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Castelmezzano
Veduta della città di Castelmezzano
Stato
Regione
Territorio
Altitudine
Superficie
Abitanti
Nome abitanti
Prefisso tel
CAP
Fuso orario
Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
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Castelmezzano
Sito istituzionale

Castelmezzano è una città della Basilicata.

Da sapere[modifica]

Panorama cittadino

Castelmezzano rientra nell'elenco de "I borghi più belli d'Italia" e sorge nel cuore delle Dolomiti Lucane. Adagiato a una parete di guglie e picchi, in un fantastico paesaggio di roccia, il paese ha conservato l'originario impianto urbanistico medievale. È un agglomerato concentrico di case arroccate in una conca rocciosa secondo l'antica forma di terrazzamento, con i tetti in lastre di pietra arenaria. Fu presidio normanno fra l'XI e il XIII secolo. Di quel periodo custodisce ancora i resti del suggestivo castello. All'epoca delle Crociate fu un'importante tappa per il ristoro e la preghiera dei cavalieri diretti in Terra Santa, infatti hanno lasciato traccia del loro passaggio i leggendari Templari.

Cenni geografici[modifica]

Castelmezzano, paese a 830 m sul livello del mare, si trova nella parte centro-orientale della Basilicata e precisamente della provincia di Potenza, confina con i comuni di Pietrapertosa, Trivigno, Albano di Lucania e di Anzi. Dista 36 km dal capoluogo di regione Potenza.

Il clima è variabile. Mite in primavera e caldo in estate, mentre in autunno il più delle volte vi sono dei bruschi cambiamenti di temperatura. L'inverno è piuttosto rigido. Verso la fine dell'inverno, si hanno saltuarie nevicate, l'aria è sempre secca, asciutta e raramente la nebbia fa capolino nella vallata. In generale, il clima può definirsi quasi ideale, perché sono rari i forti sbalzi di temperatura.


Cenni storici[modifica]

La radice latina di “Castrum” nel toponimo “Castelmezzano” (fino al XVIII indicato come “Castrimediani”), ne indica un luogo fortificato, un insediamento militare. Le origini di Castelmezzano risalgono al VI e V secolo a.C., quando alcuni coloni Greci arrivarono nella valle del Basento e fondarono un abitato dal nome Maudoro, ossia mondo d'oro. Nel X secolo l'invasione da parte dei Saraceni costrinse gli abitanti a cercare una nuova terra dove dimorare. La leggenda narra che, durante la fuga, un pastore di nome Paolino trovò un luogo adatto per trasferirsi, formato da rocce ripide dalle cui cime si potevano respingere gli invasori facendo rotolare giù massi di pietra. Nel corso dell'XI secolo, dopo la conquista normanna del Meridione, il feudo venne assegnato al milite Tommaso di Limburg che per primo ne promosse il titolo nobiliare. Poi subì la dominazione aragonese che non portò benefici alla comunità, anzi vi fu uno stallo economico e sociale. Successivamente con il barone Giovanni Antonio De Leonardis il paese conobbe un certo sviluppo. In seguito passò per via nuziale ai De Lerma che governarono il paese fino al 1805.

Nell'XIX secolo Castelmezzano fu toccato dal fenomeno del brigantaggio, ma fu anche rifugio per i briganti grazie alla sua collocazione territoriale. Alla fine del secolo conobbe il fenomeno migratorio infatti molti abitanti abbandonarono il paese e si trasferirono in America.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Castelmezzano


Come arrivare[modifica]

Foto notturna di Castelmezzano innevata

In aereo[modifica]

  • Arrivati agli aeroporti di Napoli e Bari, i più vicini, proseguire in treno o in autobus.

In auto[modifica]


In treno[modifica]

  • Arrivare a Potenza con Ferrovie dello Stato (via Foggia o via Taranto) oppure con i treni delle Ferrovie Appulo Lucane, poi proseguire con autobus o auto.

In autobus[modifica]

  • Arrivare a Potenza e proseguire con le autolinee Sita [1].


Come spostarsi[modifica]

Castelmezzano è un paese piccolo, per cui è preferibile spostarsi a piedi per ammirare le bellezze della natura.

