non vi siano tiratori in esercizio e dopo una cinquantina di metri, lungo la stradina è ben visibile). L'opera di medie dimensioni in calcestruzzo si sviluppa su due piani. Vi era una canna per le comunicazioni ottiche, che fu successivamente murata e al posto di questo apparecchio fu installato un impianto radio, e la sua antenna poteva muoversi attraverso il tetto.
La piantina dell'opera 3
  • 46.72233312.25211114 Opera 3 (Dall'opera 2 si prosegue per un centinaio di metri, fino ad arrivare ad un ponticello di legno, prima di aver raggiunto la sorgente della Drava. Questo ponticello come si può osservare passa sopra al fossato anticarro. Superato il ponticello sulla sinistra si trovano dei cartelli e dei sentierini che risalgono attraverso il bosco. Basta seguirne uno per arrivare all'opera 3). L'opera ad un piano, realizzata in parte in calcestruzzo ed in parte scavata nella roccia, è ricoperta di terra per mascheramento e circondata da una rigogliosa vegetazione. Si può suddividere in due parti, la prima ultimata che comprende camere da combattimento ed una camerata; la seconda parte è invece ancora allo stato di scavo, e veniva adibita a magazzino. I lavori di costruzione iniziarono nel 1939, furono interrotti nel 1942 e ripresero all'inizio degli anni '50 quando si decise di ripristinare un certo numero di opere difensive e di dotarle di armamento ed impianti tecnologici. I previsti malloppi esterni, mai realizzati, furono sostituiti con tre torrette armate con cannoni da 76/55 enucleate da carri americani Sherman M4 (custodite in due baracche in lamiera leggera) e alcune torrette metalliche per mitragliatrici. La porta di ingresso all'opera è del tipo “porta garitta”, già montata nel 32. Presenta tre ingressi distinti, ed una torretta con camino. Visibile resta anche l'impianto per la radio.
    È stata attiva fino al 1992, ma è stata definitivamente chiusa in data 15 febbraio 1993, mediante saldatura delle porte metalliche di accesso e fissaggio di lamiere a copertura degli alloggiamenti per le torrette rimosse.
Ingresso dell'opera 6
  • 46.72972212.24852815 Opera 6 (Da Dobbiaco si prende la strada che porta in località Costa Nosellari. Lungo la strada si raggiunge il maso Eggemanner, e superatolo, si prende una stradina sterrata che scende dal maso in mezzo al bosco. Da qui è anche raggiungibile l'opera 1 seguendo la stradina che scende fino alla fine. Per quanto riguarda l'opera 6 invece, non appena si apre la piccola radura, sulla sinistra si trova un cancelletto in legno, che interrompe lo steccato, lo si supera e si scende in quella direzione per poche decine di metri, finché non si scorge sulla destra l'opera). Di media grandezza, costruita in calcestruzzo. Attualmente è celata dietro una sottile striscia di alberi. L'opera ha un ingresso particolare, composto da 2 ingressi affiancati, e sopra ad uno di essi, si trova la caponiera per la difesa da vicino. Si trova su una proprietà privata.
Feritoie dell'opera 7
  • 46.73152812.2452516 Opera 7 (Per raggiungere l'opera, è utile dapprima raggiungere l'opera 8. Da qui, ci si dirige verso ovest fino a raggiungere i primi alberi; arrivati fino a qui si risale il crinale fino a quando il bosco ricurva su se stesso. Si prosegue quindi sempre ai margini del bosco per poi arrivare alla parte in alto a destra di una forma a U del bosco stesso. Da qui, ci si sposta verso l'altra parte alta della U discendendo il crinale verso l'interno dove si scorge una piccola stradina che porta giusto al di sotto dell'opera). Di dimensioni medie era armata con tre mitragliatrici. Essa non fu reimpiegata nel nuovo sistema difensivo del dopoguerra. L'ingresso principale è praticamente sommerso dato che il corridoio d'ingresso risulta ricoperto di terra e con un albero in mezzo.
Torretta dell'Opera 8
  • 46.73294412.25272217 Opera 8 (Dalla descrizione per giungere all'opera 6, si continua sulla strada della Costa Nosellari, e proseguendo oltre, per qualche centinaio di metri, si arriva ad un agglomerato di case, cui fa parte anche una chiesetta a sinistra della strada. Gli si gira attorno, proseguendo per 50 metri circa, salendo fino a che non si vede spuntare in mezzo ai prati la forma dell'opera 8). L'opera si sviluppa principalmente su tre livelli: quello 0 d'ingresso e delle postazioni 3 e 4, quello +1 dove si trovano le postazioni 1 e 2 e quello -1 dove si trovano le camerate, questo livello è per lo più allagato, e quindi di difficile esplorazione. Da questo livello, si innalza la torretta osservatorio, oggi contornata da letame. Al suo interno è fornita di tutto ciò che era necessario al suo funzionamento, persino il telaio di un letto è rimasto. Questa è stata riutilizzata nel dopoguerra. L'opera 8 nel dopo guerra fu dotata di un cannone di grosso calibro 90 mm PAK, in modo tale da poter battere un'area che si distendeva anche oltre il paese vicino di San Candido. Nella postazione 3 era previsto un cannone 90/32.