Cosa vedere[modifica]

Chiesa Madre di Santa Maria dell'Olmo
  • 40.5301816.046551 Chiesa Madre di Santa Maria dell'Olmo, Piazza Caizzo (Nel centro del paese). Edificata nel XII secolo nei pressi di un olmo da cui prende il nome. L'ingresso della chiesa è stato spostato, anticamente era rivolto verso Oriente, ma oggi rimane solo una parete murata con una croce templare nell'architrave triangolare. Durante una fase di restauro è stata ritrovata una croce patente templare, altra presenza dell'Ordine. La facciata della chiesa è in stile romanico, scandita da quattro finestroni, con un lungo cornicione decorato da orsi, leoni, grifoni e soprattutto rose. La chiesa conserva al suo interno una statua lignea in stile bizantino raffigurante la Madonna con Bambino (detta dell'Olmo). È presente anche una Pala d'altare con all'interno una piccolissima effigie della Madonna della Stella mattutina, circondata da tre cornici, nella prima vi sono scolpite alcune scritte in latino e in greco insieme alla data di realizzazione 1117. Nella seconda cornice vi sono ai lati due donne che sembrano di stirpe egiziana. Sulle colonne vi sono piccoli volti misteriosi. Vi è una statua a sinistra identificata con Pietro l'Eremita. Inoltre all'interno della chiesa sono presenti tre quadri: quello delle "Anime purganti", della "Madonna del Carmelo", della "Sacra Famiglia" attribuita al pittore seicentesco Pietrafesa. Nel Novecento la chiesa fu adornata di vari altari in marmo, grazie al contributo di molti emigranti Castelmezzanesi negli Stati Uniti.
Cappella del Santo Sepolcro
  • Cappella del Santo Sepolcro. Risale all'XI secolo e presenta tracce di culture orientali portate dagli occidentali durante la Prima Crociata. Alla fine dell'Ottocento l'arciprete don Michele Arcangelo Volini fece costruire il primo nucleo dell'attuale cimitero comunale. All'interno si può ammirare la statua lignea della Madonna dell'Ascensione sulla quale circola una singolare leggenda. La statua fu ritrovata da due pescatori in riva al mare e chiese di essere condotta a Castelmezzano. I due arrivarono ove sorge l'attuale cappella e la statua si appesantì da non poter essere più spostata. Dopo la costruzione avvenne un altro miracolo: la statua si arricchì di due marinaretti in preghiera che somigliavano ai due pescatori.
Gradinata Normanna
  • Gradinata Normanna. Stretta e ripida scavata nella roccia porta nel punto più alto, là dove la vedetta della guarnigione militare sorvegliava la sottostante valle del Basento.
  • Cappella dell'Annunziata. Costruita probabilmente nel XVIII secolo ed era situata nella parte alta del paese. Un tempo in questa cappella si svolgeva il rito del compare: ossia i giovani prossimi alla cresima sceglievano i loro compari ed insieme mano nella mano facevano un giro intorno alla cappella chiamandosi compari. Tale cappella oggi è utilizzata solo per le celebrazioni del 25 Marzo (S.S. Annunziata).
  • Cappella di San Marco. Il nome della cappella risale alla visita pastorale del 1544 dell'arcivescovo di Acerenza e Matera Giovanni Michele Saraceni. La struttura viene anche denominata "cappella della Madonna delle Grazie" perché al suo interno ospita un quadro e una statua della Madonna portata in processione il 2 Luglio.
  • Cappella di Santa Maria "Regina Coeli". Risale al 1603 e forse è stata costruita per ospitare un convento di Carmelitani. Dagli archivi pastorali si legge che la cappella è stata restaurata grazie al contributo dei Castelmezzanesi.


Eventi e feste[modifica]