Opera 9
Uno degli ingressi dell'opera 10
  • 46.73505612.24986118 Opera 9 (Una volta giunti all'opera 8, alzando gli occhi in direzione nord, quasi in cima alla collina, si scorge un edificio grigio. Altro non è che l'opera 9. Salire dall'opera 8 per raggiungerla non è una passeggiata "leggera" in quanto si affronta un buon dislivello, anche se in linea d'aria sembrano vicine). L'opera è stata costruita con l'idea di trarre in inganno il nemico, creando l'illusione di essere un comune maso di contadini, con le sue mura e normali finestrelle. In realtà l'inganno è dovuto alla presenza di alcuni rettangoli neri dipinti sulle sue pareti, che simulano benissimo ad una notevole distanza delle finestre e a delle ulteriori mura di rivestimento che danno all'opera le sembianze di un maso da montagna.
  • 46.71736112.25119 Opera 10 (L'opera si trova dietro l'opera 3, ad un'altezza di circa 1.500 metri. Per raggiungere l'opera si deve prendere la strada forestale che parte nei pressi dell'opera 2. Seguendo questa stradina percorrendo 4 tornanti, fino ad incontrare un ponte in pietra. Pochi metri oltre il ponte, si intravede uno degli ingressi all'opera). L'opera di grande dimensioni, scavata interamente nella roccia, è rimasta a livello di scavo. Dopo l'accesso ovest, si aprono due corridoi: il corridoio a destra procede per pochi metri e conduce a due stanze. A sinistra invece inizia la vera e propria parte dell'opera con una prima camerata, con un'apposita entrata, e successivamente una profonda camerata con le 4 postazioni per i cannoni. Quest'ultima camerata, alta circa 4 metri come la prima, termina con una della 4 postazioni ed un osservatorio.
Osservatorio 9
Opera 11
  • 46.74636112.2592520 Osservatorio 9 (Partendo da Dobbiaco e salendo per la strada che conduce a Costa Nosellari, invece di proseguire nella direzione di San Candido, si sale seguendo l'indicazione Lachwiese Hütte. Poco dopo il km 8 dei 12 fino alla cappella San Silvestro, si scorge sulla sinistra della strada, del filo spinato arrugginito, che indica indubbiamente l'ubicazione dell'osservatorio numero 9). L'osservatorio 9 presenta due ingressi simmetrici chiusi da botola orizzontale che scendono di una decina di gradini andandosi così ad incontrare. Da qui dopo 2 metri di corridoio si aprono due stanze simmetriche come gli ingressi, di media grandezza, in cui in una di queste è presente una scala a pioli che dà in alto su una grata ben chiusa. L'osservatorio fa parte di un caposaldo a livello di plotone, da attivare in caso di guerra o invasioni.
  • 46.7587512.24769421 Opera 10 e 11 (Da Dobbiaco si raggiunge la frazione di San Silvestro–Wahlen e superato il paesino si prosegue sempre diritti seguendo il corso del rio San Silvestro, fino a quando questo non forma grazie ad un grande sbarramento artificiale una grande zona dove il piccolo ruscello si allarga e si divide in molti rii. L'ingresso a questa radura è riconoscibile in quanto sbarrato dalla tipica sbarra verde delle stradine forestali. Rimanendo lungo la strada le due opere sono comunque osservabili sulla destra, facendo attenzione che il livello della strada coincide con quello del tetto delle opere e quindi risultano poco visibili). Entrambe le opere sono di dimensioni molto ridotte. Le feritoie non battono la strada, ma sul “laghetto”, che probabilmente all'epoca non era che un ruscello, cioè era una probabile via di accesso. Inoltre, da notare che le opere sono ad un livello inferiore rispetto al manto stradale. L'opera 11 era dotata di due postazioni, una postazione radio e una piccola camerata.
Sbarramento della Val di Landro[modifica]
Landro Nord
Opera 1
  • 46.69986112.21516722 Opera 1 (Dal lago di Dobbiaco, partendo dal ristorante “la Palafitta” si intraprende la passeggiata attorno al lago e dopo 500 metri circa, subito dopo aver oltrepassato lo steccato in legno, si segue un sentierino sulla destra che supera in quota la strada che gira attorno al lago di 5 metri ca. Dopo neanche 20 metri si riesce a distinguere la sagoma e le feritoie dell'opera). Opera di grandi dimensioni in calcestruzzo misto caverna, disposta su due livelli, presenta 4 feritoie. Ha uno scarico che da sul sentiero. In origine l'opera doveva ospitare un pezzo da 75/27 su affusto campale, poi nel reimpiego gli venne adattato lo scudo per il 105/25 (riconoscibile dalle dimensioni della postazione, oltre che per la presenza di una roitaia in alto e ad un gancio per il rinculo del pezzo) ed una postazione M venne modificata per il 90/32 L. Recentemente atti di vandalismo hanno asportato i resti dei sistemi di puntamento del 105/25, oltre che a manomettere l'infrastruttura.
    Al suo interno l'opera ha due locali adibiti a deposito acqua, dove si trovano rispettivamente due vasche da 500 litri. Al piano inferiore l'opera presenta una camerata da 36 brande. È ancora presente il supporto per l'antenna e il centralino che metteva in comunicazione l'opera con le opere 2 e 4 oltre che con il comando. Al suo interno invece erano presenti 9 postazioni per il telefono campale.
Feritoia dell'opera 1 bis
  • 46.70042512.21350823 Opera 1 bis (Quest'opera è decisamente difficile da trovare, dato che si è privi di punti di riferimento per salirci. Si trova in quota (1350 m circa), e precisamente sopra l'opera 1). L'opera di medie dimensioni, scavata nella roccia, presenta le mura interne ben imbiancate; queste potrebbero indicare un segnale di riattivazione per tale opera, come per la speculare opera 3. Degna di nota è la trincea di accesso, il cui muretto è stato mascherato con un muretto simile a quello utilizzato nelle costruzioni della prima guerra mondiale, con tanto di feritoie, analogamente a quello del passo di Monte Croce Carnico (oggi è crollato a terra). Percorrendo la trincea si arriva all'unico accesso dell'opera. Dopo il portone in ferro, una scalinata in discesa porta al livello dell'opera. I portelli, ancora oggi visibili, paiono quelli originali, ovvero in legno e rete metallica su cui il cemento tinteggiato a mo' di roccia mimetizzava la postazione d'arma.
Ingresso ovest opera 2
  • 46.70041712.22277824 Opera 2 (L'opera si trova a cavallo della statale Alemagna, da Dobbiaco in direzione Cortina, 500 metri dopo la svincolo per il lago di Dobbiaco, si osserva sulla sinistra della strada un terrapieno. Proprio li è la parte alta dell'opera 2). La struttura è realizzata interamente in calcestruzzo è ricoperta in terra per mascheramento e si trova in parte sotto il sedime della strada statale Alemagna, che collega Dobbiaco con Cortina. L'opera, infatti, è stata concepita come presidio di sbarramento della strada stessa (ma anche della ferrovia delle Dolomiti che gli passava accanto). Ai due lati della strada troviamo i malloppi contenenti le camere di combattimento. L'opera, che si articola in due parti, si sviluppa a monte su due piani, mentre a valle su un unico piano. Le due parti sono collegate tra loro mediante un cunicolo sotterraneo sotto la strada statale Alemagna. È completamente ultimata in ogni sua parte ed era equipaggiata con due cannoni 90/32 L e cinque affustini per mitragliatrice. Venne definitivamente chiusa il 22 aprile 1993. L'opera è in buono stato di conservazione, sono ancora presenti gli impianti di illuminazione e telecomunicazione (posto radio e centralino). Le 2 porte blindate di accesso sono totalmente arrugginite, spesse circa 15 cm e in ferro pieno. All'interno dell'opera si trovano 4 vasche da 500 litri in eternit per l'acqua non potabile, un centralino.
Opera 3
  • 46.70043312.22432525 Opera 3 (Una volta raggiunta la parte più elevata dell'opera 2 si sale perpendicolarmente alla strada, nel bosco senza seguire alcuna traccia di sentiero. Salendo di 100 m si incontra un sentierino minuscolo, e lo si percorre svoltando a sinistra per una 20 di metri. Ad un certo punto conviene nuovamente salire in quota, per un cinquantina di metri, finché non ci si scontra con l'imponente opera 3. Data la mancanza di una strada o sentiero per raggiungere l'opera, conviene fare comunque maggior affidamento al proprio orientamento). Opera in caverna di piccole dimensioni, si sviluppa principalmente su un livello, dove si trova la camerata ed una delle due feritoie. Oltre a ciò l'opera presenta dopo una prima rampa di scale la seconda