Festa di Sant'Antonio di Padova
Cuccìa
  • Falò del sabato Santo. Sabato prima di Pasqua. I ragazzi con vecchi strumenti, troccole o verricole fanno il giro del paese per raccogliere la legna da bruciare la notte con un grande fuoco nella piazza del paese.
  • Sagra della quagliata. Prima domenica di maggio. Si festeggia la Madonna del Bosco con una festa contadina di antiche origini, durante la quale tra canti, giochi e altri divertimenti si fa la quagliata, cioè si produce il formaggio.
  • Estate castelmezzanese. Luglio-agosto. Il cartellone estivo del Comune e della Pro Loco "Le Dolomiti lucane" comprende spettacoli teatrali, musicali, cinema all'aperto e sagre di prodotti tipici.
  • Spettacolo notturno polimediale "La Grande Madre". Agosto-settembre. Le pietre parlano e sono in grado di raccontare molte cose. E proprio a partire dai segni ancora visibili sulle rocce nell'area del fortilizio normanno - svevo inizia un viaggio nella storia alla scoperta del sito e della storia del luogo.
    Una rappresentazione emozionante ed allo stesso tempo ricca di informazioni che viene ricostruita proprio all'interno del sito.
    Qui gli spettatori assistono ad una multiproiezione di luci, immagini, filmati e animazioni accompagnate da musiche originali ed effetti sonori e dal racconto di una voce fuori campo che accompagna il visitatore alla comprensione del sito e della storia.
    L'area castello, luogo intriso di storia, si presenta quale luogo perfetto, per caratteristiche ambientali ed estetiche ad accogliere l'evento spettacolare di sons et lumières dal titolo La Grande Madre.
    Lo spettacolo, di particolare rilievo espressivo, è basato principalmente su proiezioni di grandi immagini. Il pubblico, sistemato su una tribuna da 38 sedute, potrà assistere all'interno di un meraviglioso anfiteatro naturale ad uno spettacolo, della durata di circa 45 minuti, in cui le pareti di roccia faranno da supporto a proiezioni e filmati ad alta definizione con effetti 3D, che permetteranno un'immersione nella storia alla scoperta della bellezza del sito.
  • Festa di Sant'Antonio di Padova. 11-13 settembre. Rito arboreo e festa in onore di Sant'Antonio da Padova. La scelta delle piante per il matrimonio arboreo viene effettuata nel bosco comunale. Il giorno della vigilia il tronco viene trasportato fino in paese da una coppia di buoi detti in gergo “parecch”, mentre la cima viene trascinata a spalla da giovani devoti. Dopo levigazione e innesto, avvengono le nozze.
  • Festa di Santa Lucia. 13 dicembre. Si cuoce in un calderone davanti alla Chiesa Madre la cuccia, piatto di fave, ceci, grano e cicerchie che viene poi benedetto e, alla fine della Messa, viene distribuito a tutti i fedeli.


Cosa fare[modifica]

Volo dell'angelo
  • Volo dell'angelo, Via Roma, 28, +39 331 934 0456. Singolo: 45 €, in coppia: 78 €. Maggio Dom, giugno Sab-Dom, luglio Gio-Mar, agosto Lun-Dom, settembre-ottobre Sab-Dom 08:45-17:30. Nel cuore delle Dolomiti Lucane possiamo vivere un'emozione unica: il Volo dell'Angelo. Un cavo d'acciaio che unisce le vette di due paesi: Castelmezzano e Pietrapertosa. Un'avventura a contatto con la natura e con un paesaggio unico.
    Con la massima sicurezza, protetti da apposite cinture e agganciati ad un cavo, per alcuni minuti si prova un'emozione unica e si realizza il sogno di volare. Una vera e propria avventura, unica in Italia, ma anche nel mondo per la bellezza del paesaggio e per l'altezza massima di sorvolo.
    Si può volare da soli o in coppia per vivere quest'avventura con la persona cui si vuole bene. Si può scegliere tra due tappe:
    • Linea Peschiere: parte da Castelmezzano (altezza partenza 1019 m) e arriva a Pietrapertosa (altezza arrivo 888 m)
    • Tappa di San Martino: parte da Pietrapertosa (altezza partenza 1020 m) e arriva a Castelmezzano (altezza arrivo 859 m), si può raggiungere una velocità massima di 110 km/h.
    Quello che si presenta agli occhi del visitatore durante il volo è uno splendido panorama che comprende ampi paesaggi di macchia mediterranea.
Percorso delle sette pietre
  • Percorso delle sette pietre. Questo percorso costituisce un collegamento diretto tra i centri abitati di Pietrapertosa e Castelmezzano.
    L'itinerario ha inizio dalla piazzetta antistante il convento di S. Antonio, giunge in prossimità del vecchio campo sportivo di Pietrapertosa e prosegue, in discesa, verso il depuratore. Da questo punto il fondo è pavimentato fino alla fontana del Tuvolo (quota 820 s.l.m.), sul fosso omonimo, a breve distanza dalla cappella di S. Martino.
    Dalla fontana del Tuvolo il percorso continua su di un tratturo, poco evidente a causa dell'invadenza della vegetazione spontanea. Si attraversano campi un tempo coltivati, piccoli oliveti e boschi radi con maestose piante di Cerro. La pista continua a scendere fino a quota 600 s.l.m., punto in cui si attraversa il torrente Caperrino. Qui si può osservare, oltre una piccola radura, un suggestivo ponte romano, sovrastato dallo splendido paesaggio dolomitico. Ancora visibili, poi, sono i resti di un vecchio mulino ad acqua oltre i cui ruderi continua la pista su di un sentiero con pavimento in basole di arenaria. Si prosegue passando davanti al cimitero di Castelmezzano e qui il percorso si collega con la SP13. L'arrivo al paese è anticipato dall'emozionante veduta che si apre come un terrazzo davanti agli occhi, giusto premio al termine di una piacevole passeggiata.
  • Via ferrata Salemm. La via ferrata è un percorso attrezzato, situata nel versante di Castelmezzano ha una lunghezza di 1.731 metri con un dislivello di 249 metri. Sono presenti tre percorsi:
    • Il primo sentiero ha come punto di partenza il Ponte romano fino all'aggancio della via ferrata. La lunghezza di tutto il percorso è di 739 metri con un dislivello di 34 metri, la durata è di circa 45 minuti.
    • Il secondo è un percorso più impegnativo ha una lunghezza di 992 metri con un dislivello di 215 metri, la durata è di circa 2 ore.
    • Il terzo percorso è il più semplice adatto a tutti. Consiste in un sentiero di allontanamento che parte dal ponte attrezzato e arriva alla strada comunale Peschiere che si trova nelle vicinanze del centro storico. È prevalentemente pianeggiante con una lunghezza di circa 180 metri, con una durata media di 15 minuti.