feritoia, quindi leggermente più alta. Salendo altre due rampe di scale, ed un'ultima scala verticale di circa 10 metri, si arriva all'osservatorio blindato, che oltre a godere di un'ottima visuale sulla zona sottostante aveva due feritoie. Al livello principale dell'opera, esiste anche una caratteristica via di fuga, che dopo aver risalito due scale verticali di circa 8 metri ognuna, conduce tramite un basso corridoio ad uno sportellino minuto, protetto anch'esso da una feritoia laterale. Particolarità dell'opera che le scalette verticali terminano in maniera curvata. L'opera probabilmente era stata pensata anche per essere riattivata nel dopo guerra; ciò si evince dalla pittura bianca e dalla mancanza delle nicchie per l'alimentazione d'emergenza. Anche i portelli di copertura delle feritoie hanno l'intelaiatura in di metallo come quelli delle opere riattivate; anche la loro copertura è stata realizzata su una sottospecie di rete metallica su cui era stato iniziato a stendere uno strato di vernice.
Opera 4
  • 46.69681912.21643626 Opera 4 (Dopo essere passati accanto all'opera 1, si procede per il sentiero in direzione sud per 200 metri, fino a raggiungere una stradina sulla destra che sembra portare solo nel bosco. La si percorre per 50 metri, e sulla sinistra si dovrebbe scorgere le feritoie dell'opera). L'opera è costruita su un blocco unico, a due livelli collegati da un giro scale interno. L'opera ha una larga torretta con funzione di caponiera sulla sommità, per proteggere uno degli ingressi, quello ovest. L'opera essendo immersa nel bosco del Parco Naturale è perfettamente nascosta, in particolare la sua mimetizzazione è ancora oggi quasi completamente intatta, nelle porte e nelle protezioni delle feritoie. Le porte di accesso nascondono dietro di loro un'ulteriore inferriata, per proteggere maggiormente l'ingresso. L'opera al suo interno è ancora in ottime condizioni, persino con i tubi di aerazione (qui in plastica) sono ancora intatti; addirittura uno entra nel locale dedicato alla turca, riducendone la sua altezza. Al piano inferiore si trovano le due camerate da 48 brande, il posto di comando e il centralino collegato con le opere 1 e 2 e con il comando.
Landro Sorgenti
Opera 1
  • 46.67383312.22127827 Opera 1 (Sulla strada da Dobbiaco per Cortina, subito dopo aver passato il cimitero della prima guerra mondiale, si trova un edificio appartenente alla società elettrica, si svolta dentro e si attraversa il ponticello di legno sito dietro l'edificio e dopo pochi metri, sulla sinistra si vede l'opera, molto ben nascosta dalla fitta vegetazione). L'opera è di piccole dimensioni ed è stata costruita in calcestruzzo.
Interno Opera 2
  • 46.67416912.22186428 Opera 2 (Opposta all'opera 1 al di là della Rienza e della statale Alemagna, sopra l'unico muretto di contenimento nei paraggi, si trova l'opera 2). L'opera è di piccole dimensioni, costruita in calcestruzzo e si sviluppa principalmente su un unico piano, solo una delle feritoie si trova in posizione leggermente più elevata (7 gradini). Non fu riattivata nel dopoguerra.
Landro Sud
  • Opera 1 (L'opera si trova proprio alle spalle dell'albergo Tre Cime, lungo la statale). Si trattava di un'opera media in caverna, realizzata solo nello scavo (dove era previsto di 3800 metri cubi, ma solamente 3000 me sono stati scavati), e mai completata nei rivestimenti in calcestruzzo (erano previsti 1200 m³). L'armamento previsto era di tre mitragliatrici e un cannone anticarro. Non essendo stata realizzata nessuna copertura in calcestruzzo, la visita all'opera potrebbe risultare pericolosa e comunque poco istruttiva. Gli scavi sono visibili dalle opere 2 e 3. Nel progetto originale un fossato anticarro doveva essere scavato tra quest'opera e l'opera 2.
Opera 2 Landro Sud
  • 46.65186112.23144429 Opera 2 (Sulla strada da Dobbiaco a Cortina passato lo sbarramento di Landro centrale, dopo aver passato in linea d'aria il Dosso Scabro, si ergono in bella vista, dopo un vistoso canalone franoso, due opere, quella posta più in basso è l'Opera 2). Interessante è il mascheramento dell'opera n. 2, in calcestruzzo, che conserva ancora le tracce dei muri perimetrali della finta casa che serviva per mascherarla e dell'opera n. 5, realizzata a monte del forte, che fu circondata, per mimetizzarla, da un muro perimetrale identico a quello del forte stesso. L'opera 2 venne realizzata su un ghiaione al di sotto dell'opera 3. Si tratta di un'opera grossa tipo "circolare 15000", armata con quattro mitragliatrici e un cannone anticarro. L'opera è disposta su due piani con diverse postazioni per la difesa vicina, ed è identica come disposizione, forma, grandezza e armamento all'opera 3. L'interno è visitabile con cautela poiché spesso allagata o piena di fango. Stranamente all'interno non ci sono segni dell'installazione dei bagni e nemmeno del gruppo elettrogeno. L'opera ha due camerate, una per piano. All'esterno sono ben visibili i muri finti con finte finestre che avevano lo scopo di mascherarla al nemico dandole la forma di una casa.
Opera 3
  • 46.65212.23402830 Opera 3 (Dall'Opera 2, si tratta di salire un centinaio di metri lungo il canalone franoso, o seguendo uno dei molteplici sentierini che risalgono la montagna). L'opera 3 venne realizzata su un ghiaione poco al di sotto dell'ingresso della Val Bulla. Si tratta di un'opera grossa tipo "circolare 15000", armata con quattro mitragliatrici e un cannone anticarro. L'opera è disposta su due piani con diverse postazioni per la difesa vicina, ed è identica come disposizione, forma, grandezza e armamento all'opera 2.
  • 46.64498312.23049731 Opera 4 (L'opera si trova proprio di fronte al forte di Landro, al di là della strada, sul costone di roccia).
Opera 5
Opera 6
  • 46.64511912.23450632 Opera 5 (Sulla statale Alemagna, all'altezza del vecchio forte di Landro, costruito prima dello scoppio della I guerra mondiale, accanto alla parte alta del forte e ad un centinaio di metri sopra della parte bassa, si erge l'opera 5). Il manufatto, interamente realizzato in calcestruzzo, è situato nella zona del lago di Landro, a circa 1500 metri d'altitudine, ed è collegato al forte austriaco, eretto negli anni 1880-1890 quale Opera difensiva collegata con il forte Prato Piazza; il forte aveva il compito di impedire eventuali infiltrazioni da Cortina verso Dobbiaco. Fu disarmato subito dopo l'inizio delle ostilità con l'Italia ed i suoi cannoni furono sistemati nei dintorni, per una più efficace azione di tiro; la struttura venne comunque utilizzata durante la prima guerra mondiale quale sede di un comando operativo e, sebbene fatta oggetto di tiro da parte dell'artiglieria italiana, subì solo danni marginali. Alla fine degli anni Trenta il forte fu destinato, in abbinamento all'opera 5, che si sviluppa su due piani, a formare un unico complesso difensivo atto a sbarrare la strada da provenienze, questa volta, da nord. I lavori per rendere il complesso operativo non vennero mai iniziati. L'opera 5 è stata ultimata nella struttura muraria, ma non è mai stata dotata di chiusure ed impianti tecnologici. I lavori visibili risalgono al 1942. L'opera è inserita e ben incastrata nei pressi del forte, che è collegato alla parte bassa, attraverso un tunnel. Venne infatti mascherata con parti di muratura simili a quelli del forte, in modo da renderla simile all'antica fortificazione e quindi una sua possibile l'identificazione solo da molto vicino. Era prevista l'installazione di tre mitragliatrici. Al momento della cessazione dei lavori non era stato completato nessuno degli allestimenti interni. L'opera risulta difficilmente agibile in quanto ampie parti sono state riempite di filo spinato. Le condizioni generali sono comunque pessime e si segnalano infiltrazioni d'acqua, mentre il forte è aperto, ma pericolante.
  • 46.64236112.23036133 Opera 6 (L'opera si trova dalla parte opposta della valle rispetto al forte, esattamente alle spalle dell'unico ristorante della zona. L'opera non si trova in quota, ma proprio dove passa il torrente Rienza, e vicino al quale si trova anche una palestra naturale di roccia). L'opera è in caverna, ed è l'unica da quel lato della valle che sia stata in parte completata. La parte centrale dell'opera è rivestita in calcestruzzo, anche se mancano tutti i malloppi esterni, gli ingressi con i relativi ambienti, e la divisione interna delle varie stanze. Il calcestruzzo è solo quello del rivestimento. Questa particolarità la rende interessante, perché si può avere una idea di come venivano costruite le opere. I malloppi sono stati tutti riempiti con sassi in modo tale da impedirne l'accesso.
  • Opera 6a (L'opera 6a venne realizzata al di sopra delle opere 2 e 3, su per il ghiaione, posto all'ingresso della Val Bulla). L'opera è in realtà un ricovero per truppa scavato nella roccia.