Acquisti[modifica]

Negozio di souvenir


Come divertirsi[modifica]

Varie sono le attività di svago, di sport e di vita a contatto con la natura come passeggiate, il trekking, cicloturismo, turismo equestre, arrampicata sportiva sulle rocce con pareti attrezzate, escursionismo con percorsi attrezzati, raccolta di funghi in autunno.

Dove mangiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]

Prezzi elevati[modifica]


Dove alloggiare[modifica]

Prezzi medi[modifica]


Sicurezza[modifica]

In caso di pericolo è possibile contattare la stazione del Corpo dei Carabinieri di Pietrapertosa. In paese non si registrano furti ed è possibile girare da soli anche di notte.

Come restare in contatto[modifica]

Poste[modifica]



Nei dintorni[modifica]

  • Brindisi Montagna — Il Castello di Brindisi, antica roccaforte medievale, fu feudo dei Sanseverino in età aragonese. Nel 1478 e nel 1534 accolse colonie di profughi albanesi. Il castello agli inizi del 1900 fu donato al Comune dagli eredi Fittipaldi.
  • Foresta della Grancia — Nella Foresta Grancia ha sede il Parco storico rurale e ambientale della Basilicata dove d'estate prende vita il cinespettacolo “La storia bandita”, ovvero la più grande rappresentazione spettacolare di teatro popolare diretta da Emmanuel Lavallé ed ha come figura centrale quella di Carmine Crocco (a cui presta la voce l'attore Michele Placido). Un autentico salto nel passato, negli anni delle insorgenze fra il 1799 e il 1861, quando le foreste brulicavano di briganti, gendarmi francesi e piemontesi, contadini stanchi di subire l'oppressore di turno. Una grande narrazione eroica del brigantaggio, troppo spesso liquidato come episodio criminale, in realtà ribellione alla secolare oppressione subita-
  • Lucania Outdoor Park — Immerso in uno dei boschi più belli del circondario, caratterizzato da cerri alti anche più di venti metri, è il Parco Avventura Lucania Outdoor Park. Si tratta di un parco acrobatico sospeso nell'aria dove si possono sperimentare, in tutta libertà e immersi nella natura, grandi emozioni e divertimento. Il parco propone diversi percorsi che si snodano secondo tre livelli di difficoltà, adatti anche ai bambini, costellati di ponti tibetani, passerelle, scale, teleferiche, liane di Tarzan, reti di corda. Presente anche un percorso di pratica nel quale vengono insegnate da un istruttore le tecniche elementari necessarie per poter poi passare ai percorsi veri e propri. Adiacente al percorso avventura anche un campo per il tiro con l'arco e un'area pic-nic molto ben attrezzata (info@lucaniaoutdoorpark.it).
  • Borgo fantasma di Campomaggiore Vecchio — Il paese, abbandonato nel 1885 in seguito ad una frana, sorge a 4 chilometri a nord-est del nuovo centro abitato. Nell'ampia piazza, opera di un allievo del Vanvitelli, affacciano il Palazzo Baronale e la Chiesa. Di qui si dipartono larghe strade ortogonali su cui sorgono le case contadine. Sul retro del Palazzo vi è un raro esemplare di sequoia, conifera originaria del Nord-America importata dal conte Cutinelli-Rendina.
  • Parco regionale di Gallipoli Cognato — È una riserva naturale di rara bellezza, comprende due importanti foreste di Gallipoli e il bosco di Montepiano, dove si alternano fusti maestosi di cerri centenari, odorosi tigli, peri e meli selvatici, aceri e il raro agrifoglio. Il parco offre una fitta rete di sentieri ben segnalati e adatti sia a principianti che ad escursionisti esperti.


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