Eventi e feste[modifica]


Cosa fare[modifica]

Punto panoramico Tre Cime
  • Giro delle Tre Cime di Lavaredo — Il giro delle tre cime del percorso Rifugio Auronzo - Langalm - Dreizinnenhütte - Rifugio Auronzo è popolare, ma questo percorso è spesso affollato. È possibile prendere alcuni percorsi minori che portano più vicino alle tre cime, ma tralasciano i rifugi Langalm e Dreizinnenhütte.
  • Sci di fondo. Dobbiaco ha una particolare importanza per lo sci da fondo, di cui è una vera "capitale". Vi si svolgono competizioni della Coppa del Mondo e maratone di sci di fondo. la "Dobbiaco-Cortina" è la gara di fondo più nota.
  • Sci in discesa. Sono presenti due piste da sci di discesa: la Trencker e la Rienza, di livello rosso (per principianti).
  • Snowboard.
  • Ciaspole. Escursioni con racchette da neve.
  • Pattinaggio su ghiaccio.
  • Volare in mongolfiera. 290€ 1 ora (lug 2021).
  • 46.64045712.2319411 Ammirare le Tre Cime. Postazione lungo la SS 51 dove si possono ammirare le Tre Cime allineate.


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]

Prezzi modici[modifica]


Dove alloggiare[modifica]

Prezzi modici[modifica]

Prezzi medi[modifica]


Sicurezza[modifica]


Come restare in contatto[modifica]


Nei dintorni[modifica]

  • Sesto
  • Dolomiti di Sesto
  • Brunico — Centro principale della Val Pusteria, conserva due castelli oltre a quartieri storici di buon interesse. È città di turismo alla convergenza delle vallate tributarie della Val Pusteria, tutte caratterizzate da un ambiente di particolare bellezza.
  • Sillian
  • Cortina d'Ampezzo — Località regina delle Dolomiti venete, è da decenni località turistica invernale ed estiva di livello internazionale
  • Bressanone — Città con un importante centro storico racchiuso da mura e porte. La Cattedrale, il suo chiostro con preziosi affreschi, il Palazzo vescovile danno un'elegante impronta alla città vecchia, con caratteristici piccoli borghi che si contrappongono a slarghi urbanistici di ampio respiro.
  • Tre Cime di Lavaredo — Fanno parte del patrimonio dell'umanità Unesco. Sono accessibili attraverso la Val di Landro che si raggiunge da Dobbiaco.
  • Lago di Dobbiaco — Raggiungibile dalla strada verso Cortina nella Val di Landro.

Itinerari[modifica]

  • Castelli dell'Alto Adige — Un percorso alla scoperta dei manieri altoatesini che, nati per fini militari, divennero poi in gran parte raffinate dimore signorili, centri di cultura, esempi di pregevole architettura, testimonianza della grandezza delle famiglie che li fecero edificare.

Informazioni utili[modifica]


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